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Novembre 2009 - Affari di Gola

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Supplemento al n. 39 de “La Rassegna” del 12 novembre <strong>2009</strong> - Giuseppe Ruggieri <strong>di</strong>rettore responsabile - E<strong>di</strong>trice: La Rassegna S.r.l. via Borgo Palazzo 137, Bergamo<br />

Poste Italiane S.p.A. - Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Bergamo - € 2,60<br />

FOCUS<br />

La mise en place<br />

spiegata<br />

dai ristoratori<br />

LA COPERTINA<br />

Fusto:<br />

“Vi svelo i segreti<br />

del cioccolato”<br />

IL PRODOTTO<br />

Il fascino<br />

esotico<br />

della frutta<br />

L’INTERVISTA<br />

Adami (Onaf):<br />

“Bergamo leader<br />

nei formaggi”<br />

novembre <strong>2009</strong><br />

IN RASSEGNA SAPORI, GUSTI E PIACERI DEL TERRITORIO<br />

PERSONAGGI<br />

Grassobbio,<br />

l’espansione<br />

dei fratelli Elzi


Valcalepio Rosso D.o.c. | Valcalepio Rosso Riserva D.o.c.<br />

Valcalepio Bianco D.o.c. | Moscato <strong>di</strong> Scanzo D.o.c.<br />

Grappa Moscato <strong>di</strong> Scanzo<br />

Visita il nuovo shop on-line: www.ilcipresso.info<br />

L’azienda agricola<br />

Il Cipresso<br />

via Cerri 2, Tribulina<br />

<strong>di</strong> Scanzorosciate (Bg)<br />

Telefono e fax:<br />

+39.035.45.97.005<br />

www.ilcipresso.info<br />

a.cuni@ilcipresso.info<br />

Questo è vino.<br />

Eventi Speciali<br />

Domenica 15 <strong>Novembre</strong> e<br />

Domenica 6 Dicembre <strong>2009</strong><br />

dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 14, 4,30 alle 18,00<br />

siamo aperti per la visita all lla cantina e degustazioni


Supplemento al n. 39 de “La Rassegna” del 12 novembre <strong>2009</strong> - Giuseppe Ruggieri <strong>di</strong>rettore responsabile - E<strong>di</strong>trice: La Rassegna S.r.l. via Borgo Palazzo 137, Bergamo<br />

Poste Italiane S.p.A. - Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Bergamo - € 2,60<br />

FOCUS<br />

La mise en place<br />

spiegata<br />

dai ristoratori<br />

LA COPERTINA<br />

IN RASSEGNA SAPORI, GUSTI E PIACERI DEL TERRITORIO<br />

E<strong>di</strong>trice: La Rassegna S.r.l., via Borgo Palazzo, 137<br />

24125 Bergamo<br />

Presidente: Ivan Rodeschini<br />

Direttore responsabile: Giuseppe Ruggieri<br />

In redazione: Anna Facci<br />

Opinionisti: Pier Carlo Capozzi, Enrico Rota<br />

Direzione e Redazione: La Rassegna S.r.l.<br />

via Giorgio Paglia, 26<br />

24121 Bergamo - tel. 035 213030 fax 035 224572<br />

affari<strong>di</strong>gola@larassegna.it<br />

Pubblicità: S.P.M. srl<br />

viale Papa Giovanni XXIII, 120/122<br />

24121 Bergamo<br />

tel. 035 358 888 fax 035 358 753<br />

Fusto: F sto:<br />

“Vi svelo i segreti<br />

del cioccolato”<br />

IL PRODOTTO<br />

Il fascino<br />

esotico<br />

della frutta<br />

novembre nove<br />

<strong>2009</strong><br />

IN III IIN IN IN IN NN RAS RRASSEGNA<br />

RAS RAS RAS RASSEGNA SEGNA SEGNA SEGNA SEGNA SSSAPORI,<br />

APORI, ORI ORI ORI, RI GUSTI GUSTI GUST GUSTI GUST GUSTI E<br />

PIACERI PIACERI ACER ACER CERII<br />

DEL DEL DEL DEL L T<br />

TTTERRITORIO<br />

ERRITOR<br />

ERRITOR<br />

ERRITORIIO<br />

RRITOR RITOR RR IO IO IO IO IO<br />

L’INTERVISTA<br />

Abbonamenti: www.larassegna.it - tel. 035 4120304<br />

Registrazione Tribunale <strong>di</strong> Bergamo - N° 185 del 20 Febbraio 1950<br />

Collaboratori: Michele Andreucci, Leo Bartoli, Laura Bernar<strong>di</strong><br />

Locatelli, Pino Capozzi, Ettore Coffetti, Fulvio Facci,<br />

Roberta Martinelli, Roberto Moran<strong>di</strong>, Lelia Parisi, Fabrizio<br />

Pirola, Pierluigi Saurgnani, Donatella Tiraboschi, Sara Vavassori<br />

Impaginazione: Videocomp, Bg<br />

Stampa: Litostampa Istituto Grafi co, Bg<br />

Adami (Onaf):<br />

“Bergamo leader<br />

nei formaggi”<br />

PERSONAGGI<br />

Grassobbio,<br />

l’espansione<br />

dei fratelli Elzi<br />

I NOSTRI INSERZIONISTI<br />

4R, Buona Carne, Cartorobica Poloni, Il Cipresso,<br />

La Forchetta d’oro, Gastronomia Ver<strong>di</strong>er, Pastifi cio Benedetti,<br />

Orobica Pesca, Rami, Relux, Ros, Speal, Vini Valoti.<br />

NOVEMBRE <strong>2009</strong><br />

SOMMARIO<br />

5<br />

6<br />

10<br />

12<br />

14<br />

17<br />

20<br />

22<br />

24<br />

26<br />

26<br />

28<br />

PENNA ALL’ARRABBIATA<br />

Tutto va veloce, per fortuna c’è la galleria<br />

dei bei ricor<strong>di</strong> gastronomici<br />

FOCUS<br />

Mise en place, se ne vedono<br />

<strong>di</strong> tutti i colori. E forme<br />

BOTTA E RISPOSTA<br />

Le troppe <strong>di</strong>fferenze del Moscato <strong>di</strong> Scanzo,<br />

la replica del Consorzio <strong>di</strong> Tutela<br />

LA COPERTINA<br />

Gianluca Fusto svela i “segreti”<br />

del cioccolato<br />

IL DIBATTITO<br />

Chi criminalizza il vino condanna una risorsa<br />

PRODOTTI<br />

Il fascino esotico della frutta<br />

IL RISTORANTE<br />

“Ai Santi”, l’essenza del gusto<br />

IL CONCORSO<br />

“Merlot e Cabernet insieme”, medaglia d’oro<br />

a cinque vini bergamaschi<br />

L’INTERVISTA<br />

Adami: “Bergamo? È una corazzata territoriale<br />

del formaggio italiano”<br />

L’Accademia del Pizzocchero <strong>di</strong> Teglio<br />

premia il ristorante “Al Faro” <strong>di</strong> Dalmine<br />

E il gioiellere <strong>di</strong>venne ristoratore<br />

I PROTAGONISTI<br />

La marcia inarrestabile dei fratelli Elzi


COMUNICARE L’IMPRESA A CURA DI SPM PUBBLICITÀ<br />

Carta Orobica Poloni, un nuovo show-room<br />

L’azienda specializzata nel confezionamento alimentare cambia sede e si sposta a Torre de’ Roveri<br />

Un successo che premia molti anni <strong>di</strong> lavoro al servizio <strong>di</strong> grossisti del settore<br />

alimentare ma anche <strong>di</strong> altri generi. Carta Orobica Poloni srl, azienda specializzata<br />

nel settore del confezionamento alimentare e nella <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> materiali e<br />

accessori per il confezionamento in genere, ha voluto rendere omaggio a tutti i<br />

suoi clienti, abituali e non, organizzando domenica 25 ottobre e lunedì 26 una<br />

doppia festa per l’inaugurazione della nuova sede a Torre de’ Roveri con musica,<br />

buffet e gadget in omaggio a tutti gli ospiti.<br />

Già operativo da un paio <strong>di</strong> mesi, il nuovo magazzino si estende su una superficie<br />

<strong>di</strong> oltre 5 mila metri quadrati, quattro volte più grande <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Pedrengo. Un<br />

«trasloco» necessario, visti gli ultimi investimenti che confermano la <strong>di</strong>namicità<br />

dell’azienda bergamasca. Nonostante la <strong>di</strong>fficile situazione economica attuale,<br />

infatti, la Carta Orobica Poloni non hai mai perso la propensione a nuovi investimenti<br />

che hanno portato l’azienda a rinnovare e ampliare la gamma dei suoi<br />

prodotti, soprattutto nel settore alimentare. L’offerta merceologica variegata<br />

conta infatti 10 mila articoli, <strong>di</strong>stribuiti negli oltre 5 mila metri quadrati del nuovo<br />

magazzino, sud<strong>di</strong>viso nell’area scorte e in quella espositiva. Nella nuova sede<br />

sono ospitati anche gli uffici amministrativi e ven<strong>di</strong>te e un’officina meccanica per<br />

la riparazione delle macchine confezionatrici. Oltre a materiale a perdere per<br />

confezionamento, carta da imballo e imballaggio, cesti, scatole fustellate da<br />

imballo, packing e packaging, detersivi per pulizie ristorazione, comunità e<br />

industria, sacchetti industriali per alimenti e negozi, carta e sacchetti per alimenti,<br />

Carta Orobica Poloni fornisce su tutto il territorio nazionale anche macchine<br />

confezionatrici a film, macchine e attrezzature per l'imballaggio, macchine per il<br />

packaging in genere e l’azienda è <strong>di</strong>stributore ufficiale per film termoretraibili<br />

Sealed Air Cryovac. Un vasto assortimento che ha contribuito al successo<br />

impren<strong>di</strong>toriale dell’azienda fondata nel 1987 da Ulisse Poloni insieme alla moglie<br />

Carmen Rudelli e all’appoggio dei figli e che oggi conta un team giovane e <strong>di</strong>namico<br />

formato da 40 persone. Per tutto il mese <strong>di</strong> novembre, inoltre, proseguono i<br />

corsi per il confezionamento rivolti agli esercenti. I corsi proporranno <strong>di</strong>mostrazioni<br />

gratuite per confezionare cesti e pacchi regalo ma anche nel preparare con<br />

cura composizioni floreali per tavole e vetrine. Per iscriversi visitare il sito<br />

dell’azienda (www.cartaorobicapoloni.net).<br />

Ringraziamo tutti quanti sono intervenuti alla due giorni <strong>di</strong> inaugurazione: il sindaco <strong>di</strong> Torre de’ Roveri, Roberto Marchesi,<br />

e tutta la giunta comunale, don Elio, tutti i clienti che hanno partecipato con entusiasmo e curiosità e un grazie anche<br />

al team al completo dei nostri <strong>di</strong>pendenti e collaboratori che ogni giorno lavora con passione per la nostra azienda.<br />

Carta Orobica Poloni Srl<br />

Via L. Da Vinci, 7 - 24060 Torre de’ Roveri Bg<br />

POSIZIONE STRATEGICA A POCHI METRI DALL’USCITA DELLA SUPERSTRADA<br />

Tel: 035 655271 - Fax: 035 656650<br />

info@cartaorobicapoloni.net - www.cartaorobicapoloni.net<br />

ORARI DI APERTURA :<br />

Da lunedì a venerdì 8.00 -13.00 14.00-19.00 - Sabato 8.00 - 12.00<br />

APERTURE STRAORDINARIE:<br />

Domenica 15 novembre dalle 9.00 alle 13.30<br />

VENDITA ALL'INGROSSO PER POSSESSORI DI PARTITA IVA


Tutto va veloce, per fortuna c’è<br />

la galleria dei bei ricor<strong>di</strong> gastronomici<br />

Stanno traffi cando, fuori dal mio uffi cio. Sono gli<br />

elettricisti per le luminarie natalizie.<br />

Da ormai tre settimane, appena entrato all’Esselunga<br />

col mio carrello sferragliante, al primo giro <strong>di</strong><br />

scaffali mi trovo in faccia i torroni e i panettoncini.<br />

Mentre Nicola, giovane ma già leggendario rappresentante<br />

<strong>di</strong> Majani, prende nota dell’or<strong>di</strong>ne per addolcire le<br />

festività in arrivo, mi scappa <strong>di</strong> considerare che, porca<br />

miseria, siamo arrivati un’altra volta tra le renne e le<br />

slitte senza accorgersene più <strong>di</strong> tanto. “Stai zitto - confi da<br />

Nicola - che sono in giro da un po’ per<br />

gli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Pasqua!”<br />

Questa nostra frenesia <strong>di</strong> arrivare<br />

presto e <strong>di</strong> vivere un’esistenza da condannati<br />

alla velocità ci sta bruciando<br />

i giorni con un sarcasmo beffardo ed<br />

impressionante.<br />

Siccome questa è l’arrabbiatura, perdonerete<br />

se mi concederò una pausa<br />

<strong>di</strong> rifl essione, da riempire con i bei ricor<strong>di</strong> gastronomici<br />

<strong>di</strong> quest’anno che sta per fi nire e che ha portato una sequenza<br />

<strong>di</strong> dolori che un quarto sarebbero bastati.<br />

Pesco così, a caso, nel cesto dei miei ricor<strong>di</strong> e piazzo<br />

subito in classifi ca la Pastiera del mio amico Ezio<br />

Gritti (Osteria <strong>di</strong> Via Solata), prezioso dono pasquale<br />

riservato a pochi privilegiati. Beato, a proposito <strong>di</strong> privilegi,<br />

colui che mette le mani su un Panzerotto barese<br />

<strong>di</strong> mia zia Anna (fritto e ripieno <strong>di</strong> pomodoro e mozzarella):<br />

quest’anno è capitato <strong>di</strong> rado, ma c’è tutto il<br />

2010 per rifarsi.<br />

Una citazione per i Pesciolini marinati <strong>di</strong> Lorenza Sala<br />

(Il Frate <strong>di</strong> Urgnano), che mi ha viziato anche con i Ravioli<br />

<strong>di</strong> carne col sugo dello stracotto, l’Insalata <strong>di</strong> pesce<br />

spada, una buonissima Paella, un’in<strong>di</strong>menticabile<br />

Finocchiona e una tenerissima Fiorentina coi carciofi<br />

fritti (merito <strong>di</strong> un’escursione toscana <strong>di</strong> Mauro, maritopatron),<br />

oltre ai biscotti, alle meringhe e alle altre portate<br />

della cucina <strong>di</strong> un tempo, quella dei sapori schietti<br />

della nonna, chissà perché così <strong>di</strong>ffi cili, oggigiorno, ad<br />

essere ritrovati sulle nostre tavole.<br />

Reclama spazio Federico Veronesi, chef e gestore del Rifugio<br />

Fos-ce, su a Brentonico, ritiro estivo dell’Atalanta,<br />

del quale citerò il Risotto all’aglio orsino e il Filettino<br />

<strong>di</strong> maiale cotto nella senepe e speck, oltre all’ospitalità<br />

che fa <strong>di</strong> lui un in<strong>di</strong>rizzo da non perdere se si capita da<br />

quelle parti.<br />

PENNA ALL’ARRABBIATA<br />

<strong>di</strong> Pier Carlo Capozzi<br />

Così come, se vi doveste trovare nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Arezzo,<br />

non fatevi mancare un salto all’Osteria del Borro, a San<br />

Giustino Valdarno: in un borgo completamente ristrutturato<br />

brilla questo grazioso ristorante dove siamo stati<br />

accolti da un giovane staff molto in gamba. Anche qui<br />

bei momenti con Fiorentina e verdure grigliate, brin<strong>di</strong>si<br />

con Borro (merlot, cabernet sauvignon e syrah) e Lamelle<br />

(chardonnay) e il tenerissimo ricordo <strong>di</strong> Peggy che<br />

cenava con noi, felice per la sua vacanza toscana.<br />

Facile ricordare Stefano Arrigoni e l’Osteria della Bru-<br />

gghiera<br />

(Villa d’Almè) per le sue Pap-<br />

ppardelle<br />

al ragù d’anatra, per i Fritti<br />

( (toscano e <strong>di</strong> mare), per le Acciughe<br />

con c peperoni alla brace e pane toscano<br />

al pomodoro, per tante altre<br />

cose e per il nuovo Tortino <strong>di</strong> cioccolato<br />

al riso soffi ato.<br />

Impossibile <strong>di</strong>menticare Frosio (Paolo<br />

e Camillo, in Almè) e la loro, rispettivamente,<br />

cucina e cantina: Tortino <strong>di</strong> cipolle con<br />

tartufo nero <strong>di</strong> Bracca, le Frittelle <strong>di</strong> carciofi e burrata,<br />

gli Spaghetti con acciughe e briciole <strong>di</strong> pane, i Petti <strong>di</strong><br />

quaglia con purea <strong>di</strong> patate, l’Agnello da latte in manto<br />

<strong>di</strong> olive taggiasche e carciofi , tutto quello che propone<br />

Camillo nel bicchiere. E, parlando <strong>di</strong> Frosio, ecco anche<br />

la presidente Nilla e Luisa, su al Posta <strong>di</strong> Sant’Omobono:<br />

Nilla mi vizia e mi fa trovare gli Gnocchi. Anche Peggy<br />

andava via bene e tra le polpette val<strong>di</strong>magnine col sugo<br />

e le crocchette light non aveva dubbio alcuno sulla scelta.<br />

Due ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Tagliata con le verdure: uno è <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

per la Trattoria Visconti <strong>di</strong> Ambivere (Fiorella con Giorgio<br />

e il sempre più bravo Daniele) insieme alla mitica<br />

giar<strong>di</strong>niera <strong>di</strong> casa.<br />

L’altro, recentissimo, è per La Griglia, ristorante <strong>di</strong> Terranova<br />

dei Passerini, nel lo<strong>di</strong>giano: cioè come mangiare<br />

bene a prezzi così onesti da risultare imbarazzanti.<br />

Mi mancano le Foiade al ragù e il Fegato con le cipolle<br />

rosse <strong>di</strong> Beppe del Giubì <strong>di</strong> Almenno San Bartolomeo;<br />

la Zuppa <strong>di</strong> cipolle <strong>di</strong> Mario e i dolci <strong>di</strong> Giovanni del<br />

Collina, stessa località.<br />

Mi manca anche altra roba e, con la promessa che rime<strong>di</strong>erò<br />

se ho <strong>di</strong>menticato qualche ricordo, vi invito ad<br />

affrontare il prossimo periodo <strong>di</strong> festività con animo sereno<br />

e ricco <strong>di</strong> buone intenzioni. E con la voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre<br />

insieme momenti <strong>di</strong> gioia. Se mi avete mandato a<br />

quel paese, avete tutta la mia comprensione.<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

5


Piatti da giganti con geometrie<br />

e scanalature che assecondano<br />

come un capriccio<br />

ogni portata, posate da vatussi e<br />

calici da Gulliver abbinati a tovaglie<br />

lillipuziane, dall’americana<br />

ai runner, che lasciano il tavolo<br />

nudo a metà e bicchieri colorati<br />

che soppiantano brillanti cristalli<br />

per l’acqua. La tavola del nuovo<br />

Millennio spesso stupisce, a volte<br />

esasperando il design nella ricerca<br />

<strong>di</strong> nuove equazioni della bellezza:<br />

dall’alta alla me<strong>di</strong>a ristorazione non<br />

6<br />

Ivan Pierinelli<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

FOCUS<br />

<strong>di</strong> Laura Bernar<strong>di</strong> Locatelli<br />

Mise en place,<br />

se ne vedono<br />

<strong>di</strong> tutti i colori.<br />

E forme<br />

Dai piatti ai calici, dalle tovaglie alle posate,<br />

è sempre un festival <strong>di</strong> geometrie e design.<br />

Pezzotta (Ros): “L’ansia <strong>di</strong> rinnovamento c’è,<br />

ma oggi si è ri<strong>di</strong>mensionata”. Ecco le ultime tendenze<br />

esiste sala che non ne abbia subito<br />

negli ultimi cinque anni il fascino<br />

contagioso. Ma la crisi ha cominciato<br />

a portare con sé quel bisogno <strong>di</strong><br />

rassicurante appiglio al gusto senza<br />

tempo che privilegia il semplice al<br />

sontuoso, l’elegante all’esibizionista,<br />

il duraturo al mutevole. Purché<br />

si trovi il giusto compromesso: il<br />

classico parli contemporaneo e il<br />

designer porti sì innovazione e nuove<br />

geometrie, ma con garbo.<br />

Sembra ormai archiviata l’era massimalista<br />

e frenetica <strong>di</strong> arricchire <strong>di</strong><br />

Sergio Pezzotta<br />

continuo la tavola con complementi<br />

<strong>di</strong> tendenza, dal piattino triangolare<br />

a quello quadrato, per stupire la<br />

clientela: “Un’ansia <strong>di</strong> rinnovamento<br />

che oggi si è un po’ ri<strong>di</strong>mensionata<br />

e, se prima raggiungeva quasi<br />

tutti i segmenti della ristorazione,<br />

oggi rappresenta un fenomeno<br />

d’elite. L’alta e la me<strong>di</strong>o-alta ristorazione<br />

continuano ad innovarsi e<br />

a cercare soluzioni più congeniali<br />

alla presentazione scenografi ca dei<br />

piatti e dai materiali pregiati, dalla<br />

Bone-China alla porcellana più fi ne,<br />

senza rinunciare al design - spiega<br />

Sergio Pezzotta, amministratore<br />

<strong>di</strong> Ros, azienda <strong>di</strong> Zanica specializzata<br />

nelle forniture alberghiere -.<br />

La clientela più attenta a contenere<br />

i costi acquista piatti più comuni<br />

in porcellana classica che mantengono<br />

prezzi davvero competitivi”.<br />

Per dare un’idea dei costi, un piatto<br />

comune <strong>di</strong> porcellana da 24 cm <strong>di</strong>


<strong>di</strong>ametro costa 1 euro, un piatto in<br />

Bone-China (porcellana finissima<br />

arricchita <strong>di</strong> frammenti <strong>di</strong> ossa animali<br />

polverizzati che conferiscono<br />

un colore avorio naturale) costa 7<br />

euro, cifra che sale a 17 euro per la<br />

versione quadrata e fi no a 23 euro<br />

per quella rettangolare; non mancano<br />

piatti particolari pasta-Bowl<br />

venduti a 13-14 euro.<br />

“Negli ultimi anni il mercato sta<br />

evidenziando una spaccatura tra<br />

la fascia me<strong>di</strong>o-alta, che continua a<br />

migliorare, e la fascia me<strong>di</strong>o-bassa,<br />

costretta a “retrocedere” e che per<br />

far quadrare i conti sceglie prodotti<br />

più pratici. La fascia me<strong>di</strong>a sta facendo<br />

delle scelte <strong>di</strong> posizionamento<br />

nel mercato che vanno a spezzare<br />

in due quello che fi no a qualche<br />

anno fa rappresentava un tessuto<br />

più omogeneo”.<br />

Un cambiamento importante riguarda<br />

bicchieri e calici: “I bicchieri<br />

colorati in vetro soffi ato per l’acqua<br />

sono una vera e propria tendenza,<br />

ma anche i calici da degustazione<br />

sono curati sia nell’aspetto estetico<br />

che nella funzionalità: non hanno<br />

più steli lunghissimi, che li rendevano<br />

poco maneggevoli, ma hanno<br />

un design più compatto e pratico.<br />

C’è più attenzione da parte della<br />

clientela al materiale: il “cristallino”<br />

(il termine tecnico è “vetro sonoro<br />

superiore”) va per la maggiore,<br />

a scapito del vetro”. Altro vero e<br />

proprio trend della ristorazione,<br />

specialmente del banqueting, è il<br />

fi nger-food assecondato da accessori<br />

e contenitori d’ogni sorta: “Per<br />

la presentazione dei fi nger ci sono<br />

veri e propri “palchi” ed alzate in<br />

plexiglass, pirami<strong>di</strong> d’acciaio con<br />

posate luccicanti dall’effetto-specchio,<br />

bicchierini, cucchiai ritorti”.<br />

Dopo il sottovuoto sta prendendo<br />

piede la cottura in vaso e alla nuova<br />

tecnica <strong>di</strong> cottura s’accompagna la<br />

mise en place, con vasi che vengono<br />

portati <strong>di</strong>rettamente in tavola,<br />

corredati <strong>di</strong> cucchiaio o posata fi nger,<br />

per ricordare il gesto furtivo <strong>di</strong><br />

quando si rubava la marmellata alla<br />

nonna. Quanto alle posate continuano<br />

ad essere più lunghe dell’ombra<br />

delle tra<strong>di</strong>zionali per servirsi da<br />

piatti <strong>di</strong>ventati sempre più gran<strong>di</strong>,<br />

con <strong>di</strong>mensioni un tempo riservate<br />

solo al segnaposto (31-32 cm) che,<br />

per lo stesso gioco <strong>di</strong> proporzioni,<br />

ha <strong>di</strong>ametri importanti, che vanno<br />

dai 33 ai 35 centimetri. “L’ultima<br />

novità, che ha impazzato ad Host, è<br />

il trattamento “pvd” per la posateria<br />

- spiega Ivan Pierinelli, <strong>di</strong>rettore<br />

ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Ros -. A <strong>di</strong>fferenza dell’argentatura<br />

