La sceneggiatura del film - Marco Giallini

frigge come risvegliandosi da un lungo sonno, infine manda
le note di una canzone di oggi; Luna torna a sorridere,
sculetta a tempo di musica e si sofferma a guardare una
foto attaccata con una calamita allo sportello del frigo.
LUNA
Perché questo palazzo è vuoto?
E' tuo?
Scommetto che con quella
faccia sei uno che non
sopporta la gente… E’ per
questo che ti chiamano Nero?
DANTE
Nessuno mi chiama più così.
Quella che ora Luna tiene tra le mani è
UNA FOTO
di Salvo e Dante a vent’anni vicino alla moto: sullo sfondo
il fiume, qualche passante, una ragazza bionda tra di loro…
Una foto identica a quella esibita dal Capo Commissione.
Luna beve ancora un sorso, passando l’indice sulla
fotografia:
LUNA
Questo sei tu da giovane.
Questo è lo sbirro… stronzo ma
un bel fico…
E questa chi è?
Quando Luna si volta verso Dante, quasi sobbalza
ritrovandoselo vicinissimo, alle sue spalle:
lui le prende di mano la fotografia e la sbatte in un
cassetto.
Luna si tira su i capelli tentando di acconciarsi come la
ragazza della foto.
LUNA
Mi assomiglia un po’. Mh?
Guarda Dante con aria provocatoria, ma in assenza di
reazioni e risposta, gli dà le spalle e si dedica a una
pila di piatti posata sul tavolo:
DANTE
Avanti,vattene.
LUNA
Ti do una mano a mettere in
ordine. Questi dove vanno?
Dante le prende di mano i piatti e, impassibile, li lascia
cadere a terra: vanno in mille pezzi. Luna non resta
impressionata: sbuffa e si siede sul tavolo, appoggia un
piede sulla sedia e la gonna leggera si tende sulle cosce:
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