don Paolo Tammi - Parrocchia S. Pio X
don Paolo Tammi - Parrocchia S. Pio X
don Paolo Tammi - Parrocchia S. Pio X
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
LA FAMIJA POVERELLA<br />
Giancarlo Bianconi<br />
“Quiete, crature mie,<br />
stateve quiete:<br />
Sì, fijji, zitti, che mommò<br />
vie’ tata.<br />
Oh Vergine der Pianto<br />
addolorata,<br />
Provedeteme Voi che lo<br />
potete. No, viscere mie care,<br />
nun piagnete:<br />
Nun me fate mori’<br />
cusì accorata. Lui quarche cosa<br />
l’averà abbuscata,<br />
E piijjeremo er<br />
pane, e magnerete. Si capìssivo<br />
er bene che ve vojjo!....<br />
Che dichi, Peppe?, nun vòi<br />
sta’ a lo scuro?<br />
Fijjo, com’ho da fa’ si nun c’è ojjo? E tu,<br />
Lalla, che hai? Povera Lalla<br />
Hai freddo? Ebbè, nun mettete lì<br />
ar muro: Vie’ in braccio a mamma tua<br />
che t’ariscalla”. (G.Belli)<br />
Che dire di più? Una fotografia, più che un sonetto, è questo<br />
breve componimento poetico. Una fotografia raffigurante,<br />
con rara potenza espressiva, una situazione stra-ziante: una<br />
famiglia che non ha i soldi neanche per un pò di cibo, ma che<br />
è pur sempre una famiglia. Da un lato, quindi, un padre<br />
disposto a fare un qualsiasi lavoro pur di racimolare i pochi<br />
spiccioli necessari a comprare anche solo un pò di pane per<br />
i propri familiari; dall’altra una madre che, stringendo a sé i<br />
figlioletti piccoli, piagnucolanti per i disagi che stanno soffrendo,<br />
disperata lei stessa li conforta tuttavia rassicurandoli<br />
che, di lì a poco, con i soldi che il papà sarà riuscito a procurarsi<br />
potranno acquistare il pane necessario a sfamarli:<br />
piijjeremo er pane, e magnerete, dice. Noi compreremo il<br />
pane e Voi, figli, mangerete. Espressione massima dell’assoluta<br />
disponibilità sino all’annullamento di se stessi per<br />
amore dei figli. È un sonetto che mi ritrovo a leggere spesso<br />
poiché vi ritrovo, pur nello strazio della scena, un qualcosa<br />
di pulito capace di scaldarti l’animo fra i tanti orrori in cui,<br />
nostro malgrado, ci troviamo a dover vivere oggigiorno.<br />
COSI SAREBBE SE VI PARE<br />
(almeno da una chiamata al cellulare)<br />
Sandro Morici<br />
- Ciao Laura, come va? Oggi è venerdì e vorrei uscire prima dal<br />
lavoro. Mi pare che abbiamo tante cose da fare…<br />
- Sì, Aldo, il fine settimana “senza lavoro”, paradossalmente<br />
diventa quasi un incubo, con tutto ciò che si accumula dai giorni<br />
precedenti. Io, comunque, sto uscendo per portare i bambini ai<br />
soliti appuntamenti: dapprima Irene alla scuola di danza e poi Lello<br />
alla piscina comunale. Come di consueto, in stretta sequenza,<br />
cercando di incastrare gli orari, sempre di fretta…<br />
- E già, il correre, il ritmo forsennato, l’ansia di non fare in tempo<br />
è un must di questa nostra società post-moderna. E questo è<br />
sicuramente motivo di instabilità emotiva e di stress psicologico…<br />
- Certo, caro, ma se tutto fosse programmabile, basterebbe utilizzare<br />
l’agenda elettronica del nostro cellulare che, alla scadenza, ci<br />
avvertirebbe con un dolce squillo. E invece…<br />
- E infatti non è così! Ci sono un sacco di imprevisti nel nostro<br />
“tempo senza tempo”. Una volta la vita si svolgeva tutta entro le<br />
mura del paesino: ora, invece, le distanze si sono dilatate, le<br />
