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Focus - Agricoltura - Regione Lazio

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dell’assessorato<br />

all’agricoltura<br />

informa<br />

zione<br />

<strong>Lazio</strong>Mensile<br />

Tariffa Regime Libero: - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - DCB Roma<br />

LA NATURA PER MIGLIORARE LA VITA<br />

www<br />

È on-line il nuovo sito del<br />

Programma di Sviluppo<br />

Rurale 2007/2013<br />

SPECIALE<br />

BIODIVERSITÀ<br />

<strong>Focus</strong><br />

Tutela della biodiversità,<br />

dalla convenzione<br />

di Rio de Janeiro ad oggi<br />

Marzo / 2011<br />

numero 34<br />

L’intervista<br />

Intervista a Shakeel Bhatti,<br />

primo Segretario IT-PGRFA<br />

presso la FAO


30<br />

SOMMARIO<br />

EDITORIALE<br />

La natura per migliorare la vita<br />

e Renata Polverini<br />

ASSESSORATO<br />

2010 anno della biodiversità:<br />

l’impegno della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong><br />

e Angela Birindelli<br />

FOCUS<br />

Consapevoli è meglio<br />

Dalla Convenzione di Rio ad oggi<br />

Intervista a Shakeel Bhatti<br />

FOCUS LAZIO<br />

Il progetto Reverse per la prevenzione<br />

ambientale<br />

L’agrobiodiversità del <strong>Lazio</strong><br />

Biodiversità agricola, il ruolo di Arsial<br />

La tutela della biodiversità nel PSR<br />

2007/2013<br />

La biodiversità è vita<br />

Risorse genetiche animali<br />

Risorse genetiche vegetali<br />

La biodiversità dei suoli<br />

La biodiversità è a cavallo<br />

LA LEGGE<br />

L.R. 01 marzo 2000, n. 15<br />

WWW<br />

On line il nuovo sito del PSR <strong>Lazio</strong><br />

6<br />

<strong>Focus</strong> <strong>Lazio</strong> Fo<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

30<br />

RISORSE<br />

GENETICHE<br />

ANIMALI<br />

N<br />

ell’ambito del settore animale, l’ARSIAL<br />

provvede alla valutazione delle<br />

consistenze dei vari Tipi Genetici<br />

Autoctoni (TGA) animali e alla stesura degli<br />

standard di razza per l’iscrizione ai rispettivi<br />

Registri Anagrafici Nazionali delle Razze<br />

Autoctone Italiane.<br />

L’attività di censimento e caratterizzazione dei<br />

TGA è svolta in collaborazione con il ConSDABI<br />

(Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione<br />

e Applicazione di Biotecniche Innovative).<br />

Attualmente sono 26 le risorse genetiche<br />

autoctone animali iscritte al RVR (Registro<br />

Volontario Regionale), di cui quelle<br />

maggiormente rappresentate sono: 11 razzepopolazioni<br />

di equidi (7 TGA di cavalli e 4 TGA<br />

di asini), 4 razze-popolazioni caprine e 3 suine.<br />

Al fine di ridurre il rischio di erosione del<br />

patrimonio genetico animale e vegetale e<br />

favorirne la conservazione “attiva” in situ-on<br />

farm, ARSIAL ha avviato progetti per la loro<br />

valorizzazione economica e culturale. Quando le<br />

risorse genetiche animali sono legate ad una<br />

lavorazione particolare, “unica”, dei loro<br />

prodotti, la valorizzazione della filiera<br />

produttiva può tutelare la risorsa genetica. La<br />

“marzolina” ottenuta dalla lavorazione del latte<br />

di capra, la “salsiccia di Monte S. Biagio”, sono<br />

alcuni esempi di valorizzazione economica dei<br />

prodotti attraverso un’attenta definizione<br />

dell’intera filiera produttiva.<br />

TUTELA DEL<br />

GERMOPLASMA ANIMALE:<br />

L’ESPERIENZA DELLA COMMISSIONE<br />

TECNICO SCIENTIFICA DEL LAZIO.<br />

L<br />

Prof. Donato Matassino (ConSDABI) – Commissione tecnico-scientifica Animale<br />

