Progetto di Ricerca La Maremma e gli Usi Civici: fenomeno ...
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Simona Bellugi<br />
<strong>Progetto</strong> <strong>di</strong> <strong>Ricerca</strong><br />
<strong>La</strong> <strong>Maremma</strong> e <strong>gli</strong> <strong>Usi</strong> <strong>Civici</strong>: <strong>fenomeno</strong> analizzato<br />
attraverso le vicende storiche che segnarono<br />
l'esistenza <strong>di</strong> molte comunità maremmane.
<strong>La</strong> <strong>Maremma</strong> e <strong>gli</strong> <strong>Usi</strong> <strong>Civici</strong>: <strong>fenomeno</strong> analizzato attraverso le vicende storiche<br />
che segnarono l'esistenza <strong>di</strong> molte comunità maremmane.<br />
<strong>La</strong> riven<strong>di</strong>cazione de<strong>gli</strong> usi civici impegnò molti paesi della <strong>Maremma</strong> grossetana a co-<br />
minciare dalla seconda metà dell'Ottocento, per esplodere, poi, ai primi del Novecento e pro-<br />
trarsi per alcuni anni oltre il dopoguerra.<br />
Tali atteggiamenti evidenziarono l'interesse <strong>di</strong> comunità povere verso quest'istituzione,<br />
fonte integrativa dell'economia locale, che, spesso, non riusciva a supplire al fabbisogno quo-<br />
ti<strong>di</strong>ano.<br />
I <strong>di</strong>ritti collettivi 1 , come è testimoniato dalla legislazione pre-comunale, potevano andare<br />
dal pascolo all'approvvigionamento idrico coinvolgendo, quin<strong>di</strong>, tutto ciò che la natura produ-<br />
ceva spontaneamente.<br />
Le origini dell'uso civico, in <strong>Maremma</strong>, risalgono al periodo me<strong>di</strong>evale e consistono, ge-<br />
neralmente, nel <strong>di</strong>ritto collettivo <strong>di</strong> pascolo per la posizione rilevante, che la pastorizia rivesti-<br />
va nell'economia del territorio.<br />
Per molto tempo, pertanto, quest'area rimase legata al sistema dei pascoli sfruttati, preva-<br />
lentemente, attraverso la Dogana dei Paschi e che come affermavano i senesi “ sia quella che<br />
gitta maggior frutto et utilità alla comunità ” 2 .<br />
Proprio sulla presenza del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> pascolo in <strong>Maremma</strong> ci sono una serie <strong>di</strong> autorevoli<br />
interventi degni <strong>di</strong> nota.<br />
Da una parte Arturo Pallini scriveva che non “ si conosceva nella <strong>Maremma</strong> senese l'uso<br />
1 Il termine “<strong>di</strong>ritto collettivo” viene utilizzato, anche se impropriamente, per definire vari tipi <strong>di</strong> iura in re, <strong>di</strong><br />
cui può essere titolare una comunità. Risulta, tra l'altro, conforme alla terminologia utilizzata dalla legislazione<br />
toscana.<br />
2 Tocchini L., “<strong>Usi</strong> civici e beni comunali nelle riforme leopol<strong>di</strong>ne”, in Stu<strong>di</strong> storici, II (1961), n. 2 aprile<br />
giugno, p.226.<br />
1
civico <strong>di</strong> pascolo” e che, anzi, “ dei veri usi civici non vi sono mai stati nella Provincia Infe-<br />
riore Senese” ma riba<strong>di</strong>va la persistenza solo <strong>di</strong> un dominio del Comune, che garantiva l'uti-<br />
lizzo ai suoi membri 3 .<br />
Mentre, dall'altro lato, Neri Ba<strong>di</strong>a, proprio, riferendosi alla <strong>Maremma</strong> senese precisava,<br />
che in questa fascia <strong>di</strong> terra si preferì scoraggiare, in linea <strong>di</strong> principio, l'istituzione <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>te<br />
private e la recinzione dei campi, così che il mantenimento del pascolo <strong>di</strong> Dogana poté accor-<br />
darsi bene con la conservazione e tutela de<strong>gli</strong> usi civici <strong>di</strong> pascolo 4 .<br />
Oltre, al pascolo <strong>di</strong> Dogana, <strong>di</strong> cui era originariamente titolare lo Stato senese, in Marem-<br />
ma vi si trovava il pascolo <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ta pubblica 5 , che, generalmente, spettava alle comunità, ad<br />
uffici e cariche pubbliche. Tale poteva essere venduto o affittato, per un certo periodo dell'an-<br />
no, <strong>di</strong>rettamente oppure attraverso l'ausilio <strong>di</strong> interme<strong>di</strong>ari ad allevatori ed a pastori.<br />
Ai membri delle comunità, invece, semplicemente, per la loro appartenenza spettava il<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> pascolo collettivo o universale 6 (le c.d. Ban<strong>di</strong>te <strong>di</strong> <strong>Usi</strong> o Confini) in terreni in cui po-<br />
tevano accedere, esclusivamente, le bestie dei paesani.<br />
