U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia ...

INTRODUZIONE
L'interesse per la politica estera e la diplomazia era dunque nel­
l'aria, in un'Europa che cercava nello scontro e nell'equilibrio delle
singole individualità (ora prepotentemente) nazionali la costruzione di
una propria meno incerta identità. Fu cosi nell'ambito della storia po­
litica della Francia del Secondo Impero che si scoprirono i carteggi ri­
nascimentali degli ambasciatori fiorentini e poi quelli milanesi, anche
in questo caso dando luogo ad una serie di pubblicazioni documenta­
rie di ampio respiro e tuttora assai pregevoli 4 . Contemporaneamente
si sviluppavano le prime riflessioni sulla nascita e l'evoluzione degli
istituti diplomatici, ma non a caso ad opera di « diplomatici di car­
riera... vagheggiatori, se non proprio deirancien regime, del buon or­
dine costituito» 5 , quali un von Reumont o un De Maulde La Cla-
vière 6 .
In Italia questo processo avvenne solo con qualche decennio di
ritardo, ma tra la fine del secolo e l'inizio del successivo alcuni storici
si « riappropriarono », per così dire, delle fonti diplomatiche italiane
per una storia d'Italia. E mentre una nuova storiografia di impianto
giuridico superava il pregiudizio sismondiano circa le tirannie quattro-
cinquecentesche — colpevoli di aver soffocato le gloriose « libertà »
comunali 7 —, da parte sua la storiografia politica trovava nella fiori-
tesche, cfr. ibid., e A. Ventura, Scrittori politici e scritture di governo, in Storia
della cultura veneta, a cura di G. Arnaldi e M. Pastore Stocchi, voi. Ili, Dal primo
Quattrocento al Concilio di Trento, t. Ili, pp. 513-563 (pp. 553-560).
4 Cfr. R. Fubini, Classe dirigente ed esercizio della diplomazia nella Firenze
quattrocentesca. Rappresentanza esterna e identità cittadina nella crisi della tradi­
zione comunale, in I ceti dirigenti nella Toscana del Quattrocento (Comitato di
studi sulla storia dei ceti dirigenti in Toscana. Atti del V e VI convegno, Firenze
10-12 dicembre 1982 e 2-3 dicembre 1983), Monte Oriolo, Impruneta 1987, pp.
117-189 (pp. 120-121). Cfr. anche cap. V, § 2.
5 R. Fubini, La figura politica dell'ambasciatore negli sviluppi dei regimi oli­
garchici quattrocenteschi. Abbozzo di una ricerca (a guisa di lettera aperta), in
Forme e tecniche del potere nella città (secoli XIV-XVH), a cura di S. Bertelli,
negli « Annali della facoltà di Scienze Politiche » dell'Università di Perugia, 16
(1979-80),-pp. 33-59 (p. 34).
6 A. von Reumont, Dei diplomati italiani e delle relazioni diplomatiche ita­
liane dal 1260 al 1550, Padova 1850 e Id., Della diplomazia italiana dal secolo
XIII al XVI, Firenze 1857; M. A. R. de Maulde La Clavière, La diplomatie au
temps de Machiavel, Paris 1892-93. Ma negli stessi anni va segnalato anche lo
studio giuridico di E. Nys, Les origines de la diplomatie et le droit d'ambassade
jusqu'à Grotius, in « Revue du droit international et de la législation comparée »,
XV (1883), pp. 577-586; XVI (1884), pp. 55-70, 167-189.
7 Cfr. G. Chittolini, Alcune considerazioni sulla storia politico-istituzionale del
tardo Medioevo: alle origini degli " stati regionali ", in « Annali dell'Istituto sto-