Civita Castellana(VT) - Campo de'fiori

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Periodico di Politica, Cultura, Attualità 

edito dall’Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) 

Anno I, n. 4 

Sommario 

Pag.2 l’angolo 

della psicologa 

Pag.2 I miei 

amici rumeni 

Pag.3 I bombardieri 

di C.C. 

Pag.4-5 Il ritorno 

di Max 

Pag. 6-7 The 

Black Silver 

Pag.9-12-26 

Album dei..... 

Pag.10-11-29 

Vita Cittadina 

Pag.13 

La silicosi 

Pag.16-17 

Noel 

Pag.21-23 

Messaggi 

Pag.24 Rugby 

scuola di vita 

Pag.25 

Edicola votiva 

Quando nacque Federico scrissi 

una canzone che diceva “c’era una 

volta un piccolo fiore che amava, 

amava il sole…..” , oggi resta il 

fiore più bello in mezzo a questo 

meraviglioso campo. Campo de’ 

fiori è grande, è tanto grande e 

tanto vicino alla gente, specialmente 

quella speciale. Non è vero che 

non esistono più i sentimenti che 

non c’è più il rispetto e che sono 

morte le tradizioni. Si ha paura, 

invece, di esprimerli, di parlarne e 

di proporle. Campo de’ fiori ha 

vinto la sfida! L’interesse infatti 

sempre crescente ed il plauso sempre 

più manifesto, mi hanno confermato 

invece, che in fondo al cuore 

di ognuno di noi c’è la ricerca spasmodica 

di questa energia vitale 

che, chi timidamente, chi più espressamente, 

palesa. Come è bello 

sognare dentro una vecchia foto, 

commuoversi con 

una poesia e rivivere 

storie di un 

tempo….. Il cuore 

vede più degli 

occhi; un sentimento 

si legge solo con 

il cuore e Campo 

de’ fiori si legge con 

il cuore. Campo de’ 

fiori si è arricchito 

di nuove valenti 

firme, di nuove interessanti 

rubriche, è 

arrivato a trentadue 

pagine ed è distri- 

Pag.31 selezione 

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buito in moltissimi paesi. Quanta 

strada abbiamo fatto ….. questo è 

solo il quarto numero di Campo de’ 

fiori e siamo partiti “ieri” con sole 

dodici pagine in bianco e 

nero…..Grazie a tutti. 


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Sede Sociale : P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) 

P.Iva e Codice Fiscale: 01463760569- C.C.I.A.A. n. 0088105 Tribunale n. 10303 - C.Sociale i.v. E. 10.200,00 

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L’angolo della psicologa 

Le Emozioni: un mondo 

ancora da scoprire 

Pag.2 

Dott.ssa Sara Petrucci 

Ogni persona possiede molteplici 

capacità di tipo cognitivo (idee e 

pensieri), di tipo emozionalefisiologico 

(emozioni e sentimenti) 

e di tipo motorio-verbale 

(azioni e comportamenti). 

Queste non sempre sono valorizzate, 

alcune perché non riconosciute, 

altre perché inespresse. 

Le capacità sono in continua relazione 

con l’esterno ed interrelazione 

fra loro e fanno si che ciascuno 

di noi viva, senta, si sperimenti 

nell’ambiente circostante in 

rapporto agli altri. 

Nel corso degli anni, gli educatori, 

i genitori e gli insegnanti, 

hanno tutti riconosciuto, e a 

ragione, il valore dell’educazione 

cognitiva , mostrandosi sempre 

attenti a cosa è giusto pensare e a 

come ci si deve o meno comportare. 

Poco è lo spazio riservato 

all’educazione emotiva e al riconoscimento 

della sua importanza, 

nel corso dello sviluppo psicologico 

di ciascun individuo; in 

famiglia, come del resto a scuola, 

al lavoro, negli ambienti sportivi, 

raramente si parla di emozioni. 

Eppure l’emozione ha un ruolo 

centrale in ognuno di questi 

ambiti. 

Ma cos’è un’emozione, da dove 

si origina, come agisce e, soprattutto, 

a cosa serve e come si 

esprime? L’emozione non è altro 

che “il motore” di ogni persona, 

la parte di ciascuno di noi che, 

mettendosi in moto, ci consente di 

percepire, comprendere qualcosa 

che è dentro di noi e, soprattutto, 

ci fa sentire e percepire, attraverso 

gli organi di senso (vista, 

udito, olfatto, tatto, gusto) , la 

realtà esterna, il rapporto con le 

altre persone. Lo stato d’animo 

che si crea in una persona, la sua 

reazione emotiva in una certa 

situazione, determinano il suo 

modo di comportarsi: se un individuo 

sperimenta un’emozione 

piacevole, come ad esempio felicità 

e gioia, questo metterà sicu- 

ramente in atto un comportamento 

(o azione) positivo, al contrario 

se sperimenta un’emozione spiacevole, 

come ad esempio rabbia, 

metterà in atto un comportamento 

negativo, a volte distruttivo. Il 

nostro corpo comunica tante 

cose, tra queste anche le emozioni 

ed i nostri sentimenti: noi possiamo 

dire, a parole, cose che poi 

sono contraddette da un nostro 

atteggiamento o da un semplice 

gesto. 

Le emozioni non possono essere 

nascoste o negate o represse a 

lungo; esse parlano comunque 

attraverso il corpo che media, 

costantemente, tra il mondo interiore 

e quello esterno. 

Cerchiamo di capire cosa succede 

nel caso in cui ci ostiniamo a “far 

finta” di non sentire. 

Sicuramente, con il passare del 

tempo, può nascere un disagio 

psicologico, più o meno consapevole, 

caratterizzato da un costante 

malessere, misto ad insoddisfazione 

che, se non ascoltato, finisce 

per trasformarsi in un disturbo 

o una patologia, come ad 

esempio ansia, attacchi di panico, 

fobie, isolamento sociale, per non 

parlare di disturbi psicosomatici 

quali cefalea, gastrite, ulcera, 

disfunzioni ormonali. 

