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FeBbRaIo 2005 - Bazar

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www.bazarweb.info<br />

OLD<br />

FASHION<br />

DIARIO Volume I (1953-1958) – Witold<br />

Gombrowicz (Feltrinelli. 446 pp., 30<br />

euro)<br />

Un evento letterario. Come definire<br />

altrimenti la prima edizione completa in<br />

Italia del diario di uno dei più grandi<br />

scrittori del ‘900, il polacco Gombrowicz?<br />

Attenzione però: non aspettatevi di<br />

trovarci confessioni intime o, meno che<br />

mai, rivelazioni scandalose. Questo è<br />

un diario solo in teoria. Ad esempio, la<br />

scansione temporale è inventata di sana<br />

pianta, nel senso che è stata innestata a<br />

posteriori dall’autore nella maniera più<br />

confacente al discorso che egli intendeva<br />

portare avanti. Si intuisce subito, allora,<br />

come questo procedimento abbia a che fare<br />

più con la struttura romanzesca che non con<br />

la registrazione di tipo diaristico. Tanto<br />

da far considerare il Diario come un’opera<br />

a parte nella produzione del nostro, per<br />

alcuni il capolavoro.<br />

Cosa potete trovarci allora? Innanzitutto<br />

una sublime autenticità, quella che<br />

può darvi solo uno che come Gombrowicz<br />

abbia il coraggio di mettersi al centro<br />

del testo dichiarando: “io sono il più<br />

importante e forse l’unico dei miei<br />

problemi, l’unico dei miei protagonisti<br />

dei quali veramente m‘importi”. Poi delle<br />

profonde investigazioni filosofiche,<br />

originate da eventi quotidiani – reali o<br />

frutto della sua fervida fantasia – nel<br />

tentativo disperato di ordinare il caos<br />

della vita. Come dimenticare il racconto<br />

dello scarabeo rovesciato sulla corazza?<br />

Rigirandolo, Gombrowicz pone fine alla<br />

sua agonia, ma solo per accorgersi che<br />

ce n’è un altro nelle stesse condizioni.<br />

E poi un altro e un altro ancora, in una<br />

sequenza che non ha fine. Quando smettere<br />

di salvarli? Quando dire la parola basta<br />

e lasciare l’ultimo in preda a una morte<br />

certa? E perché proprio quello e non quello<br />

prima o quello dopo? Così doveva sentirsi<br />

Gombrowicz, consapevole del proprio<br />

genio, schiavo della propria sensibilità<br />

artistica come di uno scarabeo.<br />

Colonna sonora: FEDERICO AUBELE<br />

GranHotelBuenosAires<br />

bazar 02 <strong>2005</strong> leggere.recensioni di ciro bertini 27<br />

UPPER READERS<br />

ANTICHRISTA – Amélie Nothomb (Voland. 118 pp., 13 euro)<br />

Eccola! Amélie Nothomb è tornata. Fa la sua comparsa una volta l’anno,<br />

con puntualità ossessiva. Dopo aver congegnato una nuova trappola<br />

narrativa, breve ma inesorabile. Infatti, la sua scrittura è come la<br />

tela di un ragno. Ti attira incuriosendoti con poche frasi secche: “Il<br />

primo giorno la vidi sorridere. Subito desiderai conoscerla. Sapevo<br />

bene che non sarebbe accaduto”. E senza neanche che te ne accorga ti ha<br />

già avvolto nel suo bozzolo. Poi, stordendoti, ti costringe a un tour<br />

de force che ti priva della volontà di districarti. Un procedimento<br />

che avrebbe un che di vampiresco, non fosse che alla fine ti risputa<br />

fuori e tu sei uguale a quello di prima. Anzi, volendole muovere<br />

una critica, il punto è proprio questo. La sua è senz’altro ottima<br />

letteratura, ma di intrattenimento. Straordinariamente efficace,<br />

se non pretendi che un romanzo ti faccia penetrare qualche mistero<br />

oppure uscirne con un diverso grado di consapevolezza.<br />

La protagonista del suo decimo romanzo – a 37 anni, per altri<br />

un’età da esordio letterario - è l’adolescente Blanche. Solitaria<br />

per necessità, essendo tutt’altro che avvenente e brillante, è attratta<br />

irresistibilmente da una compagna di università, Christa, che in pratica è il<br />