Ogni comunità provvedeva a regolare statuariamente l'uso <strong>di</strong> queste Ban<strong>di</strong>te, “proibendo<br />
alcune il pascolo per i bestiami forestieri, salvo che per i buoi domati, che avessero arato nel<br />
territorio comunale” 7 ovvero, altre ne ammettevano l'uso solo per coloro che, dopo aver abita-<br />
to nel luogo per un periodo <strong>di</strong> tempo prefissato, venivano ammessi alla citta<strong>di</strong>nanza dal Con-<br />
si<strong>gli</strong>o generale del Comune (cioè dall'assemblea più ampia ed autorevole composta da tutti i<br />
3 Pallini A., I pretesi usi civici ne<strong>gli</strong> antichi territori e corti del Sasso e <strong>di</strong> Vicarello <strong>di</strong> <strong>Maremma</strong>, Grosseto, 1930,<br />
pp. 62-63.<br />
4 Neri Ba<strong>di</strong>a G. B., Decisiones et responsa iuris, I-II, Florentiae, 1769-1776, tom. I, dec. LI, p. 460.<br />
5 Monaci G., , Paganico: appunti <strong>di</strong> storia ( dalle origini al 1581), Grosseto, 1993, pp. 33-40.<br />
6 Dani A., <strong>Usi</strong> civici nello Stato <strong>di</strong> Siena <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>cea, Bologna, 2003, pp. 199-201.<br />
7 Vedere nota 2.<br />
2
capifami<strong>gli</strong>a, denominata Consi<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> un uomo per casa o Consi<strong>gli</strong>o <strong>di</strong> popolo) 8 .<br />
L'ammissione all'uso <strong>di</strong> questi terreni, da parte dei nuovi arrivati, presentava modalità più<br />
semplici in quei Comuni, scarsamente abitati o dove, vi era la necessità <strong>di</strong> maggiore forza la-<br />
voro per supplire alle esigenze dell'organizzazione agricola 9 .<br />
In linea generale, il <strong>fenomeno</strong> dell'uso civico andò scemando fino a scomparire, tra Due-<br />
cento e Trecento, nei territori delle città maggiori, dove i citta<strong>di</strong>ni acquistava terreni da far la-<br />
vorare ai propri conduttori o mezzadri.<br />
Il <strong>di</strong>scorso, invece, fu ben <strong>di</strong>verso per la zona della <strong>Maremma</strong> lontana dal dominio della<br />
città, in cui sembra, che una proprietà fon<strong>di</strong>aria piena, nel senso attuale, costituisse più l'ecce-<br />
zione che la regola. Aspetto, che risulta essere confermato dalla Visita dell'Au<strong>di</strong>tore Bartolo-<br />
meo Gherar<strong>di</strong>ni, infatti, nella grande maggioranza dei Comuni rientranti nella fascia della Ma-<br />
remma permaneva, ancora, il pascolo collettivo 10 .<br />
Il paesaggio della <strong>Maremma</strong>, quin<strong>di</strong>, era caratterizzato da piccoli appezzamenti terrieri<br />
costituiti, per la maggior parte, da orti e colture pregiate nei pressi dell'abitato, oggetto <strong>di</strong> for-<br />
me piene <strong>di</strong> go<strong>di</strong>mento in<strong>di</strong>viduale ma più che ci si allontanava dal villaggio o castello, più le<br />
risorse <strong>di</strong>venivano <strong>di</strong> tutti 11 .<br />
<strong>La</strong> “Maritima” senese risultava essere dalle varie Visite, che la videro protagonista, solo<br />
una plaga incolta e <strong>di</strong>sabitata, per lo più coperta da aree paludose, caratterizzata da un'aria<br />
malsana, ove la vita quoti<strong>di</strong>ana risultava essere molto <strong>di</strong>fficile 12 .<br />
8 Ascheri M., Nar<strong>di</strong> L., Valacchi F., Pari ed il suo statuto, Siena, 1995, p. 1-56. Nella comunità <strong>di</strong> Pari, i nuovi<br />
arrivati potevano essere ammessi al terrierato, solo dopo un periodo <strong>di</strong> residenza pari a 10 anni.<br />
9 Dani A., <strong>Usi</strong> civici cit., p. 82.<br />
10 Gherar<strong>di</strong>ni B., Visita fatta nell'anno 1676 alle città, terre, castelli, comuni e comunelli dello Stato della città <strong>di</strong> Siena,<br />
manoscritti conservati presso l'Archivio <strong>di</strong> Siena, con le segnature MS D 82-86.<br />
11 Dani A., <strong>Usi</strong> civici cit., p. 164.<br />
12 <strong>La</strong> <strong>Maremma</strong> senese fu conosciuta dai Me<strong>di</strong>ci attraverso le “ visite” amministrative effettuate da funzionari<br />
granducali, senesi o fiorentini, che erano necessarie per racco<strong>gli</strong>ere dati ed informazioni per il governo del<br />
territorio.<br />
3
L'uso civico, in <strong>Maremma</strong>, pertanto, si istituì, prevalentemente, su “terre incolte, per lo<br />
più paludose o malsane o coperte <strong>di</strong> boschi sui monti ” ma nonostante la loro collocazione<br />
”in molti paesi, e sopratutto in montagna o nei paduli, rendevano possibile la vita a un vasto<br />