Un’emozione mal gestita può portare 

proprio a tutto ciò! 

Ma cosa determina il controllo 

di un’emozione? 

Un primo aspetto è sicuramente 

legato alla capacità di saperle 

individuare, attraverso segnali 

del corpo, perché a seconda dell’emozione 

che proviamo adottiamo 

una postura, abbiamo uno 

sguardo sorridente o meno, respiriamo 

in modo più accelerato, 

gesticoliamo più o meno energicamente, 

usiamo un tono intenso, 

il battito cardiaco si fa più veloce, 

aumenta la sudorazione, lo stomaco 

può scombussolarsi; ecco 

alcuni dei segnali. 

Il corpo come reagisce a questi 

stati emotivi? 

A volte è rilassato, altre volte è 

teso; quando sopraggiunge questa 

seconda possibilità reagisce al 

nervosismo ad esempio contraendo 

la muscolatura del corpo stesso.La 

conoscenza di questi segnali 

ci permette di riuscire a differenziare 

le emozioni, in tutta la 

loro gamma e varietà, per poi 

poterle gestire adeguatamente, 

come fossero parte integrante 

della nostra persona. Perché 

allora, se le emozioni sono parte 

integrante di ciascuno di noi, 

dire “sei una persona emotiva” 

equivale a dire “sei fragile”? In 

realtà c’è ancora molta confusione 

al riguardo dovuta, soprattutto, 

alla poca conoscenza in materia. 

Per “emotività” s’intende non 

Campo de’ fiori 

certo fragilità , piuttosto la tendenza 

a reagire facilmente ed 

intensamente alle situazioni emotive 

ed ambientali; l’emotivo è 

colui che è facile alle emozioni, 

proprio per il suo essere sensibile 

e la sensibilità è quella disposizione 

a sentire vivacemente le emozioni, 

i sentimenti, gli 

affetti…...Perché ci ostiniamo a 

rinunciare ad una parte di noi 

così vitale? 

I miei amici rumeni 

Ornella Paternesi 

Io, disoccupata per scelta, ho 

ripreso a lavorare (i figli costano…!) 

Dove lavoro ho la possibilità di 

incontrare tante persone, 

soprattutto rumeni: ragazzi, 

padri di famiglia con tanta speranza 

negli occhi ed un po’ di 

timore di essere rispediti a casa. 

Qui hanno trovato un lavoro, 

spesso come operai e, per loro, 

uno stipendio fisso di alcune 

centinaia di euro è un tesoro. 

All’inizio si comprano il motorino, 

poi, a rate, auto di grossa 

cilindrata perché la speranza è 

sempre quella : ritornare in 

Romania e con i soldi messi da 

parte, poter fare una vita decente. 

Quando vengono a chiedermi un 

preventivo sono gentili, spesso 

un po’ spaventati, in fondo vivono 

in un paese straniero tra persone 

diffidenti. Odorano di 

cipolla (almeno in cucina 

vogliono conservare le loro tradizioni). 

Spesso, anche se giovanissimi, 

hanno perso qualche 

dente. Prima vengono gli uomini, 

trovano un lavoro, affittano 

una casa nel centro storico 

(dove gli affitti sono più bassi), 

poi arrivano le famiglie. Il loro 

sogno è scritto negli occhi : 

vogliono tornare in Romania da 

ricchi. A volte la gente è cattiva, 

li tratta con diffidenza, ha 

paura: sono degli intrusi che 

fanno i lavori che noi non 

vogliamo più fare. Io li guardo, 

vedo la loro meraviglia quando 

mi chiedono un preventivo, purtroppo 

i soldi che prendono 

sarebbero tanti in Romania, ma 

sono pochi per vivere nel nostro 

paese. Quasi sempre vengono in 

due, anche in tre, alcuni sono 

giovanissimi: hanno l’età dei 

miei figli, li osservo, penso ai 

miei ragazzi, a quanto sono fortunati. 

Penso che tutti i figli 

dovrebbero essere uguali, che 

non ci dovrebbero essere persone 

di serie A e di serie B. Cerco 

di aiutarli: non sono “Madre 

Teresa di Calcutta”, ma fortunatamente 

ho ancora una coscienza. 

L’altro giorno ho aiutato uno 

di loro: all’inizio si arrabbia, mi 

arrabbio anch’io , poi capisco… 

è solo una terra straniera,, ostile; 

faccio qualche telefonata, gli 

risolvo il problema, lui mi sorride 

e prima di uscire mi bacia la 

mano. Ho 46 anni e nessuno lo 

aveva mai fatto prima.. 

EUROPA 2000 

Presenta: 


Periodico di Politica, Cultura ed 

attualità editi dall’Associazione 

“Accademia Internazionale 

d’Italia” 

(A.I.D.I.) - senza fini di lucro - 

Presidente Fondatote: 


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Cristina Evangelisti 

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Reg. Trib. VT n. 351 del 2/6/89 

Stampa: Arti Grafiche SGM, Via 

Terni 14 


La realizzazione di questo giornale 

e la stesura degli articoli sono liberi 

e gratuiti ed impegnano esclusivamente 

chi li firma. 

Testi, foto, lettere e disegni, anche 

se non pubblicati, non saranno 

restituiti se non dopo preventiva ed 

esplicita richiesta da parte di chi li 

fornisce. 

