Sigma Tau non cede: sit-in a oltranza - il Caffè
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14<br />
Roberto Lessio<br />
Tutto è cambiato aff<strong>in</strong>ché tutto resti<br />
come prima; questo è <strong>il</strong> succo della<br />
nuova puntata <strong>in</strong> materia di gestione<br />
dei servizi pubblici locali.<br />
Il 18 gennaio <strong>il</strong> Consiglio Regionale<br />
del Lazio ha approvato <strong>il</strong> nuovo<br />
Piano per lo smaltimento dei rifiuti<br />
solidi urbani e dei rifiuti speciali. Si<br />
tratta sostanzialmente della ratifica<br />
della delibera di Giunta del 19 novembre<br />
2010 n. 523, con la quale veniva<br />
<strong>in</strong>dividuato un unico Ambito<br />
territoriale ottimale (ATO), corrispondente<br />
alla stessa Regione, suddiviso<br />
<strong>in</strong> 5 sub-ambiti che co<strong>in</strong>cidono<br />
con le rispettive prov<strong>in</strong>ce, anche<br />
se con qualche significativa eccezione.<br />
Gli annunci che hanno accompagnato<br />
l'approvazione del nuovo Piano<br />
sono sostanzialmente gli stessi di<br />
oltre un anno fa; argomenti e impe-<br />
AFFARI & POLITICA n. 234 - dal 26 gennaio all’8 febbraio 2012<br />
Una improbab<strong>il</strong>e strategia che lascerà <strong>il</strong> bus<strong>in</strong>ess <strong>in</strong> mano ai soliti boss cont<strong>in</strong>uando a puntare su discariche e <strong>in</strong>ceneritori<br />
Il Piano rifiuti della Regione <strong>non</strong> conv<strong>in</strong>ce<br />
Non dice come sarà gestito lo<br />
smaltimento né si capisce come<br />
arrivare al 65% di differenziata<br />
LA DIFFERENZIATA CHE SERVIREBBE<br />
Lasciare <strong>il</strong> monopolio politico-affaristico com’è ed evitare le multe europee<br />
I veri obiettivi (<strong>in</strong>confessab<strong>il</strong>i) del Piano<br />
In realtà <strong>il</strong> Piano rifiuti appena<br />
approvato persegue due obiettivi<br />
<strong>non</strong> del tutto confessab<strong>il</strong>i<br />
pubblicamente. Il primo è fotografare<br />
semplicemente la <strong>sit</strong>uazione esistente,<br />
dove l'offerta di smaltimento<br />
resta saldamente <strong>in</strong> mano a ben <strong>in</strong>dividuab<strong>il</strong>i<br />
gruppi privati, a com<strong>in</strong>ciare<br />
da quello del “re dei rifiuti laziali”,<br />
l'avvocato Manlio Cerroni (vedi<br />
“Il Caffé” n. 209, pag. 14 su<br />
www.<strong>il</strong>caffe.tv). Il secondo obiettivo,<br />
vista l'attuale fase congiunturale<br />
di contenimento della spesa pubblica,<br />
è solo accennato nel relativo comunicato<br />
stampa sull’approvazione<br />
del Piano, ma è spiegato bene da<br />
una sentenza della Corte di Giustizia<br />
Europea: evitare le sanzioni Ue.<br />
Già dal 14 giugno del 2007 (provvedimento<br />
C-82/06), questa Corte ha<br />
condannato l'Italia al pagamento di<br />
pesanti sanzioni economiche a causa<br />
del mancato rispetto di due diret-<br />
tive comunitarie emanate rispettivamente<br />
nel 1975 e nel 1991. Nel nostro<br />
caso <strong>il</strong> mancato rispetto riguardava<br />
l'obbligo di comunicare all'Unione<br />
Europea i piani di gestione<br />
dei rifiuti da parte della Regione; cosa<br />
che <strong>il</strong> Lazio <strong>non</strong> ha mai fatto, visti<br />
gli enormi <strong>in</strong>teressi <strong>in</strong> gioco. In sostanza,<br />
per evitare di pagare altre<br />
pesantissime multe europee (un'autentica<br />
specialità delle nostre amm<strong>in</strong>istrazioni<br />
pubbliche), la stessa Regione<br />
ha dovuto comunicare all'Unione<br />
Europea dove <strong>in</strong>tende lo-<br />
calizzare gli impianti di smaltimento<br />
dei rifiuti. Ma siccome nel frattempo<br />
sono subentrate altre direttive che<br />
impongono determ<strong>in</strong>ate percentuali<br />
obbligatorie di raccolta differenziata<br />
e di riduzione della produzione<br />
complessiva di rifiuti, si è prodotto<br />
una sorta di gioco delle tre carte. Da<br />
un lato si dice che tali obiettivi verranno<br />
prima o poi raggiunti, mentre<br />
dall'altro si cont<strong>in</strong>ua a programmare<br />
smaltimenti dei rifiuti che, giocoforza,<br />
cont<strong>in</strong>ueranno a f<strong>in</strong>ire nelle<br />
