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IL C IL CANTIERE MUSICALE - Conservatorio Paganini

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Gianfranco Giolfo<br />

"Stelutis alpinis" ("Stelle alpine")<br />

Se tu vens cà sù ta' cretis / là che lor mi àn soterat<br />

/ al è un splàz plen di stelutis: dal miò sanc l'è<br />

stat bagnat. // Par segnàl une crosute / jé scolpide<br />

lì tal cret: fra ches stelis nàs l'arbute, / sòt di lor<br />

jo duar cujèt ...<br />

Sono passati tanti anni. Era, forse, il 1953 quando<br />

conobbi don Porro, e lo conobbi proprio con questo<br />

canto: Stelutis alpinis.<br />

Lui, giovane sacerdote appassionatissimo del<br />

coro, faceva cantare le "Guide dell'Immacolata"<br />

(= Associazione Guide Italiane, oggi AGESCI);<br />

io, bambina, partecipavo al coro al seguito delle<br />

mie sorelle più grandi. Ho ricordato con lui tante<br />

volte quei momenti: per lui era stata una delle<br />

tante occasioni di far cantare; per me – anche se<br />

non l'unica – fu certo l'occasione che ha iniziato a<br />

farmi amare i canti di montagna.<br />

Credo che per me don Porro rimarrà sempre<br />

"quello di Stelutis alpinis": eppure tante altre cose<br />

ci hanno unito. Penso alle messe, ai mottetti, agli<br />

improperi e alle lamentazioni di autori rinascimentali<br />

che lui dirigeva nella cattedrale di S.<br />

Lorenzo e che io andavo ad ascoltare tutte le volte<br />

che potevo (forse è nato lì il mio interesse per la<br />

musica del Cinquecento-Seicento?); penso alle<br />

attività scoutistiche, all'essere stati colleghi nel<br />

<strong>Conservatorio</strong> N. <strong>Paganini</strong> e avere avuto così<br />

