U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia ...

3. - LA TORRE DI BABILONIA (1450-1452) 35
Nella seconda metà di ottobre è attestata la presenza di Francesco
Gentili 114 , che ritornò subito a Milano con una piccola parte del dena­
ro, prestata direttamente da Cosimo 115 .
Proprio in questi mesi Alfonso e i Veneziani tentarono di intavo­
lare con Firenze trattative per una pace separata 116 tramite l'invio di
ambasciatori alla repubblica 117 . Il che ovviamente impensieriva Cosimo,
« dicendo luy ch'el desiderio di pace et lo fugire de la expensa in questa
terra hano grande credito et dubita che al substenire lo contrario sia
mal adiutato ». Questo riporta l'Arcimboldi nell'importante lettera del
1 ° novembre 118 , in cui si parla fra l'altro della necessità di richiamare
a Firenze Dietisalvi di Nerone « che, essendogli persona a chi basta
l'animo de dire lo vero, se vincerà lo partito de non bavere conventione
con Venitiani, però che manifeste se pò intendere lo ingano con lo quale
veleno tenire ligata Vostra Signoria et consumarla per la expensa et
expectare tempo in lo quale possiano non solo Lonbardia, ma Toscana
et lo Reame ingiutire ». A detta di Boccaccino Alamanni, Dietisalvi
avrebbe potuto essere sostituito a Milano da Bernardo Giugni, che « me­
glio staria là che qua, per potere giovare et non nocere » 119 . In sostanza
la situazione si può riassumere in questo modo:
ma l'entrate grande sono ne li ultimi cinque mesi, ne li quali responde li dacii
de le porte, le imbotature, lo sale che se dispensa di novembre e decembre e
ultra de questo haveriti tracia de gualdi qual responderà circha fiorini LXXX milia,
ma comenzarà in fine de l'anno »: l'Arcimboldi al duca, Firenze, 22 ottobre 1451
cit. Anche la peste aveva aggravato le difficoltà economiche del ducato, cfr. G.
Albini, Guerra, fame, peste. Crisi di mortalità e sistema sanitario nella Lombardia
tardomedioevale, Bologna 1982, pp. 121-138.
114 Cfr. il breve profilo in Cerioni, La diplomazia, cit., p. 180: eseguì impor­
tanti missioni a Rimini e Cesena come cancelliere ducale nel 1452-1453. Mori a
Rimini nel giugno 1453, cfr. Angelo della Stufa al duca, Rimini, 1° e 16 giugno
1453 (Carteggio, Romagna 155).
115 II duca a Boccaccino, Piacenza, 24 ottobre 1451 (Missive 5, f. 245 v) e
Boccaccino al duca, Firenze, 24 ottobre 1451 (Carteggio, Firenze 265).
116 II Magnanimo in particolare non aveva mai abbandonato l'idea di buoni
rapporti con Firenze: in questo senso si vedano le ambascerie del Panormita e
fra Puccio Frierio de Monteza a Firenze e del fiorentino Giannozzo Manetti a
Napoli, cfr. Rossi, Venezia, cit., pp. 22-41.
117 Quello veneziano doveva essere Zaccaria Trevisan, cfr. l'Arcimboldi al
duca, Firenze, 3 novembre 1451 (Carteggio, Firenze 265).
118 Ibid.
119 Ibid.; qui più che mai si vede come la diplomazia fiorentina, ancor più di
quella milanese, fosse specchio di (e mezzo per mantenere) determinati equilibri
interni al ceto dirigente cittadino. Cfr. Fubini, Classe dirigente, cit.