attività si sono moltiplicate divenendo quasi tutte “necessità”, gli<br />
strumenti tecnologici per semplificare i problemi sono nati come<br />
funghi, ma la giornata… è purtroppo rimasta ancora di 24 ore!<br />
- Direi di sì, la quotidianità è sempre più zeppa di impegni. Oggi<br />
pomeriggio, per esempio, occorre anche far fare i compiti ai<br />
bambini per lunedì, per non ridurci all’ultimo momento della<br />
domenica sera.<br />
- Beh, se arrivo prima dal lavoro, potrei pensarci io. Questa storia<br />
dei compiti, tuttavia, va affrontata: ambedue le maestre caricano i<br />
bambini di un sacco di compiti a casa. Ma perché non cercano di<br />
svolgere l’intero programma tra i banchi di scuola?<br />
- Aldo, per favore, datti una calmata. Devi convenire che<br />
l’educazione di un bambino è una primaria responsabilità genitoriale,<br />
nella trasmissione di valori, di principi, di idee. Aiutarlo a fare<br />
i compiti, possibilmente a televisione spenta, significa dargli la<br />
possibilità di ampliare i suoi orizzonti etici e culturali.<br />
- È vero, ma di mezzo c’è sempre quel tiranno del tempo.<br />
Piuttosto, stasera andiamo con i soliti amici a mangiare la solita<br />
- 13 -<br />
Orrori dei quali quotidianamente peraltro i vari mezzi di<br />
comunicazione ci forniscono precise notizie corredate,<br />
manco a dirlo, di tutti i particolari anche più raggelanti. Anzi,<br />
direi meglio: soprattutto i più raggelanti e, quel che è peggio,<br />
fini a se stessi in quanto assolutamente superflui ai fini<br />
di una più precisa comprensione degli eventi descritti. E<br />
allora ecco che questi pochi versi, pur strazianti per la tragicità<br />
della situazione illustrata, riescono magistralmente a<br />
far rifulgere quel sentimento senza il quale la vita, a mio<br />
giudizio, non avrebbe senso di essere vissuta: l’amore. Ecco<br />
quindi delineato, in questi pochi versi, il significato vero di<br />
famiglia. Anzi, di Famiglia, con la “effe” maiuscola: un insieme<br />
cioè più o meno numeroso di persone che, intimamente<br />
e saldamente cementate fra di loro dall’amore, costituisce<br />
un rifugio entro il quale non solo si vivono momenti felici,<br />
ma entro cui, nel contempo, si è in grado di ricevere il calore<br />
e raccogliere le forze necessarie per far fronte alle avversità<br />
che inevitabilmente si propongono nel corso della vita.<br />
Al termine di una giornata di lavoro, infatti, trascorsa anche<br />
in modo interessante fuori di casa, il rientro in famiglia e<br />
ritrovare i propri cari è sempre un momento impagabile ed<br />
emotivamente nuovo ogni volta. È il momento in cui riabbracci<br />
i tuoi cari quello che annulla le eventuali amarezze<br />
della giornata e ti “ricarica” immediatamente delle forze<br />
necessarie ad affrontare i problemi del nuovo giorno. Ed è<br />
sempre quella la circostanza in cui ringrazi Iddio con tutto<br />
te stesso per la grazia ricevuta da un lato di avere ancora o<br />
comunque di aver avuto una splendida famiglia di origine e,<br />
dall’altro, di avere un coniuge e dei figli su cui riversare, e<br />
da cui ricevere, tutta la capacità di amare, nel mentre ti<br />
rendi anche conto che nessuno, a parte talune eccezioni<br />
(che, come noto, confermano sempre la regola) può vivere<br />
senza amore. Purtroppo la famiglia non sempre è questa,<br />
