LE SEPOLTURE ANOMALE IN ITALIA: - sepoltureanomale.org

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA
FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE DEI BENI CULTURALI
ANNO ACCADEMICO 2009/2010
LE SEPOLTURE ANOMALE IN ITALIA:
DALLA LETTURA TAFONOMICA ALLINTERPRETAZIONE DEL
GESTO FUNERARIO
TESI DI LAUREA DI
LETIZIA CAVALLINI
RELATORE:
PROF. GINO FORNACIARI

LE SEPOLTURE ANOMALE IN ITALIA:....................................................................... 1
Introduzione......................................................................................................................... 5
Principali modelli di sepolture anomale.............................................................................. 8
Chiodature e Legature....................................................................................................... 8
I Crani Chiodati ................................................................................................................ 9
La Decapitazione e le Mutilazioni post mortem............................................................... 11
Le Sepolture Prone.......................................................................................................... 14
Casi in Italia ....................................................................................................................... 18
Chiodature e legature...................................................................................................... 18
La Tomba 23, Casalecchio Di Reno, Bologna (metà del IV sec. a.C.) ........................... 18
La Tomba 109, Bologna, Stazione F.F.S.S. (I sec. d.C.)................................................ 19
Tomba 76, Bologna, Stazione Ferroviaria (I-III sec. d.C.) ............................................ 21
Lindividuo US 5182 di Alghero (XVI sec.).................................................................. 22
Decapitazioni e mutilazioni postmortem.......................................................................... 23
Roma (Equus Domitiani 2), (1200-850 a.C.) ................................................................ 23
Gli Individui di Tarquinia (La Civita), VIII sec. a.C. .................................................... 25
La Tomba 49 della Necropoli Picena di Camerano (Marche), IV sec. a.C. ................... 28
Le Tombe 2 e 3 nella Necropoli Tardo-Antica di Casalecchio di Reno, Bologna........... 29
Le Tombe 6 e 8, Casalecchio Di Reno, Bologna (età tardo-antica)............................... 30
La Tomba 16, Casalecchio Di Reno, Bologna (età tardo-antica) .................................. 32
La Tomba 13, Boggiovara, Modena (VI sec. d.C.) ........................................................ 33
Sepolture prone ............................................................................................................... 34
Capo Colonna, Trani (IX-VIII Sec. a.C.) ...................................................................... 34
Le Sepolture prone di Stufles, Bressanone (Bz) (Età del Ferro alpina) ......................... 35
Linumato prono della Necropoli Enea, Franzine Nuove di Villabartolomea, Verona,
(Età del Bronzo)........................................................................................................... 36
La Tomba 161, Bologna, Stazione Ferroviaria (Età Imperiale Romana)....................... 37
La Tomba 244, Bologna, Stazione Ferroviaria (I sec. d.C.) .......................................... 37
Sepoltura prona (T58), Pieve Di Pava (Siena), XI-XII Sec............................................ 38
Lindividuo T85 dalla Chiesa di San Sebastiano, Saluzzo (CN), (XV-XVI Sec.)............. 39
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu) .............................................................. 42
Lo scavo del cimitero del colera a Benabbio (1855) ........................................................ 42
Considerazioni tafonomiche ed antropologiche .............................................................. 45
Alcuni casi studiati.......................................................................................................... 48
Individuo US 1055........................................................................................................ 48
Individuo US 1120........................................................................................................ 49
Individuo US 1355........................................................................................................ 50
Individuo US 1371........................................................................................................ 51
Conclusioni ..................................................................................................................... 54
Conclusioni......................................................................................................................... 55
Appendice........................................................................................................................... 57
Abbreviazioni..................................................................................................................... 63
3

Bibliografia......................................................................................................................... 64
Indice delle Figure.............................................................................................................. 70
4

Introduzione
Introduzione
Col termine Sepolture anomale si considerano i casi in cui lindividuo è stato sepolto in
modo diverso rispetto alle norme del periodo e/o della popolazione di cui faceva parte. Le se-
polture anomale possono essere anche indicate con i termini inusuali, atipiche, straordi-
narie, non nella norma, anormali, devianti.
Nella definizione di un metodo di interpretazione delle anomalie è necessario effettuare del-
le distinzioni di base. Anzitutto si devono differenziare le pratiche funerarie che escono dalla
normalità per cause esogene e che obbligano una comunità ad adottare forme di sepoltura im-
poste dagli eventi (come nel caso di fosse comuni in occasione di pandemie), da quelle legate
a concezioni religiose o culturali divergenti dalla norma 1 . Allo stesso modo non è sufficiente
per definire anomala una sepoltura il fatto di riscontrare sul defunto segni di torture o ampu-
tazioni, che potrebbero piuttosto essere il risultato di traumi inflitti durante la vita dell indivi-
duo e/o causa della sua morte. In queste occasioni è necessario valutare i casi singolarmente,
perché spesso le azioni praticate come supplizio possono essere indistinguibili da quelle indi-
rizzate al defunto. Le anomalie propriamente dette sono invece frutto di azioni volontarie,
compiute sul cadavere o sulla tomba prima o dopo la sepoltura, che si differenziano drastica-
mente dalle pratiche funerarie adottate normalmente e possono spaziare dallinserimento di
oggetti inusuali nel corredo a pratiche di immobilizzazione e costrizione del cadavere nella
tomba, fino a lesioni fisiche del defunto 2 . Azioni e oggetti utilizzati hanno spesso una forte
Figura 1 - A) Sepoltura prona da Khirokitia (Cipro); B) Ricostruzione grafica di una sepoltura prona da Sewerby
1
Si pensi ad esempio alle deposizioni musulmane, con gli individui sepolti sul lato destro allinterno della necropoli
A di Entella (Sicilia) allinterno di un cimitero di età ellenistica. Vedi DUDAY 2004.
2
Cfr. TSALIKI 2008, pp. 3-6 et Atti del Convegno Sepolture Anomale: indagini archeologiche e antropologiche
dallepoca classica al Medioevo in Emilia Romagna, Castelfranco Emilia, 19 dicembre 2009.
5

3
CORRADI MUSSI 1995
4
Vedi a tal proposito UCKO 1969, SHAY 1985, SLEDZIK-BELLANTONI 1994
6
Introduzione
connotazione simbolica e linterpretazione di queste anomalie funerarie è spesso suggestiva e
denota la volontà dei vivi di obbligare il defunto a rimanere allinterno del proprio sepolcro,
attuando delle azioni che ne impediscano il ritorno sia in forma spirituale che corporea. Que-
ste pratiche necrofobiche di solito includono metodi per costringere il corpo a rimanere nella
tomba, come, ad esempio, lappoggiare un pesante masso sopra il cadavere, la decapitazione,
o luso di chiodi, cunei e borchie. Anche il vampirismo può essere visto come una credenza
ideologicamente fondata sulla necrofobia, considerando che i vampiri sono corpi morti riani-
mati, che, per varie ragioni, ritornano dalla tomba per tormentare ed uccidere i vivi, molto
spesso succhiando il loro sangue 3 . La paura dei morti sembra aver avuto uninfluenza sostan-
ziale sulle usanze di sepoltura almeno dal periodo neolitico, con una diffusione vastissima in
molte culture del pianeta.
Daltro canto anche deformità e patologie (sia fisiche che psicologiche), crimini compiuti,
condizioni socio-economiche, scomuniche religiose, morti violente e suicidi sono diventati
spesso motivo di discriminazione per gli individui che ne erano interessati, influenzando di
conseguenza la natura della stessa pratica sepolcrale 4 .
Shay (1985) avanza una serie di norme sociologiche sulla considerazione che una comunità
ha riguardo alle anomalie sepolcrali; esse sono state testate e confermate in base ai dati deri-
vati dallanalisi di sepolture di etnie tribali moderne, ma non possono sempre trovare confer-
ma certa nei contesti archeologici, a causa della spesso insufficiente natura degli elementi in-
formativi. Tali regole possono essere riassunte in tre punti:
1. I criteri di anomalia variano nelle diverse società.
2. Le sepolture anomale possono non riflettere lo status del vivente, ma lidentità sociale
che esso ha acquisito da alcune azioni o circostanze di morte.
3. Nelle società più semplici , le forme di anomalia, volontarie o non volontarie, non
sono così facili da distinguere.

7
Introduzione

Principali modelli di sepolture anomale
8
Principali modelli di sepolture anomale
Nel catalogare le tipologie di sepolture anomale più diffuse nei contesti archeologici, opera
fondamentale è quella di Anastasia Tsaliki (2008); la studiosa effettua una prima suddivisio-
ne basata su alcune caratteristiche intrinseche alla modalità di deposizione:
- Sepolture primarie e secondarie in posizioni inusuali rispetto agli usi ordinari di sepol-
tura del gruppo culturale o del periodo ( ad es. sepolture prone di età classica e medie-
vale).
- Inumazioni o cremazioni associate ad indicatori di unattività rituale inusuale ( ad es.
segni di colpi inferti, insoliti manufatti che indicano un possibile utilizzo rituale o
simbolico).
- Individui cremati trovati in un sito di inumati e viceversa.
- Scheletri con evidenze che possono essere indicative di un crimine, di una tortura o di
speciali riti mortuali (ad es. vittime di infanticidi, senicidi, sacrifici umani, cannibali-
smo).
- Scheletri con prove di parti del corpo legate.
- Corpi sepolti in modo insolito a grande profondità.
- Sepolture con tracce evidenti di chiodi e/o pali.
- Individui con prove di decapitazione e/o mutilazioni post mortem.
Nei prossimi paragrafi verranno approfonditi alcuni modelli di sepolture devianti.
Chiodature e Legature
Uno dei modi per impedire il ritorno del defunto e dei tanto temuti vampiri era quello di
chiodarlo a terra, legarlo, o traforargli le tempie con un chiodo, affinché esso non tornasse
sulla terra sotto forma di spirito maligno, di presenza ostile alla famiglia, o alla comunità 5 .
Fanno parte della legatura del cadavere diverse pratiche deposizionali: il legamento vero e
proprio, il fissare il morto al terreno con dei pali o dei chiodi, il deporre il morto con il capo
allingiù o con gli occhi coperti. I chiodi, tuttavia, assumono, in riferimento al mondo dei
morti, una valenza più genericamente apotropaica.
Nellantichità il chiodo, per il suo valore magico e sacrale, veniva posto molto spesso nelle
tombe egizie, fenicie, etrusche e romane per tenere lontano le forze del male e i demoni che
apparivano di notte causando terrore e morte; in questo caso, dunque, esso era parte integrante
5 CALMET 1756

9
Principali modelli di sepolture anomale
del corredo funerario. In base a questa credenza, i musulmani del Cairo erano soliti fissare dei
chiodi alla porta della città per scongiurare le malattie, quali la febbre ed il mal di testa 6 . Una
pratica simile si trova anche a Roma nel IV sec., quando, durante le Idi di Settembre, il magi-
strato conficcava un chiodo di legno nelle pareti del tempio di Giove Massimo, sul Capitolino,
per allontanare le calamità e la sciagura.
In passato i chiodi erano anche considerati simbolo di fatum, cioè di un destino inesorabil-
mente fissato; spesso, soprattutto in tempi remoti, erano utilizzati anche come amuleti e veni-
vano posti nelle fondazioni degli edifici, come troviamo ad esempio in Caldea 7 , dove spesso
sono presenti simulacri di chiodi in terracotta sotto i muri delle abitazioni 8 . Plinio 9 ci informa
sullabitudine di seppellire i chiodi, estratti dalle bare, sotto le soglie delle case, per allontana-
re i turbamenti dellanimo.
I chiodi potevano anche essere usati come veri e propri strumenti di tortura, o per infierire sul
cadavere.
Figura 2 - A, B) Chiodi provenienti dalla T109 di Bologna, Stazione FF.SS.; C, D) Chiodi di epoca romana
I Crani Chiodati
Plinio 10 sosteneva che, per potersi liberare dellepilessia, da lui definita brutto male, biso-
gnava piantare un chiodo a terra, nel punto preciso in cui il malato, in preda ad una grave cri-
si, aveva toccato il suolo con la testa; queste pratiche di allontanamento delle malattie soprav-
vissero in molte leggende popolari. I chiodi venivano utilizzati spesso come veri e propri
strumenti chirurgici durante le operazioni mediche, come dimostra il cranio di un individuo
trovato in una necropoli romana, a Monterotondo, del II-III sec. d.C. 11 . Interessante è anche il
6 Cfr. DOUTTÉ 1984
7 Vedi MONZEGLIO 2005
8 Cfr. BELLUCCI 1919
9 Plinio, Naturalis Historia, XXXIV, 14, 16
10 Plinio, Naturalis Historia, XXVIII, 4
11 Cfr. RUBINI et al. 1989

10
Principali modelli di sepolture anomale
frammento di cranio trovato nel terreno a nord della chiesa di St. Laurence, ad Alkmaar 12 , che
può essere datato tra il 1772 (anno di fondazione del thatrum anatomicum di fronte alla chie-
sa) e il 1829, quando termina luso cimiteriale dellarea attorno alla chiesa 13 . Si tratta della
porzione anteriore di un parietale sinistro attraversata da uno spillo o vite lungo 3,6 cm,
che presenta segni di interventi chirurgici. Un foro circolare, infatti e due solchi sembrerebbe-
ro testimoniare un tentativo di trapanazione e lassenza di reazione ossea proverebbe che
lindividuo sia morto durante, o subito dopo, lintervento.
La pratica necrofobica della chiodatura ci è testimoniata da alcuni ritrovamenti, come
quello avvenuto ad Arpaillargues (Nizza) 14 , nel 1878, quando furono scoperte un gruppo di
tombe del III-IV sec. d.C., contenenti un cranio con due chiodi conficcati nei meandri acustici
ed uno lungo la linea sagittale. A Scarpone, nei pressi di Dieulouard, venne alla luce un cranio
trafitto da sette chiodi lunghi 10 cm. Si tratta di sepolture entrambe precedenti larrivo dei Vi-
sigoti nel sud della Francia 15 .
Lunico esempio certo di cranio chiodato appartenente ad un condannato è quello rinvenu-
to nel 1872 nel cimitero di San Pietro in Vincoli a Torino 16 . Esso fu trovato insieme ad altri
19 crani di giustiziati e presenta ancora in situ il grande chiodo di ferro battuto a sezione qua-
drata e può essere datato al XVII sec. (Sappiamo infatti che, quando il boia non riusciva ad
uccidere limputato con lo strangolamento, egli gli conficcava, con una mazza, un chiodo nel-
la testa) 17 .
Molto interessante risulta essere anche la pratica dei crani chiodati trofeo, descritta da
Strabone 18 e da Diodoro Siculo 19 , riguardo lusanza dei Galli di appendere, durante la batta-
glia, le teste dei nemici al collo dei cavalli ed inchiodarle successivamente ai portici delle abi-
tazioni. Posidonio interpretò allo stesso modo i crani esposti nei santuari francesi di Roque-
pertuse ed Entremont 20 , datati al III sec. a.C.: si tratta di crani fissati con i chiodi su architravi
di legno o inseriti in nicchie cefaliformi intagliate nei pilastri; forse sono le teste dei nemici
vinti in battaglia.
12
Cfr. PERIZONIUS et al. 1988
13
Ibid
14
CARRIÈRE 1902
15
Ibid
16
Cfr. LORETI
17
GAMBA 1886
18
Strabone, Geographia, IV, 4, 5
19
Diodoro Siculo, V, 29, 4
20
Vedi MONZEGLIO 2005

