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Link al File PDF - Le Famiglie della Visitazione

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39<br />

Andiamo a conoscere la Tanzania<br />

mo tutti a fare una bella passeggiata per la via princip<strong>al</strong>e del villaggio.<br />

Un’aria gelida e pungente ci sfiora e arrossa i nostri nasi. E’ il primo giorno<br />

veramente freddo da quando siamo qui! (eccezion fatta forse … per quando<br />

eravamo nel cratere). Ci stringiamo le nostre giacche a vento mentre<br />

camminiamo seguiti da gruppetti di bambini incuriositi che sorridono e sghignazzano.<br />

Ci fermiamo per un po’ nei pressi di un mulino a motore, dove,<br />

di tanto in tanto, arrivano bimbetti/e con ceste sulla testa piene di granoturco,<br />

magro e <strong>al</strong> tempo stesso prezioso raccolto per tante bocche da sfamare.<br />

Alcuni ragazzini sorridono cercando di parlare con noi mettendo in atto le<br />

loro conoscenze d’inglese, forse apprese sui banchi di scuola: “What is<br />

your name?” “How old are you?” ….. E noi cerchiamo di rispondere e di<br />

ricambiare tra l’imbarazzo e la gioia dei bambini. Alcuni di loro, più piccoli,<br />

mangiano un frutto che esteriormente ci ricorda l’aspetto del fico ma <strong>al</strong>l’interno<br />

è sanguigno. E’ detto il “frutto del sangue”.<br />

Lungo la strada sterrata e sassosa, poco più avanti, troviamo un botteghino,<br />

una specie di minimarket dove si trova un po’ di tutto, dai teli (kanga)<br />

<strong>al</strong>le bibite, <strong>al</strong>l’olio, <strong>al</strong> s<strong>al</strong>e, <strong>al</strong> pesce fritto, secco, il tutto avvolto in fogli di<br />

giorn<strong>al</strong>e o messo in grandi sacchi.<br />

Occhi scuri, benevoli, ci osservano e ci scrutano <strong>al</strong> nostro passare.<br />

Il cielo grigio, coperto e l’aria pungente avvolgono questo modesto e dignitoso<br />

paesaggio fatto di case o meglio di capanne col tetto di paglia, di<br />

canne o di lamiera, coi muri fatti di terra, di pietre costruite a mano, caratterizzato<br />

da piante di banane, da rovi, da coltivazioni esili di granturco e da<br />

spazi incolti. Esili pulcini e g<strong>al</strong>linelle razzolano qua e là.<br />

I sentieri solcati da tempo rivelano la povertà di questa gente costretta a<br />

ore e ore di cammino anche per procurarsi le cose più essenzi<strong>al</strong>i, l’acqua<br />

e il cibo. Eppure sui loro volti oltre <strong>al</strong>la fatica e <strong>al</strong>la miseria si coglie dignità,<br />

rispetto, serena rassegnazione, pace.

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