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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia ...

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2. - BOCCACCINO ALAMANNI CITTADINO FIORENTINO 25<br />

più presto un messo a Firenze offrendo alla repubblica il proprio aiuto<br />

e il messo doveva venire « non solo battendo, ma volando », in modo<br />

che sembrasse trattarsi <strong>di</strong> un'iniziativa del duca, il quale avrebbe avuto<br />

notizia dell'« atto <strong>di</strong>sonesto » dei Veneziani non da Firenze, ma per al­<br />

tra via 50 . L'Alamanni partecipava ovviamente al dramma <strong>della</strong> sua cit­<br />

tà: « se no fosse qui bisognarla che tornasse perché veggio chiaro que­<br />

sta città de bavere tribolationi » 51 .<br />

Dall'estate <strong>di</strong> quell'anno in poi il vero tour de farce <strong>della</strong> <strong>di</strong>ploma­<br />

zia milanese dovette consistere tuttavia nella pressante richiesta del de­<br />

naro necessario per sostenere la campagna contro i Veneziani e ab­<br />

biamo già detto come proprio su questo terreno si misurò (e si ri<strong>di</strong>­<br />

mensionò) la reale portata dell'alleanza fiorentino-milanese. La richie­<br />

sta era motivata dalle <strong>di</strong>sastrose con<strong>di</strong>zioni finanziarie del ducato 52 e<br />

necessitava <strong>di</strong> tutta l'abilità e l'accortezza <strong>di</strong> cui Boccaccino fosse ca­<br />

pace, « perché le mutationi de popoli sono molte, come sa la Signoria<br />

Vostra » 53 : si trattava infatti <strong>di</strong> parlare con Cosimo e gli amici, <strong>di</strong><br />

preparare il terreno favorevolmente, e questo « personalmente » e non<br />

come agente sforzesco, tanto più che i Signori e i Collegi avevano già<br />

deliberato nuove imposte per far fronte alla sovvenzione 54 . Frattanto,<br />

50 « Ad Cosimo pare che la Vostra Illustrissima Signoria de subbito quando<br />

avereti recevuta questa, vui per uno cavallaro proprio che venga non solo battendo<br />

ma volando, se fusse possibile, debbiati avisare questa Signoria de quello che anno<br />

fatto Venitiani, <strong>di</strong>cendo vui averlo sentito per qualche bona via et che loro <strong>di</strong>cono<br />

avere fatto questo perché vogliono bene ad vui, dolendovi ad questa città et a<br />

sui citta<strong>di</strong>ni avenga sinistro alcuno per benivolentia portino ad vui et per questo<br />

li voleti rendere merito offerendoli gente d'arme, stato, fratelli, figlioli et la per­<br />

sona vostra se fusse possibile in favore de questa Signoria et suo stato, facendola<br />

gagliarda in modo che non pagia abbino ad temere de nisuno, come semo certis­<br />

simi saperi ti fare. Et per Dio il messo venga volando aciò che non pagia avere<br />

avuto l'aviso de qua, narrando in quella che sentiti che simelemente deve fare Re »<br />

(Firenze, 7 giugno 1451, Carteggio, Firenze 265), ed. in Rossi, Venezia, cit., pp..<br />

305-306. Cfr. anche Boccaccino al duca, Firenze, 7 giugno 1451 (Carteggio, Fi­<br />

renze 265), ed. in Rossi, Venezia, cit., p. 306; e il duca a Boccaccino, Milano, 14<br />

giugno 1451 (Missive 3, f. 375 r).<br />

51 Boccaccino e Simone da Spoleto al duca, Firenze, 7 giugno 1451, cit.<br />

52 Lo Sforza a Boccaccino, Cremona, 6 luglio 1451 (Carteggio, Firenze 265):<br />

« considerato la inhabilità nostra che habiamo in lo denaro, perché come devete<br />

essere informato de le intrate nostre ne possiamo molto poco valere considerato la<br />

novità del stato et li termini in che l'habiamo trovato ». Cit. anche da Fubini,<br />

Appunti, cit., p. 293.<br />

53 Boccaccino allo Sforza, Firenze, 2 luglio 1451 (Carteggio, Firenze 265).<br />

54 Ibid.-, la sovvenzione doveva essere <strong>di</strong> 100.000 fiorini all'anno più 60.0001<br />

subito « per uscire fuora » (cioè per far guerra ai Veneziani). Cfr. anche Boccac^-

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