Focus - Agricoltura - Regione Lazio
Focus - Agricoltura - Regione Lazio
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dell’assessorato<br />
all’agricoltura<br />
informa<br />
zione<br />
<strong>Lazio</strong>Mensile<br />
Tariffa Regime Libero: - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - DCB Roma<br />
LA NATURA PER MIGLIORARE LA VITA<br />
www<br />
È on-line il nuovo sito del<br />
Programma di Sviluppo<br />
Rurale 2007/2013<br />
SPECIALE<br />
BIODIVERSITÀ<br />
<strong>Focus</strong><br />
Tutela della biodiversità,<br />
dalla convenzione<br />
di Rio de Janeiro ad oggi<br />
Marzo / 2011<br />
numero 34<br />
L’intervista<br />
Intervista a Shakeel Bhatti,<br />
primo Segretario IT-PGRFA<br />
presso la FAO
30<br />
SOMMARIO<br />
EDITORIALE<br />
La natura per migliorare la vita<br />
e Renata Polverini<br />
ASSESSORATO<br />
2010 anno della biodiversità:<br />
l’impegno della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong><br />
e Angela Birindelli<br />
FOCUS<br />
Consapevoli è meglio<br />
Dalla Convenzione di Rio ad oggi<br />
Intervista a Shakeel Bhatti<br />
FOCUS LAZIO<br />
Il progetto Reverse per la prevenzione<br />
ambientale<br />
L’agrobiodiversità del <strong>Lazio</strong><br />
Biodiversità agricola, il ruolo di Arsial<br />
La tutela della biodiversità nel PSR<br />
2007/2013<br />
La biodiversità è vita<br />
Risorse genetiche animali<br />
Risorse genetiche vegetali<br />
La biodiversità dei suoli<br />
La biodiversità è a cavallo<br />
LA LEGGE<br />
L.R. 01 marzo 2000, n. 15<br />
WWW<br />
On line il nuovo sito del PSR <strong>Lazio</strong><br />
6<br />
<strong>Focus</strong> <strong>Lazio</strong> Fo<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
30<br />
RISORSE<br />
GENETICHE<br />
ANIMALI<br />
N<br />
ell’ambito del settore animale, l’ARSIAL<br />
provvede alla valutazione delle<br />
consistenze dei vari Tipi Genetici<br />
Autoctoni (TGA) animali e alla stesura degli<br />
standard di razza per l’iscrizione ai rispettivi<br />
Registri Anagrafici Nazionali delle Razze<br />
Autoctone Italiane.<br />
L’attività di censimento e caratterizzazione dei<br />
TGA è svolta in collaborazione con il ConSDABI<br />
(Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione<br />
e Applicazione di Biotecniche Innovative).<br />
Attualmente sono 26 le risorse genetiche<br />
autoctone animali iscritte al RVR (Registro<br />
Volontario Regionale), di cui quelle<br />
maggiormente rappresentate sono: 11 razzepopolazioni<br />
di equidi (7 TGA di cavalli e 4 TGA<br />
di asini), 4 razze-popolazioni caprine e 3 suine.<br />
Al fine di ridurre il rischio di erosione del<br />
patrimonio genetico animale e vegetale e<br />
favorirne la conservazione “attiva” in situ-on<br />
farm, ARSIAL ha avviato progetti per la loro<br />
valorizzazione economica e culturale. Quando le<br />
risorse genetiche animali sono legate ad una<br />
lavorazione particolare, “unica”, dei loro<br />
prodotti, la valorizzazione della filiera<br />
produttiva può tutelare la risorsa genetica. La<br />
“marzolina” ottenuta dalla lavorazione del latte<br />
di capra, la “salsiccia di Monte S. Biagio”, sono<br />
alcuni esempi di valorizzazione economica dei<br />
prodotti attraverso un’attenta definizione<br />
dell’intera filiera produttiva.<br />
TUTELA DEL<br />
GERMOPLASMA ANIMALE:<br />
L’ESPERIENZA DELLA COMMISSIONE<br />
TECNICO SCIENTIFICA DEL LAZIO.<br />
L<br />
Prof. Donato Matassino (ConSDABI) – Commissione tecnico-scientifica Animale<br />
a tutela del germoplasma Divulgazione, Applicazione di programmi di protezione e di<br />
animale di interesse Biotecniche Innovative<br />
valorizzazione delle risorse<br />
zootecnico, in generale, e (ConSDABI), quale NFP.I genetiche di interesse agrario e<br />
di quello in via di estinzione, in FAO, sta operando attivamente zootecnico autoctone del <strong>Lazio</strong><br />
particolare, da anni<br />
dal 2001, inventariando e e minacciate di erosione.<br />
rappresenta un tema di grande monitorando risorse genetiche La programmazione regionale<br />
valenza ai fini di ricostruire un animali a rischio di estinzione e nel settore animale, è realizzata<br />
bioecosistema ‘uomo – animale redigendo linee guida per la nella consapevolezza che la<br />
– territorio’ in grado di<br />
conservazione (‘in situ’ ed ‘biodiversità’ è indice di<br />
realizzare uno sviluppo<br />
‘extra situ’), in linea con ‘covariazione’<br />
altamente sostenibile ed quanto richiesto dalla <strong>Regione</strong><br />
ecocompatibile. Relativamente <strong>Lazio</strong> che, con la Legge<br />
alla salvaguardia dei tipi Regionale n. 15 del 1 marzo<br />
genetici ‘laziali’, il Consorzio 2000, ha manifestato<br />
di Sperimentazione,<br />
l’interesse di attuare<br />
1 e che “la razza<br />
è ciò che l’allevatore ritiene<br />
essere razza”, dato che sulla<br />
definizione di ‘razza’, non vi è<br />
alcun accordo, né vi sono<br />
indagini fenotipiche e genetiche<br />
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<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
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CONSAPEVOLI<br />
È MEGLIO<br />
> di Erica Antonelli<br />
D<br />
istruzione degli ambienti naturali, pressione<br />
antropica, cambiamenti climatici,<br />
scioglimento dei ghiacciai, specie in<br />
estinzione, scomparsa di foreste e zone umide,<br />
sfruttamento di specie animali e vegetali,<br />
urbanizzazione incontrollata, bracconaggio. Sono<br />
queste le principali cause dell’impoverimento<br />
ambientale dell’intero pianeta a cui stiamo<br />
sottoponendo il nostro pianeta. Sono queste le<br />
principali battaglie da vincere per riportare in<br />
equilibrio il nostro ecosistema. Un impegno a cui<br />
la comunità internazionale non si sottrae e per il<br />
quale l’ONU, dopo l’attenzione ai cambiamenti<br />
climatici prestata al G8 di Siracusa e durante i<br />
lavori del vertice di Copenaghen, sceglie di<br />
intitolare il 2010 ad Anno Internazionale della<br />
Biodiversità.<br />
Biodiversità intesa come patrimonio comune,<br />
ricchezza naturale, ma anche come produttrice di<br />
‘risorse e servizi’ indispensabili all’uomo e alla sua<br />
sopravvivenza. Gli stessi servizi che giocano un<br />
ruolo fondamentale anche nei sistemi economici<br />
internazionali. Pensiamo all’agricoltura e a quanto<br />
questo settore sia intrinsecamente legato a doppio<br />
filo al tema della biodiversità animale e vegetale.<br />
Nonostante l’UE abbia già predisposto politiche e<br />
strumenti legislativi atti ad arginare il progressivo<br />
impoverimento delle risorse naturali della Terra,<br />
la sfida si preannuncia come una della più<br />
difficili. Il declino della biodiversità procede ad<br />
alto ritmo, rimanendo di fatto uno dei principali<br />
punti dell’agenda politica europea e nazionale.<br />
Anche di quella italiana. L’Italia infatti, in virtù<br />
della sua felice posizione geografica, rientra<br />
nell’elenco dei paesi europei più ricchi di<br />
biodiversità, soprattutto nelle eco-aree delle Alpi e<br />
del Mediterraneo centrale. Secondo l’Annuario<br />
dei dati ambientali 2009 di ISPRA (Istituto<br />
Superiore per la Protezione e Ricerca<br />
UN ANNO INTERAMENTE DEDICATO<br />
ALLA SENSIBILIZZAZIONE AL TEMA<br />
Ambientale), l’Italia è terra di circa la metà delle<br />
specie vegetali presenti nel territorio europeo, la<br />
prima nazione del continente per numero assoluto<br />
di specie e, per quanto riguarda quelle animali,<br />
possiede circa un terzo di tutte le specie<br />
attualmente presenti in Europa. Un primato<br />
importante, che impone al Bel Paese di assumere<br />
un ruolo centrale nella lotta alle cause del<br />
depauperamento ambientale, tanto da aderire a<br />
numerose Convenzioni e accordi internazionali<br />
tra cui la Convenzione sulla Diversità Biologica<br />
adottata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 nel<br />
corso del Summit Mondiale delle Nazioni Unite<br />
su Ambiente e Sviluppo e ratificata a livello<br />
nazionale con la Legge n. 124 del 14 febbraio<br />
1994; la recente “Carta di Siracusa sulla<br />
Biodiversità”, sottoscritta nel 2009 dai Ministri<br />
dell’ambiente del G8 di concerto con quelli di<br />
altri Paesi e con le Organizzazioni Internazionali<br />
partecipanti al meeting siciliano.<br />
5CAUSEDA COMBATTERE<br />
Sono 5 le principali cause<br />
individuate come responsabili<br />
della perdita di biodiversità:<br />
degrado degli habitat,<br />
distruzione degli habitat,<br />
frammentazione,<br />
introduzione di specie esotiche,<br />
sovra sfruttamento delle risorse<br />
e delle specie.<br />
CDB, UNA CONVENZIONE BIO-DIVERSA<br />
La Convenzione internazionale sulla diversità biologica (CDB), entrata in<br />
vigore il 29 dicembre 1993, lavora per il raggiungimento di tre<br />
obbiettivi principali: conservare la diversità biologica, utilizzarla in<br />
modo durevole e garantire un’equa ripartizione dei benefici da essa<br />
derivati. Nell’aprile 2002, i paesi firmatari della Convenzione hanno deciso<br />
per “una riduzione significativa dell’attuale ritmo di impoverimento della<br />
biodiversità a livello mondiale, regionale e nazionale” entro il 2010. La crescente<br />
attenzione di organi sopranazionali verso queste tematiche ha fatto sì che, il 20<br />
dicembre 2006, l’Assemblea Generale dell’ONU proclamasse il 2010 “Anno<br />
Internazionale della Biodiversità” con la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica e<br />
stimolare i governi ad un maggiore impegno sul tema.<br />
(Testo a cura di: <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, D.R. <strong>Agricoltura</strong> - Area Servizi tecnici<br />
e scientifici. Servizio fitosanitario regionale ARSIAL - Servizio Tutela<br />
Risorse Vigilanza e Qualità Produzioni. Le fotografie appartengono<br />
all’archivio di ARSIAL)<br />
COS’È L’AGROBIODIVERSITA’ ?<br />
on il termine<br />
produttività e uniformità dei agricole e zootecniche di tipo<br />
biodiversità agricola, o caratteri genetici che, tradizionale, sia per la<br />
Cagrobiodiversità,<br />
si unitamente alle profonde riqualificazione del paesaggio<br />
indica il patrimonio di risorse modifiche subite dagli rurale e agro-forestale, nonché<br />
genetiche vegetali, animali e ecosistemi rurali ed agro- per la conservazione di una<br />
microbiche formatesi per forestali, hanno determinato preziosa riserva genetica dalla<br />
azione di meccanismi biologici una sensibile riduzione della quale attingere geni per nuovi<br />
e per selezione naturale nei biodiversità. La progressiva programmi di selezione<br />
tempi lunghi dell’evoluzione ed perdita di diversità a livello di finalizzati ad un’agricoltura,<br />
accumulate, fin dagli inizi specie e di varietà/razza viene una zootecnia e<br />
dell’agricoltura (circa 10.000 definita “erosione genetica”. un’arboricoltura da legno<br />
anni fa) da generazioni di La perdita di biodiversità, ecosostenibili, adatte a<br />
agricoltori che hanno<br />
perfettamente adattata condizioni ambientali sempre<br />
selezionato e trasferito, da all’ambiente in cui si è evoluta, più difficili.<br />
zone geografiche diverse, si traduce sempre in perdita di<br />
tutte quelle specie da cui ricchezza perché con le (Testo a cura di: <strong>Regione</strong><br />
ricavare prodotti utili all’uomo. specie e le varietà locali, <strong>Lazio</strong>, D.R. <strong>Agricoltura</strong> - Area<br />
Purtroppo, l’affermarsi di scompaiono paesaggi, Servizi tecnici e scientifici.<br />
un’agricoltura e di una prodotti e culture locali ad Servizio fitosanitario regionale<br />
zootecnia di tipo intensivo ha esse legate.<br />
ARSIAL - Servizio Tutela<br />
favorito la diffusione di nuove La sua difesa, pertanto, riveste Risorse Vigilanza e Qualità<br />
cultivar vegetali e razze notevole importanza sia per la Produzioni. Le fotografie<br />
d’interesse zootecnico, valorizzazione economica e appartengono all’archivio di<br />
caratterizzate da maggiore culturale delle produzioni ARSIAL)<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
7<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione www.<br />
60<br />
<strong>Focus</strong> <strong>Lazio</strong> Fo<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
46<br />
La biodiversità dei suoli<br />
S<br />
ulla base dei Piani suolo è fondamentale per tra i meno conosciuti ed<br />
protezione del suolo (COM “gerarchico” in uso presso il batterici caratteristici del suolo<br />
settoriali e dei<br />
comprendere le potenzialità di applicati a livello seriale in<br />
2006, n. 232) che contempla CRA-RPS (Benedetti et al. di colture tipiche locali.<br />
programmi operativi un terreno agrario, per tutelare azioni di monitoraggio sul<br />
tra le emergenze principali per 2006) che prevede:<br />
I risultati della prima campagna<br />
regionali, in collaborazione le produzioni e le tipicità di un territorio. Dal 1992, anno in<br />
il mantenimento delle funzioni a) campionamento ed analisi di campionamenti hanno<br />
con il CRA-RPS Centro di territorio, perché è dalla cui fu firmata la Convenzione<br />
biologiche del suolo, la<br />
fisico-chimiche di base e consentito di evidenziare che:<br />
Ricerca per lo Studio delle biodiversità della popolazione Internazionale sulla<br />
problematica inerente<br />
biochimiche per la<br />
esistono zone ad agricoltura<br />
Relazioni tra Pianta e Suolo, microbica del suolo che Biodiversità (CBD) la quale<br />
l’erosione della sostanza determinazione della fertilità intensiva ove i suoli hanno<br />
nel 2005 è stato avviato, dipendo i cicli degli elementi ricorda all’art. 8 l’importanza<br />
organica e della biodiversità. biologica;<br />
subito una forte pressione<br />
accanto alle attività di tutela nutritivi e la fertilità.<br />
della diversità microbica, sono<br />
La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, in Italia, ma b) analisi molecolari per lo antropica e pertanto sono<br />
delle risorse animali e vegetali, Attualmente sono disponibili nate a livello internazionale<br />
anche in Europa, ha affrontato studio di struttura e<br />
presenti fenomeni erosivi nei<br />
un programma di<br />
una numerosa serie di<br />
molte iniziative per contrastare<br />
in maniera pionieristica un composizione delle comunità confronti della diversità<br />
monitoraggio della fertilità parametri e di indicatori atti a la perdita di biodiversità del<br />
primo esempio di<br />
microbiche;<br />
microbica dei suoli, con<br />
biologica e della diversità quantificare la fertilità<br />
suolo. Tra tutte basti ricordare<br />
biomonitoraggio della<br />
c) approfondimenti<br />
conseguente innesco di<br />
microbica dei suoli del <strong>Lazio</strong>. biologica di un suolo e la sua l’emanazione da parte dell’U.E.<br />
biodiversità del suolo,<br />
microbiologici mirati<br />
fenomeni di perdita delle<br />
Lo studio della biodiversità del biodiversità, ma sono ad oggi, della Strategia tematica per la<br />
utilizzando l’approccio di tipo all’identificazione di ceppi funzioni del suolo;<br />
www. ww<br />
ON LINE IL NUOVO SITO<br />
DEL PSR LAZIO<br />
RESTYLING PER IL SITO DELLA<br />
REGIONE LAZIO DEDICATO ALLE<br />
TEMATICHE DEL PROGRAMMA<br />
DI SVILUPPO RURALE<br />
I<br />
nformazioni, condivisione,<br />
multimedialità sono tutti elementi<br />
che caratterizzano<br />
www.regione.lazio.it/psr il nuovo sito<br />
dell’Assessorato alle Politiche agricole<br />
e valorizzazione dei prodotti locali del<br />
<strong>Lazio</strong>, dedicato interamente al Piano<br />
di Sviluppo Rurale 2007 - 2013.<br />
Completamente rinnovato, sia dal<br />
punto di vista grafico che dei<br />
contenuti, la piattaforma web è pensata per essere<br />
un valido strumento di consultazione di tutte le<br />
informazioni necessarie a garantire la trasparenza<br />
dell’attuazione delle procedure previste dal nuovo<br />
Programma.<br />
Futuri beneficiari delle misure del PSR, partenariato<br />
o semplicemente chi è interessato alle tematiche<br />
avranno la possibilità di informarsi sul programma,<br />
sulle singole misure, sui bandi, sulla normativa e sui<br />
progetti speciali in modo pratico e veloce. Un<br />
esempio. Cercate informazioni sui<br />
PROGETTAZIONE INTEGRATA DI FILIERA<br />
(Pif)? Basta cliccare sulla sezione dedicata alla Pif<br />
per avere notizie dettagliate sulla normativa, sulle<br />
manifestazioni d’interesse o sui finanziati e<br />
naturalmente per avere i contatti dei referenti.<br />
I CONTENUTI<br />
CONTENUTI<br />
NUOVI CONTENUTI PIÙ RICCHI E APPROFONDIMENTI<br />
CARATTERIZZANO IL NUOVO PORTALE DEDICATO AL PSR LAZIO.<br />
N<br />
uovi contenuti e<br />
maggiori<br />
approfondimenti<br />
caratterizzano la nuova<br />
struttura del sito del PSR<br />
<strong>Lazio</strong>. Il primo colpo d’occhio<br />
riguarda la Home Page del sito<br />
dove in Primo piano sono<br />
indicate le notizie più<br />
importanti, gli highlits e dove,<br />
grazie alla funzione ricerca e<br />
possibile trovare le<br />
informazioni di cui si ha<br />
bisogno in modo veloce e<br />
funzionale.<br />
Grazie ad una navigazione Le Misure: è l’area dedicata<br />
strumentale è possibile<br />
agli Assi che contiene la<br />
muoversi rapidamente tra le descrizione dettagliata dei<br />
diverse aree dedicate che si quattro assi ele relative misure<br />
trovano nel menù di<br />
sui quali si sviluppa il PSR. Per<br />
navigazione laterale:<br />
ogni misura è possibile<br />
Il Programma: cliccando su scaricare testo descrittivo, le<br />
quest’ area è possibile scaricare graduatorie, i bandi di<br />
il testo integrale del PSR, riferimento ed è possibile<br />
compresi allegati e la<br />
consultare le news correlate;<br />
cartografie, trovare le<br />
Bandi: è la sezione specifica<br />
modalità di adesione, le dedicata ai bandi, suddivisi in<br />
procedure di attuazione e base agli assi di riferimento e<br />
quelle di monitoraggio e alle misure. Un’icona, che<br />
valutazione;<br />
ricorda il semaforo indica con<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
61<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
47<br />
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<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
1
EDITORIALE<br />
LA NATURA PER MIGLIORARE LA VITA<br />
La natura per migliorare la vita. È stato questo lo slogan che ci<br />
ha accompagnato nell’Anno Internazionale della Biodiversità,<br />
indetto dalle Nazioni Unite per sensibilizzare la popolazione<br />
mondiale sull’importanza della conservazione delle specificità<br />
di ciascun essere vivente, animale e vegetale.<br />
Ognuno di noi, nel proprio piccolo, è quotidianamente chiamato<br />
a contribuire alla salvaguardia del bene più prezioso che<br />
abbiamo: la vita. Una realtà che si esprime in una molteplicità di<br />
forme tali da consentire al nostro Pianeta, unico tra quelli oggi<br />
conosciuti, di raggiungere quell’equilibrio perfetto ideale alla<br />
nascita e all’evoluzione di decine di milioni di specie diverse.<br />
Un miracolo che affascina da sempre e ancora oggi impegna<br />
gli studiosi in ricerche e approfondimenti per conoscenze<br />
sempre più dettagliate e approfondite. Scoperte che spesso<br />
trovano anche una loro applicazione pratica, funzionale alle<br />
esigenze dell’Uomo.<br />
L’agricoltura è uno dei settori dove maggiormente si sperimentano,<br />
ed infine trovano applicazione concreta, i risultati delle<br />
ricerche di laboratorio. Tenendo sempre bene a mente la necessità di non stravolgere il corso<br />
della natura e di garantire la salute dei consumatori valorizzando le caratteristiche proprie e<br />
tipiche di ciascun prodotto della terra.<br />
Ai lavoratori e alle aziende laziali impegnate nel settore dell’<strong>Agricoltura</strong> spetta il compito di<br />
seminare e raccogliere prodotti di qualità, ricercati ed apprezzati nel mondo intero. Alla<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, invece, il compito di vigilare affinché le regole siano rispettate da tutti; individuare<br />
e adottare gli strumenti comunitari di sostegno alla produzione; promuovere l’eccellenza<br />
dei nostri prodotti in Italia e all’estero.<br />
Impegni di cui ci siamo fatti carico fin dai primi atti di governo e che stiamo onorando giorno<br />