numero <strong>di</strong> abitanti. <strong>La</strong> loro utilità è molteplice: i terreni incolti assicurano al bestiame minu-<br />
to e grosso quel minimo <strong>di</strong> pascolo, che né <strong>gli</strong> ancora rari prati naturali, né i terreni tenuti a<br />
maggese possono offrire; lo ius pascen<strong>di</strong>, gratuito o con pagamento <strong>di</strong> una leggera fida, per-<br />
mette ai più poveri <strong>di</strong> poter mantenere qualche bestia o <strong>di</strong> prendere spesso in soccida, mentre<br />
i pastori <strong>di</strong> ritorno dalle maremme hanno un punto <strong>di</strong> appoggio sicuro per i loro greggi; lo<br />
ius ligna<strong>di</strong> e il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ruspo assicurano legna e castagne nei boschi e nei castagneti comu-<br />
nali” 13 .<br />
Il <strong>di</strong>battito su<strong>gli</strong> usi civici iniziò dopo l'emanazione de<strong>gli</strong> e<strong>di</strong>tti <strong>di</strong> Pietro Leopoldo, primo<br />
granduca <strong>di</strong> Toscana, del 1778 14 e del 1788 15 , con i quali, in armonia ai più moderni in<strong>di</strong>rizzi<br />
riformatori europei, nel Granducato, si tentò <strong>di</strong> razionalizzare l'agricoltura liberandola da ogni<br />
servitù <strong>di</strong> uso civico. Questi provve<strong>di</strong>menti avrebbero determinato l'esclusivo <strong>di</strong>ritto del pro-<br />
prietario sulla terra posseduta con l'obiettivo d'aumentare la produttività.<br />
In molti, alla corte lorenese, pertanto, attratti dalle nuove concezioni economiche circo-<br />
lanti in Europa, pensarono che la creazione <strong>di</strong> un ceto <strong>di</strong> piccoli e me<strong>di</strong> proprietari coltivatori<br />
<strong>di</strong>retti me<strong>gli</strong>o rispondesse alle esigenze del mi<strong>gli</strong>oramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e della ric-<br />
chezza dello Stato in generale. A vantaggio della piccola proprietà fu, dunque, finalizzato il<br />
sacrificio de<strong>gli</strong> usi civici 16 .<br />
13 Tocchini L., “<strong>Usi</strong> civici” cit., p. 226.<br />
14 Provve<strong>di</strong>mento che comportò l'abolizione del compascuo.<br />
15 Provve<strong>di</strong>mento che aveva or<strong>di</strong>nato l'abolizione della servitù del macchiato, favorendo una ra<strong>di</strong>cale<br />
mobilizzazione fon<strong>di</strong>aria con allivellazione ( in pratica una sorta <strong>di</strong> privatizzazione) ed alienazione, che avrebbe<br />
dovuto determinare, assieme ad una politica <strong>di</strong> liberalismo economico e <strong>di</strong> sfruttamento delle risorse, la creazione<br />
<strong>di</strong> una classe <strong>di</strong> me<strong>di</strong> e piccoli coltivatori <strong>di</strong>retti.<br />
16 Dani A., Aspetti e problemi giuri<strong>di</strong>ci della sopravvivenza de<strong>gli</strong> <strong>Usi</strong> <strong>Civici</strong> nella Toscana in età moderna e<br />
contemporanea, in “ Archivio storico italiano” , ClVII, 1999, pp. 298-300. 4
Le <strong>di</strong>sposizioni leopol<strong>di</strong>ne, accolte, quin<strong>di</strong>, con favore da economisti, proprietari ed im-<br />
pren<strong>di</strong>tori agrari incontrarono, però, le resistenze dei ceti rurali e dei funzionari periferici, che<br />
temevano ripercussioni negative dalla abolizione dei <strong>di</strong>ritti civici per le categorie dei meno o<br />
non abbienti.<br />
In verità, i risultati raggiunti da queste riforme furono negativi, anche là dove il Grandu-<br />
ca intervenne <strong>di</strong>rettamente, come nella ven<strong>di</strong>ta delle fattorie <strong>di</strong> Casti<strong>gli</strong>one e <strong>di</strong> Campagnati-<br />
co.<br />
Dallo svicolo della servitù riuscirono, infatti, ad avvantaggiarsene sopratutto i gran<strong>di</strong><br />
possessori mentre peggiorò la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita dei piccoli possidenti e de<strong>gli</strong> utenti de<strong>gli</strong> usi<br />
civici non possessori 17 .<br />
Nonostante, la volontà del Governo Provvisorio <strong>di</strong> riparare alle continue proteste dei “co-<br />
munisti” maremmani 18 , la situazione sfociò in numerose agitazioni da parte <strong>di</strong> comunità, che<br />
reclamavano l'uso <strong>di</strong> semina, <strong>di</strong> pascolo e <strong>di</strong> legnatico nei terreni della Provincia grossetana.<br />
<strong>La</strong> stampa dell'epoca ne segnala la presenza un po' dovunque, da Montepescali a Piti<strong>gli</strong>a-<br />
