La sceneggiatura del film - Marco Giallini

1. EXT. PERIFERIA/STAZIONE ‘PORTA NUOVA’ (TORINO) - GIORNO
Un treno sbuca da un tunnel in una mattina di fine
settembre.
Non si capisce se l’aria sia sporca di foschia o di smog.
I vagoni scivolano lungo zone di periferia: quartieri di
palazzoni in un ordine grigio.
Il treno si ferma ad un semaforo rosso.
Il sole arancione del primo mattino scalda l’aria, ma non
riesce a colorare la scacchiera della città, né la lamiera
polverosa dei vagoni abbandonati sui binari morti. Da una
carrozza in disuso esce un gruppo di giovani marocchini -
poco più che bambini, guidati da un ragazzo.
Il semaforo scatta, il treno riparte, si snoda lungo una
fitta rete di scambi e scompare sotto le ali della
stazione: TORINO PORTA NUOVA.
Le porte si aprono sbuffando:
è un treno notturno che arriva dal Sud, stracarico di
sonno, valige e pendolari.
Tra la folla, gruppi di prostitute di colore che rientrano
dalla nottata sulle statali: zeppe di vernice, sacchetti di
abiti di ricambio, trucco sfatto, una parrucca a treccine
biondo cenere in mano.
2. INT./EXT. STAZIONE PORTA NUOVA: ATRIO E AREA TAXI - GIORNO
Una donna sui vent’anni,
LUNA (volto sensuale, infantile e duro al contempo;
carnagione pallida, capelli biondi lisci, occhi blu),
borsa a spalla, attraversa l’atrio spingendo un carrello
con su una valigia.
ALL’AREA TAXI:
UN TAXISTA apre il bagagliaio, ma non la aiuta a caricare
il valigione:
TAXISTA
Dove?
LUNA
(con accento
dell'est)
San Salvario.
TAXISTA
Dove a San Salvario?
LUNA
Non lo so. Tu portami nel
quartiere, poi mi aggiusto.
Il taxista scarica la valigia:
TAXISTA
Be’, eccolo San Salvario:
inizia lì, da sotto i
portici.-
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