per giorno. Penso in particolare ai provvedimenti messi in campo per promuovere prodotti a<br />
“km 0” e per incoraggiarne l’utilizzo nelle mense scolastiche e negli ospedali; alla proposta di<br />
legge sulla tracciabilità, già approvata dalla giunta, per istituire un marchio di qualità per i prodotti<br />
Made in <strong>Lazio</strong>; agli investimenti per la formazione degli operatori e dei produttori; alle<br />
misure di agevolazione nel credito per le aziende agricole e per ultimi, ma non meno importanti,<br />
i fondi del Programma di Sviluppo Rurale che siamo riusciti a spendere entro la scadenza<br />
del 31 dicembre, evitando il disimpegno automatico da parte dell’Unione Europea.<br />
<strong>Lazio</strong> Informazione è lo strumento che l’assessorato regionale alle Politiche Agricole mette in<br />
campo per far conoscere queste iniziative già operative e tutte quelle che adotteremo in futuro.<br />
Uno strumento utile e prezioso di informazione per la platea dei produttori e dei lavoratori<br />
della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>.<br />
Buon anno e buon lavoro a tutti.<br />
Renata Polverini<br />
Presidente della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>
Assessorato<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
4<br />
2010 ANNO DELLA BIODIVERSITÀ: L’IMPEGNO DELLA REGIONE LAZIO<br />
Ci sono molti motivi per definire speciale questo<br />
numero di <strong>Lazio</strong> Informazione.<br />
Speciale perché si tratta del primo numero che ho<br />
il piacere di presentare ai lettori insieme a una<br />
nuova redazione. Sin dal mio insediamento<br />
all’assessorato alle Politiche agricole del <strong>Lazio</strong>, ho<br />
lavorato insieme alla Presidente Polverini per dare<br />
un nuovo cambio di marcia alla rivista, un cambio<br />
capace di riflettere e sottolineare il nuovo corso<br />
che le attività politiche della nuova Giunta stanno<br />
segnando nel governo della <strong>Regione</strong>.<br />
Speciale perché si tratta di un numero che chiude<br />
il 2010 con sessanta pagine tutte dedicate al tema<br />
dell’anno: la biodiversità. Un tema molto importante<br />
e con il quale noi amministratori siamo chiamati a<br />
confrontarci costantemente per la tutela<br />
dell’ambiente e la gestione sostenibile del territorio.<br />
Oggi si fa sempre più forte la preoccupazione che<br />
una crescita in termini solo quantitativi possa<br />
causare l’impoverimento delle risorse e la perdita<br />
di caratteristiche e valori paesaggistici considerati<br />
dalla comunità del <strong>Lazio</strong> un grande patrimonio. E’<br />
fondamentale quindi, in questo contesto, che le<br />
nostre attività politiche siano particolarmente<br />
incentrate a promuovere uno sviluppo sostenibile<br />
che coordini e renda compatibili tra<br />
loro le esigenze di sviluppo socioeconomiche<br />
con quelle di<br />
tutela ambientale.<br />
È proprio in questa direzione<br />
che ho voluto improntare la<br />
mia azione di governo.<br />
Un’azione rivolta<br />
costantemente alla qualità e<br />
alla genuinità. Ho da sempre<br />
considerato prioritaria la<br />
tutela e la valorizzazione del<br />
nostro grande patrimonio<br />
agroalimentare. Un’esigenza<br />
che nasce dalla volontà di<br />
migliorare la qualità delle<br />
produzioni, che garantiscano<br />
ai produttori e ai consumatori<br />
la massima<br />
trasparenza in<br />
termini di<br />
tracciabilità. In<br />
questo<br />
senso mi<br />
sono spesa<br />
per far<br />
approvare dalla Giunta regionale una legge sulla<br />
tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari.<br />
Una misura che assicura ai consumatori prodotti di<br />
eccellenza, freschi e interamente tracciabili e che,<br />
al contempo, salvaguarda il reddito delle imprese<br />
agricole del <strong>Lazio</strong>, votate alle produzioni di alta<br />
qualità.<br />
Tutelare la biodiversità vuol dire anche garantire<br />
sicurezza alimentare. È di fondamentale<br />
importanza, infatti, conoscere la provenienza di<br />
tutto ciò che arriva sulle nostre tavole. Per questo<br />
motivo stiamo attualmente studiando una legge<br />
per il sostegno e la valorizzazione dei prodotti a<br />
Km 0. E’ una misura con la quale vengono<br />
promosse le eccellenze agricole regionali e al<br />
contempo avvicina la città alla campagna. Quando<br />
si parla di qualità, non si può prescindere dal<br />
biologico: un concetto che oggi riguarda non solo<br />
le produzioni alimentari, ma uno stile di vita a 360<br />
gradi, che pone grande attenzione alla<br />
salvaguardia della natura e dell’ambiente e a tutti<br />
gli attori ad essi strettamente legati. A tale ambito<br />
sono state dedicate alcune pagine di questo<br />
numero speciale che riguardano il Programma di<br />
sviluppo rurale 2007/2013, in particolare a ciò<br />
che riguarda la tutela delle razze e delle varietà<br />
in via di estinzione. Si tratta di specifiche<br />
azioni per la conservazione della<br />
biodiversità animale e vegetale.<br />
Preservare quindi il paesaggio rurale<br />
significa conservare il grande<br />
patrimonio costituito dalla variabilità<br />
delle specie viventi, insieme alla nostra<br />
identità, storia e cultura. In questo<br />
senso, la dichiarazione del 2010 come<br />
anno della biodiversità, è un traguardo<br />
importante per affermare l’immensa<br />
ricchezza che la diversità della vita in<br />
tutte le sue forme dà al mondo,<br />
rendendolo così unico e speciale.<br />
Angela Birindelli<br />
Assessore alle Politiche<br />
Agricole e<br />
Valorizzazione dei<br />
Prodotti Locali del<br />
<strong>Lazio</strong>
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
6<br />
ocus F<br />
CONSAPEVOLI<br />
UN ANNO INTERAMENTE DEDICATO<br />
ALLA SENSIBILIZZAZIONE AL TEMA<br />
È MEGLIO<br />
> di Erica Antonelli<br />
Distruzione degli ambienti naturali, pressione<br />
antropica, cambiamenti climatici,<br />
scioglimento dei ghiacciai, specie in<br />
estinzione, scomparsa di foreste e zone umide,<br />
sfruttamento di specie animali e vegetali,<br />
urbanizzazione incontrollata, bracconaggio. Sono<br />
queste le principali cause dell’impoverimento<br />
ambientale dell’intero pianeta a cui stiamo<br />
sottoponendo il nostro pianeta. Sono queste le<br />
principali battaglie da vincere per riportare in<br />
equilibrio il nostro ecosistema. Un impegno a cui<br />
la comunità internazionale non si sottrae e per il<br />
quale l’ONU, dopo l’attenzione ai cambiamenti<br />
climatici prestata al G8 di Siracusa e durante i<br />
lavori del vertice di Copenaghen, sceglie di<br />
intitolare il 2010 ad Anno Internazionale della<br />
Biodiversità.<br />
Biodiversità intesa come patrimonio comune,<br />
ricchezza naturale, ma anche come produttrice di<br />
‘risorse e servizi’ indispensabili all’uomo e alla sua<br />
sopravvivenza. Gli stessi servizi che giocano un<br />
ruolo fondamentale anche nei sistemi economici<br />
internazionali. Pensiamo all’agricoltura e a quanto<br />
questo settore sia intrinsecamente legato a doppio<br />
filo al tema della biodiversità animale e vegetale.<br />
Nonostante l’UE abbia già predisposto politiche e<br />
strumenti legislativi atti ad arginare il progressivo<br />
impoverimento delle risorse naturali della Terra,<br />
la sfida si preannuncia come una della più<br />
difficili. Il declino della biodiversità procede ad<br />
alto ritmo, rimanendo di fatto uno dei principali<br />
punti dell’agenda politica europea e nazionale.<br />
Anche di quella italiana. L’Italia infatti, in virtù<br />
della sua felice posizione geografica, rientra<br />
nell’elenco dei paesi europei più ricchi di<br />
biodiversità, soprattutto nelle eco-aree delle Alpi e<br />
del Mediterraneo centrale. Secondo l’Annuario<br />
dei dati ambientali 2009 di ISPRA (Istituto<br />
Superiore per la Protezione e Ricerca<br />
Ambientale), l’Italia è terra di circa la metà delle<br />
specie vegetali presenti nel territorio europeo, la<br />
prima nazione del continente per numero assoluto<br />
di specie e, per quanto riguarda quelle animali,<br />
possiede circa un terzo di tutte le specie<br />
attualmente presenti in Europa. Un primato<br />
importante, che impone al Bel Paese di assumere<br />
un ruolo centrale nella lotta alle cause del<br />
depauperamento ambientale, tanto da aderire a<br />
numerose Convenzioni e accordi internazionali<br />
tra cui la Convenzione sulla Diversità Biologica<br />
adottata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 nel<br />
corso del Summit Mondiale delle Nazioni Unite<br />
su Ambiente e Sviluppo e ratificata a livello<br />
nazionale con la Legge n. 124 del 14 febbraio<br />
1994; la recente “Carta di Siracusa sulla<br />
Biodiversità”, sottoscritta nel 2009 dai Ministri<br />
dell’ambiente del G8 di concerto con quelli di<br />
altri Paesi e con le Organizzazioni Internazionali<br />
partecipanti al meeting siciliano.<br />
5CAUSEDA COMBATTERE<br />
Sono 5 le principali cause<br />
individuate come responsabili<br />
della perdita di biodiversità:<br />
degrado degli habitat,<br />
distruzione degli habitat,<br />
frammentazione,<br />
introduzione di specie esotiche,<br />
sovra sfruttamento delle risorse<br />
e delle specie.
ocus F<br />
CDB, UNA CONVENZIONE BIO-DIVERSA<br />
Con il termine<br />
biodiversità agricola, o<br />
agrobiodiversità, si<br />
indica il patrimonio di risorse<br />
genetiche vegetali, animali e<br />
microbiche formatesi per<br />
azione di meccanismi biologici<br />
e per selezione naturale nei<br />
tempi lunghi dell’evoluzione ed<br />
accumulate, fin dagli inizi<br />
dell’agricoltura (circa 10.000<br />
anni fa) da generazioni di<br />
agricoltori che hanno<br />
selezionato e trasferito, da<br />
zone geografiche diverse,<br />
tutte quelle specie da cui<br />
ricavare prodotti utili all’uomo.<br />
Purtroppo, l’affermarsi di<br />
un’agricoltura e di una<br />
zootecnia di tipo intensivo ha<br />
favorito la diffusione di nuove<br />
cultivar vegetali e razze<br />
d’interesse zootecnico,<br />
caratterizzate da maggiore<br />
La Convenzione internazionale sulla diversità biologica (CDB), entrata in<br />
vigore il 29 dicembre 1993, lavora per il raggiungimento di tre<br />
obbiettivi principali: conservare la diversità biologica, utilizzarla in<br />
modo durevole e garantire un’equa ripartizione dei benefici da essa<br />
derivati. Nell’aprile 2002, i paesi firmatari della Convenzione hanno deciso<br />
per “una riduzione significativa dell’attuale ritmo di impoverimento della<br />
biodiversità a livello mondiale, regionale e nazionale” entro il 2010. La crescente<br />
attenzione di organi sopranazionali verso queste tematiche ha fatto sì che, il 20<br />
dicembre 2006, l’Assemblea Generale dell’ONU proclamasse il 2010 “Anno<br />
Internazionale della Biodiversità” con la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica e<br />
stimolare i governi ad un maggiore impegno sul tema.<br />
(Testo a cura di: <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, D.R. <strong>Agricoltura</strong> - Area Servizi tecnici<br />
e scientifici. Servizio fitosanitario regionale ARSIAL - Servizio Tutela<br />
Risorse Vigilanza e Qualità Produzioni. Le fotografie appartengono<br />
all’archivio di ARSIAL)<br />
COS’È L’AGROBIODIVERSITA’ ?<br />
produttività e uniformità dei<br />
caratteri genetici che,<br />
unitamente alle profonde<br />
modifiche subite dagli<br />
ecosistemi rurali ed agroforestali,<br />
hanno determinato<br />
una sensibile riduzione della<br />
biodiversità. La progressiva<br />
perdita di diversità a livello di<br />
specie e di varietà/razza viene<br />
definita “erosione genetica”.<br />
La perdita di biodiversità,<br />
perfettamente adattata<br />
all’ambiente in cui si è evoluta,<br />
si traduce sempre in perdita di<br />
ricchezza perché con le<br />
specie e le varietà locali,<br />
scompaiono paesaggi,<br />
prodotti e culture locali ad<br />
esse legate.<br />
La sua difesa, pertanto, riveste<br />
notevole importanza sia per la<br />
valorizzazione economica e<br />
culturale delle produzioni<br />
agricole e zootecniche di tipo<br />
tradizionale, sia per la<br />
riqualificazione del paesaggio<br />
rurale e agro-forestale, nonché<br />
per la conservazione di una<br />
preziosa riserva genetica dalla<br />
quale attingere geni per nuovi<br />
programmi di selezione<br />
finalizzati ad un’agricoltura,<br />
una zootecnia e<br />
un’arboricoltura da legno<br />
ecosostenibili, adatte a<br />
condizioni ambientali sempre<br />
più difficili.<br />
(Testo a cura di: <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lazio</strong>, D.R. <strong>Agricoltura</strong> - Area<br />
Servizi tecnici e scientifici.<br />
Servizio fitosanitario regionale<br />
ARSIAL - Servizio Tutela<br />
Risorse Vigilanza e Qualità<br />
Produzioni. Le fotografie<br />
appartengono all’archivio di<br />
ARSIAL)<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
7
<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />
8<br />
F<br />
DALLA CONVENZIONE DI RIO AD OGGI<br />
DALLA CONVENZIONE DI RIO DE JANEIRO DEL 1992, AL PIANO NAZIONALE SULLA<br />
BIODIVERSITÀ DI INTERESSE AGRARIO (PNBA) DEL 1994, FINO ALL’ATTUAZIONE DEI PIANI<br />
DI SVILUPPO RURALE: IL LUNGO PERCORSO PER LA TUTELA DELLE DIVERSITÀ<br />
BIOLOGICHE, TRA OPPORTUNITÀ DI CRESCITA E GRANDI OSTACOLI.<br />
Alessandra Bianchi<br />
D.R. <strong>Agricoltura</strong>, Area servizi tecnici e scientifici,<br />
servizio fitosanitario regionale<br />
La Convenzione<br />
internazionale sulla<br />
biodiversità di Rio De<br />
Janeiro (1992), ratificata anche<br />
dallo Stato italiano (Legge n.<br />
124 del 14.02.1994), richiede<br />
ai Paesi firmatari di sviluppare<br />
strategie, piani e programmi<br />
per la conservazione della<br />
biodiversità e per l’uso<br />
sostenibile delle risorse, a<br />
vantaggio delle generazioni<br />
presenti e future.<br />
In attuazione della<br />
Convenzione di Rio De<br />
Janeiro, nel 2008 il Ministero<br />
per le Politiche Agricole<br />
Alimentari e Forestali<br />
(Mipaaf), con l’approvazione<br />
della Conferenza Stato-<br />
Regioni, ha varato il “Piano<br />
Nazionale sulla Biodiversità di<br />
interesse Agrario” (PNBA).<br />
Con l’ambizioso obiettivo di<br />
coordinare tutte le iniziative<br />
messe in campo dai vari<br />
soggetti istituzionali che si<br />
occupano di biodiversità in
ocus F<br />
agricoltura, il Piano rappresenta una grande<br />
occasione di confronto delle esperienze<br />
maturate, soprattutto a livello regionale, e di<br />
raccordo delle azioni da mettere in atto per<br />
salvare le molte varietà e razze tradizionali di cui<br />
l’Italia è ricca, a vantaggio dello sviluppo rurale<br />
e dell’agricoltura sostenibile.<br />
Il confronto e il coordinamento delle azioni<br />
rappresentano, dunque, l’approccio distintivo<br />
del PNBA italiano. Un approccio strategico<br />
ritenuto imprescindibile poiché basato sulla<br />
consapevolezza che la tutela della biodiversità<br />
sia ancora oggi una materia poco conosciuta, e<br />
che le esperienze in letteratura siano molto<br />
spesso reperibili da altri continenti e da<br />
situazioni socio-economiche molto diverse.<br />
E’ da considerare, infatti, che la maggiore<br />
ricchezza di biodiversità agraria sia concentrata<br />
nelle regioni mediterranee, e in particolare in<br />
Italia. Questo ha determinato da parte di molti<br />
Paesi europei, una scarsa sensibilità alle<br />
problematiche di tutela, dimostrata dal numero<br />
esiguo di iniziative fin qui messe in atto e dalla<br />
diffusa disponibilità degli Stati membri ad<br />
autorizzare l’impiego in agricoltura di organismi<br />
geneticamente modificati,<br />
un fattore di grave<br />
appiattimento della<br />
diversità genetica e di<br />
inquinamento delle varietà<br />
locali.<br />
Un altro aspetto che<br />
contribuisce alle<br />
difficoltà fin qui<br />
riscontrate a<br />
favore di una<br />
politica<br />
condivisa in<br />
difesa della<br />
biodiversità è<br />
il carattere<br />
strettamente<br />
locale su cui si<br />
concentrano gli<br />
interessi in gioco.<br />
Le varietà locali a rischio oggi sopravvivono in<br />
piccoli orti famigliari, vengono coltivate, così<br />
come in passato, su superfici relativamente<br />
piccole, poiché adattate a determinati tipi di<br />
ambienti agricoli, a differenza di alcune cultivar<br />
moderne diffuse in intere regioni o addirittura in<br />
continenti. Dunque l’interesse a difendere le<br />
peculiarità di queste coltivazioni è di carattere<br />
strettamente locale, nonostante sia chiara e<br />
diffusa la consapevolezza della grande<br />
importanza che riveste la biodiversità per la<br />
sopravvivenza della vita dell’uomo.<br />
La necessità di un coordinamento delle<br />
molteplici azioni attuate negli ultimi dieci anni<br />
dalle Regioni italiane e da altri enti locali per<br />
salvaguardare la biodiversità agraria, si è fatta<br />
sentire in particolar modo a partire dal 2004 con<br />
l’avvio del primo Piano di Sviluppo Rurale. Con<br />
l’attuazione della nuova programmazione<br />
agricola, infatti, le iniziative di salvaguardia<br />
della biodiversità dirette alle aziende agricole<br />
attraverso il sostegno all’allevamento e alla<br />
coltivazione di risorse genetiche autoctone, sono<br />
state sottoposte alla lente di ingrandimento<br />
dell’Unione Europea. Un’azione benefica quella<br />
dell’Unione Europea che però finora ha dato ben<br />
pochi risultati in termini di inversione dei<br />
processi di erosione genetica, a causa dei<br />
numerosi vincoli posti sui regimi di aiuti.<br />
Per quanto riguarda l’attuazione<br />
del PNBA, in una prima fase si è<br />
proceduto alla costituzione di<br />
un Comitato permanente,<br />
con rappresentanti dei<br />
ministeri delle Politiche<br />
agricole e<br />
dell’Ambiente,<br />
delle istituzioni<br />
scientifiche e delle<br />
Regioni, tra cui il<br />
<strong>Lazio</strong>, avente i<br />
compiti di<br />
concentrare le<br />
proposte progettuali di<br />
intervento in materia, di<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
9
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
10<br />
ocus F<br />
coordinare azioni e progetti e<br />
di confrontare i risultati<br />
ottenuti.<br />
Attualmente, sulla base di una<br />
proposta di attuazione del<br />
Piano avanzata dalle Regioni,<br />
il Mipaaf ha costituito un<br />
gruppo di qualificati esperti,<br />
coordinato dal Dr. Mario<br />
Marino della FAO, con<br />
l’obiettivo di creare le basi<br />
comuni su cui svolgere in<br />
modo armonioso ed efficace la<br />
funzione di tutela messa in<br />
campo dagli enti regionali.<br />
Gli esperti sono chiamati a<br />
mettere a punto strumenti<br />
operativi che saranno utilizzati<br />
dalle Regioni. Tra questi:<br />
l’individuazione dei descrittori<br />
comuni per specie, per la<br />
caratterizzazione delle varietà<br />
vegetali e delle razzepopolazioni<br />
animali locali;<br />
la definizione di una<br />
metodologia comune e<br />
condivisa per la ricerca e la<br />
caratterizzazione delle varietà<br />
vegetali e razze-popolazioni<br />
animali locali, al fine di<br />
permettere il confronto dei dati<br />
e dei risultati, l’uso comune dei<br />
termini e degli strumenti<br />
utilizzati a livello locale;<br />
la definizione delle linee guida<br />
per la corretta conservazione<br />
delle varietà vegetali e delle<br />
razze-popolazioni animali<br />
locali;<br />
la definizione di rischio di<br />
estinzione e di erosione<br />
genetica, attraverso soglie o<br />
criteri, per le principali specie<br />
vegetali del settore agricolo.<br />
Questa prima fase di<br />
attuazione del Piano<br />
Nazionale sulla Biodiversità<br />
di interesse Agrario è<br />
essenziale per la costituzione<br />
di un’anagrafe nazionale<br />
delle risorse genetiche di<br />
interesse agrario, uno<br />
strumento fondamentale per<br />
arrivare a conoscere lo stato<br />
reale della biodiversità nel<br />
nostro paese e una buona<br />
base di partenza per attivare<br />
gli aiuti previsti dal<br />
programma di sviluppo<br />
rurale. Una fase, dunque,<br />
indispensabile per far sì che i<br />
fondi destinati alle Regioni,<br />
benché ridotti, siano<br />
impiegati con interventi mirati<br />
ed efficaci.