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I Bombardieri di Civita Castellana 

Gianni Brugnoni con Valerio Calamanti 

Quanto interesse avrebbe suscitato la 

storia del pugilato di Civita 

Castellana non lo avevo certo immaginato, 

ma i tanti campioni, l’intenso 

vissuto sportivo e sociale di quel 

periodo, che la stampa aveva obliato 

del tutto, riaffiora oggi nella sua più 

bella interezza. Segue in questo numero 

la storia di due altri campioni civitonici, 

quella di Gianni Brugnoni e 

Silvano Avigliana. Gianni Brugnoni 

incomincia la sua carriera pugilistica 

nel 1955 sotto la guida di Valerio 

Calamanti e nel 1956, dopo soli sei 

incontri, è secondo ai campionati 

Laziali nella categoria leggeri. E’ 

allenato poi da Francesco Caprari e 

sempre nel 1956 è campione italiano 

dei dilettanti. Nel 1960, nella squadra 


Gianni Brugnoni e Sergio Caprari durante un allenamento 

militare, è 

secondo ai cam- 

Incontro Gianni Brugnoni/Calandra 

pionati italiani. Nel 1961 passa professionista 

e vince diciannove incontri 

consecutivi, tutti per KO. Viene 

soprannominato “il diavoletto rosso” 

per la mobilità e la potenza dei suoi 

colpi. La sua occasione mancata sarà 

quella di non aver potuto disputare 

l’incontro con il grande campione 

Sandro Lopopolo, che invece era già 

stato combinato. Purtroppo il pugilato 

civitonico era al tramonto non 

certo per mancanza di campioni, ma 

perché i vertici avevano deciso così. 


....continua a Pag. 27 

Pag.3

Il ritorno 

di 

MAX 

Dopo lo spettacolo riuscitissimo 

del 13 Agosto a 

Vignanello e dopo un lunghissimo 

viaggio durato trentacinque 

anni circa, seppur 

sognato più che 

vissuto, siamo finalmente 

approdati sulla nostra Itaca. 

Perciò, il 13 Settembre 

2003, siamo saliti sul palco 

centrale di P.za Matteotti a 

Civita Castellana per le feste 

patronali dei SS Giovanni e 

Marciano. Abbiamo ricevuto 

una emozione grandissima ed 

una uguale soddisfazione, 

nonostante i gruppi musicali 

che vi hanno partecipato, si 

fossero appena ricostituiti. 

Il pubblico, il nostro pubblico, 

ha dimostrato un calore 

ed un affetto eccezionale e la 

sua permanenza fin oltre la 

mezzanotte, no-nostante il 

clima rigido, ha testimoniato 

tutta la sua soddisfazione con 

un eco non ancora assopito. 

Eppure era stato detto che la 

piazza di Civita Castellana 

era esigente, addirittura diffic 

i l e … . . 

Pag.4 



MAX e l’Accademia Internazionale d’Italia 

presentano 

Araldi, The Black Silver, Riflessi del Sole 

In Concerto


MAX e l’Accademia Internazionale d’Italia 

presentano 

Araldi, The Black Silver, Riflessi del Sole 

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Il ritorno 

di 

MAX 

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Canepina 11 Ottobre 2003 esibizione 

dei gruppi Araldi, The 

Black Silver, Riflessi del Sole 

con Max e l’Accademia 

Internazionale d’Italia. 

Pag.5

Pag.6 

Il richiamo di 

Max 


In questo numero vi presentiamo la soria del complesso 

“The Black Silver” 

The Black Silver 

Ma cosa c’era di tanto speciale in quei gruppi 

beat degli anni ’60, che ancora oggi 

rievocano emozioni, ricordi e rimpianti per 

quei tempi passati? 

Io quei tempi non li ho vissuti, eppure le canzoni 

e le musiche di quegli anni le conosco 

tutte e, in effetti, qualcosa di speciale in loro 

esiste…… abbattono la barriera del tempo. 

Non che le canzoni d’oggi non siano belle 

ma, il sentimento e l’emozione che si prova 

ascoltando quei vecchi pezzi, ti fa stringere 

il cuore oggi come allora e ti fa sognare di 

storie d’amore pulite e sincere: di quegli 

amori che quando ti prendevano non ti 

lasciavano più e che il tempo non logorava. 

....continua a pag.7


E’ nel 1966 che nascono i “The Black 

Silver” (gruppo costituito già qualche anno 

prima con il nome – Ivano e i Fenici) e formato 

da Ivano Fasanari (voce solista e chitarra), 

Mauro Di Niccola (organo, chitarra e 

seconda voce), Renzo Silveri (batteria e 

terza voce), Sandro Ottavianelli (basso), 

Vincenzo Costantini (chitarra ritmica). In 

quegli anni partecipavano a varie gare di 

complessi, come a quella di Faleria, dove 

venivano addirittura presentati da Pippo 

Baudo quando ancora non era così famoso. 

Arrivavano primi, nel 1968, al concorso 

“Voci Nuove” tenutosi a Montefiascone. 

Sulla scorta di questo successo venivano 

scelti a fare da spalla a Patty Pravo, durante 

le feste Patronali di Civita Castellana 

(peccato però che la cantante non si presentava). 

Suonavano, intanto, fra la Sabina e la 

Tuscia, raggiungendo i locali con la loro 

Vespa 50, in autostop o con la vecchia 850 di 

zio Artoro. Tappa fissa del gruppo erano i 

locali di Vignanello, come il cinema Cimino 

e Pietrone (Albergo Ristorante Bel Sito), che 

raggiungevano tramite una stradina polverosa 

(l’attuale provinciale) approfittando, 

durante il tragitto, degli alberi da frutto 

(soprattutto uva, mele e fichi) che i contadini 

sembrava avessero piantato lì proprio per 

loro……alla fine della serata, non era raro 

dover tornare a Civita Castellana a piedi, in 

quanto i mezzi di trasporto, che avevano utilizzato 

all’andata, spesso non ripartivano e 

così nel buio della notte si facevano compagnia 

tra una fischiata ed una cantata. 

