don Paolo Tammi - Parrocchia S. Pio X
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LA MIA FAMIGLIA “ALLARGATA”<br />
(NEGLI ANNI ‘60)<br />
Maria Rossi<br />
Famiglia “allargata” negli Anni Sessanta aveva un significato<br />
molto diverso da quello che le diamo noi oggi.<br />
In Italia non c’era il divorzio, non si aveva idea di cosa<br />
fosse il “compagno” di mamma o “l’amica” di papà, e così<br />
era per fratellastri e nonni doppi.<br />
Al massimo le famiglie allargate erano quelle di vedovi e<br />
vedove, che si risposavano, anche se raramente.<br />
Eppure ho avuto la fortuna di vivere proprio in una famiglia<br />
allargata perché, essendo i miei genitori entrambi di<br />
famiglia romana, ho avuto sempre vicino uno stuolo di zii,<br />
cugini, di 1° e 2° grado, e parenti di parenti, e cugini di<br />
cugini. Perfino gli amici di mamma e papà per noi erano<br />
“zii” d’adozione. La Befana non era la Befana se il pomeriggio<br />
non venivano da noi nonna, zii e cugini da parte di<br />
papà; Natale non era Natale se non stavamo con il fratello<br />
di mamma e la sua famiglia.<br />
L’unico neo (si fa per dire!) era l’altro fratello di mamma,<br />
chirurgo, trasferitosi nei primi anni Sessanta in Canada<br />
perché si era innamorato di una canadese… ma di lui<br />
c’erano le telefonate, le prime transoceaniche, che passavano<br />
attraverso la “signorina” dell’Italcable.<br />
E poi c’era la festa delle ciliegie, in Sabina, nei primi giorni<br />
di giugno quando, nella villa dei cugini di papà, ritrovavamo<br />
ogni anno una marea di parenti di parenti, quelli per intenderci<br />
che si incontrano solo a matrimoni e funerali, o forse<br />
neanche lì. In quella occasione si incontravano almeno<br />
quattro generazioni ed era la “prova d’esame” (terrificante!)<br />
per i nuovi (e le nuove) arrivati.<br />
Provate a dirlo ai ragazzi di oggi di fare una full immersion<br />
di parenti così. Scapperebbero.<br />
Invece per noi la festa delle ciliegie era un momento<br />
bellissimo e quando, invecchiati gli zii, la tradizione è<br />
finita, ci è dispiaciuto veramente tanto.<br />
E ancora di più quando la villa è stata venduta e modificata<br />
dai nuovi proprietari.<br />
Le due famiglie dei nonni paterni, per abbondanza di<br />
nascite femminili (da parte materna è l’esatto contrario:<br />
abbondano i maschi) stanno finendo nel nome, anche se<br />
non nella discendenza.<br />
Due famiglie “romane” in meno, ma tante altre famiglie<br />
sono nel frattempo diventate romane.<br />
Da parte di mamma, poi, gli intrecci familiari erano (e<br />
sembra impossibile) ancora più forti. Merito – o colpa? – di<br />
un altro piccolo paese della Sabina dove nel 1928 i nonni<br />
ebbero l’idea insieme ad una coppia di cognati di costruire<br />
una grande casa con un immenso (così era per noi bambini)<br />
giardino.<br />
Beh, con i cugini dicevamo che, se l’avessero costruita a<br />
Cortina o a Capri invece che lì, saremmo diventati miliardari;<br />
ma per noi era il massimo.<br />
Tutte le nostre estati, le nostre amicizie, i nostri legami<br />
affettivi sono legati a quella grande casa.<br />
E zii, zie, cugini, amici di amici.<br />
E la fissazione del silenzio durante il riposino pomeridiano,<br />
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le raccolte di more, le partite di pallavolo, le biciclette, le<br />
gite in montagna, le scampagnate.<br />
O ancora la luce che negli anni Sessanta andava via al<br />
primo temporale, le piogge di settembre, i funghi a seccare,<br />
i fichi e mille altre cose.<br />
Infine, non meno abitata, aperta e allargata era la casa di<br />
Roma dove i nostri genitori ospitavano volentieri gli amici<br />
della parrocchia e quelli del liceo e dell’università… e in<br />