no, a Manciano, a Scansano e a Roccastrada.<br />
Sull'argomento compaiono, tuttavia a partire dal 1907, in <strong>Maremma</strong>, una serie <strong>di</strong> inter-<br />
venti interessanti che allargano il <strong>di</strong>battito da<strong>gli</strong> usi civici, ai temi più generali dello sviluppo<br />
agrario della Provincia inferiore Senese che, ancora, si trovava, in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> totale de-<br />
grado.<br />
Pone il tema una cronaca da Montepescali comparsa su “Etruria Nuova” dove assieme<br />
alla notizia della “agitazione pel recupero dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> pascolo, legnatico, indubbiamente esi-<br />
stenti sopra vaste zone <strong>di</strong> quel terreno” si accennava all'evoluzione e al progressivo restringi-<br />
mento <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>ritti ad opera <strong>di</strong> quanti si sono in passato avvantaggiati “delle proprietà de-<br />
17 Dani A., Aspetti e problemi cit., pp. 298-307.<br />
18 Dani A., Aspetti e problemi cit., pp. 307-309.<br />
5
<strong>gli</strong> antichi Comuni o Comunelli”, e si conclude con l'auspicio che la popolazione trovi “in sé<br />
la forza <strong>di</strong> far valere i suoi sacrosanti <strong>di</strong>ritti” 19 .<br />
<strong>La</strong> cronaca dell'“Etruria” attraverso la sua voce riven<strong>di</strong>cativa su<strong>gli</strong> usi civici non riuscì a<br />
prendere in considerazione lo sfruttamento <strong>di</strong> queste aree, me<strong>di</strong>ante sistemi <strong>di</strong> coltura più ra-<br />
zionali, aspetto che viene ampliamento <strong>di</strong>scusso in un altro giornale maremmano l' “Ombro-<br />
ne” 20 .<br />
Motivi ricorrenti de<strong>gli</strong> articoli dell'Ombrone, infatti, furono: la protesta per la presenza<br />
del latifondo e la richiesta <strong>di</strong> progetti governativi <strong>di</strong> liquidazione delle servitù civiche viste<br />
come negazione dello sviluppo in <strong>Maremma</strong>, per questo s'invitava la popolazione “ a desiste-<br />
re dalle agitazioni che oramai non potrebbero avere alcun risultato utile” 21 .<br />
Le azioni più eclatanti, per la riven<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>ritti, furono promosse da<strong>gli</strong> abitanti<br />
<strong>di</strong> Montepescali, <strong>di</strong> Buriano e <strong>di</strong> Roccastrada, le quali ebbero un certo eco in tutta la Toscana<br />
e visto il risultato positivo raggiunto spinsero altre comunità ad intraprendere lo stesso iter.<br />
A Montepescali, l'animatore del locale comitato per <strong>gli</strong> usi civici fu Pietro Zanchi, che ri-<br />
ven<strong>di</strong>cava a<strong>gli</strong> usi civici il merito <strong>di</strong> aver messo a coltura terre destinate altrimenti a rimanere<br />
incolte 22 . Non sfuggiva, poi, allo Zanchi il “fine tatto politico” del padronato che preferiva ve-<br />
nire a concessioni <strong>di</strong> terre piuttosto che riconoscervi l'uso civico del terratico, precludendo<br />
così la via alle popolazioni <strong>di</strong> “riven<strong>di</strong>carlo per intero” 23 .<br />
Questa osservazione non è da poco, se si tiene conto che le molte riven<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />
19 “ Etruria Nuova”, autore sconosciuto, XV (1907), n. 726, del' 8 <strong>di</strong>cembre 1907.<br />
20 “ Gli usi civici nella provincia <strong>di</strong> Grosseto”, in l'Ombrone, autore sconosciuto, XXXVIIII (1908), n. 34, del 23/8/08.<br />
1908.<br />
21 “Sulle attuali agitazioni per la riven<strong>di</strong>cazione de<strong>gli</strong> usi civici”, in L'Ombrone, autore sconosciuto,a.<br />
XXXVIIII ( 1908), n. 28, del 12 lu<strong>gli</strong>o 1908.<br />
22 “Gli usi civici nella Provincia <strong>di</strong> Grosseto”, in l'Ombrone, autore sconosciuto, a. XXXVIIII ( 1908), n. 20, del 26<br />
lu<strong>gli</strong>o 1908.<br />
23 Ve<strong>di</strong> nota 15.<br />
6
civico, avvenute tutte isolatamente e senza coor<strong>di</strong>namento, si sono risolte tramite affittanze<br />
collettive o concessioni a terratico, per un arco <strong>di</strong> tempo più o meno ampio. Così è stato anche<br />
per Civitella, dove nel 1908 la questione sull'uso civico si compose con la firma <strong>di</strong> un contrat-<br />
to <strong>di</strong> “locazione e conduzione a terratico” 24 dalla vali<strong>di</strong>tà trentennale.<br />
<strong>La</strong> <strong>di</strong>scussione sull'uso civico sfociò naturalmente sul terratico, una vecchia forma <strong>di</strong><br />