11
Principali modelli di sepolture anomale
A Mâcon 21 , nel 1961, durante gli scavi della Tesoreria Generale, fu riportato alla luce un
cranio chiodato, situato in una piccola fossa, nelle fondazioni di unabitazione ed era attraver-
sato da un chiodo di ferro lungo ben 32 cm. Doveva trattarsi di una pratica piuttosto diffusa in
Borgogna in epoca romana, che prevedeva dei sacrifici umani propiziatori per la nuova abita-
zione.
La Decapitazione e le Mutilazioni post mortem
In diverse religioni la decapitazione era legata alla credenza che la testa fosse la sede dello
spirito e, perciò, bisognasse conservarla o distruggerla, a seconda della sua appartenenza ad
Figura 3- Individuo decapitato, Driffield
Terrace, York
21 Ibid
22 ROSS 1984
23 POWEL 1959
24 Cfr. HUBERT 1932; DECHELETTE 1914
un familiare o ad un nemico. 22
I Celti, in Irlanda come sul continente, tagliavano la
testa del nemico vinto in duello; questo costume ha
un fondamento religioso perché, secondo il loro dio
della medicina, Diancecht, la risurrezione o la guari-
gione sono possibili finché gli organi essenziali (cer-
vello, midollo spinale, membrane del cervello) non
sono colpiti. Alla base delle mura del santuario
delloppidum celta-ligure di Entremont (III sec. a.C.),
nella regione di Massalia (Marsiglia), furono esumati
15 crani, che vi erano stati esposti. Sembra che questi
crani appartenessero soprattutto a stranieri o nemici
uccisi: lesposizione assumeva il significato di una
specie di asservimento degli spiriti 23 tramite trofei
che dovevano essere offerti alla divinità Taramis. 24
Molto interessante è anche il ritrovamento della se-
poltura di Ziesendorf (Mecklemburg) dove, accanto
ad uno scheletro accompagnato da un corredo di pun-
te di freccia in selce, si trovava un altro individuo, il
cui cranio era stato spostato dalla posizione originaria

12
Principali modelli di sepolture anomale
e posto successivamente sul suo petto. 25 Tito Livio racconta che il cranio del console Postu-
mio, vinto dai Galli cisalpini, fu portato in gran pompa al loro tempio principale dove, ornato
di metallo prezioso, servì da coppa cultuale. 26 In Britannia, nel forte di Bredon Hill, Worce-
stershire, teste montate su pali guardavano le entrate a protezione simbolica della piazzaforte;
nella Britannia tardo celtico-romana, specialmente durante il III e IV secolo d.C., certi indivi-
dui erano decapitati dopo la morte prima di essere interrati nelle loro tombe. Alcuni riti parti-
colarmente singolari avevano luogo intorno a Kimmeridge, nel Dorset, dove i corpi di vecchie
donne venivano decapitati e la mascella inferiore veniva rimossa, forse perché considerate
delle streghe, cui, in questo modo, si impediva di parlare e di lanciare maledizioni dalla tom-
ba 27 .
La decapitazione è la forma di esecuzione più semplice da diagnosticare sullo scheletro e
veniva praticata attraverso un taglio netto generalmente a livello medio o basso cervicale del
collo. Il colpo veniva di solito sferrato dal lato dorsale, per cui la recisione appariva più larga
posteriormente. Essa poteva essere anche effettuata dal lato frontale del corpo e in tal caso la
colonna vertebrale si mostrava più danneggiata anteriormente. Eva Cantarella 28 riferisce che,
in età romana, il rito della decapitazione con la scure veniva eseguito davanti a un gran nume-
ro di persone; era quindi uno spettacolo pubblico, a cui si assisteva dopo che il condannato era
già stato sottoposto alla cosiddetta passeggiata ignominiosa: con le mani piegate dietro al
dorso e la schiena ricurva per il peso della furca, il prigioniero veniva fustigato, insultato dalla
folla e spesso preso a sassate. Dopo che il magistrato aveva pronunciato le parole di legge,
la scure colpiva brutalmente il collo del condannato e così la testa rotolava sanguinante al suo-
lo e Tito Livio ritiene che questa visione terribile e truce avesse lo scopo di dissuadere gli
spettatori, rimasti scioccati, a commettere, in futuro, comportamenti analoghi a quello punito.
Cantarella sostiene, invece, che il vero scopo di questa esecuzione rituale era quello di dimo-
strare l'autorità incontrastata di chi l'infliggeva" e, secondo alcuni, tra cui il Mommsen 29 , an-
che quella di "offrire il colpevole agli dei come vittima sacrificale".
Le sepolture di individui decapitati assumono una particolare evidenza ed anomalia quan-
do la testa si dispone lontano dal collo. Nel cimitero di Baldock, Jacqueline McKinley 30 ha ri-
levato la presenza di una tomba contenente un individuo decapitato e con la testa disposta tra
le gambe. La decapitazione sarebbe avvenuta con sei colpi inflitti da una lama stretta, proba-
25 MACONI et al. 1965
26 RENNES 1948
27 SEBASTIANELLI (Vedi http://home.tiscali.nl/giove/mozzate.htm )
28 CANTARELLA 1991
29 MOMMSEN 1899
30 MCKINLEY 1993

13
Principali modelli di sepolture anomale
bilmente una spada corta, tutti eseguiti con grande precisione dalla parte frontale. La tomba
era piuttosto ricca, caratterizzata dalla presenza di perline, spille in osso e anelli, ad indicare il
fatto che non necessariamente la sepoltura di un condannato a morte, con deposizione rituale
della testa fra le gambe, veniva privata di elementi di corredo.
Le prove analizzate da Philipott 31 hanno dimostrato che i casi di decapitazione avvenuti nel
periodo romano presentavano, per lo più, crani localizzati fra le ginocchia ed i piedi, o vicino
a questi ultimi. Raramente alcune teste extra venivano deposte allinterno di normali sepol-
ture, come dimostra, ad esempio, il ritrovamento di un cranio sopra il ginocchio di un giovane
individuo femminile a Southwark, Londra 32 .
In alcuni casi le teste decapitate venivano occasionalmente rimpiazzate da oggetti; ne è un
esempio una sepoltura in unarea di cremati ad Harcott Pit, Oxfordshire 33 ed un vaso in una
tomba a Oxford 34 .
Figura 4 - Lindividuo decapitato e con i piedi incatenati, York
Talvolta non ci sono tracce di tagli sulle ossa e ciò può indicare che la testa possa essere stata
rimossa un certo intervallo di tempo dopo la deposizione originale. Alcuni scheletri sono stati
trovati, inoltre, in posizione prona e, oltre alle teste mozzate, presentavano altre forme di mu-
tilazione, come dimostra lamputazione delle braccia di una donna a Foxton, Cambridgeshi-
31
PHILIPOTT 1991
32
MELIKIAN, comunicazione orale, in TAYLOR 2008
33
TSALIKI 2008
34
BRADLY et al. 2005

14
Principali modelli di sepolture anomale
re 35 e un uomo ad Alington Avenue, Dorchester 36 . A Guilden Morden (Cambridgeshire) è sta-
ta scoperta la tomba di una donna disabile, la cui testa, tagliata in seguito ad un colpo condot-
to lateralmente, era stata posizionata vicino ai suoi piedi. Secondo Lethbridge 37 questa donna,
forse considerata una strega, era stata decapitata dopo la sua morte, con lo scopo di impedire
alla sua anima, resa ancora più irascibile a causa della sua infermità, di vagare per leternità e
perseguitare i suoi familiari 38 .
La mutilazione del corpo dopo la morte può essere vista come una punizione extra, aggiunta
allesecuzione, oppure una pratica per impedire allo spirito del defunto di tornare presso i vi-
venti. Nella Roma imperiale, la poena post mortem era infatti ritenuta la punizione peggiore
che potesse esistere e poteva sfociare nella damnatio memoriae, in base alla quale tutta la
memoria del defunto era denigrata. Ciò poteva includere la mutilazione dei volti delle statue e
di altre immagini, lo smaltimento delle statue rovinate nei fiumi e leliminazione di opere
scritte. I corpi di criminali feroci potevano essere mutilati e trascinati fino al Tevere o nelle
sue fogne, oppure venivano gettati in strada come cibo per cani 39 .
Le Sepolture Prone
Con il termine sepolture prone si indica un
particolare rito di seppellimento del defunto, il cui
corpo veniva volontariamente adagiato a faccia in
giù. Sembra che questa pratica fosse connessa alla
credenza che lanima lasciasse il corpo attraverso la
bocca e quindi la sepoltura prona era un tentativo per
impedire allo spirito di abbandonare il corpo, o di
ritornare ad esso 40 . Interessante è, ad esempio, in età
basso-medievale e moderna, la credenza che lo spiri-
to delle streghe abbandonasse il proprio corpo per partecipare al sabba. Proprio durante questo
evento, il corpo, poteva sembrare particolarmente vulnerabile, come riferisce Margherita di
San Rocco, condannata al rogo, con laccusa di stregoneria, a Lucca nel 1571: Se per sorte
35 PRICE et al. 1997
36 DAVIES et al. 2002
37 LETHBRIDGE 1936
38 Vedi TAYLOR 2008
39 HOPE 2000
40 WILKE 1933 et KYLL 1964

fossimo voltati bocconi perderemo lo
spirito e il corpo resteria morto 41 . La
paura di un possibile ritorno del defun-
to, spesso, era rivolta verso alcuni in-
dividui che, da vivi, avevano mostrato
condizioni particolari e anomale di ca-
rattere patologico e comportamentale
(epilettici, psicopatici, disabili, stor-
pi ). Questa deposizione a faccia in
giù poteva quindi essere vista come
una forma di disprezzo verso gli emar-
15
Principali modelli di sepolture anomale
ginati sociali o coloro che, durante la vita, avevano commesso atti giudicati impuri, eretici, o
delittuosi e che venivano puniti con lesecuzione e/o una sepoltura in posizione bocconi. Nei
casi in cui il reato commesso risultava particolarmente grave ed imperdonabile anche da un
giudice divino, si poteva ricorrere alla sepoltura prona come punizione mortale, seppellendo
vivo il condannato.
Robert Philpott 42 ha diviso le sepolture prone in quattro categorie: quelle con segni di costri-
zione, sepolture incuranti 43 , sepolture bisome simultanee e sepolture che, per una determinata
cultura, sono considerate convenzionali. Nel cimitero di Bath Gate (Cirencester) sono stati
trovati 33 individui proni che presentavano sul loro corpo diversi segni di disprezzo ed in par-
ticolare uno di essi, forse ritenuto un reietto, un emarginato sociale, probabilmente aveva le
braccia legate dietro la schiena. Essi sono stati individuati come possibili gladiatori 44 .
Al di fuori dei limiti del cimitero di Colchester, sono stati ritrovati gli scheletri di due uomi-
ni che giacevano proni, con i polsi e le caviglie legate e le ossa rosicchiate, come se, ad un
certo punto, fossero stati lasciati esposti alle intemperie 45 . Tutti questi ritrovamenti possono
rappresentare lindicazione di una condizione criminale e sono in evidente contrasto con i re-
sti sepolti in un cimitero organizzato, in posizione supina e distesa 46 .
41 GINZBURG 1966
42 PHILIPOTT 1991, pp. 71-76
43 Per sepolture incuranti si intende i casi in cui la posizione prona è la conseguenza di scarsa cura nella depo-
sizione del cadavere.
44 MCWHIRR et al. 1982
45 Vedi TAYLOR 2008
46 CRUMMY et al. 1993
Figura 5 - Individuo sepolto prono con vaso al posto piede amputato
da Cambridge (epoca Romana)

Figura 6 Sepoltura prona a Sewerby, Yorkshire
16
Principali modelli di sepolture anomale
A Huntingdon sono state trovate 72 individui, di cui solo uno, una donna, giaceva prona e,
eccetto per la posizione, non presentava trattamenti differenti rispetto agli altri scheletri supini
che si trovavano attorno a lei. Poco tempo dopo, tuttavia, è stato riportato alla luce un secondo
individuo femminile, deposto prono al di fuori del cimitero, con gli arti posizionati a formare
un angolo del tutto innaturale: si trattava di una donna anziana, che soffriva di una grave oste-
oartrosi 47 .
Sono stati studiati anche molti casi in cui le sepolture prone presentavano le mani legate,
oppure venivano schiacciate a terra da grandi e pesanti massi, come nel caso di una donna
proveniente dal cimitero di Sewerby, nello Yorkshire, risalente al VI-VII sec. 48 (fig. 6). Molto
interessante è stato il ritrovamento di un maschio adulto, sepolto prono nel cimitero di
Welwyn, Hertfordshire, con un sasso posizionato sul dorso ed unurna cineraria collocata vi-
cino agli arti inferiori. Il suo corpo giaceva sopra quello di un altro uomo, che era disteso su
un fianco a bordo della fossa; un altro individuo prono, con una pietra sovrastante il cranio, è
stato recuperato dal fondo della fossa.
47 NICHOLSON 2006
48 HIRST 1985

49
Vedi in dettaglio p. 29 e tabella in appendice (pp. 50-52) di questo testo.
17
Principali modelli di sepolture anomale
Contrariamente a quanto si possa pensare, questo rito deposizionale era molto diffuso ed an-
che piuttosto antico, come testimoniano, ad esempio, i ritrovamenti effettuati in Francia,
Germania, Inghilterra, Grecia e perfino in Italia, dove addirittura abbiamo attestazioni che ri-
salgono allEtà del Bronzo (necropoli di Olmo di Nogara), allEtà del Ferro (sepolture di Tra-
ni) e allEtà romana (necropoli Osteria del Curato) 49 .

Casi in Italia
Chiodature e legature
La Tomba 23, Casalecchio Di Reno, Bologna (metà del IV sec. a.C.)
Figura 7 - T23 in corso di scavo
Casi in Italia
Le indagini archeologiche, condotte tra il 1991 ed il 1992
dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dellEmilia
Romagna, hanno individuato un nucleo cimiteriale di 97
tombe, databile alla metà del IV sec. a.C. e attribuibile alla
tribù celtica dei Boi 50 . Fra gli individui ritrovati, 37
presentavano sugli scheletri evidenti tracce bruno-nerastre,
puntiformi o a fasce larghe diversi centimetri, che
insistevano sulle superfici ossee in modo trasversale rispetto
al corpo. Le parti maggiormente interessate sono il cranio, le
spalle, i femori, le tibie, quasi mai i piedi. Gli archeologi
hanno perciò escluso leffetto di particolari effetti di diagenesi
o la disgregazione ad opera di radici e a conferma di ciò è
interessante il fatto che queste tracce sono state ritrovate
anche nella parte delle ossa a contatto con il fondo-fossa.
Potrebbero trattarsi di segni lasciati da corde o cinghie, fatti in
materiale deperibile.
In particolare, nella tomba 23
era stato sepolto un individuo
maschio, adulto, in posizione supina, con gli arti superiori
appoggiati sotto il bacino e gli arti inferiori distesi, con i piedi in
parte sovrapposti (fig. 7). Su entrambi gli omeri, i femori e
sullastragalo destro sono evidenti delle macchie brunastre (fig.
8); inoltre lo scheletro mostra una compressione laterale e ciò
potrebbe suggerire che il corpo, al momento della deposizione
nella tomba, fosse legato. Lipotesi che queste tracce scure
Figura 8 - Femore destro e sini-
50
Atti del Convegno Sepolture Anomale: indagini archeologiche e antropologiche stro
dallepoca classica al Medioevo
in Emilia Romagna, Castelfranco Emilia, 19 dicembre 2009.
18

19
Casi in Italia
possano essere il risultato della decomposizione di fasce o cinghie usate per la legatura sem-
brerebbe trovare conferma dalle analisi chimiche, che hanno rilevato la presenza di mangane-
se, un elemento piuttosto diffuso fin dallantichità, i cui composti erano utilizzati per la co-
smesi, come sapone dei vetrai per la realizzazione del vetro viola, per i tatuaggi della pelle,
per tingere i capelli, in pittura etc 51 .
Un problema interpretativo è dato dalla posizione di alcune macchie, come quelle sulle su-
perfici interne di bacino, mandibola ed ossa lunghe e solo ulteriori analisi e confronti con casi
analoghi potranno aiutare nellinterpretazione di queste tracce, che risultano attualmente non
spiegate.
La Tomba 109, Bologna, Stazione F.F.S.S. (I sec. d.C.)
Figura 9 - T109 in fase di scavo con particolare del cranio e della parte superiore del corpo.
Gli scavi archeologici del 2005 compiuti dallequipe diretta da Giovanna Belcastro (Univer-
sità di Bologna) 52 , hanno interessato larea cimiteriale D, presso la Stazione di Bologna. La
necropoli è caratterizzata da 9 tombe (5 incinerazioni e 4 inumazioni) e qui è stata riportata
alla luce la sepoltura 109, la cui fossa, delimitata da frammenti di laterizi disposti nei lati lun-
51 Ibid
52 Ibid

