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foto M.Topini - Campo de'fiori

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<strong>foto</strong> M.<strong>Topini</strong>


<strong>Campo</strong> de’ fiori 3TVDOCETSandro AnselmiÈ proprio il caso di dire che non si sa piùcosa guardare alla TV, nel senso che nonc’è una cosa che oramai passi indenne allanostra pur debole morale. Ed anche se cisforziamo di farlo, non riusciamo proprio adigerire una tale quantità di nefandezze.Anche le notizie dei TG sembrano esseresempre le stesse, fatte di attentati, di stragi,di guerre, di violenze. Guardare poi unfilm in famiglia, ci fa spesso arrossire dallavergogna. E poi veline, letterine, tutteuguali, tutte con lo stesso sorriso stampatosulle labbra bombées. E ancora il teatrinoquotidiano dei nostri politici che, dabravi attori consumati, fanno concorrenzaai protagonisti di un Goldoni o di unMoliere. Le più devastanti sono però leinnumerevoli soap opera, primo impegnodelle casalinghe italiane, che sognano diimitare quei modelli distorti ma convincenti,innamorandosi puntualmente del belprotagonista di turno. Non parliamo poidegli innumerevoli reality show, dove lescurrilità ed il malcostume vengonodispensati ad arte, per fidelizzare un pubblicosempre più amorfo e meno esigente,pago solo della battuta grassa e dell’espressionevolgare. Questo modello ditelespettatore è stato creato ad hoc perchédoveva rispondere all’essere non pensante,ubbidiente e soprattutto consumista.Oggi lui è il perfetto complementooggetto che non ambisce più essere,ma avere!!Vorrei esortare tutti a riappropriarsi dellapropria identità, di uscire da questa stupidaomologazione e di esprimere con forzala propria opinione, la propria convinzione.I mass media, strumento diabolico, alteranoil pensiero e la realtà e ne danno unavisione disopica.Ho esortato in passato ad assaporare ibenefici del digiuno televisivo, constatandoun soddisfacente risultato. Vorrei aggiungereoggi l’invito al colloquio con la famiglia,troppo raro, ma tanto, tanto necessarioe salutare.


Ormai non finisce più di stupirti. Il suoPUFF è il termometro della sua grandepopolarità.Ogni sera un pienone, ogni spettacoloqualcosa di nuovo che esalta la bravura diun cantattore che rappresenta ormai unasorta di leggenda dello spettacolo romanoe non solo.Lando Fiorini incarna tutto questo, arteficedi una comicità fatta in casa, dove l’entusiasmosi respira ad ogni sua battuta, adogni sua canzone, ad ogni sua riflessione.Sul palcoscenico è un vero “animale”.Recita, canta, dialoga con il pubblico, conil suo pubblico sempre più numeroso, giovanee meno giovane, che lo segue conammirazione ed affetto da oltre quarant’anni;le sue battute sagaci sono un toccasana,sdrammatizzano anche le situazionipiù pesanti. Vera musica per le nostreorecchie.E cosa c’è di meglio visti i tempi che stiamovivendo?E tutto questo successo non l’ha certocambiato, è sempre il ragazzo sempliceche, da facchino ai Mercati Generali, si èvisto catapultare sul grande palcoscenico<strong>Campo</strong> de’ fiorinella compagnia di Aldo Fabrizi in“Rugantino”.E proprio il grandissimo Aldo, Lando loricorda sempre con affetto e gratitudine.E confessa che di consigli gliene ha datiproprio tanti, a cominciare, appunto, dallamodestia:“A La’, sur palcoscenico devi da esse semprete stesso. Nun t’atteggià, nun fa lostr…., anche se sbagli, la gente te capiscelo stesso, anzi t’ammira de più perché tesente uno de loro”, ama ricordare Fiorini.E questo insegnamento di vita, a suavolta, lo regala ai suoi allievi, ai suoi figli,a tutti quelli che gli sono vicini e non solo.“Vieni avanti Pechino”, la sua ultima faticaPuffiana, conferma tutto quel che di buonodi lui si sapeva.Nello spettacolo si parla dell’invasione deicinesi e dei loro prodotti, per poi spaziarein una satira di costume mirata ai fattidella vita quotidiana, quelli della serie“Non ci resta che piangere”, seguiti a ruotadal saggio motto “Domani è un altro giornoe cambierà !”.Sala gremita, due ore di risate continue, labravura dei suoi partner (la bionda e giunonicaValentina Sulli, il bravo e poliedricoCamillo Toscano, la mimica di MelaBattaglia in un ruolo difficile di attricecomica, autore ed esecutore delle musicheVincenzo Romano, movimenti coreograficicurati da Gabriella Panenti, costumi diGraziella Pera), la voce di Lando sempreaffascinante.Il finale poi è tutto per lui che, con i suoianeddoti e le sue melodie, interpretatemagistralmente, appare sempre più comeun cultore di Roma, forse l’ultimoImperatore della romanità canora;Lando diverte, incanta, commuove edappassiona un pubblico che non lesina,ogni sera, l’applauso sempre più scrosciantee clamoroso, dietro al siparietto,ormai un vero cult, di Romolo ed Ines.E via via tutto il resto.Una serata con lui al PUFF è meglio diqualsiasi medicina, perché ridere, da chemondo è mondo, ha sempre fatto bene.E Lando ci riesce in pieno.Fate un salto al suo storico locale.Ne vale veramente la pena.Non ve ne pentirete.5ROMA - Via Giggi Zanazzo, 4 - (Piazza Sonnino)Tel. 06.5810721 - 06.5800989Fax 06.5815604http://www.ilpuff.it


ELEVEN FOCUS - Corchiano


<strong>Campo</strong> de’ fiori 7Sua EminenzaMons. Valliniassorto nella letturadi <strong>Campo</strong> de’ fioriinsieme adErmelinda Benedetti<strong>foto</strong> ELEVEN FOCUSCorchianodi Ermelinda BenedettiUn evento straordinario per il piccolopaese di Corchiano.Nell’ultimo Concistoro del 24 marzo, presiedutoda Papa Benedetto XVI, quindiciVescovi di diversi parti del mondo hannolasciato l’abito viola per indossare quellorosso cardinalizio. Tra di loro ce n’era unoparticolarmente caro alla popolazione diCorchiano per le sue origini: MonsignorAgostino Vallini.Sua madre, infatti, era una corchianese atutti gli effetti, che per seguire il marito,maresciallo dei carabinieri, lasciò il piccolopaese facendovi ritorno dopo qualcheanno con i suoi due figli, Agostino eMarcella, ancora bambini. Agostino trascorrequi, dunque, alcuni anni della suainfanzia, frequentando la scuola elementaree la parrocchia del paese, dove, sotto laguida del giovane parroco don DomenicoAnselmi, matura pian piano la sua vocazionesacerdotale.Gioca in piazza con i bambini del paeseche, ormai tutti adulti, il 23 aprile, si sonouniti a tutta la comunità parrocchiale perdare una calorosa accoglienza al loro excompagno di classe e di svago. Buonaparte del paese ha partecipato alla solenneCelebrazione liturgica della mattina,allestita in Piazza del Comune, precedutada un trionfale arrivo in carrozza delCardinale, accompagnato dell’instancabileed emozionatissimo don Domenico e daun altro sacerdote di Corchiano, che hamaturato la sua vocazione negli stessi annidel Cardinale, Padre Tarquinio Battisti.Presenti in piazza per omaggiarlo degnamenteanche le più importanti carichedelle autorità civili e militari della provincia.Nel pomeriggio poi un piccolo buffetpresso la splendida villa alla Vantignana,un enorme complesso dove il Cardinalesolitamente trascorre i suoi momenti diriposo in tranquillità e che ha generosamentemesso a disposizione del gruppolaico Seguimi, di cui lui é membro da quasiquaranta anni, al pari di tutti gli altri, comeci tiene a precisare.Gran tanti sono stati quelli che hannoavuto desiderio e piacere di congratularsicon lui per la meritata elezione, di salutarloe scambiare qualche parola direttamente.Tra tutte quelle persone c’ero anch’io,che tra un “Ti ricordi…?” e un “Io sono…”,ho avuto il privilegio di rubargli al voloqualche domanda, un po’ imbarazzata edimpacciata per la mia inesperienza.Mentre lo aspettavo, lo guardavo muoversitra la gente che arrivava incessantementea frotte. Il sorriso sempre sulle labbraed una parola pronta per tutti.Non un segno di stanchezza.Nonostante quell’abito talare rosso cardinale,é rimasto uno di noi. La semplicità el’umiltà, che lo caratterizzano e che hasempre dimostrato, colpiscono tutti ed ioho la possibilità di scriverlo e di farmi portatricedi questa opinione comune.L’essere rimasto così lo rende speciale e glifa onore. Ricordo quando venne lo scorso26 febbraio.In paese tutti sapevamo della sua imminenteelezione a Cardinale, così andandoloa salutare gli chiesi scherzosamente:“Come devo chiamarla Sua Eccellenza oSua Eminenza?” e stringendomi affettuosamentela mano mi disse “Chiamamisemplicemente don Agostino!”Rimasi colpita da quella risposta così naturalee il mio cuore capì subito che era unuomo straordinariamente diverso.Dopo aver atteso pazientemente che terminassedi salutare tutti, mi avvicinodicendogli: “Sarò breve e informale”.Inizio col chiedergli come è stata questagiornata di festa tutta per lui.“Conoscendo il cuore generoso dei corchianesi,me l’aspettavo”, mi risponde.Sono curiosa poi di sapere come ha ricevutola notizia della sua nomina cardinalizia:“Stavo lavorando nel mio ufficio, comeogni mattina, e sono stato convocato. -Midice- Ma queste sono cose strettamenteriservate, non posso rivelarle altro.”È stata una grande sorpresa anche per lui.Giovanni Paolo II aveva fatto il suo nomeinsieme a quello degli altri quattordici neocardinali,ma la sua dolorosa scomparsanon gli ha permesso di portare a compimentoil suo disegno.“Così Benedetto XVI mi ha cooptato, questoé il termine esatto, nel Collegio deiCardinali. E’ stato un grande atto di benevolenzae un grande onore per me”, terminalui. Infine gli chiedo se tornerà aCorchiano tanto quanto prima, visti i suoinumerosi doveri.“Cercherò di venire a Corchiano conciliandoi miei impegni che comunque non sonotutto sommato aumentati, essendo rimastoPrefetto del Supremo Tribunale dellaSegnatura Apostolica. Solamente ho unamaggiore consapevolezza di corrisponderealla fiducia ricevuta.”Lo ringrazio di nuovo di tutto cuore peravermi concesso questo breve ma intensoscambio di battute.Prima di andarmene gli rinnovo i miei piùsinceri auguri, perché il suo cardinalatopossa essere ancora più fruttuoso dei suoiquarantadue anni di sacerdozio nel nomedel Signore e con la speranza di rivederlopresto tra noi.


8<strong>Campo</strong> de’ fioriA SUA EMINENZACARDINAL VALLINIMichela Baglivo eSua Eminenza Cardinal ValliniEminenza ! Buon Pastore !Umile Servo nella Vigna del Signore !Che quest’oggi, con tanto amore,rischiara le nostre vite con un nuovocolore…E’ un colore raro, il Vostro, CardinalVallini,che illumina le anime di grandi e piccini.In Voi un colore vivace si vede,quel colore potente che è la Fede.Ed è proprio la Fede la forza dellaCari amicila storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure.Conservate gli inserti e... buona letturadai vostri Cecilia e FedericoVostra vita,è una forza speciale, vera, infinita,è la forza che anche al più piccolo “io”dona l’immensa Grazia di Dio.Dunque si svegli il nostro paese,e si prepari ad un evento unico,dimentichi la superbia e diventi corteseche accorra il grande pubblico!...Allora… che squillino le trombe e rullino itamburi…Ben tornato Cardinal Vallini !!!soggetto e testo Sandro Anselmi


Audio e LuciSound ThingsScenografiaAnna BecchettiLorella BecchettiMassimo RossiRealizzazione ScenicaDaniele PaludiAllestimentiAssistenti di ScenaSilvio MazzoniRenzo CascioliTonino OrizioProduzione MusicaleAccademia di Musica“Muzio Clementi”Civita CastellanaRoberto Finucci& Paolo Matteucci


diCarlo CattaniLa polvere fàmale!Tuttavia, può un“nemico” implacabile, ubiquitario, dal potenziale“bellico” infinito come quello rappresentatodai miliardi di miliardi di “coscritti” dellasua forza d’elite…..aerea …pardon, di particellesospese nell’aria, dalla variegata composizione,affascinare? Lo può, lo può…bastatrovare gli occhi giusti disposti a guardareoltre …le apparenze ……ad esempio, per un“piccolo chimico”, dove la gioia nell’esplorare“l’invisibile consistenza” della polvere sarànotevole; egli potrà trovare, in pochi cmq. disuperficie o cmc. di volume … un universo….persinodelle micrometeoriti! E se l’aspettodella polvere, pigramente sdraita suinostri mobili o da qualsiasi altra parte voleteimmaginarla, è decisamente….grigia, indagatapiù in profondità, con le tecniche microscopiche,si rivela diversa e può risultare ….perfino bella! Ma osservazioni più elementaripossono visualizzare l’agitazione insitanell’ “universo polveroso” allorquando unafonte luminosa, artificiale o naturale, attraversaun ambiente buio o in penombra…per intenderci: l’effetto lo trovate a buonmercato al …cinema, dal film di serie B al film“Oscarato”, durante la proiezione ….qualcunotanto tempo fa, in circostanze diverse da unaproiezione cinematografica, ha pensato diappuntare ai posteri quest’ osservazione ene è venuto fuori il cosiddetto “EffettoTindall” (dal nome, appunto, dello studioso“osservatore” del fenomeno); da allora, l’invisibileva in scena ……con maggior notorietà!Tutti noi, una volta nella vita abbiamoosservato il fenomeno “Tindallico”; chissà inquale circostanza: da adulti o da ragazzi …..al cinema (come si diceva prima) o nellapenombra di un bosco trafitto, nella suavegetazione arborea, dai raggi del sole…..o…o…, come, ha modo di raccontarmiGiuseppe Pittalis, chitarrista e portavoce delgruppo musicale Capitolino “Circolo culturalefederico Magnani”, sinteticamente“CcfM”, da piccolo, recuperando, lui, ricordidelle sue vacanze Sarde presso la casa deinonni, dove la “nanna” pomeridiana erad’obbligo e, si sa,…ai bambini di dormir nongli va …..ed allora, ore di “proiezioni polverose”andavano in scena in quella stanzaamabilmente predisposta alla semioscuritàper il conforto del piccolo; l’effetto dei raggisolari filtrati dalle persiane, in serenipomeriggi estivi, era suggestivo e la suamente di bimbo si aggrappava al turbinio eallo sfavillio multicolore del pulviscolosospeso, per sognare ad occhi aperti e…poi cedere, come sotto ipnosi, al sonno,comunque, dovuto ai cari nonni! Quel bambino,oggi adulto, “rispolvera”, insieme aduna banda di soci/pregevoli musicisti, sottoil “tetto ” del “Circolo culturale FedericoMagnani”, i ricordi, gli stupori, le fantasticherie“a cavallo” dell’ “EFFETTO TIN-DALL” e ne scaturisce un pregevole cd, dialterni umori: scoppiettante e solare, intimistae nostalgico ……un dipolo di sentimenti,ben trasposti in immagini musicali dalle sensibilitàumane e dalle capacità compositiveed esecutive dei componenti il settettoRomano, in campo o meglio sul pentagramma,con la seguente formazione: AlessandroGiuliani al clarinetto, il già citato Giuseppe


Pittalis alle chitarre, Federico Feliciani vocenarrante, Michele Leiss ai sassofoni, LorenzoGentile al piano e alle tastiere, Antonio Verediceal basso elettrico e al contrabbasso perultimo ma non ultimo Francesco De Rubeisalla batteria, in epoca successiva avvicendatosicon Emiliano Laganà. Come accade perla polvere che, di poche pretese davvero, siaccontenta di qualche cmq. di superficie perposarsi, mostrarsi, sovrapporsi e lanciare lasfida per altri territori, così questi ragazzi,assolutamente privi di ……….grigiore e piùverdi che mai dall’alto della loro giovinezza efreschezza d’animo, si annidano, a partir dal1997, nell’esigua cubatura di una classicacameretta adolescenziale e, prendendosi,reciprocamente, per gli strumenti, con quellasolidarietà che trasuda da un gruppo, formatofondamentalmente da amici, poi accomunatoda interessi, trascorrono ore e ore a“leggere e ripetere le sette note di terzi”,dove “ l’ opera dell’ingegno altrui ” era rappresentatada “calibri bandistici” quali FrankZappa, King Crimson, Area, Perigeo, SoftMachine……un microuniverso diversamenterappresentativo di un eclettismo intellettualemusicalmente esposto! Biscotti e fette biscottatesbocconcellate, livelli crescenti di briciole,unite agli aromi fumiganti da “cups oftea” preparate con miscele opportunamenteselezionate da mamme rassegnate a conviverecon le soluzioni musicali di ben altre“mothers” di Zappiana memoria(n.d.r.:”Frank Zappa and the mothers ofinvention”…un’incarnazione della musica delgrande Frank) …….. marcavano il tempomusicale dei “SOCI del Circolo”! Dalle briciolealimentari al “pulviscolo di note”dell’EFFETTO TINDALL ….se ne è accumulatadi “polvere di idee musicali”, sempre piùconcentrata sulla volontà di dar vita ad unprogetto originale……. L’ASPIRAZIONE all’autonomiacompositiva …..era nell’aria! Sono“pulviscoli ” di altri tempi musicali quellidepositatisi su “EFFETTO TINDALL”, cddai connotati professionali, uscito nel 2003,realizzato in tempi strettissimi e in completaautoproduzione contando anche su opportunitàfinanziarie derivate dalla vittoria dialcuni concorsi e festivals musicali (il primoposto conseguito nella rassegna “MARTELI-VE” ..è stata un ‘occasione per registrare unpo’ di musica a spese di terzi …) chemostra un gruppo assolutamente a proprioagio nella proposta di un jazz rock non dimaniera e non esasperato da virtuosismi etecnicismi personali, di stampo prettamenteEuropeo con atmosfere “accalorate” daibenefici influssi della loro cultura musicaleMediterranea, dai colori e dinamiche “vintage”,collocabili nel decennio dei ’70 .Apprezzabili passaggi pianistici, frasi di sassofonoe guizzi e languori …..al clarinetto,basso e chitarra ben presenti a dar di ritmicae a passeggiar con brevi ma funzionali assoli,attestano il buon gusto estetico e sostanzialedella “BANDA”.La loro musica, fondamentalmente strumentale,è, talvolta, base per la “posa”, sia su cd(ascolta il brano “ARIA ANTICA”) che neiconcerti, di brevi testi o riflessioni, che scopronole qualità d’introspezione e l’attenzioneper “il sociale” dei “Soci”. E’ del 2005il loro “appoggio musicale” ad uno spettacolomusicale & teatrale dal titolo “Periferiedistorte” allestito con la collaborazione delloscrittore Romano Paolo Verticchio e propostoin diverse occasioni qua e là in Italia……male polveri …sono sottili e si spandonoanche all’estero: in Giappone, ad esempio!Una band alla quale auguro, sinceramente,di uscire dalla “fase aurorale” dell’autoproduzionee di farci …starnutire un po’ piùspesso! Seguiteli se ne avete occasione: dalvivo, è proprio il caso di dirlo, il “CIRCOLO”…..fa mangiar polvere! < “CcfM” ,“EFFETTO TINDALL” …..la polvere inuno dei suoi più riusciti travestimenti….avrebbedetto il piccolo grandeNICK CARTER del grande BONVI ! >consultate il sito ufficiale :www.ccfmweb.net