ocus F
<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />
12<br />
F<br />
BIODIVERSITÀ<br />
UN PATRIMONIO DA SALVARE<br />
> di Erica Antonelli<br />
SHAKEEL BHATTI:<br />
“DURANTE I<br />
MILLENNI, L’UOMO<br />
HA AVUTO A<br />
DISPOSIZIONE PIÙ<br />
DI 10.000 SPECIE<br />
VEGETALI PER IL<br />
PROPRIO<br />
NUTRIMENTO.<br />
OGGI ABBIAMO A<br />
DISPOSIZIONE<br />
POCO PIÙ DI 150<br />
SPECIE COLTIVATE”<br />
Shakeel Bhatti è il primo<br />
Segretario del Trattato<br />
internazionale sulle risorse<br />
fitogenetiche per<br />
l’alimentazione e l’agricoltura<br />
(IT-PGRFA) presso la FAO. Da<br />
quando ha assunto l’incarico<br />
nel 2007, ha gestito il primo<br />
pool genetico globale<br />
disciplinato multilateralmente,<br />
che oggi conta oltre un milione<br />
di campioni di materiale<br />
genetico vegetale e che, da<br />
solo, facilita quotidianamente<br />
più 600 trasferimenti di<br />
materiale genetico dalle banche<br />
genetiche internazionali. Prima<br />
dell’attuale incarico, Shakeel<br />
Bhatti è stato a capo dell’area<br />
Risorse genetiche,<br />
Biotecnologie e Sapere<br />
tradizionale al World<br />
Intellectual Property<br />
Organization (WIPO).<br />
Una figura di alto profilo la sua<br />
e a cui abbiamo posto le nostre<br />
domande per comprendere<br />
l’importanza di tutelare il vasto,<br />
quanto fondamentale,<br />
patrimonio della biodiversità.
ocus F<br />
) La Biodiversità è un investimento<br />
che va tutelato per garantire la<br />
stabilità a lungo termine<br />
dell’ecosistema mondiale. Quali<br />
strategie e programmi il Trattato ha<br />
adottato per la conservazione della<br />
diversità biologica?<br />
Il Trattato ha adottato due<br />
strategie principali. La prima<br />
favorisce lo scambio di semi e<br />
altro materiale genetico per<br />
migliorare l’uso e la<br />
conservazione mediante un<br />
sistema di accesso e scambio<br />
facilitato, nel quale<br />
confluiscono 64 specie vegetali<br />
che, da sole, rappresentano<br />
l’80% degli alimenti necessari<br />
al genere umano. Per avere<br />
un’idea dell’importanza di<br />
questo sistema di scambio, i soli<br />
centri internazionali di ricerca<br />
agricola movimentano più di<br />
8500 campioni di semente e di<br />
altro materiale vegetale e la<br />
cifra è in continuo aumento. La<br />
seconda è il lancio d’una<br />
Strategia di Finanziamento che<br />
promuove la realizzazione di<br />
progetti di grande qualità in<br />
tutto il mondo. Nel 2009,<br />
grazie al sostegno di paesi<br />
come l’Italia, il Trattato ha<br />
finanziato i primi progetti e<br />
adesso sono in corso di<br />
approvazione altri progetti<br />
che saranno approvati a Bali<br />
(Indonesia), dove i Paesi<br />
firmatari del Trattato si<br />
riuniranno, a marzo del 2011,<br />
per approvare i migliori. Per<br />
questa nuova tornata<br />
progettuale il Segretariato del<br />
Trattato ha ricevuto più di 300<br />
proposte che saranno valutate<br />
da un gruppo di esperti<br />
provenienti da tutto il mondo.<br />
Il budget a disposizione, grazie<br />
all’impegno di alcuni Paesi<br />
come la Spagna, l’Italia ed<br />
organizzazioni Internazionali, è<br />
cresciuto in modo considerevole<br />
raggiungendo in pochi mesi<br />
circa 17 milioni di dollari.<br />
) La politica agricola comune (PAC),<br />
sostiene e incentiva l’impiego in<br />
Europa di pratiche agricole<br />
sostenibili, incoraggiando la qualità<br />
delle produzioni, la cura dell’ambiente<br />
e il benessere animale. Queste<br />
politiche sono sufficienti per la tutela<br />
della biodiversità?<br />
La politica agricola comune fa<br />
progressivamente passi in<br />
avanti per proteggere<br />
l’ambiente e la biodiversità,<br />
salvaguardare e sostenere<br />
l’economia delle aree rurali,<br />
mantenere e creare<br />
occupazione nelle campagne e<br />
attenuare gli effetti dei<br />
cambiamenti climatici. Risulta<br />
chiaro che non si tratta<br />
soltanto di regolare aspetti<br />
isolati o mirati unicamente alla<br />
produzione o al mercato. Un<br />
appoggio forte e coordinato a<br />
livello europeo alla<br />
biodiversità aiuterà senz’altro i<br />
piccoli agricoltori, che hanno<br />
un ruolo chiave nella<br />
conservazione. L’Unione<br />
Europea ha adottato numerose<br />
direttive nel settore<br />
sementiero, nella proprietà<br />
intellettuale ed ai fini della<br />
sicurezza alimentare.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
13
ocus<br />
<strong>Lazio</strong> <strong>Lazio</strong> / / informazione<br />
14<br />
F<br />
) La cosiddetta “Rivoluzione Verde”<br />
(termine con cui si indica<br />
l’incremento significativo delle<br />
produzioni agricole attraverso<br />
l’accoppiamento di varietà vegetali<br />
geneticamente selezionate a<br />
fertilizzanti e altri prodotti<br />
agrochimici) ha prodotto risultati che<br />
oggi ancora stiamo pagando a caro<br />
prezzo. Si può dare vita ad una<br />
Rivoluzione Sostenibile che faccia<br />
della biodiversità il suo punto<br />
d’eccellenza?<br />
I risultati della rivoluzione<br />
verde sono contraddittori. Da<br />
una parte ha permesso a<br />
numerosi Paesi sviluppati ed in<br />
via di sviluppo di alimentare la<br />
popolazione grazie a un<br />
incremento senza precedenti<br />
della produzione di cibo.<br />
Dall’altro, come nel caso della<br />
perdita della biodiversità, il<br />
prezzo da pagare è stato alto.<br />
La scelta dei contadini di<br />
piantare nuove varietà<br />
migliorate e di allevare nuove<br />
razze di bestiame ha provocato<br />
l’abbandono e l’estinzione di<br />
molte varietà locali e<br />
tradizionali. Come risaputo, gli<br />
agricoltori hanno da sempre<br />
selezionato la semente a partire<br />
da piante adattate<br />
naturalmente ai loro ambienti<br />
allo scopo di utilizzarle negli<br />
anni seguenti e questa pratica è<br />
andata persa in tanti luoghi a<br />
causa della modernizzazione<br />
dell’agricoltura. L’Italia è un<br />
Paese ricco di diversità e centro<br />
di origine di numerosi generi di<br />
piante e razze animali, grazie<br />
soprattutto alla sua posizione<br />
geografica al centro del<br />
Mediterraneo ma, secondo<br />
alcuni studiosi, solo in Italia<br />
sono andate perse circa il 90<br />
per cento delle antiche varietà<br />
di grano durante il secolo<br />
scorso. Questo é il motivo per<br />
il quale le varietà delle specie<br />
utili all’alimentazione sono<br />
conservate nelle banche<br />
genetiche del mondo intero.<br />
Questo, comunque, non è<br />
sufficiente: bisogna sviluppare<br />
delle strategie e dei programmi<br />
per conservare le nostre piante<br />
nei campi e permettere loro di<br />
evolversi ed adattarsi ai<br />
cambiamenti climatici. È<br />
Proprio per questo i governi<br />
dei Paesi sostengono il Trattato<br />
internazionale.<br />
) Che cosa stanno facendo gli altri<br />
Paesi del mondo per difendere il<br />
prezioso patrimonio genetico di piante<br />
e animali?<br />
C’è molto da fare. Durante i<br />
millenni, l’uomo ha avuto a<br />
disposizione più di 10.000<br />
specie vegetali per il proprio<br />
nutrimento. Oggi abbiamo a<br />
disposizione poco più di 150<br />
specie coltivate. Viviamo in un<br />
mondo nel quale nessun paese<br />
può essere considerato<br />
autosufficiente con le proprie<br />
specie vegetali locali. Per<br />
questo i Paesi sono obbligati a<br />
collaborare e il Trattato facilita<br />
lo scambio permanente delle<br />
specie alimentari e la<br />
condivisione dei benefici a loro<br />
connessi attraverso il sostegno<br />
a programmi e progetti di<br />
conservazione. Tra le misure<br />
che i Paesi adottano<br />
singolarmente spunta la<br />
creazione e il mantenimento di
ocus F<br />
banche di semi, anche di tipo<br />
locale. A livello mondiale tutte<br />
le banche custodiscono circa<br />
7.4 milioni di accessioni. La<br />
situazione però resta difficile:<br />
negli ultimi anni circa 60 Paesi<br />
hanno denunciato che la<br />
vulnerabilità è ancora molto<br />
alta. C’è maggiore<br />
consapevolezza del ruolo<br />
strategico della conservazione<br />
in situ e dell’importanza<br />
dell’uso sostenibile delle risorse<br />
genetiche e per questo molti<br />
paesi stanno incorporando<br />
specifiche strategie di tutela e<br />
salvaguardia nei loro piani<br />
nazionali. Nel settore animale,<br />
grazie al lavoro della FAO, i<br />
paesi adottarono nel 2007 in<br />
Interlaken un piano mondiale<br />
di azione per la conservazione<br />
delle risorse genetiche animali.<br />
Adesso è arrivato il momento<br />
di passare all’azione.<br />
) Sappiamo che disporre di un’ampia<br />
varietà di piante e animali costituisce<br />
un beneficio per i Paesi sviluppati e<br />
in via di sviluppo. In che modo?<br />
Un’ampia varietà di sementi ci<br />
consente di approfittare delle<br />
diverse caratteristiche di<br />
ognuna in risposta alla scarsità<br />
d’acqua, all’aumento delle<br />
temperature al bisogno di<br />
produrre rispettando<br />
l’ambiente, all’esigenza di<br />
ottenere cibo sano e nutriente<br />
in grado di soddisfare il nostro<br />
bisogno calorico, ma anche<br />
quello culturale legato al gusto<br />
e alle tradizioni. Questo è vero<br />
tanto per i paesi sviluppati<br />
come quelli in via di sviluppo,<br />
tutti siamo consumatori e<br />
dipendiamo fortemente<br />
dall’agricoltura. Nel caso degli<br />
animali il ragionamento base è<br />
simile, anche se la sua<br />
conservazione è più difficile e<br />
costosa e resta ancora molto<br />
da fare, anche a livello di<br />
cooperazione internazionale.<br />
) Quindi possiamo dire che la<br />
biodiversità può essere considerata<br />
come la miglior difesa contro la<br />
fame…<br />
Il legame tra la biodiversità e la<br />
sicurezza alimentare è molto<br />
stretto. Le sfide legate alla<br />
produzione del cibo crescono<br />
ogni giorno, mentre, al<br />
contrario, le possibili soluzioni<br />
diminuiscono, con il diminuire<br />
della biodiversità agricola.<br />
Molti semi stanno<br />
scomparendo ed è per questo<br />
che abbiamo bisogno di<br />
strumenti efficaci come il<br />
Trattato per promuoverne la<br />
conservazione e la cultura<br />
alimentare ad essi associata.<br />
Tra le sfide più difficili vanno<br />
senz’altro menzionate la<br />
popolazione mondiale in<br />
veloce aumento e i<br />
cambiamenti ambientali in<br />
corso.<br />
) Alla luce degli impegni assunti dai<br />
vari Paesi nel corso del 2010, anno<br />
mondiale della biodiversità, è<br />
possibile trarre un primo bilancio<br />
sulle prospettive future della<br />
sopravvivenza del pianeta?<br />
L’anno 2010, dichiarato anno<br />
internazionale della<br />
biodiversità, è stato senza<br />
dubbio un anno molto<br />
importante. Appena poche<br />
settimane fa abbiamo assistito<br />
in Giappone all’approvazione<br />
del Protocollo di Nagoya che<br />
costituisce un nuovo ed<br />
importante anello normativo a<br />
livello mondiale. Questo ci<br />
indica l’alto interesse dei<br />
governi per queste materie. Ma<br />
l’anno non è ancora finito. Tra<br />
poche settimane l’Italia<br />
ospiterà a Roma numerosi<br />
ministri dell’agricoltura di<br />
tutto il mondo in una Tavola<br />
rotonda d’alto livello che<br />
segnerà, ne sono certo, un<br />
passo importante nel camino a<br />
seguire. Credo sinceramente<br />
che il 2010 sarà ricordato<br />
come un anno importante per<br />
la biodiversità e per gli sforzi<br />
della cooperazione<br />
internazionale ai fini della sua<br />
conservazione. Poche<br />
settimane fa è stato pubblicato<br />
dalla FAO il Secondo rapporto<br />
mondiale sullo Stato delle<br />
Risorse Genetiche Vegetali per<br />
l’alimentazione e l’agricoltura e<br />
questo documento servirà a<br />
capire meglio lo stato della<br />
conservazione e dell’uso delle<br />
risorse genetiche vegetali per<br />
l’alimentazione e l’agricoltura e<br />
prendere insieme nuove e più<br />
efficienti misure a cominciare<br />
dall’aumento degli investimenti<br />
per un’agricoltura sostenibile.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
15
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
16<br />
ocus La<br />
IL PROGETTO REVERSE<br />
PER LA PREVENZIONE AMBIENTALE<br />
Il progetto REVERSE (Regional Exchanges<br />
And Policy Making For Protecting And<br />
Valorizing Biodiversity In Europe) è un<br />
progetto di cooperazione interregionale<br />
focalizzato sulla protezione e promozione della<br />
biodiversità su scala europea. L’obiettivo<br />
principale di REVERSE è quello di mettere in<br />
moto un sistema che solleciti le regioni europee a<br />
sviluppare strategie politiche orientate alla<br />
prevenzione dell’erosione genetica e allo scambio<br />
interregionale delle buone pratiche.<br />
Invertire l’assenza di strategie politiche reali in<br />
un nuovo e crescente interesse a favore di azioni<br />
concrete in difesa della biodiversità; invertire<br />
l’isolamento delle regioni europee in nuove forme<br />
di cooperazione interregionale; invertire la<br />
perdita progressiva delle biodiversità oggi in atto,<br />
nella conservazione di una moltitudine di forme<br />
genetiche grazie al quale il pianeta può trarre<br />
beneficio per la sua sopravvivenza. Queste sono<br />
le principali linee guida che costituiscono la<br />
“mission” del progetto Reverse, per la<br />
realizzazione del quale sono stati previsti 2,5<br />
milioni di Euro.<br />
Scambi di buone pratiche per la<br />
protezione e la valorizzazione<br />
della biodiversità in Europa.
zio Foc<br />
Con l’intento di seguire queste<br />
linee guida, 14 partner di 7<br />
Stati dell’UE, a partire da<br />
gennaio 2010, hanno avviato<br />
programmi di scambio di buone<br />
pratiche su tre temi principali:<br />
CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI<br />
PASSATI E FUTURI<br />
Giugno 2010<br />
Conferenza di lancio del Progetto, Bordeaux (Francia)<br />
Giugno 2010<br />
Primo Seminario Interregionale: “<strong>Agricoltura</strong>, Filiere agroalimentari<br />
& Biodiversità”, Bordeaux (Francia)<br />
Settembre 2010<br />
Lancio del Sito ufficiale del Progetto<br />
Novembre 2010<br />
Secondo Seminario Interregionale: “Turismo & Biodiversità”,<br />
Crete (Grecia)<br />
Inizio 2011<br />
Terzo Seminario Interregionale: “Gestione del paesaggio &<br />
Biodiversità”, Murcia (Spagna)<br />
Fine 2011<br />
Quarto Seminario Interregionale: Realizzazione di una guida<br />
per le buone pratiche, Umbria (Italia)<br />
Inizio 2012<br />
Quinto Seminario Interregionale: formulazione di una Carta,<br />
(Estonia)<br />
Fine 2012<br />
Conferenza di chiusura: presentazione e divulgazione delle<br />
conclusioni e dei risultati del Progetto, Brussels (Belgio).<br />
<strong>Agricoltura</strong>, Filiere agroalimentari<br />
& Biodiversità;<br />
Turismo & Biodiversità;<br />
Gestione del paesaggio &<br />
Biodiversità.<br />
Per l’intera durata del progetto<br />
(prevista fino a dicembre<br />
2012), i partner continueranno<br />
a scambiare esperienze e<br />
conoscenze riguardanti le<br />
strategie di conservazione e<br />
valorizzazione delle biodiversità<br />
presenti nei rispettivi paesi,<br />
focalizzando l’attenzione<br />
sull’identificazione delle migliori<br />
pratiche adottate nei singoli<br />
territori.<br />
Da sottolineare che per l’Italia,<br />
uno dei partner aderenti al<br />
progetto è ARSIAL, Agenzia<br />
Regionale per lo Sviluppo e<br />
l’Innovazione dell’<strong>Agricoltura</strong> del<br />
<strong>Lazio</strong>. L’agenzia partecipa a<br />
Reverse per presentare<br />
l’esperienza di attuazione della<br />
Legge Regionale 1 marzo<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
17
<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />
18<br />
La<br />
2000, n. 15, “Tutela delle<br />
Risorse genetiche autoctone di<br />
interesse agrario”.<br />
Alla conclusione del progetto,<br />
le buone pratiche saranno<br />
raccolte in un’apposita guida<br />
contenente i temi, i territori, i<br />
partner e gli indicatori più<br />
appropriati per la conservazione<br />
delle biodiversità in Europa.<br />
L’obiettivo della guida è quello<br />
di costituire un riferimento<br />
importante per gli indirizzi di<br />
politica regionale e di<br />
contribuire a creare una rete<br />
interregionale di partner sempre<br />
più ampia.
zio Foc
<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />
20<br />
La<br />
L’AGROBIODIVERSITÀ DEL LAZIO<br />
La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, al fine di<br />
tutelare l’agrobiodiversità<br />
del <strong>Lazio</strong>, ha emanato la<br />
Legge regionale 1 marzo 2000,<br />
n.15, “Tutela le risorse<br />
genetiche autoctone del <strong>Lazio</strong>,<br />
d’interesse agrario e a rischio di<br />
erosione genetica”.<br />
Oggetto di tutela sono le<br />
specie, le popolazioni, gli<br />
ecotipi, i cloni e le cultivar<br />
vegetali, nonché le razze e le<br />
popolazioni animali per i quali<br />
esistono interessi dal punto di<br />
UNA LEGGE REGIONALE PER LA<br />
TUTELA E LA VALORIZZAZIONE<br />
vista economico, scientifico,<br />
ambientale, culturale e che<br />
siano minacciati di erosione<br />
genetica.<br />
La legge affida alla <strong>Regione</strong> il<br />
compito di elaborare gli<br />
indirizzi programmatici in<br />
materia, attraverso la<br />
predisposizione e<br />
l’approvazione di programmi<br />
triennali e di piani operativi<br />
annuali. La realizzazione dei<br />
piani ed ei programmi è<br />
affidata all’ARSIAL (Agenzia<br />
Regionale per lo Sviluppo e<br />
l’Innovazione dell’<strong>Agricoltura</strong><br />
del <strong>Lazio</strong>). In dieci anni di<br />
operatività, accanto ad<br />
un’azione costante di<br />
informazione e divulgazione<br />
promossa dalla <strong>Regione</strong>, la<br />
legge ha permesso il<br />
rinvenimento, lo studio e la<br />
caratterizzazione, nonché<br />
l’avvio della valorizzazione in<br />
termini economici, di un gran<br />
numero di risorse genetiche che<br />
si ritenevano scomparse, ma<br />
che in realtà sono rimaste<br />
legate a pratiche agricole<br />
antiche in territori spesso<br />
marginali.<br />
I principali strumenti operativi<br />
sono costituiti dal Registro<br />
Volontario Regionale e dalla<br />
Rete di Conservazione e<br />
Sicurezza che sono gestiti<br />
dall’ARSIAL.