Quando non c’erano spettacoli da tenere, il 

gruppo si esercitava pazientemente e con i 

mezzi tecnici che poteva permettersi allora, 

nel vecchio stabile di Mario Antonozzi. Gli 

strumenti necessari all’attività, erano stati 

acquistati nel negozio di Bruno Fontana 

(che a quel tempo si trovava in Piazza 

Matteotti), naturalmente a rate e con il contributo 

dell’allora Vescovo di Civita 

Castellana Mons. Massimiliani, appassionato 

di musica beat e mecenate non soltanto di 

questo gruppo. In cambio il Vescovo chiedeva 

loro di suonare tutte le settimane per le 

orfanelle del brefotrofio di Via Panico. Altro 

vanto per il gruppo era stato quello di aver 

fatto da spalla, a Ciampino, ai 

“Camaleonti” e, addirittura, era stato proposto 

loro di seguirli nella loro tournee. Ma 

la mentalità di un tempo e la paura dell’ignoto 

li feceva rinunciare. Nonostante questa 

grande rinuncia, le soddisfazioni non 

mancavano. I giornali parlavano spesso di 

loro sotto la firma di Giovanni Montanari e, 

per un periodo, venivano seguiti da un 

impresario, agente teatrale Remo 

Francesconi di Terni. A Piediluco suonavano 

nel ristorante “AUTOSTOP”, dove 

Renzo Silveri, sempre irrequieto e distratto, 

dimenticava il piatto della batteria, tutt’oggi 

esposto nel ristorante, rinominato in seguito 

“IL FOCOLARE”. C’è da chiedersi cosa 

spingeva questi ragazzi ad amare così tanto 

la musica da accettare così grandi sacrifici. 

Sicuramente una grossa passione e l’assenza 

di tante altre attrazioni che distraggono i 

ragazzi d’oggi. Quella passione che non li 

ha mai abbandonati e con la quale hanno 

colto al volo l’occasione che “Campo de’ 

fiori” ha dato loro di potersi nuovamente 

riunire ed insieme ad altri gruppi ricomposti, 

ricominciare a suonare ed esibirsi in 

pubblico da vecchi amici e non più antagonisti. 

I “The Black Silver” si sono esibiti con 

grande successo, assieme ad altri gruppi 

nella serata del 13 Agosto, durante la 34^ 

Sagra del Vino a Vignanello, nella serata del 

13 Settembre durante le feste patronali di 

Civita Castellana e l’11 Ottobre a Canepina 

per la sagra delle castagne. Tantissimi altri 

appuntamenti li aspettano. Noi, delle nuove 

generazioni, dobbiamo ringraziare questi 

“sempre verdi”, per averci tramandato la 

passione per la buona musica, quella musica 

che ancora oggi suscita emozioni profonde e 

che è nelle nostre menti come se l’avessimo 

conosciuta da sempre…come se fosse un’eredità 

speciale da conservare. Cristina 

Evangelisti 

Pag.7

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Correvano gli anni ‘40-’50: 

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intenti alla sgranatura delle pannocchie di granturco 

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Torneo di Tennis SS. Martiri Marciano e Giovanni Club Davis



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Pag.11



Questa bella fotografia ci è stata data da Mauro Di Niccola: da notare la cancellata della Cattedrale Santa Maria Maggiore 

(Duomo) che era completamente diversa da oggi. 

Ringraziamo il Sig. Pietro Colamedici per averci fornito questa bellissima fotografia 

Se vi riconoscete in queste foto, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. 

Se desiderate vedere pubblicate le vostre foto, portatele presso la redazione di Campo de’ fiori 

Pag.12

A 50 anni dal primo caso di 

silicosi nell’ industria ceramica 

del territorio di Civita 

Castellana 

Dott. 

Maurizio 

Martini 

Nel territorio 

di Civita 

Castellana vi 

ormai da decenni una fiorente attività 

industriale, legata alla produzione di 

ceramiche, di stoviglie e sanitari, che 

risulta essere il settore principe dell’impiego 

lavorativo della nostra zona . 

In questo tipo di attività industriale si 

usano materiali, quali caolino, mica, ed 

altri, contenenti una buona percentuale di 

silice sotto forma cristallina o amorfa, 

che, durante la lavorazione, si liberano 

nell’aria e che possono venire inalati 

dagli operai. 

Con il passare del tempo, alcuni anni, o a 

volte pochi mesi, e la continua esposizione 

a questo tipo di polvere, si manifesta 

una malattia polmonare che và appunto 

sotto il nome di silicosi. Questa malattia 

che riguarda anche altre categorie di 

lavoratori, come ad esempio i minatori, è 

dovuta alla deposizione di silice nei pol- 


Carabelli Albino, il primo silicotico di Civita Castellana 

moni con infiammazione e fibrosi 

reattiva che provocano la distruzione 

progressiva del polmone, 

insufficienza respiratoria e, infine, 

la morte. Attualmente la silicosi è 

la malattia professionale cronica 

più frequente al mondo, anche se 

nel nostro paese e nella nostra 

zona vi è stata una forte diminuzione 

dei casi in questi ultimi anni. 

Infatti, presupposto essenziale 

perché si manifesti la malattia, è 

che si sia esposti alla polvere di 

silice per lungo periodo e a determinate 

concentrazioni. Oggi accorgimenti di 

igiene sanitaria volti a ridurre il tempo di 

esposizione e soprattutto la concentrazione 

di silice nell’aria delle industrie ceramiche 

che utilizzano materiali con basse 

concentrazioni di questa polvere, sono 

stati individuati e, per legge, devono essere 

applicati. Inoltre i lavoratori esposti a 

questo tipo di patologia devono eseguire 

dei controlli medici periodici, per individuare 

immediatamente quelle persone che 

possono manifestare i primi segni e sintomi 

della malattia per allontanarli subito 

dalla esposizione, anche perché la silicosi, 

una volta iniziata, progredisce rapidamente 

e, a determinati stadi, avanza 

anche se si viene allontanati dall’esposizione 

alla silice. 