non è una pellicola che<br />

riveste l’articolo, ma uno speciale<br />

processo galvanico realizzato in<br />

ambiente ad atmosfera controllata<br />

che permette al colore <strong>di</strong> penetrare<br />

nella microporosità dell’acciaio.<br />

Il risultato è una maggior durezza<br />

della superfi cie e la possibilità <strong>di</strong><br />

ottenere colori <strong>di</strong>versi, lasciando<br />

inalterata la luci<strong>di</strong>tà dell’acciaio. Attualmente<br />

proponiamo la versione<br />

oro, argento e nero, ma la personalizzazione<br />

non ha limiti”.<br />

In gran auge anche le cloche: “Vengono<br />

utilizzate soprattutto per gli<br />

aperitivi e amplifi cano l’effetto sorpresa<br />

se, tolto il coperto, si è invasi<br />

dal fumo dell’affumicatura espressa<br />

o dell’azoto liquido”, aggiunge Sergio<br />

Pezzotta. A cambiare totalmente<br />

aspetto sono le tazzine da caffè: “I<br />

piattini sono <strong>di</strong>ventati mini-vassoi<br />

per ospitare piccola pasticceria e<br />

cioccolatini; lo stesso cucchiaino da<br />

caffè è spesso e volentieri ritorto,<br />

appoggiato al bordo della tazza, con<br />

l’effetto scenico d’essere sospeso<br />

nel vuoto”. Piccola rivoluzione<br />

anche nei segnaposto: dalle lastre<br />

d’ardesia ai piatti hi-tech con lastra<br />

scalda-vivande (alla Ros sono in<br />

esposizione dei campioni), fi no al<br />

ritorno al passato e ai sottopiatti in<br />

peltro, con ampia scelta dal più classico<br />

al più moderno. Tra gli accessori<br />

e i complementi da tavola, vanno<br />

alla grande i macina-sale - con tutte<br />

le varietà dal nero <strong>di</strong> Molokai delle<br />

Hawaii al rosa dell’Himalaya - e i<br />

macinapepe, anche in questo caso<br />

rigorosamente trasparenti, in plexiglass<br />

o cristallo, per lasciar scegliere<br />

al cliente la varietà <strong>di</strong> sale e pepe<br />

preferita.<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

7


La mise en place interpretata da tre<br />

Anteprima, vince il classico<br />

ma non manca lo stile americano<br />

Nulla viene lasciato al caso in<br />

questo innovativo tempio della<br />

cucina, insignito della stella Michelin.<br />

Per creare una perfetta<br />

armonia nella sala sono state stu<strong>di</strong>ate<br />

in collaborazione con gli architetti<br />

due mise en place <strong>di</strong>verse<br />

per la sala e l’ambitissimo tavolo<br />

all’interno della show-kitchen,<br />

un ambiente iper-tecnologico,<br />

dal calore e dall’intimità della cucina<br />

<strong>di</strong> casa. Chi ha la fortuna <strong>di</strong><br />

accaparrarsi il tavolo per due nel<br />

regno <strong>di</strong> Daniel Facen troverà tovagliette<br />

americane rosso-bordeaux,<br />

in contrasto con il cristallo<br />

del tavolo a forma <strong>di</strong> goccia - motivo<br />

che affi anca sempre il logo,<br />

la A, <strong>di</strong> Anteprima - e il bianco del<br />

pavimento e porcellane stu<strong>di</strong>ate<br />

per presentare in modo sceno-<br />

Lio Pellegrini, l’estro <strong>di</strong> Giuliano<br />

si vede anche a tavola<br />

Una fi losofi a post-moderna ben orchestrata quella <strong>di</strong><br />

Giuliano Pellegrini, che affi da al suo gusto personale<br />

la <strong>di</strong>rezione dei suoi tavoli, uno <strong>di</strong>verso dall’altro.<br />

“Ogni tavolo ha la sua personalità. Dare ad ogni angolo<br />

del mio locale un elemento <strong>di</strong>stintivo è tra i capisal<strong>di</strong><br />

della mia fi losofi a. Lavoro sui dettagli e sui pezzi<br />

singoli, con la passione e lo sfi zio del collezionista”.<br />

Centritavola <strong>di</strong>versi l’uno dall’altro, secondo la stagionalità<br />

e l’estro del momento, segnaposto stu<strong>di</strong>ati<br />

per ogni tavolo, dall’antica porcellana francese al<br />

piatto hi-tech. Così come alle pareti vengono affi ancate<br />

all’opera fotografi ca contemporanea carboncini <strong>di</strong><br />

Pietro Arrigoni e non mancano oggetti e suppellettili<br />

della più svariata fattura, posizionati ad arte nel locale.<br />

Sempre presenti i fi ori: composizioni che seguono<br />

la stagionalità, rispettando il design dei vasi, dal moderno<br />

all’antico, e le proporzioni del tavolo. Posate<br />

d’argento Christofl e o <strong>di</strong> alpaca argentata, tovaglie <strong>di</strong><br />

lino o fi andra, bicchieri colorati per l’acqua, piatti rigorosamente<br />

bianchi, anche se con decori <strong>di</strong>versi, e<br />

calici da degustazione in cristallo. La vera novità <strong>di</strong><br />

8 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

grafi co e con gusto le portate del<br />

percorso creativo show-cooking.<br />

Ispirazione più classica per la sala,<br />

che si affaccia sulla cucina hitech,<br />

cuore del locale: tavoli roton<strong>di</strong><br />

con tovaglie in cotone rase<br />

al pavimento <strong>di</strong> colore ecrù, segnaposto<br />

in ceramica con lastra<br />

<strong>di</strong> rame dall’effetto cangiante <strong>di</strong><br />

Rosenthal, che richiama i colori<br />

delle lampade dorate <strong>di</strong> Catellani<br />

& Smith e dei vasi <strong>di</strong> design color<br />

oro e rame, con composizioni fl oreali.<br />

Carlo Pierato, maitre, cura in<br />

ogni dettaglio la sala: tovagliolo<br />

presentato in cesto <strong>di</strong> vimini, posate<br />

in argento, piatti in porcellana<br />

bianca o in vetro trasparente,<br />

a seconda della portata. Originale<br />

il servizio della piccola pasticceria<br />

e cioccolateria che accom-<br />

pagna il caffè (servito in tazze a<br />

goccia dorate all’esterno, sempre<br />

<strong>di</strong> Rosenthal), all’interno <strong>di</strong> una<br />

scatola a libro con la serigrafi a e<br />

i colori <strong>di</strong> Anteprima, chiuso da<br />

un fi occo <strong>di</strong> raso: un omaggio da<br />

portare a casa a fi ne pasto.<br />

ANTEPRIMA<br />

via Fratelli Kennedy<br />

Chiuduno<br />

tel. 035 8361030<br />

Giuliano Pellegrini si scova sul web: il sito del ristorante<br />

(www.liopellegrini.it) ospita infatti un negozio<br />

on-line dove viene messo in ven<strong>di</strong>ta tutto il necessaire<br />

per la mise en place, dai piatti ai bicchieri, ai vasi, oltre<br />

ad una miscellanea d’articoli che spazia dalla lanterna<br />

al corbello in legno, dalla gabbia con mangiatoia<br />

alla bussola. È possibile acquistare vasi mono-fi ore,<br />

in pietra smaltata, in cristallo, damascati, bicchieri in<br />

vetro, piatti <strong>di</strong> Limoges, coppette <strong>di</strong> Soiz e piatti con<br />

testina d’angelo in rilievo. Chi vuol scovare qualche<br />

idea bizzarra o originale può farlo con un click comodamente<br />

da casa.<br />

LIO<br />

PELLEGRINI<br />

via S. Tomaso, 47<br />

Bergamo<br />

tel. 035 247813


gran<strong>di</strong> ristoranti<br />

Osteria <strong>di</strong> via Solata,<br />

anche i mancini hanno<br />

le loro posate<br />

Ezio Gritti, supportato dalla sensibilità e dall’occhio<br />

femminile e attento <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a Capoferri, responsabile<br />

della sala, ama curare ogni dettaglio nel suo ristorante.<br />

Basti pensare che è l’unico locale in Italia che ha fatto<br />

realizzare appositamente da un orafo milanese posate<br />

in argento per tutti gli ospiti mancini del ristorante. “È<br />

un gesto molto apprezzato da tutti coloro che impugnano<br />

la penna con la sinistra, specialmente per alcuni<br />

“pezzi” del mio servizio, come il cucchiaio da salsa e<br />

il coltello da pesce, che semplifi cano in modo incre<strong>di</strong>bile<br />

la vita a tavola <strong>di</strong> tutti i mancini”. Ogni tavolo è interpretato<br />

dallo chef-patron come se fosse un mondo<br />

a sè, garantendo un’armonia d’insieme: così la tovaglia<br />

<strong>di</strong> lino, affi anca quella <strong>di</strong> fi andra e quella impreziosita<br />

dal pizzo, all’americana del tavolino per due - il più ambito<br />

del locale - per mettere in mostra la bellezza del<br />

legno antico. La mise en place è semplice, elegante ed<br />

essenziale: segnaposto in argento con centrino in pizzo<br />

ricamato dalle suore <strong>di</strong> clausura <strong>di</strong> Zogno, tovagliolo<br />

in lino chiuso da un nastro <strong>di</strong> raso (il colore <strong>di</strong>pende<br />

dal periodo: giallo a Pasqua, verde in primavera, bordeaux<br />

a Natale, rosso-fuoco a San Valentino) e bicchiere<br />

dell’acqua in vetro soffi ato “volantino”. Le posate - rigorosamente<br />

d’argento - vengono portate solo dopo<br />

l’or<strong>di</strong>nazione, così come i calici da degustazione, abbinati<br />

al vino. Semplice ed elegante la scelta delle porcellane,<br />

porcellana fi nissima o bone-China, dal gusto<br />

classic. “Il piatto deve essere un supporto neutro” che<br />

parla contemporaneo. Non mancano al riguardo dettagli<br />

come il vaso ermetico in miniatura usato per servire<br />

una bavarese al lime e lampone, il bicchiere in policarbonato<br />

soffi ato a bolla per servire un gelato al caffè<br />

appena montato. Immancabili le composizioni fl oreali,<br />

<strong>di</strong>verse per ogni tavolo, così come i vasi e le candele<br />

(è possibile trovare il candelabro antico come quello<br />

moderno). Inoltre, ogni tavolo viene personalizzato a<br />

seconda dell’idea del momento: dalle bibbie della gastronomia<br />

- da Bocuse a Ducasse - lasciate sul tavolo ai<br />

giocattoli in legno a foglie autunnali.<br />

OSTERIA DI<br />

VIA SOLATA<br />

via Solata<br />

Bergamo Alta<br />

tel 035 271993<br />

TOVAGLIE E CORREDI<br />

La como<strong>di</strong>tà e<br />

il risparmio del noleggio<br />

La scelta <strong>di</strong> ristoratori e albergatori sposa sempre più<br />

frequentemente, per non <strong>di</strong>re esclusivamente, il servizio<br />

<strong>di</strong> noleggio della biancheria da tavola, che risolve<br />

gran parte dei problemi logistici della gestione.<br />

“Dove il lavare è arte”<br />

accontenta anche gli audaci<br />

La società <strong>di</strong> Pala<strong>di</strong>na offre un servizio <strong>di</strong> noleggio<br />

biancheria per tutti i gusti, con una clientela che spazia<br />

dalla trattoria ai ristoranti stellati. Inaugurata nel<br />

1914, l’azienda propone biancheria per la tavola <strong>di</strong><br />

cotone, fi andra, misto-cotone, con possibilità <strong>di</strong> personalizzazione.<br />

A linee intramontabili, dai tovagliati<br />

semplici <strong>di</strong> cotone o fi andra in bianco, ai quadrettati<br />

per la ristorazione più conviviale, affi anca linee <strong>di</strong> tendenza<br />

o fi lati pregiati realizzati ad hoc. In questo momento<br />

riscuotono particolare successo colori naturali<br />

come l’avorio e l’ecrù che si sposano perfettamente al<br />

bianco, vero e proprio trend dell’interior-design degli<br />

ultimi anni. Ma tra i clienti non mancano gli audaci,<br />

pronti a stendere con <strong>di</strong>sinvoltura tovaglie dorate o<br />

particolari per stupire i propri ospiti.<br />

via Ghiaie, 3 - Pala<strong>di</strong>na<br />

tel. 035 637552<br />

La Padana “vince” col tris<br />

che segue le stagioni<br />

La Padana <strong>di</strong> Bariano è il fornitore leader <strong>di</strong> pizzerie e<br />

trattorie. La proposta che va per la maggiore offre un<br />

tris <strong>di</strong> tovaglie, da cambiare a seconda della stagione:<br />

blu (estate), rossa (Natale) e gialla (Pasqua), con tovagliolo<br />

e coprimacchia abbinati. Ogni tovagliolo viene<br />

imbustato ermeticamente, garantendo l’assoluta igiene.<br />

La Padana offre alla ristorazione dei gran<strong>di</strong> numeri<br />

una scelta <strong>di</strong> tessuti, a seconda delle esigenze: dal cotone<br />

puro al cotone poliestere al lino. “Sta riscuotendo<br />

particolare successo il cotone-poliestere che offre<br />

una qualità visiva migliore e mantiene più a lungo<br />

la sua brillantezza - spiega Pino Pisacane -. Quanto<br />

all’estetica, si sta tornando alle stampe più classiche,<br />

con motivi fl oreali o geometrici e alla classica tovaglia<br />

con fascia rasa bianca”. Quanto ai numeri, invece, la<br />

sofferenza della ristorazione alle prese con la crisi, si<br />

fa sentire anche sui fornitori: “A parità <strong>di</strong> clienti registriamo<br />

una fl essione del mercato pari al 9%. In questo<br />

periodo stiamo anche subendo la concorrenza della<br />

carta che, pur non garantendo un risparmio considerevole,<br />

è in crescita”.<br />

via Vecchia Fornace, 24 - Bariano<br />

tel. 0363 957522 - 800 825174<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

9


BOTTA E RISPOSTA<br />

Le troppe <strong>di</strong>fferenze del Moscato<br />

<strong>di</strong> Scanzo, la replica<br />

del Consorzio <strong>di</strong> Tutela<br />

Egregio <strong>di</strong>rettore<br />

il Consorzio Tutela Moscato <strong>di</strong><br />

Scanzo con il presente intervento<br />

prende posizione in or<strong>di</strong>ne all’articolo<br />

apparso sulla sua rivista nel mese<br />

<strong>di</strong> ottobre del <strong>2009</strong> a fi rma <strong>di</strong> Enrico<br />

Rota e dal titolo “Le troppe <strong>di</strong>fferenze<br />

del Moscato <strong>di</strong> Scanzo”. Quanto affermato<br />

dall’articolista rende necessario<br />

un intervento chiarifi catore attese le<br />

inesattezze dallo stesso esplicitate nel<br />

suo intervento. È vero che ognuno<br />

può far conoscere la propria opinione<br />

e il proprio pensiero in or<strong>di</strong>ne alle<br />

tematiche su cui ritiene <strong>di</strong> intervenire,<br />

ma è altrettanto vero che l’organo<br />

preposto per legge alla tutela, come<br />

nel caso <strong>di</strong> specie, ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> replicare<br />

evidenziando le inesattezze, a<br />

tacer d’altro, in cui è incorso il signor<br />

Enrico Rota, le cui affermazioni vanno<br />

ricondotte più a un ambito soggettivo<br />

che oggettivo. Una corretta informazione<br />

nel caso <strong>di</strong> specie va al <strong>di</strong> là <strong>di</strong><br />

una ricerca della verità, atteso che<br />

riguarda un prodotto <strong>di</strong> larga <strong>di</strong>ffusione<br />

e consumo, per cui è necessaria<br />

una corretta conoscenza da parte del<br />

consumatore. È fuori <strong>di</strong> dubbio che la<br />

fase dell’appassimento, per un vino<br />

quale il “Moscato <strong>di</strong> Scanzo” assume<br />

un valore focale e baricentrico nella<br />

produzione stessa, <strong>di</strong> qui l’attenzione<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> portati avanti dall’Università<br />

