N. 6 - Maggio 2009 - BCC Masiano

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Marco Gasperini Intervista al regista Giuseppe Golisano il melograno maggio <strong>2009</strong> Il Teatro sociale a Bottegone Quando e come è nata l’idea di costituire un laboratorio teatrale a Bottegone? «Il gruppo teatrale è nato all’incirca trentacinque anni fa, al Circolo di Bottegone, con il nome “Gruppo teatro giovani di Bottegone”. Io all’epoca facevo Cabaret e proprio durante un mio spettacolo nel Circolo conobbi alcuni giovani, con i quali fondai proprio questo gruppo, di cui io, con i miei ventuno anni, ero il più anziano. Mi ricordo che il primo te- TERRITORIO sto messo in scena fu “Emigrazione”, un’opera scritta da me, come quasi tutte quelle che negli anni a venire sono state rappresentate dal gruppo. Il giorno del debutto, all’ora di inizio dello spettacolo, non c’era nessuno tra il pubblico. Dopo alcuni minuti di imbarazzo vedemmo la pista all’aperto del Circolo riempirsi, fino ad ospitare più di settecento persone. Fu un successo che diede una grande spinta per l’attività a venire.» Una scena di una rappresentazione teatrale
TERRITORIO Il gruppo è itinerante? «Credo che ci siamo esibiti in quasi tutte le feste dell’Unita della provincia, oltre che in varie Chiese del circondario, andando cosi a rompere artisticamente, quella separazione tra i due “mondi” che anche qui tutti sanno esistere. Molti dei ragazzi che recitavano all’interno del gruppo ora svolgono ruoli, anche direttivi, nelle compagnie teatrali delle parrocchie.» È cambiata la vostra attività nel corso degli anni? «Cinque anni fa il gruppo si dette un assetto da informale a formale, fondando un’associazione culturale che si chiama “Zona Teatro Libero”. Per il resto le cose sono rimaste più o meno le stesse. In tutti questi anni abbiamo messo in scena circa quaranta diversi testi teatrali, e sono passati attraverso il vecchio ed il nuovo gruppo qualcosa come settecento giovani. Abbiamo sempre dato spazio a tutti non facendo selezioni, privilegiando l’aspetto della partecipazione a quello artistico. Da questo nasce l’esigenza di scrivere testi originali, creati appositamente per la molteplicità e la dinamica del gruppo, il quale cambia in continuazione assetto numerico. Ogni anno abbiamo dato vita ad un’opera diversa, rinnovandoci continuamente e affrontando molte tematiche; poi ad un certo punto, fu ritenuto di modificare leggermente il nostro stile, e iniziammo a fare Cabaret, con uno spettacolo che si chiamava “Stelle filanti”, che abbiamo portato avanti per diverso tempo, rinnovandolo e aggiornandolo continuamente. Da questa esperienza è nato “Gran varietà”, lo spettacolo che ci impegna nel presente. Inoltre, da alcuni anni, grazie proprio ad una nostra precisa volontà, abbiamo iniziato a cambiare la logica esistente nel mondo teatrale pistoiese, rompendo gli schemi dei singoli gruppi teatrali, i quali erano chiusi ognuno nella propria realtà, spesso in antagonismo con quella degli altri. Grazie a questa iniziativa ora c’è molta più interazione e collaborazione fra tutti: succede ad esempio, che singoli attori collaborino con più gruppi. Questo ha provocato qualche problema organizzativo, ma ha arricchito molto tutti, soprattutto da un punto di vista sociale, abbattendo barriere e divisioni che erano presenti da molti anni e favorendo anche uno scambio notevole a livello artistico.» Ci sono altre iniziative che portate avanti? «La cosa più importante che l’associazione ha fatto negli ultimi tempi e di cui io personalmente vado fiero, è l’istituzione del Concorso per i gruppi teatrali amatoriali intitolato a Fabrizio Rafanelli, fondatore del GAD (Gruppo Arte Drammatica). Questo è il terzo anno che lo facciamo e devo dire che la cosa ha riscosso successo sia presso gli addetti ai lavori che presso il pubblico, diven- Alcuni attori durante una rappresentazione teatrale tando in sostanza il cuore del teatro della provincia. Il livello delle rappresentazioni è molto alto, e la possibilità che diamo a tutti di assistervi gratuitamente è secondo me importante, per contribuire alla diffusione di cultura e spettacolo.» Il futuro: «L’essere amatori non prevede mai un futuro secondo me, perché questo è legato a mille cose. Sicuramente però, posso dire che continueremo questo percorso. Personalmente mi piacerebbe andare verso un teatro di ricerca, magari fondendo quest’ultimo con il cinema, come abbiamo fatto nel nostro ultimo spettacolo “Viaggio conosciuto nella periferia di un sogno”. La sperimentazione e l’innovazione è da sempre stata una nostra caratteristica, compatibilmente con i mezzi e le risorse a nostra disposizione. L’importante è avere la voglia di non fermarsi mai, poi le cose nascono quasi da sole.» Marco Gasperini Redattore il melograno maggio <strong>2009</strong>
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