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Link al File PDF - Le Famiglie della Visitazione

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Andiamo a conoscere la Tanzania<br />

Lasciamo la strada asf<strong>al</strong>tata e ci inoltriamo su uno sterrato tra campi di<br />

grano gi<strong>al</strong>lo che, nella luce del tramonto, sono molto suggestivi. <strong>Le</strong> colline<br />

intorno sono tutte un susseguirsi di colori: rosso scuro <strong>della</strong> terra, gi<strong>al</strong>lo il<br />

granoturco, verde di piantagioni di caffè, verde di boschetti di <strong>al</strong>beri; la<br />

pista è terribile ma il paesaggio splendido.<br />

La casa dei fratelli S.C.I.M è molto graziosa, ha intorno un bellissimo<br />

giardino con un maestoso cipresso ed è immersa in una piantagione di<br />

caffè. Veniamo accolti con grande cortesia. Dopo aver sistemato i nostri<br />

bagagli nelle stanze un po’ spartane, ci ritroviamo nella s<strong>al</strong>a da pranzo<br />

davanti ad un grande camino acceso, dove ci viene servita una buona e<br />

gustosa cena.<br />

Nel dopocena, il responsabile <strong>della</strong> casa, ci intrattiene raccontandoci la<br />

storia di questa fattoria che ora è anche un “agriturismo” di proprietà dell’<br />

ARCIDIOCESI di ARUSHA.<br />

In passato era stata di proprietà di una famiglia di origine tedesca i<br />

FROWER, i qu<strong>al</strong>i, dovettero rinunciarci quando gli inglesi fecero <strong>della</strong> Tanzania<br />

una loro colonia. Di passaggio in passaggio, è divenuta poi proprietà<br />

<strong>della</strong> Diocesi. Con i proventi delle attività <strong>della</strong> fattoria, la Diocesi, può finanziare<br />

diverse <strong>al</strong>tre opere. Belli cotti di stanchezza, ce ne andiamo a<br />

dormire ammirando prima, un favoloso cielo stellato.<br />

Mercoledì 13 luglio 2005<br />

Oldeani – Olduvai Gorge - Ngorongoro (Brandolini)<br />

Oggi era ed è il giorno più atteso: il giorno di Ngorongoro.<br />

Avevamo la consapevolezza che tutto quello che, rapiti, avevamo visto nei<br />

documentari, ci sarebbe apparso davanti agli occhi come una comune<br />

re<strong>al</strong>tà, facente parte di un universo diverso e unico, l’universo del continente<br />

nero, l’Africa.<br />

Sapevamo che avremmo osservato la natura in ogni sua sfaccettatura.<br />

Al mattino partimmo, dopo aver abbondantemente mangiato a colazione,<br />

come credo sia ormai una consuetudine.<br />

Tre jeep ci accompagnarono dapprima ad Olduvai Gorge, dove visitammo<br />

un piccolo, ma importante museo, dove c’erano i c<strong>al</strong>chi delle impronte<br />

lasciate, milioni di anni da fa, da <strong>al</strong>cuni Austr<strong>al</strong>opitechi; erano presenti anche<br />

<strong>al</strong>cuni utensili e <strong>al</strong>cuni teschi rinvenuti negli scavi.<br />

Il panorama che si presentava era meraviglioso, guardammo frettolosamente<br />

il piccolo mercatino vicino <strong>al</strong> museo e ascoltammo le parole <strong>della</strong><br />

guida che ci spiegava dettagliatamente, in inglese, tutto ciò che riguardava<br />

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