La malattia viene oggi di solito evidenziata 

con lo screening radiologico del torace 

dei lavoratori asintomatici, ma un tempo, 

quando questa malattia era sconosciuta o 

la radiografia non si poteva ancora eseguire, 

i sintomi iniziali erano quelli di 

tosse con catarro, bronchite cronica e, 

soprattutto, una insufficienza respiratoria 

con difficoltà a respirare e a compiere 

anche i minimi sforzi. In questa fase la 

malattia era già in uno stadio avanzato e 

irreversibile, purtroppo. Il nostro territorio 

ha conosciuto questa malattia molto 

bene, e ancora oggi molte sono le persone 

che ne soffrono, soprattutto in quei 

paesi o zone in cui non si applicano quelle 

norme industriali e di igiene sanitaria, 

volte a ridurre, o meglio ancora, ad eliminare 

completamente il possibile sviluppo 

di questa patologia. 

Pag. 13

Pag.14 


P o e s i a 

La Mamma 

La mamma: è un sentimento d’amore 

Un immenso terreno fecondo 

Una fonte di tanto calore 

D’un sentimento molto profondo. 

Molti amori son fatti di vetro 

Vedi chiaro, ma non tutto vero 

Tanti di fatto tornano indietro 

Quello di mamma è molto sincero. 

Quand’ella in polvere torna 

Ed in cielo diventa una stella 

Col manto celeste, sempre adorna 

È sempre…. “sempre più bella”. 

Oh terra che Ella nascondi 

Sii molle con essa ti prego 

Fai tutto : ma nulla confondi 

Per essa sarebbe un diniego 

TU: Padre Celeste ch’Ella accogli 

Col Santo Divino Tuo gesto 

Fa……che nulla di Essa si sfogli 

Dal suo corpo togli il funesto. 

Damiano Alberto Carluccio 

ALLA CHIUSA: 

SENZA OFFESA ALLA MIA TERRA 

Sovente in questo loco mi diporto 

qui vengo a soggiornar mai soletto 

questo: nel mio pensier è dolce porto 

qui l’erba e i fiori, col fresco a lor diletto. 

Con occhi assai lieti e più ridenti, 

col cielo più sereno tutt’intorno, 

muovo sull’erbetta a passi lenti, 

con modo d’amorosa grazia adorno. 

Mai venni dii, in cui soffrì calura, 

col desinar con tenera verdura, 

e dopo aver l’epa ben stivato, 

con gran piacere il sigaro ho fumato. 

Ebbi in tempi non assai remoti, 

il pensier, di non esser confortato 

di coloro, che si senton noti, 

di sapiente ragion spesso isolati. 

E… vengo al dunque senza altro concese 

Senza vendetta, o dichiarata guerra 

Con degno onor mi sento ancor leccese, 

amo e rispetto ancor l’amata terra. 

Se alcun…con mè : non è d’accordo, 

facesse ricerca in sé , con mente esperta, 

con ricuper di memoria e di ricordo, 

pensasse poi ad esser mente aperta. 

Damiano Alberto Carluccio

Via Corchiano 40 - Civita Castellana(VT) - Tel. 0761.599335 Cell. 347.1140806 

Via Aurelia, 64 - Km 145,300 - Orbetello Scalo (GR) - Tel e Fax 0564.865561 

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Cecilia e Federico 

Cari amici Noel stà crescendo e la 

sua storia si arricchisce di nuove 

avventure. Vi consigliamo di conservare 

tutti gli inserti. Buona lettura 

dai vostri Cecilia e Federico. 

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Soggetto e Testo Sandro Anselmi 

L’Accademia Internazionale D’Italia 

(A.I.D.I.) 

nel quadro delle iniziative promosse dall’Associazione stessa, 

propone un GEMELLAGGIO con località italiane o straniere 

che abbiano affinità storiche, culturali, artistiche, 

sociali....., con la nostra città. Chiede perciò la vostra opinione, 

che potete esprimere contattando direttamente la redazione, 

o per e-mail all’indirizzo: sandro_anselmi@libero.it 

Pag.15

XI 

Campo de’ fiori


continua..... 

XII

A Piazza Sandro Pertini c’è .......sfilata di moda 19 Ottobre 2003 

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FOTO INDICATIVE - VISIONARE DAL VERO 

Pag.19

Pag.20 


f.lli paolelli fu ulderico...dal 1902 

Presentazione e brevi cenni storici sulla nostra attività: 

La famiglia Paolelli opera a Civita Castellana nel campo dei costruttori edili sin dalla metà dell’ottocento, dove troviamo “mastro Domenico Paolelli” che si occupa 

della ricostruzione del superbo ponte “Clementino”, semidistrutto dall’alluvione dell’Ottobre 1861 (il ponte era stato edificato a Civita Castellana nel 1709 dall’architetto 

Barigioni per incarico del Papa Clemente XI, da cui il nome “ponte Clementino”). Il successore e capostipite dell’attività di rivenditore, Alezario Paolelli, inizia 

ai primi del ‘900 ad occuparsi di materiali edili ed a testimonianza dell’inizio dell’attività è stato conservato l’originale della prima fattura di acquisto dalla 

“Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni” datata 11.07.1902 che abbiamo il piacere di riprodurre in copia ridotta , quale documento storico di eccezione. 

Nel 1922, la generazione successiva, vede Ulderico Paolelli (al quale è riferita tutt’ora la società) spostare l’attività da Via San Gregorio, nel centro storico di 

Civita Castellana, al periferico “Campo della fiera”, situato subito oltre il ponte Clementino ed ancora oggi sede dell’attività al civico n. 1 dell’attuale Viale della 

Repubblica. Oggi, dopo quattro generazioni, l’attività della F.lli Paolelli è considerata un sicuro punto di riferimento per l’intera regione ed è in continua espansione 

grazie alle proprie capacità di rinnovarsi nel segno dell’esperienza e della massima qualificazione professionale.