nuove occasioni per incontrarci e ricordare tante<br />

cose e tanti amici comuni; penso ancora al dono<br />

che mi ha fatto quando ha accettato di far cantare<br />

il suo coro alla presentazione di un mio libro sulla<br />

musica a Genova.<br />

Non si possono cancellare gli incontri di una vita.<br />

Per questo nel pensare a don Porro sento risuonare<br />

nelle mie orecchie tutte queste cose, ma<br />

soprattutto Se tu vens cà sù…<br />

Maria Rosa Moretti<br />

Nel lontano 1980 lo avevo invitato a casa mia, in<br />

quanto si trattava di scegliere un lied che Paolo,<br />

mio figlio, allora undicenne, avrebbe dovuto eseguire<br />

come voce bianca nel coro allora "Campodonico".<br />

Dopo aver ascoltato alcuni lieder di Schubert<br />

si sceglie "Heidenröslein"… Ma il testo cosa<br />

c’entra con il Natale? Ci chiediamo, e Lui, subito<br />

pronto, intanto di tedesco "nu capiscian ninte!"<br />

Alessandra Pani<br />

Don Luigi, Don Porro per tutti i suoi coristi, la<br />

musica come missione. Unione e comunione per<br />

giovani e meno giovani, lo conobbi da bimbo<br />

quando dopo un’audizione sommaria del suo<br />

orecchio attentissimo mi accolse nel Coro Campodonico<br />

in preparazione del concerto del Natale<br />

1975 al cinema-teatro Margherita...Una vera<br />

vocazione la sua, seduto dietro all’organo a pedali<br />

che spostava al Quadrivium da una stanza all’altra<br />

per provare. Cantava tutte le voci, una per una<br />

le insegnava a noi bimbi che lo imitavamo volentieri<br />

imparando istintivamente a cantare insieme,<br />

e a cantar giusto. Le prove erano sempre un’evoluzione,<br />

uno sviluppo della propria musicalità,<br />

della propria cultura musicale e umana, i concerti<br />

delle esperienze indimenticabili. Per me il coro<br />

Januensis è sempre stato un riferimento, un luogo<br />

di ritrovo dove ho sempre incontrato degli amanti<br />

della polifonia vocale e del canto, una cultura<br />

tutta genovese e particolarmente ligure quella del<br />

coro Januensis.<br />

L’ultima volta che lo vidi, tre mesi fa era seduto<br />

sul suo lettino, nella penombra della sua stanza,<br />

non voleva disturbare nessuno. Ebbi l’impressione<br />

di far visita ad un santo, una suora ad ogni<br />

piano mi indicava il cammino da seguire per ritrovarlo.<br />

Disse : " L’unica mia preoccupazione sono<br />

i cartoni di musica che non so dove mettere, spero<br />

solo che non andranno perduti tanti anni di lavoro<br />

e ricerche... ". Modesto ma consapevole della sua<br />

cultura e della sua sensibilità musicale, umile ma<br />

sicuro del suo valore e fiero dei successi dei suoi<br />

coristi, anche se povero di riconoscimenti ufficiali.<br />

Un uomo integro, profondamente felice perché<br />

era al suo posto, un posto che si era costruito<br />

da solo con la forza della sua passione e il carisma<br />

del suo entusiasmo. Con affetto e stima, un<br />

ricordo sempre vivo del Maestro Porro.<br />

Paolo Pani<br />

"...NUTRE LA MENTE CIÒ CHE LA RALLEGRA"<br />

S.AGOSTINO<br />

Don Porro. Un grande Maestro. Il mio grande<br />

Maestro. A lui devo l’ “imprinting” musicale e<br />

professionale negli anni della formazione artistica:<br />

ha aperto il mio cuore alla musica perché lui<br />

stesso aveva la musica nel cuore, facendomi scoprire<br />

e amare la musica come ragione di vita e<br />

insegnandomi ad affrontarne lo studio con attitudine<br />

professionale, passione ed instancabile<br />

amore.<br />

Sono cresciuta con lui, prima nelle voci bianche e<br />

poi nel Coro Januensis. In quegli anni ci ha guidato<br />

in preziose esperienze di collaborazione con<br />

il Teatro dell’Opera, portandoci a contatto con<br />

importanti Direttori d’Orchestra come Zoltan<br />

Pesko e Bruno Bartoletti (Persephone di Strawinskij,<br />

Terza di Mahler,) oltre che in numerosi Concerti<br />

e Concorsi nazionali ed internazionali.<br />

Promotore e divulgatore entusiasta di molta<br />

musica contemporanea, accostava arditamente nei<br />

suoi programmi di concerto Palestrina a Petrassi,<br />

Kodaly e Bartok a Marenzio, Bach a Poulenc,<br />

Auric, Britten, Fauré ad Arcadelt, etc.: il respirare<br />

queste nuove armonie ha, nel mio caso personale,<br />

suscitato e consolidato una attitudine al repertorio<br />

del Novecento che è poi diventata parte importante<br />

nella mia professione di musicista.<br />

