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Sono scelte istintuali, o sono motivate dalla ragione?<br />
Tutte e due le cose. La forma geometrica del cubo non esiste in<br />
natura: l’ho scelta apposta perché rappresenta la forma razionale<br />
per eccellenza.<br />
Lo vedo come la scatola dei condizionamenti nella quale l’uomo si<br />
rinchiude da solo; ma dove la scatola è corrosa e rotta, lì c’è la sua<br />
autodeterminazione e la sua tensione verso la libertà. La piramide<br />
simboleggia invece la ricerca del trascendente. Le mie piramidi<br />
hanno proporzioni quasi gotiche, strette alla base e molto lunghe,<br />
perché secondo me la tensione verso l’alto si esalta e si configura<br />
proprio in questo modo.<br />
La sfera è il simbolo della perfezione e della spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à, ed è<br />
la figura geometrica che mi ha ispirato più soluzioni creative:<br />
interrotta e corrosa mostra la perfettibil<strong>it</strong>à e l’incompiutezza<br />
dell’uomo. In certi casi, nelle mie opere Sfera con sfera, la<br />
perfezione può risiedere in una seconda sfera che sta all’interno<br />
dell’altra. Non sempre però.<br />
Dove manca la sfera interna, è perché l’uomo spesso non riesce<br />
a trovare la sua essenza. Adesso mi sto dedicando a forme più<br />
aperte, meno legate alla forma geometrica pura.<br />
Nel Cono e nella Colonna-energia è impresso un<br />
movimento rotatorio, una forte spinta verso l’alto, verso<br />
Dio.<br />
Parliamo dei pieni e dei vuoti nelle sue opere. Cosa<br />
significano per lei?<br />
Il vuoto fa parte del pieno: il corpo dell’uomo è<br />
avvolto di energia ed è pieno di energia spir<strong>it</strong>uale.<br />
Questa energia che ci avvolge, voglio farla entrare<br />
nelle mie opere, per farle vivere, respirare, pulsare.<br />
Quindi diciamo che la sua ricerca astratta<br />
informale non è la fuga dall’uomo, ma è la<br />
narrazione per l’uomo, dell’uomo, e nell’uomo,<br />
delle parti invisibili che solo un arista può<br />
decodificare, anche a costo di rinunciare alla<br />
realtà visibile.<br />
Si tratta quindi di una realtà altra,<br />
che lei porta sul piano della ricerca<br />
plastica.<br />
La forma astratta dà libertà<br />
perché non è condizionata<br />
dalla forma esteriore.<br />
In questo modo si può<br />
attingere liberamente<br />
al non visibile e alla<br />
profond<strong>it</strong>à dello<br />
spir<strong>it</strong>o. Dal mio<br />
punto di vista le<br />
uniche sculture<br />
figurative<br />
che mi<br />
attraggono<br />
sono i<br />
Prigioni<br />
di<br />
Michelangelo.<br />
Quando lei parla di Michelangelo viene in luce il suo<br />
museo privato, il Rinascimento. Ma allora lei non si<br />
riconosce nell’arte plastica del Novecento.<br />
Diciamo che nel Rinascimento l’uomo era<br />
posto al centro dello spazio e la fiducia nelle<br />
sue potenzial<strong>it</strong>à era immensa.<br />
Nella cultura contemporanea tutto<br />
questo non c’è. Io invece voglio<br />
ancora credere che l’uomo,<br />
cambiando se stesso, possa<br />
cambiare il mondo.<br />
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