M e S s a g G i 

18 Ottobre 1953 / 18 Ottobre 2003-50 anni di matrimonio 

Francesca Primanni e Tommaso Aramini hanno festeggiato il loro 50°anniversario di matrimonio. Questa fotografia ha lasciato 

nel cuore dei parenti degli sposi un dolce ricordo e per questo intendono rinnovare i loro auguri. Gli auguri a Francesca e Tommaso 

arrivano da Alina e Dino, Alvaro ed Emiliana, Mirna, Marzio e Graziella, Quinto e Pia, Marisa e Biagio, Piero e Delia, Francesca e 

Mario, Marco e Maria Grazia. E naturalmente infiniti auguri anche dalla redazione di Campo de’ Fiori e..........aspettiamo la foto del 

75° anniversario. 

S o p r a n n o m i 

Cari amici vi diciamo ancora mille volte grazie per la grande quantità di soprannomi che ci avete fornito. In particolar modo 

ringraziamo i Sig.ri Pietro Colamedici , Massimo Perazzoni, Sergio Tribolati e Giulio Gai, per avercene fornito il maggior 

numero: 

Tarzan Sdrifoletto Veleno Guaiolino Copparò 

Puzzino Ringo o Fringuello o Tizzo Trabardò 

Feliciò Caca Razzi Gesucristello Marlon Brando Trezzichetta 

Pelota Pappasonno Paciocchella o Gatto Iachella 

Starnazza Cristo morto o Calvo Muccarella o Ciommo 

a Cicala o Gobbo o Sghiro Jek Palommella 

Porvere o Betto Scheletrino Rapera a Ciavola 

Ribbò o Lungo L’aradio Biscotto Occhialò 

Mafrò i Bombardini Spaccatroni Jumbo Gommele 

.... La Lezione di Leonardo 

Sul secondo numero di Campo de’ fiori, Leonardo aveva 

evidenziato la pericolosità del ponte Clementino a Civita 

Castellana, che è stata poi ripresa da un autorevole quotidiano......speriamo 

che chi di dovere, prenda rapidamente 

seri provvedimenti. 

Pag.21

Pag.22 

Campo de’ fiori

By 

Foto Pietro 

Per i tuoi 

messaggi 

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M e S s a G g I 

Ragazzi e Ragazze del 1953 Auguri per i vostri 50 anni da parte delle 

vostre famiglie e da tutta la redazione 

Auguri ! Auguri ! Auguri ! 

Buon Compleanno a Laura De Angelis che il 

19 Ottobre ha festeggiato i suoi primi 40 anni 

dai tuoi affezionatissimi amici 

Mario e Settimia 

E’ stato trovato questo bellissimo 

cane lupo. Chiunque lo 

avesse smarrito può rivolgersi 

presso la nostra redazione 

Auguri ! Auguri ! Auguri ! 

A mamma Antonietta e mamma Vincenza che compiono gli anni il 

16 Novembre e a papà Desiderio che compie gli anni il 

22 Novembre. 

Gli auguri di buon compleanno e tanta felicità arrivano dalle loro 

rispettive famiglie. 

Impresa edile Piccinini Osvaldo 

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Pag.23

Rugby - Scuola di vita 

di Peppe Rossi 

In una società, dove ad essere premiato è l’individualismo, 

il Rugby propone un approccio alla competizione 

totalmente diverso, basato sulla assoluta 

necessità della cooperazione tra i membri del gruppo. 

A causa delle stesse regole che strutturano questo 

sport, a poco serve il così detto “fuoriclasse”, se 

non ha alle spalle una squadra che, come in una sinfonia, 

sappia armonizzare e sincronizzare gli interventi 

necessari. 

Il risultato vincente, nel rugby, è qualcosa che 

appartiene a tutti perché in nessun’altra disciplina 

la squadra suda tanto sangue per permettere al compagno 

di segnare la meta. In campo scendono 15 

moschettieri: uno per tutti, tutti per uno!! 

Le amicizie che nascono in questi campi fangosi, 

durano per tutta la vita perché attraverso il gioco si 

entra in contatto con la generosità, il coraggio, il 

guizzo di eroismo, la felicità, l’ansia di avercela 

quasi fatta, la riconoscenza, ma anche con sentimenti 

più meschini e talvolta opposti che ci insegnano 

a saper valutare il prossimo, ma anche a saperlo 

perdonare. 

Ed è con il terzo tempo che, anche un estraneo, può 

cogliere una siffatta filosofia di vita che pratica la 

condivisione dell’allegria con la squadra avversaria, 

ma avversaria solo in campo. 

Ed è con questo spirito che circa trenta anni fa 

Ermanno Lanzi, Romolo Angelozzi e Giuseppe 

Profili, atleti che giocavano nella squadra di 

Viterbo, cominciarono, presso le strutture della 

Polisportiva Calcio, ad infondere nei ragazzi di allora 

la passione per questo sport e, dopo aver fondato 

nel 1972 la società “Rugby di Civita Castellana”, i 

risultati non tardarono ad arrivare, premiando la 

categoria “giovanile” Campione d’Italia. I successivi 

anni di intenso lavoro e ferma determinazione 

produssero una squadra “senior” che, nel 1982, 

disputò la finale di campionato valida per la promozione 

in serie B. Purtroppo, seguì un periodo buio 

causato dalla mancanza di strutture e di fondi ma, 

Pag.24 


come spesso accade quando c’è di mezzo il cuore, 

l’A.S. Amatori Rugby Civita Castellana è rinata, 

come la Fenice dalle sue stesse ceneri, nel 1999 grazie 

a Giuseppe Profili, Giuseppe Rossetti, Erminio 

Cipriani (Lupo), Angelo Proietti ed altri irriducibili 

della palla ovale. 

Oggi la prima squadra partecipa al campionato di 

serie C e la società conta su un vivaio di categorie 

che vanno dagli Under 8 agli Under 17. Inoltre un 

nutrito gruppo di “old” continua a portare lustro a 

Civita Castellana durante gli incontri che questa 

“goliardica”categoria organizza in Italia e all’estero. 

