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N. 6 - Maggio 2009 - BCC Masiano

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Prof. Giorgio Petracchi<br />

il melograno<br />

maggio <strong>2009</strong><br />

10 VITA DELLA BANCA<br />

Lo spirito<br />

delle origini<br />

La crisi dell’economia internazionale,<br />

innescata dal crollo delle grandi<br />

banche d’affari internazionali, ha<br />

riportato l’attenzione alla realtà degli<br />

istituti di credito a forte caratterizzazione<br />

territoriale e alla esperienza di<br />

microcredito di Muhammad Yunus,<br />

l’economista bengalese, premio Nobel<br />

per la pace, il quale attraverso la<br />

sua banca concede prestiti ai derelitti,<br />

basandosi sulla fiducia e non sulle<br />

garanzie di solvibilità.<br />

L’una e l’altra di queste esperienze<br />

richiamano alla memoria momenti<br />

di storia sociale italiana, spesso<br />

elusa o più semplicemente dimenticata,<br />

che affondano le loro radici<br />

nell’azione degli apostoli del microcredito<br />

e nell’attività delle banche<br />

di credito cooperativo (le “Banchine”),<br />

che oltre cento anni fa orientarono<br />

allo sviluppo sociale realtà<br />

territoriali arretrate, con una finalità<br />

non dissimile da quella svolta dalla<br />

Gremeen Bank di Yunus nella realtà<br />

derelitta del Bangladesh. Compito<br />

dello storico è ricordare ciò che gli<br />

altri dimenticano e in quest’ottica è<br />

doveroso richiamare lo spirito delle<br />

origini nel cinquantenario della ricostituzione<br />

della Federazione Toscana<br />

delle Casse Rurali e Artigiane.<br />

Sappiamo bene che vi fu un collegamento<br />

fra l’esperienza delle prime<br />

Casse rurali e quelle tedesche di<br />

Raiffeisen. Le Casse rurali in Italia<br />

sorsero dai primi tentativi dell’economista<br />

e sociologo Leone Wollemborg,<br />

già ministro delle Finanze del<br />

regno d’Italia, il quale costituì la prima<br />

Cassa rurale a Loreggia (Padova)<br />

di Giorgio Petracchi*<br />

nel 1883. La seconda fu costituita nel<br />

1884 a Cambiano di Castelfiorentino.<br />

Negli anni successivi le Casse<br />

rurali cominciarono a diffondersi in<br />

modo capillare nel territorio nazionale,<br />

incoraggiate anche dallo spirito<br />

dell’ enciclica “Rerum Novarum” di<br />

Leone XIII.<br />

Nel 1892 don Luigi Cerutti propose<br />

la costituzione di una Cassa<br />

rurale cattolica di depositi e prestiti<br />

in ogni parrocchia. I gruppi cattolici<br />

più sensibili e attivi avvertirono<br />

la necessità di passare dall’esercizio<br />

della carità, come dovere del cristiano,<br />

all’impegno sociale come vocazione<br />

del cristiano. Questo impegno<br />

si proiettava verso un mondo ancora<br />

teso al soddisfacimento dei bisogni<br />

essenziali, in un quadro pressochè<br />

generalizzato di analfabetismo, di<br />

strutture statali inadeguate, e di latente<br />

insofferenza verso l’ordine costituito.<br />

Così contestualizzata, la rapida<br />

espansione della cooperazione<br />

di credito trova le sue cause immediate<br />

nel fabbisogno di capitali, nella<br />

insufficienza delle strutture bancarie,<br />

nella mancanza di una ideonea politica<br />

di credito agrario e soprattutto<br />

nella necessità di sottrarre all’usura<br />

il mondo contadino.<br />

Nel 1885 le Casse rurali erano<br />

oltre 500, due anni dopo erano già<br />

904 e venivano istituite le prime Federazioni<br />

a livello provinciale, diocesano<br />

e interdiocesano. Nel 1905<br />

fu costitiuita la Federazione Italiana<br />

delle casse rurali. Fra le Federazioni<br />

locali, quella pistoiese, guidata

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