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Lo sguardo<br />
Il freddo intenso di quest’inverno, con<br />
temperature che hanno toccato i 10 gradi sotto zero, vento,<br />
pioggia e neve, ha costituito un pericolo per la vita di tante<br />
persone che dormono all’addiaccio. Le strutture per persone<br />
senza dimora della <strong>Caritas</strong> rappresentano un rifugio per<br />
chi non ha dove stare. Calore, cibo, un letto, la possibilità<br />
di lavarsi, di ricevere vestiti e accompagnamento: è quanto<br />
offre la Casa dell’Ospitalità di Bolzano a 32 uomini, Casa<br />
Margaret a 18 donne (entrambe in convenzione con i Servizi<br />
sociali di Bolzano) e Casa Arché (finanziata dal Comune di<br />
Merano) a 25 tra donne e uomini.<br />
Senza un tetto sopra la testa, senza un lavoro,<br />
escluse, sole, lacerate nell’animo e disorientate: la maggior parte<br />
delle persone che <strong>Caritas</strong> accoglie nelle strutture per persone senza<br />
dimora ha alle spalle storie personali accidentate o esperienze traumatiche,<br />
fallimenti che le hanno fatte deragliare dai binari di una vita<br />
“normale”. Spesso queste stesse persone provengono da situazioni<br />
familiari segnate da forte disagio e non sono riuscite a sviluppare<br />
autostima: hanno paura di non farcela e non riuscire ad esaudire le<br />
aspettative riposte in loro. Molte persone senza dimora sono cresciute<br />
in contesti molto modesti e non hanno maturato una preparazione<br />
professionale specifica. Si mantengono a galla fino a quando<br />
sono relativamente integrate in una rete di relazioni sociali; nel<br />
momento in cui però questa si dissolve, non hanno più alcun punto<br />
di riferimento per superare le avversità. Il Piano sociale provinciale<br />
indica in 300 le donne e gli uomini senza dimora che cercano riparo<br />
nelle strutture di accoglienza delle città dell’Alto Adige ma molte, di<br />
fatto, non vengono nemmeno rilevate. Non sono calcolate quelle<br />
persone che vivono in situazioni di vita precarie, che vivono temporaneamente<br />
in appartamenti condivisi da più persone, che abitano<br />
per un po’ di tempo da amici, nelle automobili, in case abbandonate<br />
o nei fienili dei masi. Sono casi da non escludere, presenti anche nei<br />
più piccoli Comuni dell’Alto Adige. “Sarebbe necessario che tutti i<br />
Comuni realizzassero una ricerca sistematica e completa del fenomeno”,<br />
si afferma nel Piano sociale provinciale 2007-2009.<br />
18 01/2010 <strong>Aiutare</strong><br />
Fuori,<br />
ai margini<br />
della vita<br />
La mancanza di<br />
una dimora non<br />
è esclusiva di una<br />
sola categoria di<br />
persone: riguarda<br />
entrambi i sessi,<br />
tutte le età e le<br />
diverse classi<br />
sociali.<br />
“Vorrei mettere in chiaro una cosa”, spiega Giulia Frasca, responsabile<br />
della Casa Margaret, struttura per donne senza dimora a Bolzano,<br />
“nessuno dorme in strada perché preferisce questa soluzione al<br />
calore di una casa. Per diverse ragioni, spesso a causa di malattie<br />
psicologiche, le persone senza dimora non sono in grado di sfruttare<br />
le offerte di servizi che hanno a disposizione o di proteggersi<br />
a sufficienza dal freddo”. Già solo possedere un sacco a pelo per<br />
queste persone potrebbe segnare il confine tra la vita o la morte.<br />
Perciò i collaboratori di <strong>Caritas</strong> a Merano distribuiscono sacchi a<br />
pelo a quanti non possono accedere alla casa perché tutti i posti<br />
sono occupati o che non sanno attenersi alle regole minime di comportamento<br />
previste dalla struttura. Inoltre, tre anni fa, <strong>Caritas</strong> ha<br />
inaugurato a Merano un alloggio notturno in cui possono dormire e<br />
mangiare quelle persone senza dimora che, a causa delle loro problematiche,<br />
non riescono a trovare un posto in nessun altro servizio.