contratto d'affitto agrario non contemplato dal co<strong>di</strong>ce civile ma solo dalle consuetu<strong>di</strong>ni locali,<br />
che offrì, dopo le leggi sulla liquidazione delle servitù civiche, l'unica possibilità <strong>di</strong> sopravvi-<br />
venza per le popolazioni senza terra. <strong>La</strong> pratica del terratico si pose in margine al latifondo,<br />
entrambi considerati da<strong>gli</strong> agrari della provincia <strong>di</strong> Grosseto “ la negazione della buona agri-<br />
coltura” 25 .<br />
A tale proposito, Giovanni Bellini, <strong>di</strong>rettore del Bollettino del Comizio Agrario <strong>di</strong> Gros-<br />
setano scriveva che <strong>gli</strong> usi civici in <strong>Maremma</strong> erano ”causa precipua <strong>di</strong> <strong>di</strong>sboscamenti e <strong>di</strong><br />
inciampo ad ogni progresso. Invero, il pascolo trova la sua ragion d'essere nei sistemi <strong>di</strong> col-<br />
tura estensiva, e non potendo essere in simili casi né abolito né limitato, si frappone al bonifi-<br />
camento agrario dei terreni assoggettati a tale vincolo. A risolvere il problema su<strong>gli</strong> usi civi-<br />
ci, e della intensificazione colturale dei terreni demaniali, gioverebbe: nel primo caso l'af-<br />
francazione de<strong>gli</strong> usi <strong>di</strong> pascolo con la concessione per parte dei latifon<strong>di</strong>sti, <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> terre-<br />
no proporzionali al <strong>di</strong>ritto esercitato dalle singole fami<strong>gli</strong>e dei paesi <strong>di</strong> campagna; nel secon-<br />
do caso dovrebbesi ricorrere alla desmanializzazione dei beni creando la piccola proprietà.<br />
Ci si spinge alla riven<strong>di</strong>cazione dell'uso civico per poter risolvere problemi elementari quan-<br />
to fondamentali quali quello della fame e del lavoro in un contesto isolato, scomodo, con<br />
l'appoderamento che riduce le aree coltivabili dei campagnoli, per i quali l'alternativa dell'e-<br />
24 Dott. Adriano Ugazzi in Roccastrada, Anno 1908, vol. 583, repertorio 2234, fascicoli 23-24-25, Archivio Notarile<br />
Distrettuale <strong>di</strong> Grosseto.<br />
25 De Michelis L., “Leghe <strong>di</strong> Resistenza e invasioni <strong>di</strong> terre in <strong>Maremma</strong>”, in l'Ombrone, XXXVIIII (1908), n . 4, 26-<br />
01-08.<br />
7
migrazione sembra <strong>di</strong>ventare quella della riven<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> questi terreni”.<br />
L'iniziativa <strong>di</strong> Roccastrada per il riconoscimento de<strong>gli</strong> usi civici, sia per la consistenza<br />
numerica della popolazione, sia per lo spirito laico e per la vivacità dei fermenti, rappresentò,<br />
dunque, un riferimento sicuro nella <strong>Maremma</strong> per le piccole comunità: la vittoria, poi, riporta-<br />
ta dal comitato per il legnatico sui signori ne accentuò il prestigio a<strong>gli</strong> occhi dei paesi limitro-<br />
fi 26 .<br />
In particolare si scrive che “la vittoria destò profondo eco in tutta la Provincia <strong>di</strong> Gros-<br />
seto, tanto che ci furono nuove riven<strong>di</strong>cazioni da parte <strong>di</strong> altre popolazioni <strong>di</strong>fese da illustri<br />
avvocati. Cominciarono <strong>gli</strong> abitanti <strong>di</strong> Tirli, <strong>di</strong> Rocchette, <strong>di</strong> Civitella, <strong>di</strong> Batignano e <strong>di</strong> Mon-<br />
tepescali, che in generale, tranne un caso, riportarono lusinghiere affermazioni anche presso<br />
lo stessa Suprema Corte <strong>di</strong> Cassazione <strong>di</strong> Firenze 27” .<br />
<strong>La</strong> comunità <strong>di</strong> Pari, invece, posta in “principio <strong>di</strong> <strong>Maremma</strong>” 28 , fu protagonista <strong>di</strong> una<br />
vicenda emblematica. Qui, il <strong>di</strong>battito sull'uso civico, era già iniziato nel 1600, ed aveva come<br />
oggetto la ban<strong>di</strong>ta denominata dell'Ornate, utilizzata dai parigiani 29 non solo per il pascolo de-<br />
<strong>gli</strong> animali ma anche per la raccolta <strong>di</strong> ghianda e legna.<br />
Questa costituiva una fonte <strong>di</strong> guadagno per i paesani poiché <strong>di</strong>etro un corrispettivo si<br />
permetteva l'accesso al bestiame “ del compratore” oltre “ al bestiame domo della Corte, che<br />
vi puole stare tutto l'anno, e passato poi il mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre, doventa corte a favore del be-<br />
stiame paesano” 30 .<br />