Ma il dono più prezioso che ci ha lasciato è stata<br />

la gioia autentica del fare musica e dell’imparare.<br />

Spesso, finite le prove del coro, ci si attardava<br />

nell’esplorazione e nella lettura estemporanea di<br />

nuove partiture come in un gioco infinito e irresistibile,<br />

ma di grande rigore didattico e formativo.<br />

7<br />

Per chi era pronto a seguirlo, contagiato dalla sua<br />

passione, qualsiasi momento poteva essere occasione<br />

di imparare divertendosi: anche durante i<br />

viaggi di trasferta che il Coro affrontava per i<br />

concerti o per i concorsi, poteva capitare di intonare<br />

sul pullman qualche fuga a tre o quattro voci<br />

del Clavicembalo ben Temperato di Bach..<br />

Non di rado, armato del suo trascinante entusiasmo,<br />

riusciva a farsi accompagnare in viaggi<br />

improvvisi che organizzava nell’arco di una giornata,<br />

per raggiungere qualche fornito negozio di<br />

partiture d’oltralpe, nel quale entravamo come si<br />

entra in una pasticceria sopraffina, quasi<br />

seguendo il profumo dei libri negli scaffali per<br />

uscire sazi di musiche nuove e fragranti sottobraccio.<br />

Don Porro non scindeva mai questa prorompente<br />

gioia di “vivere” la musica con una preparazione<br />

estremamente esigente dal punto di vista della<br />

tensione espressiva e delle dinamiche: era capace<br />

di tenere 40 persone sospese su una armonia o su<br />

un semplice unisono per tempi interminabili fino<br />

a quando l’osmosi delle voci traduceva la partitura<br />

in un respiro comune dal giusto colore.<br />

Egli riusciva a rendere professionista anche<br />

coloro che la musica non sapevano neanche leggerla,<br />

perché chi ha avuto la fortuna di essere suo<br />

discepolo sa come fosse una sua ragione di vita<br />

tirare fuori il meglio da ognuno di noi per tradurre<br />

ogni partitura in una vibrante emozione<br />

sonora collettiva.<br />

Grazie Don Porro, Maestro, che quando lo si<br />

chiamava così sorrideva schivo e commentava<br />

sottovoce: ”Musicam docet Amor”, ossia , è l’Amore<br />

il Maestro di Musica.<br />

Ljuba Pastorino Moiz<br />

Quindici anni… dal mio piccolo Coro Parrocchiale<br />

vengo invitato ad unirmi ad un “faro musicale”<br />

della coralità Ligure: il Coro Campodonico…<br />

un “mito” cui tutti quelli che amavano<br />

“fare musica” puntavano.<br />

Trentatré anni dopo… chiesa di S. Donato… si<br />

festeggiano gli 80 anni del “Maestro”. Tanti, purtroppo<br />

non tutti poiché qualcuno ci ha già<br />

lasciato, ci ritroviamo “giovani di allora”! E giovani<br />

di oggi per un grande concerto dove le nostre<br />

voci si mettono al servizio della sua “musica” che<br />

tanto ha coltivato il nostro gusto ed il nostro orecchio.<br />

In mezzo la vita e l’opera di questo “piccolo-grande<br />

prete”, “Maestro” per tutti noi, che<br />

ha investito la sua vita nel servizio attraverso la<br />

musica. Ha fatto del Coro Campodonico, poi<br />

Coro Januensis, il luogo di incontro di culture,<br />

pensieri, modi di vivere diversi tra loro ma che<br />

condividono la passione ed il piacere, vezzosamente<br />

“non professionale” di fare, creare, diffondere<br />

la “Musica”.<br />

Ed allora scorrono nella memoria imprese più o<br />

meno riuscite, ma sempre vissute con gioia e<br />

dedizione: Arezzo, Montreaux, Vittorio Veneto,<br />

Tours, Fidenza, Venezia, Firenze… Paura, gioia,<br />

sorrisi, tristezza… tutti sentimenti condivisi con<br />

Lui e per Lui provati e ritrovati nei Suoi sguardi,<br />

nei Suoi gesti, nelle Sue sfuriate, nei Suoi complimenti.<br />

Ed in ultimo i ricordi della Sua vita; le<br />

“perle” che ci lanciava alla fine delle prove,<br />

facendoci intravedere una Italia diversa, il Seminario,<br />

gli scherzi ai professori, i rapporti con gli<br />

amici, la “passione” che tutto prende, con grande<br />

umanità e con l’indulgenza del “saggio” che benignamente<br />

perdona le proprie e le altrui debolezze.<br />

Grazie “Maestro”, la Tua passione, la Tua forza,<br />

il Tuo sorriso ci accompagneranno sempre nella<br />

vita e ci daranno, ne siamo certi, l’impulso di continuare,<br />

al meglio delle nostre potenzialità, a cantare<br />

e diffondere la “filosofia” che ci hai svelato<br />

con la “TUA MUSICA”.<br />

PRIMAVERA 2005

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