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pur accettando di esporre, Giulio
Paolini e Michelangelo Pistoletto, che
hanno inviato lettere di contestazione,
mentre a negare le opere di un altro
grande della scultura quale Fausto
Melotti è stata la figlia Marta.
E di già che ci siamo, citiamo
qualche altra assenza illustre, da
Mimmo Paladino (l’unico della
transavanguardia non invitato. Perché?)
a Turcato, Dorazio, Santomaso,
Cremonini, Tornabuoni, Calzorari e
tanti altri, per finire con la “ pittura
analitica” che tanto rilievo ha avuto
nell’arte italiana degli anni settanta.
Accanto a pittori semi-sconosciuti,
o considerati (da chi e perché?)
emergenti, abbondano comunque
gli artisti noti o notissimi, fra i quali
Burri, Carla Accardi, Cattelan, Chia,
Clemente, Cucchi, Fabro, Anselmo,
Ontani, Piero Gilardi, Vezzoli, Boetti,
De Dominicis, Merz, Penone, Salvo,
Vanessa Beecroft, Carol Rama,
Domenico Gnoli, Pino Pascali,
Schifano, Festa, Adami, Tadini,
Mimmo Rotella, Ettore Sottsass e
Gianfranco Ferroni.
Sanno di revisionismo, ma sono anche
provocazioni coraggiose, le presenze
di Pietro Annigoni e, nella stessa
sala, dei generali di Enrico Baj, noto
antimilitarista, posti accanto all’enorme
tela dei Funerali di Togliatti di Renato
Guttuso, un quadro di impostazione
quasi militaresca.
Avrà successo “Italics. Arte italiana fra
tradizione e rivoluzione 1968-2008”?
Probabilmente sì. E’ organizzata dal
Palazzo Grassi del mecenate francese
Francois Pinault, in collaborazione
con il Museum of Contemporary Art
di Chigago, dove verrà trasferita dopo
l’edizione italiana.
Vi espongono 106 artisti con oltre 250
opere.
Italics segue la mostra storica “Roma
e i Barbari”, che si è chiusa con
un bilancio lusinghiero, come ha
sottolineato l’amministratore delegato
di Palazzo Grassi Monique Veaute, con
oltre 211mila visitatori in 176 giorni,
pari a una media giornaliera di oltre
1200.
Per la sua “Italics”, Bonami è
ottimista. Di tanti rischi solo uno ha
voluto evitare: “Quello di riscrivere
una storia già scritta”. Delle tante
critiche non si preoccupa, la mostra
di Palazzo Grassi, la più importante
sugli ultimi quarant’anni di arte
italiana, “costringerà critici, spettatori,
giornalisti, a riflettere. Non dobbiamo
aver paura dell’esplosione della cultura,
non è una centrale nucleare, quando
scoppia fa più bene che male”.
SOPRA:
MAURIZIO CATTELAN
ALL, 2008
9 SCULTURE
MARMO BIANCO DI CARRARA
DIMENSIONI VARIABILI
INSTALLATION VIEW
PALAZZO GRASSI
Perhaps no single exhibition in Italy has been so
successful in attracting negative verdicts, so ferocious
and obscene to the point of being insulting. “The
list of artists invited? Indecent”, according to Achille
Bonito Oliva who defines Bonami as a Philippine
or a hairdresser. In an article In the Corriere della
Sera, Giorgio Cortenova wrote an artiche entitled
Naufragio pilotato (A Piloted Wreck). A sad, grey,
unassuming exhibition. It compares tradition to
revolution, without realizing that often the former
stems from the latter and is not in collision with it.
Yet, it’s an exhibition that deserves a visit because
between incredible absences and not few contradictions,
some importance undoubtedly should be recognized.
Inevitably the negative or debatable aspect ends up
prevailing and Francesco Bonami did little or nothing
to avoid it. Better yet, it seems that he was the one to
add fuel to the flames in stating that the only reason
he inserted the Venetian painter Emilio Vedova was
strictly because the exhibition was organized in
Venice. Otherwise…
That would not have been the only sensational
absence, point being however that the uninvited artists
did not feel excluded and many actually would, on the
contrary, rather not be present.
Next to little-known artists or considered (by whom
and why?) emerging, there is a host of those known or
well-known, such as Burri, Carla Accardi, Cattelan,
Chia, Clemente, Cucchi, De Maria, Fabro, Anselmo,
Ontani, Piero Gilardi, Vezzoli, Boetti, De Dominicis,
Merz, Penone, Salvo, Vanessa Beecroft, Carol Rama,
Domenico Gnoli, Pino Pascali, Schifano, Festa,
Adami, Tadini, Mimmo Rotella, Ettore Sottsass e
Gianfranco Ferroni.
The presence of Pietro Annigoni in the same hall
with the generals of Enrico Baj, (known for his antimilitary
stand) which is placed next to the enormous
painting Funerali di Togliatti , by Renato Guttuso
with its military layout, all smell of Revisionism but
they are also courageous provocations.
The exhibition is organized at Palazzo Grassi by the
French art collector Francois Pinault, in collaboration
with the Chicago Museum of Contemporary Art,
where it will be relocated after the Italian viewing.
106 artists with over 250 works of art are on display.
Italics follows the exhibition Rome and the Barbarians
which closed with a positive profit, as noted by the
Managing Director of Palazzo Grassi, Monique
Veaute, with over 211,000 visitors in 176 days,
equivalent to a daily average of more than 1200.
Translated from the original text by Valencia Scott