In un processo si vide contrapporsi, in un primo momento, il Comune <strong>di</strong> Pari a<strong>gli</strong> uomi-<br />
ni della sua villa <strong>di</strong> Casale, che reclamavano il <strong>di</strong>ritto d'uso esclusivo su quest'area, nonostan-<br />
26 Dani A., <strong>Usi</strong> civici cit., p. 653.<br />
27 Bueti S., Riparbelli A., <strong>La</strong> storia della proprietà collettiva e de<strong>gli</strong> usi civici nel Comune <strong>di</strong> Roccastrada, in Stu<strong>di</strong><br />
inmemoria <strong>di</strong> Ildebrando Imberciadori ( a cura <strong>di</strong> Danilo Borsanti ), Pisa, 1996, p. 203.<br />
28 Gherar<strong>di</strong>ni B., Visita fatta nell'anno 1676 alle città, terre, castelli, comuni e comunelli dello Stato della città <strong>di</strong> Siena,<br />
c. 31- 36.<br />
29 Parigiani: venivano definiti con tale termine <strong>gli</strong> abitanti <strong>di</strong> Pari.<br />
30Archivio storico <strong>di</strong> Siena, Quattro Conservatori, n. 1653, fasc. 7.<br />
8
te il Comune maggiore li avesse accusati <strong>di</strong> danneggiamento 31 .<br />
Nel 1687, questa ban<strong>di</strong>ta me<strong>di</strong>ante un atto <strong>di</strong> benevolenza del Comune <strong>di</strong> Siena venne at-<br />
tribuita alla comunità <strong>di</strong> Casale. Il <strong>di</strong>ritto, però, non fu esteso a tutta la popolazione ma solo ai<br />
<strong>di</strong>scendenti maschi delle un<strong>di</strong>ci fami<strong>gli</strong>e che originariamente siglarono quest'atto.<br />
Per tale motivo, a<strong>gli</strong> inizi del 1900, s'instaurò una nuova lite giu<strong>di</strong>ziale che fu promossa<br />
per il riconoscimento fra <strong>gli</strong> aventi <strong>di</strong>ritto alla successione dell'Ornate: le donne, le quali stan-<br />
do alla legislazione senese, non possedevano tale capacità 32 .<br />
In tutte le azioni promosse in <strong>Maremma</strong>, per il riconoscimento del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> uso civico, si<br />
possono rintracciare dei caratteri similari:<br />
1) <strong>La</strong> presenza <strong>di</strong> un comitato oppure <strong>di</strong> un unico soggetto delegato dal basso, interprete<br />
dei bisogni della gente e portavoce <strong>di</strong> tali volontà nei confronti dei proprietari dei ter-<br />
reni 33 .<br />
2) L'intervento della popolazione per il riconoscimento dell'uso civico, fonte, in<strong>di</strong>spensa-<br />
bile, per il sod<strong>di</strong>sfacimento dei bisogni primari 34 .<br />
3) L'instaurazione <strong>di</strong> liti giu<strong>di</strong>ziali o semplicemente <strong>di</strong> proce<strong>di</strong>menti extragiu<strong>di</strong>ziali, che<br />
sfociarono nel riconoscimento del <strong>di</strong>ritto d'uso civico 35 .<br />
31 Petri L., Casale <strong>di</strong> Pari, Siena, 1977, p. 54.<br />
32 Petri L., Casale <strong>di</strong> Pari cit., p. 55.<br />
33 Bueti S., Riparelli A., <strong>La</strong> storia delle proprietà collettive cit., pp. 203 sgg.<br />
34 Ve<strong>di</strong> nota 21.<br />
35 Tra le memorie legali, ricor<strong>di</strong>amo <strong>La</strong>nducci L. Memoria a favore de<strong>gli</strong> uomini <strong>di</strong> Sticciano appellanti contro<br />
il Signor Conte Mario Tolomei appellante e appellato adesivamente. Diritto <strong>di</strong> pascolo e legnatico ( Corte Regia<br />
<strong>di</strong> Firenze, Prima Camera Civile), Firenze, 1895, oppure Nelli V., Note defensionali per i Corsi Giuseppe<br />
contro il Conte Giulio Guicciar<strong>di</strong>ni Salviati. <strong>Usi</strong> civici <strong>di</strong> legnatico, semina e pascolo <strong>di</strong> Montorsaio ( Tribunale<br />
<strong>di</strong> Grosseto), Grosseto, 1917. 9
Questo progetto <strong>di</strong> ricerca, pertanto, si pone con l'obiettivo <strong>di</strong> tracciare una mappa delle<br />
riven<strong>di</strong>cazioni dell'uso civico in <strong>Maremma</strong>, attraverso l'analisi delle vicende che segnarono<br />
l'esistenza <strong>di</strong> molte comunità. In particolare, verrà posta l'attenzione su alcune comunità e sul-<br />
la loro documentazione, che ancor oggi testimoniano lo spirito, che animò molta gente nella<br />
batta<strong>gli</strong>a per il riconoscimento <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>ritto.<br />
Sul tema esiste una vasta letteratura prevalentemente a carattere giuri<strong>di</strong>co che racchiude,<br />
sia un elevato numero <strong>di</strong> interventi che un arco temporale molto ampio.<br />
Verranno analizzate non solo le memorie legali ma in maniera principale anche le fonti<br />