12<strong>Campo</strong> de’ fioriEnzo Rossi da Civitadi Cristina EvangelistiGià qualche mese fa, abbiamo avuto il piaceredi ospitare sulle pagine di <strong>Campo</strong> de’fiori, sotto la penna del nostro Sandro Soli,l’illustre concittadino Enzo Rossi, ma, conquesta uscita, vorremmo sottolineare ilnotevole successo artistico che lo stessoha riscontrato, e continua a riscontrare, siain Italia che all’estero.Per chi lo avesse dimenticato, Enzo Rossinasce a Civita Castellana (Viterbo) e vive elavora a Cameri (Novara). Ha studiatopresso l’Accademia di Brera a Milano. Si èlaureato in architettura con il massimo deivoti. Ha conseguito l’abilitazione all’insegnamentocon il massimo punteggio.Vincitore dei seguenti concorsi: per l’insegnamentonella Scuola Media Inferiore dieducazione artistica; per l’insegnamento didisegno e storia dell’arte nella ScuolaSecondaria Superiore; per l’insegnamentodi discipline pittoriche nel Liceo Artistico.E’ stato docente di disegno ornato, di figuradisegnata e di scultura nel LiceoArtistico “A.Modigliani” di Novara e di educazioneartistica in Scuole Medie Statali ePreside nel Liceo Artistico “F.Giani” diAlessandria.Ha assolto il compito di Commissario inoccasione di concorsi abilitanti a cattedra,inoltre è stato Preside e Membro di mostree concorsi di pittura.Allievo dello scultore Assen Peikov e delfamoso restauratore del Vaticano e delLouvres Pico Cellini; ha collaborato con glistessi per la realizzazione di grandi opere.Ha svolto l’incarico di Direttore eResponsabile Artistico di prestigioseimprese per la produzionedi ceramica artisticain varie fabbriche quali:- Vasanello del MarchesePaolo Misciatelli –F.I.S.A. di Civita Castellana– Sant’Andrea(Vercelli) – CeramicaAretini di Cameri.Si esprime indifferentementesia in campo pittoricosia scultoreo(legno, ferro, rame,bronzo, mosaico, ceramica,affresco, olio,ecc). Nell’anno 2000 èstato insignito dellanomina di AccademicoEuropeo per le RelazioniEconomico-Culturali.Nell’anno 2005, all’Universitàdegli Studi delPiemonte Orientale A.Avogadro, è statadiscussa la tesi di laureain lettere e filosofia,relatore M. Rosci, sullavita dell’artista.Durante la sua carrieraartistica, oltre a parteciparea numerose mostre,sia in Italia che all’estero,ha lavorato adaltrettanti progetti per larealizzazione di importantiopere. Ve ne citiamoalcune:Nel 1956 ha collaboratocon lo scultore Assen Peikov, per la realizzazionedella statua “Leonardo da Vinci”per l’aeroporto di Fiumicino a Roma.Nel 1966 ha realizzato il pannello in ceramica“Immagine Simbolica del Volo”, dellagrandezza di circa 8 mq, per la Compagniadi volo TWA di Los Angeles (USA).Nel 1980 ha realizzato il “Monumento allaResistenza” con relativo arredo urbanisticodella piazza composto da fontana, giardino,targhe, luci, camminatoio etc. per lacittà di CameriNel 1981 ha lavorato al restauro della statuaSt. Tommaso presso la chiesa StoThomas Aquinas’ Rectorg – Philadelphia(USA) e, nel 1982, nella stessa chiesa, harealizzato un altare in marmo.Nel 1986 ha realizzato la scultura in bronzo,dell’altezza di mt 1,40, per il “Palio Cittàdi Cameri” e nel 1988 ha realizzato alcuneopere pittoriche per il locale AeroportoMilitare.Nel 1989 ha realizzato le illustrazioni per illibro di poesie “Falda freatica” di G.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 13Giovannelli.Nel 1994 ha realizzato un pannello inbronzo di unico pezzo, di mq 7 circa, commissionatoglidal Cav. Pietro Barilla (SocietàBarilla SpA di Parma).Una delle ultime realizzazioni artistiche diEnzo Rossi da Civita, è una magnifica operascultorea in bronzo, che vede rappresentatauna mondina al lavoro, in PiazzaRomentino a Saint Marcel (Francia).Infatti, il 17 Luglio 2005, in occasione del20° anniversario del gemellaggio fraRomentino e Saint Marcel, l’amministrazionecomunale di Romentino ha voluto regalare,al paese gemellato, l’opera di un artistaitaliano a simbolo di una nuova piazzafrancese.Nello stesso anno, esattamente il 30Ottobre, Enzo Rossi ha realizzato un monumentoin acciaio per l’AssociazioneA.I.D.O., posto a Cameri nella via intitolataai donatori, a sottolineare l’impegno civile ela grande generosità degli stessi.In occasione dell’inaugurazione del monumento,l’artista ha illustrato il significatodell’opera:“Nel cerchio abbiamo il mare della speranza,con sopra il cielo che rappresenta unavita nuova. In alto c’è il sole più grande,che si collega ad un sole più piccolo (chesiamo noi) con accanto le mani che accolgonol’organo. La parte sottostante il cerchiorappresenta il mondo visto dall’alto,mentre la parte dietro il monumento simboleggiaun organoche pulsa.In cima c’è il simbolodell’AIDO. Il tutto, dalontano, può esserevisto come un fioreche si innesta nel terreno.”Oggi, Enzo Rossi, stalavorando alla realizzazionedi un monumentoper la piazza diCameri, dedicatoall’Associazione GruppoAlpini. Civita Castellana,come abbiamogià avuto modo diconstatare, ha il privilegiodi aver dato inatali a moltissimiartisti, famosi e non,e questo non può chefarci onore.Al signor Enzo Rossivà tutta la nostrastima e ci auguriamoche, anche la suaamata Civita Castellana,possa un giornoonorarsi di avere unadelle sue opere.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 15Civitonici IllustriIl Professore Ettore Lucchesi(Corchiano 23.10.1930 - Civita Castellana 2.03.1981)Il Professor Ettore Lucchesi, studioso ebiografo dell’architetto fiorentino Antonioda Sangallo il Giovane, (1485-1546),nasce a Corchiano, provincia di Viterbo, il23 Ottobre 1930.Nel 1948 si diploma presso il LiceoScientifico di Viterbo.Sindaco di Nepi dal 1964 al 1970.Docente di Educazione Artistica presso laScuola Media di Nepi.Anticipatore della moderna ricerca storiograficaapplicata alla storia dell’architettura:conoscenza diretta dell’opera attraversorilievi, grafici esplicativi e analisi minuziosa,quasi scientifica, delle fonti documentarieed archivistiche.Nella multiforme attività del Prof. Lucchesi,possiamo distinguere due avvenimenti dialto livello culturale: l’esposizione nel 1981dei disegni di Antonio da Sangallo ilGiovane presso il Forte omonimo di CivitaCastellana e il libro “Nepi Filissano. IsolaConversina. Ponte Nepesino”, pubblicatopostumo nel 1984, che illustra attraversoun ricco repertorio documentario e <strong>foto</strong>graficole vicende urbanistiche della cittàdi Nepi, dalla sua fondazione agli inizi del‘900, con particolare riguardo al periodoFarnesiano.Patrocinata dal Comune di CivitaCastellana, Sindaco Carlo Cimarra eAssessore alla Cultura il Prof. CarmeloBonarrigo, il 18 Ottobre 1980 viene inauguratapresso il Forte Sangallo la mostra“Antonio da Sangallo il Giovane nelViterbese. Progetti e rilievi architettonicidi Antonio da Sangallo ilGiovane tratti dal Gabinetto deiDisegni e delle Stampe degli Uffizi diFirenze a cura del Prof. EttoreLucchesi”.L’esposizione, per la prima volta e mai piùverificatasi successivamente, porta all’attenzionedi un vasto e numeroso pubblicoil “Corpus dei Disegni di Architettura diAntonio da Sangallo il Giovane”, relativamentealle opere edificate nei più importanticentri urbani del Viterbese comeFerento, Capodimonte, Gradoli,Montefiascone, Nepi, Ischia di Castro eCivita Castellana. Una mostra di alto livellotecnico e scientifico, in netto anticipo suitempi, dove accanto all’eccezionalità dellafonte di provenienza - gli “Uffizi” di Firenze– vengono esposti i progetti architettonicidella fortezza Sangallesca di CivitaCastellana come il rilievo della strutturafortificata preesistente e dei fossati che lacircondano, i disegni preparatori del cortileporticato principale, per arrivare aglistudi architettonici di dettaglio del portaledi accesso e dei cortiliinterni minori.Riproduzione <strong>foto</strong>grafichedei disegni degli“Uffizi”, di proprietàComunale, purtropposcomparse.Antonio Giamberti fuil più autorevole rappresentantedella Famigliadei Sangallo, celebrecasata di architetti delRinascimento Fiorentino.La “Setta Sangallesca”,come ebbe a definirlaMichelangelo Buonarroti.Nipote di Antonio daSangallo il Vecchio e diGiuliano da Sangallo,nella Roma del ‘400,dopo la morte diRaffaello, divenne il piùimportante Architetto edArtista della cortePapale.Allievo del Bramante edel Peruzzi, tra il 1516 eil 1546, anno della suamorte, è il regista assolutoe indiscusso di tuttele operazione urbanistichenello StatoPontificio, dal Lazioall’Emilia Romagna, atestimonianza di una attivitàfrenetica che ha lasciato numerosicapolavori. Dimenticato dalla storiografiaartistica ufficiale dopo la sua scomparsa, lafigura di Antonio da Sangallo il Giovane edella sua Famiglia viene riscoperta neglianni’30 dal Professor GustavoGiovannoni titolare della Cattedra diStoria dell’Architettura presso l’Universitàdi Roma e massimo studioso, riconosciuto,dei Sangallo.L’appassionata ricerca del Lucchesi, siinserisce sulla scia di questo illustre precedente,documentando in maniera netta epuntuale l’attività del Sangallo nelViterbese e nella sua più celebre operacome la Fortezza di Civita Castellana, cheil Professore nella conferenza di inaugurazionedel 1980 definì, oggettivamente,“….il prototipo, indiscusso,dell’Architettura Militare del ‘500”.L’attenzione del Lucchesi verso la figura diAntonio da Sangallo il Giovane lo portò aconfrontarsi, verso la fine degli anni ‘70,attraverso reciproci scambi di ricerche eIl Prof. Lucchesi con la fascia tricolorestudi, con il Professor Gaetano MiarelliMariani, erede del Giovannoni e titolaredella Cattedra di Restauro dei Monumentinella Facoltà di Architettura di Roma.Nel libro “Nepi Filissano. Isola Conversina.Ponte Nepesino”, il Professor Lucchesisvela la storia di Nepi attraverso i suoi piùimportanti monumenti, l’Acquedotto – ilPalazzo Comunale – la Cattedrale, e analizzandole principali fonti documentarie earchivistiche, con un linguaggio chiaro edesplicativo, corredato da un ricco repertorio<strong>foto</strong>grafico. Appassionato studioso dell’architetturae ricercatore instancabile didocumenti e cronache antiche, dopo lamorte prematura avvenuta a CivitaCastellana nel Marzo del 1981, è stato“dimenticato” dal vasto pubblico, mai daquello “specializzato” a diretta testimonianzadi una attività culturale unica e inanticipo sui tempi, attenta alla accurataanalisi delle fonti storiche quali basi indiscussedella moderna ricerca storiografica.Prof.Arch. Enea Cisbani


01100 Viterbo -P.zza Verdi, 2/A - Tel./Fax 0761.347651 e-mail: colb-viterbo@lisi-bartolomei.comCentro Commerciale Tuscia - Tangenziale Ovest - Tel. 0761.390013 e-mail: colb-tuscia@lisi-bartolomei.com01030 Vallerano (VT) -Via Don Minzoni, 58 - Tel./Fax 0761.751551 e-mail: colb-valle@lisi-bartolomei.com01033 Civita Castellana (VT) -Via Giovanni XXIII, 28-28A - Tel./Fax 0761.517951 e-mail: colb-civita@lisi-bartolomei.com00169 Roma -Centro Commerciale Casilino - Via Casilina, 1011 - Tel. 06.23260306, Fax 06.23279988e-mail: colb-roma@lisi-bartolomei.com63037 Porto D’Ascoli (AP) -Centro Commerciale Portogrande - Via Pasubio, 144 - Tel./Fax 0735.753665e-mail: colb-portogrande@lisi-bartolomei.com70124 Bari -Centro Commerciale Carrefour - Viale L. Pasteur, 6 - Tel./Fax 080.5382652e-mail: colb-barisanpaolo@lisi-bartolomei.com


<strong>Campo</strong> de’ fiori 17Amarcord Ricordi in...equilibrioI fatti e i personaggi che un tempo hannocaratterizzato la nostra cittadina, riaffiorano,con la rubrica Amarcord, dai ricordi deinostri lettori, come se si trattasse di importantireperti storici, testimoni di uno stile divita ed un fenomeno sociale ormai perduto.Con questo numero di <strong>Campo</strong> de’ fiori,vogliamo essere testimoni di quello che fuun personaggio “curioso” per CivitaCastellana.Chissà quanti dei nostri lettori si ricorderannodi Macario Nesta?Egli, nacque a Civita Castellana il 7 Lugliodel 1939 e, ancora ragazzo, rimane orfanoinsieme ad un fratello più piccolo.Erano gli anni in cui la televisione nonaveva fatto ancora il suo ingresso neisalotti delle case, e si poteva vederla soltantopresso luoghi di ritrovo, come i bar.Macario, affascinato dal mondo dello spettacolo,e soprattutto dai varietà televisivi,inizia ad imitare personaggi comici, cantantie cabarettisti e, pian piano, ad esibirsiin pubblico. Ma la cosa che più gli piacefare, e che maggiormente gli riesce, è ilgiocoliere.Inizia, con l’aiuto dell’amico Mario Talia, unoperaio della Falegnameria Mozzicarelli, acostruirsi tutta l’attrezzatura necessaria,(lunghe aste di legno con gli estremi benlavorati, sfere di legno) e, grazie allapazienza di Don Gino Conti, si esercitaall’oratorio, inserendo nel suo repertorioanche dei numeri con le sedie in legno,sempre messe a disposizione dal sacerdote.Il pubblico, sempre più numeroso, lo assistecon ovazioni e gran divertimento e, perle feste patronali e i veglioni di carnevale odi fine d’anno, tenuti presso la Sala Cicuti,non mancano mai di fargli fare qualchenumero d’intrattenimento.Nel 1956, dopo anni di allenamento, decidedi scrivere alla RAI, per proporsi inqualche trasmissione televisiva. La rispostanon manca ad arrivare.Viene chiamato ad un provino ed il 2Settembre 1956, partecipa alla trasmissione“Primo Applauso” condotta da EnzoTortora e con Rossella Como come presentatrice.Di lì la sua passione cresce e suoi successipure. Viene chiamato continuamente adesibirsi nei locali alla moda del momento,come ad esempio il Cinema Italia di Tivolie, ogni volta Macario, solo, senza nessuna“spalla”, deve trasportare 80-90 Kg diattrezzature per spostarsi da un localeall’altro. Le ballerine, che lavoravano neglistessi locali, si prestavano allora a fargli davallette passandogli le attrezzature necessariedurante i suoi numeri.“Mi costruivo tutto da solo – ricorda ilsignor Macario – anche gli abiti che indossavo.Una volta, mi ricordo, mi feci un paiodi pantaloni da Cow Boy. Erano un po’lenti e, durante uno dei miei numeri, questimi calarono improvvisamente. Non vidico le risate del pubblico”. Ma, nella vita,il signor Macario, non ha fatto soltanto ilgiocoliere. La sua è stata una vita veramenteintensa ed interessante. Esperto divini, ha lavorato come someliér in moltissimiristoranti ed hotel di prestigio inSvizzera. In uno di questi ristoranti, conosceuno Chef, Evelina, una dolcissimaragazza di nazionalità Greca, della quale siinnamora immediatamente e con la quale,una volta sposati, aprirà un ristorante aSan Martino di Castrozza. Attualmente ilsignor Macario vive con la moglie Evelina ela figlia Diana a Trento e qui è proprietariodi una ditta che si occupa di prodotti chimiciecologici (è definito uno dei maggioriesperti italiani ed europei nel ramo dellacombustione), ma non manca mai di ritornarea Civita Castellana, il suo paese d’origine,dove ha comperato una casa. Qui cisono i suoi amici, i suoi parenti, la genteche conosceva un tempo e, pur avendovissuto la maggior parte dei suoi anni all’esteroe nel Trentino, pur avendo lasciatoda giovanissimo Civita Castellana, il richiamodi ciò che gli appartiene, di ciò che è eche è stato, della terra natia, lo attira fortementea questi luoghi. Questa del signorMacario è una storia che non ho mai sentitoraccontare prima, ma che sicuramentetornerà alla mente di tanti civitonici eche andrà ad arricchire quel “bagaglio storico- culturale” del nostro paese. Perchiunque si ricordi del signor Macario o perchi lo abbia conosciuto in gioventù e conlui abbia condiviso quei bellissimi anni, perricordare insieme quegli anni e quelle amicizie,ci ha chiesto di voler pubblicare il suoindirizzo: Macario Nesta – LocalitàCenta di Vela 7 – 38100 Trento.Da parte nostra ci auguriamo che le vostrerisposte siano numerose. Anche una cartolinasarà sufficiente. Il signor Macariorisponderà a tutti.Cristina Evangelisti


