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U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia ...

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2. - BOCCACCINO ALAMANNI CITTADINO FIORENTINO 21<br />

•che lui cholle frasche e cole trame e bugie non vada inanzi e io in-<br />

drieto » 2S , tanto che il duca dovette assicurarlo <strong>di</strong> essere « primario ad<br />

zascuno altro » 26 . Ma dal 1454 anche il suo cospicuo carteggio si <strong>di</strong>rada<br />

e cessa ^ mentre solo l'anno successivo venne finalmente sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong><br />

parte dei suoi cre<strong>di</strong>ti 2B . Morì nel novembre 1460 K .<br />

Negli anni che qui ci interessano l'Alamanni si è occupato <strong>di</strong> ma­<br />

terie molto <strong>di</strong>verse e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente peso politico: dall'esecuzione dei più<br />

semplici or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> pagamento in qualità <strong>di</strong> tesoriere ducale 30 all'acqui<br />

25 Firenze, 5 luglio 1453 (Carteggio, Firenze 266); cfr. anche 20 luglio 1453<br />

•(ibid.).<br />

26 Gli scrive infatti « che non dovete guardare ad Nicodemo, né alii mo<strong>di</strong><br />

suoi, che oramay el dovete cognoscere, ma dovete havere rispecto et riguardo ad<br />

imi et tegnirve alii effecti. Certificandovi che nostra intentione è che per quelle<br />

cose havemo nuy affare in quella città che siate primario ad zascuno altro, como<br />

sempre havete facto sì per la affectione quale sempre ne havete portata et portate<br />

et benemeriti vostri in verso noy » (Ghe<strong>di</strong>, 4 settembre 1453, Missive 19, f. 103 r).<br />

Non sono infrequenti i casi <strong>di</strong> questi attriti fra gli ambasciatori ducali, per<br />

esempio Francesca Vaglienti mi segnala quello <strong>di</strong> Lorenzo Terenzi da Pesare ed<br />

Agostino Rossi nel corso dell'ambasceria a Roma per il rinnovo <strong>della</strong> Lega italica<br />

nel 1468, attraverso due lettere del Terenzi a Galeazze Maria Sforza, Milano, 13<br />

e 21 <strong>di</strong>cembre 1468 (Carteggio Interno 886).<br />

27 A febbraio è a Milano presso il duca, come attestano le lettere <strong>di</strong> Cosimo<br />

al duca, Firenze, 23 febbraio 1454 e <strong>di</strong> Luca Pitti al duca, Firenze, 24 febbraio<br />

1454 (Carteggio, Firenze 267), che ne chiedono il ritorno. Di nuovo è a Milano<br />

a giugno con commissioni da parte <strong>di</strong> Cosimo e <strong>di</strong> Dietisalvi <strong>di</strong> Nerone, cfr, le<br />

loro rispettive lettere al duca del 12 giugno 1454 (ibid.}. In agosto è sicuramente<br />

a Milano (cfr. la lettera del duca ad Andrea Alamanni, Milano, 21 agosto 1454,<br />

Missive 19 bis, f. 70 r) dove, forse già dal luglio, ha ricevuto un non meglio pre­<br />

cisato stipen<strong>di</strong>o « consulatus sui» (il duca al regolatore e ai maestri <strong>di</strong>elle entrate,<br />

Milano, 19 luglio 1454, Missive 15, f. 247). Ancora il 5 <strong>di</strong>cembre Cosimo scrisse<br />

al duca <strong>di</strong> affrettarne il ritorno, « perché io intendo lo stare suo chostà li gitta<br />

<strong>di</strong> qua sinistro assai et all'onore et utile suo » (Carteggio, Firenze 267).<br />

28 È cre<strong>di</strong>tore presso la camera ducale <strong>di</strong> 27.215 lire imperiali. Gli vengono<br />

assegnate lire 6400, cioè la quarta parte delle entrate <strong>della</strong> gabella del sale <strong>della</strong><br />

città <strong>di</strong> Novara nel 1455. II resto, cioè lire 20.815, gli sarà dato sul dazio <strong>della</strong><br />

dogana <strong>di</strong> Milano nel 1456, come appare in una nota del 21 marzo 1455 (Missive<br />

15, f. 286).<br />

29 Lazzeroni, // Consiglio, cit., p. 113.<br />

30 Ai frati <strong>della</strong> SS. Annunziata <strong>di</strong> Firenze (2 <strong>di</strong>cembre 1450, Missive 3,<br />

f. 83 v); al maestro Mattia da Trevio [?] precettore <strong>di</strong> Galeazze Maria, che va a<br />

Roma per il giubileo (3 <strong>di</strong>cembre 1450, Missive 2, f. 276 v); per il rilascio del<br />

milanese Johanne Renzo (14 maggio 1451, Missive 3, f. 313 r); a Silvestre da<br />

Cortona (19 maggio 1451, Missive 4, f. 186 v); 150 ducati a Sceva de Curte che<br />

attende a Siena l'imperatore (22 gennaio 1452, Missive 15, f. 63 v) più altri 40<br />

sempre a Sceva per andare a Roma con l'imperatore (10 febbraio 1452, Missive 15,<br />

f. 72 r). È significativo che <strong>di</strong> tali competenze non ci sia traccia dopo i primi<br />

•mesi del 1452.

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