discariche e negli <strong>in</strong>ceneritori.<br />
Nuovi impianti negli stessi posti dei vecchi<br />
Sarà un caso, ma l'allegato n. 3 al Piano rifiuti laziale, che riguarda la localizzazione<br />
delle strutture di smaltimento (discariche, <strong>in</strong>ceneritori, impianti di<br />
trattamento biologico-meccanico e impianti di compostaggio), f<strong>in</strong>o al 2017 <strong>in</strong>dica<br />
gli stessi <strong>sit</strong>i già esistenti ed i rispettivi proprietari.<br />
La proposta “Zero Rifiuti” doveva essere discussa con priorità <strong>in</strong> Regione<br />
Bloccano la legge popolare<br />
Da oltre due anni la Rete Zero<br />
Waste Lazio ha raccolto e presentato<br />
alla Regione Lazio la<br />
proposta di legge “Zero rifiuti”, firmata<br />
da ben 12 m<strong>il</strong>a persone. Proposta<br />
molto valida, “ratificata” dal Consiglio<br />
Regionale e che, tra le altre cose,<br />
impone a tutti i Comuni laziali la raccolta<br />
differenziata con <strong>il</strong> sistema<br />
“porta a porta”. A norma dell'art. 63,<br />
comma 4 del Regolamento di funzionamento<br />
del Consiglio Regionale, le<br />
proposta di legge di <strong>in</strong>iziativa popolare<br />
hanno la pre<strong>cede</strong>nza assoluta<br />
per la discussione <strong>in</strong> aula rispetto a<br />
ogni altro tema e “sono <strong>in</strong> ogni caso<br />
discusse dal Consiglio regionale entro<br />
sei mesi dalla loro presentazione”.<br />
Ma la legge Zero Rifiuti è stata<br />
sabotata. Il Parlamento Regionale<br />
prima ne approva <strong>il</strong> disegno, poi <strong>non</strong><br />
lo discute nel merito e nella seduta<br />
del 19 gennaio sconfessa se stesso.<br />
«Dovevano esam<strong>in</strong>are articolo per<br />
articolo la legge e <strong>in</strong>vece tutto <strong>il</strong> centrodestra<br />
ha presentato un ord<strong>in</strong>e<br />
del giorno che dice che <strong>il</strong> testo della<br />
legge presenta irregolarità formali –<br />
spiega Massimo Piras, primo firmatario<br />
della proposta popolare – e che <strong>in</strong><br />
alcune parti è <strong>in</strong> contrasto con <strong>il</strong> Piano<br />
rifiuti appena approvato e con al-<br />
cune norme nazionali. Tutte cose di<br />
cui <strong>non</strong> si sono accorti nell'ufficio legislativo<br />
della Regione, che <strong>in</strong>vece<br />
ha attestato la piena regolarità della<br />
nostra proposta! Né se ne sono accorti<br />
loro stessi, visto che all'unanimità,<br />
nel luglio scorso, <strong>il</strong> Consiglio<br />
Regionale ha validato la proposta,<br />
trasformandola <strong>in</strong> vero e proprio disegno<br />
di legge regionale (<strong>il</strong> n.<br />
241/2010). Ora dicono che hanno allo<br />
IL CONSIGLIO REGIONALE<br />
Il Parlamento laziale scavalca i cittad<strong>in</strong>i<br />
studio una nuova normativa regionale,<br />
che recepirebbe <strong>il</strong> Piano appena<br />
approvato. E questa è un'assurdità,<br />
ribaltano le cose con motivazioni<br />
campate <strong>in</strong> aria: <strong>in</strong>vece di fare prima<br />
la legge che dà gli <strong>in</strong>dirizzi e le strategie,<br />
hanno fatto prima <strong>il</strong> Piano così<br />
da giustificarlo a posteriori con la<br />
“loro” legge».<br />
gni sono gli stessi, anche se <strong>non</strong> viene<br />
spiegato come attuarli. Due i punti<br />
salienti: 1) la raccolta differenziata<br />
dovrebbe arrivare al 65% (già per<br />
legge nazionale e direttiva europea<br />
doveva essere raggiunta entro <strong>il</strong> 31<br />
dicembre scorso la<br />
quota del 60%), an-<br />
che se si parte tutt'oggi<br />
da un modesto<br />
20-21% a livello<br />
regionale, stando a<br />
quanto dice la stessa<br />
Regione, un “ridicolo<br />
15%” secondo<br />
Legambiente; 2)<br />
nelle specificazioni<br />
tecniche, ancora<br />
una volta <strong>non</strong> si dice nulla sulla modalità<br />
di gestione del ciclo di smaltimento;<br />
tolta la frazione organica, tutti<br />
gli altri rifiuti dovrebbero subire <strong>il</strong><br />
preventivo trattamento biologicomeccanico<br />
(altra prescrizione obbli-<br />
gatoria per legge f<strong>in</strong> dal 2009) per poi<br />