<strong>di</strong> Milano e favoriti e seguiti dallo stesso<br />

Consorzio.<br />

Le <strong>di</strong>verse esperienze sono state poi<br />

oggetto <strong>di</strong> confronto e verifi ca sempre<br />

con il solo scopo <strong>di</strong> ottimizzare una<br />

produzione <strong>di</strong> per sé antica, ra<strong>di</strong>cata<br />

nel tempo e nelle consuetu<strong>di</strong>ni e nella<br />

stessa cultura dei produttori. Secondo<br />

il signor Enrico Rota l’appassimento<br />

“con<strong>di</strong>zionato”, cioè in ambienti ove è<br />

controllata la temperatura e l’umi<strong>di</strong>tà<br />

consente <strong>di</strong> ottenere un prodotto <strong>di</strong><br />

più alta qualità. Tale affermazione,<br />

10 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

peraltro sfornita <strong>di</strong> un qualsiasi riferimento<br />

scientifi co e probatorio, si<br />

baserebbe soltanto su un’esperienza<br />

enotecnica e soggettiva dell’articolista.<br />

I vini passiti hanno nel processo<br />

ossidativo solo uno degli aspetti tipici<br />

della loro lavorazione e a nostro parere<br />

non è questo quello <strong>di</strong> particolare<br />

importanza. Altre sono le caratteristiche<br />

prioritarie, quali la concentrazione<br />

degli aromi, delle sensazioni acide<br />

e i processi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fi cazioni biochimiche<br />

che l’appassimento, soprattutto<br />

naturale, porta con sé. Questo vale<br />

soprattutto per quanto riguarda il<br />

“Moscato <strong>di</strong> Scanzo” che possiede un<br />

ricco corredo polifenolico e che non<br />

sviluppa particolari sentori ossidativi.<br />

Che la fragranza <strong>di</strong> un vino non <strong>di</strong>penda<br />

solo dalle ossidazioni è indubbiamente<br />

cosa nota, basta pensare alla<br />

fragranza che portano tutti quei vini a<br />

matrice ossidativa anche molto spinta<br />

che fanno parte del panorama enologico<br />

mon<strong>di</strong>ale. Ci sentiamo inoltre <strong>di</strong><br />

affermare che detta sensazione <strong>di</strong>pende<br />

in modo assolutamente trascurabile<br />

dalla tecnica <strong>di</strong> appassimento, e in<br />

modo molto evidente dalla successiva<br />

tecnica <strong>di</strong> vinifi cazione. Ci piacerebbe<br />

che la paternità dell’appassimento<br />

forzato fosse bergamasca, ma purtroppo<br />

non è così; all’inizio della nostra<br />

esperienza consortile avevamo visitato<br />

(fi ne degli anni 70) le camere <strong>di</strong><br />

appassimento dei colleghi produttori<br />

<strong>di</strong> Amarone proprio per cercare <strong>di</strong><br />

mettere a punto un’effi cace tecnica <strong>di</strong><br />

appassimento per il “Moscato <strong>di</strong> Scanzo”<br />

e prova ne sia che le aziende che<br />

hanno adottato il sistema “con<strong>di</strong>zionato”<br />

si sono rivolte a <strong>di</strong>tte specializzate<br />

<strong>di</strong> quell’area.<br />

Comunque ciò che più sconcerta<br />

nell’affermazione dell’articolista è il<br />

ritenere il prodotto ottenuto dall’appassimento<br />

con<strong>di</strong>zionato superiore<br />

a quello ottenuto dall’appassimento<br />

naturale. Ci sentiamo <strong>di</strong> smentire<br />

categoricamente le affermazioni del<br />

signor Enrico Rota e comunque siamo<br />

<strong>di</strong>sponibili, come Consorzio ad organizzare<br />

una serata <strong>di</strong> degustazione alla<br />

presenza <strong>di</strong> enologi, membri dell’AIS,<br />

ONAV con prodotti <strong>di</strong> più annate <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse aziende e con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> appassimento<br />

naturale o con<strong>di</strong>zionato;<br />

invitando a riconoscere quali dei vini<br />

in degustazione derivino da appassimenti<br />

con<strong>di</strong>zionati o naturali.<br />

Da ultimo, ma per noi <strong>di</strong> primaria<br />

rilevanza, è l’inaccettabile affermazione<br />

dell’articolista là dove accomuna<br />

il “Moscato <strong>di</strong> Scanzo”, dal 2007<br />

D.O.C.G, ad altri prodotto definiti<br />

“Valcalepio Moscato passito”. E’ bene<br />

riba<strong>di</strong>re, anche in questa sede, e come<br />

già ampiamente riconosciuto da sentenze<br />

del Consiglio <strong>di</strong> Stato, che il “Moscato<br />

<strong>di</strong> Scanzo” nulla ha a che vedere<br />

con altri prodotti che si fregiano del<br />

nome “Valcalepio Moscato Passito”. E’<br />

chiaro, noto e provato, che il “Moscato<br />

<strong>di</strong> Scanzo” ha una sua peculiarità unica<br />

e ben <strong>di</strong>versi sono i prodotti che vanno<br />

etichettati con il nome “Valcalepio<br />

Moscato Passito”.<br />

Il voler accomunare i due prodotti<br />

evidenzia un non conoscere in modo<br />

approfon<strong>di</strong>to sia sotto il profi lo eonologico<br />

che sotto quello storico culturale<br />

il “Moscato <strong>di</strong> Scanzo D.O.C.G.”<br />

Ringraziando per l’ospitalità si porgono<br />

i migliori saluti.<br />

Consorzio Tutela Moscato <strong>di</strong> Scanzo<br />

il presidente<br />

Paolo Ben<strong>di</strong>nelli


Egregio Direttore<br />

mi riferisco all’articolo a fi rma<br />

<strong>di</strong> Enrico Rota, che compare sul numero<br />

della vostra rivista del mese <strong>di</strong><br />

ottobre. Dopo aver letto l’articolo,<br />

ancor più mi convinco che è ancora<br />

<strong>di</strong>ffusa l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> esprimere<br />

giu<strong>di</strong>zi sul come dovrebbe essere il<br />

Moscato <strong>di</strong> Scanzo, non suffragando<br />

questo loro giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> una seria ed<br />

approfon<strong>di</strong>ta analisi del prodotto.<br />

Con questo non intendo affatto<br />

togliere la parola a nessuno, anzi,<br />

sotto certi aspetti ben vengano le<br />

osservazioni e le critiche, ma serie<br />

e costruttive, non limitate al solo<br />

punto <strong>di</strong> vista personale, anche se<br />

espressa da fonte autorevole, come<br />

nel presente caso, che non risulta<br />

frutto <strong>di</strong> una ricerca e da un’analisi<br />

professionalmente corretta. La mia<br />

Egregio presidente Ben<strong>di</strong>nelli<br />

nel leggere la sua lettera scopro <strong>di</strong> aver suscitato<br />

grande interesse e qualche malumore. Resto convinto<br />

<strong>di</strong> aver semplicemente messo in rilievo un dato che<br />

ritengo oggettivo, ovvero le troppe <strong>di</strong>fferenze che esistono<br />

tra i Moscati <strong>di</strong> Scanzo, senza aver mai affrontato<br />

il tema della qualità stessa, concludendo che le<br />

<strong>di</strong>fferenze nascono da <strong>di</strong>verse fi losofi e produttive dei<br />

singoli viticoltori. Ho sempre pensato che l’appassimento<br />

fosse solo naturale e che esiste la possibilità <strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong>fi care le caratteristiche fi siche dell’ambiente <strong>di</strong><br />

appassimento, variando la temperatura e l’umi<strong>di</strong>tà,<br />

solo quando le con<strong>di</strong>zioni esterne lo richiedono (aiutando<br />

<strong>di</strong> conseguenza il produttore a non risentire delle<br />

variazioni climatiche anomale), ottenendo quin<strong>di</strong><br />

un risultato certo. Tralascio il punto <strong>di</strong> vista enologico<br />

non riuscendo a comprendere l’oggetto del contendere<br />

e lascio volentieri ad altri lettori la possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>battere.<br />

Mi preme solo puntualizzare che nella ricerca<br />

da me effettuata ho potuto rilevare che il Moscato <strong>di</strong><br />

Scanzo nel 1993 faceva parte della DOC “Valcalepio”<br />

con la denominazione “Valcalepio Moscato passito”.<br />

Poi, nel 2002, i produttori <strong>di</strong> Scanzorosciate hanno ottenuto<br />

una denominazione autonoma. Non pensavo<br />

bastasse questo a rendere i vini così <strong>di</strong>versi. Ritenevo<br />

che avendo la stessa uva <strong>di</strong> provenienza (il Moscato <strong>di</strong><br />

Scanzo), qualcosa <strong>di</strong> simile tra loro ci fosse. Quanto a<br />

Lei, <strong>di</strong>rettore Fumagalli, ho letto e riletto la sua replica<br />

e non nascondo il mio sconcerto. Scopro infatti <strong>di</strong><br />

risposta si limita solo a riportare, in<br />

forma riassuntiva, ciò che la Commissione<br />

Ministeriale e la Commissione<br />

<strong>di</strong> Degustazione, quest’ultima<br />

nominata dall’Ente Nazionale per le<br />

Denominazioni <strong>di</strong> Origine, composta<br />

da esperti in materia giunti da<br />

tutta Italia, hanno espresso, in sede<br />

<strong>di</strong> riconoscimento della D.O.C.G.,<br />

dopo l’analisi <strong>di</strong> tutti i prodotti sottoposti<br />

all’esame (cinque bottiglie<br />

<strong>di</strong> tre annate <strong>di</strong>verse e consecutive<br />

2002,2003 e 2004, per ogni produttore)<br />

“omissis...si riconosce che il prodotto<br />

ha una sua omogeneità che<br />

lo <strong>di</strong>stingue, pur in presenza <strong>di</strong><br />

particolari variazioni tra zona e<br />

zona <strong>di</strong> produzione e tra azienda<br />

e azienda, che lo caratterizzano…”<br />

Ogni giu<strong>di</strong>zio e commento degli<br />

esperti, del momento, credo, debba<br />

cedere il passo a quanto autorevolmente<br />

espresso in quella sede. Ciò<br />

non toglie che ogni seria in<strong>di</strong>cazione<br />

non sia la benvenuta.<br />

Ricordo che il primo a non dormire<br />

sugli allori è proprio il Consorzio,<br />

<strong>di</strong> cui sono Direttore, che prosegue,<br />

fra l’altro, negli stu<strong>di</strong> verso<br />

l’ottenimento <strong>di</strong> un unico clone<br />

<strong>di</strong> base (oggi sono tre), il tutto per<br />

continuare a percorre la strada del<br />

miglioramento del nostro Moscato.<br />

Nella speranza che la presente venga<br />

pubblicata dal suo perio<strong>di</strong>co le<br />

porgo cor<strong>di</strong>ali saluti.<br />

Consorzio Tutela Moscato <strong>di</strong> Scanzo<br />

il <strong>di</strong>rettore<br />

Arch. Corrado Fumagalli<br />

aver espresso “giu<strong>di</strong>zi non sostenuti da una seria ed<br />

approfon<strong>di</strong>ta analisi del prodotto” e avanzato delle<br />

“osservazioni e critiche che non risultano frutto <strong>di</strong><br />

ricerca ed analisi professionalmente corrette”. Caspita.<br />

Dalla mattina alla sera sono <strong>di</strong>ventato impreparato e<br />

superfi ciale, propenso ad esprimere giu<strong>di</strong>zi poco seri<br />

e costruttivi, così presuntuoso da non aver “ceduto il<br />

passo” al parere della Commissione! Come ho potuto<br />

spingermi a tanto, considerarmi un operatore professionalmente<br />

preparato, che stu<strong>di</strong>a ed esamina il tutto<br />

prima <strong>di</strong> esprimersi?<br />

C’è voluto Lei per svegliarmi da questo bel sogno e<br />

richiamarmi alla brusca realtà. E pensare che nel mio<br />

intervento non ho mai messo in <strong>di</strong>scussione il parere<br />

<strong>di</strong> Commissioni o Enti vari, ma ho solo dato rilievo<br />

- come ho già accennato - alle troppe <strong>di</strong>fferenze che<br />

esistono tra i vari Moscati <strong>di</strong> Scanzo, argomento sul<br />

quale Lei però si guarda bene dal rispondere. Il consumatore<br />

merita delle risposte. Questo era il senso del<br />

mio intervento. Riba<strong>di</strong>sco, a lui dobbiamo spiegare la<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> colori, sapori e prezzi: per chi il mercato<br />

lo vive tutti i giorni, come il sottoscritto, questo è fondamentale.<br />

Infi ne, una considerazione sul clone unico:<br />

ho sempre pensato che la variabilità all’interno <strong>di</strong><br />

una specie fosse sinonimo <strong>di</strong> qualità. Noto invece che<br />

la vostra ricerca va in <strong>di</strong>rezione opposta. Ne prendo<br />

atto, ma mi sia consentito <strong>di</strong> non reputarla una scelta<br />

vincente.<br />

Enrico Rota<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

11


LA COPERTINA<br />

<strong>di</strong> Laura Bernar<strong>di</strong> Locatelli<br />

Gianluca Fusto svela<br />

i “segreti” del cioccolato<br />

Maestro riconosciuto della materia, una solida esperienza acquisita<br />

in giro per il mondo, il celebre pasticcere fa tappa all’Accademia del Gusto<br />

<strong>di</strong> Osio Sotto. La sua fi losofi a? Ce la spiega lui in questa intervista<br />

E<br />

pensare che l’ambasciatore italiano del cioccolato,<br />

Gianluca Fusto, giovane chef pasticcere milanese,<br />

classe 1975, impegnato a formare nuovi talenti del<br />

dessert in tutta l’area me<strong>di</strong>terranea, ha fi nito col subire il<br />

fascino dell’ “oro bruno” solo da professionista blasonato<br />

e non da bambino. “Nel ‘97, lavorando a fi anco <strong>di</strong> Aimo e<br />

Na<strong>di</strong>a Moroni, sono stato contagiato e irrime<strong>di</strong>abilmente<br />

travolto da questa passione che non mi ha mai abbandonato<br />

- spiega Fusto -. Ho iniziato ad esplorare l’universo<br />

del cioccolato in lungo e in largo. Nel 2000 ho visitato per<br />

la prima volta le piantagioni <strong>di</strong> cacao in Brasile, il primo<br />

<strong>di</strong> tanti viaggi alla scoperta <strong>di</strong> cru in tutto il mondo. Ho<br />

seguito la scuola <strong>di</strong> Frederic Bau e sono entrato a far parte<br />

della famiglia Valrhona con cui ho collaborato per anni,<br />

curando la formazione e la ricerca e sviluppo dell’importante<br />

maison du chocolat francese. Recentemente ho<br />

scelto <strong>di</strong> mettermi in proprio, fondando la “Gianluca Fusto<br />

Consulting”: la mia società fa formazione in 12 paesi<br />

<strong>di</strong>versi, coprendo tutta l’area me<strong>di</strong>terranea, da Milano ad<br />

Abu Dhabi. Una società che spazia dalla consulenza per<br />

la carta dei ristoranti ed hotel blasonati fi no alla realizzazione<br />

<strong>di</strong> eventi aziendali e che trova nel “fare cultura” sul<br />

cioccolato la sua mission”.<br />

Ecco, qual è la sua fi losofi a?<br />

“Vivo la pasticceria e l’universo del cioccolato a tutto<br />

tondo, con grande rispetto verso questo prodotto. La mia<br />

fi losofi a è quella <strong>di</strong> celebrare con orgoglio il gusto e la cultura<br />

italiana, senza perdere <strong>di</strong> vista il valore <strong>di</strong> ingre<strong>di</strong>enti<br />

IL CORSO BASE<br />

A <strong>di</strong>cembre 12 ore <strong>di</strong> full-immersion<br />

Il <strong>2009</strong> si chiude in dolcezza<br />

all’Accademia del Gusto con il<br />

nuovo “Corso base <strong>di</strong><br />

ciocc cioccolateria” (in<br />

pro programma il<br />

14<br />

e 15 <strong>di</strong>cem-<br />

br bre, per un to-<br />

tale<br />

<strong>di</strong> 12 ore <strong>di</strong><br />

full iimmersion):<br />

un viagg viaggio goloso per<br />

chi desider<br />

desidera realizzare<br />

12 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

con le sue mani cioccolatini e praline.<br />

Il cibo degli dei parla così ai<br />

sensi e lascia trapelare i suoi segreti.<br />

Gianluca Fusto sale in cattedra<br />

per mostrare le tecniche <strong>di</strong> preparazione<br />

e presentazione <strong>di</strong> uno<br />

dei prodotti più amati nel mondo,<br />

dai tartufi alle praline, dalle tecniche<br />

<strong>di</strong> stratifi cazione all’esecuzione<br />

dei prodotti. Un docente d’eccezione,<br />

impegnato a <strong>di</strong>ffondere<br />

che scovo o scopro durante i miei viaggi. La fi losofi a della<br />

mia pasticceria poggia su tre capisal<strong>di</strong> presenti in ogni<br />

mia ricetta: un ingre<strong>di</strong>ente straniero, più o meno esotico,<br />

uno italiano, abbinati al cioccolato o ad un terzo ingre<strong>di</strong>ente<br />

per trovare la quadratura del cerchio”<br />

Che ruolo può giocare il nostro Paese nell’ambito<br />

del cioccolato?<br />

“Non ci manca davvero nulla. L’Italia è la più invi<strong>di</strong>ata al<br />

mondo per la ricchezza, la qualità e la varietà delle sue<br />

materie prime. Non esiste regione in Italia che non abbia<br />

prodotti eccellenti. Ogni mia ricetta celebra sempre un<br />

prodotto italiano, dalla liquirizia calabrese al pistacchio<br />

<strong>di</strong> Bronte, dalle mandorle <strong>di</strong> Avola alle nocciole romane e<br />

all’anice verde marchigiano. Noi abbiamo giacimenti golosi<br />

da far invi<strong>di</strong>a a qualsiasi paese della terra e che vanno<br />

valorizzati. È questo il mio impegno nella realizzazione<br />

d’ogni dessert che non rinuncia ad attingere dal nostro<br />

territorio materie prime eccellenti. Oggi sarebbe interessante<br />

allargare i nostri orizzonti per cercare nuovi connubi<br />

con ingre<strong>di</strong>enti poco utilizzati, ma assolutamente<br />

eccezionali. E invece continuiamo a trovare abbinamenti<br />

con spezie, frutta fresca, quando sarebbe interessante<br />

abbinare rose, violette, tè”.<br />

Come si giu<strong>di</strong>ca un cioccolato eccellente?<br />

“Bisogna sempre tener conto dei precursori aromatici<br />

che cerchiamo in un prodotto. È solo assecondando il<br />

gusto personale che ognuno avrà il cioccolato soggettivamente<br />

eccellente. L’eccellenza oggettiva è prerogativa <strong>di</strong><br />

la cultura del cioccolato in tutto<br />

il mondo. Fusto inizia il suo percorso<br />

professionale a Parigi con<br />

l’incarico <strong>di</strong> commis saucier e garde<br />

manager al ristorante Il Cortile<br />

dell’Hotel Castille sotto la guida <strong>di</strong><br />

Alberico Penati. Rientrato in Italia,<br />

lavora presso il Bistrot <strong>di</strong> Gualtiero<br />

Marchesi con l’incarico <strong>di</strong> pasticcere<br />

per poi trascorrere circa due<br />

anni (dal ‘95 al ’97) al ristorante La


Servizio fotografi co Carlo Baroni<br />

qualsiasi prodotto <strong>di</strong> qualità. Il cioccolato è un prodotto<br />

che sa regalare gran<strong>di</strong>ssime emozioni. Proprio per questo<br />

l’abilità tecnica non può essere <strong>di</strong>sgiunta dalla sensibilità<br />

e dalla memoria, l’anima <strong>di</strong> ogni ricetta”.<br />

Quali sono i cru che preferisce?<br />

“Venezuela, Santo Domingo, Ecuador e Caribe sono i<br />

miei preferiti. Ma adoro il cioccolato in tutte le sue declinazioni.<br />

Due anni fa ho riscoperto la bontà del cioccolato<br />

al latte... Insomma, la mia è una passione a tutto tondo”<br />

Tre parole per descrivere cosa rappresenta per lei<br />

il cioccolato...<br />

“Emozioni, serenità e piacere”.<br />

È famoso il suo impegno per coniugare golosità e<br />

benessere, dalle intolleranze alimentari al <strong>di</strong>abete...<br />

“Vengo da una famiglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>abetici: 4 persone su 5 sono<br />

affette da questa patologia, che come tutti sappiamo<br />

prevede prove glicemiche da fare ogni giorno, con risultati<br />

che variano molto in relazione all’assunzione <strong>di</strong><br />

determinati alimenti. Così ho deciso <strong>di</strong> impegnarmi per<br />

catalizzare l’attenzione dell’arte pasticcera verso tutte le<br />

persone che hanno dei limiti alimentari, per intolleranze<br />

od altre patologie. Il piacere e le emozioni che un dessert<br />

sa regalare non vanno negati a nessuno. È importante<br />

mettere il know-how a <strong>di</strong>sposizione per creare una nuova<br />

sensibilità verso queste problematiche”.<br />

Quali sono le ultime tendenze della cioccolateria?<br />

“La mia collezione <strong>di</strong> Natale rispecchia appieno la mia<br />

fi losofi a e celebra il minimalismo: ho stu<strong>di</strong>ato non solo<br />

l’aspetto estetico, ma anche il gusto. Ho fatto realizzare<br />

stampi microscopici, da 4,5 a 8,5 millimetri, triangoli,<br />

quadrati ed altre forme geometriche per sfaccettare il<br />

gusto e per fare sprigionare il piacere che un cioccolatino<br />

può offrire. Spezie, the<br />

verde, liquori, ra<strong>di</strong>ce fresca<br />

<strong>di</strong> lemon grass, gomma<br />

<strong>di</strong> caucciù e fava <strong>di</strong> tonka<br />

si sposano a prodotti<br />

d’eccellenza italiani, per<br />

esaltare cru speciali selezionati<br />

in tutto il mondo”.<br />

Scaletta <strong>di</strong> Aldo Bellini a Milano. Tra il 1997 e il 2000<br />

lavora da “Aimo e Na<strong>di</strong>a”, a Milano. Il percorso <strong>di</strong> formazione<br />

prosegue negli Stati Uniti dove, nel 2001, lavora<br />

come chef pasticcere al ristorante “Valentino”<br />

<strong>di</strong> Piero Selvaggio, all’interno del Venetian Resort<br />

Hotel <strong>di</strong> Las Vegas. Con lo stesso incarico si trasferisce<br />

all’Hotel Mirador <strong>di</strong> Mont-Pelerin in Svizzera. Nel<br />

2003 torna in Italia, al Grand Hotel Villa Serbelloni, a<br />

Bellagio, e al Ristorante Cracco a Milano. Da gennaio<br />

2004, dopo lunghi mesi <strong>di</strong> training sotto la guida <strong>di</strong><br />

Frederic Bau, lavora in esclusiva per Valrhona, coor<strong>di</strong>nando<br />

corsi <strong>di</strong> aggiornamento presso i laboratori e le<br />

cucine dei più importanti chef, pasticceri ed artigiani.<br />

Oggi, fondata la “Gianluca Fusto Consulting”, offre<br />

consulenza e formazione.<br />

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Noi non <strong>di</strong>ciamo...<br />

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<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

13


IL DIBATTITO<br />

<strong>di</strong> Enrico Rota<br />

Chi criminalizza il vino<br />

condanna una risorsa<br />

Bisogna smetterla <strong>di</strong> considerare ubriaco chi ha bevuto<br />

appena due bicchieri. Non è con il proibizionismo che si risolve<br />

il problema <strong>di</strong> chi abusa dell’alcol prima <strong>di</strong> mettersi alla guida<br />

