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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia ...

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2. - BOCCACCINO ALAMANNI CITTADINO FIORENTINO 23<br />

è occupato, esse riflettono questa sorta <strong>di</strong> politica collegata fiorentino-<br />

milanese, o meglio me<strong>di</strong>ceo-sforzesca, che, se pure non priva <strong>di</strong> incri­<br />

nature, rappresenta tuttavia almeno un tentativo <strong>di</strong> cercare possibili<br />

vie <strong>di</strong> stabilità: prova ne sia l'imme<strong>di</strong>ato allargarsi <strong>della</strong> lega fra le due<br />

potenze ad altri stati (Genova e la Francia). Nel momento in cui questa<br />

unità <strong>di</strong> interessi e <strong>di</strong> aspirazioni ideali verrà meno, sia per la reticenza<br />

dei Fiorentini a finanziare fino in fondo la guerra dello Sforza contro<br />

Venezia, sia per la loro propensione ad accettare le proposte <strong>di</strong> pace<br />

« universale » del pontefice * (prima cioè <strong>di</strong> aver ri<strong>di</strong>mensionato il prin­<br />

cipale fattore <strong>di</strong> instabilità: Venezia), solo allora il duca <strong>di</strong> Milano ac­<br />

cettò, anche a costo <strong>di</strong> gravi amputazioni territoriali, la pace <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />

stretta con Venezia il 9 aprile 1454. E questa sì fu una soluzione <strong>di</strong><br />

compromesso che lasciava intatte tutte le tensioni esistenti nella peni­<br />

sola, alcune anzi le aggravava. Comunque quello che qui preme osser­<br />

vare è come solo fra il 1450 e la pace <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> può sussistere e funzio­<br />

nare una duplicità <strong>di</strong> ruoli come quella <strong>di</strong> Boccaccino Alamanni (o dì<br />

Angelo Acciaiuoli per le missioni in Francia). Così non stupisce <strong>di</strong> tro­<br />

varlo all'inizio del 1451 in missione a Piombino per conto <strong>di</strong> Firenze<br />

nell'inutile tentativo <strong>di</strong> riportare il nuovo signore <strong>di</strong> quella città, Ema-<br />

nuele Appiani, nell'orbita fiorentina 41 : per altro anche un rappresen­<br />

tante sforzesco Gabriele da Narni avrebbe dovuto recarsi a Piombino,<br />

ma a quanto pare aveva rifiutato l'incarico 42 , che fu più tar<strong>di</strong> affidato ad<br />

40 Boccaccino aveva probabilmente intuito questo fin dal 1451, se conside­<br />

riamo quanto scrive allo Sforza il 21 giugno, cioè che « sono costoro male uniti<br />

allo sborsare per le poche aguaglianze tra noi», e il 22 giugno, quando <strong>di</strong>ce che<br />

i Fiorentini sono piuttosto inclini ad accettare la pace che il) papa vuole trattare<br />

a Roma (entrambe in Carteggio, Firenze 265). Più tar<strong>di</strong> Francesco Sforza scriverà<br />

all'Alamanni: « alla parte de quilli che sonno là, quali cerchano de tentare la<br />

pace, <strong>di</strong>cemo che siamo certi che in tanto populo gli siano de varie voluntade, ma<br />

siamo certi che gli prudenti et intelligenti quali intendano le cose cum intellecto<br />

scranne quilli che vinceranno» (Milano, 6 aprile 1452, Missive 14, £f. Ili v-112 r).<br />

41 Lo Sforza a Cosimo de' Me<strong>di</strong>ci, Milano, 1° marzo 1451 (Missive 2, f. 390)J,<br />

Cfr. anche L. Rossi, Venezia e il re <strong>di</strong> Napoli, Firenze e Francesco Sforza dal<br />

1450 al 1451, in «Nuovo archivio veneto », n. s., X (1905), pp. 5-46, 281-356<br />

(pp. 16-18).<br />

42 Lo Sforza a Boccaccino, Milano, 1" marzo 1451 (Missive 3, f. 205 r) e ad<br />

Emanuele Appiani, ivi, 1° marzo 1451 (Missive 4, fi. 90v-91r). Era probabil­<br />

mente un cancelliere <strong>di</strong> Alessandro Sforza e nel gennaio 1451 era con lui in Luni-<br />

giana (il duca ad Alessandro Sforza, Lo<strong>di</strong>, 26 gennaio 1451, Missive 2, f. 365 r),<br />

dove gli inviati fiorentini Niccolo degli Alessandri e Alamanno Salviati avevano<br />

cercato <strong>di</strong> far <strong>di</strong>rigere le genti del condottiero su Piombino: cfr. Rossi, Venezia,<br />

cit., p. 16; Alessandro Sforza era in Lunigiana, su richiesta dei Fiorentini in favore:

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