18<strong>Campo</strong> de’ fioriRoma che se n’è andata: lEttore Roesler Franz: un acquerellista dell’ottocentoSe dovessi avere interessedi conoscere qualcosadi Roma che se n’èandata e qualcosagodere di questo popolooltre, naturalmente, aisonetti di GiuseppeGioachino Belli, visitandoi luoghi descritti, nondi Riccardo Consolipotrai esimerti dall’ammiraregli acquarelli diEttore Roesler Franz, sono questi infatti che,meglio di qualsiasi altra cosa, riesciranno atrasmetterti e farti percepire, quasi respirare,l’atmosfera degli anni del Poeta di Romaquelli, per intenderci, posti a cavallo dell’ottocentoe i primi anni del novecento.Ettore Roesler Franz nasce a Roma il 12maggio 1845 da Luigi e Teresa Biondi, unafamiglia di origine tedesca proveniente daiSudeti che, trapiantata a Roma agli inizi delsettecento, fondò il celebre Hoteld’Allemagne, tra Via Condotti e Piazza diSpagna, albergo che ospitò molti famosipersonaggi tra i quali il romanziere ingleseWilliam Thackeray, Luigi Bonaparte fratellodell’Imperatore, il compositore tedescoRichard Wagner e il poeta tedesco JohannWolfgang Von Goethe.La famiglia di Roesler Franz era imparentatacon le famiglie di diversi aristocratici dellacapitale e fu citata da Giuseppe GioachinoBelli in alcuni suoi sonetti; il giovane Ettore,che a dispetto del suo cognome straniero, èromano da più generazioni, compie i suoistudi presso l’Istituto delle Scuole Cristianedi Trinità dei Monti e presso il CollegioPropaganda Fide dove segue corsi di architetturaquindi, a partire dal 1875, aveva giàtrent’anni, si dedica esclusivamente alla pitturae assieme ad altri fonda la Società degliIl Tevere e sullo sfondo Castel Sant’AngeloAcquarellisti di Roma della quale diverrà piùvolte Presidente.Ettore Roesler Franz, che, oltre all’italiano,parlava correttamente l’inglese, il francese eil tedesco, fu amico fraterno e compagno distudi, presso l’Accademia di San Luca, diEttore Ferrari autore del monumento dedicatoa Giordano Bruno in Piazza <strong>Campo</strong> de’fiori, che divenne, successivamente,Deputato oltre che Gran Maestro dellaMassoneria Italiana.“La sincerità fa grande l’artista”,questa la scritta che risaltava nel suo studiodi Piazza San Claudio ed a questa massimal’artista si attenne sempre; le sue opere piùfamose sono senza dubbio i quadri riproducentiRoma sparita o, per citare lo stessoartista, Roma pittoresca - Memorie di un’erache passa.Ma soffermiamoci per un istante su quellache fu la tecnica di Roesler Franz, egli siaggirava tra i vicoli di Roma con pennelli,cavalletto e macchina <strong>foto</strong>grafica e si servì diquest’ultima per focalizzare, con assolutaprecisione, ogni particolare, anche il più piccolo,oltre che per ritrarre i suoi personaggiquasi sempre ripresi nelle loro funzioni piùumili; tutto ciò in un’epoca immediatamenteprecedente le grandi demolizioni che, spazzandovia la Roma de na vorta, creava ampispazi per l’insediamento dei nuovi quartieriresidenziali.Grande è il merito di questo straordinarioartista poiché le sue opere restano l’unicavera testimonianza a colori di quello storicoradicale mutamento, i suoi quadri e soltantoquesti, ci consentono oggi di immaginare ose preferisci, di rivedere, quella che era statala città prima dei suddetti sventramenti.Naturalmente non è possibile, elencare inquesta sede, tutte le vaste zone colpite daSan Giorgio Velabro con l’Arco di Gianoquelle demolizioni mi limito, pertanto, aricordare la grande quantità di case insistentisulla sponda sinistra del Tevere e sullasponda destra nella zona di Trastevere, perpassare poi alla quasi completa distruzionedel Ghetto, ossia di quella parte della cittàabitata dalla comunità ebraica e, quindi, allairreparabile perdita del Porto di Ripetta, delPorto di Ripa Grande e della c.d. Spina diBorgo, il quartiere di Mastro Titta, per farposto all’attuale Via della Conciliazione e, daultimo, la demolizione di quella vasta areacompresa tra il Teatro Marcello e PiazzaVenezia.Ma dove sono finite le opere di questoMaestro o, quantomeno, quelle che ci interessanopiù da vicino, ossia quelle riproducentila Roma sparita?Prima di ricercare una valida risposta vogliocitare quello che può essere considerato unasorta di testamento spirituale dell’artistaEttore Roesler Franz che, il 20 marzo 1894,così scriveva:“…la collezione dovrebbe esser posta in unasala speciale con una grande carta topograficadella vecchia Roma in cui io darei indicazionedei luoghi dove sono stati ripresi iquadri ; questofaciliterebbe gli studiosi delle future generazioninel capire quale era l’aspetto di Romaprima dei presenti mutamenti…”La serie di dipinti con tematica Roma sparitaè costituita da ben 120 tavole, suddivise intre mini - serie da quaranta cadauna; nel1883 l’allora Sindaco di Roma LeopoldoTorlonia acquistò la prima delle serie suddettee soltanto dopo la scomparsa dell’artista ilComune acquisto le restanti due, attualmenteil Comune ne possiede 119 poiché unacquarello, segnatamente quello riproducentePalazzo Mattei alla Lungaretta è andatosmarrito durante una mostra itinerante e non


<strong>Campo</strong> de’ fiori 19uoghi, figure, personaggiIl Tevere da Ponte Sistopiù ritrovato.La maggior parte degli acquarelli della Romasparita, il numero esatto è 93, sono oggicustoditi presso il Museo di Roma a PalazzoBraschi in Piazza San Pantaleo con affacciosu Piazza Navona, i rimanenti 26 si trovanopresso il restaurato Museo di Roma inTrastevere, già Museo del Folklore, in PiazzaSan Egidio. Alle opere di Ettore Roesler Franzsi attribuisce un valore documentario nonsoltanto per quelle che rappresentano laRoma ante ristrutturazioni urbanistiche iniziatedopo il 1870, ma anche perché l’artistadescrive con dovizia di particolari la vita quotidianadi una Roma avente ancora dimensionedi grosso paese così, nelle opere dedicateal Tevere, sono messi in risalto i mestierie le attività legate al fiume che in queglianni rappresentava la via di comunicazionepiù importante, era sulle barche e sugli zatteroniinfatti che arrivava in città ogni tipo dimerce, i porti di Ripetta e di Ripa Grandeerano luoghi di grande traffico, nel primoapprodavano le merci provenienti dallaSabina e dall’Umbria mentre il secondo eraaperto ai grandi traffici del Mediterraneo.Analogamente, in altri dipinti sono raffiguratii mestieri e le attività di pertinenza femminilequali la filatura, la cernita della farina, lalavatura dei panni, in molti acquarelli questisono raffigurati stesi alle finestre per mezzodi piccoli cappi di spago pendenti dalla cordaprincipale e, naturalmente quelle di pertinenzamaschile come il maniscalco, ilcapraio, l’ombrellaio; numerosi i particolari diarredo urbano quali le targhe stradali dipintesui muri, le insegne delle botteghe e delleosterie, queste ultime segnalate da una frasca,in genere un ramo consistente di alloro,da una bandiera rossa, da un cerchio dibotte o dalla ruota di un carro.Nei quadri di questo artista le edicole votive,le c.d. Madonnelle, poste sulle facciate dellecase o in corrispondenza degli incroci di strade,molto spesso circondate da ex voto dilatta a forma di cuore o tavolette dipinte conla raffigurazione dell’evento miracoloso, daosservare che il lume che ardeva davanti aqueste edicole rappresentava l’unica formadi illuminazione notturna di molte straderomane.L’artista era profondamente innamorato dellatecnica dell’acquarello che privilegiò semprerispetto alle altre e questa sua predilezione èvalidamente testimoniato dal contenuto diuna sua lettera pubblicata nel 1880 sul giornaleil Popolo romano indirizzata al direttore,in quella occasione così si esprimeva EttoreRoesler Franz:“…ho letto con piacere nella Tua rivista artisticale giuste osservazioni per la poca oniuna considerazione nella quale si tiene l’acquarellonell’esposizione di Piazza delPopolo…“…è’ veramente deplorevole che, dopo losviluppo che ha preso a Roma questo ramodella pittura, si debba ancora considerarlocome un ninnolo dell’arte ed assegnargli intutte le esposizioni l’ultimo posto…“…è poi doppiamente doloroso che s’inducauno a mandarvi i propri lavori per vederli poiesposti in una luce che non è luce…“…tu sai quanto io abbia fatto e faccia affinchél’acquarello prenda un posto notevole franoi, come lo ha di già altrove…“…ti sarò perciò sempre grato ogni qualvoltati adopererai per togliere certi pregiudizi, chepurtroppo dominano ancora il campo…Ciò detto, bisogna doverosamente aggiungereche EttoreRoesler Franz fuil pittore dell’ottocentoromanoche più si affermòall’estero eAdolfo Scalpellifu il suo unicoallievo, un giovanepittore tiburtinoche per testamentoereditòdal Maestro tutti isuoi bozzetti, glischizzi, i disegnie gli acquarellinon ancora completati.Adolfo ScalpelliTorre Frangipanemorì giovanissimo, aveva appena ventinoveanni allorquando cadde sull’Altopiano dellaBainsizza durante la prima guerra mondiale,proprio per la sua prematura scomparsa leopere di questo straordinario allievo delgrande Maestro sono molto rare, qui ricordiamoi quadri raffiguranti alcune vedute diRoma come i ruderi della Via Appia Antica, lac.d. Sedia del Diavolo, la Campagna Romanae le vedute di Villa d’Este a Tivoli, città dovei due pittori si erano conosciuti e dove EttoreRoesler Franz aveva fissato la sua secondaresidenza acquistando anche una casa.Tivoli con le sue bellezze artistiche e naturalilo affascinò non poco ed egli la ritrasse neipunti e nei luoghi più belli e caratteristiciinoltre, il suo soggiorno, lo legò ancora di piùa questa città tanto che, con voto unanimeespresso dal Consiglio Comunale il 6 febbraio1903, gli fu conferita la cittadinanza onorariatiburtina; molto bella e di grande valore lapergamena realizzata per l’occasione daGiuseppe Cellini.Il grande acquarellista dell’ottocento morì aRoma nella sua abitazione di Piazza SanClaudio, il 26 marzo 1907.Porto di Ripetta


20<strong>Campo</strong> de’ fioriFabrica di RomaLe guidiErmelinda BenedettiSTORIA Il paese diFabrica di Roma, acirca 50 km a nord-estdalla capitale, ha unasuperficie di 34,72 kmquadrati per una popolazionedi 7.540 abitanti,dati che tengonoconto anche della frazionedi Faleri. Il territorioè pressoché pianeggiante.Sito alle pendici del monteCimino, infatti, si trova a quasi 300 m sullivello del mare.Già popolato nel periodo neolitico, è con laciviltà dei Falisci che raggiunse la pienezza.Sopraggiunsero, poi, gli Etruschi che, nonostantele rivalità e le alleanze con i Falisciper contrastare i Romani, furono sconfitti daquest’ultimi. I dominatori costrinsero isuperstiti ad abbandonare Falerii Veteres,completamente distrutta, per stabilirsi in unvicino territorio privo di alcuna difesa naturale,dove eressero una solida cinta murariaall’interno della quale fondarono la cittadinadi Falerii Novi, colonia romana. Solo il luogoche oggi corrisponde al centro storico,posto su un grande banco di peperino,diede l’opportunità di realizzare un nuovoinsediamento falisco. Non si hanno, poi, piùnotizie dell’esistenza della cittadina peroltre mille anni. Sulla base di quanto affermail Chronicon Farnese II, soltanto nel1093 d. C., Ildebrando di Odelerio cedette ilFundo Fabricae al Monastero di Farfa. Nel1143 fu abitato dai Benedettini che, sullerovine di una precedente Chiesa, costruironola Chiesa di Santa Maria in Falerii.Nell’Alto Medioevo, dunque, Fabrica diRoma rientrava sicuramente tra i possedimentipapali, sotto la protezione dei Prefettidi Roma, che dominarono il Patrimonio diS.Pietro in tutta la Tuscia, schierandosispesso a fianco dell’Impero nelle lotte l propriocontro il papato e Roma. I primi Prefettifurono i Vico, che si impadronirono del piccolocentro, fino a quel momento sotto ilcontrollo diretto della Chiesa, nel XII secolo,lasciando a testimonianza della loro presenzala costruzione di rocche e castelli.Papa Urbano VI riuscì a cacciarli e ad impadronirsidi nuovo del paese nel 1383.Nominato Papa Sisto IV, il controllo delloStato Pontificio passò a Francesco dellaRovere, il quale distribuì i suoi feudi ai suoiparenti e Fabrica fu assegnata a Lucreziadella Rovere. Qualche anno dopo venneeletto Papa Alessandro Farnese, col nome diPalo III, il quale riunì i feudi dei Farnese ,tra cui il castello di Fabrica, formando ilDucato di Castro, uno Stato indipendenteda quello della Chiesa. Tale Ducato passònelle mani del figlio, Pier Luigi, sotto il cuicontrollo rimase fino al 1649, anno in cuiRanuccio Farnese, che aveva signoreggiato,ricoprendo di tasse i sudditi, dovette riconsegnareil Ducato e tutte le proprietà dellasua famiglia alla giurisdizione della CameraApostolica, come risarcimento dei debiticontratti. I Farnese non riuscirono più ariscattare il feudo, che rimase sotto il direttodominio dello Stato Pontificio.Successivamente molte terre venneroacquistate dalla famiglia Cencelli, tra cui laRocca e il Castello, che sono attualmente inpossesso della contessa Mariani BianchiNanni. La cittadina assunse definitivamentela moderna denominazione di Fabrica diRoma il 13 gennaio 1873, per regio Decretoe Nicola Pacelli, dal 1855 Priore, fu il primoad avere la nomina di Sindaco di questoComune.ITINERARIO TURISTICO Tracce degliantichissimi insediamenti falisci si possonotrovare fuori del comune di Fabrica diRoma, nella frazione di Faleri, l’anticaFalerii Novi. Visitando il luogo è possibilevedere i resti delle potenti mura di cinta,lunghe più di due chilometri, intervallate daben 50 torri di avvistamento. Nel sottosuolopoi sono state scoperte tombe e cunicoli,contenenti numerosi reperti. Di grande interesseè la Porta di Giove ad arco a tuttosesto e la Valle dei Principi, che fiancheggiail corso d’acqua del Rio Maggiore eospitava la Necropoli di Falerii e le tombefalische ipogee porticate, risalenti al VII-VIsecolo a.C. Il piccolo centro era costeggiatodalla importante Via Amerina, una stradamilitare romana che, staccandosi dalla principaleVia Cassia, raggiungeva la cittadinadi Amelia passando per l’Agro Falisco.Anche nello sperone di peperino sul quale sierge il centro storico del comune di Fabricaesisteva un antico abitato falisco, testimoniatodalla scoperta di grandi antri scavatinella roccia vulcanica. Lunghe grotte e galleriedi diversa lunghezza, anticamenteforse abitazioni, percorsi, ricoveri, condottiper le acque, si snodano all’internodell’intero blocco dipietra.Attraversando levie del centrostorico, un anticoborgo medievale,si può visitare ilCastello, postonella parte più elevatadel centro storico,datato intornoal XII secolo, chepassò di volta involta nelle manidelle diversefamiglie chegovernarono ilfeudo, a partiredai Di Vico, poigli Orsini, i DellaRovere, fino aiFarnese, che lorestaurarono e vifecero erigere unaimponente torreverso la fine del XVIsecolo. Il Palazzodei Prefetti Di Vico,del XIII secolo, sulla