In queste ultime settimane è<br />

tornata d’attualità la questione<br />

legata ai limiti del<br />

tasso alcolemico nel sangue, in<br />

particolare in riferimento al tanto<br />

<strong>di</strong>scusso testo unifi cato sulla<br />

sicurezza stradale che <strong>di</strong> fatto<br />

confermerebbe l’attuale limite <strong>di</strong><br />

0,5 g/l, azzerandolo per i giovani<br />

sino a 21 anni, per i neopatentati<br />

e per i guidatori professionisti.<br />

Ora, tanto si è detto ed altrettanto<br />

si è scritto, alzando a destra<br />

e a manca barriere pro o contro,<br />

senza però aver attuato una<br />

analisi approfon<strong>di</strong>ta sugli attori<br />

nel mirino, che sono i consumatori.<br />

Interessante quin<strong>di</strong> partire,<br />

nella nostra rifl essione, da un’intervista<br />

rilasciata dal ministro<br />

Luca Zaia al mensile Quattroruote:<br />

“Bisogna smetterla <strong>di</strong> considerare<br />

ubriaco chi beve due<br />

bicchieri: è in atto una criminalizzazione<br />

del vino che non ha<br />

senso e che sta uccidendo<br />

14 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

uno dei comparti più pregiati<br />

del made in Italy. Il limite attuale<br />

è ragionevole e stra<strong>di</strong>gerito<br />

dall’opinione pubblica. Non vedo<br />

perché dovrei rinunciare a bere<br />

con intelligenza e moderazione<br />

perché ci sono irresponsabili che<br />

si ubriacano”.<br />

Personalmente con<strong>di</strong>vido questa<br />

affermazione. Non è con il proibizionismo<br />

che si risolvono i problemi.<br />

Se così fosse, in Italia non<br />

avremmo più tossico<strong>di</strong>pendenti<br />

o rapinatori. Tantomeno serve<br />

prendersela con i locali notturni.<br />

Si può, anzi si deve, per esempio,<br />

insistere nell’educazione al<br />

buon bere ed insegnare ai nostri<br />

giovani che ci si <strong>di</strong>verte <strong>di</strong> più se<br />

si è luci<strong>di</strong>.<br />

Questo senza la presunzione <strong>di</strong><br />

offrire in modo semplicistico le<br />

giuste soluzioni. Il tema è importante<br />

e molto grave per alcuni<br />

aspetti: va ulteriormente approfon<strong>di</strong>to<br />

ed analizzato. Bisogna<br />

però pensare che l’attuale limite<br />

alcolemico <strong>di</strong> 0,5 è buono ed abbassarlo<br />

ulteriormente non<br />

cambierebbe nulla. Lo<br />

stesso rettore dell’Università<br />

<strong>di</strong> Verona, il<br />

professor Alessandro<br />

Mazzucco, ha anticipato<br />

alcuni dati<br />

<strong>di</strong> una ricerca che<br />

l’Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

Legale sta svolgendo<br />

su tutti gli<br />

incidenti stradali<br />

che si verificano<br />

in un anno nella<br />

provincia scalige-<br />

Enrico Rota<br />

consigliere delegato<br />

e responsabile<br />

ven<strong>di</strong>te Italia della<br />

QUATTROERRE<br />

<strong>di</strong> Torre de’ Roveri (Bg)<br />

Per ulteriori informazioni<br />

scrivere a<br />

enrico@quattroerre.com<br />

ra, dati che confermano quanto<br />

appena detto. Formazione ed informazione<br />

sono due gran<strong>di</strong> soluzioni.<br />

Parlare poi <strong>di</strong> vino quale<br />

sinonimo <strong>di</strong> alcool e quin<strong>di</strong> ad<strong>di</strong>tarlo<br />

come causa <strong>di</strong> devastanti<br />

incidenti, è semplicemente sbagliato.<br />

L’approccio all’emergenza-abuso<br />

deve essere culturale, partire dalla<br />

famiglia.<br />

Poi si può intervenire con impe<strong>di</strong>menti<br />

appropriati, come il <strong>di</strong>vieto<br />

<strong>di</strong> somministrare alcool nei<br />

locali pubblici ai minori <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci<br />

anni (anche se poi questo serve<br />

a poco o nulla se si permette agli<br />

stessi <strong>di</strong> acquistare i superalcolici<br />

al supermercato).<br />

Meglio insistere nel far comprendere<br />

al consumatore quanto e<br />

quando può bere e fargli prevedere<br />

gli effetti negativi dell’abuso,<br />

il tutto senza demonizzazioni<br />

<strong>di</strong> sorta.<br />

Certamente questo è più <strong>di</strong>ffi cile<br />

da costruire e i frutti si possono<br />

vedere solo nel lungo termine.<br />

Ma - e ne siamo straconvinti -<br />

questa è la strada che deve essere<br />

battuta. Siamo tutti coinvolti,<br />

nessuno escluso.<br />

Sarebbe un vero peccato se per<br />

colpa solo <strong>di</strong> pochi imbecilli dovessimo<br />

ban<strong>di</strong>re il vino dalle tavole<br />

dei nostri ristoranti. Quello<br />

dei due bicchieri <strong>di</strong> vino al giorno<br />

è un para<strong>di</strong>gma che nasce<br />

dalla fi losofi a me<strong>di</strong>terranea, forte<br />

<strong>di</strong> principi che tutto il mondo<br />

ci invi<strong>di</strong>a e che dobbiamo <strong>di</strong>fendere,<br />

partendo proprio dai nostri<br />

locali.


I menù dei ristoranti<br />

imparano le lingue<br />

Convenzione dell’Ascom per la traduzione delle liste in inglese,<br />

francese e spagnolo. Frosio: «Primo passo <strong>di</strong> un percorso<br />

de<strong>di</strong>cato all’accoglienza della clientela straniera»<br />

menù dei ristoranti bergamaschi sono pronti a <strong>di</strong>-<br />

I ventare poliglotti, con una “<strong>di</strong>zione” perfetta dei<br />

piatti dall’antipasto al dessert in inglese, francese e<br />

spagnolo. È stata infatti siglata dall’Ascom una convenzione<br />

con la società bergamasca “Geakoinè” per la traduzione<br />

delle carte della ristorazione, così che l’universale<br />

bontà della nostra cucina possa presentarsi al<br />

meglio ad una clientela internazionale, con la massima<br />

cura e professionalità evitando a chi non mastica le lingue<br />

straniere la classica fi guraccia del “maccheronicenglish”.<br />

Il progetto dell’Associazione Commercianti<br />

si chiama “Gustyamo in lingua”: le traduzioni dei menù<br />

saranno affi date a professionisti madrelingua, specializzati<br />

nel settore del “food”. La convenzione prevede,<br />

data la stagionalità dei menù, una consulenza per quattro<br />

carte all’anno, con prezzi che vanno dai 120 ai 240<br />

euro. Un primo importante passo per accogliere con il<br />

tappeto rosso i turisti stranieri, con spiegazioni puntali<br />

dei nostri piatti e <strong>di</strong> specialità che hanno gusto solo se<br />

chiamate con il loro nome bergamasco, come gli “scarpinocc”<br />

<strong>di</strong> per sè intraducibili, ma che, se risultano<br />

tutto fuorché imme<strong>di</strong>ati ad un italiano, fi guriamoci a<br />

chi viene a visitarci da Londra, Parigi o Madrid. La convenzione<br />

per le traduzioni sarà sottoposta agli oltre<br />

500 ristoratori della provincia <strong>di</strong> Bergamo associati ad<br />

Ascom. «I turisti stranieri che visitano il nostro territo-<br />

LA MISSIONE<br />

rio, dalla città alla provincia, sono in costante aumento<br />

e i nostri ristoratori non vogliono sentirsi impreparati<br />

- commenta Oscar Fusini, responsabile dell’area istituzionale<br />

e delle categorie dell’Ascom -. Abbiamo colto<br />

una richiesta d’aiuto da parte <strong>di</strong> alcuni nostri associati<br />

e l’abbiamo trasformata in opportunità per tutti».<br />

“Gustyamo in lingua” segna l’inizio <strong>di</strong> una vera e propria<br />

politica incentrata sul turismo: «È il primo passo<br />

<strong>di</strong> un percorso che ci vede impegnati nell’accoglienza<br />

<strong>di</strong> clienti stranieri che porterà a proporre a marzo,<br />

grazie alla collaborazione con Ascom Formazione, un<br />

corso <strong>di</strong> lingua inglese incentrato sul servizio e sull’accoglienza<br />

<strong>di</strong> una clientela internazionale dal ristorante<br />

al bar - spiega Petronilla Frosio, presidente del Gruppo<br />

Ristoratori dell’Ascom -. L’attenzione al cliente è da<br />

sempre il nostro primo pensiero, ma è bene non trovarci<br />

impreparati <strong>di</strong> fronte ad una clientela sempre più<br />

internazionale, grazie alla vicinanza all’aeroporto <strong>di</strong><br />

Orio al Serio. La nostra città e la nostra provincia hanno<br />

gran<strong>di</strong> potenzialità turistiche e, considerato l’interesse<br />

che le istituzioni stanno dando a questo tema, sono<br />

certa che il turismo acquisterà un ruolo <strong>di</strong> primaria<br />

importanza. A questo appuntamento non vogliamo<br />

trovarci impreparati».<br />

Per maggiori informazioni i ristoratori possono contattare<br />

il numero 035 4120202.<br />

Vini bergamaschi sulle tavole americane<br />

Il tacchino del ringraziamento<br />

sulle tavole americane quest’anno<br />

potrebbe essere annaffiato<br />

anche dai vini della Bergamasca.<br />

Il progetto Piazza Italia, sostenuto<br />

da Ascovilo (Associazione dei<br />

Consorzi Vini Lombar<strong>di</strong>), dalla<br />

Regione Lombar<strong>di</strong>a e dal ministero,<br />

ha infatti portato in <strong>di</strong>versi<br />

centri commerciali del New Jersey<br />

gli scorsi 4, 5 e 6 novembre<br />

11 cantine e consorzi lombar<strong>di</strong>.<br />

Di scena anche le Denominazioni<br />

bergamasche Moscato <strong>di</strong> Scanzo<br />

e Valcalepio, e <strong>di</strong>etro l’organizzazione<br />

della manifestazione<br />

alcuni giovani impren<strong>di</strong>tori orobici:<br />

«Siamo molto fi eri <strong>di</strong> aver<br />

presentato le eccellenze della<br />

Lombar<strong>di</strong>a e del nostro territorio<br />

in particolare - <strong>di</strong>ce Cristina<br />

Scarpellini della LC International<br />

<strong>di</strong> Villa <strong>di</strong> Serio -. Abbiamo riscontrato<br />

una carenza <strong>di</strong> rappresentanza<br />

dei prodotti lombar<strong>di</strong> negli<br />

Stati Uniti e pensiamo <strong>di</strong> aver in<strong>di</strong>viduato<br />

una formula vincente<br />

per offrire ai nostri produttori<br />

una “vetrina” d’eccellenza su un<br />

mercato statisticamente ancora<br />

in espansione e, crisi nonostante,<br />

con buona capacità <strong>di</strong> spesa come<br />

quello americano».<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

15


Erano 22, tutti decisi a dare prova<br />

della propria abilità professionale<br />

davanti ad una maxi mortadella<br />

che faceva bella mostra <strong>di</strong> sé nello<br />

stand dei Gastronomi Ascom alla<br />

Fiera Campionaria. Una sfi da per i salumieri<br />

lanciata dalla Pia Unione San<br />

Lucio, storico sodalizio tra gli alimentaristi<br />

bergamaschi, a tagliare senza<br />

l’ausilio <strong>di</strong> bilancia e affettatrice, ma<br />

guidati solo dall’occhio e dall’abilità<br />

nell’usare il coltello, una fetta unica<br />

che si avvicinasse il più possibile al<br />

peso stabilito <strong>di</strong> 500 grammi. Una<br />

gara singolare e appetitosa, con tanto<br />

<strong>di</strong> tifo e goliar<strong>di</strong>ci sfottò da sta<strong>di</strong>o,<br />

MESTIERI<br />

che non ha mancato <strong>di</strong> incuriosire i<br />

tanti visitatori (contenti anche loro,<br />

dopo tanta acquolina, <strong>di</strong> poter assaggiare<br />

alla fi ne l’oggetto del contendere).<br />

L’ha spuntata il giovane Giorgio<br />

Dossi, salumiere <strong>di</strong> Calcinate, che ha<br />

tagliato una fetta “quasi perfetta”, del<br />

peso <strong>di</strong> 490 grammi. In seconda posizione<br />

i colleghi Enrico Rimol<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> Pedrengo (404 grammi), al terzo<br />

posto Lino Ronchi <strong>di</strong> Treviglio (644).<br />

Tra i cinque fi nalisti anche altri due<br />

giovani: Daniel Lanfranchi <strong>di</strong>pendente<br />

<strong>di</strong> Chiari Formaggi in città e Luca<br />

Pelis, allievo dell’istituto alberghiero<br />

<strong>di</strong> Nembro. L’iniziativa ha chiuso il<br />

Quattro farine e olio extravergine,<br />

ecco il “Pane per Bergamo”<br />

Profumo intenso, colore dorato, crosta croccante,<br />

interno soffi ce, gusto accattivante ma delicato.<br />

È il profi lo del “Pane per Bergamo”, il prodotto vincitore<br />

del concorso promosso dalla Camera <strong>di</strong> Commercio<br />

in collaborazione con l’Aspan per creare una<br />

ricetta-simbolo del territorio e dell’arte bianca orobica.<br />

Ad aggiu<strong>di</strong>carsi il primo premio (la cifra per niente<br />

simbolica <strong>di</strong> 5mila euro) è stato Giacomo Zucca,<br />

quarantenne e quarta generazione <strong>di</strong> una stirpe <strong>di</strong><br />

fornai a Casnigo, approdato in fi nale con due ricette<br />

e premiato per quella in cui ha miscelato semola<br />

rimacinata <strong>di</strong> grano duro, farina integrale, fumetto <strong>di</strong><br />

mais (ossia farina gialla sottile ricavata dalla parte più<br />

interna del chicco), farina <strong>di</strong> grano saraceno integra-<br />

le e olio extravergine <strong>di</strong> oliva. «Ho puntato su<br />

ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> pregio<br />

e fatto molte prove –<br />

rivela<br />

il vincitore – per arrivare<br />

al giusto bilanciamento<br />

delle farine.<br />

Ne è nato un prodotto<br />

rustico, anche<br />

nella forma, ma allo<br />

stesso tempo legge-<br />

16 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

È <strong>di</strong> Calcinate<br />

il salumiere<br />

più preciso<br />

ricco programma <strong>di</strong> degustazioni<br />

e <strong>di</strong>mostrazioni che i Gastronomi<br />

Ascom hanno proposto nel corso<br />

della fi era, una serie <strong>di</strong> appuntamenti<br />

pensati per far conoscere i prodotti<br />

del territorio con anche un fi ne benefi<br />

co. Alla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> assaggi<br />

e piatti cal<strong>di</strong> era infatti legata una<br />

raccolta fon<strong>di</strong> per l’associazione In-<br />

Oltre, che si occupa <strong>di</strong> persone con<br />

<strong>di</strong>sabilità.<br />

Nella foto i fi nalisti della gara <strong>di</strong> taglio<br />

della mortadella organizzata alla Fiera<br />

Campionaria dall’Ascom. Da sinistra Daniel<br />

Lanfranchi, Enrico Rimol<strong>di</strong>ni,<br />

Giorgio Dossi, il presidente della San Lucio<br />

Pierantonio Chiari e Lino Ronchi<br />

ro, grazie all’impiego dell’extravergine, che ben si accompagna<br />

ai pasti e alle farciture sia dolci sia salate».<br />

Gli altri fi nalisti, su un totale <strong>di</strong> 14 ricette in concorso,<br />

erano Ettore Gipponi dell’Antico Forno <strong>di</strong> Osio Sopra<br />

e Marcello Ghirar<strong>di</strong> dell’omonimo panifi cio <strong>di</strong><br />

via Broseta in città. Ora la sfi da <strong>di</strong> Aspan e Camera <strong>di</strong><br />

Commercio è far adottare la nuova creatura dai panifi<br />

catori, così che <strong>di</strong>venti davvero il “Pane <strong>di</strong> Bergamo”.<br />

Giacomo Zucca ha vinto il concorso <strong>di</strong> Camera<br />

<strong>di</strong> Commercio e Aspan per la creazione <strong>di</strong> una nuova ricetta


PRODOTTI<br />

<strong>di</strong> Anna Facci<br />

Il fascino esotico<br />

della frutta<br />

Non solo cocco, mango, papaia e avocado. Vegetali sempre più “strani” ani”<br />

arrivano nei negozi e nei supermercati. I grossisti bergamaschi:<br />

«Richiesti soprattutto dalle comunità etniche, solleticano anche<br />

i palati più curiosi e danno vita ad alcune contaminazioni in cucina». cina» ».<br />

Alcuni come lime e ginger stanno guadagnando spazio<br />

Qualcuno è più familiare, qualcun altro è talmente<br />

strano che senza le adeguate “istruzioni” non<br />

si riuscirebbe a capire cosa farne. Sono i prodot-<br />

Italia), che solo pochi operatori, operatori i più gran<strong>di</strong> o chi ha dedeciso <strong>di</strong> specializzarsi nel settore, trattano con quantità e<br />

assortimenti signifi cativi tutto l’anno. «Da circa <strong>di</strong>eci anni<br />

ti della globalizzazione: frutti, bacche, verdure, a questa parte - rileva Angelo Amaglio, socio dell’omo-<br />

tuberi e ra<strong>di</strong>ci che negli ultimi anni, complici le migrazionimo gruppo produttore, importatore e <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong><br />

ni e l’accelerazione degli scambi su scala mon<strong>di</strong>ale, è faci- ortofrutta tra i primi in Italia, che produce <strong>di</strong>rettamente<br />

le trovare tra i banchi del supermercato, dal fruttivendo- ananas e mango e commercializza gli altri frutti esotici<br />

lo e nei negozi etnici. I più noti e consumati sono cocco, con i marchi Sheba e Selita – abbiamo cominciato ad am-<br />

mango, papaia e avocado (fuori gara banane e ananas che pliare la gamma dell’esotico, per rispondere soprattutto<br />

hanno ormai conquistato il loro posto nella borsa della alle richieste dei citta<strong>di</strong>ni extracomunitari che vogliono<br />

spesa e, per contro, quasi del tutto perso l’aura dell’esoti- continuare mangiare i prodotti dei luoghi d’origine e a<br />

co). Ma ci sono anche i “barbuti” rambutan, la scenografi - preparare i piatti della propria tra<strong>di</strong>zione». È così che le<br />

ca pithaya, i profumati lime, il nodoso ginger, l’enigmatica referenze si sono moltiplicate e, in certi casi, hanno gua-<br />

yuca e tanti altri ancora: un nuovo mondo <strong>di</strong> forme e <strong>di</strong> dagnato spazi anche fuori dai gruppi etnici. Come sta av-<br />

sapori che non può mancare <strong>di</strong> incuriosire<br />

venendo per il lime «che nei cocktail ha<br />

chi nel cibo cibo cerca cerca anche anche novità novità e e cultura cultura.<br />

ormai soppiantato soppiantato il il limone», limone», evidenzi evidenzia<br />

La crescita dell’interesse per le varietà che<br />

Ottavio Amaglio, o per il ginger ginger/ r/<br />

vengono da lontano è confermata da una<br />

zenzero apprezzato in cucina<br />

e<br />

visita al mercato ortofrutticolo citta<strong>di</strong>no, citta<strong>di</strong>no, ri-<br />

negli infusi. «Anche supermer<br />

rcordando<br />

comunque che si sta parlan-<br />

cati e fruttivendoli si <strong>di</strong>mostra<br />

ado<br />

<strong>di</strong> una nicchia <strong>di</strong> prodotti (stimata<br />

no più attenti alle novità novittà<br />

attorno al 4% dei volumi complessivi<br />

– continua -. Sì, in<br />

n<br />

<strong>di</strong> frutta e verdu-<br />

effetti possia- possiaa<br />

ra venduti in<br />

mo <strong>di</strong>re ch che he


in tavola sta nascendo qualche contaminazione».<br />

C’è poi un periodo dell’anno in cui la frutta tropicale <strong>di</strong>venta<br />

protagonista. «A Natale il cesto esotico è ormai una<br />

tra<strong>di</strong>zione – ricorda Angelo Amaglio –. È il periodo <strong>di</strong> picco<br />

nei consumi che corrisponde, tra l’altro, alla stagione<br />

<strong>di</strong> maggiore produttività nei Paesi d’origine e, quin<strong>di</strong>, a<br />

prezzi abbordabili».<br />

Ma che fascia <strong>di</strong> prodotti arriva a noi “dall’altro capo del<br />

mondo”? «Nell’esotico – spiega il responsabile qualità<br />

e prezzi <strong>di</strong> Bergamo Mercati, Andrea Chio<strong>di</strong> – c’è<br />

un’estremizzazione del livello qualitativo. Non avrebbe<br />

senso, del resto, sostenere le spese che l’importazione da<br />

questi Paesi comporta, dal viaggio alla confezione, per dei<br />

prodotti <strong>di</strong> scarsa qualità. I controlli cui vengono sottoposti<br />

sono numerosi, c’è un’alta standar<strong>di</strong>zzazione delle caratteristiche<br />

e un packaging molto accurato. Ciò vale soprattutto<br />

per la frutta – precisa -, mentre per le verdure, le<br />

erbe e le ra<strong>di</strong>ci utilizzate dai gruppi etnici c’è ancora un<br />

po’ <strong>di</strong> confusione riguardo ai nomi e alle caratteristiche<br />

delle <strong>di</strong>verse tipologie». «È anche per via <strong>di</strong> questa alta “affi<br />

dabilità” – prosegue – che la frutta esotica non è tanto<br />

abbondante qui al mercato. Il dettagliante, infatti, non ha<br />

bisogno <strong>di</strong> controllare <strong>di</strong> persona lo stato della merce e<br />

spesso gli basta una telefonata al fornitore per effettuare<br />

l’or<strong>di</strong>ne».<br />

18<br />

Conosciamoli meglio<br />

In Bergamasca c’è però un posto dove l’esotico è protagonista<br />

in<strong>di</strong>scusso. Alla Mc Garlet <strong>di</strong> Albano Sant’Alessandro,<br />

leader nel mercato italiano delle forniture e una delle<br />

poche aziende in Europa ad avere rapporti <strong>di</strong>retti con i<br />

produttori in tutti i continenti. Negli uffi ci una parete occupata<br />

da orologi con i <strong>di</strong>versi fusi orari e nei 3mila metri<br />

quadrati <strong>di</strong> magazzino per la frigo-conservazione colori<br />

e forme dal mondo. «L’attenta osservazione dei cambiamenti<br />

sociali che stavano avvenendo con l’arrivo <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni stranieri, ma anche la maggiore tendenza degli<br />

italiani a viaggiare e a cercare <strong>di</strong> ritrovare i sapori conosciuti<br />

all’estero – spiega l’amministratore delegato Luca<br />

Garletti – ci ha portato a specializzarci nell’esotico una<br />

quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> anni fa, fi no a <strong>di</strong>ventare, dal 2006 una realtà<br />

in<strong>di</strong>pendente rispetto alla storica impresa <strong>di</strong> famiglia, che<br />

opera sul mercato tra<strong>di</strong>zionale». Se l’attività è <strong>di</strong> nicchia<br />

non vuol <strong>di</strong>re che non<br />

Andrea Chio<strong>di</strong><br />

possa essere ampliata.<br />

La leva su cui puntare<br />

sembrano essere le virtù<br />

salutistiche dei frutti<br />

esotici: «La papaina,<br />

enzima <strong>di</strong> cui è ricca la<br />

papaia, ha proprietà <strong>di</strong>gestive<br />

– sottolinea Garletti<br />

-, la bormelina contenuta<br />

nell’ananas ha<br />

poteri antinfi ammatori,<br />

l’avocado è ricco <strong>di</strong> aci<strong>di</strong><br />

grassi insaturi e via<br />

<strong>di</strong>cendo. Non che siano<br />

solo questi i pregi dei<br />

Non stupisce che siano così gettonati nei cesti natalizi. Alcuni frutti esotici sono talmente<br />

singolari nei colori e nelle forme da creare coreografi e <strong>di</strong> indubbio effetto.<br />

