N. 6 - Maggio 2009 - BCC Masiano
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Renato Risaliti<br />
il melograno<br />
maggio <strong>2009</strong><br />
0<br />
Cominciammo<br />
ad arrampicarci<br />
sulla collina,<br />
all’inizio quasi<br />
di corsa e poi<br />
sempre più<br />
lentamente...<br />
La prima ascesa<br />
di un monte<br />
Nel secondo dopoguerra, nella<br />
parrocchia di S. Michele, si era<br />
costituita un gruppo di aspiranti di<br />
Azione Cattolica guidato da Valerio<br />
Bianchi, un maestro, nipote del<br />
parroco Don Ferruccio, e, che alle<br />
magistrali di Pistoia, era stato in<br />
classe con uomini come lo scrittore<br />
Marcello Venturi e esponenti della<br />
Resistenza come Silvano Ravanelli<br />
e Silvano Migliorini.<br />
Questo gruppo di cui facevo parte<br />
anch’io era composto da una quindicina<br />
di adolescenti pieni di entusiasmo<br />
e di alti ideali politico religiosi,<br />
come succede fra i giovani ancora<br />
oggi.<br />
Il gruppo voleva fare cose insolite.<br />
In quel momento, dopo anni di<br />
tragedie, lutti, rovine, paura del domani,<br />
impossibilità a muoversi per<br />
mancanza di mezzi di trasporto, il<br />
sogno era rappresentato da una gita<br />
TERRITORIO<br />
collettiva.<br />
Le città, a partire dalle vicine<br />
Pistoia e Firenze, erano coperte di<br />
rovine e difficili da raggiungere perché<br />
le corse dei treni erano poche e<br />
i treni transitavano spesso con gravi<br />
ritardi, super affollati e quindi inadatti<br />
a creare quel clima allegro e<br />
spensierato necessari in una gita di<br />
adolescenti.<br />
Don Ferruccio non aveva un cappellano<br />
perché non c’era ancora la<br />
crisi delle vocazioni, ma le parrocchie<br />
da coprire erano tante e molto<br />
più importanti di una parrocchia di<br />
appena mille anime. Tutto questo avveniva<br />
malgrado che il parroco fosse<br />
ormai di età avanzata e malfermo<br />
di salute. Non avendo altra scelta, il<br />
parroco aveva dato incarico al nipote,<br />
maestro, di seguire il nostro gruppo<br />
di aspiranti.<br />
Fu così che un bel giorno, anzi<br />
in una bella domenica di giugno del<br />
1947 (avevo allora 12 anni), Valerio<br />
ci guidò in una, per noi, memorabile<br />
scampagnata, come solevano fare i<br />
Boys Scouts, a S. Alluccio, sul Montalbano<br />
sopra Quarrata. Noi avevamo<br />
accolto l’idea con grandi evviva<br />
di gioia e scatti di entusiasmo irrefrenabile,<br />
senza rendersi conto che<br />
la guida, in quei tempi in cui erano<br />
ancora presenti tanti residuati di<br />
guerra, si assumeva grosse responsabilità,<br />
perché spesso accadevano<br />
delle disgrazie. Gli obici e le bombe<br />
a mano o le mine, erano sparsi un<br />
po’ ovunque, perché i due eserciti<br />
che avevano occupato la penisola<br />
(tedesco e angloamericano) aveva-