<strong>Campo</strong> de’ fiori21de di <strong>Campo</strong> de ’ fioricui facciata sono rappresentati gli stemmidelle Corporazioni; il Palazzotto dellafamiglia Della Rovere, risalente al XVIsecolo. E ancora il Palazzo della Cultura,un tempo sede comunale, PalazzoCencelli e Palazzo Jannoni Sebastiani.Tra le Chiese, la più importante è laCollegiata di San Silvestro, risalente alXII-XIII secolo, con il suo caratteristicocampanile. Subì un ampliamento e diversemodifiche nel XVI secolo. L’abside, che sitrova al suo interno, è ricoperta da affreschicinquecenteschi di incerta paternità, forsedi Taddeo Zuccari, o Guido da Viterbo o piùprobabilmente dei fratelli Lorenzo eBartolomeo Torresani. Sotto l’altare centraleè custodito il corpo di San GiustinoMartire. Altre Chiese degne di essere visitatesono Santa Maria della Vittoria, SanLorenzo, Santa Maria della Stradella,Santa Maria della Pietà.TRADIZIONI E FESTECarnevale fabrichese Carriallegorici e mascherate sfilanoper le vie del paese, l’ultimadomenica di Carnevale eil martedì grasso conclusivo.Estate fabrichese Neifine settimana, ma nonsolo, dei mesi estivi diluglio e agosto vengonoorganizzatesarete in musica,spettacoli teatrali euna interessanterassegna cinematografica,di film inprima visione o digrande importanzastorica, all’aperto.Festa di SanMatteo Festeggiamentiin onoredel Santo Protettore,il 21 di settembre.La partereligiosa, caratterizzatadalla solenneprocessione,è affiancata daquella folcloristicache prevedepiù diqualche giornodi festa all’insegnadi spettacolidi piazzapomeridiani eserali.SAPORI TIPICI Oltre ai caratteristici tozzettie cazzotti, dolci secchi con le nocciole,e i frittelloni e gli strufoli, più propriamentedel periodo di Carnevale, chesono diffusi e conosciuti in tutta la zona delviterbese, Fabrica di Roma non ha una tradizioneculinaria locale particolare.LE CURIOSITA’ : Ma lo sapevate che aFabrica di Roma…La persona più anziana in assoluto è lasignora Virginia Conte, nata a Sora il 28maggio 1906. Per la categoria maschile, ilpiù anziano è il signor Valentino Cencellinato a Fabrica di Roma l’1 novembre 1912.Il comune di Fabrica di Roma conta ben3.002 nuclei familiari e gli abitanti, come giàprecisato 7.540, sono divisi tra 3.730 uominie 3.810 donne.(<strong>foto</strong> Mauro <strong>Topini</strong>)


<strong>Campo</strong> de’ fiori 23Come eravamoCivita CastellanaChiesa di S.FrancescoPrima ComunioneMaggio 1956A Maggio se faceva‘a Cresima o ‘a ComunionediAlessandro SoliIl mese di maggio era il mese più importante perle attività che si svolgevano in parrocchia, specialmentenei piccoli centri, come qui a CivitaCastellana.Era il mese designato per ricevere due sacramentiimportanti per gli adolescenti di allora : la cresimae la comunione.I miei ricordi passando per tonalità ormai sbiaditedal tempo, tornano accese quando vedo le chiesepullulare di genitori, padrini, parenti, <strong>foto</strong>grafi, inoccasione appunto di queste celebrazioni liturgiche.Dopo anni passati nell’oratorio parrocchiale a correre sudati dietroad un pallone, a schiacciare la pallina di plastica con la racchettasul compensato del tennis da tavolo, o a urlare al gol decisivo giocandoal calcio balilla, si arrivava immancabilmente all’anno dellacresima o della comunione.Quanti pomeriggi fatti di catechismo, quando imparavi a memoriapreghiere e canti, quando non vedevi l’ora dopo la santa messa eil rosario, di correre sul campetto dietro la chiesa a sfogare tuttala tua vivacità.E correvi e correvi, e sudavi e sudavi, dietro quella magica sfera dicuoio. Sapevi che dovevi farlo, perchè ti stavi preparando per divenire(allora si diceva così) soldato di Cristo.A casa i tuoi avevano già scelto il padrino, colui che ti avrebbeaccompagnato all’altare, in genere un amico o un parente, coluiche avrebbe garantito per te davanti al vescovo.Ma tu lo vedevi come colui che ti avrebbe fatto ‘ o regalo de ‘aCresima che, gioco forza per quei tempi, era il classico orologio inacciaio inox, o la catenina d’oro.Insomma da quel giorno e per sempre l’avresti chiamato ‘ o compare.Era e spero resti ancora un avvenimento, perché se è vero chesono cambiati i tempi, che gli adolescenti di oggi hanno altre esigenze,che l’aspetto religioso quasi sempre è messo in secondopiano, i due giorni di ritiro finali prima del sacramento, non verrannomai dimenticati da nessuno.E quando in quel fatidico giorno il Vescovo ti ungeva la fronte,poi fasciata col nastro dal tuo padrino (pardon compare), ti sentiviimportante e uscendo dalla chiesa al suo fianco, avresti già volutomostrare a tutti il tuo primo orologio inox (il mio era marcaLanco), allacciato sopra il polso sinistro della camicia rigorosamentebianca (Agnelli l’avrebbe fatto più tardi).Poi la classica <strong>foto</strong> ricordo sulle scale della chiesa, tutti fermi, allineati, in attesa del “clic” del <strong>foto</strong>grafo.Infine tutti a pranzo, allora molti a casa, pochi al ristorante, oggiquasi nessuno a casa, moltissimi al ristorante o agriturismo.La mia speranza rimane quella che negli anni a venire, a parte levarianti dovute al progresso, quello della cresima e della comunione,rimanga un traguardo importante nella vita di ogni uomo,e che non venga mai meno l’aspetto religioso unitamente alla tradizioneche vede ‘o Vescovo e ‘o compare figure di primaria importanzanella formazione spirituale e civica dei ragazzi d’oggi.


<strong>Campo</strong> de’ fiori 25di M.Cristina CaponiIl miomigliornemiconeanche il volto. È probabile che in fase dimontaggio, questa scena sia stata tagliata.Il difetto più grave si esplica nella perditadi mordente, che domina per l’intero primotempo del film; successivamente la pellicolavira verso il filone della commediasentimentale, cedendo ad un’atmosferabuonista.Di che se ne dica, il mattatore è semprelui: un Carlo Verdone in perfetta forma, icui muscoli facciali dipingono sul suo voltoben 150 espressioni differenti, regalandouna performance eccelsa. Sorprendentecome in questo lungometraggio i toni dalcomico passano al grottesco, e infine sistemperano nel tenero.La commedia italiana non è ancora morta.Il mio miglior nemico, Italia, 2006. Regia:Carlo Verdone; interpreti: CarloVerdone, Silvio Muccino, AnaCaterina Moriaru, Corinne Jiga; sceneggiatura:Carlo Verdone, SilvioMuccino, Pasquale Plastino, SilviaRanfagni; <strong>foto</strong>grafia: Danilo Desideri;musica: Fausto Bonvino; produzione:Aurelio De Laurentis; distribuzione:Filmauro; durata: 1h e 50’.Ventisei anni d’onorata carriera. Venti annidi film alle spalle. Per gli addetti ai lavori eper i suoi fans, Carlo Verdone è l’autorepiù idoneo ad interpretare il qualunquismoitaliano. Dal 1980, l’attore romano scala ivertici del box office, meritatamenteapplaudito per la sua irresistibile vervecomica, seppur mitigata da un’irrinunciabilevis polemica; con cui evidenzia pregi ebassezze del popolo italiano. A distanza diun paio d’anni da L’amore è eterno finchédura, Verdone esce nelle sale cinematografichealleandosi con il suo giovane“migliore amico”, Silvio Muccino. Connubioinedito, ma potenzialmente allettante peril pubblico, già a partire da un intrigantetrailer, trasmesso a ripetizione dalle emittentiradio-televisive. Che il protagonista diViaggi di nozze abbia realizzato un prodottodi buona fattura, lo confermano oltre gliincassi al botteghino, ben altre cifre: valea dire, le dodici candidature al premioDavid di Donatello 2006. Il successo delsuo nuovo lungometraggio, targato DeLaurentis, risiede secondo Verdone in primisnella sceneggiatura, a cui ha apportatosostanziali modifiche ben sette voltedurante la fase di pre-produzione per untotale di 130 scene, ambientate in diverselocation, fra cui: Roma, Sabaudia, Ginevra,il Lago di Como, e perfino Instabul.Il motore dell’azione che da avvio alla diegesiè lo scontro fra l’ipocrita borgheseAchille De Bellis, top manager di un’importantecatena alberghiera e il proletarioOrfeo, una vita d’espedienti e una madresbandata, accusata di furto dal ristoratore.Confidando nell’innocenza della progenitrice,il giovane accecato di vendetta punta asconvolgere l’appagante esistenza del cinicoalberghiero. Lo scontro si preannunciainevitabile. In un caleidoscopio d’ilarità egag in stile slapstick, Achille De Bellis devedire addio alle certezze maturate nel corsodi una vita: un lavoro edificante, un buonmatrimonio, una bell’abitazione e, all’occorrenza,una provocante amante(Corinne Jiga). Siglare una tregua fra i dueantagonisti sarà possibile solo quandoentrambi si metteranno sulle tracce dellafuggitiva Cecilia (Ana Caterina Moriaru);figlia dell’uomo d’affari, ma al contempopupilla d’Orfeo.“Le mentalità di generazioni diverse sonoimpenetrabili l’una all’altra come le monadidi Leibnitz”, così apostrofava AndrèMaurois in Ariel e Il mio miglior nemico,nonostante i toni da commedia, sembrarammentarci proprio ciò. Sorprendentecome un arco temporale di circa trentaanni impedisca a due uomini di poter relazionarsifra di loro. In secondo luogo, illungometraggio tenta di mettere a fuoco ilmondo degli affetti, centrandosi sul rapportofra padri e figli, danneggiato spessoda un colloquio discontinuo; essendoognuno racchiuso nella propria bolla disapone.Non è tutto oro ciò che luccica e, comeprevedibile, questo film presenta dellefalle. I primi dissapori che avverte lo spettatoresono individuabili proprio nelloscript, tanto decantanto dal regista. In varipunti, i dialoghi si dimostrano ridicoli ealcune situazioni sono come sospese amezz’aria; il caso più eclatante s’intravedenell’escursione a Como alla ricerca di unprofessore di cui alla fine non si vedrà


26<strong>Campo</strong> de’ fioriBianca Neri: poesie dell’animadi Ermelinda BenedettiSe non mi avessero detto chiavesse scritto queste poesie,che ho letto con grandissimopiacere per poter scriverequesto breve articolo, le avreiattribuite ad un poeta di professione,di grande fama, contanta esperienza, che nellavita si è dedicato solo a questoe che ha letto e riletto iBianca Nerigrandi scrittori del passato, liha studiati e approfonditi. E invece la signoraBianca Neri, donna semplice, ha dimostrato cheper scrivere versi stupendi non c’è bisogno diessere esperti conoscitori, c’è bisogno di uncuore grande, in grado di provare emozioni edell’innata capacità di saperle trasmettere. E’questo quello che accade leggendo le sue poesie:ci si emoziona. Quanto patos! Un susseguirsid’immagini concrete e astratte. Figurereali vengono magistralmente e magicamenteaffiancate a elementi quasi impercettibili aisensi; per esempio in Alba sul mare si legge:“Sulla spiaggia, le barche in secca/ sembranomomenti fermati nel tempo… Il mare sulla battigiaha/ un sospiro lieve come di bimbo… lontanoi pescherecci/ sembrano ombre scura nellanotte…”.Il ciclo della vita: la nascita e la morte ricorronospesso nei suoi versi, in svariate vesti poetiche.Il mare, che in poesia simboleggia solitamenteproprio il nascere e il morire; l’acqua, infatti,richiama alla mente il concepimento perchéricorda le acque del ventre materno. Ma essopuò anche essere causa di morte. Le onde, poi,nascono e si distruggono. La primavera, simbolodi fioritura, di rinascita e quindi le stagioni deltempo come le stagioni della vita. Ma ancora ilsole che sorge e che tramonta lasciando postoalla luna che a sua volta lascerà di nuovo postoal sole. E poi l’infanzia e la senilità e il vecchioche dice al bambino nel componimento dal titoloIl vecchio e il bambino: “Lo sai che un giorno/fui anch’io bambino/ e che un giorno/ saraianche tu come me?”.Tutto ciò che scrive è vissuto, attraversato, svisceratodalla sua mente e dal suo cuore. Grandeintensità racchiude ciascun verso, anche solo diuna parola. Essi sembrano non toccare il fondo,non raggiungere mai un limite, ma essere infinitamenteprofondi e allo stesso tempo tanto leggeri,impalpabili. Di norma i suoi componimentiiniziano lentamente, dolcemente, per poi entrarein un forte crescendo, grazie ad un rapidissimofluire di parole, immagini, sensazioni, sentimentied emozioni. Il ritmo diventa sempre piùincalzante, fino a raggiungere il culmine nellaparte centrale e tornare poi dolce, pacato, quasirassegnato nei versi conclusivi, come emergeevidentemente, ad esempio, in Ballata diZingaro. Le poesie di Bianca Neri sono veramenteun più bella dell’altra. È un peccatopoterne pubblicare qui solo così poche. Speroperò che siano di stimolo per invogliarvi a leggeretutte nella raccolta Poesie di Bianca Neri dalei pubblicata per la casa editrice Gabrielli.Castel Sant’EliaCom’è bella la passeggiata di Castelloche porta al Santuario di Mariae piena di profumo e di malinconiariluce al sole,simile ad un gioiello!E, quando è sera,un ritornellosi sente cantare nella via,e mille lucciole gli fanno compagniaa ricordar sto posto sacro e bello!Intanto, de sotto alla scarpatasi sente il canto della serenatache d’estate fa il torrentea tutta la vallata.Sò passata un giornoper sta viae lei me disse...Dite a chi incotrateche io c’ ho tutte leGrazie de Maria!!E...qualcuno bussòEro bimboe... qualcuno bussò alla mia porta,era la vita.Ero grande,e... qualcuno bussò nel mio cuore,era l’amore.Ero vecchio,e... qualcuno bussò nel mio corpo stanco,era la morte,col suo nero manto.Il vecchio e il bambinoStiamo vicinie diamoci la mano,io e te insieme,andremo lontano.Io, col mio passato,tu, col tuo futuro...si...andremo d’accordo di sicuro!Ora, sediamoci in quel pratoe, parliamo un poco io e te...Lo sai che un giornofui anch’io bambinoe che un giornosarai anche tu come me?Ho incontratoStamani camminandoho incontrato un vecchio cieco,che mi ha detto...Com’è il sole?Ed io, felice,glielo ho spiegato.Poi, mi ha ancora chiesto...Com’è il mondo?Ed io, piangendome lo sono inventatoE...tu sei lontanoGuardo il mare languire,mentre il sol sta a tramontare;e...tu sei lontano...troppo, lontano...amore!Come questo mare son solo,del tuo ricordo vivo,della favola che insieme abbiamvissuto...poi stroncato,come un romanzo incompiuto.E...ti parlo...come se mi fossi vicino,e...ti raccontodel nostro primo incontro,ricordi?...ti dico;Raggi violettisplendeva il solsui biondi tuoi capelli,mi venisti incontro...sedemmo vicini...e...fummo soli in quel giardinoombroso,ed io ti guardavo muto,allor tu timida...invitante...mi serrasti il braccio dolcemente,infin ti strinsi al cuore,ma restavo ancor muto dall’emozioneed or baciar più non potròquella tua bocca cara...ed ancor mai piùquei tuoi occhi belli,in ciel volasti...come rondinesmarrita,or son solo nel camminoe son infelice...e palpito...e piango,vorrei presto raggiungertinell’altra vita.