zio Foc<br />
IL REGISTRO VOLONTARIO REGIONALE<br />
Il Registro Volontario Regionale è il repertorio<br />
ufficiale della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> dove sono<br />
iscritte, previo parere di due Commissioni<br />
Scientifiche, una per il Settore Vegetale e una per<br />
il Settore Animale, le risorse genetiche autoctone,<br />
d’interesse agrario, a rischio di erosione genetica.<br />
La domanda d’iscrizione deve essere inoltrata<br />
all’ARSIAL che provvede ad inserire<br />
gratuitamente la risorsa genetica nel Registro.<br />
Alla data del 1 maggio 2010 risultano iscritte al<br />
Registro Volontario Regionale n. 172 risorse<br />
genetiche vegetali e 26 risorse genetiche animali.<br />
VEGETALI ANIMALI<br />
ARBOREE N° ERBACEE N° N°<br />
Albicocco 2 Fragola 1 Bovino 1<br />
Azzeruolo 1 Aglio 2 Asino 4<br />
Castagno 1 Pomodoro 3 Cavallo 7<br />
Ciliegio 14 Peperone 1 Capra 4<br />
Melo 36 Zucchino 1 Pecora 2<br />
Melograno 4 Sedano 1 Suino 3<br />
Nocciolo 3 Carciofo 2 Pollo 1<br />
Olivo 13 Finocchio 1 Coniglio 1<br />
Pero 23 Fagiolo 15 Gambero 1<br />
Pesco 4 Cece 1 Carpione 1<br />
Susino 4 Lenticchia 3 Trota 1<br />
Vite da vino 28 Farro 2<br />
Uva da Tavola 4 Mais 1<br />
Visciolo 1<br />
138 34 26<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
21
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
22<br />
ocus La<br />
LA RETE DI CONSERVAZIONE<br />
E SICUREZZA<br />
Tutti coloro che detengono, coltivano o<br />
allevano vegetali e animali iscritti al<br />
Registro Volontario Regionale possono<br />
entrare a far parte della Rete di Conservazione e<br />
Sicurezza gestita e coordinata da ARSIAL.<br />
Il fine ultimo della Rete è quello di sviluppare un<br />
interesse economico che renda possibile una<br />
conservazione attiva delle risorse genetiche<br />
tutelate.<br />
Gli scopi della Rete di Conservazione e Sicurezza<br />
possono essere così schematizzati:<br />
favorire la coltivazione o l’allevamento in<br />
azienda, nell’areale dove le risorse si sono<br />
selezionate;<br />
favorire la reintroduzione o l’estensione della<br />
coltura o dell’allevamento delle risorse genetiche<br />
tutelate;<br />
affidare, sotto lo stretto controllo di ARSIAL,<br />
ad agricoltori o allevatori “custodi”, la<br />
moltiplicazione delle risorse genetiche conservate<br />
fornendo l’assistenza necessaria per<br />
l’applicazione di adeguate tecniche di<br />
moltiplicazione/riproduzione;<br />
controllare lo scambio del materiale di<br />
propagazione prodotto e renderlo disponibile sia<br />
per gli agricoltori che ne facciano richiesta per la<br />
coltivazione o l’allevamento, sia per finalità<br />
scientifiche quali la selezione e il miglioramento<br />
genetico;<br />
applicare modelli colturali o di allevamento,<br />
studiati sulla base di quelli tradizionalmente<br />
adottati, che esaltino la qualità e la produttività<br />
delle risorse genetiche tutelate;<br />
coordinare i soggetti inseriti nella Rete al fine di<br />
promuovere la valorizzazione economica e culturale<br />
delle risorse genetiche tutelate dalla legge.<br />
Consistenza delle adesioni alla Rete di<br />
Conservazione e Sicurezza, ripartite per<br />
provincia<br />
ADESIONI RISORSE<br />
ANIMALI VEGETALI<br />
ROMA 154 7<br />
RIETI 144 20<br />
VITERBO 57 48<br />
FROSINONE 51 69<br />
LATINA 31 38<br />
Totale 437 182
zio Foc
<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />
24<br />
La<br />
BIODIVERSITÀ AGRICOLA,<br />
> di Valentina Conti<br />
Agrobiodiversità: un termine che<br />
indica l’intero patrimonio di risorse<br />
genetiche vegetali ed animali<br />
formatesi, per azione di meccanismi<br />
biologici e per selezione naturale, nei tempi<br />
lunghi dell’evoluzione ed accumulate, fin<br />
dagli inizi dell’agricoltura, da generazioni<br />
di agricoltori che hanno domesticato,<br />
selezionato e trasferito, da zone geografiche<br />
diverse, tutte quelle specie da cui ricavare<br />
prodotti utili all’uomo.<br />
Il <strong>Lazio</strong>, sulla scorta delle indicazioni fornite<br />
dalla Convenzione sulla Biodiversità, con la<br />
Legge 1 marzo 2000, n. 15, gestita da<br />
Arsial, è stata una delle prime regioni dello<br />
Stivale ad aver applicato a livello locale i<br />
principi che guidano la difesa, la<br />
conservazione e l’utilizzazione sostenibile<br />
della biodiversità agricola autoctona. Uno<br />
strumento principe per la valorizzazione<br />
economica e culturale dei prodotti tipici e<br />
tradizionali laziali e per la riqualificazione<br />
ambientale del territorio.<br />
Nello specifico, vengono tutelate tutte le<br />
specie, razze, popolazioni, ecotipi, cloni e<br />
cultivar, compresi i selvatici delle specie<br />
vegetali coltivate, nonché le razze e le<br />
popolazioni animali di interesse zootecnico<br />
che siano autoctone, siano, cioè, originarie<br />
IL RUOLO DI ARSIAL<br />
del <strong>Lazio</strong> o vi siano state introdotte e si<br />
siano integrate nell’agro-ecosistema laziale<br />
da almeno cinquant’anni; siano d’interesse<br />
agrario, vale a dire utilizzate per scopi<br />
agricoli, zootecnici, agro-forestali, venatori<br />
e per l’acquacoltura; per le quali esista un<br />
interesse economico, scientifico, ambientale<br />
e culturale; che siano minacciate di erosione<br />
genetica a causa del loro abbandono o<br />
dell’inquinamento genetico. Sono, inoltre,<br />
tutelate tutte le risorse genetiche scomparse<br />
dal territorio regionale ma attualmente<br />
conservate presso Istituti sperimentali, orti<br />
botanici, collezioni e banche genetiche<br />
pubbliche e private, anche di altre regioni o<br />
Paesi.<br />
La Legge affida ad Arsial la gestione dei<br />
due importanti strumenti operativi<br />
attraverso i quali viene attuata la tutela: il<br />
Registro Volontario Regionale e la Rete di<br />
Conservazione e Sicurezza.<br />
Il primo è il Repertorio Ufficiale della<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> dove vengono iscritte, previo<br />
parere di due Commissioni Scientifiche -<br />
una per il Settore Vegetale e una per il<br />
Settore Animale - le risorse genetiche<br />
autoctone d’interesse agrario a rischio di<br />
erosione genetica. Tutti coloro che<br />
detengono, coltivano o allevano vegetali e
zio Fo<br />
animali iscritti al Registro<br />
Volontario Regionale possono<br />
entrare, inoltre, a far parte di<br />
una Rete di Conservazione e<br />
Sicurezza gestita e coordinata<br />
dall’Agenzia. A questo circuito<br />
possono aderire: Comuni,<br />
Università, Istituti di ricerca,<br />
Orti botanici, Enti parco,<br />
vivaisti e agricoltori singoli o<br />
associati. Il fine ultimo della<br />
Rete è quello di sviluppare un<br />
interesse economico che renda<br />
possibile una conservazione<br />
attiva delle risorse genetiche<br />
tutelate.<br />
A cosa ci riferiamo quando<br />
parliamo in termini concreti di<br />
biodiversità del <strong>Lazio</strong> è presto<br />
detto.<br />
In Italia, grazie all’eterogeneità<br />
dei paesaggi dovuti in special<br />
modo all’insieme dei fattori<br />
bioclimatici, si riscontra la più<br />
elevata quantità di flora e<br />
fauna dell’intero Continente<br />
Europeo. La posizione centrale<br />
della nostra Penisola<br />
all’interno del Mediterraneo,<br />
unitamente ad una presenza<br />
antropica molto più antica ed<br />
estesa che altrove, ha permesso<br />
il sovrapporsi di numerose<br />
componenti floro-faunistiche<br />
sulla cui evoluzione, sia in<br />
termini spaziali che<br />
compositivi, ha profondamente<br />
influito l’azione dell’uomo.<br />
Ancor più che in altri Paesi, la<br />
diversità degli assetti del<br />
territorio rurale ha permesso<br />
l’insediamento ed il<br />
mantenimento di una grande<br />
varietà di piante coltivate e di<br />
animali domestici, ben adattati<br />
ai diversi agro-ecosistemi che<br />
sono andati sviluppandosi nel<br />
corso dei millenni.<br />
Il <strong>Lazio</strong>, a sua volta, posto<br />
centralmente rispetto alla<br />
Penisola, caratterizzato<br />
anch’esso da una complessa<br />
morfologia e da una grande<br />
variabilità bioclimatica,<br />
possiede tutte le peculiarità<br />
anzi descritte.<br />
Purtroppo, in Italia come nel<br />
resto del mondo, il diffondersi<br />
di nuove cultivar d’interesse<br />
agrario e di razze d’interesse<br />
zootecnico, tutte caratterizzate<br />
da maggiore produttività ed<br />
uniformità dei caratteri<br />
genetici, unitamente all’intensa<br />
antropizzazione degli<br />
ecosistemi forestali, hanno<br />
determinato una riduzione<br />
della variabilità genetica<br />
vegetale ed animale, che di per<br />
sé favorisce un aumento della<br />
fragilità degli ecosistemi<br />
agricoli e forestali e la<br />
scomparsa di varietà locali,<br />
ecotipi e progenitori selvatici,<br />
di specie vegetali e di razze e<br />
popolazioni animali, anche<br />
faunistiche, d’interesse agrozootecnico.<br />
Quello che va sottolineato è<br />
che il progresso agricolo non<br />
può prescindere<br />
dall’identificazione e dalla<br />
conservazione di questo<br />
patrimonio genetico<br />
minacciato di definitiva<br />
scomparsa e perfettamente<br />
adattato all’ambiente in cui si è<br />
evoluto.<br />
La sua difesa riveste notevole<br />
importanza economica sia per<br />
la diversificazione e la<br />
qualificazione delle produzioni<br />
agricole in ambito locale o per<br />
la riqualificazione del<br />
paesaggio agro-forestale, sia<br />
perché esso rappresenta un<br />
patrimonio dal quale attingere<br />
geni per nuovi programmi di<br />
miglioramento genetico<br />
finalizzati ad un’agricoltura,<br />
una zootecnia ed<br />
un’arboricoltura da legno<br />
ecosostenibili.<br />
Ecco perché un’Agenzia<br />
regionale come l’Arsial tutela<br />
la biodiversità agricola della<br />
regione, a difesa di un<br />
patrimonio genetico che oggi<br />
rischia seriamente l’estinzione.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
25
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
26<br />
ocus La<br />
LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ<br />
NEL PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007-2013<br />
Il modello di un’agricoltura sostenibile basata sulla tutela dell’ambiente e delle sue<br />
risorse ricopre nel Piano di Sviluppo Rurale del <strong>Lazio</strong> 2007-2013 un posto di grande<br />
rilievo. Tra le più interessanti sono le opportunità offerte dalle Misure sui Pagamenti<br />
Agroambientali previste nell’Asse II del documento programmatico.<br />
La salvaguardia delle razze e delle varietà in via di<br />
estinzione sono configurate come azioni molto<br />
importanti sin dal Piano di Sviluppo Rurale<br />
2000 – 2006. Tuttavia, è con il PSR 2007 – 2013 che<br />
le tematiche legate alla tutela delle biodiversità animali<br />
e vegetali guadagnano un posto di grande rilievo.<br />
Si tratta di specifiche azioni presenti nell’ambito della<br />
Misura 214 “Pagamenti Agroambientali” che hanno i<br />
principali obiettivi di incentivare la coltivazione e<br />
l’allevamento di razze e varietà soggette ad erosione<br />
genetica, salvaguardare la biodiversità nelle singole<br />
aziende e tutelare e sviluppare i sistemi di produzione<br />
agricola caratterizzati da un’“elevata valenza<br />
naturale”.<br />
Le azioni in questione sono la 214.8 – Tutela della<br />
biodiversità agraria animale e la 214.9 - Tutela della<br />
biodiversità agraria vegetale. Vediamo nello specifico<br />
ciascuna di esse, illustrandone gli obiettivi, i possibili<br />
beneficiari, i requisiti richiesti e le risorse destinate.<br />
AZIONE 214.8<br />
“Tutela della biodiversità agraria animale”<br />
L’Azione ha lo scopo di incentivare l’allevamento nelle<br />
aziende agricole regionali (conservazione “in situ”) di<br />
animali appartenenti alle razze locali in via di estinzione.<br />
In forma indiretta, l’Azione partecipa anche all’obiettivo<br />
specifico dell’Asse II di “Conservare il paesaggio rurale”,<br />
essendo le razze oggetto di salvaguardia elemento in<br />
grado di rafforzare (o mantenere) l’identità storicoculturale<br />
dei territori regionali.<br />
Le razze animali, oggetti della presente Azione,<br />
appartengono a specie animali, iscritte nel Registro<br />
Volontario Regionale, un repertorio ufficiale istituito<br />
con la L. R. 15 marzo 2000, n. 15, “Tutela delle risorse<br />
genetiche autoctone di interesse agrario” e considerate<br />
minacciate di abbandono.<br />
L’Azione si articola in due sottoazioni:<br />
Azione 214.8.a - prevede la corresponsione di aiuti per<br />
gli allevatori che si impegnano ad: allevare in purezza i<br />
capi per il numero di UBA per il quale è stato<br />
riconosciuto l’aiuto; attuare, se richiesto dall’ARSIAL,<br />
un programma di accoppiamento per il miglioramento<br />
genetico dell’allevamento; allevare le razze animali per il<br />
settennio di impegno; provvedere a fare iscrivere i capi<br />
nei rispettivi libri genealogici o registri anagrafici, ove<br />
attivati, oppure produrre un’attestazione di<br />
appartenenza alla razza, rilasciata da un esperto di un<br />
ente autorizzato; annotare sul Registro di Stalla, ove<br />
previsto, gli animali presenti e mantenere una<br />
consistenza minima dell’allevamento, con riferimento<br />
agli animali minacciati.<br />
Il premio è sempre erogato sulla base degli animali<br />
effettivamente allevati in azienda. E’ comunque possibile<br />
sostituire, nel corso dell’impegno, i capi allevati con altri<br />
aventi le stesse caratteristiche di purezza genealogica.<br />
L’aiuto annuale, per i beneficiari è di euro 200/UBA<br />
(Unità di Bestiame Adulto).<br />
Azione 214.8.b - prevede la corresponsione di aiuti a<br />
favore dell’ARSIAL, sulla base delle indicazioni<br />
operative e delle linee di intervento definite dalla regione<br />
(Programmi operativi annuali predisposti ai sensi<br />
dell’art. 6 della L.R. n. 15/2000) per le attività di<br />
censimento, catalogazione, caratterizzazione e<br />
utilizzazione delle risorse genetiche in agricoltura,<br />
compilazione in rete del Registro volontario regionale -<br />
sezione animale o di altri inventari, di informazione,<br />
divulgazione e consulenza che coinvolgono le aziende<br />
zootecniche, le organizzazioni non governative e gli enti<br />
pubblici territoriali, anche attraverso corsi di formazione<br />
e stesura di rapporti tecnici.<br />
L’aiuto annuale è pari al 100% delle spese sostenute e<br />
rendicontate per l’attuazione delle operazioni<br />
ammissibili.<br />
Possono beneficiare degli aiuti gli agricoltori che<br />
allevano in azienda le razze locali Iscritte al Registro<br />
Volontario Regionale, e l’Ente preposto alla gestione<br />
delle azioni volte al sostegno, al mantenimento e<br />
all’incremento delle razze minacciate da erosione<br />
genetica nell’ambito dei Programmi operativi annuali<br />
predisposti dalla <strong>Regione</strong> ai sensi dell’art. 6 della L.R. n.<br />
15/2000.
zio Fo<br />
AZIONE 214.9<br />
“Tutela della biodiversità agraria vegetale”<br />
L’Azione punta a incentivare la coltivazione, nelle<br />
aziende agricole regionali (conservazione “in situ”), di<br />
varietà di specie vegetali locali in via di estinzione. In<br />
forma indiretta, l’Azione partecipa anche all’obiettivo<br />
specifico dell’Asse II di “Conservare il paesaggio rurale”<br />
essendo le razze oggetto di salvaguardia elemento in<br />
grado di rafforzare (o mantenere) l’identità storicoculturale<br />
dei territori regionali.<br />
Le varietà locali a rischio di estinzione oggetto<br />
dell’azione sono iscritte nel Registro Volontario<br />
Regionale (R.V.R.), un repertorio ufficiale istituito<br />
con la L. R. 15 marzo 2000, n. 15, “Tutela delle<br />
risorse genetiche autoctone di interesse agrario”, in<br />
quanto sono considerate autoctone e minacciate di<br />
erosione genetica.<br />
L’Azione è articolata in due sottoazioni:<br />
Azione 214.9.a - prevede l’obbligo di coltivare almeno<br />
una delle varietà locali elencate Registro Volontario<br />
Regionale per un periodo non inferiore al periodo di<br />
impegno dell’azione (nel caso di colture annuali, fino al<br />
compimento del loro ciclo colturale), non coltivare<br />
OGM (al di fuori di quanto previsto dal piano regionale<br />
di coesistenza). Per i detentori di piante isolate, questi<br />
devono effettuare gli interventi e le cure colturali<br />
necessari a proteggere e mantenere vitali i vegetali che<br />
sono oggetto dell’impegno. Le aziende agricole che si<br />
impegnano a coltivare in-situ in azienda le varietà locali<br />
per fini di moltiplicazione, sono obbligate, inoltre, a<br />
seguire lo specifico disciplinare elaborato da ARSIAL in<br />
collaborazione con il Servizio Fitosanitario Regionale.<br />
L’aiuto, corrisposto annualmente, va da 300 a 900<br />
euro/ha per la coltivazione finalizzata alla produzione di<br />
semente e/o materiale di moltiplicazione, mentre per la<br />
sola coltivazione va da 250 a 750 euro/ha; nel caso di<br />
piante isolate (max 5 per varietà) il premio è di 70<br />
euro/pianta.<br />
Azione 214.9.b - prevede la corresponsione di aiuti a<br />
favore dell’ARSIAL, sulla base delle indicazioni operative<br />
e delle linee di intervento definite dalla <strong>Regione</strong><br />
(Programmi operativi annuali predisposti ai sensi dell’art.<br />
6 della L.R. n. 15/2000) per le attività di censimento,<br />
catalogazione e caratterizzazione delle risorse genetiche,<br />
di compilazione in rete del Registro volontario regionale<br />
– sezione vegetale o di altri inventari, di informazione,<br />
divulgazione e consulenza che coinvolgono le aziende<br />
agricole, le organizzazioni non governative e gli enti<br />
pubblici territoriali, anche attraverso corsi di formazione<br />
e stesura di rapporti tecnici.<br />
Il sostegno previsto è pari al 100% delle spese sostenute<br />
e rendicontate per l’attuazione delle operazioni<br />
ammissibili.<br />
Possono beneficiare dell’aiuto le aziende agricole e ad<br />
altri soggetti diversi dagli imprenditori agricoli che si<br />
impegnano a coltivare in situ/in azienda le varietà iscritte<br />
nel Registro Volontario Regionale (R.V.R.) (secondo<br />
uno specifico disciplinare elaborato dall’ARSIAL in<br />
collaborazione con il Servizio Fitosanitario Regionale,<br />
con il fine di produrre sementi e/o materiale di<br />
moltiplicazione), le aziende agricole che coltivano ex situ<br />
le varietà locali iscritte nel Registro Volontario<br />
Regionale e ad altri soggetti (enti locali, istituti di<br />
ricerca, università) che effettuano campi catalogo di tali<br />
varietà, e l’Ente preposto alla gestione delle azioni volte<br />
al sostegno, al mantenimento e incremento delle razze<br />
minacciate da erosione genetica nell’ambito dei<br />
Programmi operativi annuali predisposti dalla <strong>Regione</strong><br />
ai sensi dell’art. 6 della L.R. n. 15/2000.<br />
I premi annuali sono assegnati per ettaro e per tipo di coltura:<br />
COLTURA<br />
AZIONE 214.a.a<br />
COLTIVAZIONE<br />
AZIONE 214.a.b<br />
PRODUZIONE MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE<br />
Cereali ed altre colture seminative 250/ha 300/ha<br />
Ortive 500/ha 600/ha<br />
Colture arboree e altre colture perenni specializzate 800/ha 900/ha<br />
Arboree piante isolate (fino ad un max di 5 piante per varietà) 70/pianta 90/pianta<br />
Lo stato dell’arte di tali azioni per la programmazione del PSR 2007-2013 mostra, per le annualità 2008 e 2009, il seguente quadro:<br />
ANNUALITÀ AZIONE 214.8.a AZIONE 214.9.a TOTALE<br />
ANIMALI VEGETALI<br />
2008 306 21 327<br />
2009 526 175 701<br />
Il consistente aumento del numero di domande registrato nel 2009 rispetto<br />
all’anno precedente, è la risultante di un’efficace azione di coordinamento che la<br />
<strong>Regione</strong> e l’ARSIAL hanno messo in campo nell’ultimo anno a favore di una<br />
capillare informazione rivolta a tutti i potenziali beneficiari, ovvero a tutti coloro<br />
che fino ad oggi, caparbiamente, hanno continuato a custodire le razze e le<br />
varietà “antiche” del <strong>Lazio</strong>; varietà che oggi rappresentano le “nuove” risorse per<br />
l’agricoltura, l’ambiente e la cultura dei territori.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
27
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
28<br />
ocus La<br />
> di Paola Rosatini<br />
LA BIODIVERSITÀ È VITA<br />
Da poco si è concluso<br />
l’anno internazionale<br />
della biodiversità. Tanto<br />
a livello nazionale e regionale<br />
quanto a livello locale sono<br />
state avviate moltissime<br />
iniziative per mostrare cos’è la<br />
biodiversità, come e perché<br />
bisogna conservarla. La cultura<br />
dipende dall’agricoltura perché<br />
è grazie ad essa che l’uomo ha<br />
potuto dedicarsi all’arte, alla<br />
filosofia, alla scienza e tutte le<br />
altre attività che siamo abituati<br />
a concepire quali parte della<br />
nostra civiltà. Non dobbiamo,<br />
però, dimenticare che<br />
l’agricoltura dipende dalla<br />
biodiversità, e che da essa<br />
dipende anche la nostra salute.<br />
Educare le coscienze al rispetto<br />
della biodiversità significa non<br />
solo difendere la ricchezza della<br />
multiforme invenzione<br />
evolutiva, ma contrastare il<br />
crescente impoverimento della cultura.<br />
“L’anno internazionale della biodiversità ha permesso<br />
di ricordare che la biodiversità è vita e che necessita di<br />
essere sostenuta e valorizzata”. E’ quanto affermato<br />
da Francesco Battistoni, Presidente Commissione<br />
<strong>Agricoltura</strong> <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, interpellato in merito.<br />
La diversità delle piante e degli animali è il risultato di<br />
un lungo processo di selezione e di sviluppo da<br />
sempre portato avanti dagli agricoltori e, più<br />
recentemente, anche dai selezionatori scientifici ed è<br />
la base sulla quale poggiano i progressi compiuti nel<br />
campo delle attività agricole e zootecniche.<br />
“Tutelare la biodiversità agricola – afferma Battistoni<br />
– significa sostenere un migliore regime alimentare ed<br />
un più alto livello di salute, potenziare la sostenibilità<br />
dei raccolti e dello sviluppo agricolo dei nostri<br />
territori, aumentare la produttività e offrire concrete<br />
possibilità di reddito, garantire e migliorare la<br />
sicurezza alimentare e le condizioni di vita delle<br />
popolazioni rurali, senza dimenticare che nel medio<br />
termine avrà un ruolo fondamentale per quanto<br />
riguarda i cambiamenti climatici. La sua difesa<br />
ricopre una notevole importanza economica sia per<br />
la diversificazione delle<br />
produzioni agricole in ambito<br />
locale sia per la riqualificazione<br />
del paesaggio agro-forestale. Le<br />
nostre azioni di governo non<br />
possono, quindi, prescindere<br />
dall’investire su di essa”.<br />
Nel PSR <strong>Lazio</strong> 2007-2013 le<br />
tematiche legate alla tutela delle<br />
biodiversità animali e vegetali<br />
hanno guadagnato un posto di<br />
grande rilievo, ne rappresentano<br />
una strategia di fondo, e<br />
trovano piena attuazione<br />
attraverso specifiche azioni<br />
all’interno della misura 214<br />
relativa ai pagamenti agro<br />
ambientali, che ha come<br />
obiettivo quello di incentivare<br />
la coltivazione e l’allevamento<br />
di razze e varietà soggette ad<br />
erosione genetica, salvaguardare<br />
la biodiversità nelle singole<br />
aziende e tutelare e sviluppare i<br />
sistemi di produzione agricola<br />
caratterizzati da un’elevata<br />
valenza naturale. Le azioni in questione sono la<br />
214.8 – Tutela della biodiversità agraria animale e<br />
la 214.9 - Tutela della biodiversità agraria vegetale.<br />
Nella nostra <strong>Regione</strong> la biodiversità vegetale e<br />
animale è anche tutelata con un’apposita legge<br />
(L.R. n 15 del 01/03/200) nata con lo scopo di<br />
salvaguardare le risorse genetiche autoctone del<br />
<strong>Lazio</strong>, d’interesse agrario e a rischio di erosione<br />
genetica, e che ha permesso il ritrovamento, lo<br />
studio e la valorizzazione in termini economici di<br />
un gran numero di risorse genetiche che si<br />
ritenevano scomparse, ma che in realtà sono<br />
rimaste legate a pratiche agricole antiche in territori<br />
spesso marginali.<br />
“Molto possiamo ancora fare – conclude il<br />
Presidente della Commissione <strong>Agricoltura</strong> –<br />
considerando l’anno della biodiversità come punto<br />
di ripartenza, traducendo le linee guida<br />
internazionali, unanimemente condivise, in atti e<br />
programmi concreti per garantire uno sviluppo<br />
sostenibile e moderno della nostra agricoltura e<br />
dell’economia della nostra regione”.