suo opposto. Blanche immagina Christa irraggiungibile. Invece è proprio lei a<br />

cercarla, piombando in casa sua e scompaginando via via le poche certezze su<br />

cui si fonda l’esistenza di Blanche. Come nel peggiore degli incubi, Christa è<br />

capace contemporaneamente di accattivarsi l’affetto dei genitori di Blanche e<br />

metterla ai loro occhi in cattiva luce. Se Blanche di fronte a un simile attacco<br />

è incapace di reagire, non è solo per inettitudine, ma perché si interroga e<br />

le affiora il dubbio di essere lei tra le due quella sbagliata. Dovrà quindi<br />

cercare in fondo a se stessa delle motivazioni per trasformarsi in una anti-<br />

Christa. Insomma, come spesso accade nelle storie della Nothomb, i personaggi<br />

più che entità reali sembrano incarnare scissioni di personalità del personaggio<br />

principale, aspetti duplici che si fronteggiano fino a che uno dei due non<br />

soccombe. Quale? Leggetelo per scoprirlo.<br />

Colonna sonora: BRAN VAN 3000 Discosis<br />

BAZAR COLLECTION<br />

I PREMI IG NOBEL – Marc Abrahams (Garzanti. 368 pp., 18.50 euro)<br />

Indovina indovinello: che cos’hanno in comune le seguenti tre storie?<br />

Un uomo, dopo essersi punto un dito, emana un fetore putrido per cinque<br />

anni. Un altro somministra del Prozac a delle cozze rendendole felici. La<br />

criminalità a Washington cala drasticamente grazie alle emanazioni mentali<br />

emesse congiuntamente da quattromila meditatori yogi. Sbagliato: non si tratta<br />

dell’ultima raccolta di racconti dello scrittore americano più cool del<br />

momento, ma di uno dei più bizzarri campionari che ci siano mai capitati sotto<br />

gli occhi. Si chiama I premi Ig Nobel ed è il resoconto annuale di una farsesca<br />

premiazione che si tiene a Cambridge e parodia di quella estremamente seriosa<br />

di Stoccolma ricalcandone gli argomenti (economia, letteratura, medicina,<br />

fisica, ecc.). La giuria è composta dai redattori di una rivista di satira<br />

scientifica diretta dall’autore del libro – “Annals of Improbabile Research”,<br />

www.improbable.com per saperne di più – e da un manipolo di scienziati,<br />

giornalisti e altri professionisti provenienti da tutto il mondo. Tanto per<br />

rimescolare le carte, a consegnare i premi Ig e quindi a enunciare le più<br />

strampalate motivazioni che hanno portato ai conferimenti spesso ci sono premi<br />

Nobel in carne e ossa.<br />

Elemento comune alle ricerche premiate è senz’altro la loro<br />

inutilità: forse con l’unica eccezione dell’Ig<br />

per la pace “assegnato alla Marina Britannica<br />

per l’ordine dato alle sue truppe di limitarsi<br />

a gridare ‘Bang!’ invece di usare proiettili”<br />

di cui sarebbe da auspicare una tempestiva<br />

applicazione. A creare ilarità poi ci pensano le<br />

astruse dimostrazioni con pretesa di inoppugnabile<br />

scientificità: pensate che con un po’ di pazienza<br />

potete persino calcolare le probabilità che avete<br />

di andare all’Inferno! Quantomeno ci finirete<br />

ridendo.<br />

Colonna sonora: BILL FRISELL Unspeakable

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