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foto M.Topini - Campo de'fiori

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18<strong>Campo</strong> de’ fioriRoma che se n’è andata: lEttore Roesler Franz: un acquerellista dell’ottocentoSe dovessi avere interessedi conoscere qualcosadi Roma che se n’èandata e qualcosagodere di questo popolooltre, naturalmente, aisonetti di GiuseppeGioachino Belli, visitandoi luoghi descritti, nondi Riccardo Consolipotrai esimerti dall’ammiraregli acquarelli diEttore Roesler Franz, sono questi infatti che,meglio di qualsiasi altra cosa, riesciranno atrasmetterti e farti percepire, quasi respirare,l’atmosfera degli anni del Poeta di Romaquelli, per intenderci, posti a cavallo dell’ottocentoe i primi anni del novecento.Ettore Roesler Franz nasce a Roma il 12maggio 1845 da Luigi e Teresa Biondi, unafamiglia di origine tedesca proveniente daiSudeti che, trapiantata a Roma agli inizi delsettecento, fondò il celebre Hoteld’Allemagne, tra Via Condotti e Piazza diSpagna, albergo che ospitò molti famosipersonaggi tra i quali il romanziere ingleseWilliam Thackeray, Luigi Bonaparte fratellodell’Imperatore, il compositore tedescoRichard Wagner e il poeta tedesco JohannWolfgang Von Goethe.La famiglia di Roesler Franz era imparentatacon le famiglie di diversi aristocratici dellacapitale e fu citata da Giuseppe GioachinoBelli in alcuni suoi sonetti; il giovane Ettore,che a dispetto del suo cognome straniero, èromano da più generazioni, compie i suoistudi presso l’Istituto delle Scuole Cristianedi Trinità dei Monti e presso il CollegioPropaganda Fide dove segue corsi di architetturaquindi, a partire dal 1875, aveva giàtrent’anni, si dedica esclusivamente alla pitturae assieme ad altri fonda la Società degliIl Tevere e sullo sfondo Castel Sant’AngeloAcquarellisti di Roma della quale diverrà piùvolte Presidente.Ettore Roesler Franz, che, oltre all’italiano,parlava correttamente l’inglese, il francese eil tedesco, fu amico fraterno e compagno distudi, presso l’Accademia di San Luca, diEttore Ferrari autore del monumento dedicatoa Giordano Bruno in Piazza <strong>Campo</strong> de’fiori, che divenne, successivamente,Deputato oltre che Gran Maestro dellaMassoneria Italiana.“La sincerità fa grande l’artista”,questa la scritta che risaltava nel suo studiodi Piazza San Claudio ed a questa massimal’artista si attenne sempre; le sue opere piùfamose sono senza dubbio i quadri riproducentiRoma sparita o, per citare lo stessoartista, Roma pittoresca - Memorie di un’erache passa.Ma soffermiamoci per un istante su quellache fu la tecnica di Roesler Franz, egli siaggirava tra i vicoli di Roma con pennelli,cavalletto e macchina <strong>foto</strong>grafica e si servì diquest’ultima per focalizzare, con assolutaprecisione, ogni particolare, anche il più piccolo,oltre che per ritrarre i suoi personaggiquasi sempre ripresi nelle loro funzioni piùumili; tutto ciò in un’epoca immediatamenteprecedente le grandi demolizioni che, spazzandovia la Roma de na vorta, creava ampispazi per l’insediamento dei nuovi quartieriresidenziali.Grande è il merito di questo straordinarioartista poiché le sue opere restano l’unicavera testimonianza a colori di quello storicoradicale mutamento, i suoi quadri e soltantoquesti, ci consentono oggi di immaginare ose preferisci, di rivedere, quella che era statala città prima dei suddetti sventramenti.Naturalmente non è possibile, elencare inquesta sede, tutte le vaste zone colpite daSan Giorgio Velabro con l’Arco di Gianoquelle demolizioni mi limito, pertanto, aricordare la grande quantità di case insistentisulla sponda sinistra del Tevere e sullasponda destra nella zona di Trastevere, perpassare poi alla quasi completa distruzionedel Ghetto, ossia di quella parte della cittàabitata dalla comunità ebraica e, quindi, allairreparabile perdita del Porto di Ripetta, delPorto di Ripa Grande e della c.d. Spina diBorgo, il quartiere di Mastro Titta, per farposto all’attuale Via della Conciliazione e, daultimo, la demolizione di quella vasta areacompresa tra il Teatro Marcello e PiazzaVenezia.Ma dove sono finite le opere di questoMaestro o, quantomeno, quelle che ci interessanopiù da vicino, ossia quelle riproducentila Roma sparita?Prima di ricercare una valida risposta vogliocitare quello che può essere considerato unasorta di testamento spirituale dell’artistaEttore Roesler Franz che, il 20 marzo 1894,così scriveva:“…la collezione dovrebbe esser posta in unasala speciale con una grande carta topograficadella vecchia Roma in cui io darei indicazionedei luoghi dove sono stati ripresi iquadri ; questofaciliterebbe gli studiosi delle future generazioninel capire quale era l’aspetto di Romaprima dei presenti mutamenti…”La serie di dipinti con tematica Roma sparitaè costituita da ben 120 tavole, suddivise intre mini - serie da quaranta cadauna; nel1883 l’allora Sindaco di Roma LeopoldoTorlonia acquistò la prima delle serie suddettee soltanto dopo la scomparsa dell’artista ilComune acquisto le restanti due, attualmenteil Comune ne possiede 119 poiché unacquarello, segnatamente quello riproducentePalazzo Mattei alla Lungaretta è andatosmarrito durante una mostra itinerante e non

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