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
30<br />
ocus La<br />
RISORSE<br />
GENETICHE<br />
ANIMALI<br />
Nell’ambito del settore animale, l’ARSIAL<br />
provvede alla valutazione delle<br />
consistenze dei vari Tipi Genetici<br />
Autoctoni (TGA) animali e alla stesura degli<br />
standard di razza per l’iscrizione ai rispettivi<br />
Registri Anagrafici Nazionali delle Razze<br />
Autoctone Italiane.<br />
L’attività di censimento e caratterizzazione dei<br />
TGA è svolta in collaborazione con il ConSDABI<br />
(Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione<br />
e Applicazione di Biotecniche Innovative).<br />
Attualmente sono 26 le risorse genetiche<br />
autoctone animali iscritte al RVR (Registro<br />
Volontario Regionale), di cui quelle<br />
maggiormente rappresentate sono: 11 razzepopolazioni<br />
di equidi (7 TGA di cavalli e 4 TGA<br />
di asini), 4 razze-popolazioni caprine e 3 suine.<br />
Al fine di ridurre il rischio di erosione del<br />
patrimonio genetico animale e vegetale e<br />
favorirne la conservazione “attiva” in situ-on<br />
farm, ARSIAL ha avviato progetti per la loro<br />
valorizzazione economica e culturale. Quando le<br />
risorse genetiche animali sono legate ad una<br />
lavorazione particolare, “unica”, dei loro<br />
prodotti, la valorizzazione della filiera<br />
produttiva può tutelare la risorsa genetica. La<br />
“marzolina” ottenuta dalla lavorazione del latte<br />
di capra, la “salsiccia di Monte S. Biagio”, sono<br />
alcuni esempi di valorizzazione economica dei<br />
prodotti attraverso un’attenta definizione<br />
dell’intera filiera produttiva.
zio Fo<br />
TUTELA DEL<br />
GERMOPLASMA ANIMALE:<br />
L’ESPERIENZA DELLA COMMISSIONE<br />
TECNICO SCIENTIFICA DEL LAZIO.<br />
Prof. Donato Matassino (ConSDABI) – Commissione tecnico-scientifica Animale<br />
La tutela del germoplasma<br />
animale di interesse<br />
zootecnico, in generale, e<br />
di quello in via di estinzione, in<br />
particolare, da anni<br />
rappresenta un tema di grande<br />
valenza ai fini di ricostruire un<br />
bioecosistema ‘uomo – animale<br />
– territorio’ in grado di<br />
realizzare uno sviluppo<br />
altamente sostenibile ed<br />
ecocompatibile. Relativamente<br />
alla salvaguardia dei tipi<br />
genetici ‘laziali’, il Consorzio<br />
di Sperimentazione,<br />
Divulgazione, Applicazione di<br />
Biotecniche Innovative<br />
(ConSDABI), quale NFP.I<br />
FAO, sta operando attivamente<br />
dal 2001, inventariando e<br />
monitorando risorse genetiche<br />
animali a rischio di estinzione e<br />
redigendo linee guida per la<br />
conservazione (‘in situ’ ed<br />
‘extra situ’), in linea con<br />
quanto richiesto dalla <strong>Regione</strong><br />
<strong>Lazio</strong> che, con la Legge<br />
Regionale n. 15 del 1 marzo<br />
2000, ha manifestato<br />
l’interesse di attuare<br />
programmi di protezione e di<br />
valorizzazione delle risorse<br />
genetiche di interesse agrario e<br />
zootecnico autoctone del <strong>Lazio</strong><br />
e minacciate di erosione.<br />
La programmazione regionale<br />
nel settore animale, è realizzata<br />
nella consapevolezza che la<br />
‘biodiversità’ è indice di<br />
‘covariazione’ 1 e che “la razza<br />
è ciò che l’allevatore ritiene<br />
essere razza”, dato che sulla<br />
definizione di ‘razza’, non vi è<br />
alcun accordo, né vi sono<br />
indagini fenotipiche e genetiche<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
31
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
32<br />
ocus La<br />
scientificamente attendibili atte a discriminare<br />
una ‘razza’ da un’altra rispetto a caratteri che<br />
non siano quelli somatici appariscenti;<br />
attualmente, i limiti sono poco chiari e si suole<br />
parlare di ‘razza’ per:<br />
una semplice differenza monogenica (la razza<br />
‘mendeliana’);<br />
differenze nelle frequenze alleliche dei segmenti<br />
di DNA ‘codificanti polipetide/i’ (‘geni’) e ‘non<br />
codificanti’ determinate dall’isolamento<br />
riproduttivo, dalla deriva genetica, dalle<br />
mutazioni e dalla selezione naturale e<br />
zootecnica.<br />
Secondo la Direttiva CE 157/2009 è di razza<br />
pura l’“Animale i cui ascendenti di I e II grado<br />
siano iscritti o registrati in un registro<br />
genealogico della stessa razza e che vi sia esso<br />
stesso iscritto oppure registrato e idoneo a<br />
esservi iscritto”.<br />
Le innumerevoli difficoltà nello stabilire confini<br />
netti tra i soggetti delle diverse razze non<br />
consentono di trarre elementi significativi per<br />
dare una definizione di razza animale<br />
‘scientificamente ineccepibile’ e ‘universalmente<br />
condivisa’; di qui la necessità dell’ attuazione di<br />
un piano Settoriale di Intervento che consenta di<br />
acquisire ‘continue’ e ‘innovative’ conoscenze<br />
sulla risorsa genetica autoctona.<br />
La Commissione tecnico-scientifica animale<br />
opera attivamente per rendere quanto più<br />
ottimale il sistema di registrazione nel RVR degli<br />
animali sui quali intervenire anche con l’utilizzo<br />
di biotecniche riproduttive innovative; essa ha<br />
preparato schede descrittive del fenotipo e del<br />
microambiente di allevamento da utilizzare,<br />
anche, ai fini dell’erogazione di un contributo<br />
nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale.<br />
Ai fini di una migliore individuazione<br />
dell’‘unicità genetica’ di una popolazione iscritta<br />
al RVR, l’ARSIAL, in data 11.11.2008, ha<br />
stipulato una convenzione con il ConSDABI,<br />
nell’ambito della quale, oltre alla tipizzazione<br />
molecolare con marcatori molecolari<br />
‘microsatelliti’, sta eseguendo:<br />
verifiche in azienda dei capi animali per i quali<br />
sono pervenute istanze di supporto riguardanti<br />
la Misura 214 “Pagamenti Agroambientali”,<br />
Azione 214.8.a “Tutela della biodiversità<br />
animale” del P.S.R. 2007-2013;<br />
rilievi necessari alla predisposizione degli<br />
standard di razza ai fini dell’iscrizione di una
zio Fo<br />
determinata popolazione<br />
autoctona al Registro<br />
Anagrafico di specie;<br />
predisposizione di piani di<br />
accoppiamento.<br />
Ad oggi, è ultimata l’ attività di<br />
tipizzazione molecolare di 134<br />
(37 e 97) soggetti del Tipo<br />
Genetico Autoctono Antico<br />
(TGAA) equino ‘Maremmano<br />
Romano’ ed è in corso quella<br />
di soggetti dell’ Asino di<br />
Allumiere/Asino Viterbese e<br />
dell’ovino Quadricorna,<br />
allevati nelle province di Rieti e<br />
di Viterbo.<br />
La tipizzazione molecolare del<br />
TGAA ‘Maremmano Romano’<br />
ha evidenziato che questa<br />
popolazione presenta<br />
peculiarità a livello di<br />
determinati segmenti di DNA<br />
le quali la differenziano<br />
notevolmente da altri tre tipi<br />
genetici presi a confronto:<br />
Maremmano ANAM (Libro<br />
Genealogico), Bardigiano<br />
(Registro Anagrafico) e<br />
Murgese (Registro<br />
Anagrafico). I risultati<br />
ampiamente riportati nella<br />
relazione tecnico-scientifica<br />
costituente parte integrante<br />
dell’istruttoria per l’iscrizione<br />
al RA, hanno permesso di<br />
stabilire ufficialmente, anche se<br />
per ora in linea informale, che<br />
il ‘Cavallo Maremmano<br />
Romano’, cosiddetto<br />
‘tradizionale’, allevato nelle 5<br />
province laziali è da<br />
ridenominare ‘Cavallo<br />
Romano della Maremma<br />
Laziale’.<br />
Contemporaneamente, è stato<br />
dato mandato all’AIA,<br />
detentrice del Registro<br />
Anagrafico degli Equidi, di<br />
riferire alla CTC specifica<br />
quanto scaturito dalla predetta<br />
riunione informale.<br />
In conclusione, l’attività<br />
eseguita e quella in corso,<br />
essendo inserite totalmente e<br />
dinamicamente nella<br />
valorizzazione del<br />
‘bioterritorio laziale’,<br />
rappresentano una strategia<br />
innovativa di ampia<br />
utilizzazione operativa con un<br />
ruolo cardine per la<br />
sostenibilità salutistica e<br />
sanitaria. La valorizzazione<br />
salutistica permette di attivare<br />
percorsi positivi in grado di<br />
determinare e/o di apportare<br />
‘valore aggiunto’ a un<br />
‘bioterritorio’ in cui la<br />
popolazione autoctona è<br />
allevata.<br />
Infine, va fortemente<br />
sottolineato il ‘valore<br />
biologico’ di una popolazione<br />
autoctona, quale ‘banca’ di un<br />
patrimonio genetico dal quale<br />
attingere informazioni<br />
indispensabili al fine di<br />
affrontare e di collaborare alla<br />
soluzione delle innumerevoli<br />
problematiche interessanti le<br />
future generazioni umane,<br />
anche nell’ottica dei continui e<br />
dinamici mutamenti che<br />
interessano sempre di più le<br />
realtà socio-economiche dei<br />
diversi ‘bioterritori’ del pianeta<br />
terra.<br />
Pertanto, una politica seria di<br />
tutela della ‘biodiversità’<br />
costituisce un percorso sempre<br />
più da seguire: è da auspicare<br />
l’attuazione di strategie<br />
innovative, compreso l’uso di<br />
tecniche e di biotecniche basate<br />
su solide conoscenze<br />
biologiche, le quali<br />
rappresentano la base di<br />
traguardi sempre più<br />
funzionali al benessere ‘in<br />
primis’ dell’animale, ‘in<br />
secundis’ dell’allevatore.<br />
1 Indice di ‘covariazione: ovvero,<br />
tutte le specie che popolano un<br />
determinato microagroecosistema,<br />
sempre ‘dinamico’ nel tempo, si<br />
influenzano reciprocamente,<br />
risentono dell’effetto dei fattori<br />
abiotici e rappresentano anche il<br />
frutto di trasferimenti ‘naturali’ di<br />
geni (segmenti di DNA codificanti<br />
polipeptide/i) sottoposti a<br />
‘verifiche combinatorie’ di lunga<br />
durata.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
33
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
34<br />
ocus La<br />
Animali Specie Denominazione razza<br />
Equini<br />
Equus caballus<br />
Equus asinus<br />
Cavallo Maremmano<br />
Cavallo Maremmano Tradizionale<br />
Cavallo Tiro Pesante Rapido (TPR)<br />
Cavallo del Cicolano<br />
Pony di Esperia*<br />
Cavallo Tolfetano<br />
Asino dell’Amiata<br />
Asino di Martina Franca<br />
Asino dei Monti Lepini<br />
Asino Ragusano<br />
Bovini Bos taurus Bovino Maremmano<br />
Caprini Capra hircus<br />
Ovini Ovis aries<br />
Suini Sus domesticus<br />
Animali da cortile<br />
Fauna ittica<br />
Capra Bianca Monticellana<br />
Capra Grigia Ciociara<br />
Capra Capestrina<br />
Capra Fulva<br />
Pecora Sopravvissana<br />
Pecora Quadricorna<br />
Suino Casertana<br />
Suino Nero del Reatino<br />
Gallus gallus Pollo Ancona<br />
Suino Nero dei Monti Lepini<br />
Oryctolagus cuniculus Coniglio Leporino di Viterbo<br />
Gambero Nostrano di fiume<br />
Carpione del fibreno<br />
Trota Macrostigma
zio Fo<br />
Iscrizione ai Registri Anagrafici/Libri<br />
Genealogici<br />
Consistenza,<br />
N° femmine in<br />
riproduzione a<br />
livello UE<br />
Libro Genealogico Tenuto da ANAM 2394 LAZIO<br />
In fase d’iscrizione al Registro Anagrafico 118 <strong>Lazio</strong><br />
Libro Genealogico Tenuto da ANACAITPR 3175<br />
Areale di allevamento<br />
in situ<br />
province di VITERBO, ROMA,<br />
LATINA, RIETI<br />
23 provincia di RIETI<br />
Registro Anagrafico tenuto da AIA 1012 LAZIO<br />
Registro Anagrafico tenuto da AIA 1132<br />
Registro Anagrafico tenuto da AIA 622<br />
Registro Anagrafico tenuto da AIA 309<br />
In fase d’iscrizione al Registro Anagrafico 4<br />
province di VITERBO, ROMA,<br />
LATINA, RIETI<br />
province di VITERBO, ROMA,<br />
RIETI<br />
province di VITERBO, LATINA,<br />
RIETI<br />
province di LATINA, FROSINONE,<br />
ROMA<br />
Registro Anagrafico tenuto da AIA 1256 provincia di RIETI<br />
Libro Genealogico Tenuto da ANABIC 5242 LAZIO<br />
Registro Anagrafico tenuto da ASSONAPA 3000 province di FROSINONE, LATINA<br />
Registro Anagrafico tenuto da ASSONAPA 119 province di FROSINONE, LATINA<br />
Registro Anagrafico tenuto da ASSONAPA 1000 province di LATINA, FROSINONE<br />
In fase d’iscrizione al Registro Anagrafico 200 province di LATINA, ROMA<br />
Iscritto al Libro Genealogico tenuto da ASSO.NA.PA 4330 LAZIO<br />
300 provincia di FROSINONE<br />
Registro Anagrafico tenuto da ANAS 421 province di LATINA, FROSINONE<br />
Registro Anagrafico Suino Apulo –<br />
Calabrese tenuto da ANAS<br />
Registro Anagrafico Suino Apulo –<br />
Calabrese tenuto da ANAS<br />
191<br />
40<br />
provincia di ROMA, LATINA,<br />
FROSINONE, RIETI<br />
provincia di ROMA, LATINA,<br />
FROSINONE<br />
300 provincia di ROMA<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
35
Risorse<br />
genetiche<br />
vegetali: il<br />
germoplasma<br />
arboreo
<strong>Focus</strong> La<br />
di censimento e<br />
caratterizzazione del<br />
L’attività<br />
germoplasma arboreo<br />
del <strong>Lazio</strong> è svolta in<br />
collaborazione con diverse<br />
istituzioni scientifiche che nel<br />
loro complesso hanno portato<br />
all’iscrizione di 138 risorse<br />
genetiche autoctone arboree:<br />
93 varietà frutticole, attività<br />
svolta in collaborazione con il<br />
Dipartimento di Produzione<br />
Vegetale dell’Università degli<br />
Studi della Tuscia di Viterbo e<br />
con il C.R.A.- FRU (Centro di<br />
Ricerca per la Frutticoltura -<br />
Roma);<br />
32 varietà di viti, attività svolta<br />
nell’ambito del progetto della<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> “<strong>Agricoltura</strong><br />
Qualità”, finalizzato alla<br />
valorizzazione delle produzioni<br />
regionali di qualità, e in<br />
collaborazione con il CRA –<br />
VIT (Centro di Ricerca per la<br />
Viticoltura – Conegliano<br />
Veneto);<br />
13 varietà di olivi, attività<br />
svolta in collaborazione col<br />
C.R.A. - OLI (Centro di<br />
Ricerca per l’Olivicoltura e<br />
l’Industria Olearia – Spoleto).<br />
Attualmente sono in fase di<br />
caratterizzazione ulteriori<br />
risorse: 10 vitigni autoctoni e<br />
10 varietà di olivo.<br />
Quasi tutte le varietà di vite<br />
tutelate sono state iscritte al<br />
Registro Regionale delle<br />
varietà da vino.<br />
La caratterizzazione delle<br />
varietà di olivo prevede anche<br />
l’analisi con marcatori<br />
molecolari in modo da<br />
discriminarle geneticamente.<br />
Fra le diverse realtà associative<br />
del <strong>Lazio</strong>, è interessante<br />
l’esperienza dei cerasicoltori di<br />
Celleno (VT): agricoltori e<br />
cittadini che da diverse<br />
generazioni coltivano e/o<br />
mantengono diverse varietà di<br />
ciliegie (attualmente iscritte al<br />
Registro RVR) attivando<br />
pratiche per la valorizzazione<br />
delle risorse e dei loro prodotti.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
37
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
38<br />
ocus La<br />
VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />
Melo (Malus domestica Bork)<br />
Pero (Pyru Communis L.)<br />
Agre di Sezze (a) <strong>Lazio</strong><br />
Agre di Viterbo (a) <strong>Lazio</strong><br />
Appia (a) <strong>Lazio</strong><br />
Bebè (a) Poggio Mirteto (RI)<br />
Calvilla (a) <strong>Lazio</strong><br />
Capo d’Asino (a <strong>Lazio</strong><br />
Cerina (Zitella, Gelata) (m) <strong>Lazio</strong><br />
Cipolla (a) <strong>Lazio</strong><br />
Cocoine (a) <strong>Lazio</strong><br />
Dolce di Sezze (a) <strong>Lazio</strong><br />
Francesca (a) <strong>Lazio</strong><br />
Francesca di Castelliri (a) Castelliri e Sora (FR)<br />
M’briachella (a) Provincia di Roma e Rieti<br />
Nana (a) <strong>Lazio</strong><br />
Paoluccia (a) <strong>Lazio</strong><br />
Paradisa (a) <strong>Lazio</strong><br />
Pianella (Rosa) (a) <strong>Lazio</strong><br />
Pontella (a) <strong>Lazio</strong><br />
Rosa (a) <strong>Lazio</strong><br />
Rosa gentile (a) Provincia di Roma<br />
Rosa piatta ciociara (a) Provincia di Frosinone<br />
S. Giovanni(a) Provincia di Viterbo<br />
Spugnaccia (a) Provincia di Viterbo<br />
Velletrana (a) Subiaco e Velletri (RM)<br />
Verdona (a) Provincia di Rieti<br />
Verdonica (a) Provincia di Rieti<br />
Zuccherina o Gelata (a) <strong>Lazio</strong><br />
Fragola (a) <strong>Lazio</strong><br />
Gaetana (a) <strong>Lazio</strong><br />
Maiolina (a) <strong>Lazio</strong><br />
Prata(a) <strong>Lazio</strong><br />
Rosetta o Rosone (a) <strong>Lazio</strong><br />
S. Agostino (a) <strong>Lazio</strong><br />
Sublacense (a) Provincia di Roma<br />
Tonnorella (a) <strong>Lazio</strong><br />
Limoncella (m) <strong>Lazio</strong><br />
Abitir (a) Alatri (FR) e limitrofi<br />
De lu Prete (a) Grisciano (RI) e limitrofi<br />
Del Principe (a) Soriano al Cimino (VT)<br />
Monteleone (m) Castiglione in Teverina, Bolsena, Acquapendente (VT)<br />
Angina o Ancina (m) Province di: Roma e Latina<br />
Baccelli (a) Genazzano (RM) e limitrofi<br />
Barocca - Invernale di S. Vito (a) Genazzano (RM) e limitrofi<br />
Biancona (a) Province di: Roma e Latina<br />
Bottiglia (m) Alatri (FR)<br />
Campana (a) Borbona (RI)<br />
Cannella (a) Grisciano<br />
Castrese (a) Province di: Roma e Latina<br />
Cocozzola (Cucuzzara, Zucchina) (a) Provincia di Roma<br />
Grado di rischio di erosione genetica: (a) Alto (m) Medio (b) Basso
Grado di rischio di erosione genetica: (a) Alto (m) Medio (b) Basso<br />
zio Foc<br />
VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />
Pero (Pyru Communis L.)<br />
Albicocco<br />
(Prunus<br />
armeniaca L.)<br />
VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />
Di Monteporzio (m) Frascati, Monteporzio Catone,Colonna, Montecompatri (RM)<br />
S. Maria in Gradi -AL1 (a) Provincia di Viterbo<br />
Azzeruolo<br />
(Crataegus<br />
azarolus L.) Azzeruolo Rosso (m) <strong>Lazio</strong><br />
Castagno<br />
(Castanea<br />
sativa Mill.) Marrone Premutico (Primatico, Primaticcio) (m) Provincia di Viterbo e Comune di Manziana (RM)<br />
Cilegio (Prunus avium L.)<br />
Melograno<br />
(Punica<br />
granatum L.)<br />
Nocciolo<br />
(Corylus<br />
avellana L.)<br />
Pesco (Prunus<br />
persica L.)<br />
Susino (Prunus<br />
insititia L.)<br />
Visciolo<br />
(Prunus<br />
cerasus L.)<br />
Di Posta (a) Provincia di Frosinone<br />
Di S. Cristina (Peruzza) (a) Bolsena (VT)<br />
Fegatella (a) Province di: Roma e Latina<br />
Pero-melo (a) Province di: Roma e Latina<br />
Rossa di Maenza (a) Maenza (LT) e limitrofi<br />
Sellecca (a) Alatri, Ferentino e limitrofi (FR)<br />
Spadona di Castel Madama (a) Castel Madama (RM) e limitrofi<br />
Spina di Valle Imperiale (a) Province di: Roma e Latina<br />
Spina (Spinacarpi, Coccia d’Asino, Casentina) (m) Canneto Sabino (RI), Palombara Sabina (RM)<br />
Trentonce (a) Borbona (RI)<br />
Tunnella (a) Province di: Roma e Latina<br />
Bella di Pistoia (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Biancona (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Buonora (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Core (Durona) (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Crognolo (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Graffione (m) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Maggiolina (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Morona (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Ravenna a gambo corto (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Ravenna a gambo lungo (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />
Ravenna precoce (a) Province di Rieti e Roma<br />
Ravenna tardiva (a) Province di Rieti e Roma<br />
Petrocca (a) Montelibretti e limitrofi<br />
Lingua de Fori (a) Montelibretti e limitrofi<br />
Di Gaeta MG1 (a) Provincia di Latina<br />
Di Gaeta MG2 (a) Provincia di Latina<br />
Di Formia MG3 (a) Provincia di Latina<br />
Di Formia MG4 (a) Provincia di Latina<br />
Barrettona (m) Provincia di Viterbo<br />
Casamale o nostrale (Comune di Sicilia) (a) Provincia di Viterbo<br />
Rosa (Nocchia R.) (a) Provincia di Viterbo<br />
Ala (a) Velletri (RM) e limitrofi<br />
Reginella Pesca Uovo (Early Crawford) (a) Provincia di Roma e Viterbo<br />
Reginella II (a) Provincia di Roma<br />
Tardiva di San Vittorino (a) Tivoli (RM) e limitrofi<br />
Coscia di Monaca di Ponzano Romano (m) Ponzano Romano (RM)<br />
Di Gallinaro (m) Sora (FR)<br />
Recinella (a) Giuliano di Roma e limitrofi<br />
S. Giovanni (m) Arce (FR)<br />
Nana dei Castelli (a) Castelli Romani<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
39
<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />
40<br />
La<br />
VITE (Vitis vinifera L.)<br />
VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />
Vitigni iscritti al Registro Regionale delle varietà da vino<br />
Abbuoto n. (m) Provincie di Viterbo, Roma, Latina<br />
Aleatico n. (b) Provincie di Viterbo, Roma, Latina, Rieti<br />
Bombino bianco b. (b) <strong>Lazio</strong><br />
Bombino nero n. (m) Province di Roma, Frosinone<br />
Cannaiola di Marta n. (m) Marta, Bolsena, Tuscania (VT)<br />
Capolongo b. (m) Provincia di Frosinone<br />
Greco b. (m) <strong>Lazio</strong><br />
Greco bianco b. (m) Provincie di: Viterbo, Roma, Latina<br />
Greco nero n. (m) Provincie di: Viterbo, Roma, Latina<br />
Lecinaro n. (m) Provincia di Frosinone<br />
Maturano b. (Motulano) (m) Provincia di Frosinone<br />
Moscato di Terracina (b) Province di: Roma, Latina, Frosinone<br />
Nero Buono n. (b) Province di: Latina, Roma<br />
Olivella nera n. (m) Provincia di Frosinone<br />
Pampanaro b. (m) Provincia di Frosinone<br />
Passerina b. (b) Province di: Roma, Frosinone<br />
Pecorino b. (m) Provincia di Rieti<br />
Rosciola r. (m) Provincia di Roma<br />
Verdello b. (b) Province di: Viterbo, Rieti<br />
Vitigni in fase di iscrizione al Registro Regionale delle varietà da vino<br />
Albarosa (a) Grottaferrata<br />
Angelica (a) Frosinone<br />
Nerone (a)<br />
Agosta, Canterano, Cervara di Roma, Gerano, Marano<br />
Equo, Rocca Canterano, Subiaco<br />
Nostrano (a) Piglio (FR)<br />
Uva dei vecchi (a) Montefiascone (VT)<br />
Cesanese di Castelfranco (a) Rieti<br />
Maturano nero (Motulano) (a) Frosinone<br />
Pedino (a) Montefiascone (VT)<br />
Romanesco (a) Montefiascone (VT)<br />
Uva Mecella (a) Pecosolido (FR)<br />
Vite da Tavola<br />
Pellegrina (m) <strong>Lazio</strong><br />
Pizzutello bianco b. (den. locali: Pizzutello di Tivoli,<br />
Dito di Donna) (b)<br />
Provincie di: Roma, Latina<br />
Pizzutello nero (a) Province di: Roma e Latina<br />
Grado di rischio di erosione genetica: (a) Alto (m) Medio (b) Basso
zio Foc<br />
VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />
OLIVO (Olea Europea)<br />
Oliva dei Monti (a) Monti Lucretili<br />
Palmuta (a) Tivoli, S. Polo dei Cavalieri, Marcellina e limitrofi<br />
Rappaiana (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />
Romana (m) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />
Roscetta Gagliarda (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />
Rosciola Nostrana (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />
Rotonda di Tivoli (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />
Salvia cl. Montelibretti 6 (m) Montelibretti, Palombara Sabina, Nerola (RM)<br />
Sbuciasacchi (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />
Sirole cl. Soratte 1 (b)<br />
Civitella S. Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Nazzano,<br />
Ponzano Romano, Rignano, S. Oreste, Torrita Tiberina (RM)<br />
Marina (m) S. Donato Valcomino, Alvito, Gallinaro, Settefrati (FR)<br />
Minutella Casarè (m) Priverno, Sonnino, Itri (LT)<br />
Vallanella (m) Priverno, Sonnino, Itri (LT)<br />
Grado di rischio di erosione genetica: (a) Alto (m) Medio (b) Basso<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
41
<strong>Focus</strong> La<br />
Risorse genetiche vegetali:<br />
il germoplasma erbaceo<br />
Nell’ambito del Programma Operativo<br />
Sementiero – <strong>Lazio</strong>, finanziato dal<br />
MiPAAF, e sotto la direzione scientifica<br />
di due esperti del settore, Arsial ha potenziato<br />
l’attività di censimento delle varietà locali<br />
erbacee da porre sotto tutela e riproporre ai<br />
coltivatori. Sono state rilevate e verificate circa<br />
600 segnalazioni relative a 50 specie erbacee<br />
(ortive, foraggere e cerealicole). Attraverso le<br />
segnalazioni sono state collezionate 271<br />
accessioni (lotti di seme donati dagli agricoltori)<br />
e di queste ne sono state caratterizzate morfofisiologicamente<br />
circa 100. L’attività di<br />
caratterizzazione morfo-fisiologica è svolta in<br />
collaborazione con l’ENSE (Ente Nazionale<br />
Sementi Elette).<br />
Nel 2010 sono state iscritte al RVR tre risorse<br />
genetiche autoctone del <strong>Lazio</strong> del settore<br />
erbaceo: la Lenticchia di Rascino, la Lenticchia<br />
di Ventotene e il Fagiolo Borbontino.<br />
La varietà locale Lenticchia di Rascino è<br />
coltivata nell’areale dei comuni di Fiamignano<br />
(RI) e Petrella Salto (RI), ed è stata valutata con<br />
un grado di rischio di erosione genetica medio.<br />
La coltivazione di questa risorsa è effettuata<br />
principalmente sull’altopiano di Rascino (1150 -<br />
1300 m.s.l.m) da diversi agricoltori che hanno<br />
aderito alla rete di Conservazione e Sicurezza.<br />
La Lenticchia di Ventotene è una varietà locale<br />
con un areale di coltivazione ristretto all’isola di<br />
Ventotene (LT) ed ha un livello medio di grado<br />
di rischio di erosione genetica. Gli agricoltori<br />
dell’isola coltivano questa risorsa da più<br />
generazioni.<br />
Il Fagiolo Borbontino è una varietà locale di<br />
fagiolo che viene coltivato nel territorio di<br />
Borbona (RI) ed è stato valutato con un livello<br />
medio di grado di rischio di erosione genetica.<br />
Attualmente è in corso la caratterizzazione delle<br />
accessioni di due varietà locali di aglio: Aglio<br />
Rosso di Castelliri e Aglio Rosso di Proceno. Le<br />
accessioni sono state collezionate presso gli<br />
agricoltori rispettivamente di Castelliri (FR) e di<br />
Proceno (VT) dove esistono realtà associative<br />
attive che mirano alla tutela della risorsa e alla<br />
sua valorizzazione. Gli agricoltori dell’Aglio<br />
Rosso di Proceno e dell’Aglio Rosso di Castelliri<br />
si sono iscritti alla Rete di Conservazione e<br />
Sicurezza.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
43
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
44<br />
ocus La<br />
ELENCO RISORSE GENETICHE AGRARIE ISCRITTE AL RVR (LR15/2000)<br />
SEZIONE VEGETALE – ERBACEE (25/02/2010)<br />
COLTURA Specie<br />
FAGIOLO<br />
Phaseolus<br />
vulgaris L.<br />
Denominazione<br />
Varietà locale<br />
Grado di rischio di<br />
erosione genetica<br />
Areale di conservazione in<br />
situ<br />
Fagiolo a Pisello Alto Colle di Tora (RI)<br />
Fagiolina Arsolana Alto<br />
Fagiolo Cioncone Alto<br />
Fagiolo Regina di<br />
Marano Equo<br />
Medio<br />
Fagiolo Cappellette di<br />
Vallepietra<br />
Alto<br />
Fagiolo Romanesco di<br />
Vallepietra<br />
Alto<br />
Pallino di Vallepietra Alto<br />
Fagiolo Ciavattone<br />
piccolo<br />
Alto<br />
Fagiolo di Gradoli o del<br />
Purgatorio<br />
Medio<br />
Fagiolo Giallo Alto<br />
Fagiolo Solfarino Alto<br />
Fagiolo Verdolino Alto<br />
Fagiolo Cannellino di<br />
Atina<br />
Basso<br />
Arsoli, Marano Equo, Vivaro<br />
Romano, Riofreddo,<br />
Vallinfreda, Vallepietra (RM)<br />
Provincia di Viterbo<br />
Atina, Casalattico, Casalvieri,<br />
Gallinaro, Picinisco, Villa Latina (FR)<br />
Fagiolo Borbontino Medio Borbona (RI)<br />
Arsoli, Marano Equo, Vivaro<br />
FAGIOLO DI SPAGNA Phaseolus coccineus L. Fagiolone di Vallepietra Alto<br />
Romano, Riofreddo,<br />
Vallinfreda, Vallepietra (RM)<br />
Lenticchia di Onano Medio Onano (VT)<br />
LENTICCHIA Lens culinaris L.<br />
Lenticchia di Rascino Medio Fiamignano e Petrella Salto (RI)<br />
Lenticchia di Ventotene Medio Ventotene (LT)<br />
CECE Cicer arietinum L. Cece di Canepina Alto Canepina (VT)<br />
FRAGOLA Fragaria vesca L. Fragolina di Nemi Alto Nemi e comuni limitrofi<br />
Pomodoro Scatolone di<br />
Bolsena<br />
Alto Bolsena (VT)<br />
POMODORO<br />
Lycopersicum<br />
esculentum L.<br />
PEPERONE Capsicum annum L.<br />
Pomodoro Spagnoletta<br />
di Formia e Gaeta<br />
Pomodoro da secca di<br />
Minturno<br />
Peperone Cornetto di<br />
Pontecorvo<br />
Medio<br />
Alto<br />
Basso<br />
Itri, Gaeta, Formia, Minturno,<br />
Castelforte, Spigno Saturnia,<br />
SS Cosma e Damiano (LT)<br />
Minturno, Formia e Castelforte<br />
(LT)<br />
Pontecorvo, Esperia, S. Giorgio<br />
a Liri, Pignataro Interamna, Villa<br />
S. Lucia, Piedimonte S.<br />
Germano, Aquino, Castrocielo,<br />
Roccasecca, San Giovanni<br />
Incarico (FR)<br />
ZUCCHINO Cucurbita pepo L.<br />
Zucchino di Cerveteri<br />
tipo Romanesco<br />
Alto Cerveteri (RM)<br />
SEDANO Apium graveolens L.<br />
Sedano Bianco di<br />
Sperlonga<br />
Basso Fondi e Sperlonga (LT)<br />
Tarquinia, Monte Romano, Montalto<br />
FINOCCHIO Foenicum vulgare L. Finocchio di Tarquinia Alto<br />
di Castro e Tuscania (VT),<br />
Allumiere e Civitavecchia (RM)<br />
CARCIOFO<br />
Cynara cardunculus var.<br />
scolymus L.<br />
Carciofo di<br />
Campagnano<br />
Carciofo di<br />
Castellamare<br />
Medio<br />
Medio<br />
Provincie di: Roma, Vitrerbo e<br />
Latina<br />
Provincie di: Roma, Vitrerbo e<br />
Latina<br />
AGLIO Allium sativum L.<br />
Aglio Rosso di Castelliri<br />
Aglio Rosso di Proceno<br />
Medio<br />
Medio<br />
Castelliri e Isola Liri (FR)<br />
Proceno (VT)<br />
Farro dell’alta Valle del Turano<br />
Cinto Romano, Riofreddo,<br />
FARRO<br />
Triticum dicoccum<br />
Schrank.<br />
e della Valle dell’Aniene<br />
Farro dell’Alta Valle del<br />
Tronto<br />
Medio<br />
Vallinfreda e Vivaro (RM)<br />
Leonessa e Amatrice (RI)<br />
MAIS Zea mays L. Mais Agostinella Alto Vallepietra (RI)
zio Foc
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
46<br />
ocus La<br />
La biodiversità dei suoli<br />
Sulla base dei Piani<br />
settoriali e dei<br />
programmi operativi<br />
regionali, in collaborazione<br />
con il CRA-RPS Centro di<br />
Ricerca per lo Studio delle<br />
Relazioni tra Pianta e Suolo,<br />
nel 2005 è stato avviato,<br />
accanto alle attività di tutela<br />
delle risorse animali e vegetali,<br />
un programma di<br />
monitoraggio della fertilità<br />
biologica e della diversità<br />
microbica dei suoli del <strong>Lazio</strong>.<br />
Lo studio della biodiversità del<br />
suolo è fondamentale per<br />
comprendere le potenzialità di<br />
un terreno agrario, per tutelare<br />
le produzioni e le tipicità di un<br />
territorio, perché è dalla<br />
biodiversità della popolazione<br />
microbica del suolo che<br />
dipendo i cicli degli elementi<br />
nutritivi e la fertilità.<br />
Attualmente sono disponibili<br />
una numerosa serie di<br />
parametri e di indicatori atti a<br />
quantificare la fertilità<br />
biologica di un suolo e la sua<br />
biodiversità, ma sono ad oggi,<br />
tra i meno conosciuti ed<br />
applicati a livello seriale in<br />
azioni di monitoraggio sul<br />
territorio. Dal 1992, anno in<br />
cui fu firmata la Convenzione<br />
Internazionale sulla<br />
Biodiversità (CBD) la quale<br />
ricorda all’art. 8 l’importanza<br />
della diversità microbica, sono<br />
nate a livello internazionale<br />
molte iniziative per contrastare<br />
la perdita di biodiversità del<br />
suolo. Tra tutte basti ricordare<br />
l’emanazione da parte dell’U.E.<br />
della Strategia tematica per la
zio Fo<br />
protezione del suolo (COM<br />
2006, n. 232) che contempla<br />
tra le emergenze principali per<br />
il mantenimento delle funzioni<br />
biologiche del suolo, la<br />
problematica inerente<br />
l’erosione della sostanza<br />
organica e della biodiversità.<br />
La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, in Italia, ma<br />
anche in Europa, ha affrontato<br />
in maniera pionieristica un<br />
primo esempio di<br />
biomonitoraggio della<br />
biodiversità del suolo,<br />
utilizzando l’approccio di tipo<br />
“gerarchico” in uso presso il<br />
CRA-RPS (Benedetti et al.<br />
2006) che prevede:<br />
a) campionamento ed analisi<br />
fisico-chimiche di base e<br />
biochimiche per la<br />
determinazione della fertilità<br />
biologica;<br />
b) analisi molecolari per lo<br />
studio di struttura e<br />
composizione delle comunità<br />
microbiche;<br />
c) approfondimenti<br />
microbiologici mirati<br />
all’identificazione di ceppi<br />
batterici caratteristici del suolo<br />
di colture tipiche locali.<br />
I risultati della prima campagna<br />
di campionamenti hanno<br />
consentito di evidenziare che:<br />
esistono zone ad agricoltura<br />
intensiva ove i suoli hanno<br />
subito una forte pressione<br />
antropica e pertanto sono<br />
presenti fenomeni erosivi nei<br />
confronti della diversità<br />
microbica dei suoli, con<br />
conseguente innesco di<br />
fenomeni di perdita delle<br />
funzioni del suolo;<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
47
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
48<br />
ocus La<br />
è stata evidenziata una stretta<br />
correlazione tra popolazione<br />
microbica del suolo e coltura, con<br />
una spiccato rapporto biunivoco<br />
con le specie arboree piuttosto che<br />
le erbacee e le ortive;<br />
molto importante il tipo di<br />
gestione colturale, medesime colture<br />
allevate con sistemi diversi hanno<br />
fornito risultati diversamente<br />
conservativi (biologico,<br />
biodinamico, convenzionale, ecc.);<br />
sono stati individuati<br />
microrganismi autoctoni, tipici di<br />
un territorio.<br />
Tale studio porterà al conseguimento<br />
dei seguenti obiettivi:<br />
a) costituzione di una Banca Dati sul<br />
biomonitoraggio dei suoli della<br />
<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> utile per l’ottenimento<br />
di informazioni relative al territorio,<br />
mediante una procedura<br />
standardizzata;<br />
b) creazione della carta “base” della<br />
fertilità biologica del suolo, quale<br />
carta derivata dalla carta al 250.000<br />
dei suoli del <strong>Lazio</strong>, che consentirà di<br />
individuare le aree a maggior rischio<br />
di perdita di fertilità e/o biodiversità;<br />
c) conservazione in situ a livello<br />
ecosistemico di risorse genetiche<br />
vegetali e microbiche nei siti<br />
interessati da colture e varietà locali;<br />
d) identificazione di comunità<br />
microbiche e ceppi batterici del suolo<br />
caratteristici delle colture locali;<br />
e) ove possibile isolamento e<br />
collezione ex situ di ceppi di<br />
microrganismi autoctoni “tipici”.