28<strong>Campo</strong> de’ fiori14 ° COPPA OKINAWADomenica 2 aprile si è svolta a CivitaCastellana, la 14° edizione della “CoppaOkinawa”,gare di karate organizzata eccellentementepresso la “Palestra ComunalePino Smargiassi” dal M°Mercuri Carlo,responsabiledella A.S.D Okinawa Sporting Club ;acui hanno partecipato piu’ di 20 società provenientida tutta la regione del Lazio e nonsolo.Numerosa la partecipazione degli atleti ingara che hanno dato vita ad una splenditagiornata di karate.La giornata è iniziata nella mattinata con lapartecipazione di circa 250 atleti fra pre-agonistied agonisti nella specialita’ del kata(forme) ;ed è proseguita nel pomeriggio conla specialità del kumite(combattimenti) cheha riscontranto un ampia partecipazione concirca 150 atleti.Grande il consenso dimostrato dalle societàpartecipanti per l’ottima organizzazione ed ibellissimi premi ricevuti sia dagli atleti chedalle societa’,ottimo anche il riscontro delpubblico che ha affollato la palestra per l’interosvolgimento della gara.l’appuntamento è rinviato all’anno prossimoper un nuovo grande evento di sport e divertimento.CAMPIONATI REGIONALI F.IA.MIl 9 aprile ad Ariccia hanno avuto luogo i“Campionati regionali FIAM” di karate,appuntamentomolto importante per il camminodegli atleti dell’Okinawa Sporting Club versoil Campionato Italiano.L’obbiettivo principale da raggiungere pertutti i karataka dell’okinawa era quello dieffettuare un piazzamento per poter accederealla fase nazionale;grande la soddisfazionedel M° Mercuri per il pieno raggiungimentodell’obiettivo da parte di tutti i propri atleti.2° CLASSIFICATI KATA:Di Valentino Luca;Imperio Gianmaria;SradaArmano;Rossetti Nelson;Spettich Federico3° CLASSIFICATI KATA:Cavalieri Mauro;Mercri Roberta;BernardiGianluca;Vastarella Nicola;sestili Andrea ;Rizzo Martina2° CASSIFICATI KUMITE :Di Valentino Luca3 ° CLASSIFICATI KUMITE :Bernardi Gianluca; Mercuri Fabio; SpettichFederico; Vastarella Nicola; Rossetti Nelson


<strong>Campo</strong> de’ fiori 29Cuore e MotorediAlessandro SoliCe ne accorgiamo soloquando comincia a perdercolpi, quando i battitidiventano irregolari,quando il nostro corpo,motore perfetto, richiedel’intervento di un bravomeccanico e di una officinaspecializzata. E’ ilnostro cuore,che findalla nascita ciha regalatochilometrie chilometri,attraversopercorsitortuosi,ma non ci ha mai lasciatoper strada.Abbiamo fatto scrupolosamente tutti i tagliandia di-sposizione, regolando la sua velocità,così elevata negli anni giovanili e neglianni degli amori travolgenti; poi abbiamoregolato i freni, per riuscire a fermarci intempo davanti agli ostacoli che la vita manmano ci ha messo davanti. Certo con unmotore simile, siamo stati attenti a curareanche la carrozzeria, cercando di mantenerlasempre nuova e preservandola dalla ruggineinesorabile che avanza negli anni. Ecco ancorabatte, ancora scatta e va su di giri quandopercorre la pista dell’amore, ma quando purtroppo,rallenta davanti alla strada bagnata dalacrime umane, solo allora, ti rendi conto cheuna revisione è necessaria, se vuoi evitare latraumatica demolizione.CORE E AMOREQuanno diventi vecchio e fai faticatrascinannote pe’ annà avanti ne’ la vita,aricordete sempre amico amica,che stai a giocà da solo, sta partita.Er banco se lo tiè stretto er core,che da sempre batte e se commove,facenno ancora rima con amore,speranno de potè dì parole nove.Poi, scopri le carte e vedi ch’ai sbajato,nun ci’anno più lo stesso colore,aripenzi a quanno ai ‘ncominciato,speranno che vincesse core e amore.Er core corbaipasseChe t’è successo, core mio che battimale?Pe corpa tua me trovo all’ospedale.E doppo tacche, analisi e prelievi,n’antro poco e quasi te spegnevi.Quann’eri giovine, battevi forte forte,e alle regazze me facevi fa la corte,mò, che quasi sempre vai a rilento,me fai stà male dieci vòrte e cento.Pe’ fortuna che c’è ‘a cardiochirurgiache ggiusta tutto senza dì buggìa.E quanno te credevi se fermasse,mò arifunziona … grazie a du’ baipasse!poesie di Alessandro Soli


La redazione di <strong>Campo</strong> de’Ai ragazzi del 1966 di Civita Castellana,auguri per i loro primi 40 anni.In alto da sx: Sandro Chelini, Claudio Brizi, Giancarlo Lai, Alberto Leoniddi, Roberto Palamides, Angelo Agostinelli, MarioStragapede, Luca Nelli, Alberto Bambini, Andrea Angeli, Luca Pinardi.In basso da sx: Patrizia Nucci, Emanuela Oddi, Daniela Sorge, Ornella Di Giovenale, Cristiana Barduani, Stefania Marini,Simonetta Banditelli, Chiara Di Piero, Miriam Filippetti, Monica Cavalieri, Caterina Basso, la Maestra Tanina Verticchio eValeria De Santis. Il giorno in cui è stata scattata la <strong>foto</strong> era assente Tiziano Parsi. Un augurio particolare và a Andrea Angeliche compie gli anni il 26 Maggio.Roberto Dobboloni e Elisa Lancianesidi Civita Castellana. Quel 30 Aprile di 50 annifa vi ha visto iniziare un cammino lungo e tortuosopieno di difficoltà, gioia e dolori, maavete superato tutto con successo e questo èper noi motivo di orgoglio e di stima. Vi auguriamodi vivere così ancora per tanti anni. I nipoti,i figli e i parenti tutti.Tantissimi auguri aSerena Santiniche compie 18 anni il 29Maggio, da mammaPatrizia, papà Mauro e ilfratello Riccardo.!SORPRESA! Tantissimi auguri di Buon Compleanno aFerdinando Pecoroni Sciarrini di Fabrica di Roma checompie gli anni il 18 Maggio. Con immenso affetto i tuoi 4 pazzi angeli:Teresa, Luisa, Marta R. e Marta S.Tantissimi auguridi BuonCompleannoa nonnaAngelaMariaIsantiche il 28 Marzoha compiuto80 annidai fratelli,i figli,i nipoti ei pronipoti.


fiori si associa agli auguriIl 13 Maggio riceverà il battesimo la piccolaGINEVRA GIANNINITantissimi auguri a Lei e ai suoi genitori da Roberta, Sandro,Cecilia e Federico e dalla redazione di <strong>Campo</strong> de’ fioriTantissimi auguri a nonnoMario Domizi diCivita Castellana che hacompiuto 92 anniil 22 Aprile.Dai figli, i generi, la nuora, inipoti e tutti quelli che loconoscono e glivogliono bene.Auguri ad Eleonora di Civita Castellana, dalle sue amiche,in ricordo di questo giorno speciale.Sei hot!Tantissimi auguri aMassimo Benedettidi Corchiano che compie 18 anni il26 Maggio, da mamma Giacinta,papà Mario, il fratello Simonee la sorella ErmelindaCongratulazioni allaDott.ssaAngela Carabellidi Civita Castellanache ha coronato la suacarriera lavorativaquale neo dipendentedell’ONU.Tantissimi auguri dapapà Claudio e datutta la sua famiglia.ACristianaBarduaniche ha compiuto glianni il 25 Aprile.Auguri per i tuoisempre verdi 40 annida Saverio, Leo, Ale,i genitori, i suoceri etutti i parenti.Tanti auguri a LELEper i suoi ...... annidalle BREVPer la gioia di mamma Patriziae papà Marcoil 15 Aprile è natoLorenzoTanti auguri dagli zii Roberta,Alessia, Daniela, Serafina e RobertoTantissimi augurialla piccolaAsiadi Corchianoche ha compiuto1 mese il 5Maggio, ed hariempito di gioiai cuori di mammaValentina, papàMassimiliano, deinonni, degli zii edei bisnonni


34<strong>Campo</strong> de’ fioriTradizione, passione e devozione.L’infiorata di Corchiano: 28 MaggiodiErmelinda BenedettiTra le tante festeannuali tradizionali,Corchiano, come moltialtri paesi della zona enon solo, vanta l’infiorata,che a differenzadi tutte le altre non sirealizza in occasionedel Corpus Domini, maè in onore dellaMadonna.Essa cade, infatti, l’ultimadomenica del mese mariano di Maggio.In quel giorno le principali vie del paese,che saranno percorse processionalmente,lasciano il grigio dell’asfalto per illuminarsidei brillanti colori dei fiori, che inebriano ivisitatori con i loro profumi.Nessuno conosce la data di nascita precisadi questa particolare e tipica solennità.Tutti la ricordano da sempre.Certo é che originariamente non era realizzatain questo stesso modo, poi col passaredel tempo si è cercato di migliorarla edi renderla sempre più bella.I semplici rombi o quadrati o cerchi degliinizi hanno lasciato posto a ben più complessefigure geometriche,che si intreccianol’una nell’altra fino a sfociarein bellissimi quadri erosoni, dove lo spazio loconsente.Anche i comuni fiori dicampo, come margheritebianche e gialle o papaveri,sono stati sostituiti dalgiallo della ginestra e dalrosso dei petali di rose,che insieme al verde costituisconoi colori predominanti.I preparativi occupanotutta la settimana precedente la domenicainteressata.Si parte a piccoli gruppi per andare acogliere i fiori in luoghi strategici, che ognicomitiva tiene per sé. Poi si lavorano e silasciano al fresco, nelle cantine disponibili,per meglio mantenerli.Lì rimangono fino al pomeriggio delladomenica, quando appena terminato dipranzare, sotto il sole già piuttosto caldo dimaggio, si scende in strada a disporre ifiori nel tappetodisegnato pocoprima con i gessi,sulla traccia dimatrici di cartone odi legno, seguendorigorosamente leindicazioni del progettista.I lavori terminanopoco prima chel’immagine diMaria, accompagnatada un lungocorteo di devoti,inizi il suo giro.Molti anni fa qualcunoricorda che quando passava la processionedai balconi e dalle finestre venivanolanciati petali di fiori sulla statua dellaMadonna, gesto che è ormai scomparso.Tanto è l’entusiasmo e, perché no, la sanacompetizione, che animano la fase preparatoria.Ma spetta ai visitatori il verdettofinale.BANDIERE DAL MONDOSapresti dirci a quale nazione appartiene questa bandiera?Il primo che indovinerà e ne darà comunicazione inredazione, riceverà un simpaticoomaggio offerto dalla Gioielleria PONTE VECCHIO


<strong>Campo</strong> de’ fiori 35Civita Castellanae il Mascherone di Via QuintanaNel centro storico di Civita Castellana, in Via Quintana, in corrispondenzadella soluzione d’angolo del cornicione sommitale di unpalazzo risalente al sec. XVII, è collocato un Mascherone ornamentale,pregevole per forma e tecnica esecutiva che colpisce l’attenzionedel visitatore per l’originale e “deforme” aspetto, nonchéper l’inusuale collocazione sul cornicione rispetto al “classico” posizionamentoin corrispondenza del portale o sull’architrave di unadelle finestre dell’edificio stesso.Il “Mascherone” o “Grottesca” è una tipica invenzione dell’architetturaromana: volti umani artisticamente deformati nei principalitratti anatomici e resi fiabeschi o mostruosi, con evidente funzionereligiosa e propiziatoria, nonché scacciatrice di mali e tragedie.Abbandonato l’uso di tali figure ornamentali per tutto ilmedioevo, viene ripreso con l’Architettura Manierista e Barocca,come nel celebre Palazzo di Via Gregoriana a Roma del 1593 dell’architettoFederico Zuccari, dove enormi mascheroni diventanofinestre e portali d’ingresso.Nel viterbese l’illustre precedente dell’opera civitonica è il “BoscoSacro” di Bomarzo, popolato da animali deformi, immersi in unafitta vegetazione.“Mascheroni” dalle forme fantastiche li troviamo nei giardini diPalazzo Farnese a Caprarola.Il “Mascherone Ornamentale”, è comunqueun carattere distintivo dell’architetturacivile Farnesiana, che ritroviamo nellefacciate di palazzi costruiti nei centri delviterbese dominati dalla Potente FamigliaRomana.Il Mascherone di Via Quintana stupisceper le sue rilevanti dimensioni,cm.80x80xH60, e per l’originale collocazionea 12 metri lineari di altezza dalpiano stradale, che lo sottrae alla vistadei visitatori.Fortemente deteriorato, è possibile decifrarnela conformazione, nonché la tecnicaesecutiva.Accertata la funzione propiziatoria e divinatrice,il volto raffigurato è circondatoda due Cornucopie che nell’iconografiafantastica simboleggiano l’abbondanza,la ricchezza e la fertilità.Centralmente, il Volto è grottescamenterappresentato con i due enormi occhi e labocca spalancata che sembra guardarenon in basso, come in altri esempi, mapiuttosto in un punto lontano dell’orizzonte.Tecnicamente, si tratta di una mascherarealizzata con la tecnica della calce conpozzolana unita a polvere di marmo, perdare consistenza e solidità, modellata astrati successivi, con lisciatura finale conuna boiacca colorata.Il notevole realismo profuso dall’ignotoautore nella rappresentazione degliocchi, della bocca con i tre denti e nellapotente modellazione delle volute circolari delle cornucopie, rendonol’opera civitonica un perfetto esempio dell’architettura fantasticadel XVII secolo, a cui risale lo stesso edificio in cui è collocato.Il Palazzo è posto su Via Quintana.Composto da due livelli, è caratterizzato da una scala circolare intravertino che dal piano stradale conduce all’ingresso, costituito daportale semplice e lineare con arco a tutto sesto.Le finestre sono riccamente modellate con fasce rettangolari liscead ampie volute, che si stagliano su un fondo variamente irregolare.Le ricerche d’archivio, allo stato attuale, non hanno dato alcunesito e cenni dell’opera non sono rintracciabili nelle guide storichelocali. Un mistero di tre secoli fa.Il committente, forse, un precedente proprietario del palazzo.L’ignoto artista, un personaggio di grande maestria e abilità tecnica.Un capolavoro, dunque, dal sottile significato simbolico, inavanzato stato di degrado, che aspetta unicamente di essere salvaguardato,prima che cada definitivamente al suolo e scompaiaalla vista.Prof.Arch. Enea Cisbani


36<strong>Campo</strong> de’ fioriApparenzaSi sedette ai primi banchi,sarebbe iniziata di lìa poco.Era un po’ che non venivain chiesa, cosa che adesempio sua madre, sefosse stata ancora invita, non gli avrebbe maiperdonato. La messadi Gianni Braccigliela ricordava tragicamente,sua madre:soprattutto i canti, solitamente sempre glistessi, quelli che amava intonare anche lei;il Sig. G li conosceva quasi tutti a memoria,per aver servito messa durante l’infanzia.Era la Domenica delle Palme, non potevamancare a questa importante ricorrenzaliturgica che lo riportava alle funzioni pasqualidi tanti annifa, quando faceva ilchierichetto e allevacanze scolastichetrascorse in parrocchia,tra preparativie prove di messe eprocessioni.Un uomo giovane,dai modi distinti epacati, prese postoproprio davanti a G.Poteva scorgerne ilineamenti, cheavrebbe definitoasiatici, la barbafluente, la giaccagrigia, un po’ consunta,e la camiciabianca che staccavasu un gilè nero.Sembrava un uomodi origine medioorientale,egizianoo, magari, tunisinoe quindi di religionemusulmana. Cosaci faceva in chiesa ?Un islamico in mezzo a loro, cattolici romani. pensò G continuandoad osservarlo incuriosito. Uncosiddetto praticante, a giudicare dalladisinvoltura con cui rispondeva alle Letture,sicuramente più di quanto non lo fosse luistesso. Muoveva quasi impercettibilmentele labbra a mò di intima preghiera, con losguardo assorto rivolto verso l’altare: sembravaessere rapito da una profonda meditazione.Ma a G balzò l’occhio su un libricino la cuicopertina fuoriusciva appena dalla tascadella giacca, riusciva a scorgerne solo unapiccola parte di quello che doveva essereun disegno più grande, gli sembrava unsimbolo islamico. Fece per sedersi, così dariuscire a inquadrarlo meglio sotto il bancone.Sì, doveva essere proprio così: sembravaun’immagine religiosa tipica del mondoorientale. Pensò che poteva ben essere unCorano. E certo, un musulmano sta alCorano come un cristiano alla Bibbia.E allora ? Che ci faceva lì ? Forse pregavaveramente , anche se non il Dio Nostro, mail suo, Allah ! Lestofante: prendeva in girotutti, anche il prete; poteva essere, ma perquale motivo ? Doveva essere un fondamentalistaislamico, perché nò ?La messa: un ottima occasione per farefuori qualche decina di infedeli, il giornodelle elezioni poi, sai che effetto mediatico,ne avrebbe parlato tutto il mondo. E certo,G non poteva nascondere a sé stesso chese fosse stato un kamikaze avrebbe fatto lastessa identica cosa. Lo sapeva che nonsarebbe dovuto venire: in occasione digrandi eventi politici è più alto il rischioattentati, lo avevano detto in televisione.Eccolo il fedifrago, fa pure la comunione:vigliacco.continuava a pensare G. Per precauzioneuscì prima della benedizione finale, preferendoverificare eventuali movimentisospetti a qualche decina di metri dall’uscita.Non si sa mai., si disse mentre stazionavanelle vicinanze del cancello.Aspettò un paio di minuti, ma niente, nessunadeflagrazione. L’uomo con la barbascendeva lentamente per le scale del sagrato,avvicinandosi pericolosamente a duebambini che giocavano nel cortile della cattedrale.G non poteva permettere che accadessel’irreparabile: si precipitò allora verso il presuntokamikaze per bloccarlo quando, mentrestava correndo e si trova a non più didieci metri dal suo obiettivo, quello stessosignore venne cordialmente salutato da ungiovane seminarista: “Buongiorno, dottore”.”Buongiorno !”.In pochi, brevissimi istanti il Sig. G realizzòche forse l’immaginazione gli stava giocandoun brutto scherzo, anche perché l’uomostava giust’ appunto abbracciando gioiosamentequei ragazzini, che evidentementeerano i suoi figli.Decise quindi che non era il caso di cimentarsinel placcaggio del musulmano, o presuntotale, o che comunque sarebbe statomeglio rimandarlo,cosicché, trovandosisuo malgrado nelvivo di quella insensatacorsa, per nondestare troppo l’attenzionedei presentiproseguì agambe levate, sforzandosidi apparirepiù leggiadro possibile.Non era certofacile uscire benedall’ imbarazzantesituazione in cui siera cacciato.Nell’incrociare losguardo di quel giovanepadre di famiglianon volle farglimancare un saluto,quasi per scusarsidell’equivoco, ecosì, mentre cercavadi scandire unaffannoso quantotimido:”Salve !”voltandosiverso l’interlocutore, prese in pienouno dei pilastrini in cemento armato chesostenevano il porticato antistante la cattedrale.L’abbracciò, per forza d’inerzia, primadi stramazzare a terra, svenuto.Il signore mediorientale non era un terrorista,ma un nuovo medico del locale nosocomioe soccorse immediatamente l’incidentato.Lo adagiarono su delle sedie della sacrestia,in attesa dell’ ambulanza, ma G ripresequasi subito i sensi cosicchè gli apparveil faccione barbuto di quell’ uomo che amorevolmentecercava di rassicurarlo. Confusoper la gran botta e commosso per le attenzioniprestategli in quel momento di difficoltà,accennò un lieve sorriso sussurrandodolcemente:“Grazie…grazie…. Padre Pio !”