La società gestisce il campo sportivo intitolato al 

compianto Carlo Angeletti, indimenticabile compagno 

di tante avventure, dipartito prematuramente, 

dove organizza spesso manifestazioni di rilievo oltre 

alle normali partite di campionato ed ai concentramenti 

delle categorie juniores. 

E’ presente nelle scuole della città con le quali partecipa 

ai campionati studenteschi, anche prendendo 

parte all’Ente Scolastico. I prossimi programmi prevedono, 

oltre all’incremento degli iscritti, la speranza 

di mille vittorie e la certezza di essere per sempre 

una grande famiglia. 

Largo al nuovo che avanza, sono 28 i giocatori che 

compongono la rosa attuale: Altigeri, Alessandro e 

Alessio Bordi, Cardelli, Baldi, Castrista, Ciferri, Del 

Frate, Claudio e Massimo Durastanti, Mauro e 

Fabrizio Fiori, Mariucci, Emiliano e Sebastian 

Massimino, Natili, Pignataro, Rossetti, Salera, 

Sansonetti, Signorotti, Soldateschi, Todini, Vergari, 

Verona, Vitali, Cardelli ed il rumeno Ghiorghe 

Bululete; è un giovane, residente a Civita 

Castellana, che si è affacciato al rugby da qualche 

mese. All’ “Angeletti” si allenano anche l’Under 15, 

diretta da Gianluca Cipriani e Osvaldo Pichilli, che 

dovrà affrontare i barrage; così come l’Under 17 

affidata alla coppia Angelo Proietti e Sergio 

Mancini. LA STORIA CONTINUA......... 

Mitiche Mischie 

INDOMABILI 

Bongarzone, Proietti, Profili, Rossetti 

Il nuovo che avanza 

1970

Vi racconto delle edicole votive, di 

queste piccole chiese di strada dove il 

popolo, quello povero e mal vestito, 

soleva pregare e chiedere una grazia 

alla Madre di Dio, dove nel mese di 

Maggio si adornavano gli “altarini” 

per recitare il Rosario della sera, 

dove ci si segnava passando per la 

via..... S.A. 

EDICOLA DETTA DELLA 

“MADONNA DELLA NEVE” IN 

PIAZZA DEI MARTIRI DELLE 

FOSSE ARDEATINE 

A CIVITA CASTELLANA. 

L’Edicola della “Madonna della Neve”, 

immagine sacra cara alla devozione religiosa 

cittadina, fu edificata nel 1718 su progetto 

dell’Architetto Romano Sebastiano Cipriani, 

particolarmente attivo a Roma, Nepi e 

Ronciglione dove ha lasciato importanti 

opere pubbliche e religiose. Il Cipriani inglobò 

nella nuova struttura architettonica dal 

sapore classicista una pittura raffigurante la 

Vergine Maria con Bambino ed altre figure di 

Santi, realizzata nel 1600 da un ignoto pittore 

che le varie ricerche d’archivio non hanno 

ancora portato alla luce. Nel corso dei secoli 

la devozione popolare ha arricchito l’immagine 

sacra Ex Voto di particolare pregio che il 

recente restauro ha messo in luce in tutta la 


loro bellezza. Un recente intervento degli anni 

’40 ha riguardato il prolungamento del tettino 

in muratura, sopra il timpano dell’Edicola, 

per salvaguardare l’intera struttura dagli 

agenti atmosferici. Nel 1998 , un comitato di 

quartiere, grazie al contributo 

dell’Amministrazione Comunale, ha deciso di 

intraprendere il recupero dell’importante 

Edicola affidando il lavoro di restauro alle 

Prof.sse Maria Angela Mascarucci di 

Ronciglione, Docente di ornato al liceo artistico 

Tuscia di Viterbo e Katia Berbeglia di 

Montefiascone, Docente di discipline pittoriche 

presso il liceo artistico di Zurigo, Svizzera 

e sotto la direzione dei lavori dell’Arch. Enea 

Cisbani. Il restauro iniziò nel Giugno 1999 ed 

il primo lavoro riguardò il posizionamento 

dei ponteggi per, poter esaminare l’intera 

struttura e decidere così i primi interventi. 

L’Edicola, infatti, presentava una serie interminabile 

di vari strati di pitture che nel corso 

dei secoli erano state applicate all’intera 

superficie ed avevano alterato particolari elementi 

decorativi, poi emersi nella rimozione 

delle varie pitture. La rimozione, infatti, ha 

portato alla luce il gruppo scultoreo del 

Santissimo, incarnato nella colomba poggiante 

su un fascio di luce dall’intenso modellato 

e chiaroscuro con i colori originali intatti, 

sepolti dalla coltre di vernice. Situazione 

identica per i fori circolari, posizionati sulle 

lesene dell’Edicola, che erano stati completamente 

chiusi e che originariamente servivano 

per le candele che illuminavano l’intera struttura 

e che servivano, nelle strade, allora com- 

L’edicola votiva prima del restauro 

pletamente oscure, ad indicare il cammino ai 

viandanti. Di particolare importanza è stato 

l’aver ritrovato i colori originali dell’Edicola 

completamente intatti, come il giallo cromo 

delle lesene e delle cornici ed il rosso pompeiano 

dei fondi lisci, che sono stati ulteriormente 

consolidati nel loro particolare cromatismo. 

L’intervento più notevole, però, è stato 

il recupero della cornice in stucco del dipinto 

in ovoli e fogliame dal sapore rinascimentale, 

come pure dell’infisso ligneo a protezione del 

dipinto stesso. 

Prof. Arch. Enea Cisbani 

Pag.25

Se riconoscete i personaggi di questa foto comunicate i loro 

nomi alla redazione di Campo de’ fiori. 

Pag.26 



Verso la fine degli anni ‘50: allegra comitiva ridente e scherzosa 

Era l’anno 1915 : Crescenzio Fidaleo e 

Fernando Camponi intenti a mettere in moto un 

vecchissimo mezzo da lavoro.