a tutela del germoplasma Divulgazione, Applicazione di programmi di protezione e di<br />

animale di interesse Biotecniche Innovative<br />

valorizzazione delle risorse<br />

zootecnico, in generale, e (ConSDABI), quale NFP.I genetiche di interesse agrario e<br />

di quello in via di estinzione, in FAO, sta operando attivamente zootecnico autoctone del <strong>Lazio</strong><br />

particolare, da anni<br />

dal 2001, inventariando e e minacciate di erosione.<br />

rappresenta un tema di grande monitorando risorse genetiche La programmazione regionale<br />

valenza ai fini di ricostruire un animali a rischio di estinzione e nel settore animale, è realizzata<br />

bioecosistema ‘uomo – animale redigendo linee guida per la nella consapevolezza che la<br />

– territorio’ in grado di<br />

conservazione (‘in situ’ ed ‘biodiversità’ è indice di<br />

realizzare uno sviluppo<br />

‘extra situ’), in linea con ‘covariazione’<br />

altamente sostenibile ed quanto richiesto dalla <strong>Regione</strong><br />

ecocompatibile. Relativamente <strong>Lazio</strong> che, con la Legge<br />

alla salvaguardia dei tipi Regionale n. 15 del 1 marzo<br />

genetici ‘laziali’, il Consorzio 2000, ha manifestato<br />

di Sperimentazione,<br />

l’interesse di attuare<br />

1 e che “la razza<br />

è ciò che l’allevatore ritiene<br />

essere razza”, dato che sulla<br />

definizione di ‘razza’, non vi è<br />

alcun accordo, né vi sono<br />

indagini fenotipiche e genetiche<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

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<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

