Alpinismo a quattro mani.pdf - StudiareSardegna.it
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Introduzione<br />
XXXI<br />
un uomo che vola con aria atterr<strong>it</strong>a, il sacco di traverso e il<br />
cosciotto di montone librato sullo sfondo del cielo; in basso<br />
i tre compagni che attendono l’atterraggio.<br />
Sappiamo dalla Engel che Reynaud non apprezzò il resoconto<br />
di Wymper, soprattutto per l’allusione a una possibile<br />
pedata, decisiva nel convincere il t<strong>it</strong>ubante a spiccare il<br />
salto. “Questa insinuazione e il disegno che l’accompagnava<br />
nel libro di Whymper, resero giustamente furibondo<br />
Reynaud, ed erano certo esagerati, perché l’umorismo di<br />
Whymper non è né originale né sottile” 37 .<br />
Può essere che, sotto il profilo umano, Whymper abbia<br />
esagerato, ferendo la sensibil<strong>it</strong>à di Reynaud. Ma, sotto il<br />
profilo letterario, non c’è alcun dubbio che i suoi Scrambles<br />
(‘arrampicate’, ma anche, con affascinante understatement,<br />
‘scarpinate’) non potevano non cost<strong>it</strong>uire un modello per la<br />
successiva letteratura alpina 38 .<br />
37 C. E. ENGEL, Storia dell’alpinismo, c<strong>it</strong>., p. 103.<br />
38 Può essere utile leggere, anche a raffronto con l’opinione della Engel,<br />
quanto scrive Massimo Mila a propos<strong>it</strong>o di Whymper e degli altri tre<br />
evangelisti. Da notare come Mila non trovi in Whymper traccia di quello<br />
stile umoristico che, tra breve – e Mila mostra di non apprezzare –<br />
dilagherà nella letteratura: “ il réc<strong>it</strong> d’ascension ha i suoi grandi padri nei<br />
patriarchi fondamentali dell’alpinismo. Si potrebbe individuarne i <strong>quattro</strong><br />
evangelisti in Whymper, Mummery, Leslie Stephen e Javelle. I primi<br />
due sono troppo noti perché si possa parlarne sommariamente. Quando<br />
ci saranno cattedre univers<strong>it</strong>arie di storia dell’alpinismo, le tesi di laurea<br />
li tratteranno a fondo. Più grande disegnatore che scr<strong>it</strong>tore, il primo sal<strong>it</strong>ore<br />
del Cervino era un freddo, un descr<strong>it</strong>tore preciso e minuzioso<br />
(com’erano i suoi disegni al tratto), sempre attento a non lasciarsi sopraffare<br />
dalla retorica e dall’emozione. Era un temperamento grave, atteggiato<br />
a serietà, e alieno da quell’umorismo che ben presto dilagherà nella letteratura<br />
di montagna col libro del suo grande successore, conquistatore<br />
del Grépon, morto nel lontano Nanga Parbat. Le mie scalate nelle Alpi e<br />
nel Caucaso, di Mummery, sono diventate la bibbia di generazioni d’alpinisti,<br />
ai quali hanno insegnato a non prendersi troppo sul serio, a<br />
sdrammatizzare le difficoltà incontrate e gli ostacoli superati, ben sapendo<br />
che all’attenzione dell’intend<strong>it</strong>ore apparirà tanto più alta la bravura di