zio Fo
<strong>Focus</strong> L<br />
ASSESSORATO ALLE POLITICHE AGRICOLE<br />
E VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI LOCALI<br />
LA BIODIVERSITÀ<br />
È A CAVALLO<br />
> di Erica Antonelli<br />
CON 7 RAZZE AUTOCTONE E OLTRE 30MILA ESEMPLARI, IL LAZIO È LA PRIMA TERRA<br />
DI CAVALLI (E CAVALIERI) IN ITALIA<br />
Èfacile parlare di biodiversità in una<br />
regione come quella del <strong>Lazio</strong>. Una<br />
composizione di territori diversi;<br />
affacciata sul mare e percorsa da montagne,<br />
letto di fiumi e specchi d’acqua, ricca di pianure<br />
e vallate, climaticamente varia. Condizioni<br />
grazie alle quali vasto è il patrimonio animale e<br />
vegetale, e in cui, migliaia di specie trovano le<br />
condizioni idonee per vivere e riprodursi.<br />
Ma sicuramente, tra le più alte espressioni di<br />
biodiversità presenti in questa terra, non<br />
possiamo non prendere ad esempio il cavallo.<br />
Anzi, i cavalli.<br />
Ben cinque le razze consolidate. Il Tiro Pesante<br />
Rapido, il Maremmano, il Tolfetano, il pony<br />
d’Esperia ed il Lipizzano. Esistono poi alcune<br />
popolazioni locali di cui si è iniziato il recupero<br />
grazie al lavoro portato avanti da Arsial e che,<br />
insieme a quelle da tempo riconosciute,<br />
costituiscono un valore biologico, genetico e<br />
Arsial<br />
Agenzia Regionale per lo Sviluppo e<br />
l’Innovazione dell’<strong>Agricoltura</strong> del <strong>Lazio</strong><br />
tradizionale che non ha pari in Italia. In<br />
particolare il cavallo appenninico del Cicolano e<br />
il cavallo Romano della Maremma Laziale.<br />
Quest’ultimo, riconosciuto come autoctono e a<br />
rischio erosione, è stato recentemente iscritto al<br />
Registro Anagrafico dell’Aia (Associazione<br />
Italiana Allevatori). In tutta la regione, Arsial ne<br />
ha censito 400 capi, ma se ne contano circa 800,<br />
di cui oltre 200 nel viterbese.<br />
Considerata come la più antica terra di cavalli in<br />
Italia, il <strong>Lazio</strong> vanta una storia ed una tradizione<br />
equestre millenaria, tanto da collocarsi al primo<br />
posto per numero di equini presenti sul territorio<br />
nazionale con oltre 30mila esemplari (tra iscritti<br />
e non iscritti agli Albi) appartenenti alle diverse<br />
razze presenti sul territorio, più di 7 mila<br />
proprietari e circa 6 mila e 500 aziende dedite<br />
all’allevamento del cavallo. (E.A.)<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
51
PONY DI ESPERIA<br />
I paesaggi aspri e brulli dei Monti Lepini, Ausoni e Aurunci e i pascoli scoscesi del<br />
massiccio del Monte Cairo sono i luoghi di origine e di diffusione del Pony di<br />
Esperia. Si tratta di un piccolo cavallo di montagna che attualmente vive, allo stato<br />
brado, in zone estese e di difficile accesso, ad altitudini comprese tra i 500 ed i<br />
1500 m s. l. m.. Le sue origini pare risalgano ai secoli IX e X, quando le popolazioni<br />
africane compivano le loro scorrerie a cavallo di piccoli animali neri e scalpitanti.<br />
Altri, invece, sostengono che risalgano addirittura ai cavalli di Annibale. Grazie al<br />
barone Silvestro Roselli di Esperia, nel 1840, si iniziarono i primi tentativi di<br />
miglioramento genetico della<br />
popolazione cavallina indigena. Nel<br />
1882 vennero acquistati quattro<br />
giumente ed uno stallone, provenienti<br />
dalla provincia di Nadjd in Arabia.<br />
Questi soggetti, dotati di grande<br />
eleganza, si integrarono<br />
perfettamente con la popolazione<br />
autoctona adattandosi in modo eccellente all’ambiente. In seguito alle vicende<br />
belliche della Seconda Guerra Mondiale che colpirono il territorio di Cassino, il<br />
Pony di Esperia rischiò l’estinzione; infatti, il numero di capi si ridusse<br />
drasticamente sia perché utilizzati per l’alimentazione della popolazione locale, sia<br />
perché sacrificati sui campi minati per bonificarli dalle mine interrate. Solo tre<br />
soggetti della cospicua mandria di pony della famiglia Roselli si salvarono ma, già<br />
nel 1962, la mandria era stata ricostituita. Nel 1993 il Pony di Esperia è stata<br />
riconosciuta come razza popolazione a rischio di estinzione. Il Pony di Esperia è un<br />
piccolo cavallo la cui altezza al garrese nel maschio è di m 1,38 e nella femmina di<br />
m 1,32. E’ caratterizzato da movimenti ampi ed eleganti difficilmente riscontrabili in<br />
pony delle sue stesse dimensioni. Le condizioni di allevamento lo rendono un<br />
cavallo adatto a tutte le discipline, affronta con disinvoltura<br />
ostacoli naturali, sconcerta per la capacità di saper galoppare<br />
sui terreni più difficili compresi quelli rocciosi.<br />
Diversi esemplari sono stati impiegati con successo nel salto<br />
ad ostacoli, nel completo, nella monta western, negli attacchi<br />
e nel trekking.<br />
CAVALLO MAREMMANO<br />
L’attuale Cavallo Maremmano deriva dagli incroci avvenuti nel secolo<br />
passato di Purosangue Inglese dolicomorfi da competizione, con giumente<br />
della popolazione equina mesomorfa autoctona delle Maremme, e dal<br />
successivo meticciamento selettivo dei migliori soggetti derivati, con<br />
attitudini sportive<br />
accentuate, per ottenere un<br />
cavallo da sella con<br />
eccellenti doti per il salto ad<br />
ostacoli, per l’“endurance” e<br />
per il completo.<br />
È un cavallo con arti forti ed<br />
elastico nei movimenti, che<br />
ha dato dimostrazione di<br />
potersi cimentare con successo nei concorsi ippici di varie specialità.<br />
Il Libro Genealogico della razza equina Maremmana è stato istituito nel<br />
1980 e perfezionato nel 1993, con l’introduzione del “Performance Test”<br />
per gli stalloni, allo scopo di selezionare l’ulteriore miglioramento<br />
morfologico e atletico-attitudinale della razza, per sviluppare un cavallo<br />
meso-dolicomorfo, dal mantello baio e morello nelle varie gradazioni e<br />
con altezza al garrese non inferiore a m 1,58 nei maschi e m 1,56 nelle<br />
femmine a 42 mesi d’età.<br />
Questo cavallo è caratterizzato da testa lunga e ben attaccata; dal<br />
garrese lungo e mediamente rilevato; dalla spalla ben conformata,<br />
tendenzialmente lunga e obliqua; dal dorso lungo e ben diretto, con il<br />
petto largo; dagli arti solidi e corretti con coscia e natica muscolose.<br />
Le specifiche caratteristiche di ottimo cavallo da sella,<br />
rendono il Maremmano una razza particolarmente<br />
competitiva e qualificata per la maggior parte delle<br />
attività equestri agonistiche svolte a livello nazionale<br />
e internazionale.<br />
TESTI A CURA DI ARSIAL<br />
CAVALLO LIPIZZANO<br />
La terra di origine del<br />
Cavallo Lipizzano è<br />
Lipizza, presso Trieste,<br />
italiana fino alla<br />
Seconda Guerra<br />
Mondiale e prima<br />
ancora austriaca, oggi<br />
in Slovenia. La razza<br />
risale alla metà del XVI<br />
secolo quando, per iniziativa dell’Arciduca Carlo di Stiria, si fecero<br />
arrivare a Lipizza alcuni stalloni Andalusi, Napolitani e Orientali, che<br />
vennero incrociati con giumente del Triveneto di particolare pregio.<br />
In oltre 400 anni, gli avvenimenti spesso avventurosi che hanno<br />
arricchito la storia di questa razza hanno assunto un alone<br />
leggendario richiamato in romanzi e film famosi come “The miracle<br />
of the white stallions”, diffuso in Italia come “L’ultimo treno da<br />
Vienna” del 1963, e prodotto dalla Walt Disney.<br />
Alla fine delle Seconda Guerra Mondiale, l’Italia riuscì ad ottenere, al<br />
pari dell’Austria e della Jugoslavia, un nucleo di 80 cavalli<br />
rappresentativo delle “famiglie” che compongono la razza Lipizzana.<br />
Oggi il Cavallo Lipizzano viene allevato, oltre che a Lipizza (Slovenia),<br />
in Austria (Piber), in Italia (Monterotondo-Roma) e in Ungheria.<br />
Il Lipizzano è un cavallo intelligente, dotato di memoria eccezionale,<br />
focoso, ma docile e facile da addestrare. Nasce scuro (morello, baio<br />
o grigio topo) e poi assume il caratteristico colore<br />
grigio chiaro, quasi bianco. Ottimo cavallo da<br />
esibizione, capace di realizzare figure acrobatiche<br />
con grazia e leggerezza. è la razza prescelta dalla<br />
famosa Alta Scuola di Equitazione Spagnola di<br />
Vienna.<br />
CAVALLO AGRICOLO ITALIANO DA TPR<br />
Il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido (TPR) risale al 1860 ed<br />
è originario delle pianure veneta, ferrarese e friulana dove venivano<br />
allevate popolazioni di<br />
cavalli di tipo pesante<br />
senza un preciso indirizzo<br />
di selezione razziale. Per<br />
poter disporre di un ceppo<br />
equino nazionale adatto sia<br />
ai lavori agricoli che al tiro,<br />
in particolare dei pezzi di<br />
artiglieria per l’esercito,<br />
furono eseguiti incroci con stalloni delle razze più famose.<br />
Pur venendo meno nel tempo l’interesse militare per la trazione animale,<br />
negli anni ‘50 si ebbe comunque una forte espansione di questa razza in<br />
ambito rurale; alla fine degli anni ‘70, quando il processo di<br />
meccanizzazione agraria raggiunse una diffusione capillare e l’impiego<br />
del cavallo quale animale da lavoro perse significato, si avviò un processo<br />
di riconversione di questa razza alla produzione di carne. Gli anni ‘90<br />
hanno segnato, infine, un ritorno d’interesse per l’impiego del TPR nelle<br />
attività di turismo rurale e nel lavoro agro-forestale.<br />
Il <strong>Lazio</strong>, con la provincia di Rieti, mantiene un primato sia quantitativo,<br />
perché può vantare oltre 200 allevatori e circa 1000 fattrici, sia<br />
qualitativo, poiché agli stalloni allevati nel <strong>Lazio</strong> è stato più volte<br />
assegnato il titolo di “Campione Italiano”.<br />
Il Cavallo Agricolo Italiano da TPR è una razza di mole notevole, con un<br />
peso negli adulti variabile da 700 a 900 kg. Il mantello può<br />
essere sauro (con coda e criniera chiari), ubero o baio.<br />
Ha un temperamento volenteroso, è veloce rispetto alla<br />
mole, gentile, elegante, attivo e sufficientemente<br />
nevrile. Presenta un folto ciuffo di peli sopra gli<br />
zoccoli.
CAVALLO ROMANO<br />
DELLA MAREMMA LAZIALE<br />
Discendente da antiche popolazioni equine locali già attestate in epoca<br />
etrusca, il Cavallo Romano trae origine dal difficile ambiente paludoso e<br />
malarico delle Maremme.<br />
Sopravvissuto ai grandi<br />
interventi di bonifica effettuati<br />
tra il XVI ed il XX sec. nell’Agro<br />
Pontino e nella Campagna<br />
Romana e all’abbandono<br />
dovuto alla sostituzione della<br />
trazione animale con quella<br />
meccanica, il Cavallo Romano<br />
rappresenta il simbolo dei grandi spazi e dell’allevamento brado.<br />
È un cavallo da lavoro straordinariamente resistente alle fatiche, alle malattie<br />
ed alle avversità di un ambiente difficile come l’antica palude che si<br />
estendeva per centinaia di chilometri lungo il litorale laziale.<br />
Le sue doti di robustezza, velocità ed agilità sono state da sempre sfruttate<br />
dagli abilissimi butteri, che sono i mandriani addetti al governo dei bovini<br />
Maremmani, che ancora oggi vengono allevati allo stato brado nelle<br />
Maremme. A testimonianza di quale padronanza avessero i butteri nella<br />
monta del Cavallo Romano, nel 1890 un gruppo di mandriani di Cisterna,<br />
capeggiato da Augustarello, sfidò e vinse in abilità il celebre Buffalo Bill di<br />
passaggio a Roma con il suo circo “Wild West”.<br />
Il Cavallo Romano della Maremma Laziale presenta mantello baio in tutte le<br />
sue gradazioni, morello, sauro e grigio; statura compresa tra m 1,55 e m 1,65<br />
per i maschi, tra m 1,50 e m 1,62 per le femmine. Ha testa ben attaccata,<br />
leggermente pesante e allungata, con profilo tipicamente montonino; collo<br />
muscoloso, grosso, arcuato, criniera lunga e folta; andatura<br />
energica. Di temperamento docile e coraggioso, il Cavallo<br />
Romano è utilizzato per il lavoro, nella gestione del<br />
bestiame brado, ma è anche adatto per il turismo<br />
equestre, il tiro leggero, i lavori agricoli.<br />
CAVALLO TOLFETANO<br />
Il Cavallo Tolfetano deriva il suo nome dalla zona a Nord di Roma dei<br />
Monti della Tolfa che fu caratterizzata dalla civiltà etrusca e<br />
successivamente da quella romana.<br />
La presenza degli equini nella Tolfa è antichissima ed è testimoniata da<br />
reperti archeologici di epoca preromana.<br />
La storia del Cavallo Tolfetano si sviluppa parallelamente a quella del<br />
Cavallo Romano della Maremma Laziale.<br />
Il Tolfetano, infatti, ha mantenuto la sua diversità e le sue peculiarità in<br />
quanto strettamente legato agli agro-silvo-ecosistemi collinari<br />
dell’entroterra tirrenico,<br />
costituiti da macchie<br />
boschive o pascoli marginali<br />
rifiutati dai bovini. In tali<br />
difficili habitat gli<br />
imponenti Cavalli Romani<br />
non riuscivano a esprimere<br />
il massimo della loro<br />
attitudine, mentre i<br />
Tolfetani, meno esigenti, si sono meglio adattati. Per la popolazione<br />
umana che viveva in questo territorio il cavallo rappresentava un<br />
elemento fondamentale per un’agricoltura di sussistenza.<br />
La particolare gestione in forma collettiva del territorio ha permesso<br />
una conservazione e utilizzazione del Tolfetano a bassi costi di<br />
mantenimento e di acquisto, determinando così un fenotipo molto<br />
rustico rimasto immutato negli ultimi secoli.<br />
Il Cavallo Tolfetano presenta mantello morello o baio, variabile da chiaro<br />
a scuro; altezza al garrese di m 1,48 per i maschi e di<br />
m 1,45 per le femmine; la testa è proporzionata,<br />
anche con profilo montonino; la sua andatura è<br />
energica, elastica e agile. Originariamente<br />
impiegato per la soma e per il governo del<br />
bestiame, attualmente il Tolfetano viene utilizzato<br />
per la sella e la produzione di carne.<br />
CAVALLO APPENNINICO DEL CICOLANO<br />
Il Cavallo Appenninico del<br />
Cicolano ha antiche origini<br />
protostoriche, e in epoca<br />
romana, secondo Varrone, le<br />
giumente delle montagne del<br />
reatino e gli asini di Rieti erano<br />
ritenuti ottimi riproduttori per<br />
ottenere muli molto ricercati.<br />
Questo tipo genetico autoctono<br />
equino storicamente è sempre stato allevato allo stato brado, quindi<br />
sottoposto per secoli ad una severa selezione naturale operata dall’ambiente,<br />
unitamente alla selezione artificiale attuata dall’uomo a fini produttivi (soma,<br />
traino, carne e produzione mulina) esercitata su tutti i riproduttori di ambo i<br />
sessi. Questa duplice combinazione selettiva ha permesso di mantenere<br />
fenotipicamente stabile le principali caratteristiche di questa popolazione,<br />
sebbene siano avvenuti ripetuti tentativi di incrocio, fino dagli anni ’80 del<br />
secolo passato, con stalloni di varie razze da tiro. Malgrado queste<br />
introgressioni di genoma brachimorfo, le forti pressioni selettive di tipo<br />
ambientale e antropico, insite nell’allevamento completamente brado, hanno<br />
favorito il permanere delle peculiari caratteristiche somatiche e adattative<br />
ancestrali.<br />
Le principali caratteristiche morfologiche di questo cavallo sono<br />
rappresentate da un’altezza al garrese variabile nei soggetti adulti da m 1,50<br />
a m 1,60; dal mantello intero baio, sauro, grigio e morello; da una testa<br />
leggermente voluminosa, con profilo tendenzialmente montonino o diritto; dal<br />
collo muscoloso, di media lunghezza e ben proporzionato; dal garrese<br />
mediamente rilevato e rivestito da masse muscolari; dalla spalla<br />
tendenzialmente diritta; dal tronco sviluppato e proporzionato alla statura,<br />
con torace profondo; dal dorso leggermente depresso, con<br />
groppa inclinata; dagli arti proporzionati con appiombi<br />
corretti e dotati di zoccoli larghi e durissimi.<br />
Questi aspetti somatici, uniti ad estrema docilità e<br />
reattività nei movimenti durante il lavoro, confermano le<br />
attitudini produttive di questo cavallo di montagna.
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
54<br />
a Legge<br />
L.R. 01 MARZO 2000, N. 15 (1)<br />
TUTELA DELLE RISORSE GENETICHE AUTOCTONE DI INTERESSE AGRARIO.<br />
Art. 1<br />
(Oggetto)<br />
1. La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> favorisce e<br />
promuove, nell’ambito delle politiche<br />
di sviluppo, promozione e<br />
salvaguardia degli agroecosistemi<br />
e delle produzioni di qualità,<br />
la tutela delle risorse genetiche<br />
autoctone di interesse agrario,<br />
incluse le piante spontanee<br />
imparentate con le specie coltivate,<br />
relativamente alle specie,<br />
razze, varietà, popolazioni, cultivar,<br />
ecotipi e cloni per i quali esistono<br />
interessi dal punto di vista<br />
economico, scientifico, ambientale,<br />
culturale e che siano minacciati<br />
di erosione genetica.<br />
2. Possono considerarsi autoctone,<br />
ai fini di cui al comma 1,<br />
anche specie, razze, varietà e<br />
cultivar di origine esterna, introdotte<br />
nel territorio regionale da<br />
almeno cinquanta anni e che,<br />
integratesi nell’agroecosistema<br />
laziale, abbiano assunto caratteristiche<br />
specifiche tali da<br />
suscitare interesse ai fini della<br />
loro tutela.<br />
3. Possono altresì essere<br />
oggetto di tutela a norma della<br />
presente legge anche le specie,<br />
razze, varietà, attualmente<br />
scomparse dalla <strong>Regione</strong> e<br />
conservate in orti botanici, allevamenti,<br />
istituti sperimentali,<br />
banche genetiche pubbliche o<br />
private, centri di ricerca di altre<br />
regioni o paesi, per le quali esiste<br />
un interesse a favorire la<br />
reintroduzione.<br />
Art. 2<br />
(Registro volontario regionale)<br />
1. Al fine di consentire la tutela<br />
del patrimonio genetico, è istituito<br />
il registro volontario regionale,<br />
suddiviso in sezione animale<br />
e sezione vegetale, al<br />
quale sono iscritte specie,<br />
razze, varietà, popolazioni, cultivar,<br />
ecotipi e cloni di interesse<br />
regionale di cui all’articolo 1.