20
Casi in Italia
ghi era coperta da 4 tegole. La tomba contiene i resti di una donna di età adulta, deposta supi-
na con orientamento E-W, il cui cranio risulta spostato, in posizione innaturale, con
loccipitale che arriva quasi a toccare la spalla destra ed il volto rivolto verso lalto (fig. 9).
Larto superiore destro è disteso lungo il corpo, mentre lavambraccio sinistro è posto sopra
laddome; gli arti inferiori sono distesi e paralleli; i piedi non si trovano nella loro posizione
originaria, ma sono spostati a fianco delle gambe, allineati lungo la tibia corrispondente: quel-
lo destro con il calcagno rivolto verso lalto e le dita rivolte verso ovest, ed il sinistro con il
calcagno verso il basso e con le dita in direzione del cranio. Possiamo osservare, tuttavia, che
sia il cranio e la mandibola, sia le ossa dei piedi sono
in perfetta connessione anatomica, ad indicare che il
loro spostamento è stato effettuato quando non era
ancora avvenuta la completa scheletrizzazione di
queste parti. Si può ipotizzare che loperazione sia
stata condotta con grande cura al momento della
deposizione, in seguito ad una riapertura della tomba
a poca distanza dallinumazione 53 .
Un aspetto molto interessante è che allinterno del
riempimento della tomba, sono stati ritrovati 13
chiodi in ferro, non appartenenti ad una cassa lignea.
Uno di essi era stato infisso nella volta cranica ed i
bordi del foro sono piuttosto irregolari, a suggerire il
fatto che il chiodo sia stato inserito nella testa dellindividuo peri- o postmortem. Altri chiodi
sono stati rinvenuti in prossimità della testa e dei pie-
di. La quarta e quinta vertebra cervicale, la scapola
destra, alcuni frammenti costali, entrambe le fibule e la tibia destra presentano, inoltre, alcune
fratture quasi rettilinee, con margini netti e superfici di taglio levigate. Allinterno della tomba
sono stati recuperati oggetti di corredo, come uno spillone in bronzo posto sulla parte poste-
riore del cranio e frammenti di aghi e manufatti in osso, spezzati e raggruppati a est del cra-
nio; il ritrovamento di frammenti di ceramica depurata, di un frammento di laminetta in bron-
zo e di un oggetto in ferro sembrano condurre ad una datazione entro il I sec. d.C.
Questa sepoltura presenta complessivamente diverse anomalie che possono essere interpre-
tate nellambito di particolari credenze folcloristiche ed usanze rituali legate a certe pratiche
53 Ibid
Figura 10 - Ricostruzione della T109

21
Casi in Italia
necrofobiche, al timore dei defunti, dei revenants, alla necessità di evitarne il ritorno tra i vivi
e procurarne, tramite linfissione di questi chiodi, la morte definitiva 54 .
Tomba 76, Bologna, Stazione Ferroviaria (I-III sec. d.C.)
La necropoli A, presso la Stazione di Bologna, contiene 142 tombe (116 cremazioni e 26 i-
numazioni), databili al I-III sec. d.C.; gli scavi diretti da Giovanna Belcastro hanno riportato
alla luce la tomba 76, in posizione isolata, contenente un inumato supino, in pessimo stato di
conservazione, con gli arti inferiori piuttosto ravvicinati, congiunti allaltezza delle ginocchia
e delle caviglie (fig. 11). Gli arti superiori sono riflessi sul petto con la mano destra
sullavambraccio sinistro, fissata al torace tramite un chiodo, mentre diversi frammenti di
Figura 11 - A) Lindividuo T76 in corso di scavo; B) Ipotesi ricostruttiva della tomba
54 Ibid

22
Casi in Italia
chiodi erano concentrati presso lo sterno ed altri infissi nel cranio. In corrispondenza della
clavicola è stato recuperato un altro chiodo, mentre è stato individuato un anello in ferro
allaltezza della spalla destra, fissato al terreno con due chiodi. Le ossa dellavambraccio de-
stro, in prossimità del chiodo infisso, non presentano reazioni infiammatorie, quindi ciò e-
sclude che lindividuo possa essere sopravvissuto allinfissione. Il fatto che il chiodo penetri
nel costato può essere connesso ad un tentativo di immobilizzare larto superiore fissandolo al
torace. Questa pratica rituale sembra essere caratterizzata da una forte componente aggressiva,
forse con lo scopo di immobilizzare ed indebolire il defunto, per evitare un suo ritorno nel
mondo dei vivi, il che potrebbe anche spiegare la posizione isolata della sepoltura 55 .
Lindividuo US 5182 di Alghero (XVI sec.)
Figura 12 - A) US 5182 in fase di scavo; B) Particolare del collare e della porzione superiore dello scheletro
Gli scavi archeologici condotti nel 2009 dalla Università di Sassari, sotto la direzione scien-
tifica di Marco Milanese 56 , presso il cimitero medievale del Quarter San Michele, ad Alghero,
hanno riportato alla luce il corpo di una giovane donna di circa 15 anni, deposta supina in una
delle numerose trincee terragne che ospitano gli scheletri dei deceduti durante la pestilenza
che colpì la città fra il 1582 e il 1583. Lo scheletro (fig. 12 A) è orientato S-N ed è in perfetta
55 Ibid
56 MILANESE 2010

Casi in Italia
connessione anatomica; il cranio è sopraelevato, con la mandibola abbassata ed è in norma an-
teriore, così come la colonna vertebrale; gli avambracci sono adagiati allaltezza del bacino, in
particolare la mano sinistra è appoggiata sullileo destro. Gli arti inferiori sono distesi e paral-
leli, con una leggera rotazione verso lesterno di quello sinistro; i piedi sono divergenti ed in
parte disconnessi.
Laspetto più interessante della sepoltura è costituito dalla presenza di un massiccio collare
di ferro (fig. 12 B), con un gancio allestremità ed un probabile meccanismo di apertura e
chiusura, che blocca il collo dello scheletro, serrandolo al fondo della fossa. Sul significato e
la funzione di questo oggetto particolare sono state avanzate diverse ipotesi 57 , alcune delle
quali gli conferiscono uno scopo legato a pratiche necrofobiche, atte a fissare il cadavere a
terra, impedendogli così di alzarsi e tornare a tormentare i vivi, o taumaturgico, contro malefi-
ci o presunte possessioni demoniache. Persone affette da forme di epilessia o da patologie psi-
chiche, infatti, venivano trattate come indemoniate e quindi curate con esorcismi 58 . Per quanto
riguarda il caso dellindividuo US 5182, si trattava forse di unepilettica che, oltre a dover
sopportare il peso della patologia, subì una sorta di discriminazione sociale, una penitenza che
evidenziava, davanti alla gente di Alghero, la sua condizione di impura 59 .
Unaltra ipotesi che è possibile avanzare, per quanto forse meno suggestiva, è che il collare
di ferro sia incidentalmente entrato a far parte della sepoltura di una giovane schiava, decedu-
ta per peste quando ancora era costretta dal collare con cui normalmente i prigionieri e gli
schiavi venivano condotti sulle galere spagnole.
Decapitazioni e mutilazioni postmortem
Roma (Equus Domitiani 2), (1200-850 a.C.)
Durante la tarda Età del Bronzo (1200-850 a.C.) una giovane donna sembra essere stata uc-
cisa a seguito di un colpo di accetta. I suoi resti furono poi deposti in unarea isolata al centro
di quella che poi sarebbe diventata la città di Roma, vicino agli attuali Fori Imperiali. Questa
deposizione è assolutamente atipica, poiché è priva di offerte funerarie ed è situata lontano
57
Ibid
58
Le capacità di guarigione degli indemoniati sono attribuite, in età medievale e moderna, ad alcuni santi taumaturghi,
tra cui san Vicinio, il cui segno di riconoscimento è proprio il collare di ferro. Il santo ha una particolare
devozione a Sàrsina, in Emilia Romagna, nella cui cattedrale si trova il collare di ferro attribuitogli dalla tradizione,
che ancora oggi è imposto dal vescovo ai fedeli in segno di liberazione dal male. Vedi Express-news.it (24
settembre 2009).
59
Ibid
23

24
Casi in Italia
dalle necropoli. In quel periodo larea era invasa dalle paludi, mentre le abitazioni principali
erano situate sul Capitolino e il Palatino, nonché sugli altri colli di Roma 60 .
Lo scheletro è stato ritrovato dallarcheologo italiano Giacomo Boni allinizio del XX sec.
ed è ancora conservato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma (Equus Domitiani 2).
La datazione al Radiocarbonio ha indicato un range compreso fra il 1250 e il 990 a.C. 61
Letà della ragazza, stimata dallanalisi dentaria, è di circa 13-14 anni, ma la lunghezza di tut-
to lo scheletro in situ era di 1.21 m, che corrisponde più alla normale statura di un individuo
subadulto di soli 7-8 anni. Inoltre, la lunghezza delle diafisi e lo stato delle fusioni delle epi-
fisi corrispondono anche esse a quelle di un bambino di 7-8 anni 62 . Sono presenti anche molte
anomalie osteologiche. La parte anteriore del cranio ha un aspetto sporgente (losso frontale
era prominente), con lieve brachicefalia, una faccia piatta e losso occipitale piatto con seg-
menti del condilo occipitale sinistro. La volta cranica è inconsuetamente sottile, con molte os-
sa in soprannumero, una sutura metopica e un forame unilaterale del parietale destro. La fac-
cia è caratterizzata da un breve palato duro, cribra orbitalia bilaterale e uninfiammazione
cronica delle ossa nasali (rinite).
Lesame della dentatura ha mostrato un malposizionamento del terzo molare mascellare de-
stro, molte linee di ipoplasia dello smalto, una comune malattia degenerativa e asimmetrica
delle giunture temporo-mandibolari e una completa assenza di carie dentaria.
La zona del collo appariva molto corta rispetto al resto dello scheletro.
Le analisi osteologiche hanno indicato che vi sonosolo 10 coste sinistre e 11 destre, invece
che dodici per parte come dovremmo trovare normalmente. Il bacino è ipoplasico, con un al-
Figura 13 - Particolare del cranio
60 COARELLI et al. 2006
61 CATALANO et al. 2003, 2006
62 REICHS 1986; CHARLIER 2008
largamento esterno delle ali iliache. Infine,
le prime falangi della mano e del piede
sonoeccezionalmente corte e larghe, in
modo particolare quelle del secondo dito
della mano sinistra.
La presenza di una strana discordanza fra
letà osteologia e letà dei denti tende a
suggerire che lindividuo era rachitico ed
aveva sofferto di problemi di crescita. Una
precisa diagnosi del caso è resa possibile

25
Casi in Italia
dalle numerose anomalie osteologiche ritrovate nello scheletro. Sicuramente le caratteristiche
anomale evidenziate nel cranio, coste, ali iliache e dita sono tipiche della Sindrome di Down e
se la presenza di una o due di queste caratteristiche in uno scheletro non è assolutamente spe-
cifico della malattia, lassociazione di tutte in un solo soggetto è evocativo di un caso di Tri-
somia 21, particolarmente le modifiche metriche della faccia e delle estremità 63 .
Il trauma nel cranio è localizzato sullosso parietale destro, adiacente alla sutura sagittale e
misura circa 3 cm di lunghezza; esso presenta un aspetto biconvesso che corrisponde alla
morfologia delle asce tipicamente usate durante il Tardo Bronzo in questa regione (fig. 13).
La presenza di molte linee di frattura può indicare che il colpo dellascia è stato dato sullosso
fresco e quindi evidentemente durante il periodo di perimortem 64 . Sulla base di tutti questi
dati è possibile postulare che lindividuo sia stato sacrificato in conseguenza delle sue condi-
zioni patologiche. Questa bambina era considerata una sorta di mostro o qualcosa/qualcuno
che doveva essere purificato? Le scoperte archeologiche e gli esami paleopatologici hanno ri-
velato la presenza, in area laziale, di testimonianze più tarde, allinizio dell Età del Ferro, in-
terpretabili come sacrifici umani: nellarea del Carcer Tullianum, nel Foro Romano, ad esem-
pio, lo scheletro di un maschio robusto, datato dal radiocarbonio circa fra l 830-780 a.C., è
stato scoperto sepolto in posizione prona con le mani dietro la schiena e inoltre sul cranio era
evidente un brusco e intenso trauma 65 . La natura della lesione e le caratteristiche anomale del-
la posizione del corpo hanno fatto ipotizzare che luomo fosse la vittima di un sacrificio 66 .
Gli Individui di Tarquinia (La Civita), VIII sec. a.C.
Gli scavi archeologici condotti nellarea de La Civita (Tarquinia), iniziati nel 1982 ed ancora
in corso, hanno riportato alla luce la sepoltura di un uomo adulto (Individuo 10), datato al se-
condo quarto del dellVIII sec. a.C., collocato in una stretta trincea naturale, senza corredo fu-
nerario. Alcuni frammenti di una brocca euboica erano adagiati sul suo torace, altri sono
stati trovati nel terreno attorno allo scheletro 67 . È molto interessante, nonché eccezionale, il
fatto che questo individuo sia stato sepolto in unarea sacra, utilizzata come luogo di culto già
alla fine del periodo proto-villanoviano e non in una zona cimiteriale. Probabilmente il punto
63 STEVENSON 1993; LYONS JONES 1997; AUFDERHEIDE ET RODRIGUEZ-MARTIN 1998
64 E importante notare il fatto che la lesione è stata riconosciuta al momento della scoperta archeologica dello
scheletro, effettuata da Giacomo Boni allinizio del XX sec., in tal modo risulta inverosimile che esso sia stato
causato da un danno recente.
65 Vedi CHARLIER 2008
66 OTTINI et al. 2003
67 BONGHI JOVINO 2004

26
Casi in Italia
più importante e religioso del luogo sacro era una cavità circolare scavata nel terreno 68 , una
specie di pozzo molto venerato nel periodo proto-villanoviano e probabilmente collegato a
pratiche rituali di tipo ctonio 69 (fig. 15 A).
Le analisi dellindividuo condotte in laboratorio hanno dimostrato che egli aveva circa 30-35
anni al momento della morte ed è stato ucciso da un colpo alla testa. 70
Le testimonianze archeologiche ed antropologiche hanno permesso di dare alcune interpre-
tazioni; ad esempio, lassenza del corredo suggerisce che lindividuo in questione non doveva
possedere uno status sociale elevato. La sua morte dovuta ad un violento colpo alla nuca po-
trebbe indicare che egli sia stato sacrificato e la distanza della sua tomba dalla cavità potrebbe
indicare che egli sia stato sacrificato perché aveva infranto delle regole religiose 71 .
Torelli non ha escluso lidea che in Etruria si praticassero sacrifici umani, ma egli ha voluto
sottolineare il fatto che bisogna essere molto cauti riguardo questo argomento, a causa, in par-
ticolare, della scarsezza di documentazione 72 .
Oltre al ritrovamento di questo individuo ucciso, ci sono ulteriori testimonianze archeologi-
che dal sito di Tarquinia che sembrerebbero indicare la pratica di seppellire gli uomini come
un sacrificio propiziatorio agli dei.
68 Attorno a questo pozzo naturale sono stati scoperti numerosi frammenti di oggetti in ceramica utilizzati per le
libagioni e perfino delle corna di animali esposte ritualmente. Da ciò è stato dedotto che probabilmente in questo
luogo venivano praticati dei riti propiziatori, attraverso il sacrificio di animali, il cui sangue, attraverso il pozzo
naturale, ritornava alla terra. Vedi CHIARAMONTE TRERÉ 1986
69 LEIGHTON 2004
70 MALLEGNI-LIPPI 2007-2008
71 BONGHI JOVINO 2010
72 TORELLI 1987