documentarie me<strong>di</strong>evali e moderne, come statuti, capitoli <strong>di</strong> sottomissione, ban<strong>di</strong>, e<strong>di</strong>tti gran-<br />
ducali nonché le Visite dei funzionari governativi<br />
Le Visite <strong>di</strong> magistrati e ufficiali governativi erano un tempo strumenti insostituibili per<br />
il governo del territorio, poiché, fornivano al potere centrale, in modo scrupoloso, le informa-<br />
zioni sulle comunità sottoposte. Oggi, fonti <strong>di</strong> interesse storico, in quanto, riproducono un<br />
quadro fedele della prassi locale, dal punto <strong>di</strong> visto storico-giuri<strong>di</strong>co; particolarmente, per la<br />
descrizione de<strong>gli</strong> aspetti tipicamente locali, come appunto <strong>gli</strong> usi civici o il funzionamento de-<br />
<strong>gli</strong> organi comunali, sui quali più incideva la consuetu<strong>di</strong>ne.<br />
Molteplici furono le vie (l'inganno ma anche la violenza) con le quali il bene collettivo,<br />
implicante una mentalità comunitaria e uno spirito <strong>di</strong> solidarietà spesso smarriti, finiva per <strong>di</strong>-<br />
venire privato, complice la frequente cattiva conservazione delle scritture e dei registri immo-<br />
biliari comunali.<br />
Proprio in tal senso, verranno analizzati i vari mo<strong>di</strong> con i quali questi beni <strong>di</strong>vennero <strong>di</strong><br />
uso esclusivo <strong>di</strong> unici soggetti ( attribuiti, spesso, a gran<strong>di</strong> latifon<strong>di</strong>sti ).<br />
Il materiale, oggetto della ricerca, è contenuto, in maniera maggiore, ne<strong>gli</strong> Archivi <strong>di</strong><br />
Stato <strong>di</strong> Siena, Grosseto e Firenze.<br />
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Inoltre, verrà esaminata, proprio per raggiungere <strong>gli</strong> obiettivi prefissati, anche la docu-<br />
mentazione contenuta in Archivi privati, in special modo, presso alcune parrocchie della Pro-<br />
vincia <strong>di</strong> Grosseto. Spesso, infatti, il parroco <strong>di</strong> queste comunità si fece portavoce dei loro in-<br />
teressi poiché con<strong>di</strong>videva appieno i motivi della protesta e, per questo, portò avanti le ragioni<br />
della <strong>di</strong>sputa popolare.<br />
<strong>La</strong> ricerca storica, però, in queste se<strong>di</strong> trova ostacoli da dover superare e <strong>di</strong>fficoltà prati-<br />
che <strong>di</strong> non poco conto. A mero titolo <strong>di</strong> esempio, si può evidenziare la carenza <strong>di</strong> vali<strong>di</strong> stru-<br />
menti <strong>di</strong> conservazione e manutenzione, l'assenza <strong>di</strong> inventari, le stesse <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> accesso ai<br />
locali dell'archivio per mancanza <strong>di</strong> personale...<br />
Attraverso questo percorso <strong>di</strong> ricerca, si rende possibile il raggiungimento dei seguenti<br />
quattro obiettivi:<br />
● Fornire un ine<strong>di</strong>to spaccato delle tematiche più salienti e rappresentative delle azioni<br />
<strong>di</strong> riven<strong>di</strong>cazione promosse in terra <strong>di</strong> <strong>Maremma</strong>.<br />
● Approfon<strong>di</strong>re le tematiche archivistiche inerenti i processi <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione e conser-<br />
vazione delle carte nei tre <strong>di</strong>versi Archivi <strong>di</strong> riferimento (ASF; ASS; ASG), fornendo,<br />
altresì, un prezioso ed ine<strong>di</strong>to strumento <strong>di</strong> corredo <strong>gli</strong> inventari, pur se, minimi, esi-<br />
stenti ne<strong>gli</strong> stessi.<br />
● Ricostruire il percorso storico, dei vari movimenti <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>cazione promossi, cercan-<br />
do <strong>di</strong> non trascurare i riferimenti bibliografici esistenti sul tema.<br />
11
● Gettare nuova luce sul ruolo “effettivo” svolto da alcune comunità maremmane nello<br />
sviluppo della <strong>Maremma</strong>.<br />
Per la presentazione ed elencazione delle carte sarà seguito il criterio cronologico.<br />
Tutta la documentazione sarà regestata, anche le trascrizioni saranno precedute da rege-<br />
sti. Per ogni trascrizione verrà rispettato il dettato originale senza alterare il testo.<br />
A completamento della schedatura verrà inserita una puntuale in<strong>di</strong>cizzazione dei nomi <strong>di</strong><br />
persona e <strong>di</strong> luogo.<br />
Alla luce <strong>di</strong> quanto sopra esposto, è possibile organizzare un piano <strong>di</strong> ricerca che preveda<br />
