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Perché la “Trattoria Caprese” è <strong>di</strong>ventata subito un fenomeno All’inizio se n’è parlato per via del nome ingombrante. Già, perché <strong>di</strong> “Caprese” c’era già, e da un pezzo, il locale <strong>di</strong> Bruno Federico a Mozzo. Poi però, dopo una sfolgorante inaugurazione <strong>di</strong> fi ne settembre, la “Trattoria Caprese” <strong>di</strong> via Piccinini a Bergamo, negli stessi spazi eleganti del “Kristi”, ha continuato a far parlare <strong>di</strong> sé per il successo che da subito l’ha premiata e che continua imperterrito a premiarla. Breve antefatto per capire: si tratta <strong>di</strong> una società alla sua quarta apertura con la stessa insegna, dopo Capri, Napoli e Monza. Chiarissimo l’intento: visto che la formula, in “patria”, funziona alla grande, perché non attaccare il mercato proprio nel profondo ed agiato nord? Così è partita la sfi da che pare stia portando sod<strong>di</strong>sfazioni e riscontri davvero lusinghieri, segnatamente dalle parti del vecchio teatro Duse (<strong>di</strong> cui resta, ahinoi, solo il ricordo) e del monumento a Garibal<strong>di</strong> (nel 150° anniversario della Spe<strong>di</strong>zione dei Mille, <strong>di</strong> cui Piccinini fu grande protagonista). E siccome non ci piace pensare che certi acca<strong>di</strong>menti arrivino i i per p caso, ecco che questo incrocio tra volontari bergamaschi in camicia rossa e cucina tra<strong>di</strong>zionale campana stimola la nostra fantasia e ci suggerisce, dopo un pranzo gustoso, la lettura <strong>di</strong> qualche pagina del <strong>di</strong>ario “Da Quarto al Volturno”. Per rinfrescare la nostra memoria storica e rafforzare il nostro senso <strong>di</strong> appartenenza. Dunque la “Trattoria Caprese” è partita in quarta senza avere il tempo <strong>di</strong> trarre ispirazione dallo scoglio genovese: sicuramente la collocazione è <strong>di</strong> quelle favorevoli, proprio lì, nel baricentro <strong>di</strong> uffi ci, a un passo dal Palazzo <strong>di</strong> Giustizia, a un tiro <strong>di</strong> schioppo dal Sentierone. Però c’è dell’altro. E subito corre il pensiero ai prezzi contenuti, convenientissimi a pranzo, ma competitivi anche a cena. Coi tempi che corrono, certamente avranno un peso anche loro, ma ci sembrerebbe riduttivo ricondurre tutto ad una questione <strong>di</strong> portafoglio: probabilmente, in questo PENNA ALL’ARRABBIATA <strong>di</strong> Pier Carlo Capozzi nuovo fenomeno <strong>di</strong> costume del nostro panorama enogastronomico, è il caso <strong>di</strong> andare oltre, come si è fatto, per esempio, con Giuliana e la sua “Trattoria D’Ambrosio”. Non venitemi a <strong>di</strong>re che si va da Giuliana solo per i prezzi, con la clientela “importante” che vi ritrovate molto spesso vicina <strong>di</strong> tavolo e che non avrebbe problemi a spendere quattro volte tanto… Si va in via Broseta anche per l’atmosfera che si respira, perché ci si sente coccolati anche se non si è vips, perché un posto informale, molto spesso, ci mette <strong>di</strong> più a nostro agio. Credo che alla “Trattoria Caprese” stia accadendo qualcosa <strong>di</strong> tremendamente uguale e sarebbe <strong>di</strong>ffi cile non fosse così davanti ad una lista che pro- po pone: “Misto <strong>di</strong> salumi, ricottine, fo formaggi, fritturina e sfi zioserie ddella casa”, “Pizza Fer<strong>di</strong>nando IIV” (pomodoro, mozzarella, melanzane la e basilico), “Spaghetti Margherita” M (pomodorini, parmigiano m e basilico) e dove tutti i piatti, carne e pesce, sono rigorosamente g accompagnati da verdure v e sorrisi. Materie M prime semplici, quin<strong>di</strong>, ma buonissime e servite con allegria. Per non parlare del carrello dei dolci, proposto con signorile abbondanza bb d partenopea p t (e in questo ci ricordano molto il nostro amico Bruno). Pare che il ristorante sia sempre affollato e non soltanto per pranzo, dove te la puoi cavare anche con un piatto unico, oltre alle pizze, cotte nei forni a legna e presenti mezzogiorno e sera. Un nuovo fenomeno <strong>di</strong> costume, a quanto pare, che si sta rincorrendo nel passaparola <strong>di</strong> tutta la nostra Provincia: da guardare con grande attenzione in un momento <strong>di</strong> generale <strong>di</strong>ffi coltà e <strong>di</strong> ripresa che stenta a carburare. Certo, ogni tanto ci capita <strong>di</strong> arrivare in qualche locale dove il buonumore e la gentilezza non sono precisamente le prime sensazioni che vi accolgono e ci sorpren<strong>di</strong>amo a pensare che, poi, è perfettamente inutile lamentarsi se la crisi ti schiaccia. Il “prezzo certo”, “le materie prime scelte”, “la cortesia non affettata” e i “sorrisi gratis” pare che siano formule tuttora vincenti. Peccato non approfi ttarne. <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2010</strong> 5