Ma poi che sapore avranno? E come mangiarli? Ecco una piccola guida ai “tipi” più strani<br />

Rambutan<br />

Originario della Malesia, è anche conosciuto come “il litchi peloso”. Può essere facilmente sbucciato per accedere<br />

alla polpa, biancastra, traslucida e sugosa che circonda un singolo seme, non commestibile. Il sapore<br />

varia da dolce, delicato e fragrante a leggermente acido, a seconda delle varietà.<br />

Pithaya<br />

Detta anche “frutto del dragone” è una particolare specie <strong>di</strong> cactus. Ne esistono due varietà, la gialla originaria della<br />

Colombia e la rossa proveniente dall’Asia. Tagliata a metà per la lunghezza, si consuma al naturale raccogliendo la<br />

polpa con un cucchiaino oppure con zucchero e limone o qualche goccia <strong>di</strong> liquore. Ha consistenza morbida e un<br />

gusto dolce ed aromatico.<br />

Mangosteen<br />

Originario del Sud Est asiatico ha una buccia liscia, spessa e dura <strong>di</strong> colore rosso violaceo che racchiude una<br />

polpa bianca striata <strong>di</strong> rosa e lucida, <strong>di</strong>visa in sei-otto spicchi, succosa, profumata e dolce.<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

Ottavio e<br />

Angelo Amaglio


prodotti tropicali, inten<strong>di</strong>amoci. Guastare questa frutta è<br />

prima <strong>di</strong> tutto un piacere. Se poi è un piacere che fa bene,<br />

meglio ancora». Sottolineare il valore salutistico può essere<br />

un modo per far passare in secondo piano il fattore<br />

prezzo? «Che l’esotico sia caro per via dei trasporti e della<br />

logistica è una leggenda da sfatare – <strong>di</strong>ce senza mezzi<br />

termini -. I minori costi <strong>di</strong> produzione (nel pieno rispetto<br />

dei <strong>di</strong>ritti dei lavoratori e dell’ambiente) consentono <strong>di</strong><br />

contenere i prezzi. Nella nostra azienda abbiamo messo a<br />

punto un sistema <strong>di</strong> pesi garantiti e precise<br />

unità <strong>di</strong> misura che ci permettono <strong>di</strong> porre<br />

in ven<strong>di</strong>ta giuste quantità a prezzi accessibili<br />

a tutti». Prontamente ribattuta anche la fi -<br />

losofi a del “chilometri zero”. «Sulla sicurezza<br />

dei prodotti non ci sono dubbi – afferma –.<br />

Sono tutti controllati, certifi cati e trattati secondo<br />

i più avanzati sistemi <strong>di</strong> qualità. Per<br />

sapere, poi, se fa meglio alla nostra economia<br />

consumare solo cibi locali oppure no,<br />

basta guardare il peso dell’export alimentare<br />

italiano».<br />

Il vero han<strong>di</strong>cap della frutta esotica è semmai<br />

la scarsa conoscenza «da parte dei consumatori,<br />

ma anche <strong>di</strong> chi vende», fa notare Garletti, per<br />

questo l’azienda non lesina sul materiale informativo, con<br />

accurate schede su origini, caratteristiche, utilizzo dei<br />

prodotti e ricette. In attesa <strong>di</strong> una crescita complessiva<br />

degli appassionati del genere, ci sono alcuni target ai quali<br />

il prodotto-servizio può presentarsi con maggiore appeal.<br />

«Pensiamo ai vegetariani, che in Italia sono un milione<br />

– rileva Garletti –, e ai celiaci, categorie che immaginiamo<br />

ben felici <strong>di</strong> trovare nuove proposte per la loro <strong>di</strong>eta».<br />

Manioca<br />

Uno degli ostacoli al consumo dell’esotico è in<strong>di</strong>viduato<br />

nella scarsa conoscenza dei prodotti e capacità<br />

<strong>di</strong> proposta da parte del dettaglio, per<br />

questo la Mc Garlet ha deciso <strong>di</strong> occuparsi<br />

anche degli ultimi anelli della fi liera rivolgendosi<br />

<strong>di</strong>rettamente al consumatore<br />

fi nale con un locale dove proporre frutta<br />

esotica «come sappiamo fare noi». L’amministratore<br />

delegato Luca Garletti non<br />

svela troppi dettagli, anche se il progetto<br />

è omai al via. Si chiama Bananito, come<br />

il simpatico frutto, ed è un negozio con<br />

anche spazi per la degustazione e il consumo<br />

sul posto, con arre<strong>di</strong> che giocano<br />

sui toni naturali. Il prototipo aprirà nella<br />

sede <strong>di</strong> via Calipari ad Albano Sant’Alessandro,<br />

da dove potrebbe partire lo sviluppo <strong>di</strong> una<br />

catena. «Spiegare e far provare: così frutta e verdura<br />

tropicale possono conquistare nuovi estimatori», <strong>di</strong>ce<br />

il promotore. «Si tratta solo <strong>di</strong> rendere familiari i<br />

prodotti così da riuscire poi a rendere accessibile un<br />

nuovo universo <strong>di</strong> sapori e cultura con cui arricchire<br />

la nostra alimentazione, la nostra cucina e la nostra<br />

ristorazione».<br />

Conosciuta anche col nome <strong>di</strong> “yuca” o <strong>di</strong> “cassava” è una ra<strong>di</strong>ce dalla forma allungata con buccia sottile. Fonte<br />

<strong>di</strong> carboidrati, si cucina come la patata, ma contiene più fecola. Può essere preparata lessa per accompagnare<br />

carne e pesce, oppure fritta, in deliziose crocchette.<br />

Igname<br />

In arrivo il primo<br />

negozio specializzato<br />

Chiamato anche yam, è il tubero d’una pianta rampicante. È uno degli alimenti più consumati nel mondo. Può<br />

essere <strong>di</strong> forma rotonda o oblunga. Si consuma come la patata. A seconda della varietà, la polpa, una volta cucinata,<br />

<strong>di</strong>venterà cremosa o rimarrà soda. Nel gusto è simile a determinate varietà della patata dolce, anche se<br />

è più terroso.<br />

Okra<br />

Luca Garletti<br />

Un’idea della Mc Garlet <strong>di</strong> Albano, azienda<br />

leader nell’importazione e <strong>di</strong>stribuzione<br />

Meno appariscenti della frutta, le ra<strong>di</strong>ci, i tuberi e le verdure utilizzati dalle<br />

comunità <strong>di</strong> immigrati possono rivelarsi ingre<strong>di</strong>enti in più in cucina<br />

Baccello <strong>di</strong> una pianta della stessa famiglia della malva e dell’ibisco, è coltivato anche in Italia. Il suo sapore<br />

sottile può essere confrontato a quello della melanzana. È utilizzato nelle minestre e negli stufati, una volta<br />

tagliato produce infatti una sostanza appiccicosa che funziona da addensante naturale.<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

19


IL RISTORANTE<br />

<strong>di</strong> Lelia Parisi<br />

“Ai Santi”,<br />

l’essenza del gusto<br />

Il locale <strong>di</strong> via Borgo Santa Caterina propone una cucina<br />

classica collaudata, forte <strong>di</strong> pochi ingre<strong>di</strong>enti<br />

e <strong>di</strong> una preparazione che elimina tutto ciò che appesantisce<br />

il piatto. Daniela e Nicola Zanini: “Amiamo i sapori puliti”<br />

Basta talvolta anche solo un<br />

piatto a rivelare lo stile <strong>di</strong> un<br />

locale. All’Osteria Ai Santi <strong>di</strong><br />

Bergamo è così. Prendete la crema<br />

<strong>di</strong> zucca gialla con cozze tarantine.<br />

Ve la fi gurate ancora prima <strong>di</strong> vederla,<br />

con i suoi colori che virano<br />

dal giallo intenso all’arancio caldo<br />

al nero. Zucca gialla e cozze. Potrebbe<br />

essere il titolo <strong>di</strong> un quadro <strong>di</strong><br />

De Pisis. La stessa forza evocativa<br />

condensata in forme stenografi che.<br />

Non capita spesso <strong>di</strong> rasentare la<br />

perfezione con così pochi, umili<br />

mezzi. Eppure, questo piatto ci riesce.<br />

C’è una forte assonanza tra il luogo<br />

e il cibo che gusterete ai Santi. In<br />

questo luogo <strong>di</strong> pietra, legno e mattoni,<br />

dove il rosso, il giallo e il bruno<br />

tingono <strong>di</strong> luce calda l’ambiente e<br />

la tavola, il menù <strong>di</strong>venta una narrazione<br />

d’autunno, ogni piatto il detonatore<br />

<strong>di</strong> una piccola emozione.<br />

È un’allegoria dell’autunno la millefoglie<br />

croccante su cipolle rosse<br />

al balsamico, le sfoglie sottilissime<br />

che si frantumano come foglie secche,<br />

il cuore nascosto <strong>di</strong> morbida ricotta<br />

<strong>di</strong> capra al timo quasi fosse un<br />

ultimo brivido <strong>di</strong> vitalità trattenuta.<br />

Come non pensare agli ultimi frutti<br />

che la terra regala in un soffi o estremo<br />

<strong>di</strong> vita prima <strong>di</strong> spegnersi nella<br />

morsa dell’inverno?<br />

Profuma <strong>di</strong> nostalgia, <strong>di</strong> autunni<br />

piovosi vicino al caminetto la polenta<br />

concia (con<strong>di</strong>ta con burro, salvia<br />

e parmigiano), servita fumante<br />

con porcini trifolati e uova <strong>di</strong> quaglia.<br />

Vi riporterà invece ai fumiganti<br />

paesaggi <strong>di</strong> torbiera la salsiccetta<br />

20<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

nostrana servita in porzioni monodose<br />

su “isolotti” <strong>di</strong> rösti <strong>di</strong> patate,<br />

galleggianti su una <strong>di</strong>stesa brunita<br />

<strong>di</strong> miele d’acacia spruzzata <strong>di</strong> sesamo.<br />

Uno scenario gastronomico lambito<br />

a tratti anche dal mare. Quello<br />

lontano degli anemoni <strong>di</strong> mare<br />

(invertebrati <strong>di</strong> consistenza gelatinosa<br />

dall’intenso sapore <strong>di</strong> mare),<br />

provenienti dalla Spagna, abbinati<br />

a un risotto Carnaroli della Cascina<br />

Salera <strong>di</strong> Garlasco e mantecati con<br />

sola erba cipollina. E quello più vicino<br />

delle alici fresche sfi lettate che<br />

sguazzano in sapida compagnia <strong>di</strong><br />

peperoni e pecorino romano tra<br />

gli spaghetti dell’azienda Mancini,<br />

o dei gamberi rossi <strong>di</strong> Sicilia e calamari<br />

proposti in una frittura leggerissima<br />

(forniti da Orobica Pesca).<br />

AI SANTI OSTERIA<br />

VINERIA<br />

via Borgo Santa<br />

Caterina 90/a<br />

Bergamo<br />

tel. 035 225049<br />

chiuso il sabato a<br />

pranzo e la domenica<br />

Oppure, se preferite, quello nor<strong>di</strong>co<br />

del merluzzo “alla moda del Tigullio”,<br />

con patate, olive taggiasche<br />

e pesto leggero.<br />

Uno scenario che resta in prevalenza<br />

ancorato alle origini, rispettivamente<br />

bergamasche e piemontesi,<br />

dei titolari del locale, con la linea<br />

<strong>di</strong> terra a dettare il passo tra carni<br />

bovine, come nella costata <strong>di</strong> manzo<br />

<strong>di</strong> razza Scottona alla griglia, e suine<br />

<strong>di</strong> alta qualità, dove domina il maiale<br />

iberico allevato allo stato brado - lo<br />

stesso utilizzato per il Patanegra -,<br />

dalle caratteristiche carni marmorizzate<br />

per via del grasso intramuscolare<br />

frutto dell’alimentazione a<br />

base <strong>di</strong> ghiande, e dall’aroma mandorlato.<br />

A cavallo tra tra<strong>di</strong>zione e innovazione,<br />

la cucina dei Santi si muove<br />

all’interno del concetto minimalista<br />

del “less is more”. Via tutto il<br />

superfl uo, fi no ad arrivare al nervo<br />

scoperto del gusto. È l’istinto innato<br />

per le forme e i sapori essenziali<br />

<strong>di</strong> questa giovane coppia <strong>di</strong> titolari,<br />

compagni nella vita e nel lavoro,<br />

a dettare la linea del locale. Figlia<br />

d’arte, Daniela Della Giovanna ha<br />

lavorato nel ristorante dell’albergo<br />

<strong>di</strong> famiglia, il Miramonti <strong>di</strong> Rota<br />

Imagna, e si occupa ora del servizio<br />

in sala. Nicola Zanini, dopo aver collezionato<br />

esperienze <strong>di</strong> sommelier<br />

a Londra e poi alla Taverna del Colleoni,<br />

è stato dal 2001 al 2003 primo<br />

sommelier all’Albereta <strong>di</strong> Gualtiero<br />

Marchesi. Lo stesso istinto li<br />

ha spinti nel 2004 a scegliere quale<br />

sede della loro prima attività da “registi”<br />

proprio questo locale, che ne-<br />

N<br />

Z<br />

D


Nicola<br />

Zanini<br />

e Daniela<br />

Della<br />

Giovanna<br />

gli anni Settanta e Ottanta ha assistito alla fortunata<br />

parabola della Trattoria Carbone. “Amiamo i sapori<br />

puliti - ci spiegano -. La nostra è una cucina semplice,<br />

composta <strong>di</strong> pochissimi ingre<strong>di</strong>enti, leggera<br />

e priva <strong>di</strong> grassi. Ci piace eliminare tutto ciò che<br />

appesantisce il gusto e non gli consente <strong>di</strong> esprimersi.<br />

Proponiamo sostanzialmente piatti classici,<br />

ma cerchiamo <strong>di</strong> trovare sempre una nuova chiave<br />

<strong>di</strong> lettura, costruendo un abbinamento inusuale,<br />

ma congruente, magari anche solo variando un ingre<strong>di</strong>ente<br />

o aggiungendone uno non previsto nella<br />

ricetta originaria”. In questa loro idea <strong>di</strong> cucina,<br />

Daniela e Nicola hanno trovato un prezioso alleato<br />

nel 33enne cuoco bergamasco Maurizio Bonomi,<br />

dal 2006 chef del ristorante, capace <strong>di</strong> trasformare<br />

le idee in piatti <strong>di</strong> forte impatto emotivo e gustativo.<br />

Un cuoco fantasioso e molto preparato, in<br />

grado <strong>di</strong> tramutare ogni esperienza, in particolare<br />

quella dei suoi frequenti viaggi, in una fonte <strong>di</strong><br />

ispirazione per nuove creazioni, come nel timballo<br />

<strong>di</strong> quinoa alla cannella (souvenir <strong>di</strong> un viaggio in<br />

Perù) abbinato alla capasanta spadellata, oppure<br />

meticciando con esiti felici prodotti in apparenza<br />

inconciliabili. E che è altrettanto abile come pasticciere,<br />

basti citare leccornie come la millefoglie con<br />

fragole e crema alla vaniglia o la cupola <strong>di</strong> cioccolato<br />

ripiena <strong>di</strong> cocco.<br />

Forse non è un caso che <strong>di</strong> qui siano transitati personaggi<br />

come Ermanno Olmi e Alessandro Bergonzoni,<br />

che per defi nizione e per professione vanno<br />

<strong>di</strong>retti al cuore delle cose, sensibili a tutto ciò che<br />

sa <strong>di</strong> autentico. Senza <strong>di</strong>menticare poi l’aspetto<br />

non secondario del prezzo, che fa salire<br />

l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>me gra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un locale<br />

peraltro già ben frequentato: tra<br />

i 35 e i 40 eu euro per un pasto<br />

completo ssenza<br />

vini, con la<br />

possibilità<br />

<strong>di</strong> scegliere la<br />

formula del vino a bic-<br />

chiere in un’ampia selezione<br />

lezion <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong><br />

qualità. qual<br />

IL GIUDIZIO<br />

AMBIENTE 8/10<br />

Gli archi a sesto ribassato in mattoncini, le colonne in pietra e le travi<br />

a vista, si entra subito in sintonia con l’ambiente <strong>di</strong> questo locale accogliente<br />

e rassicurante, forse grazie anche a un arredo elegante ma<br />

molto minimal che lascia spazio all’architettura rustica, in apparenza<br />

vecchia <strong>di</strong> qualche secolo. Sessanta i coperti, a cui se ne aggiungono<br />

altri 35 all’esterno nella stagione estiva. In caso <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong> parcheggio,<br />

è consigliabile posteggiare l’auto nella vicina via Milazzo.<br />

CUCINA 21/30<br />

Alta qualità delle materie prime, lavorazioni minime, cura estrema del design<br />

del piatto sono il fi lo conduttore della cucina <strong>di</strong> Ai Santi. Una cucina<br />

dallo stile quasi rasoterra, che nasce dalla volontà <strong>di</strong> non affollare troppi<br />

ingre<strong>di</strong>enti sul piatto, pena la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> riconoscibilità del prodotto. Siamo<br />

qui al gusto liberato dal superfl uo e da ogni residuo <strong>di</strong> barocchismo<br />

culinario. È una cucina classica rivisitata in chiave moderna quella <strong>di</strong> Ai<br />

Santi, con piccole ma signifi cative variazioni su temi conosciuti, una cucina<br />

dove anche i piatti della tra<strong>di</strong>zione del territorio (come il coniglio con<br />

polenta) vengono reinterpretati e alleggeriti, e mai riproposti pedessiquamente.<br />

Veloce la rotazione del menù, che varia ogni 50 giorni.<br />

CANTINA 16/20<br />

Con un sommelier del tenore <strong>di</strong> Nicola Zanini la carta dei vini non poteva<br />

essere più accurata. Sono 300 le etichette, molte delle quali, a Bergamo,<br />

fi gurano solo sulla sua lista. Nicola ama scoprire nuovi produttori <strong>di</strong> qualità<br />

per portarli per primo a conoscenza dei clienti e in questa ricerca<br />

pre<strong>di</strong>lige piccole aziende che lavorano vitigni autoctoni. Ben rappresentate<br />

tutte le regioni d’Italia e molti i prodotti francesi. Buoni i ricarichi<br />

(si parte dai 12 euro) e soprattutto lodevole la decisione <strong>di</strong> focalizzarsi<br />

sulla fascia tra i 15 e i 22 euro, la più rappresentata in lista. Anche se non<br />

mancano (e sono tante) le vere e proprie chicche per inten<strong>di</strong>tori.<br />

SERVIZIO 8/10<br />

Veloce e accurato il servizio, puntuale l’arrivo dei piatti in tavola.<br />

Sia Nicola che Daniela amano de<strong>di</strong>carsi agli ospiti, pro<strong>di</strong>gandosi in<br />

spiegazioni sulla composizione dei piatti e in preziosi suggerimenti<br />

sull’abbinamento dei vini.<br />

COMPETENZA 7/10<br />

A 33 anni Maurizio Bonomi, dal 2006 ai Santi, coa<strong>di</strong>uvato in cucina dal<br />

giovane Mattia Giupponi, è già un veterano dei fornelli. Sin da giovanissimo<br />

ha affi ancato l’attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presso la Scuola Alberghiera <strong>di</strong> San<br />

Pellegrino alla pratica sul campo, iniziando 16enne al Tre Corone e alternando<br />

brevi perio<strong>di</strong> alla Cantalupa, lavorando in seguito anche come<br />

pasticciere al Tasso. Piglio deciso, vorace lettore <strong>di</strong> libri <strong>di</strong> cucina <strong>di</strong> ogni<br />

genere, attento a tutto ciò che si muove e fa notizia nel mondo culinario,<br />

Maurizio sembra avere idee chiare sull’impostazione della sua cucina.<br />

“Cucina povera <strong>di</strong> grassi, equilibrata e leggera, con lavorazioni minime<br />

del prodotto. Sì alla creatività, ma solo se produce novità valide dal punto<br />

<strong>di</strong> vista dei contenuti. No se fi nalizzata solo a far scalpore. Sì alla rilettura<br />

<strong>di</strong> piatti classici per assecondare l’evoluzione del gusto improntato alla<br />

ricerca <strong>di</strong> cibi sani oltre che buoni”. E per quanto riguarda l’estetica del<br />

piatto? “Fondamentale. È il modo in cui lo chef trasmette la propria passione<br />

al cliente, il rispetto e l’attenzione nei suoi confronti”.<br />

RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO 8,5/10<br />

Considerata la qualità delle materie prime, la perizia nelle preparazioni e<br />

la cura nella mise en place i circa 35/40 euro per un pasto completo sono<br />

senza dubbio buoni. Buono in particolare il rapporto qualità/prezzo <strong>di</strong> antipasti<br />

e primi. Stesso livello <strong>di</strong> qualità anche nel pranzo <strong>di</strong> lavoro, dove bastano<br />