almeno oggi. E a quest’ultimo proposito non ci si può certo<br />
nascondere che si viene sempre più spesso a conoscenza di<br />
distruzioni di famiglie attraverso separazioni coniugali,<br />
divorzi, e, peggio ancora, uxoricidi. Da ciò che si apprende<br />
quotidianamente verrebbe fatto di pensare, quindi, che la<br />
“famiglia”, almeno come modello sul tipo di quello appena<br />
descritto, oggi non esisterebbe più. Ma forse non sarebbe<br />
neanche del tutto vera un’eventuale affermazione del<br />
genere, perché poi è altrettanto noto che quasi tutti gli<br />
stessi soggetti che hanno distrutto la propria famiglia,<br />
proprio in conseguenza del principio appena annunciato,<br />
trascorso poco tempo, se ne sono formati una “nuova”,<br />
magari pure “allargata”.<br />
È il momento, quello, del “trionfo della speranza<br />
sull’esperienza”.<br />
pizza al solito posto?<br />
- Aldo, non te ne sei accorto, ma, in un secondo, hai ripetuto tre<br />
volte l’aggettivo “solito”! Mi sembra che questa società globalizzata<br />
abbia messo sott’olio i neuroni del nostro cervello, togliendoci<br />
di volta in volta il gusto di pensare con la nostra testa.<br />
- Senti cara, ma allora per stasera debbo convocare mia mamma,<br />
che venga a badare ai bambini?<br />
- Ok, ma raccomandale di mandarli a letto al più presto. Lo sai, i<br />
nonni con i nipoti ridiventano ancora più bambini e sono felici<br />
quando possono <strong>don</strong>are il loro tempo e la loro affettuosità.<br />
- Ma anche con noi sono molto generosi. Pensa come faremmo<br />
senza il loro supporto nel pagare le rate del mutuo della casa!<br />
Certo, c’è il normale salto generazionale: loro hanno vissuto con<br />
altre esigenze, in un altro contesto sociale, dove famiglia equivaleva<br />
a risparmio e crescita amorosa e quando il senso della sobrietà<br />
era molto vivo, tempi in cui la famiglia era considerata veramente<br />
una piccola comunità e non come somma di individui che stanno<br />
insieme per convergenza di interessi.<br />
- Oggigiorno forse sarebbe auspicabile un ritorno al passato, ma<br />
purtroppo i bisogni individuali ci sovrastano e siamo sempre più<br />
presi da questo vortice del comprare. E poi come si fa a resistere<br />
alle mille tentazioni delle super-offerte del supermercato? Anzi, a<br />
proposito, domani, sabato, dovremmo andare tutti al centro<br />
commerciale per decidere quale video-gioco dobbiamo regalare ai<br />
bambini nel prossimo Natale. Ormai i loro compagni di scuola ce<br />
l’hanno tutti… E poi queste ultime console, le Wii Sports Resort<br />
Pack, sono divertenti anche per noi grandi!<br />
- Sì, ne ho sentito parlare. Sono giochi che vanno di moda, anche<br />
se tra sei mesi costeranno la metà e saranno superati dai nuovi<br />
modelli… E poi dovremo trovare il tempo per giocarci…<br />
- Senti, Aldo, si sta facendo tardi. Allora ci vediamo a casa prima<br />
delle otto. Così ho anche il tempo di passare dal parrucchiere e<br />
mettermi un po’ in ordine…<br />
- Ok, ciao, ciao.<br />
Vi abbiamo riprodotto uno squarcio di vita (serena?) di una delle<br />
tante giovani coppie che incontriamo per strada (ove i nomi sono<br />
ovviamente inventati). Avete trovato qualche affinità? Fateci<br />
sapere la vostra opinione: se però non siete d’accordo, vi chiediamo<br />
venia. Vuol dire che… abbiamo sbagliato esempio!