27
Casi in Italia
Figura 14 - Sepoltura del complesso monumentale. Lindividuo 9 ha sofferto di una morte violenta (VII sec. a.C.).
Particolarmente importante, a questo riguardo, è la scoperta dei resti umani appartenenti a
cinque individui infantili 73 sepolti alla fine dellVIII sec. a.C. nellArea Alpha: tre neonati
(Individui C 180A; C 180B; C 226), un lattante di pochi mesi 74 (Individuo C 59-60) e un
bambino di circa otto anni (Individuo C 189), il cui caso di studio si è rilevato molto interes-
sante, soprattutto dal punto di vista paleopatologico. Lindividuo C 189 (fig. 15 B), datato al
IX-VIII sec a.C., è deposto in posizione supina al centro dellArea Sacra, vicino alla cavità
cultuale, con orientamento E-W e presenta uno scheletro largamente incompleto a livello de-
gli arti inferiori. Dalla sua analisi risulta che il bambino era portatore di cribra orbitalia bila-
terali, in uno stadio piuttosto avanzato, ma comunque in fase riparativa 75 , a sottolineare il fatto
che era riuscito a superare lanemia carenziale ed altri episodi di stress, alimentare o morbo-
so 76 . La teca cranica è deformata e assottigliata, ad indicare un fenomeno compressivo conti-
nuo e di lunga durata, probabilmente di origine neoplastica 77 . Queste malformazioni artero-
venose 78 della corteccia cerebrale, denominate anche aneurismi artero-venosi, hanno causato
un notevole infossamento della teca cranica, provocando una compressione in corrispondenza
della regione motoria e sensitiva. I sintomi dovevano essere caratterizzati da crisi epilettiche
73 FORNACIARI-MALLEGNI 1986
74 OLIVIER- PINEAU 1960
75 FORNACIARI et al. 1982
76 M.Y. EL NAJJAR- MC WILLIAMS 1978; BROTHWELL 1981
77 DAHLIN 1973; LICHTENSTEIN 1973
78 RUBINSTEIN 1970

28
Casi in Italia
frequenti, a tipo jacksoniano, motorie o sensitive, a partenza dal tratto prossimale degli arti in-
feriori 79 . È possibile che il decesso sia stato causato da una forte emorragia dovuta alla rottura
dellaneurisma 80 .
Figura 15 A) Larea Sacra de La Civita; B) LIndividuo C 189
È probabile che un individuo affetto da una tale sindrome sia apparso agli occhi della gente
del IX sec. a.C. un essere dotato di poteri soprannaturali e da forze demoniache, in grado di
mettersi in contatto con esse e quindi di impressionare fortemente la comunità. Si può suppor-
re che linvocazione di queste forze fosse praticata attorno alla cavità sacra ed accompagnata
da libagioni e sacrifici di animali per propiziare il rito. Per quanto riguarda il ritrovamento
degli scheletri dei neonati, deposti attorno a C 189 ed in prossimità del muro delledificio sa-
cro, si può pensare a dei riti sacrificali di fondazione, al termine dei quali i vasi utilizzati du-
rante il cerimoniale venivano sepolti insieme ai neonati 81 .
La Tomba 49 della Necropoli Picena di Camerano (Marche), IV sec. a.C.
Gli scavi archeologici condotti da Delia Lollini nella necropoli di Camerano hanno riportato
alla luce la sepoltura di un individuo adulto, dal sesso incerto, probabilmente maschile, anche
se presenta alcuni tratti femminili 82 (fig. 16 A).
79 FORNACIARI-MALLEGNI 1986
80 Ibid
81 CHIARAMONTE TRERÉ 1986
82 CORRAIN 1977

Figura 16 - A) Lindividuo della tomba 49; B) Rilievo della tomba 54
83
Ibid
84
Dalla letteratura disponibile non è possibile arrivare ad una definizione cronologica più precisa.
29
Casi in Italia
Lo scheletro si presenta in perfetta connessione anatomica, ad eccezione del cranio, che non
appare nella sua posizione originaria, ma è spostato, con una certa cura e senza apparenti ma-
nomissioni, al livello del bacino. La mandibola, tuttavia, è rimasta al suo posto e tutte le ver-
tebre cervicali, compresi latlante e lepistrofeo, sono integre ed in connessione, a testimo-
nianza del fatto che la testa è stata dislocata post mortem, dopo linumazione. A quanto pare
lindividuo della Tomba 49 di Camerino non è stato lunico a subire tale pratica; un disegno,
infatti, ci rivela i particolari della Tomba 54, contemporanea alla precedente e contenente i re-
sti di una bambina di circa 4 anni (fig. 16 B) a cui era stata praticata la decapitatio post mor-
tem 83 .
Le Tombe 2 e 3 nella Necropoli Tardo-Antica 84 di Casalecchio di Reno, Bologna
La Tomba 2 presenta un individuo disteso in posizione fetale, con accanto lo scheletro di un
cane anchesso accovacciato (fig. 17).

Figura 17 - A) La tomba 2 in corso di scavo; B) Scheletro del cane nella tomba 2.
30
Casi in Italia
Linumato della Tomba 3 (fig. 18) si trova in posizione parzialmente contratta con evidenti
mutilazioni agli arti inferiori (piede sinistro ricollocato sulla spalla destra, piede destro presso
il femore) ed il cranio (ancora in connessione con la mandibola) è stato trovato collocato tra le
tibie. Questa situazione non sembra essere riconducibile ad episodi bellici o accidentali, ma
piuttosto a particolari riti funebri con lo scopo di impedire il ritorno del morto nel mondo dei
vivi 85 .
Figura 18 - A) La tomba 3 in corso di scavo; B) Ipotetica ricostruzione della tomba 3.
Le Tombe 6 e 8, Casalecchio Di Reno, Bologna (età tardo-antica)
Nella necropoli di età tardo-antica 86 sono state riportate alla luce due sepolture particolari
deposte volontariamente in modo scomposto e con orientamento opposto (fig. 19).
85 Atti del Convegno Sepolture Anomale: indagini archeologiche e antropologiche dallepoca classica al Medioevo
in Emilia Romagna, Castelfranco Emilia, 19 dicembre 2009.
86 Dalla letteratura disponibile non è possibile arrivare ad una definizione cronologica più precisa.

Figura 19 - Le tombe 6 e 8 in corso di scavo
31
Casi in Italia
Linumato 6 ha gli arti superiori ripiegati verso il capo e le mani poste alla base del collo; la
gamba sinistra, nascosta dallindividuo 8, non presenta il piede sinistro, che trova una corri-
spondenza con il piede ritrovato vicino al cranio dellindividuo 6. Lindividuo 8 è stato depo-
sto in posizione prona, con le mani alla base del collo.
Lindividuo T6 è un maschio adulto dai 30 ai 50 anni di età, deposto in spazio pieno, in po-
sizione supina, con gli arti inferiori divaricati e le braccia flesse, con le mani a contatto con le
clavicole. Il piede sinistro è spostato rispetto alla posizione originaria e si trova in prossimità
del braccio destro; oltre al piede vi sono anche le estremità
distali della tibia e della fibula sinistre. La superficie
mediale del frammento tibiale presenta una piccola
incisione, che potrebbe essere il risultato del taglio dei
tessuti molli effettuato durante il distacco del piede, che
quindi, probabilmente, avvenne intenzionalmente, attraverso
una troncatura praticata appena sopra la caviglia. La
posizione delle mani in prossimità delle clavicole potrebbe
essere legata al tentativo di allentare la stretta di un laccio
attorno al collo.
Linumato T8 è un giovane maschio adulto tra i 20 ed i 40
anni, che giace in decubito prono, con un orientamento del corpo opposto a quello
Figura 20 - Ricostruzione delle tombe
6 e 8
dellindividuo T6 e parzialmente sovrapposto ad esso. Gli arti

32
Casi in Italia
superiori sono flessi, con la mano destra in prossimità del cranio e la sinistra al di sotto del to-
race. La posizione bocconi di questo inumato si carica di una valenza simbolica e forse è an-
che un modo per sottolineare, al momento della sepoltura, la sua emarginazione sociale.
Le Tombe 6 e 8 potrebbero quindi appartenere a due individui percepiti come marginali e
forse vittime di esecuzione e comunque percepiti come pericolosi per il quieto vivere dei vi-
venti 87 .
La Tomba 16, Casalecchio Di Reno, Bologna (età tardo-antica)
Figura 21 - Lindividuo T16 in corso di scavo.
La Tomba 16 contiene lo scheletro di un maschio fra i 20 ed i 34 anni di età, in posizione
supina, con il cranio orientato a sud ed appoggiato al limite della fossa con, vicino ad esso, un
omero appartenente ad unaltra sepoltura (fig. 21). Il braccio destro è steso lungo il corpo,
mentre quello sinistro è piegato allaltezza delladdome; le gambe, distese, sono prive dei pie-
di, che sono stati trovati staccati, in perfetta connessione anatomica, il destro in prossimità
della tibia sinistra ed il sinistro vicino alla destra. A livello delle caviglie sono state osservate
alcune lesioni da taglio, soprattutto sulla tibia sinistra e la fibula destra e ciò suggerisce che
lasportazione dei piedi era stata effettuata in prossimità della morte, subito prima o subito
dopo.
Questa pratica, il taglio dei piedi e la loro ricollocazione in posizione innaturale, potrebbe
essere connessa alla volontà di offendere il cadavere per impedirne il ritorno fra i vivi.
Il cranio è in posizione innaturale, fortemente flesso in avanti ed a livello delle prime verte-
bre cervicali presenta delle antiche lesioni di difficile interpretazione, che ricordano molto
87 Atti del Convegno Sepolture Anomale: indagini archeologiche e antropologiche dallepoca classica al Medioevo
in Emilia Romagna, Castelfranco Emilia, 19 dicembre 2009.

33
Casi in Italia
quelle di scheletri di individui giustiziati per impiccagione. E quindi possibile che questo i-
numato sia stato vittima di unesecuzione e ciò avrebbe conferito al cadavere una particolare
impurità che lo avrebbe fatto percepire come particolarmente pericoloso 88 .
La Tomba 13, Boggiovara, Modena (VI sec. d.C.)
Figura 22 - T13 in fase di scavo.
Durante gli scavi effettuati nel 2006 e 2007 a Boggiovara, sono state rinvenute 20 tombe di
epoca tardo-antica, datate attorno al VI sec. d.C., fra cui la Tomba 13, contenente un indivi-
duo di sesso femminile e di età adulta, deposto supino ed orientato con i piedi ad ovest (fig.
22). Lo scheletro mostra evidenti manomissioni compiute su alcune parti anatomiche; esso,
infatti, risulta privo della testa, di quasi tutte le vertebre cervicali, dei piedi e dellavambraccio
destro. Larto superiore sinistro è disteso, con la mano sinistra al di sotto dellosso dellanca
corrispondente; larto inferiore sinistro è flesso al di sopra del destro, che è disteso. Ciò po-
trebbe essere ricondotto a mutilazioni post mortem, praticate sul corpo almeno parzialmente
decomposto, come testimonierebbe lapparente assenza di segni di taglio sulle vertebre cervi-
cali rimaste, sullomero destro e sulle ossa delle gambe.
La possibilità di un intervento avvenuto dopo un certo tempo dalla deposizione sarebbe sug-
gerita anche dalla presenza di alcune ossa dei piedi, lastragalo destro ed una falange. Queste
pratiche potrebbero essere ricondotte allintenzionalità di indebolire e defunzionalizzare
lindividuo e non è da escludere anche lutilizzo delle parti asportate nellambito di pratiche
magiche 89 .
88 Ibid
89 Ibid

Sepolture prone
Capo Colonna, Trani (IX-VIII Sec. a.C.)
Casi in Italia
Due tombe a cista scavate dalla Dr.ssa Ada Riccardi in una possibile area sacra e datate al
periodo protogeometrico, sulla base di ceramiche associate, sono considerate anomale dal
momento che una grande pietra arenaria è stata collocata sopra ognuno degli individui interra-
ti. Larea è stata considerata come sacra a causa di un edificio, probabilmente un tempio situa-
to nei pressi della sepoltura. 90 . La Tomba 1 è stata trovata per aver incluso i resti di due gio-
vani maschi adulti e un adolescente, mentre la tomba 2 conteneva i resti di un giovane ma-
schio adulto. Tutti e tre gli individui recuperati dalla Tomba 1 mostrano lesioni paleopatologi-
che e ablazione dentale perimortem o postmortem del mascellare incisivo destro centrale.
Le apparenti lesioni nella colonna vertebrale di uno dei maschi adulti provenienti dalla
Tomba 1 sono state considerate come prova del fatto che tale individuo doveva aver sofferto
di spondilosi di origine traumatica. Oltre a ciò è stato pensato che egli abbia dovuto sopporta-
re un trauma facciale, che ha portato alla perdita di quattro denti frontali 91 . Un giovane ma-
schio adulto molto alto collocato nella sproporzionatamente piccola Tomba 2 è adagiato in
posizione prona e strettamente flessa e i suoi resti scheletrici mostravano segni di un violento
trauma cranico 92 . E stato ipotizzato che tutti e quattro gli individui fossero vittime sacrificali,
con una grande pietra appoggiata sopra i loro corpi per paura, per impedire loro di alzarsi dal-
le loro tombe e cercare vendetta verso i responsabili delle loro morti 93 .
90
RICCARDI 2002, vedi TSALIKI 2008, in MURPHY, pp.8-9
91
SAPONETTI-SCATTARELLA 2003
92
Ibid
93
SAPONETTI et al. 2007
34

Le Sepolture prone di Stufles, Bressanone (Bz) (Età del Ferro alpina)
35
Casi in Italia
I lavori condotti nel quartiere storico di Stufles, a Bressanone, per la costruzione di un garage
interrato e di alcuni edifici, hanno permesso di riportare alla luce due case ed alcuni vani risa-
lenti allEtà del Ferro e suddivise in vari ambienti 94 .
Figura 23- A) Rilievo 3D del Vano B e della tomba 2 eseguito con LaserScan Faro CAM 2; B) Accesso al Vano B da
sud (immagini tratte da Feltrin M. et al., 2009)
In particolare, nel Vano B (fig. 23), tra il pavimento in legno ed il fondo della struttura, si
depositò, durante luso di questo ambiente, un sottile strato di limo di colluvio (US 158), che
fu tagliato, nellangolo sud-ovest, in senso nord-sud, da una sepoltura (Tomba 2, US 318)
Figura 24- La tomba 2 contenente gli individui UUSS 323 e 324
contenente due individui
adulti (UUSS 323 e 324)
coperti con pietre e
ghiaia (fig. 24). Questa
deposizione costituisce
un evento straordinario
se solo si considera che,
nellEtà del Ferro alpina,
i morti venivano di solito
cremati e sepolti al di
fuori dei contesti
insediativi. Inoltre gli
individui sono stati deposti in posizione prona, la testa delluno in corrispondenza dei piedi
dellaltro. Lindividuo sottostante, con il capo rivolto a nord, presenta anche mani e piedi le-
gati. Esso è più giovane dellinumato soprastante e mostra una profonda fenditura sul cranio,
94 FELTRIN et al. 2009

36
Casi in Italia
che però non fu allorigine della sua morte. Linterpretazione di questa duplice sepoltura ri-
mane misteriosa, anche perché non vi sono elementi che ci possano indurre a pensare che il
piccolo edificio avesse unaltra destinazione oltre a quella di abitazione. Piuttosto che ad un
caso di sacrificio umano, si potrebbe forse pensare alla pratica di unesecuzione capitale 95 .
Linumato prono della Necropoli Enea, Franzine Nuove di Villabartolomea, Verona, (Età
del Bronzo)
Figura 25 - La sepoltura prona di Franzine
ne che andavano ad assumere i corpi durante la deposizione.
La necropoli di Franzine (Ve-
rona), risalente allEtà del Bron-
zo, fu scoperta nel 1968 96 e con-
teneva sia sepolture ad inuma-
zione che ad incinerazione. Gli
individui erano deposti in diversi
decubiti, alcuni supini, altri di
fianco e persino rannicchiati e
ciò probabilmente era dovuto al
fatto che i cadaveri venivano se-
polti nella fossa avvolti da pelli o
sudari, che impedivano quindi di
verificare con esattezza la posizio-
Molto interessante è stato il rinvenimento, nellestate del 1975, dello scheletro di un indivi-
duo giovane-adulto, sepolto prono (fig. 25), dal sesso non ben definito, anche se prevalgono i
tratti maschili. Il volto , le ginocchia ed i piedi sono rivolti verso sinistra; gli arti inferiori sono
leggermente flessi; la mano sinistra è nascosta dietro al coxale sinistro, mentre larto superiore
destro appare disteso lungo il fianco 97 .
95 Ibid
96 ASPES et al. 1968
97 CORRAIN et al. 1967

