N. 6 - Maggio 2009 - BCC Masiano

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il melograno maggio <strong>2009</strong> 6 ECONOMIA LOCALE Fabio Pazzaglia della Pazzaglia s.p.a. (produzione e commercio di macchine agricole) Il nostro settore è ad alta specializzazione: produciamo macchine per il vivaismo. Non abbiamo risentito della crisi perché siamo l’unico produttore al mondo per numero di macchine e qualità. Noi investiamo molto in ricerca e sviluppo e continueremo su questa strada perché ci crediamo. MAGNI PIERO nel settore del commercio e del vivaismo Per uscire da questa crisi secondo me bisogna lavorare di più e meglio. Devo dire che anche da parte del sistema bancario locale c’è stata una maggior sensibilità nel capire le difficoltà incontrate dagli imprenditori. Non si può parlare di vera crisi in questo settore, soltanto di una contrazione nelle vendite verso alcuni paesi esteri. Nel nostro settore economico l’anno va dall’autunno alla primavera perché coincide con l’anno agrario. Una lieve flessione nelle vendite si è registrata nello scorso autunno ma in questo periodo ci stiamo riprendendo. Io comunque sono ottimista. Claudio Gori della Righetti Piante (vivaismo) Io faccio il vivaista da trent’anni e ho notato per la prima volta una flessione nelle vendite sui mercati esteri. Spagna e Inghilterra sono diventati mercati difficili, anche per la concorrenza di altre nazioni europee produttrici di piante. C’è molta produzione a livello globale e quindi le nostre quote di mercato si sono contratte. La domanda dei nostri prodotti sui mercati non aumenta in proporzione all’offerta. Una ricetta per uscire dalla crisi non ce l’ho, ma secondo me bisognerebbe tornare alla programmazione degli investimenti come si faceva trenta o quaranta anni fa. Allora si calcolava in quanto tempo il capitale poteva rientrare e si pianificava di conseguenza. Ho verificato che le vendite aumentano in proporzione inferiore al valore del capitale investito. Occorrerebbe una facilitazione per l’accesso al credito.
ECONOMIA LOCALE Gualtiero Toni della Green House (commercio) Donato Vichi della Vichi s.r.l. (tessile) La crisi del tessile si è fatta sentire a Prato da circa sei mesi Il settore tessile pratese soffre sia per la concorrenza dei mercati asiatici che, in sede locale, per l’industrializzazione massiccia impiantata dalla comunità cinese presente a Prato da molti anni. Il nostro settore non ha mai chiesto né chiederà aiuti finanziari allo Stato ma esige il rispetto delle regole del mercato del lavoro, dei pagamenti e dei prezzi. Da parte degli industriali c’è la garanzia del controllo sulla qualità del prodotto, il rispetto delle normative fiscali e previdenziali. Sono consapevole che il settore del tessile pratese non potrà raggiungere i livelli di dieci anni fa, perché la crisi è globale ma voglio anche sottolineare come gli scarsi controlli da parte delle associazioni di categoria che degli enti pubblici che negli anni passati hanno tollerato il formarsi di una forte industria tessile in nero, quella gestita dalla comunità cinese. Al “tessile” in crisi, in senso stretto, si aggiungono tintorie, maglifici, confezioni e, non ultimo il settore immobiliare. Questo ha fatto sì che le aziende che facevano parte dell’indotto del tessile siano tutte in crisi e gli operai in cassa integrazione. Va detto che anche molti operai in cassa integrazione lavorano in nero. Ritengo che la produzione tessile non sia sovradimensionata rispetto alla domanda, al contrario si sta producendo un 20 o 30% in meno rispetto al potenziale del distretto pratese. Per uscire dalla crisi ci vuole l’impegno di tutti: dagli imprenditori agli enti pubblici. La burocrazia è ancora troppo lenta per venire incontro alle nostre esigenze. Io non ho registrato una flessione nelle vendite, forse perché insieme all’attività vivaistica ho anche quella commerciale. Qualche collega vivaista mi ha detto che ha visto contrarsi delle vendite del 20 o anche 30% rispetto all’anno scorso. Comunque bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare di più, come si faceva venti o venticinque anni fa, invece vedo persone che vengono a cercare lavoro e che si rifiutano di lavorare sabato e domenica, che sono i giorni per noi più interessanti. Servizio a cura di Maurizio Gori e Susanna Daniele il melograno maggio <strong>2009</strong>
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