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foto M.Topini - Campo de'fiori

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26<strong>Campo</strong> de’ fioriBianca Neri: poesie dell’animadi Ermelinda BenedettiSe non mi avessero detto chiavesse scritto queste poesie,che ho letto con grandissimopiacere per poter scriverequesto breve articolo, le avreiattribuite ad un poeta di professione,di grande fama, contanta esperienza, che nellavita si è dedicato solo a questoe che ha letto e riletto iBianca Nerigrandi scrittori del passato, liha studiati e approfonditi. E invece la signoraBianca Neri, donna semplice, ha dimostrato cheper scrivere versi stupendi non c’è bisogno diessere esperti conoscitori, c’è bisogno di uncuore grande, in grado di provare emozioni edell’innata capacità di saperle trasmettere. E’questo quello che accade leggendo le sue poesie:ci si emoziona. Quanto patos! Un susseguirsid’immagini concrete e astratte. Figurereali vengono magistralmente e magicamenteaffiancate a elementi quasi impercettibili aisensi; per esempio in Alba sul mare si legge:“Sulla spiaggia, le barche in secca/ sembranomomenti fermati nel tempo… Il mare sulla battigiaha/ un sospiro lieve come di bimbo… lontanoi pescherecci/ sembrano ombre scura nellanotte…”.Il ciclo della vita: la nascita e la morte ricorronospesso nei suoi versi, in svariate vesti poetiche.Il mare, che in poesia simboleggia solitamenteproprio il nascere e il morire; l’acqua, infatti,richiama alla mente il concepimento perchéricorda le acque del ventre materno. Ma essopuò anche essere causa di morte. Le onde, poi,nascono e si distruggono. La primavera, simbolodi fioritura, di rinascita e quindi le stagioni deltempo come le stagioni della vita. Ma ancora ilsole che sorge e che tramonta lasciando postoalla luna che a sua volta lascerà di nuovo postoal sole. E poi l’infanzia e la senilità e il vecchioche dice al bambino nel componimento dal titoloIl vecchio e il bambino: “Lo sai che un giorno/fui anch’io bambino/ e che un giorno/ saraianche tu come me?”.Tutto ciò che scrive è vissuto, attraversato, svisceratodalla sua mente e dal suo cuore. Grandeintensità racchiude ciascun verso, anche solo diuna parola. Essi sembrano non toccare il fondo,non raggiungere mai un limite, ma essere infinitamenteprofondi e allo stesso tempo tanto leggeri,impalpabili. Di norma i suoi componimentiiniziano lentamente, dolcemente, per poi entrarein un forte crescendo, grazie ad un rapidissimofluire di parole, immagini, sensazioni, sentimentied emozioni. Il ritmo diventa sempre piùincalzante, fino a raggiungere il culmine nellaparte centrale e tornare poi dolce, pacato, quasirassegnato nei versi conclusivi, come emergeevidentemente, ad esempio, in Ballata diZingaro. Le poesie di Bianca Neri sono veramenteun più bella dell’altra. È un peccatopoterne pubblicare qui solo così poche. Speroperò che siano di stimolo per invogliarvi a leggeretutte nella raccolta Poesie di Bianca Neri dalei pubblicata per la casa editrice Gabrielli.Castel Sant’EliaCom’è bella la passeggiata di Castelloche porta al Santuario di Mariae piena di profumo e di malinconiariluce al sole,simile ad un gioiello!E, quando è sera,un ritornellosi sente cantare nella via,e mille lucciole gli fanno compagniaa ricordar sto posto sacro e bello!Intanto, de sotto alla scarpatasi sente il canto della serenatache d’estate fa il torrentea tutta la vallata.Sò passata un giornoper sta viae lei me disse...Dite a chi incotrateche io c’ ho tutte leGrazie de Maria!!E...qualcuno bussòEro bimboe... qualcuno bussò alla mia porta,era la vita.Ero grande,e... qualcuno bussò nel mio cuore,era l’amore.Ero vecchio,e... qualcuno bussò nel mio corpo stanco,era la morte,col suo nero manto.Il vecchio e il bambinoStiamo vicinie diamoci la mano,io e te insieme,andremo lontano.Io, col mio passato,tu, col tuo futuro...si...andremo d’accordo di sicuro!Ora, sediamoci in quel pratoe, parliamo un poco io e te...Lo sai che un giornofui anch’io bambinoe che un giornosarai anche tu come me?Ho incontratoStamani camminandoho incontrato un vecchio cieco,che mi ha detto...Com’è il sole?Ed io, felice,glielo ho spiegato.Poi, mi ha ancora chiesto...Com’è il mondo?Ed io, piangendome lo sono inventatoE...tu sei lontanoGuardo il mare languire,mentre il sol sta a tramontare;e...tu sei lontano...troppo, lontano...amore!Come questo mare son solo,del tuo ricordo vivo,della favola che insieme abbiamvissuto...poi stroncato,come un romanzo incompiuto.E...ti parlo...come se mi fossi vicino,e...ti raccontodel nostro primo incontro,ricordi?...ti dico;Raggi violettisplendeva il solsui biondi tuoi capelli,mi venisti incontro...sedemmo vicini...e...fummo soli in quel giardinoombroso,ed io ti guardavo muto,allor tu timida...invitante...mi serrasti il braccio dolcemente,infin ti strinsi al cuore,ma restavo ancor muto dall’emozioneed or baciar più non potròquella tua bocca cara...ed ancor mai piùquei tuoi occhi belli,in ciel volasti...come rondinesmarrita,or son solo nel camminoe son infelice...e palpito...e piango,vorrei presto raggiungertinell’altra vita.

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