La Tomba 161, Bologna, Stazione Ferroviaria (Età Imperiale Romana)
Casi in Italia
Figura 26 - A) La tomba 161 in fase di scavo; B) Particolare del bacino con foro circolare nellileo destro e chiodo adiacente.
La Tomba 161 è stata scoperta nel 2007 nellarea cimiteriale A-D, caratterizzata da un nu-
cleo di 7 tombe (5 incinerazioni e 2 inumazioni) e conteneva un giovane adulto di sesso ma-
schile, sepolto prono in fossa semplice (fig. 26). Esso ha la testa rivolta verso sud-est e recli-
nata verso sud, gli omeri distesi lungo il torace e gli avambracci ripiegati (il sinistro sotto il
petto, il destro sotto il bacino), le gambe distese ed i piedi sovrapposti. Nellileo destro è pre-
sente un foro circolare e, tra le ossa del bacino e della cassa toracica, è stato recuperato un
chiodo in ferro; allaltezza del cranio sono stati rinvenuti 45 ribattini in ferro, forse chiodi di
calzature, collocate quindi in posizione opposta a quella naturale, in corrispondenza dei piedi.
La collocazione delle calzature presso il capo, associata alla presenza del chiodo e alle pesanti
tegole poste sul corpo, rende plausibile una pratica connessa al tentativo di impedire al defun-
to di camminare, o, più in generale, di assicurare il non ritorno del morto 98 .
La Tomba 244, Bologna, Stazione Ferroviaria (I sec. d.C.)
Nella Tomba 244 della necropoli presso la stazione di Bologna è stata rinvenuta la metà in-
feriore del corpo di un individuo femminile di circa venti anni, sepolto in posizione prona, con
orientamento S-N, con gli arti distesi ed i piedi uniti (fig. 27). E probabile che questa sepoltu-
ra parziale sia ciò che resta di una tomba completa che ha subito unasportazione generale del-
la metà superiore.
98
Atti del Convegno Sepolture Anomale: indagini archeologiche e antropologiche dallepoca classica al Medioevo
in Emilia Romagna, Castelfranco Emilia, 19 dicembre 2009.
37

Figura 27 - A) Particolare del balsamario inserito nellileo sinistro; B) Ipotesi ricostruttiva di T244.
38
Casi in Italia
Il margine sinistro del bacino presenta una lesione circolare di carattere intenzionale,
allinterno della quale era inserito un balsamario in vetro, con lapertura rivolta verso lalto,
che forse era stato inserito durante la eventuale riapertura e riduzione del corpo e comunque,
a scheletrizzazione almeno in parte avvenuta 99 . La presenza di una struttura di contenimento e
la posizione prona dellinumata, associate alla presenza del balsamario, sono suggestive di
una pratica rituale, che forse mirava ad impedire al morto di far ritorno tra i vivi 100 .
Sepoltura prona (T58), Pieve Di Pava (Siena), XI-XII Sec.
Figura 28 - La sepoltura T58
Durante la seconda campagna di scavo tenutasi nel 2005 nellarea cimiteriale della Pieve di
Pava (SI), è stato rinvenuto lo scheletro di una donna adolescente, di 14-15 anni (T58), depo-
99 Ibid
100 Ibid

39
Casi in Italia
sta prona, che costituiva lunica eccezione allinterno del cimitero, dove gli altri inumati erano
stati sepolti in posizione supina (fig. 28). Dallanalisi dello scheletro è possibile accertare
lintenzionalità di questa posizione e ciò è indispensabile per poter affermare che lindividuo
sia stato trattato diversamente dagli altri e per cercare di interpretare il gesto funerario 101 .
In questo caso sembra proprio emergere la volontarietà della deposizione, forse per impedire
allo spirito della defunta di ritornare tra i vivi: la faccia è rivolta verso il suolo, le mani sono
davanti al bacino 102 e gli arti inferiori risultano distesi e paralleli, con ginocchia convergenti.
Possiamo inoltre notare che il corpo, nella parte inferiore, sembra essere stato compresso, for-
se a causa dellutilizzo di un sudario, che però non sembra aver avvolto la porzione superiore,
dove i gomiti sono piuttosto larghi. È possibile che fosse considerata diversa, o perché de-
ceduta a causa di una morte impura, forse suicidandosi, oppure perché affetta da una malat-
tia allepoca non diagnosticabile. Si tratta inoltre di una sepoltura primaria in spazio pieno e
quindi al momento del ritrovamento, lo scheletro doveva essere nella posizione originaria che
gli era stata conferita al momento della sepoltura 103 . Inoltre la tomba occupava una posizione
isolata, periferica e distanziata rispetto agli altri inumati.
Lindividuo T85 dalla Chiesa di San Sebastiano, Saluzzo (CN), (XV-XVI Sec.)
Figura 29 - Porzione dell'area cimiteriale e
pre-absidale della Chiesa di San Sebastiano.
Lindagine archeologica compiuta dalla Soprintendenza
per i Beni Archeologici del Piemonte, tra marzo e giugno
2003 104, ha interessato gli ambienti dellex palazzo vesco-
vile di Saluzzo (CN), già occupati dalla chiesa di San Se-
bastiano (fig. 29). Lutilizzo delledificio sacro come luogo
di sepoltura si colloca in un periodo di tempo compreso tra
ledificazione della chiesa (1403) e gli inizi del 1500,
quando la costruzione della cattedrale fu terminata. La se-
quenza stratigrafica delle sepolture è molto complessa, a
causa dellalta sovrapposizione di tombe, per la quasi to-
tale mancanza di piani di calpestio e di piani di interramen-
to. 105 Nella chiesa è stato rinvenuto un individuo femminile di 30-
101
MONGELLI et al. 2006
102
Dalla posizione assunta si può ipotizzare che i polsi fossero legati insieme.
103
CANCI-MINOZZI 2005
104
Scavi condotti dalla Dott.ssa Laura Maffeis.
105 CECCONI 2007

40
Casi in Italia
35 anni di età (T85), localizzato nel settore nord della navata laterale est ed orientato est-ovest
(fig. 30). La donna è stata deposta in posizione prona, con il cranio appoggiato al parietale
destro; larto superiore destro si trovava sotto la cassa toracica; la scapola non era visibile,
mentre si notavano parte del radio e dellulna destri, appoggiati al perimetrale (che è anche
limite di fossa) con i metacarpi caduti a causa della gravità. Larto superiore sinistro è appog-
giato al dorso e piegato a 90° e la colonna vertebrale compie una curva verso destra; gli arti
inferiori sono, invece, complessivamente distesi, con quello destro, leggermente piegato; i
piedi sono uniti ed il bacino intatto. La sepoltura è contemporanea ad unaltra posta immedia-
tamente a sud: il ginocchio destro dellindividuo T85 poggia sul cranio senza aver minima-
mente sconvolto le connessioni e le ossa craniali dellinumato sottostante. La deposizione è a
contatto col perimetrale nord prossimo allaltare, e si potrebbe ipotizzare se accettiamo
lintenzionalità della posizione assunta dallo scheletro, la volontà del defunto di assumere una
posizione di tipo penitenziale. Unaltra spiegazione potrebbe invece essere di tenore diverso e
più legato al pragmatismo dei seppellitori: lindividuo era affetto (e probabilmente ne è stata
la causa di morte) da tubercolosi; tra i resti della cassa toracica è stato infatti rinvenuto un a-
scesso polmonare calcificato. Ciò può fare immaginare che i seppellitori abbiano agito evitan-
do di toccare il defunto ed è possibile che il corpo sia stato fatto scivolare nella fossa senza
aver particolare cura nella posizione che esso stesso avrebbe assunto 106 . Il fatto, invece, che la
testa sia rivolta verso laltare pone dei dubbi. Alcuni studiosi 107 hanno ipotizzato che
lindividuo fosse stato sepolto vivo: la posizione dello scheletro, con il ginocchio piegato, il
braccio sinistro anchesso appoggiato alla parete della fossa ed il capo forzatamente ruotato
verso sinistra, sembrerebbe infatti indicare un tentativo, da parte del vivente, di cercare di al-
zarsi. Possiamo notare che il corpo non è adagiato perfettamente in posizione prona: la faccia
non è rivolta in giù, verso il suolo, ma guarda verso il perimetrale nord; la colonna vertebrale
compie uninnaturale curvatura verso destra; gli arti superiori sono appoggiati al limite nord
della tomba e non sono distesi lungo i fianchi e nemmeno adagiati sul bacino; le scapole, così
come i coxali, sembrano compiere una rotazione e gli arti inferiori non sono disposti in modo
parallelo e le ginocchia divergono fra loro.
106 Ibid
107 Ibid

Figura 30 - Lindividuo T85
41
Casi in Italia
Il gran numero e la complessità dei rapporti stratigrafici fra le sepolture, con individui che si
sovrappongono lun laltro e tombe che si tagliano a vicenda e la varietà delle posizioni (spes-
so piuttosto scomposte) assunte dagli inumati, mi spingono a pensare che anche la vicinanza
dellindividuo T85 allaltare sia puramente casuale e non legata a qualche valore simbolico o
rituale. Probabilmente lo spazio era ristretto e cera le necessità di seppellire un numero piut-
tosto cospicuo di persone nel minor tempo possibile, cosicché, sia il normale rituale di seppel-
limento cristiano, che lindividualità dellinumazione passavano in secondo piano. E probabi-
le, inoltre, che i cadaveri fossero avvolti in sudari e quindi, al momento della collocazione
nella tomba, la posizione che essi andavano ad assumere poteva non essere così facile ed im-
mediata da percepire.

Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
Lo scavo del cimitero del colera a Benabbio (1855)
Benabbio è un paese situato nella porzione meridionale del comune di Bagni di Lucca, sulla
sinistra idrografica del torrente Lima, strutturato in vari nuclei abitati, come già doveva essere
in epoca basso-medievale. Sulla cresta del colle, che raggiunge la quota massima di m 616
s.l.m., si trovano i resti del castello, cinto da una cortina muraria larga 60-65 cm, che forse
racchiudeva una superficie di circa mq 6ooo per un perimetro di oltre 400 m 108 (Figura 31).
Figura 31 - Contesto topografico e aree di scavo (campagna 2009)
Al centro dellinsediamento, più in basso rispetto alla sommità meridionale, dove si conser-
vano i resti più consistenti delle fortificazioni, si trova la chiesa romanica di San Michele di
Castello (fig. 33), che sfrutta come perimetrale orientale il muro di cinta del castello, che può
essere anteriore o contemporaneo alla sua edificazione. Sulla facciata nord, la principale, è in-
cisa unepigrafe che riporta, in cifre romane, la data 1218, che costituisce la prima importante
testimonianza dellesistenza del castello, probabilmente ancora più antico (fig. 33 B). La chie-
108 FORNACIARI 2009
42

Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
sa ha un orientamento SE-NW e raggiunge una larghezza di 9,5 m ed una lunghezza di 24 m,
occupando una superficie di circa 200 mq; le sue dimensioni ci fanno comprendere il notevole
peso demografico che linsediamento doveva avere fin dal Medioevo. Fin dalle prime cam-
Figura 32 - A) La facciata nord della chiesa di San Michele; B) L'epigrafe con la
data 1218; C) Il perimetrale orientale della chiesa; D) La facciata occidentale
43
pagnearcheologi- che (agosto 2007 e
agosto-settembre
2008) è stata aperta
unarea di scavo
(Area 1000) di circa
200 mq, concentra-
ta, allinizio, lungo
la facciata occiden-
tale della chiesa (Settore A
e Settore B) ed ampliata
nel 2009, quando è stato aperto un settore di scavo di circa 65 mq nella zona antistante la fac-
ciata nord (Settore D). Dopo aver rimosso il manto erboso e lo strato di humus, è emerso il
piano di calpestio ottocentesco, caratterizzato da lastre di scisto e pietrisco, tagliato da nume-
rose tombe che costituiscono una fase cimiteriale molto particolare ed interessante, che è an-
data a sovrapporsi allo spazio funerario medievale: il cimitero dellepidemia di colera del
1855.
Il colera è uninfezione intestinale acuta provocata dal batterio Vibrio cholerae, che ha
unincubazione che varia da uno a cinque giorni; esso si trasmette attraverso l'acqua, certi a-
limenti contaminati, è legato a motivi di scarsità igienica e si diffonde per via oro-fecale. È ra-
ro che il contagio avvenga per via interpersonale (per esempio mani sporche portate alla boc-
ca). I sintomi sono caratterizzati da forti spasmi, diarrea con scariche sempre più liquide e in-
colori (la cosiddetta acqua di riso) a cui segue il vomito che aggrava lo stato di disidratazio-
ne, la quale, se non viene curata con laggiunta di sali bilanciati, porta verso uno stato di
shock irreversibile ed alla morte 109 . Il colera, proveniente dal sud-est asiatico, si diffuse in Eu-
ropa nel XIX sec., facendo molte vittime. Londata epidemica più devastante in Italia fu quel-
la del 1854-1855, che colpì duramente anche il paese di Benabbio, tra lagosto e lottobre
1855, uccidendo 46 abitanti su una popolazione di 900 persone. I colerosi furono, così, sepolti
accanto alla chiesa di San Michele di Castello, lontano dal centro abitato, in unarea comun-
109 Vedi http://www.paleopatologia.it/Benabbio/BEN09/index.php

Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
que molto importante e soprattutto consacrata, che ospitava già il cimitero di epoca basso-
medievale (datato attorno al IV sec.). Lestensione effettiva di questultimo è ancora da verifi-
care, anche se diversi indizi, come il ritrovamento di ossa sparse, suggeriscono
unoccupazione funeraria per lo meno di tutta la fascia circostante ledificio religioso.
La documentazione amministrativa parrocchiale conservata nellarchivio della Diocesi di
Lucca 110 ci offre una lista contenente tutti i nomi e le età di morte delle vittime, anche se il
numero preciso potrebbe variare da 45 a 47, a causa di alcune contraddizioni tra le annotazio-
ni dei libri parrocchiali (Vedi Tabella 1 - Elenco delle vittime del Colera
del 1855 a Benabbio).
Da questa testimonianza risulta che 44 dei morti di colera sono stati sepolti nel cimitero at-
torno alla chiesa di San Michele di Castello; i due colerosi restanti furono deposti, probabil-
mente, nel cimitero del paese, forse perché appartenenti a famiglie più prestigiose.
Tabella 1 - Elenco delle vittime del Colera del 1855 a Benabbio
Maria Angela Franceschi ved. Benedetti ( anni 66) Bartolomeo Emidio Tofani ( anni 3)
Antonio Contrucci ( anni 46) Francesco Marchi ( anni 45)
Lucia Contrucci in Giuliani ( anni 24) Maria Assunta Rocchi ( anni 11)
Antonio Allegroni ( anni 70) Chiara Michelini in Giusti ( anni 62)
Angelo Pienotti ( anni 32) Giovanni Marchi ( anni 51)
Lucia Cianelli ved. Bertolini ( anni 57) Nicolao Pienotti ( anni 57)
Ugo Magnani ( anni 7) Giovanni Marchi ( anni 87)
Assunta Fiorini in Marchi ( anni 61) Maria Benedetti Rocchi ( anni 3)
Nicolao Tofani ( anni 56) Giuseppe Magnani ( anni 68)
Maria Anna Giuliani in Contrucci ( anni 56) Francesca Tofani ved. Bertolini ( anni 66)
Stella Pierotti ved. Lucchesi ( anni 64) Anna Contrucci in Rocchi ( anni 37)
Giovanni Marchi ( anni 32) Giovanni Franceschi ( anni 49)
Francesca Cianelli ved. Magnani ( anni 49) Luigi Franceschi ( anni 74)
Antonia Fiorini ved. Cianelli ( anni 85) Domenica Contrucci in Giusti ( anni 49)
Giuseppe Rocchi ( anni 64) Pietro Franceschi ( anni 60)
Quirico Giuliani ( anni 60) Marco Antonio Pierotti ( anni 78)
Maria Anna Pierotti ved. Betti ( anni 68) Sebastiano Marchi ( anni 60)
Colomba Cianelli ved. Cianelli ( anni 71) Andrea Marchi ( anni 9)
Francesco Pierotti ( anni 61) Giuliano Marchi ( anni 39)
Rocco Cianelli ( anni 72) Martino Franceschi ( anni 77)
Luca Magnani ( anni 29) Antonio Cianelli ( anni 44)
Rosa Pierotti ( anni 19) Francesco Antonio Cianelli*
Luigi Marchi ( anni 57) Momerto Contrucci*
Maddalena Contrucci ( anni 57)
110 (ABP, Morti D5, c. 36v.-39r)
* Non sepolti nel cimitero del Castello
44