essere comunque avviati o <strong>in</strong> discarica<br />
o agli <strong>in</strong>ceneritori (i cosiddetti termovalorizzatori).<br />
Non a caso si cont<strong>in</strong>ua<br />
a prospettare la realizzazione<br />
del quarto <strong>in</strong>ceneritore ad Albano<br />
(oltre a quelli di Malagrotta, Colleferro<br />
e San Vittore nel Lazio).<br />
In sostanza, secondo l'amm<strong>in</strong>istrazione<br />
guidata da Renata Polver<strong>in</strong>i, si<br />
sarebbero create le condizioni “per<br />
<strong>non</strong> f<strong>in</strong>ire come la Campania”... ma<br />
guai a spiegare che nel frattempo <strong>in</strong><br />
alcuni quartieri di Napoli la raccolta<br />
differenziata ha superato <strong>il</strong> 60%. Nel<br />
frattempo però tutti i nostri rifiuti<br />
dovranno essere gestiti sempre e comunque<br />
dai soliti<br />
noti.<br />
Di fatto, resta<br />
molta <strong>in</strong>certezza<br />
nel concreto: a novembre<br />
2010 avevano<br />
detto che<br />
l'obiettivo era <strong>il</strong><br />
60% di differenziata<br />
entro dicembre<br />
2014. Ora parlano<br />
del 65%, ma <strong>non</strong> si<br />
capisce entro quando. Bisogna<br />
aspettare la pubblicazione del Piano<br />
sul Bollett<strong>in</strong>o ufficiale della Regione<br />
Lazio e le norme di attuazione, ma<br />
soprattutto l’attuazione vera e propria.<br />
Il resto sono annunci.<br />
Vogliono differenziare<br />
i materiali ma<br />
poi carta e plastica<br />
vogliono comunque<br />
bruciarli<br />
I conti <strong>non</strong> tornano: <strong>non</strong> si sa con quali<br />
rifiuti alimentare gli <strong>in</strong>ceneritori<br />
Se effettivamente nel 2014 si dovesse raggiungere la percentuale del<br />
60% di raccolta differenziata, significa che a livello regionale ci sarebbero a<br />
disposizione solo 458 m<strong>il</strong>a tonnellate annue di CdR (combustib<strong>il</strong>e da rifiuto),<br />
che sono appena sufficienti per alimentare gli <strong>in</strong>ceneritori esistenti: da dove<br />
si prenderà <strong>il</strong> combustib<strong>il</strong>e, cioè i rifiuti trasfomrati <strong>in</strong> CdR, per alimentare i<br />
nuovi impianti previsti a Malagrotta e Albano?<br />
Legambiente durissima contro <strong>il</strong> Piano Polver<strong>in</strong>i<br />
«Puntano all’<strong>in</strong>cenerimento»<br />
CRISITANA AVENALI<br />
Direttrice di Legambiente Lazio<br />
Rischia solo di far aumentare<br />
l’<strong>in</strong>cenerimento, anziché favorire<br />
la riduzione, <strong>il</strong> riuso e<br />
la raccolta differenziata<br />
CIAMPINO STA<br />
SULLA LUNA?<br />
Lo scorso anno <strong>il</strong> Comune di<br />
Ciamp<strong>in</strong>o (circa 40 m<strong>il</strong>a abitanti),<br />
che conferiva tutti i rifiuti nella discarica<br />
di Malagrotta, ha ottenuto<br />
<strong>il</strong> 62,4% di raccolta differenziata.<br />
È così entrato di diritto nella classifica<br />
dei “Comuni Ricicloni” di<br />
Legambiente. In tutto, solo una<br />
dec<strong>in</strong>a di Comuni del Lazio, sui<br />
357 esistenti, hanno rispettato <strong>il</strong><br />
parametro del 60% previsto per<br />
legge. Tra questi <strong>non</strong> risulta nessun<br />
capoluogo di Prov<strong>in</strong>cia.<br />
Rifiuti <strong>non</strong> conv<strong>in</strong>ce<br />
gli esperti di Le-<br />
IlPiano<br />
gambiente. La più importante<br />
associazione ecologista<br />
italiana sbugiarda, dati<br />
alla mano, critica le scelte e<br />
le previsioni dell'Amm<strong>in</strong>istrazione<br />
Polver<strong>in</strong>i: «Il Piano<br />
rischia di fatto di servire solo<br />
a giustificare l'autorizzazione<br />
di ulteriori capacità di<br />
trattamento e di <strong>in</strong>cenerimento,<br />
piuttosto che imboccare<br />
la strada della riduzione,<br />
del riuso, della differenziata»<br />
afferma Cristiana Avenali,<br />
direttrice di Legambiente<br />
Lazio. «Il Piano prevede<br />
un enorme aumento della<br />
produzione di rifiuti, basandosi<br />
su irragionevoli <strong>in</strong>dicatori<br />
socio-economici – sottol<strong>in</strong>ea<br />
la Avenali –, eppure negli<br />
ultimi anni la produzione<br />
è dim<strong>in</strong>uita <strong>in</strong> modo costante».