Leggi il primo capitolo - Libri Mondadori
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tava di mitigare stringendo a sé la bambola di pezza che, prima di<br />
lei, aveva fatto compagnia all’Ada e alle figlie dell’Anita.<br />
Il fischio la inquietava, ma l’andare e venire delle persone che<br />
transitavano dalla stazione l’attraeva, anche perché <strong>il</strong> movimento<br />
della gente sulle banchine apparteneva a un mondo che le era stato<br />
proibito di esplorare dalle raccomandazioni piene di ansia della<br />
Maria, dallo sguardo severo di Delmo e dalla voce acuta dell’Anita.<br />
E come spesso succede, dunque, <strong>il</strong> territorio vietato finì per attirare<br />
sempre più la sua curiosità bambina, finché un giorno, sentendo<br />
l’urlo del locomotore che si annunciava in arrivo, Signorina<br />
fece un lungo respiro, si strinse al petto la sua bambola per darsi<br />
coraggio e si avviò verso la banchina.<br />
Era alta poco più di un cespuglio e con fatica si arrampicò sul sed<strong>il</strong>e<br />
di marmo dietro alla colonna della pens<strong>il</strong>ina, cercando di nascondersi<br />
<strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e alla vista di Delmo fermo al binario, la<br />
paletta alzata ad arrestare <strong>il</strong> convoglio. Il locomotore dette ancora<br />
un paio di fischiate e lei si coprì con le mani le orecchie, mentre<br />
spalancava ancora di più gli occhi per ammirare <strong>il</strong> portento che<br />
sbuffando vapore e fumo si arrestava a pochi passi dai suoi piedi.<br />
Il treno si fermò e per un breve istante tutto sembrò ghiacciato,<br />
sospeso, finché Delmo abbassò <strong>il</strong> braccio e come in una danza <strong>il</strong><br />
mondo si mise in moto: si spalancarono le porte dei vagoni e i passeggeri<br />
iniziarono a scendere sulla banchina mentre quelli che attendevano<br />
di salire si accalcavano alle porte. Signorina rimase a<br />
guardare a bocca aperta quello spettacolo di confusione, la varietà<br />
dei vestiti, i colori, i tipi di bagagli. L’universo intero le parve concentrato<br />
lì, chiuso tra le diverse fogge dei cappelli degli uomini e<br />
delle gonne delle donne, i grandi bauli di pelle lucida e le valigie<br />
strette, di legno e cartone; e poi i fagotti e i pacchi, i cartocci e le<br />
scatole, le borse dalle quali, a volte, spuntavano le teste di un paio<br />
di galline o di un gatto spaventato. E dalla scarsa altezza della sua<br />
visuale mirò le scarpe, l’enorme popolazione di calzature che a due<br />
a due si muovevano attorno ai vagoni, di ogni tinta e modello, consumate,<br />
nuove, coi tacchi alti o piatte come ciabatte. Signorina se<br />
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