14-16 euro, comprensivi <strong>di</strong> coperto, acqua e calice <strong>di</strong> vino, per una sorta<br />

<strong>di</strong> piatto unico da scegliere tra 4 proposte fi sse e altre variate ogni giorno.<br />

p.s.<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

21


IL CONCORSO<br />

“Merlot e Cabernet insieme”,<br />

medaglia d’oro<br />

a cinque vini bergamaschi<br />

Igt Bergamasca Cabernet Sauvignon Satiro 2006<br />

della Tallarini <strong>di</strong> Gandosso; Valcalepio Doc Montecroce<br />

2007 della Bertoli Angelo <strong>di</strong> Castelli Calepio;<br />

Valcalepio Doc Riserva Rossa Passione dell’azienda<br />

La Collina <strong>di</strong> Grumello del Monte; Valcalepio Doc<br />

2001 Riserva della Costa della Cantina Sociale Bergamasca<br />

<strong>di</strong> San Paolo d’Argon; Valcalepio Doc Barbariccia<br />

2006 dell’azienda Castello degli Angeli <strong>di</strong> Carobbio<br />

degli Angeli.<br />

Questi i cinque vini bergamaschi che - grazie a un punteggio<br />

compreso tra 85 e 90/100 - hanno conquistato<br />

la Medaglia d’oro all’ultima e<strong>di</strong>zione del Concorso internazionale<br />

«Emozioni dal mondo: Merlot e Cabernet<br />

insieme» tenutasi nelle scorse settimane al Palamonti<br />

<strong>di</strong> Bergamo. Lo stesso premio è andato ad altri 53 tagli<br />

LA TESTIMONIANZA - <strong>di</strong> Pierluigi Saurgnani<br />

Pensavo <strong>di</strong> concedermi in tutto relax un’allegra<br />

degustazione chiacchierando amabilmente con<br />

gli altri commissari d’esame e mangiucchiando salatini<br />

e tartine. Niente affatto. Il Concorso internazionale<br />

“Emozioni dal mondo: Merlot e Cabernet insieme”,<br />

tenutosi in ottobre a Bergamo, cui ho preso parte per<br />

la prima volta (e, con tutta probabilità, anche l’ultima)<br />

in veste <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ce, è tutto fuorché una spensierata<br />

rimpatriata tra compagni <strong>di</strong> bevute. È una cosa<br />

molto seria. Il regolamento dei concorsi internazionali<br />

patrocinati dall’Oiv, l’Organisation Internationale<br />

de la Vigne et du Vin, è infatti rigi<strong>di</strong>ssimo, le regole sono<br />

ferree e guai a <strong>di</strong>sattenderle. Si è trattato <strong>di</strong> un vero<br />

e proprio “tour de force”, iniziato alle 9 del mattino<br />

e terminato alle 14 con due<br />

sole brevi pause. Ognuna<br />

delle commissioni, guidata<br />

ciascuna da un severo e<br />

compunto presidente, ha assaggiato<br />

qualcosa come 34<br />

campioni <strong>di</strong> Merlot e Cabernet<br />

più un’aggiunta <strong>di</strong> altri<br />

7. E nella sala del Palamonti<br />

22 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

bordolesi (33 italiani, 8 croati, 4 austriaci, 3 argentini,<br />

2 serbi e uno ciascuno per Sudafrica, Turchia, Israele,<br />

Francia, Malta, Slovacchia, Germania e Australia)<br />

mentre la Gran Medaglia d’oro è stata assegnata al<br />

«Colli Aprutini Igt Merlot Marina Cvetic 2006», vino<br />

prodotto dall’azienda Masciarelli <strong>di</strong> San Martino sulla<br />

Marrucina (Chieti).<br />

Se i numeri servono per valutare il successo <strong>di</strong> una<br />

manifestazione, quelli della quinta e<strong>di</strong>zione confermano<br />

il trend <strong>di</strong> crescita del concorso bergamasco.<br />

Sono stati infatti ben 204 i campioni iscritti al concorso,<br />

198 i campioni ammessi (provenienti da 16 Paesi:<br />

Italia, Sudafrica, Serbia, Croazia, Argentina, Turchia,<br />

Slovacchia, Malta, Francia, Israele, Australia, Germania ,<br />

Austria, Spagna, Cile, Repubblica Ceca), 65 i commis-<br />

Io, per la prima volta giu<strong>di</strong>ce,<br />

sorpreso dalla severità del concorso<br />

scelto come sede del concorso regnava un’atmosfera<br />

austera, con i commissari scrupolosamente e silenziosamente<br />

concentrati sui loro assaggi. Si doveva provare<br />

i campioni <strong>di</strong> vino e compilare velocemente articolate<br />

schede <strong>di</strong> analisi sensoriale che prevedevano<br />

valutazioni sulle sensazioni visive (aspetto, limpidezza),<br />

olfattive (franchezza, intensità e qualità), gustative<br />

(franchezza, intensità, persistenza, qualità) e retrolfattive,<br />

per concludere con un giu<strong>di</strong>zio complessivo<br />

fi nale. Non era concessa la minima <strong>di</strong>strazione, per<br />

non perdere il ritmo delle degustazioni. Io purtroppo,<br />

l’ho perso e, nel marasma, ho consegnato due schede<br />

(per fortuna non troppo <strong>di</strong>verse tra loro) su uno stesso<br />

vino. Sbagli che possono fare i debuttanti. La mia presidente<br />

– un’argentina – mi<br />

ha fatto notare l’errore, ho<br />

balbettato qualche giustifi -<br />

cazione e sono stato perdonato,<br />

più che altro perché, in<br />

fondo, non ero un assaggiatore<br />

professionista ma solo<br />

un intruso semianalfabeta<br />

in fatto <strong>di</strong> degustazioni. De-


sari che hanno composto le sette commissioni provenienti<br />

da 20 Paesi, 59 le medaglie assegnate con molti<br />

vini arrivati ad un punteggio superiore ad 85 punti<br />

ma che non sono arrivati alla medaglia per la severità<br />

del regolamento che prevede il premio solo al 30%<br />

dei campioni partecipanti.<br />

Entrando più nel dettaglio, per la prima volta nella<br />

breve storia del Concorso, una Gran Medaglia d’oro<br />

premia il lavoro dei viticoltori del centro Italia,<br />

l’Abruzzo, mentre le 58 Medaglie d’oro <strong>di</strong>stribuite a<br />

ben tre<strong>di</strong>ci nazioni testimoniano l’internazionalità<br />

dell’evento.<br />

I sommelier del concorso<br />

vo confessare, da non esperto, un mio certo turbamento<br />

e imbarazzo ad esprimere valutazioni tanto<br />

complesse e accurate <strong>di</strong> vini su ciascuno dei quali<br />

al massimo avrei potuto <strong>di</strong>re: “Mi piace, non mi piace”.<br />

E invece - come mi hanno spiegato gli organizzatori<br />

della manifestazione - era proprio questo che<br />

si chiedeva al giornalista non assaggiatore professionale,<br />

ma solo semplice bevitore. Aggiungere cioè<br />

al giu<strong>di</strong>zio competente dei “professori della degustazione”<br />

anche una valutazione più terra terra, quasi<br />

a compensare e a bilanciare qualche tecnicismo <strong>di</strong><br />

troppo. “In fondo – hanno aggiunto alcuni produttori<br />

<strong>di</strong> vino – il giu<strong>di</strong>zio che più ci interessa è se il vino<br />

piace alla gente comune, al <strong>di</strong> là della valutazione<br />

tecnica degli esperti, comunque importante. Perché<br />

se è giu<strong>di</strong>cato piacevole dai consumatori abituali,<br />

il vino ha più possibilità <strong>di</strong> essere venduto”. Mi sono<br />

tranquillizzato. In ogni caso, per non sbagliare,<br />

mi sono tenuto alla larga dai giu<strong>di</strong>zi troppo estremi<br />

e poi, lo confesso, <strong>di</strong> tanto in tanto ho sbirciato<br />

le schede <strong>di</strong> un assaggiatore tedesco che mi sedeva<br />

non lontano e che aveva l’aria <strong>di</strong> saperla lunga, con<br />

il quale ho inoltre furtivamente scambiato – senza<br />

farmi vedere e sentire da nessuno dato che il regolamento<br />

lo vietava – alcune veloci opinioni sui vini in<br />

concorso. Ma, nonostante ciò, alla fi ne, mi è rimasto<br />

comunque l’atroce dubbio <strong>di</strong> avere osannato un vino<br />

<strong>di</strong>sprezzato dagli esperti. Ma forse è questo il bello<br />

dei concorsi internazionali.<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

23


L’INTERVISTA<br />

<strong>di</strong> Leo Bartoli<br />

Adami: “Bergamo?<br />

È una corazzata territoriale<br />

del formaggio italiano”<br />

L’Onaf compie 20 anni. L’occasione per il presidente nazionale Piercarlo Adami<br />

<strong>di</strong> fare un bilancio generale e rimarcare la “grande risorsa dei prodotti orobici”<br />

che vantano già 8 Dop. “Il vostro Strachitunt è un portento”.<br />

In fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o un rapporto più stretto con gli enti camerali<br />

“Il formaggio<br />

bergamasco?<br />

Una grande risorsa.<br />

Le nuove Dop? Vedo lo<br />

Strachitunt in pole position”. Così<br />

il presidente nazionale dell’Onaf<br />

(Organizzazione nazionale assaggiatori<br />

<strong>di</strong> formaggio) Piercarlo<br />

Adami, piemontese, parla della<br />

terra orobica, così feconda <strong>di</strong> tesori<br />

lattiero-caseari al punto da strappare<br />

qualche anno fa il primato<br />

delle Dop proprio alla “sua” Cuneo.<br />

“Sì lo so - abbozza il presidente -,<br />

Bergamo vanta attualmente 8 Dop<br />

24 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

contro le 7 <strong>di</strong> Cuneo, ma è una concorrenza<br />

leale e tutta improntata<br />

all’eccellenza. Pren<strong>di</strong>amo il vostro<br />

Strachitunt, che potrebbe <strong>di</strong>ventare<br />

la nona Dop nel 2010: un portento.<br />

Anche se pure il Piemonte ha tesori<br />

<strong>di</strong> inestimabile valore: basti pensare<br />

al Castelmagno mentre anche noi<br />

aspettiamo l’ottavo formaggio a<br />

marchio europeo, che dovrebbe<br />

essere il tomino <strong>di</strong> Melle della Val<br />

Varaita. Diciamo che insieme, Bergamo<br />

e Cuneo, rappresentano la vera<br />

corazzata territoriale del formaggio<br />

LA DELE DELEGAZIONE BERGAMASCA<br />

Martinelli: Marti “Siamo cresciuti,<br />

ma ora o speriamo nei giovani”<br />

Fino a qualche qua anno fa era tra<br />

le delega delegazioni più numero-<br />

se d’Italia d’Ita (oltre 200 soci).<br />

Recen Recentemente è in cor-<br />

so uun<br />

ricambio genera-<br />

zion zionale, ma l’Onaf <strong>di</strong><br />

Be Bergamo, fondata nel<br />

2000 e che vede<br />

delegato provinciale<br />

da sempre<br />

Bruno Martinelli<br />

(già vice presidente<br />

nazionale)<br />

resta un punto <strong>di</strong><br />

riferimento, un<br />

approdo sicuro<br />

Bruno Martinelli<br />

Piercarlo Adami<br />

per l’associazione. Il fatto <strong>di</strong> essere la provincia che<br />

vanta più formaggi Dop a livello nazionale (ben 8, Taleggio,<br />

Gorgonzola, Quartirolo, Formai de Mut, Bitto,<br />

Provolone Valpadana, Grana Padano e Salva) carica<br />

l’associazione <strong>di</strong> ulteriori responsabilità.<br />

Tante, in passato, le iniziative intraprese da Martinelli<br />

e il suo <strong>di</strong>rettivo: dai corsi <strong>di</strong> primo livello (tutti condotti<br />

da docenti <strong>di</strong> grande competenza), alle giurie<br />

nei concorsi provinciali, agli educational in alpeggio,<br />

fi no alle innumerevoli serate <strong>di</strong> degustazione<br />

che in questi anni hanno visto protagonisti l’eccellenza<br />

dei formaggi nazionali e internazionali presentati<br />

da esperti del settore e abbinati a vini <strong>di</strong> grande<br />

suggestione.<br />

“In effetti - spiega l’infaticabile Martinelli - l’attività<br />

in questi anni è stata quantomai variegata e ha per-


italiano”. Un’organizzazione, l’Onaf,<br />

nata nel 1989 a Cuneo (la sede uffi -<br />

ciale si è poi spostata nel castello <strong>di</strong><br />

Grinzane Cavour, a pochi chilometri<br />

da Alba) che ormai ha superato<br />

il traguardo dei 12mila soci, con 40<br />

delegazioni sparse in tutta Italia.<br />

“Quest’anno abbiamo festeggiato il<br />

ventennale della nostra nascita – ricorda<br />

il presidente – con un matrimonio<br />

speciale: l’abbinamento tra<br />

tartufo bianco d’Alba e mozzarella<br />

<strong>di</strong> bufala Dop che ha avuto riscontri<br />

su tutti i me<strong>di</strong>a, anche all’estero.<br />

Devo <strong>di</strong>re che la crescita dell’Onaf<br />

in questi anni è stata costante: sempre<br />

più appassionati, soprattutto<br />

giovani, si accostano ai nostri corsi<br />

<strong>di</strong> primo e secondo livello per<br />

<strong>di</strong>ventare assaggiatori. La cultura<br />

casearia è ormai patrimonio comune<br />

non solo delle nostre tavole, ma<br />

chi ama il formaggio vuole anche<br />

conoscere cultura, storia e tra<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> ogni singola tipologia, senza<br />

contare gli abbinamenti sempre più<br />

fantasiosi con i vini più o meno conosciuti”.<br />

Tra le delegazioni più vivaci<br />

ci sono quelle lombarde (“con<br />

Milano che ha ritrovato l’antico<br />

smalto”) e a sorpresa anche alcune<br />

del sud. “C’è grande entusiasmo –<br />

conferma Adami – una voglia che fa<br />

messo a centinaia <strong>di</strong> appassionati<br />

<strong>di</strong> conoscere meglio tutti<br />

gli aspetti legati a quel mondo<br />

affascinante che gira attorno al<br />

formaggio. Ora sarebbe bello<br />

che qualche giovane si facesse<br />

avanti per affi ancare i veterani<br />

del <strong>di</strong>rettivo e per assicurare<br />

un futuro a un’associazione<br />

che in questi anni è sempre stata<br />

considerata un punto fermo<br />

per il territorio”.<br />

Dal prossimo mese l’Onaf orobica<br />

potrebbe anche avvalersi<br />

<strong>di</strong> un nuovo spazio per appuntamenti<br />

legati al mondo del cacio:<br />

è infatti attivo il Cheese-bar<br />

che il componente del suo <strong>di</strong>rettivo<br />

Giulio Signorelli, al secolo<br />

Ol Formager, ha aperto a<br />

fi anco del suo rinnovatissimo<br />

negozio <strong>di</strong> piazza Oberdan.<br />

ben sperare anche per il ricambio<br />

della nostra associazione”. A livello<br />

politico, entro fi ne <strong>2009</strong>, è in arrivo<br />

una grande novità: “Stiamo perfezionando<br />

– spiega il presidente – un<br />

accordo tra Onaf e Unioncamere<br />

che ci permetterà <strong>di</strong> stringere vincoli<br />

molto stretti con le Camere <strong>di</strong><br />

commercio dove è presente una<br />

nostra delegazione. Questo porterà<br />

indubbi vantaggi per entrambi, tra<br />

cui anche quello dell’ubicazione<br />

delle nostre se<strong>di</strong>, che dovrebbero<br />

essere ospitate all’interno delle Camere.<br />

Nel vostro caso so che l’ente<br />

<strong>di</strong> largo Belotti ha sempre visto con<br />

favore la promozione dei formaggi<br />

locali e per una <strong>di</strong>vulgazione più<br />

puntuale e precisa, avere un partner<br />

come l’Onaf potrà <strong>di</strong>ventare un<br />

vantaggio”. La crisi però non sembra<br />

abbandonare il lattiero-caseario:<br />

“Con il prezzo del latte ancora troppo<br />

basso - spiega il presidente Onaf<br />

- tutta la fi liera ne risente e ha bisogno<br />

<strong>di</strong> aiuti concreti dal governo:<br />

qualcosa è stato fatto, ricor<strong>di</strong>amoci<br />

che il mondo dei formaggi è ancora<br />

una delle realtà nazionali che tutti<br />

ci invi<strong>di</strong>ano: perderne qualche pezzo<br />

per strada sarebbe un <strong>di</strong>sastro”.<br />

Sempre parco nei giu<strong>di</strong>zi, invitiamo<br />

Adami a darci qualche personalissimo<br />

consiglio della spesa. “Volete<br />

conoscere il formaggio che più adoro?<br />

Beh, io ho un debole per il Murazzano,<br />

formaggio <strong>di</strong> Langa molto<br />

sottovalutato, ma che sa regalare<br />

gran<strong>di</strong> emozioni. Poi naturalmente<br />

non posso prescindere dal Re Parmigiano,<br />

mentre in Lombar<strong>di</strong>a, oltre<br />

al Bagoss, ho seguito i progressi<br />

che i piccoli produttori <strong>di</strong> capra, sia<br />

bergamaschi che varesini, hanno<br />

fatto in questi ultimi anni, unendo<br />

rigore, qualità e un grande sforzo <strong>di</strong><br />

fantasia”. Proprio il fronte caprino è<br />

quello che per i consumi ha ancora<br />

gran<strong>di</strong> margini <strong>di</strong> miglioramento,<br />

“basta vedere - ricorda Adami - gli<br />

strepitosi risultati raggiunti dalla<br />

Robiola <strong>di</strong> Roccaverano, nella Langa<br />

astigiana, capace <strong>di</strong> battere anche i<br />

francesi in molti concorsi uffi ciali,<br />

scrollandosi <strong>di</strong> dosso quell’inferiority<br />

complex nelle lavorazioni<br />

lattiche e presamiche che i nostri<br />

produttori hanno sempre avuto<br />

verso i cugini d’Oltralpe”. Tra le mission<br />

dell’Onaf che verrà è prevista<br />

anche la valorizzazione <strong>di</strong> tante professionalità<br />

che gravitano attorno al<br />

mondo del formaggio che oggi non<br />

hanno ancora ottenuto la giusta<br />

consacrazione. “Penso ad esempio<br />

agli stagionatori - puntualizza Adami<br />

-: in Francia gli affi neur sono fi -<br />

gure <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssimo prestigio, ascoltati<br />

quasi come oracoli nelle loro<br />

lezioni. Da noi invece chi si occupa<br />

<strong>di</strong> formaggio, chi lo cura durante<br />

tutte le sue fasi per farlo rendere al<br />

meglio sulle nostre tavole, è ancora<br />

colpevolmente sottovalutato”.<br />

razzano, formaggio <strong>di</strong> Langa molto colpevolmente sottovalutato”.<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

25


L’Accademia<br />

del Pizzocchero <strong>di</strong> Teglio<br />

premia il ristorante<br />

“Al Faro” <strong>di</strong> Dalmine<br />

il secondo ristorante a livello<br />

È nazionale, dopo quello premiato<br />

a Roma, ad essere inserito nell’Albo<br />

dell’Accademia del Pizzocchero<br />

<strong>di</strong> Teglio, sodalizio nato otto anni fa<br />

per <strong>di</strong>fendere ed esaltare il piatto tipico<br />

valtellinese e che raggruppa i<br />

ristoranti tellini pala<strong>di</strong>ni della tra<strong>di</strong>zione.<br />

Un traguardo <strong>di</strong> cui Caterina<br />

Moraschinelli, originaria dell’ Aprica,<br />

e il marito nonché chef Celeste<br />

26<br />

DI FABRIZIO PIROLA<br />

Passera - insieme alla guida del ristornate<br />

“Al Faro” <strong>di</strong> Dalmine - vanno<br />

più che fi eri. E non potrebbe essere<br />

altrimenti viste le origini valtellinesi<br />

mai <strong>di</strong>menticate, anzi rilanciate<br />

nel locale aperto nel 2001 nella<br />

frazione Brembo (in via Bernareggi<br />

6) grazie ad una proposta gastronomica<br />

legata a doppio fi lo alla terra<br />

d’origine. Il menù classico a base <strong>di</strong><br />

pesce e specialità della cucina ber-<br />

gamasca (a mezzogiorno la proposta<br />

è modulata sui pranzi <strong>di</strong> lavoro e<br />

anche sulla pizzeria) la sera amplia<br />

il ventaglio <strong>di</strong> sapori sconfi nando<br />

volentieri in Valtellina, con in testa<br />

gli immancabili pizzoccheri presenti<br />

nel menù della casa sin dagli<br />

anni 70 quando all’Aprica fu avviata<br />

la prima attività <strong>di</strong> ristorazione. Sono<br />

preparati così a regola d’arte, nel<br />

solco della tra<strong>di</strong>zione, da aver attira-<br />

E il gioiellerie <strong>di</strong>venne ristoratore<br />

Marco Cornali, dell’omonima orefi ceria, ha aperto a Dalmine l’ “Osteria del Conte”. In cucina Fiorella Freschi<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