quelle occasioni qualche sedia ci ha anche rimesso le<br />
gambe!<br />
L’apertura cordiale è stata sempre una caratteristica di<br />
casa nostra ma è anche vero che in quegli anni si faceva<br />
molto di più vita in comune e i ragazzi stavano insieme<br />
volentieri.<br />
Computer, Facebook, Blog, You tube erano lontani dal<br />
nascere, nomi inesistenti; il loro arrivo avrebbe avvicinato<br />
il mondo ma allontanato i rapporti personali, quelli del<br />
guardarsi negli occhi, del ridere insieme, del sussurrare e<br />
dell’abbracciarsi.<br />
I ragazzi di oggi sono, e non solo secondo me, molto più<br />
soli anche se “navigano” per il mondo!<br />
Nella nostra palazzina viveva una grande quantità di<br />
ragazzi e ragazze, le famiglie allora erano numerose (4,5,6<br />
figli e in qualche caso anche di più), la Balduina era un<br />
quartiere giovane, molte case erano di cooperativa e le abitavano<br />
coppie i cui genitori vivevano in Centro o in Prati o<br />
in altre Regioni, perché proprio in quegli anni arrivarono a<br />
Roma famiglie da tutta l’Italia.<br />
Ho bellissimi ricordi della mia infanzia e della mia<br />
giovinezza e, se avessi avuto dei figli, avrei desiderato<br />
trasmetterglieli tutti. Con i nipoti lo abbiamo fatto, sono<br />
legati tra loro (e con noi) ma è la realtà intorno che è molto<br />
cambiata.<br />
Non voglio assolutamente dire che prima fosse tutto<br />
meglio; il benessere era di pochi, poi si è allargato a molti;<br />
per tanti versi ora si sta meglio ma i giovani hanno enormi<br />
problemi nel trovare lavoro, difficoltà che i loro nonni – nel<br />
boom degli anni Cinquanta e Sessanta – ignoravano<br />
totalmente.<br />
Il mondo cambia, cammina, corre, fa venti passi avanti e<br />
dieci indietro ma quello che è sicuro è che una “famiglia<br />
allargata” come l’abbiamo avuta le mie sorelle ed io non c’è<br />
più ed era bellissima.<br />
Mamma e papà erano molto legati, il loro matrimonio è<br />
durato quasi 60 anni, e quando tra sorelle discutevamo e<br />
litigavamo (siamo caratteri “decisi” e qualcuna anche di<br />
più…), papà ci diceva saggiamente che in futuro ci sarebbe<br />
capitato qualcosa di più doloroso (perché così è la vita) e ci<br />
saremmo dispiaciute delle discussioni fatte per delle<br />
sciocchezze e ci ricordava anche che è, e sarebbe, sempre<br />
meglio non litigare con le persone, perché fare pace è poi<br />
difficile e ognuno di noi si porta dentro il suo orgoglio…<br />
aveva ragione.<br />
Sono stata fortunata, siamo state fortunate.<br />
Quando poi sono arrivati dolori più grandi anche per noi,<br />
l’aiuto più forte ce lo hanno dato, anche nella diversità dei<br />
caratteri e dei valori acquisiti, proprio gli insegnamenti<br />
avuti a casa. Dai nostri genitori, prima di tutto, e poi da<br />
tutta la nostra famiglia allargata.<br />
Oggi che tanti non ci sono più e che i morti, per il calo delle<br />
nascite, sono più dei vivi, provo nostalgia e tenerezza<br />
pensando al “Cesone” a Montelibretti o a “Villa Maria<br />
Edvige” a Collalto, ma soprattutto pensando a tanti volti<br />
sorridenti e affettuosi che abbiamo avuto vicino e al<br />
grande piazzale dove giocavamo interminabili partite di<br />
pallavolo, mentre le mamme lavoravano a ferri sulle sdraio<br />
e i papà leggevano il giornale, e i nuovi arrivati (amici o<br />
amiche che fossero) trovavano tutti schierati sotto i tigli<br />
che li guardavano e giudicavano.<br />
Peggio di un Esame di Maturità !<br />
Oggi a tutta questa mia famiglia allargata e soprattutto ai<br />
miei Genitori posso solo dire un grandissimo “Grazie” per<br />
come siamo cresciute e per i valori che ci hanno lasciato.<br />
E, comunque, ho avuto anche io una bella famiglia allargata…<br />
Pensate ! 33 anni nelle classi dei Licei ! Niente male.