Considerazioni tafonomiche ed antropologiche
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
Figura 33- Il cimitero dei colerosi nell Area 1000.
Durante le tre campagne di scavo (2007-2009) sono stati riportati alla luce gli scheletri di 36
colerosi (Figura 33). Tutti gli individui del colera sono stati deposti in fosse terragne, di for-
ma ellittica, orientate in senso NW-SE ed ordinate in due file parallele; esse sono molto strette
e raggiungono diverse profondità, che variano dai 60 cm a 80 cm.
Nonostante la prevalenza delle fosse singole, in ben quattro casi le tombe sono state utilizzate
per una doppia inumazione (fig. 34 A), forse per ospitare individui morti nello stesso giorno
probabilmente uniti da legami di parentela 111 . La sepoltura avveniva in modo affrettato, come
testimoniano le varie posizioni, spesso molto scomposte, assunte dagli individui (fig. 34 B-C):
alcuni sono deposti sul fianco, altri presentano delle torsioni innaturali del corpo, altri ancora
sono deposti proni. Talvolta il volto è rivolto verso il fondo della fossa, senza rispettare un o-
111
Un esempio interessante è dato dal ritrovamento di una tomba bisoma che conteneva i resti scheletrici di una
donna adulta e di un bambino, deposti entrambi supini, con i piedi delluno in corrispondenza della testa
dellaltro. Nonostante lurgenza e la fretta del seppellimento, si manteneva comunque un certo rispetto per la
persona e gli affetti familiari.
45

Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
rientamento omogeneo, a suggerire il fatto che i defunti sono stati deposti indifferentemente
con la testa a SW o a NE.
Figura 34 -Scheletri del colera: A) UUSS 1134 e 1129; B) US 1046; C) US 1362
Gli inumati, inoltre, hanno mantenuto una perfetta connessione anatomica delle ossa, sugge-
rendo che la loro decomposizione è avvenuta in spazio pieno, a contatto diretto con la terra, e
non allinterno di una cassa. Un gran numero di defunti era accompagnato da un corredo ca-
ratterizzato da oggetti perlopiù religiosi, come rosari, crocifissi, medagliette devozionali etc.,
ma anche collane, braccialetti con perline in pasta vitrea, pendagli, anelli ed orecchini a cer-
chietto.
Alcune delle tombe, localizzate soprattutto nel settore meridionale, sono risultate vuote, prive
dellinumato; ciò è dovuto verosimilmente al fatto che le fosse sepolcrali erano state scavate
qualche tempo prima del loro impiego immediato, a scopo preventivo. Si temeva, forse, che
lepidemia di colera mietesse molte più vittime, mentre invece si arrestò di colpo nellottobre
1855, rendendo superflue alcune tombe preparate precedentemente. Sulla base di questi dati
46

Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
possiamo dedurre che le prime sepolture realizzate sono quelle localizzate di fronte alla fac-
ciata nord della chiesa (Settore D), mentre le ultime sono quelle realizzate a sud, lungo il fian-
co delledificio religioso. A conferma di ciò si aggiunge il fatto che alcuni individui deposti
nel Settore D presentano una gettata di calce a contatto diretto con lo scheletro, presumibil-
mente con lo scopo di prevenzione antisettica. È quindi probabile che le prime vittime del co-
lera siano state ricoperte in parte con questo strato di calce, credendo che impedisse al morbo
di diffondersi ulteriormente; vedendo successivamente che ciò non avveniva, i fossores hanno
deciso di abbandonare questa pratica, che oltretutto era piuttosto dispendiosa di tempo e dena-
ro. Una volta rimosso il blocco di calce gli archeologi hanno constatato che, nei punti in cui
era a contatto con il corpo, era rimasto impresso il calco dello spessore dei muscoli e della
carne dellindividuo e perfino limpronta del tessuto del sudario, ormai decomposto. Questo
ritrovamento ha permesso di fare chiarezza sulla pratica funeraria utilizzata per seppellire i
cadaveri dei colerosi nellOttocento, che quindi, al momento della deposizione, venivano av-
volti in un lenzuolo, il cui impiego era già suggerito dalla compressione complessiva dei corpi
rinvenuti. Sempre nel Settore D è emersa una situazione piuttosto complicata: quattro tombe
ottocentesche, disposte in modo perpendicolare rispetto alla facciata della chiesa, intercettano
altre inumazioni, di epoca medievale, e si interrompono dopo 30-40 cm, alla vista delle ossa
più antiche. Linterpretazione che pare più probabile è che gli addetti alla sepoltura abbiano
interrotto lo scavo delle fosse ed abbiano rinunciato a deporvi i corpi dei colerosi per rispetto
dei resti umani più antichi 112 . Molto interessante è anche un gruppo composto da quattro fosse
orientate NW-SE che insistono su una struttura muraria medievale con orientamento NE-SW,
della quale interrompono trasversalmente lo sviluppo, rimuovendone i conci in profondità, ad
indicare lurgenza di spazio 113 .
Dalla parte opposta alla chiesa, lungo il limite occidentale dellarea di scavo è emersa la cre-
sta di rasatura di un muro largo 60 cm, con orientamento NW-SE, oltre il quale sono stati ri-
portati alla luce gli scheletri di tre individui, coperti da strati di sabbia, calce e pietre di varie
dimensioni, provenienti dalla demolizione della struttura muraria medievale. Alcuni elementi
del vestiario, come bottoni in osso ed in metallo, originariamente rivestiti in tessuto, sembre-
rebbero datare lepisodio al XVIII-XIX sec. Se la cronologia fosse veramente questa, si po-
trebbe pensare ad un primo sfruttamento dellarea per seppellire i corpi infetti lontano dal
centro abitato di Benabbio 114 .
112
FORNACIARI et al. 2010
113
Ibid
114
FORNACIARI 2007
47

Alcuni casi studiati
Individuo US 1055
Figura 35 - A) L'individuo US 1055; B) Rilievo grafico di US 1055
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
Durante la campagna di scavo 2007 è stato riportato alla luce lindividuo US 1055 (fig. 35),
un maschio adulto di 45-55 anni, orientato est-ovest e deposto in una fossa molto stretta e pro-
fonda, in posizione prona. Gli arti superiori sono distesi lungo il corpo; gli avambracci, di cui
si conserva solo in parte quello sinistro, probabilmente erano piegati sopra il bacino, mal pre-
servato. Le gambe sono distese e parallele.
48

Individuo US 1120
Figura 36 A) L'individuo US 1120; B) Rilievo GIS di US 1120
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
Lindividuo US 1120 (fig. 36) è un maschio adulto di 30-40 anni, orientato ovest-est, deposto
in una fossa terragna poco profonda, perpendicolare alla chiesa ed è in posizione prona. Gli
arti superiori sono piegati ed in particolare, lavambraccio sinistro è adagiato sotto il torace;
gli arti inferiori sono leggermente piegati verso destra; i piedi sono uniti e quello destro è so-
vrapposto a quello sinistro.
49

Individuo US 1355
Figura 37 - A) L'individuo US 1355; B) Rilievo GIS di US 1355
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
Lindividuo US 1355 (fig. 37) si presenta deposto in una fossa terragna disposta parallelamen-
te alla facciata nord della chiesa e giace in posizione prona. Gli arti superiori sono piegati
allaltezza del torace; quelli inferiori sono complessivamente distesi e paralleli, anche se le ti-
bie ed i piedi poggiano su un cuscino di terra rialzato rispetto ai femori e al resto del corpo.
Lo scheletro è parzialmente ricoperto da una colata di calce viva, ad obliterare il sudario or-
mai scomparso. Lestrazione delle ossa dellinumato ha permesso di recuperare alcuni ele-
menti di corredo molto interessanti, come un pendaglio in lega doro e bronzo raffigurante un
animale marino (forse un delfino), di produzione sette-ottocentesca, situato allaltezza del col-
lo. Ad un dito della mano destra è stato inoltre trovato un anello in bronzo, che reca una croce
di tipo lorenese con il Cristo Crocifisso utilizzato per cercare di scongiurare ed allontanare il
colera.
50

Individuo US 1371
Figura 38 - A) L'individuo US 1371; B) Rilievo GIS di US 1371
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
Lindividuo US 1371 (fig. 38) è un adulto di sesso maschile, deposto in posizione anomala,
con le braccia a formare un angolo di 90º, le gambe parallele e in vista superiore, il bacino in
norma laterale sinistra e il torace prono, con la testa rivolta verso nord. Si nota la compressio-
ne delle spalle e delle scapole, che sono ravvicinate, dovuta al sudario in cui il defunto era sta-
to avvolto al momento della sepoltura. Allaltezza del torace è stato rinvenuto uno spillone in
ferro che forse serviva a chiudere il sudario ormai decomposto. La fossa, piuttosto profonda,
taglia il muro di epoca medievale, le cui pietre, di medio-grandi dimensioni, sono state divelte
e riversate nel relativo riempimento.
51

Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
52

Individuo US 1470
Figura 39 - L' individuo US 1470
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
L individuo US 1470 (fig. 39) è una donna adulta deposta prona, con entrambi gli arti supe-
riori simmetrici e leggermente flessi, adagiati in corrispondenza del pube, mentre quelli infe-
riori sono distesi e le ginocchia ravvicinate. Si sottolinea la posizione, seppur anomala, piutto-
sto composta del corpo, che può essere confrontata con la sepoltura T58 di Pieve di Pava (vedi
p. 35), anchessa bocconi, appartenente tuttavia a tuttaltro contesto funerario. Laccurata
messa in luce delle ossa e la loro successiva rimozione hanno permesso il ritrovamento di al-
cuni oggetti di corredo personale, come un paio di orecchini a cerchietto, ancora impigliati in
un ciuffo di capelli, ed alcuni grani in pasta vitrea viola facenti parte di una collana.
53

Conclusioni
Un caso particolare: i colerosi di Benabbio (Lu)
Dallanalisi tafonomica ed antropologica degli individui ottocenteschi morti di colera pos-
siamo dedurre che la posizione anomala assunta da questi scheletri non è il risultato di
unazione volontaria, compiuta appositamente sul cadavere per scopi legati a determinate pra-
tiche funerarie o rituali, ma è il frutto di una sepoltura affrettata e puramente casuale, dettata
dalla rapidità di diffusione del morbo colerico. Lepidemia, infatti, stava colpendo sempre più
persone, mietendo molte vittime e quindi vi era la necessità di sbarazzarsi dei cadaveri in-
fetti quanto prima possibile. Non cera tempo di adagiare i corpi in modo composto e ordina-
to: essi venivano gettati sbrigativamente nelle fosse, senza badare alla posizione che andavano
ad assumere e senza rispettare un orientamento omogeneo. Oltre a ciò, va aggiunto il fatto che
i defunti venivano avvolti in un sudario che impediva di percepire facilmente ed immediata-
mente le posture acquisite al momento della deposizione. Si possono osservare così inumati
sepolti in modo piuttosto scomposto, alcuni di fianco, con gli arti ripiegati in modo innaturale,
con la colonna vertebrale atipicamente incurvata ed il bacino roteato, altri proni, o perfino due
individui allinterno della medesima tomba, per risparmiare tempo e spazio.
54

Conclusioni
Conclusioni
Nella letteratura e nella tradizione folklorica le sepolture anomale sono in genere associate a
pratiche necrofobiche, come decapitazioni rituali, mutilazioni post mortem, strane posizioni
assunte dal corpo, chiodature, massi e pesi appoggiati sul dorso del defunto, con lo scopo di
costringere il cadavere a rimanere nella propria tomba, impedendone così il ritorno tra i vivi.
Dal punto di vista archeologico ed antropologico le sepolture anomale sono quelle che differi-
scono dalla pratica funeraria e rituale che è tipica di un determinato periodo, regione o conte-
sto cultuale. Lindividuazione e linterpretazione di una sepoltura atipica è tuttaltro che sem-
plice; spesso, infatti, particolari segni (amputazioni, legature, chiodature etc.) presenti sullo
scheletro, o le posizioni stesse assunte dal corpo, non sono altro che il frutto di cause esterne e
incidentali, non legate a motivi rituali. Basti pensare al fatto che la maggior parte dei corpi ri-
trovati decapitati avevano probabilmente subito la decollatio come pena capitale, oppure che i
fori praticati nel cranio sono frequentemente la traccia di operazioni chirurgiche. Spesso
lassenza di parti del corpo è dovuta a rimaneggiamenti della tomba, mentre le posizioni prone
e scomposte degli scheletri possono essere dettate dalla fretta della loro deposizione. Risulta
quindi fondamentale comprendere e verificare lintenzionalità del gesto funerario, che esce
dal seppellimento convenzionale, anche se spesso non è facile avere il quadro completo del
contesto cimiteriale che stiamo indagando. Gli inumati di Benabbio, morti di colera nell1855,
assumono delle posture diversificate ed atipiche: alcuni sono su un fianco, altri proni, con gli
arti piegati in modo innaturale, altri ancora occupano la stessa tomba, senza seguire un orien-
tamento prestabilito ed omogeneo. In questo caso però non si può parlare di sepolture anoma-
le, perché dietro al loro decubito non cè unazione volontaria, ma puramente casuale, dettata
dalla necessità di liberarsi in fretta dei corpi infetti, anche se comunque è anomalo, in un certo
senso, il fatto che molte persone muoiano in un periodo di tempo molto breve. Questo criterio
può essere esteso a tutti i cimiteri epidemici, ma anche a quelli bellici, che spesso sono carat-
terizzati da una fossa comune in cui sono ammassati i corpi di un gran numero di individui,
deceduti più o meno contemporaneamente ed inumati repentinamente, senza badare a come le
loro membra si disponevano nella fossa.
In questo studio si è cercato di fare un sommario ed un censimento preliminare delle sepol-
ture anomale reperite e studiate negli ultimi anni in Italia, con lintenzione di sviluppare
unintroduzione ad un argomento che è destinato ad essere approfondito ed ampliato in futuro.
In previsione della realizzazione di questo progetto è in fieri lelaborazione di una carta mul-
timediale delle emergenze indagate. Essa si basa sulle potenzialità offerte dai sistemi di geore-
55

Conclusioni
ferenziazione GIS 115 , i quali, rispetto ai supporti cartacei e tradizionali, permettono un ap-
proccio per così dire tridimensionale e trasversale. Dietro alla grafica infatti si nasconde un
database e tutta una serie di informazioni indagabili su più piani. Si tratta dunque di un siste-
ma informatico in grado di produrre, gestire e analizzare dati spaziali associando a ciascun e-
lemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche. La localizzazione delle sepolture su
una mappa consentirà di creare una carta di censimento navigabile attraverso i browser più
comuni, quali ad esempio Google Maps (fig.40); in tal senso è già consultabile online 116 una
preview di quanto già preso in esame in questo lavoro, visibile anche su carta alla Figura 41 a
pag 57.
Figura 40 - Carta multimediale delle sepolture anomale in fase di realizzazione.
115
Secondo la definizione di Burrough il GIS è composto da una serie di strumenti software per acquisire, memorizzare,
estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale (in BURROUGH P.A. - Principles of
geographical information systems for land resource assessment, Clarendon Press, Oxford, 1986: 194).
116
Si rimanda allindirizzo web:
http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&ie=UTF8&msa=0&msid=105142685982086404763.000488e665fdb2c339
b3f&ll=42.228517,8.02002&spn=13.545494,33.815918&z=6
56

Appendice
Figura 41 - Carta di distribuzione delle sepolture trattate e citate nel testo
57
Appendice

Tabella 2 - Schema riassuntivo delle sepolture prone trattate in questo lavoro ed altre censite in Italia.
58
Appendice
RIFERIMENTO* 12, 34
SITO Capo Colonna, Trani (BA)
SEPOLTURA T 2
PERIODO Età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.)
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, rannicchiata, con gli avambracci flessi sotto laddome ed i calcagni a
contatto con il bacino.
SESSO Maschio
ETÀ 20-25 anni
PATOLOGIE Flogosi sulle braccia sulle facce pleuriche di alcune coste (tubercolosi) e
sullosso nasale sinistro. Sul parietale destro si evidenzia una lesione cranica a
stampo; sullulna destra è presente una lesione da taglio.
NOTE Una grossa pietra era posta sulla schiena.
*Riferimento: i numeri in corsivo indicano il riferimento nella mappa in Figura 41, quelli in grassetto il rimando
alla pagina del paragrafo correlato.
RIFERIMENTO* 1, 35
SITO Stufles, Bressanone (BZ)
SEPOLTURA T 2, bisoma
PERIODO Età del Ferro alpina
POSIZIONE DELLO SCHELETRO La tomba 2 contiene due inumati sepolti entrambi proni, la testa delluno in
corrispondenza dei piedi dellaltro. Lindividuo a nord ha mani e piedi legati.
SESSO
ETÀ Adulti
PATOLOGIE
NOTE Deposizione allinterno di un contesto abitativo
RIFERIMENTO* 2, 36
SITO Necropoli Enea, Franzine Nuove di Villabartolomea, (VR)
SEPOLTURA
PERIODO Età del Bronzo, VI-V sec. a.C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con la faccia rivolta a sinistra, gli arti inferiori leggermente flessi, la
mano sinistra è davanti al bacino e larto destro lungo il fianco.
SESSO Non ben definito, anche se prevalgono i tratti maschili
ETÀ Appena adulto
PATOLOGIE
RIFERIMENTO* 3, 37
SITO Bologna, Stazione Ferroviaria FF.SS
SEPOLTURA T 161
PERIODO Età Imperiale Romana
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona
SESSO Maschio
ETÀ Giovane adulto
PATOLOGIE
NOTE Nellileo destro è presente un foro circolare, e, tra le ossa del bacino e della
cassa toracica, è stato recuperato un chiodo in ferro; allaltezza del cranio sono
stati rinvenuti 45 ribattini in ferro.
RIFERIMENTO* 4, 37
SITO Bologna, Stazione Ferroviaria FF.SS
SEPOLTURA T 244
PERIODO I sec. d.C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona
SESSO Femmina
ETÀ Circa venti anni
PATOLOGIE
NOTE È stata rinvenuta solo la parte inferiore del corpo ed il margine sinistro presenta
un foro circolare in cui è inserito un balsamario in vetro.
RIFERIMENTO* 5, Errore. Il segnalibro non è definito.