I Bombardieri di Civita Castellana 

....continua da Pag.3 

Nel numero precedente di “Campo de’fiori” 

abbiamo pubblicato una foto dei pugili della 

scuderia del circolo “Giovanni Amendola” 

di Civita Castellana, risalente alla fine degli 

anni ’50; al numero 18 si riconosce un 

ragazzo poco più che dodicenne (il più piccolo 

del gruppo), è Silvano Avigliana, classe 

1948, uno dei tanti giovani avvicinatosi a 

questa disciplina sportiva, più per avere una 

rivalsa sulla vita, che per un vero amore 

sportivo. 

All’epoca il pugilato era considerato uno 

sport che poteva dare molte soddisfazioni, 

anche se era duro. 

Nel breve periodo di frequentazione di questo 

sport (dal 1960 al 1970) Silvano 

Avigliana ha cominciato ad incrociare i 

guanti con pugili più grandi, quali 

Cingolani, Di Giovenale e altri. Nel 1963 ha 

partecipato, a Roma, al torneo “PRIMI 

PUGNI”, falsificando i documenti perché 

non aveva compiuto ancora 16 anni, età 

minima per effettuare combattimenti, riportando 

lusinghieri apprezzamenti. Qualche 

anno dopo ha combattuto e vinto ai punti 

con PISA a Roma. Nel 1965 a Civita 

Castellana, nella sfida con i pugili della 

palestra di Foligno, ha incrociato i guanti e 

vinto con FEDERICI . Silvano Avigliana nel 

corso della sua pur breve carriera pugilistica 

ha combattuto circa 45 incontri a livello 

provinciale e regionale. 

Dopo il 1965, passati al professionismo 

alcuni pugili più grandi, quali Cingolani e 

Di Giovenale, a Civita Castellana cominciò 

un periodo di difficoltà per potersi allenare. 

L’allenatore Francesco Caprari, portava 

Silvano ad allenarsi nelle palestre di 

Soriano e in altre dove lui allenava. 

Avigliana era un pugile molto promettente 

tanto che durante gli allenamenti doveva 

spesso frenare l’irruenza della gioventù, per 

evitare di fare male all’avversario. 

Nel 1970 Silvano Avigliana partecipa ad Silvano Avigliana 

una dimostrazione di “JUDO”, presso la 

Parrocchia di S. Giuseppe e da quel 

momento, viste le difficoltà ad allenarsi al 

boxe, rimane affascinato e folgorato da questa 

nuova disciplina sportiva. 

Abbandonato il pugilato si impegna anima e 

corpo al judo, seguendo lezioni teoriche e 

pratiche e arrivando, già nel 1987 alla 

“Cintura Nera”. 

Questo traguardo, gli consentirà avviare 

una scuola per “JUDOCA”. 

Dal 1987 la scuola ha formato molti giovani, 

creando diverse “cinture nere”. La 

scuola è ancora oggi frequentata da un folto 

numero di 

ragazzi e adulti 

(anche over 40). 

A.F. 

Silveri Bruno 

altro bomber da ricordare 

L’oggetto misterioso 



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Vi invitiamo ad indovinare l’oggetto 

misterioso riprodotto nella foto 

accanto. Il primo di voi che lo identificherà 

e ne darà comunicazione in 

redazione, avrà diritto a ricevere un 

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Il Crisantemo 

In Cina ed in Giappone significa gioia, serenità 

e pace ed è il simbolo del sole. Da noi 

richiama malinconia e tristezza perchè in 

Italia fiorisce in autunno. Ha bisogno di un 

terreno sciolto e ricco di materia 

organica. 

L’irrigazione deve essere abbondante ed uniforme per una crescita 

rapida ed omogenea. I boccioli si sviluppano maggiormente di notte, 

quindi una buona illuminazione, soprattutto nelle ore notturne, ne 

rallenta la fioritura rapida. 

I crisantemi non necessitano di potature, ma per una pianta più folta 

si possono accorciare i rami in autunno o in primavera. 


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12 Ottobre - Raduno Moto d’Epoca 

Sergio Tribolati, Costante Costantini e Mario Cassieri 

promotori del costituendo Moto Club di Civita Castellana 


Grande partecipazione di pubblico per la quantità e qualità delle moto presenti al raduno. 

Complimenti per la manifestazione e gli auguri per futuri, grandi successi. 

Concorso Fotografico per dilettanti 

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Il tema fotografico di questo mese è... 

“Scopri l’angolo” 

scorci caratteristici di centri storici 

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le prime tre classificate 

Pag.29


Giochi Antichi 

I ROCCHETTI 

Uno dei giochi preferito dai ragazzi e 

molto praticato era quello dei rocchetti. 

I rocchetti erano dei cilindri in legno 

forato, con delle estremità tronco-coniche, 

che venivano usati per avvolgere il 

filo da cucito. Una volta terminato il 

filo da cucito, i ragazzi ne facevano un 

attrezzo di gioco per imitare carri 

armati o trattori. I ragazzi lavoravano 

Pag.30 

il rocchetto dentellandone la parte 

esterna , ad imitare i cingoli del trattore, 

infilavano poi un elastico (generalmente 

ricavato dalla camera ad aria 

delle ruote delle biciclette o dall’elastico 

delle vecchie mutande della nonna) 

attraverso il foro centrale e lo fissavano 

alle estremità con due legnetti di 

diversa misura. A questo punto si 

arrotolava l’elastico, aiutandosi con il 

legnetto più lungo. Si lasciava poi svol- 

gere l’elastico stesso che produceva il 

moto ed il legnetto , appoggiandosi sul 

terreno, spingeva avanti il mezzo. Per 

facilitare il moto del rocchetto si utilizzava 

della cera o del sapone. Fra i 

ragazzi si svolgevano vere e proprie 

gare su terreni in pendio. Una delle 

varianti al gioco consisteva nell’attaccare 

al rocchetto , con un filo, dei piccoli 

insetti i quali, poverini, venivano 

trascinati con l’avanzare del giocattolo. 

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