<strong>Campo</strong> de’ fiori


<strong>Campo</strong> de’ fiori 39Grande età: esempi eccellentiVia Donatello - Loc. Fontana MatucciaCivita Castellana (VT) - T. 0761.514016Ugo SansonettiUn articolo uscito su Panorama, mi haveramente stupito e credo, come me, tutticoloro che hanno avuto occasione di leggerlo.Nell’articolo si parlava di MarioRiboni, Luciano Aquarone, Amelio Comprie Ugo Sansonetti, tutti atleti italiani.Incominciamo dal primo. Mario sfiora aSan Sebastian la medaglia d’oro nel lanciodel peso. “Mi rifarò nel 2007” – dice – cosìcome dicono tutti gli atleti battuti (luidetiene già vari titoli mondiali nel lanciodel disco, peso e martello). Però c’è la piccoladifferenza che Mario ha 94 anni. Uncaso incredibile, paranormale?No, in Spagna a quei Mondiali Master diatletica, hanno partecipato 6.000 atleti dai40 ai 98 anni, anche se va detto che l’Italiaha primeggiato nelle fasce estreme con80enni e 90enni che corrono, lanciano,saltano con risultati eccellenti anche per30-40enni. Parliamo ora di LucianoAquarone, lui ha “solo” 75 anni e a Carpicorre la maratona in 3 ore e 10 minuti, ela maratona, per chi non lo ricordasse,sono 43 Km!Già nel 1971 lui fu il primo ultra quarantennein Italia ad ottenere una deroga alregolamento per gareggiare a livello assoluto,in tempi in cui l’idea della competizionead alti livelli, per una persona matura,era inaccettabile (sfiorò allora leOlimpiadi di Monaco). Sentiamo cosa diceoggi Luciano: “L’esperienza mi ha insegnatoche, al declino del fisico, bisognaaccompagnare stimoli via via più ridotti,ma la voglia di competere resta sempreun formidabile incentivo a sentirsi vitali”.Per chi mi ha già letto sa che la parola“competizione” mi fa un po’ arricciare ilnaso. Ma le parole di Luciano Aquaronesono appropriate perché nella competizione,di qualsiasi tipo, c’è un po’ di vita inpiù, un po’ più di allegria e di fiducia nelfuturo. E allora quale competizione è giustaper noi che non siamo stati grandi atletineppure in gioventù? Per me il modomigliore di definire la parola “competizione”è “raggiungere l’obiettivo”. Ognuno èlibero di prefissare il proprio obiettivo,dalla medaglia d’oro alla competizione conse stesso, a quella con il gruppo o lo stessoinsegnante, e di trarre da ciò, insieme almiglioramento fisico, una gratificazione sulpiano psichico, perché un obiettivo generascadenze e, riuscire a rispettare le scadenze,genera autostima.Parliamo ora di Ugo Sansonetti, 87 anni,campione mondiale master nei100,200,400 metri.I 100 metri li copre in 16 secondi, tempoimproponibile per alcuni ragazzi sedentarie soprappeso. E parliamo di AmelioCompri, primatista mondiale nella specialitàpiù pericolosa dell’atletica: il salto conl’asta. A 81 anni, mentre i suoi coetaneicamminano a fatica, lui salta oltre duemetri. Una sua frase: “Mi alleno ogni giornocurando soprattutto la coordinazioneneuro muscolare”. Il mantenimento dell’abilità motoria come insieme di allenamentialla resistenza cardiorespiratoria,alla forza, alla coordinazionedinamica e posturale, ha fatto parte ditutta la loro vita. Quelli di Mario, Luciano,Ugo e Amelio, sono sicuramente organismispeciali, ma dalla loro storia nasce un filonedi ricerca che studia il segreto di questicampioni, per aiutarci a prevenire gliaspetti limitanti dell’invecchiamento. Icampioni dello sport, non vanno mai emulatipedissequamente, ma possono ispirarel’azione di chi, sia giovane che anziano,voglia incominciare un’attività fisica, purchési rispettino tre regole: continuità,controllo medico e un po’ di sanaautoironia.Carla Bonafede Di DonatoCoordinatrice Programmi FitnessCentro BLU LIFE


40<strong>Campo</strong> de’ fioriLa storia di MProsegue ancora la storiadei PRALFF, che in queglianni allietano con la loromusica le feste dei varipaesi, partecipando anchea spettacoli di beneficenzacome quello al DonGuanella di Roma.Rallegrano inoltre le festedi matrimonio soprattuttonel locale “La bellaVenere”, in riva al Lago diVico. Le esibizioni importantiperò, sono quelle perl’animazione del Carnevaledi Sandro AnselmiViterbese, nel 1965 alCinema Teatro Lux, e nel1966 al Teatro dell’Unione,con il cantante solista, il “Microfono d’argento”, SandroLoppi.In quello stesso anno provano ad inserire due voci femminili,Bruna e Luciana.Altre voci soliste che militano per un periodo nel gruppo,sono Filippo Graziani e Girolamo Mariani. L’anno successivo,1967, sarà quello della nascita dei Farnesi.Con loro nasce la carriera artistica di Franco Mechilli,anch’esso frequentatore della bottega del barbiereCucchemò e con lui i Farnesi calcano i palcoscenici insieme apersonaggi come Little Tony, Gimmy Fontana, Orietta Berti,Nicola Di Bari, Claudio Villa, Rita Pavone, I Nomadi, Corrado.Max ospita frequentemente l’amico Franco Mechilli nei suoiconcerti.Suonano più volte al Teatro Italia di Tivoli, alternandosi ai bigdel momento.Al rifugio dei Cimini, si esibiscono insieme a Tony Renis. Nelfrattempo Franco Mechilli viene ingaggiato dalla RCA ed alcantagiro del 1968 canta una canzone di Gimmy Fontana,“Mi perderò”, che però viene eliminata.Sempre nel 1968 partecipa alla trasmissione televisiva “SetteVoci”, presentata da Pippo Baudo e, siccome il concorrente alui abbinato totalizza pochi voti, viene di nuovo eliminato.I Farnesi sono però, oramai, un gruppo musicale di successo,tant’è che in una serata in cui dovevano fare da spalla aLittle Tony , questo, che pensava di aver ospitato un gruppodi gregari, si ritrova un gruppo di prim’ordine che mette inombra il suo complesso.S’infuria, allora a tal punto che prendendosela col microfono,rischia di rompersi un dito.continua sul prossimo numero...


<strong>Campo</strong> de’ fiori 41ax: I FarnesiFilippo Graziani e Girolamo Mariani, in alcuni periodi cantanti solisti del complessoi Farnesi con, al centro, la cantante Anna keyi Farnesi con Orietta Bertii Farnesi con Gimmy Fontana


42<strong>Campo</strong> de’ fioriL’angolo ... cin cin diLetizia ChilelliCon questo nuovo incontro, inizieremo adimmergerci in modo più concreto nelmondo dell’eno-gastronomia.Prenderemo, quindi, in esame le varie fasidi un pranzo, cercando di abbinare almeglio cibo e vino.AntipastiQuesta prima “categoria”, che stiamoprendendo in considerazione, come sappiamo,è molto vasta per poter suggerireabbinamenti precisi; di solito si servonoalimenti non troppo speziati, né troppograssi, ma con buona sapidità, quindi ciorienteremo su vini bianchi leggeri, conuna fresca acidità, come ad esempio unMarino, un Frascati, oppure vini rosaticome il Montepulciano d’Abruzzo, o, orientandocisui rossi un Pinot Nero.Paste AsciutteIn questo caso si dovrà prestare attenzioneal tipo di condimento utilizzato.Con sughi che non presentano una quantitànotevole di grassi, come ad esempiosughi a base di pesce o verdure, ci si indirizzeràsu vini bianchi possibilmente nonaromatici.Con salse elaborate ad esempio sughi abase di carne, è consigliabile un rosso giovane,poiché la sensazione di astringenzadovuta ai tannini presenti nei vini invecchiatinon si “sposa” con la componenteacida del pomodoro.MinestrePer le zuppe opteremo per vini bianchi nonstrutturati, che non vadano quindi a contrastarené a coprire le delicatezza di unavellutata o di una zuppa a base di verdure.Per le minestre, il discorso cambia soprattuttose ci troviamo di fronte ad un brododi gallina,dove la componente predominantesarà l’untuosità, qui allora ci “serviamo”di un abbinamento tradizionaleEmiliano, ci orienteremo infatti su di unLambrusco, che contribuirà ad “asciugare”la nostra cavità orale dalla sensazione di“scivolosità”.Nelle minestre con presenza di salsiccia eingredienti “untuosi” ci indirizzeremo suirossi giovani.PesceAnche qui si dovrà tener presente il discorsodella preparazione, con ricette semplicie poco elaborate, la nostra scelta cadrà suivini bianchi giovani, leggeri e di mediastruttura.Se invece la nostra ricetta richiede preparazionee ingredienti più complessi, saliremodi struttura anche per quello cheriguarda la nostra bottiglia.La scelta infatti cadrà su vini bianchi dibuon corpo, vini spumanti e alcune volteanche rosati.Con pesci come Tonno e Pesce Spada,quindi con una componente grassa, ci siorienterà su vini rossi giovani, con unabuona acidità senza però il passaggio inlegno (la componente dolciastra non vad’accordo con i tannini).Con i molluschi crudi tanto di moda ultimamente,ormai è di rito, servire vini aromatici,in modo specifico il Moscato (soche sembra assurdo, ma provateci!).Per i crostacei ci si orienterà su bianchi dimedia struttura.Altro discorso per il pesce affumicato, dovepossiamo andare sul sicuro senza sbagliare,servendo un Riesling.Per il discorso frittura ci dovremo spostaresu vini bianchi con una punta di aromaticità,ma la nota importante è che sianomaturi, componente che servirà a contrastarei residui di olio presenti nella nostrabocca esaltando però la sensazione di dolcezzadata dalla frittura stessa.Per ora mi fermo qui, nel prossimo numero,continueremo a parlare di altri abbinamentiche ci potranno servire per rendere inostri pasti ancora più gustosi!Protegge i tuoi valoriSilvia Malatesta - Via S. Felicissima, 2501033 Civita Castellana (VT)Tel.0761.599444 Fax 0761.599369silviamalatesta@libero.it


<strong>Campo</strong> de’ fioriCentro Socio Educativo43Rosa Merlini Frezza“Ogni persona ha il proprio stile comunicativo, noi con questo pensiero vogliamo far conoscereil nostro, spontaneo anche se poco curato…”Il piccolo TommasoUn muratore ha ucciso il bambino TommasoIeri ha parlato la madreLa madre non gli stava attento, ma il padre si.Ma chi è stato il padre?sono stati i muratoriNoi non lo sappiamo perchéCe lo hanno detto al “giornale radio” delle 9:00Oggi hanno fatto l’autopsia per vedere se è morto oppure noInvece è morto…Sabato fanno i funeraliUna storia triste e bruttaUn signore intervistato ha detto che sabato fanno i funeraliLo sai che me lo sono sognato stanotte il ragazzino che giocavacon i giocattoli a Parma?Il corpo lo hanno trovato nel boscoAl muratore gli ha preso uno “scarabizzo”Il muratore ha ucciso TommasoPerché era cattivo, lo menavano.Era un bel ragazzino come un fratellino.Noi siamo come Tommaso, buoniGli vorrei mandare una lettera,ma come facciamo non abbiamo l’indirizzoun mazzo di fioriloro sono tristi come noi, anche noi siamo tristi.Il muratore “incarcerato”, era cattivoAi genitori le condoglianzeI ragazzi del Centro Socio EducativoANNUNCI ECONOMICI GRATUITIPER PRIVATIa pagamento per ditte o societàTel. Fax 0761.513117Cedola da ritagliare e spedireL’annuncio sarà ripetuto per 3 uscite, salvo diversa decisione della redazioneCompilate qui il vs annuncio gratuitoe speditelo in busta chiusa a<strong>Campo</strong> de’ fioriP.za della Liberazione n. 2 - 01033Civita Castellana (VT)oppure mandate un Fax al n. 0761.513117o una e-mail a info@campodefiori.bizTESTO (scrivere in stampatello e senza abbreviazioni)......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................Gli annunci gratuiti sono esclusivamente riservati a privati. <strong>Campo</strong> de’ fiori non è responsabileper la qualitià e la veridicità delle inserzioni. A garanzia dei lettori, <strong>Campo</strong> de’ fiori si riserva il diritto di NON PUBBLICARE annunci non conformi alpresente regolamento o che, a suo insindacabile giudizio, risultino non chiari o che possono prestarsi ad interpretazioni equivoche.Gli inserzionisti prendono atto che, a richiesta dell’Autorità Giudiziaria, <strong>Campo</strong> de’ fiori fornirà tutte le notizie riportate con la presente cedola.Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “tutela dei dati personali”.COMMITTENTE: NOME................................................COGNOME..............................................Via.................................................................Città.....................................................................Tel....................................................................Firma................................................................


<strong>Campo</strong> de’ fiori 45Ciak si giraFiloteo AlberinidiRobertoMoscioniLa Tuscia è da sempre lamusa ispiratrice del cinema…Con questa frase non vorreiessere troppo retorico,madovete sapere che la Tuscia,oltre che essere da semprescenario prediletto di moltissimiregisti (Blasetti, Fellini,Monicelli, Comencini,Welles, Bolognini, Pasolini),e’ stata anche laterra che ha dato i natali a FILOTEO ALBE-RINI (nato ad Orte nel 1867 morto a Romanel 1937) grande pioniere del cinema italiano,inventoredel “Kinetografo Alberini”,primo prototipo di macchina da presa tuttaitaliana, e fondatore della Cines di Roma,primo stabilimento cinematografico Italiano,e non solo. Era la mattina dell’11 Ottobre del1894 quando il giovane FiloteoAlberini,impiegato all’istituto GeograficoMilitare di Firenze,con la passione delleinvenzioni e della <strong>foto</strong>grafia, depositava peril costo di num. 3 bolli di lire 1 al ministerodell’industria e del commercio di Firenze, ilbrevetto di uno strano congegno che assomigliavaad una grande macchina <strong>foto</strong>graficache doveva riuscire, a detta del suo inventore,grazie ad un meccanismo a manovella, adimpressionare “1000 immagini al minuto”,mostrando, così, delle immagini inmovimento anzichè statiche. La macchinaavrebbe portato il nome di “KINETOGRAFOALBERINI”. La sua fu la prima invenzione italiana,anzi Europea, dedicata all’ancora sconosciutaarte del cinema. Tutto ebbe inizioquando il giovane Filoteo Alberini, un belinterni di un teatro di posa CINESgiorno, per caso, assistette ad una dimostrazionefatta per le vie di Firenze, di uno stranocongegno Americano dal nome diKinetoscopio, inventato da un certo ThomasAlva Edison, lo stesso inventore della lampadinae del fonografo tanto per intenderci.Questo apparecchio, permetteva a tutti coloroche avrebbero poggiato il loro occhio inuna specie di fessura, di vedere delle immaginianimate, il tutto azionato da un meccanismoa manovella che veniva fatto roteareal momento della visione. Talmente grandefu lo stupore di Alberini, alla vista di quell’apparecchio, tanto da fargli intuire che quellopoteva essere il futuro dell’arte <strong>foto</strong>grafica.L’ apparecchio cine-<strong>foto</strong>grafico, era statoda lui perfezionato, i risultati dei test di provaerano entusiasmanti e Alberini si preparavaal grande successo ma, come in tutte le storie,ci fu un piccolo problema tecnico, anziburocratico. Infatti, per colpa della lentezzaburocratica italiana, Alberini, per avere quelsuo brevetto N° 245032 e dichiarare almondo la sua invenzione, dovette aspettareil Dicembre del 1895, esattamente un anno,permettendo così, a due fratelli inventorifrancesi di nome Lumiere, che stavano lavorandoad un simile progetto, di strappare perun soffio, “grazie anche all’efficienza burocraticaFrancese” , l’esclusiva europea emondiale a Filoteo Alberini. Questi brevettaronocosì un apparecchio chiamato “CINE-MATOGRAPHE’” in grado di impressionare,anch’esso, immagini in movimento, riuscendoa proiettare il primo film della storia il 28Dicembre del 1895 e aggiudicandosi il riconoscimentodi paternità della settima arte,ovvero del cinema.Nel 1905 a distanza di 10 annidall’invenzione del “KINETO-GRAFO” Filoteo Alberini, uomodalle grandi intuizioni, continuail suo viaggio nel cinema elo fa insieme ad un suo amicoindustriale romano DanteSantoni, con il quale fonda la“ALBERINI e SANTONI”, primogrande stabilimento cinematograficod’ Italia con sede aRoma in Via Veio e che prenderà,nel 1907, il nome di“CINES”. Nel 1905 Alberinifinanzia e dirige il primo film asoggetto della storia del cinemaitaliano, dal titolo “LA PRESA DI ROMA”(20 Settembre 1870). Il film in costume ebbecome trama la famosa l’episodio della famosaBreccia di Porta Pia e fu proiettato la seradel 20 settembre del 1905, sotto lo sguardoincredulo di moltissimi spettatori, esattamentenello stesso luogo dove accadderoquei fatti 35 anni prima. Dovete sapereche proprio ad Orte, dove ancora oggiesiste un cinema a lui dedicato nellapiazza principale del paese, davanti amoltissimi spettatori provenienti daquasi tutti i paesi limitrofi, FiloteoAlberini fece le sue prime proiezionisperimentali, azionando il suo proiettorecon una cinghia collegata ad unabrevetto del kinetografotrebbiatrice con motore alimentato alegna. Nel 1918 Alberini brevetta il cinemapanoramico, inventando una pellicola 70mm, dove l’immagine è più nitida e più larga.Dopo aver venduto il brevetto ad una societàamericana, questo prese il nome di TEC-NIRAMA e, fino agli anni 70, fu uno dei formaticinematografici americani più usati. Nel1923 è la volta di 2 altre grandi invenzioniquella del cinema tridimensionale, per intenderciquello visto con gli appositi occhialini, equella della pellicola a colori.Certo è proprio un peccato che FiloteoAlberini, grande inventore oltre che dellamacchina da presa, anche del cinema italiano,non venga ricordato come tale, nei libridi storia del cinema salvo, che per alcunivolumi italiani, rimanendo ancora oggi neldimenticatoio dove, troppe persone, moltospesso vanno a finire. Ma questa, purtroppo,è diventata una cosa usuale.Pensiamo, infatti, al nostro Meucci che, dopoaver inventato il telefono, si vide rubare ilsuo brevetto per un problema analogo.Ma questa è un’altra storia…….