59
Appendice
RIFERIMENTO* 5, 38
SITO Pieve di Pava, San Giovanni DAsso (SI)
SEPOLTURA T 58
PERIODO XI-XII sec.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con la faccia rivolta verso il suolo, le mani davanti al bacino, gli arti
inferiori distesi e le ginocchia convergenti
SESSO Femmina
ETÀ 15-16 anni
PATOLOGIE Nessuna
NOTE
RIFERIMENTO* 6, 39
SITO Chiesa di San Sebastiano, Saluzzo (TO)
SEPOLTURA T 85
PERIODO XV-XVI sec.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con il cranio appoggiato al parietale destro, il braccio destro sotto la
cassa toracica, quello sinistro appoggiato al dorso; la colonna vertebrale è incurvata,
gli arti inferiori sono complessivamente distesi, con quello destro leggermente
piegato; i piedi sono uniti.
SESSO Femmina
ETÀ 30-35 anni
PATOLOGIE Tubercolosi: tra i resti della cassa toracica è stato rinvenuto un ascesso polmonare
calcificato.
NOTE Il ginocchio destro di T 85 poggia sul cranio di un individuo sottostante, ad
esso contemporaneo.
RIFERIMENTO* 7
SITO Grotta Continenza, Abruzzo
SEPOLTURA Taglio 33
PERIODO Epigravettiano
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con le gambe flesse a toccare il bacino, il braccio destro sotto il ventre e
quello sinistro lungo il fianco.
SESSO Maschio
ETÀ Adulto
PATOLOGIE Nessuna
NOTE Mancante del cranio, al suo posto cerano due grosse pietre poste su un cuscino
di pietre più piccole.
RIFERIMENTO* 8
SITO Olmo di Nogara (VR), Veneto
SEPOLTURA T 56
PERIODO Bronzo Medio
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, distesa, con le braccia sotto i fianchi, la mano destra davanti al bacino,
quella sinistra dietro. Le gambe sono distese e convergenti.
SESSO Femmina
ETÀ Adulta
PATOLOGIE Nessuna
NOTE Sulla testa cera un ago ed un ferma trecce in bronzo. Sul petto si trovavano
due spilloni di 26 cm.
RIFERIMENTO* 9
SITO Olmo di Nogara, (VR), Veneto
SEPOLTURA T 105
PERIODO Bronzo Medio
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, distesa con lunfgo i fianchi, le mani sotto il bacino, le gambe convergenti
ed i piedi uniti.
SESSO Femmina
ETÀ Circa 7 anni
PATOLOGIE Nessuna
NOTE Presenza di ferma trecce e di due spilloni

60
Appendice
RIFERIMENTO* 10
SITO Olmo di Nogara, (VR), Veneto
SEPOLTURA T 225
PERIODO Bronzo Medio
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, distesa con le braccia lungo i fianchi, le mani sotto il bacino e le gambe
unite allaltezza delle ginocchia.
SESSO Femmina
ETÀ Circa 20 anni
PATOLOGIE Nessuna
NOTE Presenza di un fermatrecce
RIFERIMENTO* 11
SITO Padova, Via Tiepolo
SEPOLTURA
PERIODO Paleoveneto
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con la faccia ed il lato flessorio dellarto superiore rivolti al suolo, gli
arti inferiori sono distesi, i piedi sono conficcati nel terreno.
SESSO Maschio
ETÀ Adulto
PATOLOGIE Nessuna
NOTE La perfetta connessione delle mani e dei piedi ha permesso di escludere il rito
della doppia sepoltura. Da notare anche la complessiva compressione del corpo,
che probabilmente era stato avvolto in un sudario di cui non rimane traccia.
RIFERIMENTO* 13
SITO Lavello (PZ)
SEPOLTURA T 743, deposizione 53
PERIODO
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con il cranio rivolto a sinistra, gli arti superiori distesi lungo il corpo, il
bacino girato verso sinistra e gli arti inferiori sono assenti.
SESSO Maschio
ETÀ Adulto
PATOLOGIE
NOTE In corrispondenza del gomito destro ci sono i piedi di un altro individuo deposto
supino.
RIFERIMENTO* 14
SITO Gazzo veronese
SEPOLTURA T 15
PERIODO Bronzo Antico
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con gli arti superiori flessi e vicini al corpo, gli arti inferiori leggermente
flessi verso destra ed i piedi sono incrociati.
SESSO Maschio
ETÀ Adulto
PATOLOGIE
NOTE
RIFERIMENTO* 15
SITO Osteria del Curato
SEPOLTURA T 90, singola
PERIODO I-III sec d.C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona. Il cranio è rivolto a sinistra ed è in posizione rialzata rispetto al resto
del corpo; lavambraccio sinistro è sotto il torace, quello destro flesso sotto il
bacino; gli arti inferiori sono distesi e ravvicinati.
SESSO Femmina
ETÀ 25-35 anni
PATOLOGIE
NOTE Giacitura primaria, con le ossa in posizione fisiologica. Lindividuo è ben rappresentato
in tutti i suoi distretti scheletrici ma il cranio è danneggiato, la regione
toracica frammentaria e le ossa lunghe sono prive delle epifisi.

61
Appendice
RIFERIMENTO* 16
SITO Osteria del Curato 3
SEPOLTURA T 47
PERIODO I-III sec. d.C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con gli arti superiori distesi lungo i fianchi e quelli inferiori anche essi
distesi.
SESSO Maschio
ETÀ 38-48 anni
PATOLOGIE
NOTE Individuo in giacitura primaria ed in cattivo stato di conservazione. Il cranio è
danneggiato, la regione toracica ed il bacino sono frammentari e le mani ed i
piedi sono presenti in tracce. Allaltezza del bacino è stato recuperato un chiodo
di ferro ed alcuni frammenti vitrei.
RIFERIMENTO* 17
SITO Osteria del Curato 4
SEPOLTURA T 95, singola
PERIODO I-III sec. d.C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con gli arti superiori distesi lungo i fianchi; quelli inferiori sono anche
essi distesi, con i femori leggermente ruotati.
SESSO Femmina
ETÀ 24-34 anni
PATOLOGIE
NOTE Individuo in giacitura primaria ed in pessimo stato di conservazione e molto
fragile. Al di sotto delle spalle dellinumato è presente un coppo.
RIFERIMENTO* 18
SITO Osteria del Curato 2 (area 7)
SEPOLTURA T 55, singola, alla cappuccina
PERIODO II-IV sec. d.C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona. La parte superiore del corpo è stata sconvolta (cranio e torace dislocati);
gli avambracci e gli arti inferiori sono distesi.
SESSO Indeterminabile
ETÀ 6-12 anni
PATOLOGIE
NOTE Nessun elemento di corredo. Probabilmente la tomba è stata violata.
RIFERIMENTO* 19
SITO Osteria del Curato 2 (zona nord)
SEPOLTURA T 13, singola, alla cappuccina
PERIODO II-IV sec. d.C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona. Le braccia sono distese sotto il bacino, così come la gamba sinistra; la
tibia e la fibula destra sono dislocati, posti trasversalmente sulla tibia sinistra.
Il cranio è ruotato verso sinistra e poggia su un cuscino di terra in posizione
rialzata rispetto al resto del corpo.
SESSO Femmina
ETÀ 27-37 anni
PATOLOGIE
NOTE Lindividuo appare piuttosto compresso, con le braccia poste sotto il corpo e
ciò potrebbe suggerire limpiego di un sudario. In prossimità dellepifisi distale
del femore destro è stato rinvenuto un oggetto di forma sub sferica, forse
una spilla; nel riempimento era presente un frammento di piatto in ceramica
africana.
RIFERIMENTO* 20
SITO Osteria del Curato 2, Via di Casale Ferrante
SEPOLTURA T 51, singola
PERIODO
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con il cranio ruotato destra; gli arti superiori sono distesi con gli avambracci
posizionati al di sotto del bacino; i femori sono distesi, leggermente
ruotati lateralmente.
SESSO Non determinabile, a causa del cattivo stato di conservazione.
ETÀ Non determinabile
PATOLOGIE
NOTE Giacitura primaria.

62
Appendice
RIFERIMENTO* 21
SITO Basiliano
SEPOLTURA T 115, singola, scavata nel tufo
PERIODO II sec. d.C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con il cranio ruotato a sinistra, gli arti superiori distesi, come quelli inferiori.
Assenza dei piedi.
SESSO Femmina
ETÀ Adulta
PATOLOGIE
NOTE Deposizione in spazio vuoto. Tomba probabilmente rimaneggiata.
RIFERIMENTO* 22
SITO Basiliano
SEPOLTURA T 365, singola, scavata nel tufo
PERIODO II sec. d. C.
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con larto superiore destro flesso, mentre quello sinistro è assente; gli
arti inferiori sono distesi.
SESSO Femmina
ETÀ 20-30 anni
PATOLOGIE
NOTE Individuo in giacitura primaria. Vicino alla clavicola sinistra è stata ritrovata
una moneta di bronzo ed uno specchio in rame e argento.
RIFERIMENTO* 23
SITO Necropoli Castelluccio (Roma)
SEPOLTURA T 31
PERIODO
POSIZIONE DELLO SCHELETRO Prona, con il cranio ruotato a sinistra. Larto superiore destro è flesso, il sinistro
è disteso; gli arti inferiori sono leggermente flessi verso destra.
SESSO Non determinabile
ETÀ 2-4 anni
PATOLOGIE Nessuna
NOTE È stato rinvenuto un uovo al di sotto della mano sinistra.
RIFERIMENTO* 24, 42
SITO Benabbio (Lu)

Abbreviazioni
p. pagina
pp. pagine
fig. figura
figg. figure
cfr. confronta
v. vedi
al. altri
N nord
S sud
W ovest
E est
a.C. avanti Cristo
d.C. dopo Cristo
US unità stratigrafica
UUSS unità stratigrafiche
T tomba/tombe
sec. secolo
etc. eccetera
cm
centimetri
63
Abbreviazioni

Bibliografia
64
Abbreviazioni
A. ASPES, E.L. FASANI, Necropoli delletà del bronzo a Franzine Nuove di Villabartolome-
a,1968.
E. ASPÖCK, What actually is a "Deviant Burial"? Comparing german -language and
anglophone research on "Deviant Burials", 2008 in E. M. MURPHY 2008, pp. 17-
34.
A.C. AUFDERHEIDE, C. RODRÌGUEZ-MARTÌN, The Cambridge Encyclopedia of Human
Paleopathology, Cambridge University Press, 1998.
G. BELLUCCI , I Chiodi nelletnografia antica e contemporanea, Perugia, 1919, pp. 35-47
M. BONGHI JOVINO, A proposito di unolla euboica rinvenuta nellabitato di Tarquinia, in I
Greci in Etruria: Atti dellXI Convegno Internazionale di studi sulla storia e
larcheologia dellEtruria, G.M. DELLA FINA, Roma, 2004, pp. 31-46.
M. BONGHI JOVINO, The Tarquinia Project: a summary of 25 years of excavation, 2010, pp.
161-180, in American Journal of Archaeology, vol. 114, gennaio 2010.
P. BRADLY, B. CHARLES, A. HARDY, D. POORE, Prehistoric and Roman activity and a Civil
War Ditch: Excavations at the Chemistry Research Laboratory, 2-4 South Parks
Road, 2004.
D.R. BROTHWELL, Digging Up Bones, Londra, 1981, p. 159.
A. CALMET, Dissertazioni sopra le apparizioni despiriti e sopra i vampiri, o i redivivi
dUngheria, di Moravia etc., II, Venezia, 1756, p. 200.
A. CANCI, S. MINOZZI, Archeologia dei resti umani. Dallo scavo al laboratorio, Carrocci Edi-
tore S.P.A., Roma, 2005.
E. CANTARELLA, I supplizi capitali in Grecia e a Roma, Milano, 1991.
M.G. CARRIÈRE, Les Cimitières de lépoque du Bas Empire de Pouzilhac, Arpaillargues et
dautres lieux du Département Du Gard, in Mèm. de lAcad. de Nîmes, 1902, T.
XXV, p. 20.
P. CATALANO, C. CALDARINI, L.R. ANGELETTI, P. CHARLIER, Testimonianze di sacrifici umani
nel foro romano in epoca protostorica: le sepolture del Carcer-Tulianum e del-
l'Equus Domitiani, XV Congresso dell' Associazione Antropologica Italiana: va-
riabilità umana e storia del popolamento, Chieti, Italia, 2003.

65
Abbreviazioni
P. CATALANO, C. CALDARINI, P. CHARLIER, R. MARIANI COSTANTINI, S. MINOZZI, W. PANTA-
NO, Analisi antropologica delle sepolture del Carcer- Tulianum e dell'Equus Do-
mitiani, Congresso e Il Mostro E Il Sacro. Coordinate mitiche e rituali della dif-
formità fra emarginazione e integrazione, Roma, Italia, 2006.
E. CECCONI, Gli inumati del cimitero delle chiese di San Sebastiano e di San Giovanni di Sa-
luzzo, Cuneo (inizi del xv secolo) nel contesto del popolamento umano del territo-
rio piemontese tra tardo antico e basso medioevo: aspetti demografici, nutrizio-
nali e patologici, Tesi Di Dottorato In Archeologia, Università Di Pisa, 2007.
L. CESARI, D. NERI, Guida alla mostra Sepolture anomale: indagini archeologiche e antropo-
logiche dallepoca classica al Medioevo in Emilia Romagna, a cura di L. CESARI,
D. NERI, Castelfranco Emilia (MO), 19 Dicembre 2009-21 Febbraio 2010.
P. CHARLIER, The value of Palaeoteratology and Forensic Pathology for the Understanding ff
Atypical Burials: Two Mediterranean Exemples from the Field, in E. M. MURPHY
2008, pp. 57-69.
P. CHARLIER, Ostéo-archéologie et Techniques Médico-légales: Tendances et Perspectives.
Pour un Manuel Pratique de Paléopathologie Humaine , Parigi: De Boccard,
2008.
C. CHIARAMONTE TRERÉ, Osservazioni preliminari sugli aspetti culturali e rituali, in Gli E-
truschi di Tarquinia, Panini Ed., Modena, 1986, pp.178-186.
F. COARELLI, J.A. CLAUSS, J.J. CLAUSS, D.P. HARMON, Roma and Environs. An Archaeologi-
cal Guide, 2006.
C. CORRADI MUSSI, Vampiri europei e vampiri dellarea sciamanica, Soveria Mannelli, 1995.
C. CORRAIN, Un caso di decapitatio post mortem in una tomba picena del iv sec. a.C., in Qua-
derni di Antropologia e di Etnologia 4, Padova, 1997, pp. 133-140.
C. CORRAIN, M. CAPITANIO, L. FASANI, Un inumato in posizione bocconi nella Necropoli E-
nea di Franzine Nuove di Villabartolomea (Verona), in Quaderni di Antropologia
e di Etnologia 4, Padova, 1967, pp. 145-148.
D.C. DAHLIN, Bone Tumors, Springfield-Illinois, 1978, p. 139.
L. DAL RI., Scavo di una casa dellEtà del Ferro a Stufles-Stufels, quartiere di Bressanone
(Stufles b), Tutela dei Beni Culturali in Alto Adige, 1985, pp. 195-241.
S. DAVIES, P.S. BELLAMY, M.J. HEATON, P.J. WOODWARD, Excavation at Alington Avenue,
Fordington, Dorchester, Dorset, 2002, pp. 1984-87, Dorchester: Trust for Wessex
Archaeology Ltd and Dorchester Natural History and Archaeological Society.