Il titolare lo <strong>di</strong>chiara simpaticamente: “Sì,<br />

mi sono fatto il ristorante sottocasa”.<br />

Considerazione assolutamente veritiera, visto<br />

che Marco Cornali (uno dei due titolari,<br />

l’altro è Tiziano Brembilla), abita al piano<br />

superiore del condominio dov’è ubicato il<br />

locale. Frutto, <strong>di</strong>ciamolo subito, <strong>di</strong> un’idea<br />

coraggiosa, visti i tempi, e che <strong>di</strong>mostra come<br />

in un certo tipo <strong>di</strong> proposta ancora qualcuno<br />

per fortuna intende investire. Il nuovo<br />

ristorante l’ “Osteria del Conte” è a Dalmine,<br />

in via J.F. Kennedy 18. Il nome Cornali nella<br />

nostra provincia è da sempre abbinato al<br />

mondo dell’orologeria e gioielleria, ma Marco<br />

non ha mai nascosto il suo interesse anche<br />

per i piaceri enogastronomici della tavola.<br />

“La buona cucina è sempre stata una<br />

mia passione - ci <strong>di</strong>ce - e quando mi si è presentata<br />

l’opportunità <strong>di</strong> rilevare una struttura<br />

vicina alla mia abitazione ho deciso <strong>di</strong><br />

entrare in questo nuovo mondo e ho costruito<br />

uno staff che ritengo professionalmente<br />

qualifi cato”. Il ristorante - realizzato dall’ar-<br />

Da sinistra Celeste Passera,<br />

la moglie Caterina Moraschinelli<br />

e i fi gli Alessandra e Luca<br />

chitetto Luigi Baroli in stile moderno ed elegante,<br />

con il bianco come colore predominante<br />

e dalle originali maniglie alle porte a<br />

forma <strong>di</strong> forchette - <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> circa 50 posti<br />

spaziosi e como<strong>di</strong>. La tipologia <strong>di</strong> piatti presenti<br />

nel menù non concede certo spazio<br />

alla tendenza “molecolare e sperimentale”,<br />

ma come afferma Fiorella Freschi, che cura<br />

la cucina coa<strong>di</strong>uvata da Valentina Cortesi,<br />

affonda le ra<strong>di</strong>ci “nel nostro territorio, con i<br />

suoi prodotti, i suoi vini, le sue tipicità e la<br />

sua fedeltà alle ra<strong>di</strong>ci”. “Ho fatto una scelta<br />

<strong>di</strong> campo ben precisa - puntualizza Fiorella -<br />

puntando su una tipologia <strong>di</strong> carne, il fassone<br />

piemontese che recepiamo dalla prestigiosa<br />

macelleria Cazzamali <strong>di</strong> Romanengo<br />

(in provincia <strong>di</strong> Cremona), che mi permette<br />

<strong>di</strong> offrire ai nostri clienti il massimo dalla<br />

qualità, certifi cata e garantita all’origine”. Ed<br />

il fassone infatti è il vero protagonista della<br />

tavola, essendo presentato in molteplici<br />

varianti: dalla battuta al coltello alle tagliatelle<br />

al ragù <strong>di</strong> fassone fi no alle bistecche


to l’attenzione dell’Accademia, che il prossimo 20 novembre<br />

conferirà l’attestato <strong>di</strong> partecipazione all’Albo<br />

nel corso <strong>di</strong> una cerimonia uffi ciale che verrà organizzata<br />

nel locale bergamasco. “Il riconoscimento - spiega<br />

il vicepresidente dell’Accademia del Pizzocchero <strong>di</strong> Teglio,<br />

Luciano Giacomo Andreoli - verrà assegnato dopo<br />

aver sancito che la ricetta proposta dal ristorante Al Faro<br />

rispetta in tutto e per tutto i dettami della nostra tra<strong>di</strong>zione”.<br />

Ad accogliere gli ospiti anche i 2 fi gli, Alessandra<br />

“regina” della sala e Luca al forno delle pizze.<br />

con l’osso, al fi letto o al brasato. La riscoperta <strong>di</strong> alcuni<br />

piatti è il fi ore all’occhiello dell’Osteria del Conte, tutti<br />

cucinati secondo i più classici dettami. Ed allora ritroviamo<br />

il margottino con la crema <strong>di</strong> branzi, gli ortaggi<br />

ed erbe d’orto croccanti, il risotto con salame fresco e<br />

fagioli, i casoncelli della tra<strong>di</strong>zione ed il coniglio fritto<br />

con le sue verdure. Deliziosa la selezione <strong>di</strong> formaggi<br />

come pure la carta dei dolci dove Fiorella Freschi<br />

riscopre i piaceri golosi delle sue origini fi orentine.<br />

“Aprire un nuovo ristorante può apparire azzardato,<br />

ma per noi è anche un motivo per dar fi ducia a Dalmine<br />

e a tutto il tessuto impren<strong>di</strong>toriale della nostra zona<br />

- conclude Marco Cornali - sperando <strong>di</strong> intercettare il<br />

buon gusto della nostra gente”. In sala il servizio è curato<br />

Massimo Brumana (che suggerisce anche il giusto<br />

abbinamento dalla carta dei vini dove spiccano alcuni<br />

interessanti produttori) e da Marianela Zambrano.<br />

Per un pasto completo si spendono circa 50 euro, vini<br />

esclusi. Non si paga il coperto.<br />

Da sinistra Marianela Zambrano, Fiorella Freschi,<br />

Massimo Brumana e Valentina Cortesi<br />

PREMIO<br />

MERCURIO D’ORO<br />

<strong>di</strong> Agnelli Lucia Amabile & Salimusaj Rexhep Rexhe<br />

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<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

27


I PROTAGONISTI<br />

<strong>di</strong> Emanuele Falchetti<br />

La marcia inarrestabile<br />

dei fratelli Elzi<br />

Dopo l’affermazione della pasticceria e l’apertura <strong>di</strong> una caffetteria a Grassobbio<br />

e <strong>di</strong> un business-restaurant vicino all’aeroporto, Marco e Alfredo<br />

hanno preso in gestione anche Porta Osio, a Bergamo. Un percorso che ha fatto tesoro<br />

della tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> famiglia, già titolare <strong>di</strong> un forno nel centro del paese<br />

Buon sangue non mente. Una volta si <strong>di</strong>ceva così. E<br />

il richiamo alla tra<strong>di</strong>zione in questo caso, nel caso<br />

degli Elzi, non è assolutamente fuori luogo. Perché<br />

loro, Marco e Alfredo, 44 anni il primo, 40 il secondo,<br />

in fondo nel progettare questo piccolo grande sogno fatto<br />

<strong>di</strong> alta pasticceria, ottimo caffè e adesso anche ristorazione,<br />

non hanno fatto altro che voltarsi e guardarsi alle<br />

spalle. Hanno cioè guardato a quel forno che papà Carlo<br />

negli anni Cinquanta aveva aperto con i genitori in centro<br />

a Grassobbio. Allora <strong>di</strong> tutte le industrie che oggi fanno<br />

la fortuna <strong>di</strong> questo paesone dell’hinterland non c’era<br />

neanche l’ombra. Solo campi e conta<strong>di</strong>ni. Al forno la farina<br />

arrivava ancora nei sacchi <strong>di</strong> juta e quello del fornaio<br />

era un mestiere da non augurare a nessuno: si lavorava<br />

quando gli altri dormivano, come del resto oggi, in con<strong>di</strong>zioni<br />

però ancora più pesanti rispetto a quelle attuali. E<br />

<strong>di</strong> questa etica del lavoro, dove l’impegno corrispondeva<br />

però anche a gran<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni, i due fratelli, ma anche<br />

la sorella Francesca che si occupa <strong>di</strong> un centro estetico,<br />

hanno fatto tesoro. Testa bassa e pedalare. Con la capacità<br />

<strong>di</strong> tanto in tanto <strong>di</strong> alzarla e guardare avanti. Il primo passo<br />

è stato proprio la pasticceria, là dove un tempo si trovava<br />

il forno del padre che, attorno alla metà degli anni<br />

Settanta aveva deciso <strong>di</strong> cambiare attività, buttandosi nel<br />

commercio degli alimentari. «Era il 1988 - ricorda Marco<br />

Elzi - e dopo il mio appren<strong>di</strong>stato in uno dei migliori laboratori<br />

citta<strong>di</strong>ni (la pasticceria Locatelli <strong>di</strong> Longuelo, ndr)<br />

decidemmo <strong>di</strong> metterci in proprio». Da allora gli Elzi non<br />

si sono più fermati seguendo un po’ la vocazione paterna,<br />

un po’ la voglia <strong>di</strong> affrontare sempre nuove sfi de. Con una<br />

sud<strong>di</strong>visione dei compiti che sin dall’inizio è stata sempre<br />

molto chiara: Marco a <strong>di</strong>rigere il laboratorio e Alfredo<br />

con un ruolo per così <strong>di</strong>re più organizzativo e commerciale.<br />

Una formula che sembra funzionare bene. Così dopo<br />

il successo della pasticceria, che in quattro e quattr’otto<br />

è riuscita a farsi conoscere ben oltre i confi ni del comune,<br />

ecco la Caffetteria, allestita <strong>di</strong> fi anco al laboratorio.<br />

«La somministrazione dei nostri prodotti artigianali - aggiunge<br />

Alfredo - è stato un passaggio quasi naturale, che<br />

si è rivelato particolarmente apprezzato». Quali prodotti?<br />

Prima <strong>di</strong> tutto le brioche, che con la classica tazzulella <strong>di</strong><br />

caffè si sposano che è una meraviglia. A proposito: proprio<br />

le brioche hanno rappresentano a lungo il fi lo che<br />

ha legato l’attività dei fi gli a quella del padre. Perché pane<br />

28<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

Alfredo Elzi,<br />

il papà Carlo<br />

e il fratello Marco<br />

L’ultima idea?<br />

Un regalo-cena<br />

sotto l’albero <strong>di</strong> Natale<br />

Una cena sotto l’albero?<br />

Perché no. La proposta<br />

è fi rmata Porta<br />

Osio, il ristorante <strong>di</strong> Alfredo<br />

e Marco Elzi, che<br />

per le prossime festività<br />

ha ideato questa<br />

iniziativa davvero singolare. Grazie a un voucher ad<br />

hoc recapitato dallo stesso ristorante sarà così possibile<br />

regalare a parenti e amici un menù degustazione<br />

a base <strong>di</strong> patanegra e <strong>di</strong> tutte le altre prelibatezza in<br />

cui lo chef Nicholas Angeloni e il sommelier Pierre<br />

Aresi sono specializzati. Ma questa è solo una delle<br />

idee che lo staff <strong>di</strong> Porta Osio ha messo a punto per<br />

la nuova stagione. Oltre alle consuete serate organizzate<br />

in collaborazione con le migliori case vinicole<br />

italiane - in genere con piatti appositamente pensati<br />

per i vini proposti -, nei prossimi mesi si punterà anche<br />

su ciò che offre il territorio con menù <strong>di</strong> volta in<br />

volta impostati su un singolo prodotto: dai funghi a<br />

un determinato formaggio a qualche ortaggio <strong>di</strong> stagione.<br />

Per informazioni: 035.219297


e croissant in comune non avranno granché a livello <strong>di</strong><br />

gusto, ma almeno per i tempi <strong>di</strong> lavorazione più o meno<br />

ci siamo. Cosa che, per tanti anni, ai due fratelli è costata,<br />

e in parte costa ancora, levatacce a orari antelucani. Giornata<br />

lunga quella degli Elzi: dalle stelle alle stelle. Prima<br />

in pasticceria, poi al bar e poi ancora in pasticceria. E siccome,<br />

si <strong>di</strong>ceva, ogni tanto ai due piace fermarsi, alzare la<br />

testa e guardare avanti, nel 2002 è arrivato «L’altro caffè»,<br />

un business-restaurant, a due passi dall’aeroporto, che in<br />

pochi anni è <strong>di</strong>ventato uno dei più frequentati della zona<br />

grazie a una formula lunch all’insegna della cucina veloce,<br />

ma allo stesso tempo leggera, della qualità e <strong>di</strong> un<br />

prezzo competitivo. «Siamo stati tra i primi a pensare dei<br />

menù a pacchetto – aggiungono gli Elzi – e cioè calibrati<br />

sulle esigenze <strong>di</strong> quanti lavorano e sono costretti tutti<br />

i giorni a mangiare fuori casa». Chiaro però che a questo<br />

punto non può più pesare tutto sulle spalle <strong>di</strong> due sole<br />

persone e, così, oltre a una buona squadra <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti,<br />

ecco da un lato l’affi damento in gestione della caffetteria<br />

e dall’altro la «promozione sul campo» <strong>di</strong> un prezioso collaboratore<br />

- Vittorio Cortesi - che <strong>di</strong>venta una vera e propria<br />

colonna per L’altro caffè. Una, due, tre attività nel giro<br />

<strong>di</strong> un quin<strong>di</strong>cennio. Perché non la quarta? Già perché?<br />

Di motivi vali<strong>di</strong>, conoscendo i due fratelli, non ce ne sono<br />

proprio: serve solo un po’ <strong>di</strong> tempo. Per la precisione<br />

otto anni: e infatti dallo scorso marzo gli Elzi sono titolari<br />

anche del ristorante enoteca «Porta Osio», in via Moroni<br />

a Bergamo. «Dopo la prima esperienza con il businnes restaurant<br />

- continua Alfredo - abbiamo maturato l’idea <strong>di</strong><br />

affrontare un altro tipo <strong>di</strong> ristorazione <strong>di</strong> livello più alto;<br />

l’occasione si è presentata quando un nostro fornitore e<br />

cliente, Bepi Bellavita titolare <strong>di</strong> un’azienda che si occupa<br />

<strong>di</strong> importazione <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> alta gastronomia, ci ha<br />

proposto <strong>di</strong> rilevare Porta Osio. Non ce la siamo lasciata<br />

sfuggire e ora eccoci qui alle prese con questa nuova<br />

avventura. L’idea è <strong>di</strong> mantenere la stessa impostazione<br />

<strong>di</strong> qualità con i punti forti dei salumi spagnoli, un’ottima<br />

carta vini, compresi alcuni champagne d’importazione<br />

<strong>di</strong>retta, abbinati però a una riscoperta dei prodotti locali,<br />

il tutto prestando attenzione anche alle tasche dei clienti.<br />

Il prezzo dovrà essere interessante, adeguato all’offerta».<br />

Anche questo un insegnamento che arriva da lontano.<br />

Che arriva dal forno <strong>di</strong> Carlo. Buon sangue, si <strong>di</strong>ceva,<br />

non mente.<br />

Specialità alimentari<br />

Medolago (Bg) Via Bergamo, 16<br />

da Milano/Bergamo, Autostrada MI-VE uscita Capriate,<br />

<strong>di</strong>rezione Calusco d’Adda-Lecco<br />

tel. 035.902333 - fax 035.902669<br />

e-mail: speal@tiscalinet.it<br />

Prodotti<br />

surgelati<br />

Prodotti<br />

freschi<br />

Prodotti<br />

catering<br />

inoltre...<br />

Commercio <strong>di</strong> verdure, prosciutteria,<br />

selvaggina, carni, torte...<br />

Qualità<br />

a portata<br />

<strong>di</strong> tutti<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

29


IL PREZZO FISSO<br />

<strong>di</strong> Fulvio Facci<br />

In via Camozzi<br />

il sapore della vera trattoria<br />

Da maggio il piccolo locale in città è gestito dai fratelli Alicino,<br />

originari della Puglia. «Non ci defi niamo trattoria per snobismo,<br />

basta guardare i prezzi per capirlo»<br />

è che per il<br />

menù a prezzo fi sso <strong>di</strong> mez-<br />

L’impressione<br />

zogiorno stia passando<br />

una specie <strong>di</strong> messaggio trasversale,<br />

un orientamento non <strong>di</strong>chiarato<br />

che sta emergendo negli ultimi test<br />

e che, in un periodo <strong>di</strong> crisi come<br />

questo, può anche apparire anomalo.<br />

In sintesi il messaggio è questo:<br />

meglio un paio <strong>di</strong> euro in più ma<br />

a benefi cio <strong>di</strong> una maggior qualità.<br />

Questo non signifi ca che col prezzo<br />

più o meno standard delle proposte<br />

per la pausa pranzo, fi ssato attorno<br />

ai <strong>di</strong>eci euro, si mangi male, ma che<br />

con 12 o 13 euro si possono trovare<br />

soluzioni più curate, nei vini, ad<br />

esempio, o nelle mise. La tendenza<br />

ovviamente appare più <strong>di</strong>ffusa<br />

in città, dove la clientela è più articolata<br />

e comprende persone con<br />

budget e abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>verse rispetto<br />

ai più classici fruitori <strong>di</strong> questo tipo<br />

<strong>di</strong> offerta, abitualmente inquadrati<br />

30<br />

TRATTORIA CAMOZZI<br />

via Camozzi 73 - Bergamo<br />

tel. 035 248808<br />

chiusa la domenica<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

negli stereotipi <strong>di</strong> operai, muratori<br />

e autisti, categorie per le quali uno<br />

dei requisiti più importanti rimane<br />

ancora la rapi<strong>di</strong>tà del servizio.<br />

Un’ulteriore conferma del nuovo<br />

orientamento si può trovare alla<br />

Trattoria Camozzi, in città in via<br />

Camozzi 73. Decisamente piccolo<br />

(una trentina <strong>di</strong> coperti in tutto)<br />

ma anche con un minuscolo esterno<br />

per la bella stagione, il locale è<br />

gradevole e accogliente. Il valore aggiunto<br />

sono la cor<strong>di</strong>alità e l’ospitalità<br />

dei titolari, i fratelli Vincenzo e Lino<br />

Alicino: Vincenzo, lo chef, con le<br />

sue benevole occhiate dalla cucina<br />

praticamente a vista e Lino (Natale<br />

all’anagrafe) con una premurosità<br />

quasi maniacale in sala.<br />

E si vede da lontano che sono dei<br />

professionisti <strong>di</strong> lungo corso. Originari<br />

della Puglia, i fratelli Alicino<br />

sono giunti a Bergamo nel 1985. «La<br />

nostra è stata una trafi la classica –<br />

LA PROVA<br />

racconta Lino, 41 anni –, la scuola<br />

alberghiera, il tirocinio sulle navi<br />

da crociera, le esperienze all’estero,<br />

la scuola dei gran<strong>di</strong> chef, il tutto<br />

accompagnato dalla nostra grande<br />

passione. Attorno ai 25 anni con mio<br />

fratello ci eravamo già messi in proprio.<br />

Con questa trattoria coroniamo<br />

il sogno <strong>di</strong> lavorare insieme con<br />

la massima autonomia. Tranne che<br />

per la presenza in cucina <strong>di</strong> un aiuto<br />

cuoco, per il resto facciamo tutto<br />

noi e la cosa ci gratifi ca molto».<br />

La loro gestione è iniziata il primo<br />

maggio <strong>di</strong> quest’anno e i risultati sono<br />

stati molto incoraggianti. «Abbiamo<br />

fatto un po’ <strong>di</strong> pubblicità, questo<br />

era necessario – spiega invece Vincenzo,<br />

46 anni – e siamo sod<strong>di</strong>sfatti<br />

della risposta. A mezzogiorno viaggiamo<br />

già a pieno regime, ma ce la<br />

caviamo bene anche alla sera. Abbiamo<br />

adottato una linea molto chiara,<br />

non ci defi niamo trattoria per snobi-<br />

Tre le proposte<br />

per la pausa pranzo<br />

In termini <strong>di</strong> prezzo, il menù fi sso per la pausa pranzo<br />

si articola su tre proposte: 13 euro per il pasto completo,<br />

composto da primo, secondo, contorno, acqua,<br />

vino e caffè, 11 euro se si sceglie solo il secondo, 9 euro<br />

se si opta solo per il primo; acqua, vino e caffè sono<br />

sempre compresi. La lista del mezzogiorno ricorda anche<br />

i dolci del giorno, proposti a 2.50 euro: strudel della<br />

casa ai frutti <strong>di</strong> bosco, mousse al cioccolato e mandorle,<br />

le in<strong>di</strong>cazioni in occasione della nostra visita.<br />

I “consigli” del giorno erano invece questi: risottino<br />

con moscar<strong>di</strong>ni, sedanini al pomodoro fresco con acciughe<br />

e capperi, bavette al pesto tra i primi. Orata al<br />

vapore, fi letti <strong>di</strong> cernia ai carciofi , petti <strong>di</strong> pollo al pro-


Vincenzo<br />

e Lino Alicino<br />

smo, siamo veramente una trattoria con prezzi da trattoria<br />

anche se, lasciatemelo <strong>di</strong>re, sull’ambiente e sulle mise<br />

en place ci abbiamo lavorato parecchio».<br />

E la cucina? «Non abbiamo fatto gran<strong>di</strong> sforzi <strong>di</strong> fantasia<br />

– conclude Vincenzo –, ma abbiamo puntato molto sulla<br />

qualità delle materie prime. La nostra è veramente la<br />

classica cucina me<strong>di</strong>terranea. Cerchiamo <strong>di</strong> far coesistere<br />

tutti i sapori della nostra terra, anzi delle nostre terre,<br />

da Nord a Sud, pasta e fagioli e sarde in saor compresi,<br />

tanto per fare degli esempi. Siamo pugliesi, un occhio in<br />

più per il pesce l’abbiamo, ma non ci fermiamo lì e cerchiamo<br />

<strong>di</strong> offrire un buon assortimento».<br />

Oltre al menù fi sso <strong>di</strong> mezzogiorno, la Trattoria Camozzi<br />

propone menù <strong>di</strong> pesce o <strong>di</strong> carne a prezzo fi sso anche<br />

alla sera. Ma anche la carta è molto invitante e ci hanno<br />

colpito, in particolare, il gran misto <strong>di</strong> mare alla me<strong>di</strong>terranea,<br />

gli spaghetti <strong>di</strong> farro con gli scampi e gamberoni<br />

caramellati: piatti che lo chef ci ha in<strong>di</strong>cato come tra i<br />

più gettonati e che noi abbiamo notato per i prezzi da<br />

trattoria.<br />

fumo <strong>di</strong> mirto e crudo <strong>di</strong> Parma con carciofi le proposte<br />

per il secondo piatto. Polenta, insalata mista, patate<br />

e cornetti al vapore i contorni. Pochi indugi nella scelta,<br />

puntiamo su un menù <strong>di</strong> pesce con il risottino con<br />

moscar<strong>di</strong>ni e l’orata al vapore. In effetti per secondo<br />

avevamo scelto i fi letti <strong>di</strong> cernia ai carciofi , ma su suggerimento<br />