46<strong>Campo</strong> de’ fioriUna “Fabrica” di ricordi - Vecchi casali e casalantiOggi sono tornato avedere il casale dellaCassaccia, dove da bambinovenivo spesso a trovarei miei cugini e doveho legati molti cari ricordi.Ho passeggiato lentamentein questi luoghidi Sandro Anselmiche mi hanno visto correree divertire spensierato e, mentre sembravanoriecheggiare le grida e le risa cheaccompagnavano i nostri giochi, cercavocon remota speranza qualche oggetto chefosse, magari, rimasto lì ad aspettare tuttoquesto tempo. E proprio lì, vicino al pozzodell’acqua, attaccata ai ferri del pergolato,ho visto penzolare un piccolo pezzo dicorda consumato e liso dal tempo. Ho rivistoallora la nostra altalena che zio Paolinoaveva costruito per noi: due corde conappeso un piccolo asse di legno che fungevada seggiolino e noi, impazienti,aspettare il nostro turno. Oggi purtroppo ilcasale è disabitato, come d’altronde moltissimialtri, ma la vita che ha contenuto etutto ciò che ha rappresentato per le famiglieche lo hanno abitato, non può perdersi,ma va raccontato per conoscere quellasocietà contadina così sana e laboriosa,dalla quale quasi tutti proveniamo.IL CASALE DI SUBRIZIAAgli albori del secolo scorso, SubriziaBianchini nasce a Fabrica di Roma e sposaCarosi Paolo di Carbognano. I due hannoun figlio di nome Angelo ma, quando questiè ancora piccolo, il povero Paolo muoreinaspettatamente, così Subrizia è costretta,come tante altre persone, ad emigrareper cercare un lavoro e così tirare avanti.Va così a Velletri, alle dipendenze di ungrande proprietario terriero ed Angelo,allora piccolissimo, viene comandato apascolare gli agnelli e non può neanchefrequentare le scuole elementari. QuiSubrizia conosce Clemente Clementi chediventa il suo compagno nella vita e, insieme,progettano allora di tornare a Fabricadi Roma, dove lei possiede un fondo inlocalità Cassaccia e decidono di costruircisopra un piccolo casolare. Siamo ai primidel Novecento e basta poco per abitare:una cucina dal pavimento naturale, uncamino, ed una camera al piano di sopraaccessibile con una ripida scala. Al livellodella cucina e con apertura sull’aia antistante,ci sono i recinti per gli animali dacortile. Con il passare degli anni e con ilcontributo fisico di Angelo, che intanto ècresciuto, viene costruita la stalla per ilricovero delle mucche. Così con l’arrivodella prima coppia di buoi, cambia l’economiadella famiglia perché, oltre a lavorarecon più efficienza i loro poderi, ancoralimitati, prestano opera conto terzi e cosìarrivano i primi guadagni,con i quali possono acquistarenuovi terreni. Allo scoppiodella Prima Guerra Mondiale,Angelo parte per il fronte eviene sostituito nei lavori dalnipote del Clementi,Umberto, che diventerà scultoree poi professore di sculturaall’Accademia delle BelleArti di Roma. In quel periodoviene realizzata la linea ferroviariaOrte-Civitavecchia e,siccome passa nelle vicinanzedel casale, la coppia dibuoi, trainando carri di terra che servivaper il livellamento della ferrovia, porta deiguadagni che verranno utilizzati percostruire un’altra stanza, accanto a quellada letto, che andrà a sostituire la vecchiapiccola cucina. Sempre in quel periodoviene scavata una cantina, dalla quale siestrae pozzolana, che serve per la costruzionedella ferrovia. Angelo, al ritorno dallaguerra, sposa Giustina Stefanucci e nasconoIlda, Paolo, Vanda e Mario. Ad opera diPaolo (Paolino), si inizia lo scavo del pozzoromano per l’approvvigionamento dell’acquapotabile, dato che, fino a quelmomento, si era usata quella del fosso chescorreva ai piedi della proprietà. Ilda,Vanda e Mario vivranno meno la storia delcasale, mentre Paolino seguiterà ad abitarloinsieme ai genitori e alla moglie Rosa equando nascono Ivo e Roberto, trasmetteràloro l’amore ereditato per quei luoghi.Oggi, nonostante non sia più abitato, rappresentaper gli eredi il luogo dei ricordipiù cari e non mancano di frequentarlonelle occasioni di ritrovo con le loro famiglie.


48<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum d1 Febbraio 1936 Civita Castellana - cena al ristorante Bernabucci il giorno prima di partire militari - leva 1915. Foto del Sig. Bruno Brunelli.1) Vincenzo Tarducci. 2) Amilcare Fontana. 3) Umberto Racioppa. 4) Luigi Chilini. 5) Bruno Brunelli. 6) Vittorio Borromei.7) Umberto Talia. 8) Angelo Lucentini. 9) Giovanni Giampieri. 10) Santo Lemme. 11) Giovanni Rossini.Civita Castellana Anni ‘50. Festeggiamenti per una Cresima.Foto della Sig.ra Luigia ContiSe vi riconoscete in queste <strong>foto</strong>, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pubb


<strong>Campo</strong> de’ fioriei ricordi49Civita Castellana. Anno scolastico 1948-493^ elementare, Maestro Madonia<strong>foto</strong> del Sig. Tonino Del PrioreCivita Castellana anno scolastico 1951/52.Maestra Giuseppina Scartazzini. Foto della Sig.ra Luisa Giordanilicate le vostre <strong>foto</strong>, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite


50<strong>Campo</strong> de’ fioriAssociazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.)www.campodefiori.bizwww.campodefiorionline.itwww.accademiainternazionaleditalia.itATTENZIONEci è stato segnalato, da alcuni operatori commerciali di essere stati contattati per l’inserzione pubblicitaria delle loro attività su <strong>Campo</strong>dè fiori, da persone a noi sconosciute. Comunichiamo pertanto che le persone incaricate a qualsiasi titolo, da <strong>Campo</strong> dè fiori, dovrannoessere munite di autorizzazione su carta intestata, debitamente firmata dal direttore e contenente i dati anagrafici dell’incaricatostesso. L’incaricato dovra inoltre esibire un documento di riconoscimento.<strong>Campo</strong> dè fioriè la più grande vetrina per i tuoi affari.La pubblicità su <strong>Campo</strong> dè fiori arriva e “porta bene” ed entra nelle case di milioni di lettori.TEL. 0761/513117info@campodefiori.bizSede, Direzione e Redazione: Piazza della Liberazione n° 2 - 01033 Civita Castellana (VT)SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTOCARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALESI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ fiori (12 numeri) a € 25,00I miei datiNome___ ____ ___ Cognome____________________Età_________CAP________Città________________________Prov._______Telefono______________________e-Mail________________________Desidero regalare l’abbonamento a: <strong>Campo</strong> de’ fiori (12 numeri) a € 25,00Il regalo è per:Nome__________________________Cognome_____________________Età___Via_________________________________________CAP_______Città__________________________Prov._____Telefono__________________e-Mail______________________________effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla AssociazioneAccademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita CastellanaFirma________________________________________________________Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n.675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamentodei dati è <strong>Campo</strong> de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT)Data_______________Firma_____________________________________Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ fiori - P.za dellaLiberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT)o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117Indovina L’ArtistaDi lato è riportato ilparticolare di un famosoquadro chiamato“Madre con bambino”.Sai dire chi l’ha dipinto?I primi tre che indovinerannoe si recheranno presso laredazione, riceveranno un simpaticoomaggio offerto dalCentro Parati di Selli Vittorio


<strong>Campo</strong> de’ fiori 51La Chiesa di San Michele Arcangelo a Magliano Sabina:analisi metrologicadell’Arch.Cristina CollettiniQuando si affronta lostudio di un monumento,un valido aiuto percomprenderne l’assettooriginario e le modifichepiù o meno drasticheintercorse nel tempopuò venire dall’analisimetrologica, ovverodalla ricerca di eventualischemi modulari, disezioneaccorgimenti geometrici, di rapporti proporzionalitra le parti tanto in pianta quantoin alzato.Se da una parte con questo tipo di analisisi corre talvolta il rischio di compiere fuorviantiforzature, è anche vero che quandogli studi metrologici vengono condottiparallelamente ad altre indagini sul monumento,come l’analisi storica, quella tipologica,lo studio degli apparecchi murari, lametrologia può aiutare a sciogliere alcunidubbi su particolari aspetti del monumentostesso.Riprendendo l’esempio della chiesa di SanMichele Arcangelo a Magliano Sabina,diventata oramai il modello per comprenderea livello pratico quello che in teoriadovrebbe essere l’iter di studio di unmonumento ai fini di un suo restauro, l’analisimetrologica è stata in questo casomolto utile perché ha confermato unaserie di ipotesi formulate in ambito storicoe da punto di vista dell’analisi muraria.La chiesa rispetta precise regole proporzionalidettate dalla ripetizione di unmodulo A di 5 cubiti, pari a circa 2,25metri. L’impianto generale vede l’accostamentodi due corpi, la navata unica e l’abside,composte dalla successione modularedi due quadrati e che tra loro stanno inun rapporto ben preciso. La larghezzadella navata infatti è esattamente la metàdella sua lunghezza e a sua volta la larghezzadell’abside è pari alla metà dellalarghezza della navata. Ogni elemento èquindi strettamente legato all’altro: riportandoliin forma modulare, la navata èlunga 8A ed è larga 4A, l’abside è larga 2Ae profonda 1A. c’è però da notare che laforma rettangolare dell’abside è un po’insolita e che anomalo è anche lo strettoaccesso alla sagrestia sulla sinistra dell’altare.E’ possibile avanzare l’ipotesi, daverificare attraverso opportuni saggi localizzati,che l’abside originariamente avesseun impianto a base quadrata e che, in conseguenzadella necessità di ricavare un’ulterioresagrestia o forse a causa di unimprovviso crollo, abbia subito una contrazionenella profondità. D’altra parte, dalladiscrepanza riscontrata in due diversidocumenti storici, di cui già si è parlato, siera dedotto che il campanile originario,localizzato sul lato sinistro della chiesa, èstato ricostruito verso la metàdell’Ottocento invece sul lato destro dellachiesa così come lo vediamo oggi; nel contempole anomalie riscontrate nelle tecnichemurarie non fanno altro che confermarecome un qualche evento abbia inqualche modo “traumatizzato” e modificatoquesta area della chiesa.Guardando bene la parete nord, questa sipresenta obliqua: benchè quello dell’inclinazionedell’asse sia un espediente otticoricorrente negli impianti delle chiesepaleocristiane per ottenere una migliorevisibilità prospettica e tale da direzionarel’occhio del visitatore versol’altare, in questo caso è più plausibileche, anziché trattarsi di unaccorgimento prospettico, la deviazionederivi dalla necessità dicostruire la chiesa a ridosso dellemura cittadine, adattandosi adesse, fatto questo che era venutofuori anche dall’analisi degli apparecchimurari.Anche in alzato è possibile ritrovareprecisi rapporti modulari tra leparti. La sezione della navata puòessere scomposta nella sovrapposizionedi due rettangoli, entrambidi base pari alla larghezza dellanavata ovvero 4A, mentre in altezzail rettangolo più grande ripete 3volte il modulo A fino all’attaccodella volta a botte, a sua voltainteramente inscritta nel rettangolosuperiore, di altezza pari a 2A.invece l’abside in alzato si presentacome la sovrapposizione di un quadratodi lato 2A e di un rettangolo di base 2A ealtezza 1A. Se quindi in sezione la navataha un rapporto base alzato di 4:5, quellodell’abside è di 2:3. Nello studiare però irapporti modulari in sezione, è importantericordare che le fonti indicano che la chiesasubì una sopraelevazione durante igrandi restauri della fine dell’Ottocento e iprimi del Novecento. L’analisi murariapianta metropiantainfatti presenta una soluzione di continuitànel prospetto nord ad una quota che corrispondecirca alla parte terminale dei contrafforti,quota che corrisponderebbe adun rapporto base alzato 1:1. Ma qualepoteva essere l’altezza dell’originariacopertura a capriate lignee? Troppo pochipurtroppo sono ad oggi gli elementi anostra disposizione per poter ricostruirel’originaria proporzione della chiesa insezione. Aldilà comunque dei quesiti rimastiinsoluti, quello che è importante ricordareè come le diverse modalità di studiodi un monumento singolarmente potrebberorimanere poco esaustive ma insiemeconcorrono a definire un quadro dell’operache raramente sarà completo e definitouna volta per tutte ma che comunque ciavrà ridato un pezzo della nostra storia. Ese molto spesso in questi studi capita difinire in un vicolo cieco, di contro, quandosi imbocca la direzione giusta, tutti i vari“pezzi” si incastrano fra loro ed ogni ipotesitrova conferma in un’altra ipotesi cosìche, come diceva il grande Leonardo neldare la sua definizione di un arco, duedebolezze che diventano una fortezza, dueipotesi diventano realtà, certezza.


52Centro di Diagnosi e TerapiaNeuropsichiatrica, Psicologica, Logopedica,PsicopedagogicaVia Tasso 6/A - Civita Castellana (VT)T. 0761.517522a cura della Dott.ssaEleonora TabarriniPsicologa,PsicofisiologaclinicaNello scorso numeroabbiamo parlato di affidocondiviso, lodevole tentativoda parte del legislatoredi creare condizionipiù agevoli per i figli eper i genitori e di rispondereanche ad un semprecrescente bisogno daparte dei padri di sentirsiriconosciuto un ruolomeno marginale, almenosulla carta.Nel caso dell’affidoesclusivo, spesso i figli sitrovano nella condizionedi dover esprimere una “preferenza” nellamaggior parte dei casi impossibile, forzata e,direi, quasi sempre dannosa per la salute psichicadel bambino o del ragazzo (non si puònon pensare a quello che una scelta di questogenere lascia e sedimenta soltanto in terminidi senso di colpa). Con la legge sull’affidocondiviso si potrebbero evitare ai figli pressionipiù o meno consapevoli e restituire loro ildiritto a crescere con entrambi i genitori,senza dover rinunciare o “far fuori” uno deidue (nel 90% dei casi, ricordiamolo, il padre).L’avvocato Frateiacci esprimeva delle perplessità,non tanto sul valore della legge in sé,quanto sulla difficile applicazione della stessa.Questa legge, infatti, presume un accordo difondo tra i genitori che spesso, proprio inquanto “separandi” non esiste, loro malgrado.Numerosi genitori si rivolgono ad uno psicologoa ridosso di una separazione spesso perchépreoccupati degli effetti dannosi che questo“evento traumatico” potrebbe avere suifigli, o perché non sanno “cosa dire”, come<strong>Campo</strong> de’ fioriLa mediazione familiare:restare uniti come genitori anchequando la coppia non c’è piùspiegare ciò che sta succedendo, cosa succederà.Altri sono preoccupati perché i figlimostrano segnali di disagio e chiedono unaiuto, un intervento per il bambino che “haricominciato a fare la pipì a letto”, “è intrattabile”,“è peggiorato a scuola”, “non mangia”.Altre volte gli adulti cercano una complicitàda parte dell’operatore per autorizzareed autorizzarsi l’esclusione dell’altro genitoreconfermando ed alimentando le non rarereazioni di rifiuto dei figli verso uno deidue:“quando vedono il padre diventano nervosi”,“sono loro che non vogliono andaredalla madre”, non pensando che quasi semprequesti atteggiamenti rifiutanti sono soltantoun tentativo da parte dei figli di gestiredei conflitti sentiti come troppo grandi.Parlo quindi di singoli individui e non di coppiegenitoriali poiché spesso, in questesituazioni di grandi tensioni e sovente di profondesofferenze reciproche, anche di frontea dei segnali molto forti da parte dei figli, gliadulti non tendono a rispondere insieme, mapurtroppo si muovono in contrapposizione e,nei casi più sfortunati, tendono ad imputarsile responsabilità del “problema” a vicenda,facendo a gara a chi interviene per primo ocon lo specialista migliore.In queste situazioni i “grandi” smettono diessere tali e, alla separazione della coppia,fanno conseguire in maniera quasi automaticala sparizione della genitorialità condivisa.I figli si trovano così, in un colpo solo, adover affrontare non solo il lutto della separazionema anche (e soprattutto) a doversibarcamenare in una tempesta di regole emessaggi contraddittori, incoerenti che rendonoancora più difficile la stabilità e l’equilibrioin un periodo già di per sé non facile.Diventa indispensabile allora, nelle situazionidi crisi, rivolgersi ad una figura esperta chesia in grado di mediare, permettendo l’instaurarsidi un dialogo come genitori, cercandodi lasciare da parte la coppia ed i suoicocci, per creare e ricreare un campo che siasufficientemente neutro da poter assicuraredellescelte educative che siano comuni,coerenti e congruenti.La mediazione familiare è necessariaquando la compromissione dei rapporti reciprocie della comunicazione rende impossibileesercitare la funzione genitoriale, funzioneche non dovrebbe mai essere “a termine” ecomunque sempre condivisa e co-esercitata.Per ulteriori informazioni e per chiarimentisugli ambiti terapeutici del Centro telefonareal numero 0761 517522 o inviare una e-maila info@centroceral.com oppure visitare il sitohttp://www.centroceral.com


