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foto M.Topini - Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori 39Grande età: esempi eccellentiVia Donatello - Loc. Fontana MatucciaCivita Castellana (VT) - T. 0761.514016Ugo SansonettiUn articolo uscito su Panorama, mi haveramente stupito e credo, come me, tutticoloro che hanno avuto occasione di leggerlo.Nell’articolo si parlava di MarioRiboni, Luciano Aquarone, Amelio Comprie Ugo Sansonetti, tutti atleti italiani.Incominciamo dal primo. Mario sfiora aSan Sebastian la medaglia d’oro nel lanciodel peso. “Mi rifarò nel 2007” – dice – cosìcome dicono tutti gli atleti battuti (luidetiene già vari titoli mondiali nel lanciodel disco, peso e martello). Però c’è la piccoladifferenza che Mario ha 94 anni. Uncaso incredibile, paranormale?No, in Spagna a quei Mondiali Master diatletica, hanno partecipato 6.000 atleti dai40 ai 98 anni, anche se va detto che l’Italiaha primeggiato nelle fasce estreme con80enni e 90enni che corrono, lanciano,saltano con risultati eccellenti anche per30-40enni. Parliamo ora di LucianoAquarone, lui ha “solo” 75 anni e a Carpicorre la maratona in 3 ore e 10 minuti, ela maratona, per chi non lo ricordasse,sono 43 Km!Già nel 1971 lui fu il primo ultra quarantennein Italia ad ottenere una deroga alregolamento per gareggiare a livello assoluto,in tempi in cui l’idea della competizionead alti livelli, per una persona matura,era inaccettabile (sfiorò allora leOlimpiadi di Monaco). Sentiamo cosa diceoggi Luciano: “L’esperienza mi ha insegnatoche, al declino del fisico, bisognaaccompagnare stimoli via via più ridotti,ma la voglia di competere resta sempreun formidabile incentivo a sentirsi vitali”.Per chi mi ha già letto sa che la parola“competizione” mi fa un po’ arricciare ilnaso. Ma le parole di Luciano Aquaronesono appropriate perché nella competizione,di qualsiasi tipo, c’è un po’ di vita inpiù, un po’ più di allegria e di fiducia nelfuturo. E allora quale competizione è giustaper noi che non siamo stati grandi atletineppure in gioventù? Per me il modomigliore di definire la parola “competizione”è “raggiungere l’obiettivo”. Ognuno èlibero di prefissare il proprio obiettivo,dalla medaglia d’oro alla competizione conse stesso, a quella con il gruppo o lo stessoinsegnante, e di trarre da ciò, insieme almiglioramento fisico, una gratificazione sulpiano psichico, perché un obiettivo generascadenze e, riuscire a rispettare le scadenze,genera autostima.Parliamo ora di Ugo Sansonetti, 87 anni,campione mondiale master nei100,200,400 metri.I 100 metri li copre in 16 secondi, tempoimproponibile per alcuni ragazzi sedentarie soprappeso. E parliamo di AmelioCompri, primatista mondiale nella specialitàpiù pericolosa dell’atletica: il salto conl’asta. A 81 anni, mentre i suoi coetaneicamminano a fatica, lui salta oltre duemetri. Una sua frase: “Mi alleno ogni giornocurando soprattutto la coordinazioneneuro muscolare”. Il mantenimento dell’abilità motoria come insieme di allenamentialla resistenza cardiorespiratoria,alla forza, alla coordinazionedinamica e posturale, ha fatto parte ditutta la loro vita. Quelli di Mario, Luciano,Ugo e Amelio, sono sicuramente organismispeciali, ma dalla loro storia nasce un filonedi ricerca che studia il segreto di questicampioni, per aiutarci a prevenire gliaspetti limitanti dell’invecchiamento. Icampioni dello sport, non vanno mai emulatipedissequamente, ma possono ispirarel’azione di chi, sia giovane che anziano,voglia incominciare un’attività fisica, purchési rispettino tre regole: continuità,controllo medico e un po’ di sanaautoironia.Carla Bonafede Di DonatoCoordinatrice Programmi FitnessCentro BLU LIFE

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