Maggio 2012 - n. 55 - Mir i Dobro
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Medjugorje - Pellegrinaggi<br />
Questo gesto semplice,<br />
ma di forte emozione,<br />
ha creato condivisione,<br />
amicizia e commozione.<br />
Ci ha uniti tutti sotto la croce, tra lacrime<br />
e sorrisi, e ha creato un grande legame<br />
tra noi.<br />
Un ringraziamento particolare va a don<br />
Luca, per le profonde meditazioni vissute<br />
durante il Rosario e la via Crucis, trasmettendoci<br />
grande fede, invitandoci a<br />
riscoprire il sacramento della Confes -<br />
sione e creando condivisione.<br />
Un ringraziamento speciale alla nostra<br />
guida che, ha saputo trasmettere il vero<br />
significato di Medjugorje: la sua presenza<br />
tra noi è stata fondamentale per crea-<br />
"Mi ha colpito molto sentire Vicka"<br />
re “gruppo” .<br />
Un caro ringraziamento va a tutte le persone che hanno partecipato a questo pellegrinaggio, dal momento in cui si<br />
sono iscritte, al momento del ritorno a casa, perché ci hanno arricchiti con la loro testimonianza ed esperienza vissuta.<br />
Portiamo a casa un tesoro prezioso, la Pace, la condivisione, la fede di gruppo, la preghiera con il cuore.<br />
Ma il più grande ringraziamento va a Lei, la Regina della Pace, perché è solamente grazie alla Gospa che si è potuto<br />
organizzare questo pellegrinaggio ! E’ lei che ci ha chiamati, noi siamo solo strumenti nelle Sue mani, Lei chiama<br />
tutti, per portarci da suo figlio Gesù.<br />
Medjugorje ora deve continuare a casa, nella nostra comunità cristiana, con le persone che incontriamo ogni giorno.<br />
Si ricomincia così : ci si ritrova ogni martedì sera con il Rosario in mano, e si porta ogni giorno Gesù nel cuore,<br />
questa volta al primo posto nella nostra vita.<br />
Maria Teresa e Fabio<br />
“La preghiera col cuore”<br />
Siamo arrivati a Medjugorje, abbiamo assistito subito all’Apparizione alla Croce blu, ma niente di particolare: solo<br />
un grande fastidio ai piedi per tutti quei sassi, specialmente sul Podbrdo, quella salita mi ha anche un po’ indispettito<br />
perché avevo il fiatone. Infatti, ad ogni formella, partivo un po’ prima degli altri per poter dire la decina con<br />
più calma. Anche qui niente di speciale!<br />
Poi siamo saliti sul Krizevac ed anche lì ancora sassi, anzi, la salita ancora più ripida, però ho notato che i sassi<br />
erano molto levigati ed ho cominciato a pensare: che cosa rende speciale Medjugorje? Non ci vedevo niente, anche<br />
se nella mente cercavo di sgombrare il posto dai negozietti, immaginando di vederla come ai tempi delle prime<br />
apparizioni, sempre nulla di speciale. Ritorno poi a guardare i sassi e comincio a vedere i sassi come le tante difficoltà<br />
della nostra vita, i nostri difetti, i nostri peccati, tutti i nostri problemi e penso al passaggio di milioni di pellegrini<br />
che, con il loro passo, con le loro fatiche, con le loro preghiere, hanno levigato quei sassi e nasce l’idea che<br />
le nostre preghiere quotidiane possano smussare tutti i nostri problemi ed anche plasmare la nostra personalità.<br />
Però, dopo una scivolata, ho subito pensato che i sassi levigati non spaccano i piedi, ma sono più pericolosi ed ho<br />
pensato che, anche nella vita, quello che può sembrarci più comodo può diventare più rischioso, un po’ come le difficoltà<br />
che da un lato danno fastidio, fanno male, però sono i puntelli solidi che ci sostengono per andare avanti.<br />
Continuavo a pensare al fatto che questo luogo sia diventato “il confessionale del mondo”, ed ancora non ci vedevo<br />
niente di particolare.<br />
Ho chiesto a Claudio notizie dei primi tempi, della chiesa, dei luoghi e della gente, cercando di capire questa strana<br />
situazione. Siamo poi arrivati all’Adorazione serale e lì ho avuto la risposta, mi sono ricordato delle parole di<br />
Claudio: “In questo posto non c’è nulla di particolare, solo sassi e rovi, ma ciò che rende Medjugorje diversa dalle<br />
altre località è la preghiera, il modo di pregare”. Ed ho capito: una preghiera semplice, costante, non spettacolare,<br />
come una goccia d’acqua che scava la roccia, semplice come è stata l’Adorazione, insomma, la preghiera col<br />
cuore. Ora ho capito anche i sassi e me li porterò sempre nel cuore.<br />
Maurizio