<strong>Campo</strong> de’ fiori 53Leggere siamo, quali ali di leggiadre farfallette,ma possiamo oscurare l’universocon un semplice battito. Cosa siamo?I primi cinque che telefonando inredazione daranno la soluzione dell’indovinello,riceveranno un simpatico omaggioofferto da L’ANGOLO DEI DESIDERIVia dellaRepubblica, 6Civita CastellanaTel e Fax0761.513217e-mail:camponiricambi@libero.it


54<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum dCivita Castellana. Anno scolastico 1965<strong>foto</strong> della Sig.ra Loretta ManoniCivita Castellanaanno scolastico 1948. Maestra MancinelliSe vi riconoscete in queste <strong>foto</strong>, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pubb


<strong>Campo</strong> de’ fiori55ei ricordiAnni ‘60 bambini di Fabrica di RomaFoto della Sig.ra Lucia Gisella BianchiniCivita Castellana 8 Dicembre 1959Scuola materna, nati nel 1954. Foto del Sig. Franco Fogliettalicate le vostre <strong>foto</strong>, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite


56<strong>Campo</strong> de’ fioriLE PATOLOGIE DELLA TIROIDELe alterazioni funzionali: L’ipotiroidismo(parte seconda)del Dott.MaurizioMartiniL’ipotiroidismo è una malattianon rara causata da unacarenza di ormoni tiroideicon conseguente rallentamentodi moti processimetabolici del nostro organismo.Questa patologia determinaun quadro molto piùgrave se insorge in giovaneetà dove può provocare alterazioni gravidello sviluppo corporeo e psichico, addiritturapermanenti. Le cause che possonodeterminare una diminuzione della produzionedegli ormoni tiroidei o una loro mancataefficacia sono molteplici.Le più frequenti coinvolgono la ghiandolatiroidea e per questo vengono definitecause primitive di ipotiroidismo. La tiroiditecronica di Hashimoto rappresenta lacausa di ipotiroidismo più frequente nell’adulto.Essa è una malattia autoimmunecaratterizzata da una forte infiltrazione linfocitariadella tiroide.I linfociti del nostro sistema immune nonriconoscono la tiroide e quindi, come inuna infezione, distruggono la ghiandolatiroidea provocando la diminuzione deitireociti e della produzione degli ormonitiroidei. A differenza del morbo diBasedow, anch’esso una tiroidite, nellatiroidite di Hashimoto non si produconoanticorpi che stimolano la produzione diormoni tiroidei, ma soltanto anticorpidistruttivi contro le cellule follicolari. Unipotiroidismo si ha anche quando la ghiandolatiroidea viene asportata a causa di unintervento chirurgico per neoplasia peresempio.Oppure la tiroide può essere assente peragenesia, difetti di formazione congenitadella tiroide, anche se molto rari. Vi sonopoi una serie di cause genetiche che possonodeterminare la mancata produzionedegli ormoni tiroidei per mancanza deglienzimi che servono alla produzione degliormoni stessi.Infine vi possono essere dei farmaci chepossono determinare ipotiroidismo, alcunidi uso frequente nelle malattie psichiche,come i sali di litio e altri più usati nellapatologie cardiache come l’amiodarone. Inun 5% dei casi l’ipotiroidismo è causato dauna mancata produzione di TSH, l’ormonestimolante la produzione degli ormonitiroidei che viene prodotto a livello dell’ipofisi.Dal punto di vista clinico la carenza diormoni tiroidei causa un quadro che risultatanto più grave quanto precocementeesso si instaura nella vita dell’individuo.Infatti come ho già detto, gli ormoni tiroideisono fondamentali per la crescita e losviluppo corporeo e mentale del nostroorganismo; una carenza molto precocepuò portare addirittura al quadro clinicodel cretinismo tiroideo (di solito nellaprima infanzia) o a gravi alterazioni di sviluppocorporeo (nell’adolescenza soprattutto).Quindi è di estrema importanza riconosceresubito l’ipotiroidismo, ma purtroppoesso non presenta sintomi e segni che permettanouna sua immediata individuazione.Il quadro clinico è sfumato, specie nell’adulto,dove si osserva astenia, affaticabilità,sonnolenza, stipsi.Solo nei casi più gravi si possono osservarecute secca e pallida con edema duro(mixedema) di alcune parti caratteristiche,come le regioni intorno agli occhi, dellemani, dei piedi e della lingua; ridotta frequenzacardiaca, ipertensione e aumentodel volume del cuore; ipercolesterolemia,anemia e riduzione della libido sono segnialquanto frequenti.Purtroppo però la diagnosi dell’ipotiroidismonon si effettua sulla base dei segni esintomi che ho appena elencato, perchécomuni a moltissime altre patologie, espesso non così evidenti, specie nella personaanziana e non collaborante.Si deve però sospettare un ipotiroidismotutte le volte che tre o più sintomi e segnisono presenti in modo tale da poter eseguireuna serie di accertamenti clinici chesono dirimenti nella diagnosi di ipotiroidismo.Una semplice analisi degli ormonitiroidei del sangue e del TSH, permettesubito di individuare una condizione di ipotiroidismo.Gli ormoni tiroidei sono diminuiti e il TSHaumentato nel caso di ipotiroidismo causatoda malattie della tiroide; mentre il TSHè normale o ridotto con ormoni tiroideiridotti nel caso di malattie dell’ipofisi o dell’ipotalamo.Altre indagini strumentali come l’ecografia,la scintigrafia, l’esame citologico, e alcunitest funzionali come il test del TRH, ogenetici, permettono poi di individuare lamalattia che ha determinato la carenteproduzione degli ormoni tiroidei.La terapia dell’ipotiroidismo è molto semplicee permette di controllare tutto il quadroclinico.Basta somministrare al soggetto gli ormonisostitutivi. Il dosaggio varia da soggettoa soggetto e con l’età, e viene stabilitogradualmente.Gli ormoni sostitutivi possono essereassunti per tutta la vita.


<strong>Campo</strong> de’ fiori57La rubrica dei perchèdi Arnaldo RicciPerchè i telegrammi sono semprescritti in lettere maiuscole ?La spiegazione di questo perché è un pochinopiù complessa rispetto agli argomentitrattati nelle precedenti edizioni.I telegrammi, oggetto di questo articolo,sono esattamente quelli che si facevano alleposte dalla fine della 2° guerra mondiale finopiù o meno a tre anni fa. Attualmente leposte assicurano ancora il servizio ma consistemi trasmissivi completamente nuovi.Con i nuovi sistemi i telegrammi potrebberocontenere anche caratteri minuscoli!Ribadisco che la mia spiegazioneè valida soltanto per ilsevizio telegraficodelle poste che èstato assicuratonel periodosopra descritto.Ebbene nel p-eriodo considerato,tutte le organizzazionidi telecomunicazioni(nazionali ed internazionali)facevanouso della gloriosatelescrivente per trasmetteree ricevere telegrammi.Ogni stato aveva larete telegrafica interna con lapossibilità di trasmettere anchesulla rete internazionale. La rete ditelecomunicazioni telegrafica era l’unicomezzo per trasmettere testi scritti(almeno fino all’inizio degli anni 70). Durantegli anni 70 si svilupparono altre reti di telecomunicazionedati dove non venivano piùusate telescriventi. Le organizzazioni postalicomunque usarono la rete telegrafica contelescriventi fino a due o tre anni fa.Ebbene, le reti di telecomunicazioni pertelescriventi, non permettono la trasmissionedi caratteri minuscoli! Perché solocaratteri maiuscoli? Il lettore mi perdoneràper questa spiegazione forse un po’ troppotecnica, questa volta non è facile trattarel’argomento!La telescrivente (apparato Baudot comeveniva chiamata all’inizio del secolo xx°)faceva uso del codice Baudot inventato proprioda Emile Baudot. Il codice Baudot prevedevaper ogni carattere da trasmettere l’utilizzodi 5 Bit ( come potete notare la grandezza“ Bit” è stata utilizzata ben prima dell’avventodei computer!). La telescriventeera stata inventata da Baudot ma l’applicazionetecnologica su larga scala, si ebbe soloverso la metà degli anni trenta.La Germania di Hitler sviluppò, all’interno,una modernissima rete per telescriventi utilizzantiil codice Baudot. La Siemens produssetelescriventi su larga scala, utilizzateanche da altri stati. Per fare un paragone,l’Italia iniziò la sua produzione di telescriventisu larga scala, solo negli anni 60 permezzo dellaOlivetti. Viposso assicurareper esperienzapersonale,che lenostre Olivetti eranosuperiori per robustezzaa tutte letelescriventi prodottenel mondo. Peccatoche siamo arrivatiun po’ tardi! Adessoveniamo al cuore del nostro perché. Sideve sapere che il codice binario a 5 Bitpermette la codifica di sole 32 combinazionidi caratteri. Basta elevare alla quinta potenzail numero 2. Infatti 2 alla quinta fa 32.Con il codice Baudot si potevano trasmetteresolo 32 caratteri dell’alfabeto Latino! Nonbastavano neanche a trasmettere i caratterinumerici! Ci fù allora un certo Murray, inglese,che modificò leggermente il codiceBaudot, introducendo lo scambio lettere/cifre che abilitò la doppia valenza per ognicarattere. L’invenzione dello scambio lettere/cifre è stata poi adotta anche sulle modernetastiere dei computer attuali, tramite il tasto“ SHIFT”. Con questa tecnica si raddoppiò lacombinazione dei caratteri trasmessi chepassarono da 32 a 64. ( tutto questo avvenivanegli anni trenta!).Ebbene anche le 64 combinazioni non bastavanoa trasmettere tutta la gamma dei caratterilatini che sono nell’alfabeto inglese: 26caratteri maiuscoli; 26 minuscoli, le cifre dazero a nove, i segni di interpunzione e variapostrofi. Insomma si superavano le 64 combinazionidisponibili! Si decise allora che imessaggi trasmessi sulle reti a telescriventi( chiamate anche impropriamentereti telex) non potevanoessere utilizzati i caratteriminuscoli. Fu una saggiadecisione, comunque forzata,che non comprometteval’intellegibilità deimessaggi trasmessi e ricevuti.Le reti telex progettatenegli anni trenta e sviluppatesisuccessivamentedopo la 2° guerra mondialerimasero con le stesse caratteristichefino ai giorni nostri, alcuni stati nonhanno ancora sostituito i sistemi! La retetelegrafica Italiana è rimasta immutata nelletecniche fondamentali fino al 2002. Bisognadire che agli inizi degli anni 70, negli USA fuinventato un nuovo codice per telescriventichiamato ASCII ( American Standard CodeInternational Interchange ) che prevede 7bit per ogni carattere ( 2 elevato alla settimada come risultato 128 ) con 128 combinazionisi ha la possibilità di trasmettere anche icaratteri minuscoli! Si considerò però, chesostituire tutta la rete telegrafica utilizzante ilcodice Baudot, aveva un costo troppo elevatoe di conseguenza si decise di farlo rimanerein esercizio. La decisione fù presa dalCCITT ( Comitato Consultivo Internazionaledi Telegrafia e Telefonia). Gli utenti non prestaronomai attenzione a questa imperfezionedi trasmissione e tutto continuò normalmente!Prima di finire vorrei far notare al lettoreche la parola “ Bit” fu inventata ed utilizzatamolto prima dell’avvento dei computer;inoltre anche il codice ASCII ormai universalmenteutilizzato in tutti i computer, fùinizialmente inventato per sopperire allemancanze del vecchio codice Baudot, mache comunque non riuscì a soppiantarlonelle reti telegrafiche. Vorrei finire con unaaffermazione: l’attuale rete Internet non èuna invenzione, ma una graduale implementazione,(man mano che si avevano a disposizionenuove tecnologie) della vecchia retetelegrafica i cui principi base non sono statiscavalcati!


58<strong>Campo</strong> de’ fioriAlbum dFabrica di Roma 9 Maggio 1962 prima comunione<strong>foto</strong> delle Sig.re Graziella Bernocchia e Anna FrancolaCivita Castellana 1° Maggio 1955Se vi riconoscete in queste <strong>foto</strong>, venite in redazione e riceverete un simpatico omaggio. Se desiderate vedere pub


icordi<strong>Campo</strong> de’ fiori 59eiCorchiano. Prima Comunione anno 1957Fabrica di Roma - scuola femminile degli anni ‘30licate le vostre <strong>foto</strong>, portatele presso la redazione di <strong>Campo</strong> de’ fiori, esse vi verranno immediatamente restituite.


60<strong>Campo</strong> de’ fioriAnnunciLAVORO-CERCHIAMO giovane ORGANIZZATORE perelaborare preventivi e organizzare serate di musica,cabaret, cene e feste a tema per adulti e bambini.Fantasia, lidership, conoscenza ambiente.SOLO IN PERCENTUALE Cell. 338.3380764-RAGAZZA ITALIANA seria, di anni 33, condisponibilità di auto, nubile, cerca lavoro comebadante, baby sitter, aiuto domestica e altro. Soloore diurne. Civita Castellana e zone limitrofe.Ab. 0761.516498 o.p. Cell. 338.9515635.-PENSIONATO cerca lavoro, aiuto contabile,manutenzione giardino, guardiano e altro. SoloCivita Castellana e dintorni. T. 338.7736805-RAGAZZI RUMENI seri, onesti, 27 enne e 22enne, cercano lavoro come lavapiatti, giardinieri,operi in fabbrica, officina o qualsiasi altro tipo dilavoro. Max serietà T. 340.7924731 - 3283514147-RAGAZZA 21enne diplomata con la votazione80/100 nel 2003 a Civita Castellana, cerca lavorocome commessa, o all’interno di un supermercatoo negozio. 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<strong>Campo</strong> de’ fiori 63<strong>Campo</strong> de’ fioriDirezioneAmministrazioneRedazionePubblicità edAbbonamenti:Piazza dellaLiberazione, 201033 CivitaCastellana (VT)Lo Studio Legaledell’ Avv. Aldo PirasPatrocinante in Cassazioneha stipulato una convenzione con<strong>Campo</strong> de’fiori con la quale, tutti i lettori, avranno dirittoa n. 3 consulenze gratuite.Per informazioni rivolgersi in redazione<strong>Campo</strong> de’ fiori è distribuito a Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Vignanello,Vallerano, Canepina, Vasanello, Soriano Nel Cimino, Vitorchiano, Bagnaia, Viterbo,Montefiascone, Carbognano, Caprarola, Ronciglione, Sutri, Capranica, Cura di Vetralla, Blera,Monte Romano, Tarquinia, Civitavecchia, Orte, Gallese, Magliano Sabina, Collevecchio, Tarano,Torri in Sabina, Calvi nell’Umbria, Stimigliano, Poggio Mirteto, Otricoli, Narni, Terni, Amelia,Nepi, Castel Sant’Elia, Monterosi, Anguillara, Trevignano, Bracciano, Canale Monterano,Mazzano, Campagnano, Sacrofano, Olgiata, Faleria, Calcata, S.Oreste, Nazzano, Civitella SanPaolo, Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Ostia, Nettuno,Anzio, Fregene e nei migliori locali di Roma, in tutte le stazioni MET.RO. Spedito a tutti gli abbonatiin Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, apersonaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo.Periodico Sociale diArte, Culturaed Attualità editodall’AssociazioneAccademiaInternazionaleD’Italia(A.I.D.I.)senza fini di lucroPresidenteFondatore:Sandro AnselmiDirettore Editoriale:Sandro AnselmiDirettoreResponsabile:Stefano De SantisSegretaria diRedazionee Coord:CristinaEvangelistiImpaginazione eGrafica:CristinaEvangelistiConsulenteEditoriale:Enrico De SantisReg.Trib. VT n. 351del 2/6/89Stampa:TipolitografiaA.SpadaLa realizzazione diquesto giornale e lastesura degli articolisono liberi e gratuitied impegnanoesclusivamentechi li firma.Testi, <strong>foto</strong>, lettere edisegni, anche senon pubblicati, nonsaranno restituitise non dopopreventiva edesplicita richiesta daparte di chi lifornisce.I diritti di riproduzionee di pubblicazione,ancheparziale, sonoriservatiin tutti i paesi.c/c postalen.42315580Tel. e Fax0761.513117e-mail:info@campodefiori.bizRedazione di Roma:Viale G. Mazzini 140AbbonamentiRimborso spesespedizioneItalia: 12 numeri€ 25,00Estero: 12 numeri€ 60,00Per il pagamentoeffettuare iversamenti sul c/cpostale n. 42315580intestatoall’AssociazioneAccademiaInternazionaleD’Italia.L’abbonamentoandrà in corso dalprimo numeroraggiungibile epuò avere inizio inqualsiasi momentodell’anno ed avrà,comunque, validitàper 12 numeri.Garanzia diriservatezza pergli abbonatiSi garantisce lamassima riservatezzadei dati fornitidagli abbonati e lapossibilità dirichiederne gratuitamentela rettificao lacancellazione scrivendoall’editore.Le informazionicustodite nelloarchivio di <strong>Campo</strong>de’ fiori verrannoutilizzate al soloscopo di inviareagli abbonati ilgiornale e gliallegati, anchepubblicitari (legge675/96 tutela datipersonali).

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