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37<br />

Andiamo a conoscere la Tanzania<br />

Domenica 24 luglio 2005<br />

Mapanda (Sonia)<br />

La giornata comincia <strong>al</strong>le 6,30, quando fuori è ancora buio, la recita e il<br />

dolce canto del mattutino nella cappella delle sorelle e dei fratelli. Segue<br />

una natur<strong>al</strong>e divisione dei compiti: chi prepara la Messa o il necessario per<br />

essa, chi lava i piatti e i bicchieri <strong>della</strong> sera, chi imbastisce, imposta il ragù<br />

per il pranzo o meglio integra, mescolando <strong>al</strong>tri ingredienti a quelli già preparati<br />

da Tommaso (funghi, prosciutto, cavolo cotto).<br />

Dopo la colazione e il riordino, <strong>al</strong>le 10, ci rechiamo tutti nella Chiesa di<br />

Mapanda, proprio dietro le “Tende di Abramo” (attu<strong>al</strong>e <strong>al</strong>loggio di <strong>al</strong>cuni di<br />

noi).<br />

Nel piazz<strong>al</strong>e, sui gradini e <strong>al</strong>l’interno, parecchie persone sono già disposte<br />

o si stanno preparando a partecipare <strong>al</strong>la S. Messa. <strong>Le</strong> donne avvolte nelle<br />

loro colorite kanga portano sulle sp<strong>al</strong>le o <strong>al</strong> seno deliziosi bimbetti che ci<br />

guardano incuriositi. Ci sediamo sulle panche <strong>della</strong> modesta chiesa e <strong>al</strong>cune<br />

di loro si spostano, si stringono gentilmente per far posto a chi è<br />

rimasto in piedi. Ci sentiamo molto osservate e indegnamente riverite. Il<br />

clima intorno è sereno e c’è un via vai di persone e di bimbi piccoli.<br />

Il coro con canti ritmati ci avvolge e ci coinvolge, stupendoci con i suoi<br />

artigian<strong>al</strong>i strumenti (una croce con appesi dei tappi di bottiglia schiacciati<br />

e infilati nei chiodi, tamburi, ecc.). <strong>Le</strong> voci trasmettono straordinaria gioia:<br />

è domenica, è festa! “E’ la festa <strong>della</strong> risurrezione, del passaggio cioè di<br />

Gesù d<strong>al</strong>la morte <strong>al</strong>la vita e anche di ciascun battezzato che è unito a Lui<br />

con il battesimo” ci dirà poco dopo don Giuseppe Scimè.<br />

L’inizio <strong>della</strong> Messa slitta <strong>al</strong>le 10,30 ma quasi non ce ne accorgiamo perché<br />

siamo immersi nei ritmi spiritu<strong>al</strong>i africani che oltre a ben disporre l’animo<br />

creano una straordinaria atmosfera fraterna.<br />

Nel frattempo ci raggiungono Giuseppe, Maurizia e un gruppo di amici che<br />

avevamo incontrato ad Iringa d<strong>al</strong> Vescovo Tarcisio (Bruna e Lucio). Accanto<br />

a don Giuseppe siedono <strong>al</strong>la sua sinistra l’insostituibile e preziosissimo<br />

traduttore Gabriele e <strong>al</strong>la sua destra Stefano, il diacono, e un bel numero<br />

di catechisti loc<strong>al</strong>i. La S. Messa, vista la numerosa affluenza, è celebrata<br />

in swahili con grande impegno di don Giuseppe e Stefano nel leggere<br />

i testi nella lingua loc<strong>al</strong>e.<br />

Un catechista che precede il prete nell’omelia dice che tutti abbiamo un<br />

tesoro nel cuore, una perla preziosa. Questa perla è Gesù, è il Battesimo<br />

che ci unisce a Lui e ci dà la possibilità di distinguere il bene d<strong>al</strong> m<strong>al</strong>e. E’

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