l'articolazione del lavoro in due momenti:<br />
● Nel biennio, verrà analizzato e stu<strong>di</strong>ato il tema oggetto del presente progetto <strong>di</strong> ricerca<br />
attraverso la creazione <strong>di</strong> un'analitica schedatura, secondo le modalità sopraelencate.<br />
I tempi sono calcolati considerando una serie <strong>di</strong> fattori e variabili, quali la quantità non<br />
in<strong>di</strong>fferente del materiale e lo stato <strong>di</strong> conservazione delle carte ( in particolare quelle<br />
conservate presso Archivi privati) che non potrebbe presentarsi sempre ottimale.<br />
● Nel terzo anno si procederà a riorganizzare il lavoro svolto, procedendo ad un rior<strong>di</strong>no<br />
dei dati ottenuti per la schedatura, alla creazione <strong>di</strong> una banca dati, alla puntuale in<strong>di</strong>-<br />
cizzazione dei nomi <strong>di</strong> persona e <strong>di</strong> luogo, alla redazione della bibliografia sul tema<br />
oggetto della ricerca ed alla ricostruzione delle vicende Archivistiche dei <strong>di</strong>versi fon<strong>di</strong><br />
presi in considerazione.<br />
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Con questo, pertanto, si verrebbe a delineare l'effettivo compito svolto dal <strong>di</strong>ritto d'uso<br />
civico nella “storia” della Provincia Inferiore senese, fornendo, quin<strong>di</strong>, uno spaccato ine<strong>di</strong>to <strong>di</strong><br />
storia Istituzionale ed Archivistica.<br />
13
Bibliografia:<br />
Archivio Stato <strong>di</strong> Siena, Quattro Conservatori, n. 1653, fasc. 7.<br />
Ascheri M., Nar<strong>di</strong> L., Valacchi F., Pari ed il suo statuto, Siena, 1995.<br />
Bueti S., Riparbelli A., <strong>La</strong> storia della proprietà collettiva e de<strong>gli</strong> usi civici nel Comune <strong>di</strong> Rocca-<br />
strada, in Stu<strong>di</strong> in memoria <strong>di</strong> Ildebrando Imberciadori ( a cura <strong>di</strong> Danilo Borsanti ), Pisa, 1996.<br />
Dani A., <strong>Usi</strong> civici nello Stato <strong>di</strong> Siena <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>cea, Bologna, 2003.<br />
Dani A., Aspetti e problemi giuri<strong>di</strong>ci della sopravvivenza de<strong>gli</strong> <strong>Usi</strong> <strong>Civici</strong> nella Toscana in età<br />
moderna e contemporanea, in “ Archivio storico italiano” , ClVII, 1999.<br />
De Michelis L., “Leghe <strong>di</strong> Resistenza e invasioni <strong>di</strong> terre in <strong>Maremma</strong>”, in l'Ombrone, XXX<br />
VIIII (1908), n . 4, 26-01-08.<br />
Dott. Adriano Ugazzi in Roccastrada, Anno 1908, vol. 583, repertorio 2234, fascicoli 23-24-25,<br />
Archivio Notarile Distrettuale <strong>di</strong> Grosseto.<br />
“ Etruria Nuova”, autore sconosciuto, XV (1907), n. 726, del 8 <strong>di</strong>cembre 1907.<br />
Gherar<strong>di</strong>ni B., Visita fatta nell'anno 1676 alle città, terre, castelli, comuni e comunelli dello Stato<br />
della città <strong>di</strong> Siena, manoscritti conservati presso l'Archivio <strong>di</strong> Siena, con le segnature MS D 82-<br />
86.<br />
14
<strong>La</strong>nducci L. Memoria a favore de<strong>gli</strong> uomini <strong>di</strong> Sticciano appellanti contro il Signor Conte Mario<br />
Tolomei appellante e appellato adesivamente. Diritto <strong>di</strong> pascolo e legnatico ( Corte Regia <strong>di</strong> Fi<br />
renze, Prima Camera Civile), Firenze, 1895.<br />
Monaci G., , Paganico: appunti <strong>di</strong> storia ( dalle origini al 1581), Grosseto, 1993.<br />
Nelli V., Note defensionali per i Corsi Giuseppe contro il Conte Giulio Guicciar<strong>di</strong>ni Salviati. <strong>Usi</strong><br />
civici <strong>di</strong> legnatico, semina e pascolo <strong>di</strong> Montorsaio ( Tribunale <strong>di</strong> Grosseto), Grosseto, 1917.<br />
Neri Ba<strong>di</strong>a G. B., Decisiones et responsa iuris, I-II, Florentiae, 1769-1776, tom. I, dec. LI.<br />
“Gli usi civici nella provincia <strong>di</strong> Grosseto”, in l' “Ombrone”, autore sconosciuto, XXXVIIII<br />
(1908), n. 34, del 23/8/08.<br />
Pallini A., I pretesi usi civici ne<strong>gli</strong> antichi territori e corti del Sasso e <strong>di</strong> Vicarello <strong>di</strong> <strong>Maremma</strong>,<br />
Grosseto, 1930.<br />
Petri L., Casale <strong>di</strong> Pari, Siena, 1977.<br />
Tocchini L., “<strong>Usi</strong> civici e beni comunali nelle riforme leopol<strong>di</strong>ne”, in Stu<strong>di</strong> storici, II (1961), n. 2<br />
aprile giugno.<br />
15