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don Paolo Tammi - Parrocchia S. Pio X

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UNA COSA D’ALTRI TEMPI<br />

<strong>don</strong> <strong>Paolo</strong> <strong>Tammi</strong><br />

Famiglia è ormai un nome desueto. Una cosa di altri<br />

tempi. Diciamo che è passata di moda.<br />

Una volta incontrai mons. Elio Sgreccia, uno dei più<br />

grandi docenti di bioetica, e mi disse: “La bioetica?<br />

Fuori moda”. Credo che un po’ la stessa cosa possa<br />

dirsi della famiglia. C’è qualcosa di divertente, in tutto<br />

questo.<br />

Per esempio, quando chiedo ai ragazzi se si vogliono<br />

sposare. Se pensano ad avere figli, a costruire<br />

qualcosa di saldo. Le risposte sono davvero di tutti i<br />

tipi, ma l’espressione del volto è una sola: sconvolti!<br />

Famiglia? Sembra un nome esoterico, un rito magico.<br />

Qualcosa, cioè, che appare e scompare, niente di<br />

solido. Siamo o non siamo nei tempi del pensiero<br />

liquido, o del pensiero debole?<br />

E’ come una specie di tsunami che abbatte anche le<br />

cose più forti. La famiglia – e l’idea e il desiderio della<br />

famiglia – è uno di questi. Eppure, come sempre, non<br />

è tutto così e non è sempre così. Un primo indicatore<br />

viene dal lavoro che faccio e, come me, lo fanno tanti<br />

altri sacerdoti, educatori, terapeuti.<br />

Con le famiglie c’è da fare. E’ dura a volte, pesante.<br />

Ma c’è da fare. C’è da lavorare per formarle e formarle<br />

bene, per riconciliarle, quando occorre, per mostrare<br />

loro tutto il bene del rimanere uniti e tutto il male del<br />

separarsi. C’è da aiutare i poveri (sempre di più) e c’è<br />

da crescere i bambini, senza impossibili sostituzioni<br />

ma diventando, per alcuni di essi, un baluardo di<br />

riferimento. Non ho mai pensato, se così continua, di<br />

rimanere disoccupato.<br />

La nostra comunità parrocchiale è benedetta da Dio,<br />

sia per le coppie che chie<strong>don</strong>o il sacramento del<br />

matrimonio sia per quelle che, avendolo ricevuto,<br />

desiderano nutrimento per poter continuare a vivere.<br />

Abbiamo numeri davvero invidiabili e una grande<br />

richiesta che ci permette di sviluppare idee, generosità,<br />

impegni. L’altro giorno un bravissimo papà, dicendomi<br />

il suo momento di crisi, mi diceva però di<br />

essere certo di non avere sbagliato “vocazione”.<br />

E’ straordinario quando gli sposati parlano di vocazione.<br />

Quelli che lo fanno hanno capito che non hanno<br />

trovato uno straccio di marito o di moglie, che non<br />

hanno sistemato una serie di rapporti contrattuali,<br />

che non hanno trovato una via per canalizzare<br />

l’abbondanza di ormoni, ma che stanno realizzando<br />

un progetto che faticosamente si dipana attraverso le<br />

difficoltà, ma ringraziando Dio di tutta la sua abbondanza<br />

di <strong>don</strong>i. Un educatore che ho avuto e che mi è<br />

ancora molto caro mi ha sempre lasciato un pensiero<br />

- 3 -<br />

fisso, quando mi diceva: se un papà si alza la notte<br />

per cullare il figlio che piange o se lavora come un<br />

somaro per garantire alla famiglia un presente<br />

decente, cosa dovresti fare tu di più per essere il<br />

primo testimone della fede davanti al tuo popolo?<br />

Una vocazione, appunto. Dire si a Dio che mi ha dato<br />

i figli, e una <strong>don</strong>na con la quale condivido il percorso.<br />

Dire si a Dio che mi ha dato un popolo da nutrire, da<br />

far crescere, da ripresentare a Lui nel giorno in cui<br />

verrà a chiedermene conto. Mi è anche stata data la<br />

grazia di capire che la Chiesa è una grande famiglia.<br />

E che, come uno dei tanti paterfamilias, così la devo<br />

aiutare a crescere. Cosa serve a una famiglia? Delle<br />

belle idee, un buona coscienza del suo ruolo e delle<br />

persone che svolgano i loro ruoli, compreso chi si<br />

assuma le sue responsabilità sino in fondo, specie<br />

quando si tratta di decidere. Un po’ queste cose le ho<br />

imparate nella mia famiglia. Non saprei dire quale in<br />

particolare. C’è un tempo in cui si travolge un po’<br />

tutto della propria formazione, si mette tutto in mora,<br />

si vuole azzerare tutto e lo si fa o nello studio di uno<br />

pisciologo, o nelle pubbliche manifestazioni di piazza<br />

o (magari fosse più spesso così) fuggendo dalla<br />

famiglia e imparando a vivere da soli.<br />

Io sono uscito da casa a ventun’anni e mezzo e mai<br />

più rientrato. Sono andato in seminario ed avevo viva<br />

coscienza che era quel che volevo, compreso il<br />

distacco dalla mia famiglia. Ma certo non potevo<br />

immaginare che, di lì a poco, sarei stato il costruttore<br />

di un’altra famiglia, nella quale serviva tutto l’amore<br />

che avevo imparato, l’esperienza di non ripetere<br />

qualche errore, la forza di crederci fino in fondo. Il<br />

profeta Isaia usa un’immagine stupenda:” Ti chiameranno<br />

restauratore di brecce, riparatore di case in<br />

rovina per abitarvi” .<br />

Grazie a Dio ho tutto questo e tanti possono ringraziare<br />

di cose simili. Di avere faticato e seminato e di<br />

avere mietuto. Grazie a Dio so di avere le forze per<br />

provarci ancora. Grazie a Dio il mondo, e tutte le<br />

famiglie del mondo, sono nelle sue mani.<br />

BBlloogg ee CChhaatt ddii ddoonn PPaaoolloo TTaammmmii<br />

<strong>don</strong>paolotammi.blogspot.com

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