….Credo che,attraverso i propri studenti,una vera scuola dovrebbe ...
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La <strong>scuola</strong> psicosomatica di Parigi (P. Marty – M. de M’ Uzan)<br />
Prende le mosse dalla critica alla <strong>scuola</strong> di Alexander e delle teorie di Dunbar.<br />
Afferma infatti <strong>che</strong> la somatizzazione è ubiquitaria e può fondersi su qualunque<br />
struttura mentale. Non si tratterebbe più, quindi, di mettere l’accento sulle nevrosi<br />
viscerali e sulla personalità premorbosa, ma si evidenziano due canoni fondamentali.<br />
I canoni della <strong>scuola</strong> di Parigi<br />
1- difetto di mentalizzazione<br />
2- dominanza del pensiero operatorio (pensèeoperatoire)<br />
1- il difetto di mentalizzazione<br />
Nei pazienti psicosomatici sarebbe dunque possibile descrivere <strong>una</strong> “insufficienza dei<br />
processi di mentalizzazione” , con notevole povertà della vita fantasmatica e scarso<br />
uso dei meccanismi difensivi mentali.<br />
È tipico notare l’apparente assenza di conflitti e di problemi psicologici, e la tendenza<br />
a mantenere il colloquio sul piano del reale e del concreto.<br />
L’energia <strong>che</strong> non può essere legata alle strutture difensive nevroti<strong>che</strong> tende quindi a<br />
scaricarsi primitivamente e distruttivamente sul corpo, portando alla formazione del<br />
sintomo.<br />
2- il pensiero operatorio<br />
È un tipo di pensiero solidamente legato alla realtà concreta, ai fatti e alle cose, con<br />
scarsa tendenza ai sogni, alle fantasie, ai lapsus (inibizione rappresentativa), o dal<br />
loro emergere in modo non elaborato, e con <strong>una</strong> poco manifesta colorazione affettiva.<br />
Il paziente sembra più il testimone <strong>che</strong> l’agente della sua vita. La comunicazione<br />
avviene solo in forma di reduplicazione (reduplication) e di illustrazione dell’azione.<br />
Il difficile accesso alla vita mentale<br />
Del resto, questo soggetto accetta <strong>che</strong> la risoluzione dei problemi passi solo <strong>attraverso</strong><br />
l’intervento del pensiero operatorio, mentre non può essere attuata a livello psichico.<br />
Tale concretezza si ritrova an<strong>che</strong> nella sfera onirica: i sogni di questo tipo di paziente<br />
riproducono fedelmente situazioni reali, mentre non si ritrovano i meccanismi classici<br />
presenti nel sogno (condensazione, spostamento, inversione) <strong>che</strong> consentono di<br />
interpretarlo.<br />
I disturbi psicosomatici e le malattie psicosomati<strong>che</strong><br />
Vi è in effetti <strong>una</strong> distinzione, operata da de M’ Uzan, tra i disturbi psicofunzionali,<br />
semplici variazioni nel livello di attività di <strong>una</strong> funzione fisiologica (aumento o<br />
diminuzione), e le vere e <strong>propri</strong>e malattie psicosomati<strong>che</strong>, <strong>che</strong> comportano reali<br />
alterazioni a livello umorale, vascolare, trofico. Se le prime possono in parte rientrare<br />
nei sintomi da conversazione, le seconde sono entità autonome, caratterizzate dalla<br />
originalità psicodinamica prima descritta.<br />
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