La Legg<br />
2. Il registro di cui al comma 1 è<br />
tenuto dall’Agenzia regionale per<br />
lo sviluppo e l’innovazione in<br />
agricoltura del <strong>Lazio</strong> (ARSIAL).<br />
3. La Giunta regionale, entro<br />
sei mesi dalla data di entrata in<br />
vigore della presente legge,<br />
determina le modalità per la<br />
tenuta del registro volontario<br />
regionale e per l’iscrizione in<br />
esso delle specie e varietà di<br />
cui all’articolo 1, tenendo conto<br />
dei seguenti criteri:<br />
a) il registro volontario regionale,<br />
costituito dalle sezioni animale<br />
e vegetale, è organizzato<br />
secondo modalità che tengano<br />
conto delle caratteristiche tecniche<br />
di analoghi strumenti<br />
eventualmente esistenti a livello<br />
nazionale ed internazionale, in<br />
modo da renderlo quanto possibile<br />
omogeneo e confrontabile<br />
con gli stessi;<br />
b) le accessioni di cui all’articolo<br />
1, comma 1, per essere<br />
iscritte al registro volontario<br />
regionale devono essere identificabili<br />
per un numero minimo<br />
di caratteri definiti per ogni singola<br />
entità;<br />
c) l’iscrizione nel registro volontario<br />
regionale è gratuita ed<br />
eseguita a cura dell’ARSIAL,<br />
previa acquisizione del parere<br />
favorevole della competente<br />
commissione tecnico-scientifica<br />
di cui all’articolo 3;<br />
d) l’iscrizione avviene ad iniziativa<br />
d’ufficio dell’ARSIAL, ovvero su<br />
proposta della Giunta regionale,<br />
di enti scientifici, enti pubblici,<br />
organizzazioni ed associazioni private<br />
e singoli cittadini;<br />
e) alla domanda di iscrizione è<br />
allegata una specifica documentazione<br />
storico-tecnico-scientifica;<br />
f) il materiale iscritto nel registro<br />
volontario regionale può<br />
essere cancellato dall’ARSIAL,<br />
previo parere favorevole della<br />
competente commissione tecnico-scientifica<br />
di cui all’articolo<br />
3, quando non sussistano più i<br />
requisiti di cui all’articolo 1,<br />
comma 1.<br />
Art. 3<br />
(Commissioni tecnico-scientifiche)<br />
1. Per lo svolgimento dei compiti<br />
di cui alla presente legge<br />
sono istituite la commissione<br />
tecnico-scientifica per il settore<br />
animale e la commissione tecni-<br />
co-scientifica per il settore<br />
vegetale.<br />
2. La commissione tecnicoscientifica<br />
per il settore animale<br />
è composta da:<br />
a) un funzionario del dipartimento<br />
regionale competente in<br />
materia di risorse genetiche<br />
animali in agricoltura;<br />
b) un funzionario dell’ARSIAL<br />
competente in materia di risorse<br />
genetiche animali in agricoltura;<br />
c) un agricoltore che detiene<br />
materiale animale la cui tutela è<br />
prevista dalla presente legge, in<br />
rappresentanza del mondo agricolo;<br />
d) cinque esperti del mondo<br />
scientifico ed accademico competenti<br />
in materia di risorse<br />
genetiche animali in agricoltura.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
55
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
56<br />
a Legge<br />
3. La commissione tecnicoscientifica<br />
per il settore vegetale<br />
è composta da:<br />
a) due funzionari del dipartimento<br />
regionale competenti in<br />
materia di risorse genetiche di<br />
piante erbacee, arboree e forestali<br />
di interesse agrario;<br />
b) un rappresentante<br />
dell’ARSIAL competente in<br />
materia di risorse genetiche di<br />
piante erbacee, arboree e forestali<br />
di interesse agrario;<br />
c) un agricoltore che detiene<br />
materiale di piante erbacee,<br />
arboree o forestale di interesse<br />
agrario la cui tutela è prevista<br />
dalla presente legge, in rappresentanza<br />
del mondo agricolo;<br />
d) dieci esperti del mondo<br />
scientifico ed accademico com-<br />
petenti in materia di risorse<br />
genetiche di piante erbacee,<br />
arboree e forestali di interesse<br />
agrario.<br />
4. Le commissioni di cui ai<br />
commi 2 e 3 restano in carica<br />
per cinque anni ed eleggono<br />
nel proprio seno il presidente.<br />
5. Per la designazione e la<br />
nomina dei componenti le<br />
commissioni di cui ai commi 2<br />
e 3, nonché per la corresponsione<br />
agli stessi di un gettone<br />
di presenza per ogni seduta e<br />
per il rimborso delle spese di<br />
viaggio e delle eventuali<br />
indennità di missione, si applica<br />
la vigente normativa regionale<br />
in materia.<br />
6. L’ARSIAL fornisce, attraverso<br />
i propri uffici, il necessario supporto<br />
tecnico-operativo per il<br />
funzionamento delle commissioni<br />
di cui ai commi 2 e 3.<br />
Art. 4<br />
(Rete di conservazione e sicurezza)<br />
1. La protezione e la conservazione<br />
delle risorse genetiche autoctone<br />
di interesse agrario, iscritte<br />
nel registro volontario regionale<br />
di cui all’articolo 2, si attua<br />
mediante la costituzione di una<br />
rete di conservazione e sicurezza,<br />
di seguito denominata rete, gestita<br />
e coordinata dall’ARSIAL, cui<br />
possono aderire comuni, comunità<br />
montane, istituti sperimentali,<br />
centri di ricerca, università agrarie,<br />
associazioni d’interesse e<br />
agricoltori singoli od associati.<br />
2. La rete si occupa della conservazione<br />
in situ o in azienda<br />
del materiale genetico di interesse<br />
regionale di cui all’articolo<br />
1 e della moltiplicazione di<br />
tale materiale al fine di renderlo<br />
disponibile agli operatori agricoli<br />
che ne facciano richiesta,<br />
sia per la coltivazione sia per la<br />
selezione ed il miglioramento.<br />
3. L’ARSIAL predispone elenchi,<br />
su base provinciale, dei siti<br />
in cui avviene la conservazione<br />
ai sensi del comma 2 e li trasmette<br />
annualmente ai comuni<br />
interessati che provvedono<br />
all’informazione relativamente<br />
all’esistenza dei siti stessi.
La Legg<br />
4. Gli agricoltori inseriti nella<br />
rete possono vendere una<br />
modica quantità delle sementi<br />
da loro prodotte, stabilita per<br />
ogni singola entità al momento<br />
dell’iscrizione al registro volontario<br />
regionale. Gli agricoltori<br />
inseriti nella rete possono, altresì,<br />
effettuare la risemina in<br />
azienda.<br />
5. Gli agricoltori, gli enti, i<br />
centri di ricerca, le università<br />
agrarie e le associazioni proprietari<br />
di materiale vegetale o<br />
animale tutelato con la presente<br />
legge, che non aderiscono<br />
alla rete, sono tenuti a<br />
fornire all’ARSIAL una parte<br />
del materiale vivente ai fini<br />
della moltiplicazione, per<br />
garantire la conservazione<br />
delle informazioni genetiche<br />
presso altro sito.<br />
Art. 5<br />
(Patrimonio delle risorse genetiche)<br />
1. Fermo restando il diritto di<br />
proprietà su ogni pianta od<br />
animale iscritti nel registro di<br />
cui all’articolo 2, il patrimonio<br />
delle risorse genetiche di tali<br />
piante od animali appartiene<br />
alle comunità indigene e locali,<br />
all’interno delle quali debbono<br />
essere equamente distribuiti i<br />
benefici, così come previsto<br />
all’articolo 8j della<br />
Convenzione di Rio sulle<br />
Biodiversità (1992), ratificata<br />
con legge 14 febbraio 1994,<br />
n. 124.<br />
Art. 6<br />
(Piano settoriale di intervento)<br />
1. La <strong>Regione</strong> approva, ogni<br />
triennio, entro il 30 giugno, un<br />
piano settoriale di intervento,<br />
nel quale sono stabilite le linee<br />
guida per le attività inerenti la<br />
tutela delle risorse genetiche<br />
autoctone di interesse agrario.<br />
2. Nel piano settoriale di cui al<br />
comma 1, la <strong>Regione</strong>:<br />
a) favorisce le iniziative, sia a<br />
carattere pubblico sia privato,<br />
che tendono a conservare la<br />
biodiversità autoctona di interesse<br />
agrario, a diffondere le conoscenze<br />
e le innovazioni per l’uso<br />
e la valorizzazione di materiali e<br />
prodotti autoctoni, la cui tutela è<br />
garantita dalla presente legge;<br />
b) assume direttamente iniziative<br />
specifiche atte alla tutela, miglioramento,<br />
moltiplicazione e valorizzazione<br />
delle risorse genetiche<br />
autoctone;<br />
c) prevede specifiche iniziative<br />
per incentivare gli agricoltori<br />
inseriti nella rete di conservazione<br />
e sicurezza.<br />
3. Nell’ambito ed in applicazione<br />
del piano settoriale di cui al<br />
comma 1, la <strong>Regione</strong> predispone,<br />
per ognuna delle annualità<br />
comprese nel triennio, un programma<br />
operativo annuale per la<br />
realizzazione delle attività ed iniziative<br />
previste, specificando tra<br />
l’altro le risorse economiche a<br />
disposizione, l’entità dei singoli<br />
interventi contributivi ed i relativi<br />
soggetti beneficiari, le modalità<br />
di accesso e di erogazione dei<br />
benefici, le zone prioritarie d’intervento<br />
e le forme di controllo<br />
delle iniziative svolte.<br />
4. Sono beneficiari dei contributi<br />
previsti dai programmi operativi<br />
tutti gli operatori che aderiscono<br />
alla rete nonché gli agricoltori<br />
che producono per il mercato il<br />
materiale autoctono d’interesse<br />
agrario individuato nel registro<br />
volontario regionale.<br />
5. I programmi operativi annuali<br />
sono attuati dall’ARSIAL e sottoposti<br />
a controllo e monitoraggio<br />
da parte del dipartimento<br />
regionale competente in materia<br />
di agricoltura.<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
57
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
58<br />
a Legge<br />
Art. 7<br />
(Divieti e sanzioni)<br />
1. All’interno delle aree naturali<br />
protette regionali, delle aree<br />
d’interesse comunitario, nazionale<br />
e regionale individuate<br />
dalla deliberazione della Giunta<br />
regionale 19 marzo 1996, n.<br />
2146 e nei siti inseriti negli<br />
elenchi di cui all’articolo 4,<br />
comma 3, nonché nelle zone<br />
limitrofe alle predette aree, per<br />
una distanza di almeno 2 km, è<br />
fatto divieto di usare organismi<br />
geneticamente modificati.<br />
2. Per le violazioni alle disposizioni<br />
di cui alla presente legge si<br />
applicano le seguenti sanzioni:<br />
a) (2);<br />
b) sanzione amministrativa<br />
pecuniaria da lire 500 mila a<br />
lire 3 milioni per chi contravviene<br />
all’obbligo di cui all’articolo<br />
4, comma 5;<br />
c) sanzione amministrativa<br />
pecuniaria fino a lire 1 milione<br />
per le violazioni non espressamente<br />
previste.<br />
3. Le violazioni sono accertate<br />
ai sensi della legge 24 novembre<br />
1981, n. 689 e successive<br />
modificazioni ed integrazioni,<br />
regolamentate dalla legge<br />
regionale 5 luglio 1994, n. 30.<br />
4. Alla vigilanza ed all’irrogazione<br />
delle sanzioni di cui al<br />
comma 2 provvedono i comuni<br />
territorialmente competenti.<br />
Per la ripartizione tra la<br />
<strong>Regione</strong> ed i comuni degli<br />
importi delle sanzioni commi-<br />
nate si applica quanto disposto<br />
dall’articolo 182, comma<br />
2, della legge regionale 6 agosto<br />
1999, n. 14.<br />
Art. 8<br />
(Clausola sospensiva dell’efficacia<br />
e divieto di cumulo)<br />
1. Agli aiuti previsti dalla presente<br />
legge è data attuazione a<br />
decorrere dalla data di pubblicazione<br />
nel Bollettino ufficiale<br />
della <strong>Regione</strong> (BUR) dell’avviso<br />
relativo all’esito positivo dell’esame<br />
di compatibilità da<br />
parte della Commissione delle<br />
Comunità europee ai sensi<br />
degli articoli 87 e 88 del<br />
Trattato istitutivo della<br />
Comunità europea.<br />
2. I finanziamenti concessi ai<br />
sensi della presente legge non<br />
sono cumulabili con quelli previsti<br />
per le medesime iniziative<br />
da altre leggi statali e regionali.<br />
Art. 9<br />
(Norma finanziaria)<br />
1. Gli oneri di cui alla presente<br />
legge rientrano negli stanziamenti<br />
annualmente previsti nel<br />
bilancio regionale a favore<br />
dell’ARSIAL.<br />
La presente legge regionale<br />
sarà pubblicata sul Bollettino<br />
Ufficiale della <strong>Regione</strong>. E’ fatto<br />
obbligo a chiunque spetti di<br />
osservarla e di farla osservare<br />
come legge della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>.<br />
Note:<br />
(1) Pubblicato sul Bollettino<br />
ufficiale della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> 30<br />
marzo 2000, n. 9.<br />
(2) Lettera abrogata dall’articolo<br />
14, comma 1, lettera a) della<br />
legge regionale 6 novembre<br />
2006, n. 15
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
60<br />
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Futuri beneficiari delle misure del PSR, partenariato<br />
o semplicemente chi è interessato alle tematiche<br />
avranno la possibilità di informarsi sul programma,<br />
sulle singole misure, sui bandi, sulla normativa e sui<br />
progetti speciali in modo pratico e veloce. Un<br />
esempio. Cercate informazioni sui<br />
PROGETTAZIONE INTEGRATA DI FILIERA<br />
(Pif)? Basta cliccare sulla sezione dedicata alla Pif<br />
per avere notizie dettagliate sulla normativa, sulle<br />
manifestazioni d’interesse o sui finanziati e<br />
naturalmente per avere i contatti dei referenti.
ww. ww<br />
I CONTENUTI<br />
NUOVI CONTENUTI PIÙ RICCHI E APPROFONDIMENTI<br />
CARATTERIZZANO IL NUOVO PORTALE DEDICATO AL PSR LAZIO.<br />
Nuovi contenuti e<br />
maggiori<br />
approfondimenti<br />
caratterizzano la nuova<br />
struttura del sito del PSR<br />
<strong>Lazio</strong>. Il primo colpo d’occhio<br />
riguarda la Home Page del sito<br />
dove in Primo piano sono<br />
indicate le notizie più<br />
importanti, gli highlits e dove,<br />
grazie alla funzione ricerca e<br />
possibile trovare le<br />
informazioni di cui si ha<br />
bisogno in modo veloce e<br />
funzionale.<br />
Grazie ad una navigazione<br />
strumentale è possibile<br />
muoversi rapidamente tra le<br />
diverse aree dedicate che si<br />
trovano nel menù di<br />
navigazione laterale:<br />
Il Programma: cliccando su<br />
quest’ area è possibile scaricare<br />
il testo integrale del PSR,<br />
compresi allegati e la<br />
cartografie, trovare le<br />
modalità di adesione, le<br />
procedure di attuazione e<br />
quelle di monitoraggio e<br />
valutazione;<br />
Le Misure: è l’area dedicata<br />
agli Assi che contiene la<br />
descrizione dettagliata dei<br />
quattro assi ele relative misure<br />
sui quali si sviluppa il PSR. Per<br />
ogni misura è possibile<br />
scaricare testo descrittivo, le<br />
graduatorie, i bandi di<br />
riferimento ed è possibile<br />
consultare le news correlate;<br />
Bandi: è la sezione specifica<br />
dedicata ai bandi, suddivisi in<br />
base agli assi di riferimento e<br />
alle misure. Un’icona, che<br />
ricorda il semaforo indica con<br />
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
61
<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
62<br />
ww. w<br />
un colore lo stato del bando:<br />
verde se è aperto, giallo se in<br />
via di scadenza, rosso se è<br />
chiuso. Per avere, a colpo<br />
d’occhio, la situazione dei<br />
bandi in tempo reale;<br />
PIF (Progetti Integrati di<br />
Filiera): i Progetti Integrati di<br />
Filiera rappresentano<br />
un’innovativa modalità anche<br />
per ciò che concerne l’accesso<br />
alle risorse economiche ed è<br />
uno dei principali strumenti<br />
adottati dalla <strong>Regione</strong> per<br />
indirizzare i contenuti e i criteri<br />
di attuazione del PSR 2007-<br />
2013 verso un approccio<br />
progettuale di tipo integrato.<br />
Nell’area di riferimento è<br />
possibile avere<br />
approfondimenti sulla<br />
normativa di riferimento, sui<br />
finanziati e naturalmente avere<br />
i contatti dei referenti;<br />
PIT (Progettazione Integrata<br />
Territoriale): la Progettazione<br />
Integrata Territoriale è<br />
l’insieme coordinato ed<br />
organico di operazioni riferibili<br />
a più misure dell’Asse III del<br />
PSR 2007-2013 e rappresenta<br />
una innovativa modalità di<br />
accesso alle risorse. Anche in<br />
questo caso nell’area di<br />
riferimento è possibile avere<br />
tutte le informazioni necessarie<br />
sul PIT, sulla normativa, sulle<br />
manifestazioni d’interesse o sui<br />
finanziati e avere i contatti dei<br />
referenti;<br />
Leader: LEADER è l’acronimo<br />
di Liaison Entre Actions de<br />
Dèveloppement de l`Economiè<br />
Rurale (collegamento tra le<br />
azioni di sviluppo<br />
dell’economia<br />
rurale). Nell’area dedicata è<br />
possibile scaricare<br />
informazioni relative alla<br />
normativa di riferimento e ai<br />
Gal (Gruppo di Azione locale);<br />
Comitato di sorveglianza: area<br />
dedicata all’organo di<br />
controllo del PSR che descrive<br />
le sue attività, la normativa e i<br />
rapporti dei CDS per il 2008,<br />
2009 e 2010;<br />
Informazione e pubblicità sul<br />
PSR: è l’area dedicata alle<br />
attività di informazione e<br />
pubblicità e contiene<br />
indicazioni su tutti i prodotti<br />
e le iniziative informative<br />
dedicate al PSR;<br />
News: aggiornata<br />
costantemente, la sezione<br />
riporta, in tempo reale, tutte<br />
le novità rispetto alle misure e<br />
ai bandi. Al suo interno è<br />
possibile effettuare una<br />
ricerca d’archivio in base a<br />
parole chiave o alla data di<br />
pubblicazione;<br />
Caratteristica importante da<br />
sottolineare, che riguarda<br />
tutte le aree, è la possibilità di<br />
trovare i contatti dei singoli<br />
referenti per ogni sezione.<br />
Il nuovo sito inoltre permette,<br />
attraverso link diretti<br />
posizionati nella barra di<br />
navigazione laterale sinistra,<br />
di accedere direttamente ai<br />
siti di tutte le Istituzioni<br />
coinvolte nella gestione del<br />
Psr: Unione Europea,<br />
Commissione Europea,<br />
Ministero delle politiche<br />
agricole Forestali, Agea,<br />
Ismea, Rete Rurale Nazionale<br />
e Centro di Documentazione<br />
Europea.<br />
LA GRAFICA<br />
E I COLORI<br />
Il nuovo sito PSR<br />
non si è rinnovato<br />
solo nei contenuti<br />
ma ha subito un<br />
restyling nella<br />
grafica e nei<br />
colori.<br />
Un restyling<br />
profondo che ha<br />
riguardato la parte<br />
grafica del sito,<br />
rendendolo più<br />
accattivante e allo<br />
stesso tempo<br />
semplice e<br />
funzionale alla<br />
navigazione.<br />
Un design e una<br />
grafica innovativa<br />
che cercano di far<br />
emergere il più<br />
possibile l’identità<br />
del PSR. I colori<br />
che caratterizzano<br />
il sito, sono infatti,<br />
quelli riconducibili<br />
alla linea grafica<br />
del PSR: verde,<br />
blu e beige.<br />
Tonalità calde che<br />
ricordano la terra<br />
e quindi il tema<br />
centrale dello<br />
sviluppo rurale e<br />
dell’agricoltura.
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<strong>Lazio</strong> / informazione<br />
64<br />
FOTOGALLERY<br />
<strong>Lazio</strong> informazione<br />
Marzo 2011 numero 34<br />
DIRETTORE EDITORIALE<br />
> Leonardo Catarci<br />
DIRETTORE RESPOSABILE<br />
> Francesca D’Avello<br />
REDAZIONE<br />
> Erica Antonelli, Cristiano Bencini,<br />
Giovanni Cedrone, Caterina Danese,<br />
Giorgio Maria Gherardi, Stefano Giusti,<br />
Costanza Ignazzi, Eleonora Manzo,<br />
Tommaso Molinari, Massimo Prestia,<br />
Barbara Vitiello.<br />
HANNO COLLABORATO:<br />
> Alessandra Bianchi,<br />
Valentina Conti, Paola Rosatini<br />
Si ringrazia per la collaborazione l’Area<br />
servizi tecnici e scientifici, servizio<br />
fitosanitario e l’Area programmazione<br />
finanziaria, controllo gestione,<br />
comunicazione della Direzione regionale<br />
<strong>Agricoltura</strong>.<br />
SEGRETERIA DI REDAZIONE<br />
> Erica Antonelli<br />
Tel. 06 51684214<br />
eantonelli@regione.lazio.it<br />
PROGETTO GRAFICO<br />
> Le Tipo Snc<br />
www.letipo.com<br />
IMPAGINAZIONE GRAFICA<br />
> Lisanti srl,<br />
Piazza della Pilotta, 35<br />
00187 Roma<br />
www.lisantisrl.it<br />
FOTOLITO E STAMPA<br />
> Grafica Giorgetti<br />
Via di Cervara, 10<br />
00155 Roma<br />
Tel. 06 2294336<br />
Stampato in Italia - Printed in Italy<br />
COORDINAMENTO TECNICO<br />
> Luciano Lisanti<br />
CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ<br />
> Comunica Srl<br />
comunica@com-unica.info<br />
Tel. 06 52279581<br />
Fax 06 52279588<br />
TIRATURA E DIFFUSIONE<br />
> 100.000 copie<br />
REG. TRIBUNALE DI ROMA<br />
> 106/99<br />
IMMAGINI<br />
> COPERTINA: David Proietti Petretti<br />
INTERNO: Assessorato all’<strong>Agricoltura</strong><br />
della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, Consorzio Age,<br />
Alberto Guerrieri, Maprosti & Lisanti.