<strong>di</strong> Lino Alicino, che opera in sala con molta<br />

attenzione anche ai minimi particolari, abbiamo scelto<br />

l’orata fresca che poi ci è stata cucinata con i carciofi<br />

. Vino <strong>di</strong> buona qualità servito dalla bottiglia. Un<br />

buon pranzo, con un eccellente rapporto prezzo/qualità<br />

anche per quanto riguarda i dettagli.<br />

Ripresentiamo alcuni aspetti della nostra Azienda.<br />

I vini provengono dalla produzione<br />

con autocisterne della portata <strong>di</strong> 30.000 litri.<br />

Cantina Deposito - capienza 700.000 litri.<br />

Impianto imbottigliamento - portata 3.000 bottiglie ora.<br />

Nembro (BG) - Via Roma, 41<br />

Tel. e Fax 035.520847<br />

E-mail: vinivaloti@virgilio.it<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

31


questa tazzina<br />

non è solo rossa<br />

é<br />

www.ros.bergamo.it


È<br />

aperto da oltre un lustro, è vicino alla città e ha<br />

saputo abbinare l’intrattenimento alla ristorazione.<br />

Stiamo parliamo dell’Xel <strong>di</strong> via Levata, a<br />

Seriate, locale fashion multifunzionale <strong>di</strong>sposto su due<br />

piani e appena rinnovato e reso ancora più accogliente<br />

grazie ai lavori eseguiti la scorsa estate. Al piano terra si<br />

trova un importante spazio de<strong>di</strong>cato all’intrattenimento<br />

musicale, con programma settimanale <strong>di</strong>versifi cato,<br />

mentre al piano rialzato è stata ricavata l’area de<strong>di</strong>cata<br />

esclusivamente alla ristorazione.<br />

Le proposte gastronomiche spaziano dalla tra<strong>di</strong>zionale<br />

pizza cotta nel forno a legna per arrivare alle specialità<br />

<strong>di</strong> carne. Dalla grigliata mista fi no alla fi orentina, tutto rigorosamente<br />

preparato su pietra lavica, le carni rimangono<br />

il punto <strong>di</strong> riferimento dell’Xel.<br />

Particolare attenzione viene de<strong>di</strong>cata alle comitive:<br />

svariati menù concepiti per più persone sono infatti<br />

la vera sorpresa dell’offerta culinaria. Gianni Trussar<strong>di</strong>,<br />

responsabile del locale nonché <strong>di</strong>rettore artistico, sottolinea<br />

quanto “siano fondamentali un’ attenta politica<br />

dei prezzi in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare tutte le esigenze, senza<br />

<strong>di</strong>menticare l’aspetto qualitativo della cucina e dello<br />

svago”. Il palinsesto dell’intrattenimento inizia il martedì<br />

sera con musica latino americana, continua il giovedì<br />

con live music con importanti autori, mentre il venerdì<br />

è de<strong>di</strong>cato alle serate a tema con musica<br />

a trecentosessanta gra<strong>di</strong> con band<br />

dal vivo. Al sabato due dj coinvolgono<br />

il pubblico, animando la sera-sera-<br />

Xel, a Seriate<br />

ci si <strong>di</strong>verte<br />

al ristorante<br />

Il locale multifunzionale abbina intrattenimento<br />

(musica e cabaret) alle proposte enogastronomiche.<br />

Un giusto mix per chi cerca qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso<br />

ta. La domenica, infi ne, è de<strong>di</strong>cata al cabaret con artisti<br />

provenienti da palchi come Zelig (inizio spettacolo alle<br />

22). Insomma, questo locale multifunzionale permette<br />

<strong>di</strong> trascorrere serate dove cucina e svago sono assicurati.<br />

Feste per circostanze particolari o situazioni private,<br />

con tanto <strong>di</strong> servizio fotografi co offerto, trovano in<br />

questo ambiente la loro naturale espressione. Al banco<br />

dei miscelati troviamo Clau<strong>di</strong>o, esperto barman, mentre<br />

Francesco è il riferimento per tutti gli ospiti che<br />

desiderano cenare. Mino e Massimo invece si occupano<br />

della gestione gastronomica. Il locale apre alle 20 e<br />

rimane aperto sino alle 3, con ingresso libero. Speciale<br />

attenzione è de<strong>di</strong>cata anche alle aziende: durante i giorni<br />

<strong>di</strong> chiusura è possibile affi ttare il locale per meeting<br />

e cene.<br />

XEL<br />

via Levata 18 - Seriate<br />

tel. 035 4523586 e 328 9286664<br />

www.xelseriate.it<br />

chiuso lunedì e mercoledì<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

33


APPUNTAMENTI<br />

DAL 26 NOVEMBRE AL 13 DICEMBRE<br />

Trento rende omaggio alle sue bollicine<br />

Non solo mercatini <strong>di</strong> Natale. Una visita a Trento in<br />

questo periodo può essere l’occasione per conoscere<br />

meglio gli spumanti metodo classico Trentodoc. Dal<br />

26 novembre al 13 <strong>di</strong>cembre torna “Bolli-<br />

cine ssu<br />

Trento”, manifestazione organizzata<br />

niz dalla Camera <strong>di</strong> Commercio<br />

<strong>di</strong> Trento e da Trentino Spa che<br />

Con la terza e<strong>di</strong>zione della Rassegna<br />

Gastronomica dei Sette Laghi,<br />

organizzata dall’Associazione Provinciale<br />

Ristoratori Uniascom Varese,<br />

in quaranta ristoranti della<br />

provincia fi no al 30 novembre<br />

si possono gustare dei menù speciali,<br />

con la proposta <strong>di</strong> prodotti<br />

tipici del territorio, dalle castagne<br />

al miele, abbinati con il riso. L’opuscolo<br />

realizzato per la rassegna<br />

(<strong>di</strong>sponibile all’Uffi cio Turistico <strong>di</strong><br />

Varese) oltre all’elenco completo<br />

dei ristoranti e dei menù, contiene<br />

anche una sezione pensata per<br />

i clienti: “L’angolo delle ricette”,<br />

animerà a le sale dell’Enoteca pro-<br />

vinciale del Trentino a Palazzo<br />

Roccabruna con eventi enogastronomici,<br />

degustazioni e<br />

approfon<strong>di</strong>menti. Il 27 novembre<br />

27 locali della città ospiteranno<br />

un produttore <strong>di</strong> Trento-<br />

Doc D per un brin<strong>di</strong>si collettivo.<br />

Lo stesso giorno è in programma<br />

34 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

con i consigli degli esperti per preparare<br />

piatti a base <strong>di</strong> riso <strong>di</strong> facile<br />

esecuzione. Fino al 30 novembre<br />

continua anche “Family Food”, la<br />

proposta tagliata su misura delle<br />

famiglie che consumano pranzo o<br />

cena nei locali aderenti, con uno<br />

o più fi gli sotto i 12 anni, a cui si<br />

applica il 10% <strong>di</strong> sconto sul conto<br />

totale.<br />

Anche nel cremasco è tempo <strong>di</strong><br />

rassegne gastromoniche. Fino al<br />

29 novembre “A Tavola con la<br />

Tra<strong>di</strong>zione Cremasca” è un’occasione<br />

per far incontrare la ristorazione<br />

con i prodotti tipici. Nei<br />

una tavola rotonda sul legame prodotto-territorio con<br />

la partecipazione <strong>di</strong> giornalisti e opinion leader nazionali.<br />

Ospite d’onore dell’e<strong>di</strong>zione <strong>2009</strong> sarà il Teatro stabile<br />

<strong>di</strong> innovazione “L’Uovo” de L’Aquila che proporrà una<br />

pièce teatrale dal titolo “Bollicine”: un mix <strong>di</strong> luce, colori,<br />

musiche e coreografi e ispirate ai brin<strong>di</strong>si più celebri<br />

della storia del cinema che nel periodo dell’evento<br />

coinvolgerà gli spettatori in un percorso lungo le sale<br />

del Palazzo, concluso da degustazioni <strong>di</strong> TrentoDoc e<br />

piatti della tra<strong>di</strong>zione aquilana. Il tutto sarà realizzato<br />

in collaborazione con gli chef abruzzesi i cui locali sono<br />

stati colpiti dal sisma.<br />

Non mancherà poi la possibilità <strong>di</strong> degustare autonomamente<br />

tutta la collezione del TrentoDoc, comprese<br />

le più recenti novità.<br />

Nei ristoranti <strong>di</strong> Varese e Crema<br />

è tempo <strong>di</strong> rassegne gastronomiche<br />

Torrone, menù “m “musicali” e bollito:<br />

l’autunno goloso<br />

<strong>di</strong> Cremona<br />

locali aderenti si possono trovare<br />

alcuni dei cavalli <strong>di</strong> battaglia della<br />

gastronomia locale, che la manifestazione,<br />

iniziata nel 1993, ha contribuito<br />

a riportare all’attenzione: i<br />

Tortelli Cremaschi, il Salva Cremasco<br />

Dop, i piatti a base <strong>di</strong> pollame<br />

nobile da cortile (anatra, faraona,<br />

oca), i salumi locali, vere chicche<br />

<strong>di</strong>verse per stagionatura e<br />

impasto a seconda del el<br />

paese <strong>di</strong> produzione.<br />

L’elenco dei ristoranti<br />

e i menù sul<br />

sito www.nonsolovino.it<br />

Dal torrone al bollito passando per i menù “musicali”.<br />

Ce n’è per tutti i gusti a Cremona tra novembre e <strong>di</strong>cembre.<br />

Si può cominciare con una visita alla tra<strong>di</strong>zionale<br />

Festa del Torrone che nei giorni 20-21-22 novembre<br />

propone degustazioni, mostre, rievocazioni<br />

storiche, spettacoli e un ricco programma <strong>di</strong> iniziative,<br />

quest’anno incentrate sul tema “il gioco”. Oppure


NEI FINE SETTIMANA<br />

“November Porc”,<br />

nella Bassa Parmense<br />

il maiale è protagonista<br />

Il sottotitolo è “Speriamo<br />

ci sia la nebbia!”,<br />

suffi cientemente evocativo<br />

dell’atmosfera che<br />

la manifestazione vuole<br />

creare. Il resto lo svela il<br />

nome: “November Porc”,<br />

una staffetta in quattro comuni della Bassa Parmense<br />

che per ogni fi ne settimana <strong>di</strong> novembre<br />

proporranno mercati <strong>di</strong> prodotti tipici, attrazioni<br />

<strong>di</strong> musici e artisti <strong>di</strong> strada, stand gastronomici,<br />

concerti e naturalmente la carne <strong>di</strong> maiale e i salumi<br />

della tra<strong>di</strong>zione. Dopo la prima tappa a Sissa, il<br />

14 e 15 novembre l’appuntamento è a Polesine<br />

Parmense con le iniziative denominate “Ti cuociamo<br />

Preti e Vescovi”. Il week end successivo a<br />

Zibello sarà la volta <strong>di</strong> “Piaceri e delizie alla Corte<br />

<strong>di</strong> Re Culatello” manifestazione che vedrà, tra<br />

i vari eventi, la produzione del Salame Strolghino<br />

più lungo del mondo, che sarà poi <strong>di</strong>stribuito gratuitamente,<br />

mentre il 28 e 29 novembre toccherà<br />

a Roccabianca chiudere la manifestazione con<br />

la mostra mercato intitolata “Armonie <strong>di</strong> Spezie e<br />

Infusi” e la gigantesca cicciolata accompagnata da<br />

una bella fetta <strong>di</strong> polenta calda. In tutte le località<br />

sarà in funzione il takeaway “McPorc” che proporrà<br />

hot dog e hamburger “nostrani” accompagnati<br />

da birra e ci si potrà <strong>di</strong>lettare con “Il Tiro al Salame”<br />

il gioco uffi ciale della manifestazione. Con la lotteria<br />

“La giostra del maiale” sarà possibile vincere<br />

succulenti premi e ci si potrà anche avventurare in<br />

golose escursioni naturalistiche con “A pie<strong>di</strong>ni nella<br />

Bassa”. Nei ristoranti associati per tutto il mese<br />

sarà proposta la rassegna “A Tavola con November<br />

Porc” con menù a tema de<strong>di</strong>cati a sua maestà il maiale.<br />

Info: www.novemberporc.it<br />

fare visita a uno dei ristoranti che aderiscono al<br />

“Festival del Gusto in musica” (in programma<br />

fi no al 13 <strong>di</strong>cembre) e che propongono<br />

serate con menù speciali e accompagnamento<br />

musicale. O infi ne ritrovarsi nell’incantevole<br />

Cortile Federico II domenica 29 per “Il piacere<br />

della Carne-Il Gran Bollito Cremonese<br />

in piazza” dove, con la collaborazione del<br />

Gruppo Macellai Ascom, sarà possibile degustare<br />

tutti i tagli del classico Gran Bollito Cremonese,<br />

accompagnato da mostarde.<br />

Un petit<br />

coin<br />

de<br />

France<br />

à<br />

Bergame<br />

• Foies Gras • Terrines • Pâtès<br />

• Rillettes • Fromages<br />

• Moutardes • Cidres • Vins<br />

• Crème de cassis • Crème de calvados<br />

• Pastis et Ricard<br />

• Spécialitées culinaires<br />

• Variétés de sel • Bières belges<br />

A novembre degustazione<br />

sidro e birra<br />

telefonate per informazioni<br />

Tutto l’anno<br />

terrine <strong>di</strong> anatra e <strong>di</strong> fegato grasso<br />

Tutti i prodotti<br />

sono <strong>di</strong> nostra produzione<br />

Fiera Ristor Expo - Erba<br />

Medaglia d’argento CUOCO DELL’ANNO 2008<br />

Rimini 2006<br />

Medaglia d’argento PATATA VEGETARIANA<br />

BERGAMO • Via Don Luigi Palazzolo, 35<br />

Tel. 035.249088<br />

e-mail: jd.ver<strong>di</strong>er@libero.it<br />

<strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

35


L’ANGOLO<br />

DEL SINGLE <strong>di</strong> Marco Bergamaschi<br />

Ricette facili<br />

e veloci per chi<br />

vive da solo,<br />

ma non rinuncia<br />

alla buona cucina<br />

Insalata <strong>di</strong> riso rosso<br />

Ingre<strong>di</strong>enti per 1 persona<br />

70 g <strong>di</strong> riso rosso<br />

40 g <strong>di</strong> prosciutto cotto<br />

2 cucchiai <strong>di</strong> mais in scatola<br />

1/3 <strong>di</strong> cipollotto<br />

1 ciuffo <strong>di</strong> rucola<br />

2 pomodori pachino<br />

olio <strong>di</strong> oliva extravergine a piacere<br />

sale e pepe<br />

Preparazione<br />

Bollite il riso, scolatelo al dente e fate raffreddare.<br />

Tagliate il prosciutto cotto a da<strong>di</strong>ni, i pomodorini a piccoli tocchi e tritate il cipollotto dopo averlo privato<br />

dello strato esterno. Scolate e sciacquate il mais dall’acqua <strong>di</strong> conservazione e tagliate fi nemente la rucola,<br />

dopo averla lavata ed asciugata. Unite tutti gli ingre<strong>di</strong>enti, riso compreso, in un piatto fondo e con<strong>di</strong>te con<br />

sale, pepe e olio. Lasciate insaporire la pietanza per circa 20 minuti prima <strong>di</strong> gustarla.<br />

LA CURIOSITÀ<br />

Il riso rosso è un prodotto integrale e quin<strong>di</strong> ricco<br />

<strong>di</strong> fi bre: la sua piantina cresce allo stato selvatico e<br />

pre<strong>di</strong>lige terreni ricchi <strong>di</strong> argilla e <strong>di</strong> ferro. Ha chicchi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a, profumo particolarmente<br />

aromatico e si caratterizza per il colore rosso brunito.<br />

Speciale è il suo grande aroma e il gustoso sapore<br />

dolce. È un alimento sano, nutriente e altamente <strong>di</strong>geribile<br />

e possiede un eccellente valore nutrizionale:<br />

molto ricco <strong>di</strong> sali minerali, in particolare <strong>di</strong> selenio,<br />

supera per ricchezza <strong>di</strong> vitamine, oligoelementi<br />

e sali minerali ogni altro riso. Possiede un alto contenuto<br />

<strong>di</strong> antiossidanti e la me<strong>di</strong>cina tra<strong>di</strong>zionale cinese<br />

lo usa per <strong>di</strong>minuire e normalizzare i livelli <strong>di</strong> colesterolo<br />

nel sangue.<br />

Inoltre non contiene glutine, dettaglio che lo rende<br />

un cibo ideale nella <strong>di</strong>eta delle persone celiache.<br />

È ottimo saltato con verdure, spezie e con<strong>di</strong>menti.<br />

Cotto si conserva in frigorifero anche per più giorni<br />

e può essere poi usato per cucinare insalate e mi-<br />

36 <strong>Affari</strong> <strong>di</strong> <strong>Gola</strong> novembre <strong>2009</strong><br />

Capita a tutti nella vita <strong>di</strong> vivere per un certo periodo <strong>di</strong><br />

tempo da soli. E spesso ciò coincide con la rinuncia<br />

ai piaceri della buona tavola ed è sinonimo mo<br />

<strong>di</strong> cibo congelato, essiccato, imbustato. Ecco<br />

allora qualche idea per preparare ricette<br />

“monodose” da mangiare seduti a tavola o rilassati<br />

sul <strong>di</strong>vano, a seconda dell’umore, per<br />

non sentirsi mai più soli ai fornelli... perché<br />

anche mangiare da soli può essere piacevole.<br />

nestre. L’unico neo è il tempo <strong>di</strong> cottura: come tutti<br />

i risi integrali richiede più tempo e se si ha fretta è<br />

meglio optare per un’altra varietà <strong>di</strong> riso. Il riso rosso<br />

è reperibile nei maggiori supermercati e nei negozi<br />

<strong>di</strong> alimentazione biologica e naturale. E più costoso<br />

del riso normale, ma i suoi chicchi particolarmente<br />

appetitosi e fragranti fanno presto <strong>di</strong>menticare questo<br />

piccolo particolare. Negli ultimi anni molte case<br />

europee hanno cominciato a coltivare e vendere il<br />

riso rosso; particolarmente apprezzato è il riso rosso<br />

della Camargue, coltivato biologicamente nella regione<br />

francese.<br />

Infi ne, il riso rosso comincia ad essere usato anche<br />

nei matrimoni come simbolo <strong>di</strong> buon auspicio. Sempre<br />

più sovente, infatti, al classico riso bianco si preferisce<br />

quello colorato e il colore rosso, oltre ad essere<br />

portatore <strong>di</strong> allegria ed abbondanza, è da sempre<br />

collegato alla passione dei sensi. A buon inten<strong>di</strong>tore…<br />

poche parole.


<strong>di</strong> Pino Capozzi<br />

Al Settecento<br />

<strong>di</strong> Presezzo<br />

primeggia il pesce<br />

Quello azzurro protagonista invece alla Caprese<br />

Gourmet dell’ Accademia Degustateur - presenti anche<br />

I il Gran Maestro dei Cavalieri della Polenta, Piero Ricci<br />

e il presidente del Club dei Buongustai <strong>di</strong> Bergamo, Ernesto<br />

Tucci - si sono dati appuntamento nei giorni scorsi<br />

all’hotel Settecento <strong>di</strong> Presezzo per una serata conviviale.<br />

Ad accoglierci, all’interno della <strong>di</strong>mora storica settecentesca<br />

sapientemente recuperata, è stata Alessandra Gotti,<br />

componente della famiglia titolare del locale. Menù a base<br />

<strong>di</strong> pesce: ostriche, code <strong>di</strong> gamberi, fi lettini <strong>di</strong> branzino e<br />

dolce <strong>di</strong> zabaione proposto dalla brigata <strong>di</strong> cucina. In particolare<br />

dello chef Antonio Cuomo abbiamo apprezzato<br />

le “Code <strong>di</strong> gamberi alla maggiorana su letto <strong>di</strong> fi nocchi<br />

e pomodori secchi”. Sempre a base <strong>di</strong> pesce, questa volta<br />

“azzurro”, un’altra serata alla “Caprese” <strong>di</strong> Mozzo guidata<br />

da Bruno Federico. A illustrare i benefi ci <strong>di</strong> questa risorsa<br />

<strong>di</strong> cui i nostri mari sono ricchi è stato Lucio Lorusso, specialista<br />

in Scienze dell’alimentazione, il quale ha spiegato<br />

che con il termine “azzurro” vengono in<strong>di</strong>cati quei pesci<br />

che presentano una colorazione dorsale compresa tra il<br />

blu scuro e il verde-blu, mentre il ventre tende a presentarsi<br />

argento. Di questo pesce ha citato altresì l’ottimo<br />

rapporto qualità/prezzo, soffermandosi poi in particolare<br />

sulle caratteristiche nutritive, le percentuali <strong>di</strong> grassi, i benefi<br />

ci per lo sviluppo cerebrale, i protettori per cuore e<br />

arterie e l’alto contenuto <strong>di</strong> vitamine e sali minerali. Tra le<br />

varietà <strong>di</strong> pesce azzurro presenti sul mercato i più <strong>di</strong>ffusi<br />

sono: la sar<strong>di</strong>na, l’alice o acciuga, lo sgombro, l’aguglia,<br />

lo spratto o papalina, l’alaccia, il lanzardo, la costardella, il<br />

suro o sugherello. Le carni sono generalmente molto <strong>di</strong>geribili<br />

con prevalenza <strong>di</strong> grassi insaturi, in particolare del<br />

tipo omega 3. Anche per questo il consumo <strong>di</strong> pesce azzurro<br />

è consigliato nelle <strong>di</strong>ete nelle quali sono da evitare i<br />

grassi saturi presenti in altre specie animali.<br />

Alessandra Gotti e lo chef Antonio Cuomo del ristorante Settecento<br />

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il mio sogno è sempre stato<br />

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