J. DECHELETTE, Archéologie Celtique ou Protostorique, Ed. Picard, Parigi, 1914.
E. DOUTTÉ, Magie et Réligion dans lAfrique du Nord, Parigi, 1984, p. 435.
66
Abbreviazioni
H. DUDAY, Lezioni di Archeotanatologia. Archeologia funeraria e antropologia sul campo,
Roma, 2006.
M. FELTRIN, S. MARCONI, M.I. PEZZO, J. RIZZI ZORZI, U. TECCHIATI, Indagini dendocronolo-
giche su alcuni edifici dellEtà del Ferro recentemente scavati a Stufles (Bressa-
none, prov. Bolzano), Via Elvas 12 e 16. Campagne di scavo 2007 e 2008, in Ann.
Mus. Civ. Rovereto, vol. 24, 2008, pp. 95-122.
A. FORNACIARI, Bagni Di Lucca (LU). Benabbio, località Castello: relazione preliminare
della prima campagna di scavo, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologi-
ci della Toscana, 3, 2007, pp. 50-53.
A. FORNACIARI, Bagni Di Lucca (LU). Benabbio, località Castello: relazione preliminare
della seconda campagna di scavo, NSBAT 2008, 4, pp. 21-26.
A. FORNACIARI, Indagini archeologiche al Castello di Benabbio in Val di Lima (anni 2007 e
2008), in G. CIAMPOLTRINI, E. ROMITI (a cura di), La Rocca di Villa Basilica. Archeologia
e Storia, Atti del Convegno (Villa Basilica 2008), I Segni dell'Auser 7, Lucca, pp. 93-110.
A. FORNACIARI, F. COSCHINO, A. FARNOCCHIA, M. SPARAVELLI (2010), Bagni Di Lucca
(LU), Benabbio, località Castello: relazione preliminare della terza campagna di scavo
(luglio-agosto 2009), NSBAT 2010.
G. FORNACIARI, V. GIUFFRA, Lezioni di Paleopatologia, Genova, ECIG, 2009.
G. FORNACIARI et al., Cribra orbitalia and elemental bone Iron, in the Punics of Carthage, in
Ossa VIII, 1982, pp. 63-77.
G. FORNACIARI, F. MALLEGNI, I Resti Scheletrici Umani, in Gli Etruschi di Tarquinia, edito da
M. BONGHI JOVINO, Modena, 1986, pp. 197-199.
G. FORNACIARI, F. MALLEGNI, Il bambino della Civita: un caso di probabile aneurisma veno-
so del IX sec. a.C., in Tarquinia: ricerche scavi e prospettive, Atti del Convegno
Internazionale di Studi La Lombardia per gli Etruschi, Milano, 24-25 giugno,
1987, pp. 95-98.
A. GAMBA, Relazione dello stato del Museo craniologico della R. Accademia di Medicina di
Torino, al dicembre 1886, Torino, UTET.
C. GINZBURG, Benandanti. Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento, Einaudi, To-
rino, 1966.

67
Abbreviazioni
S.M. HIRST, An Anglo-Saxon Inhumation Cemetery at Sawerby, East Yorkshire,
(Archaeological Publications, York University, 4), York, 1985.
V.M. HOPE, The Treatment of the Corpse in Ancient Rome, in V. M. HOPE, E. MARSHALL
(EDS), Death and Disease in the Ancient City, London: Routledge, 2000, pp. 104-
127.
H. HUBERT, Les Celtes depuis lepoque de la Tène et la Civilisation Celtique, Ed. La
Renaissance du Livre, Parigi, 1932.
I. KOVRIG, Das Awarezeitliche Gräberfeld von Alattyán (Archaeologia Hungarica, Ser.
Nov. 50), Budapest: Verlag der Ungarischen Akademie der Wissenschaften, 1963.
N. KYLL, Die Bestattung der Toten mit dem Gesicht nach unten, Trierer Zeitschrift 27, 1964,
pp. 168-83.
R. LEIGHTON, Tarquinia, an etruscan city, Londra, Duckworth, 2004.
T.C. LETHBRIDGE, Further excavations in the Early Iron Age and Romano-British cemetery ar
Guilden Morden, Proceedings of the Cambridge Antiquarian Society 36, 1936, p.
117.
L. LICHTENSTEIN, Tumori delle ossa, Roma, 1973, p. 229.
D. LORETI, La raccolta di cranidi varia stirpe in parte antichi e gessi esistente nell'istituto di
anatomia umana normale dell'università di Torino, in Archivio Italiano di Anato-
mia e di Embriologia, LXIV, 3.
K. LYONS JONES, Smith's Recognizable patterns of human malformation (Fourth Edition),
Philadelphia: W. B. Saunders Company, 1997.
M.Y. EL NAJJAR-K.R MC WILLIAMS, Forensic Anthropology, Springfield-Illinois, 1978, pp.
52-53.
V. MACONI, O. ACANFORA, Il ciclo della vita individuale, in Etnologica , III, di V. GROTTA-
NELLI, 1965, P. 172.
F. MALLEGNI, B. LIPPI, Considerazioni antropologiche sugli inumati dellarea sacra
dellabitato di Tarquinia, in Sepolti tra i vivi/buried among the living: evidenza ed
interpretazione di contesti funerari in abitato. Atti del Convegno Internazionale,
Roma, 26-29 Aprile 2006, edito da G. BARTOLONI e M. G. BENEDETTINI, 2007-
2008, pp. 795-804.
J.I. MCKINLEY, A Decapitation from the Romano-British Cemetery at Baldock, Herts, in
International Journal Of Osteoarchaeology 3, 1993, PP. 41-44.
M. MELIKIAN (forthcoming), 2 America Street, London Borough Of Southwark, Post

68
Abbreviazioni
Excavation Assessment, Unpublished Report Produced For AOC Archaeology.
M. MILANESE, Lo scavo del cimitero di San Michele ad Alghero, a cura di M. MILANESE, Feli-
ci Ed, 2010.
T. MOMMSEN, Diritto Penale Romano, 1899.
V. MONGELLI, S. GIUSIANI, A. VITIELLO, G. FORNACIARI, Pieve di Pava, primi dati antropolo-
gici e paleopatologici (XI-XII secolo), pp. 47-62, in Chiese e insediamenti nei se-
coli di formazione dei paesaggi medievali della toscana (V-X secolo), Atti Del
Seminario, San Giovanni d'Asso, Montisi, 10-11 Novembre 2006.
E.M. MURPHY, Deviant Burial in the Archaeological Record, Oxford, 2008.
G. OLIVIER, H. PINEAU, Nouvelle determination de la taille foetale daprès les longuers
diaphysaires des os longs, in Annales de Medicine Légal XL, 1960, PP. 141-144.
L. OTTINI, L.R. ANGELETTI, W.B. PANTANO, M. FALCHETTI, S. MINOZZI, P. FORTINI, P. CATA-
LANO, R. MARIANI-COSTANTINI, Possible Human Sacrifice at the Origins of Ro-
me: Novel Skeletal Evidences, in Medicina nei Secoli 15, 2003, pp. 459-468.
W. PERIZONIUS, L. KASPERS, A Medical Pratice piece from Alkmaar C. 1800 AD, in Bones,
Treasuries of Human Experience in Time and Space 1, 1988, pp. 63-69.
R. PHILIPOTT, Burial Practice in Roman Britain: a Survey of Grave Treatment and Furnishing
A.D. 43-410, BAR British Series 219, Oxford: Tempus Reparatum, 1991.
T.G.E. POWEL, I Celti, Ed. Il Saggiatore, Sancasciano, 1959.
J. PRICE, I.P. BROOKS, D.J. MAYNARD, The Archaeology of the St Neots to Duxford Gas
Pipeline 1994, (BAR British Series 255), Oxford: Archaeopress, 1997.
K.J. REICHS, Forensic Osteology. Advances in the Identification of Human Remains,
Springfield: Charles C. Thomas, 1986.
RENNES, Ogam-Tradition Celtique, 1948.
A. ROSS, Pagan Celtic Britain, London: Cardinal, 1974.
M. RUBINI, R. GRILLETTO, E. FULCHERI, Breve nota su di un presunto cranio chiodato rin-
venuto nella necropoli romana di Monterotondo (II-III sec. D.c.), in Rivista di Antropolo-
gia, LXVII, 1989, pp. 301-306.
K.J. RUBINSTEIN, Tumors of the Central Nervous System, in Atlas of Tumor Pathology VI,
Bethesda, 1970, pp.246-251.
S. SAPONETTI, F. SCATTARELLA, A. DE LUCIA, V. SCATTARELLA, Paleobiology,
Paleopathology and Necrophobic Practices in Early Iron Age Burials (IX-VII
Century BC) in Capo Colonia, Trani, Apulia, in Collegium Antropologicum 31,

2007, pp. 339-344.
69
Abbreviazioni
S. SAPONETTI, V. SCATTARELLA, Probabili pratiche necrofobiche in tombe della prima Età
del Ferro (XI-VII sec. a.C.) a Capo Colonna (Trani, Bari), in XV Congresso degli
Antropologi Italiani, Chieti 28-30 Settembre 2003.
T. SHAY, Differentiated Treatment of Deviancy at Death as revealed in Anthropological and
Archaeological Material, Journal of Anthropological Archaeology 4, 1985, pp.
221-41.
P. SLEDZIK, N. BELLANTONI, Brief Communication: Bioarchaeological and Biocultural
Evidence for the New England Vampire Folk belief, American Journal of Physical
Anthropology 94, 1994, pp. 269-74.
R.E. STEVENSON, J.G. HALL, R.M. GOODMAN, Human Malformations and Related Anomalies,
(Oxford Monographs on Medical Genetics 27), Oxford: Oxford University Press,
1993.
A. TAYLOR, Aspect Of Deviant Burial in Roman Britain, in E. M. MURPHY, 2008, pp. 91-
112.
K. TORELLI, La Religione, in Rasenna: Storia e Civiltà degli Etruschi, edito da G. PUGLIESE
CARRATELLI, 1986, pp. 157-237.
M. TORELLI, Appunti per una storia di Tarquinia, in Tarquinia: ricerche scavi e prospettive,
Atti del Convegno Internazionale di Studi La Lombardia Per Gli Etruschi, Milano, 24-25
Giugno 1986, 1987, pp. 129-140.
A. TSALIKI, Unusual Burials and Necrophobia: an insight into the Burial Archaeology of
Fear, in E. M. MURPHY, 2008, pp. 1-16.
P.J. UCKO, Ethnography and Archaeological Interpretation of Funerary Remains, World
Archaeology 1, 1969, pp. 262-80.
G. WILKE, Die Bestattung in Bauchlage und Verwandte Bräuche, 1933, pp. 449-60, in
Homenagem a Marins Sermento, Guimaraes: Sociedade Martins Sermento,
Subsidiada Pelo Ministério da Instruçao Publica e pela Junta de Educaçao
Nacional.

Indice delle Figure
70
Abbreviazioni
Figura 1 - A) Sepoltura prona da Khirokitia (Cipro); B) Ricostruzione grafica di una sepoltura
prona da Sewerby................................................................................................................... 1
Figura 2 - A, B) Chiodi provenienti dalla T109 di Bologna, Stazione FF.SS.; C, D) Chiodi di
epoca romana......................................................................................................................... 9
Figura 3- Individuo decapitato, Driffield Terrace, York.......................................................... 1
Figura 4 - Lindividuo decapitato e con i piedi incatenati, York ........................................... 13
Figura 5 - Individuo sepolto prono con vaso al posto piede amputato da Cambridge (epoca
Romana) ................................................................................................................................ 1
Figura 6 Sepoltura prona a Sewerby, Yorkshire................................................................... 1
Figura 7 - T23 in corso di scavo ............................................................................................. 1
Figura 8 - Femore destro e sinistro ......................................................................................... 1
Figura 9 - T109 in fase di scavo con particolare del cranio e della parte superiore del corpo. 19
Figura 10 - Ricostruzione della T109 ..................................................................................... 1
Figura 11 - A) Lindividuo T76 in corso di scavo; B) Ipotesi ricostruttiva della tomba........... 1
Figura 12 - A) US 5182 in fase di scavo; B) Particolare del collare e della porzione superiore
dello scheletro...................................................................................................................... 22
Figura 13 - Particolare del cranio ........................................................................................... 1
Figura 14 - Sepoltura del complesso monumentale. Lindividuo 9 ha sofferto di una morte
violenta (VII sec. a.C.). ........................................................................................................ 27
Figura 15 A) Larea Sacra de La Civita; B) LIndividuo C 189 ......................................... 28
Figura 16 - A) Lindividuo della tomba 49; B) Rilievo della tomba 54 ................................. 29
Figura 17 - A) La tomba 2 in corso di scavo; B) Scheletro del cane nella tomba 2................ 30
Figura 18 - A) La tomba 3 in corso di scavo; B) Ipotetica ricostruzione della tomba 3.......... 30
Figura 19 - Le tombe 6 e 8 in corso di scavo ........................................................................ 31
Figura 20 - Ricostruzione delle tombe 6 e 8 ........................................................................... 1
Figura 21 - Lindividuo T16 in corso di scavo...................................................................... 32
Figura 22 - T13 in fase di scavo. .......................................................................................... 33
Figura 23- A) Rilievo 3D del Vano B e della tomba 2 eseguito con LaserScan Faro CAM 2;
B) Accesso al Vano B da sud (immagini tratte da Feltrin M. et al., 2009)............................. 35
Figura 24- La tomba 2 contenente gli individui UUSS 323 e 324 ........................................... 1
Figura 25 - La sepoltura prona di Franzine ............................................................................. 1
Figura 26 - A) La tomba 161 in fase di scavo; B) Particolare del bacino con foro circolare
nellileo destro e chiodo adiacente........................................................................................ 37
Figura 27 - A) Particolare del balsamario inserito nellileo sinistro; B) Ipotesi ricostruttiva di
T244. ................................................................................................................................... 38
Figura 28 - La sepoltura T58................................................................................................ 38
Figura 29 - Porzione dell'area cimiteriale e pre-absidale della Chiesa di San Sebastiano......... 1
Figura 30 - Lindividuo T85................................................................................................. 41

71
Abbreviazioni
Figura 31 - Contesto topografico e aree di scavo (campagna 2009) ...................................... 42
Figura 32 - A) La facciata nord della chiesa di San Michele; B) L'epigrafe con la data 1218;
C) Il perimetrale orientale della chiesa; D) La facciata occidentale......................................... 1
Figura 33- Il cimitero dei colerosi nell Area 1000. .............................................................. 45
Figura 34 -Scheletri del colera: A) UUSS 1134 e 1129; B) US 1046; C) US 1362................ 46
Figura 35 - A) L'individuo US 1055; B) Rilievo grafico di US 1055 .................................... 48
Figura 36 A) L'individuo US 1120; B) Rilievo GIS di US 1120 ........................................ 49
Figura 37 - A) L'individuo US 1355; B) Rilievo GIS di US 1355 ......................................... 50
Figura 38 - A) L'individuo US 1371; B) Rilievo GIS di US 1371 ......................................... 51
Figura 39 - L' individuo US 1470......................................................................................... 53
Figura 40 - Carta multimediale delle sepolture anomale in fase di realizzazione. .................. 56
Figura 41 - Carta di distribuzione delle sepolture trattate e citate nel testo ............................ 57