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CONSAPEVOLI<br />

È MEGLIO<br />

> di Erica Antonelli<br />

D<br />

istruzione degli ambienti naturali, pressione<br />

antropica, cambiamenti climatici,<br />

scioglimento dei ghiacciai, specie in<br />

estinzione, scomparsa di foreste e zone umide,<br />

sfruttamento di specie animali e vegetali,<br />

urbanizzazione incontrollata, bracconaggio. Sono<br />

queste le principali cause dell’impoverimento<br />

ambientale dell’intero pianeta a cui stiamo<br />

sottoponendo il nostro pianeta. Sono queste le<br />

principali battaglie da vincere per riportare in<br />

equilibrio il nostro ecosistema. Un impegno a cui<br />

la comunità internazionale non si sottrae e per il<br />

quale l’ONU, dopo l’attenzione ai cambiamenti<br />

climatici prestata al G8 di Siracusa e durante i<br />

lavori del vertice di Copenaghen, sceglie di<br />

intitolare il 2010 ad Anno Internazionale della<br />

Biodiversità.<br />

Biodiversità intesa come patrimonio comune,<br />

ricchezza naturale, ma anche come produttrice di<br />

‘risorse e servizi’ indispensabili all’uomo e alla sua<br />

sopravvivenza. Gli stessi servizi che giocano un<br />

ruolo fondamentale anche nei sistemi economici<br />

internazionali. Pensiamo all’agricoltura e a quanto<br />

questo settore sia intrinsecamente legato a doppio<br />

filo al tema della biodiversità animale e vegetale.<br />

Nonostante l’UE abbia già predisposto politiche e<br />

strumenti legislativi atti ad arginare il progressivo<br />

impoverimento delle risorse naturali della Terra,<br />

la sfida si preannuncia come una della più<br />

difficili. Il declino della biodiversità procede ad<br />

alto ritmo, rimanendo di fatto uno dei principali<br />

punti dell’agenda politica europea e nazionale.<br />

Anche di quella italiana. L’Italia infatti, in virtù<br />

della sua felice posizione geografica, rientra<br />

nell’elenco dei paesi europei più ricchi di<br />

biodiversità, soprattutto nelle eco-aree delle Alpi e<br />

del Mediterraneo centrale. Secondo l’Annuario<br />

dei dati ambientali 2009 di ISPRA (Istituto<br />

Superiore per la Protezione e Ricerca<br />

UN ANNO INTERAMENTE DEDICATO<br />

ALLA SENSIBILIZZAZIONE AL TEMA<br />

Ambientale), l’Italia è terra di circa la metà delle<br />

specie vegetali presenti nel territorio europeo, la<br />

prima nazione del continente per numero assoluto<br />

di specie e, per quanto riguarda quelle animali,<br />

possiede circa un terzo di tutte le specie<br />

attualmente presenti in Europa. Un primato<br />

importante, che impone al Bel Paese di assumere<br />

un ruolo centrale nella lotta alle cause del<br />

depauperamento ambientale, tanto da aderire a<br />

numerose Convenzioni e accordi internazionali<br />

tra cui la Convenzione sulla Diversità Biologica<br />

adottata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 nel<br />

corso del Summit Mondiale delle Nazioni Unite<br />

su Ambiente e Sviluppo e ratificata a livello<br />

nazionale con la Legge n. 124 del 14 febbraio<br />

1994; la recente “Carta di Siracusa sulla<br />

Biodiversità”, sottoscritta nel 2009 dai Ministri<br />

dell’ambiente del G8 di concerto con quelli di<br />

altri Paesi e con le Organizzazioni Internazionali<br />

partecipanti al meeting siciliano.<br />

5CAUSEDA COMBATTERE<br />

Sono 5 le principali cause<br />

individuate come responsabili<br />

della perdita di biodiversità:<br />

degrado degli habitat,<br />

distruzione degli habitat,<br />

frammentazione,<br />

introduzione di specie esotiche,<br />

sovra sfruttamento delle risorse<br />

e delle specie.<br />

CDB, UNA CONVENZIONE BIO-DIVERSA<br />

La Convenzione internazionale sulla diversità biologica (CDB), entrata in<br />

vigore il 29 dicembre 1993, lavora per il raggiungimento di tre<br />

obbiettivi principali: conservare la diversità biologica, utilizzarla in<br />

modo durevole e garantire un’equa ripartizione dei benefici da essa<br />

derivati. Nell’aprile 2002, i paesi firmatari della Convenzione hanno deciso<br />

per “una riduzione significativa dell’attuale ritmo di impoverimento della<br />

biodiversità a livello mondiale, regionale e nazionale” entro il 2010. La crescente<br />

attenzione di organi sopranazionali verso queste tematiche ha fatto sì che, il 20<br />

dicembre 2006, l’Assemblea Generale dell’ONU proclamasse il 2010 “Anno<br />

Internazionale della Biodiversità” con la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica e<br />

stimolare i governi ad un maggiore impegno sul tema.<br />

(Testo a cura di: <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, D.R. <strong>Agricoltura</strong> - Area Servizi tecnici<br />

e scientifici. Servizio fitosanitario regionale ARSIAL - Servizio Tutela<br />

Risorse Vigilanza e Qualità Produzioni. Le fotografie appartengono<br />

all’archivio di ARSIAL)<br />

COS’È L’AGROBIODIVERSITA’ ?<br />

on il termine<br />

produttività e uniformità dei agricole e zootecniche di tipo<br />

biodiversità agricola, o caratteri genetici che, tradizionale, sia per la<br />

Cagrobiodiversità,<br />

si unitamente alle profonde riqualificazione del paesaggio<br />

indica il patrimonio di risorse modifiche subite dagli rurale e agro-forestale, nonché<br />

genetiche vegetali, animali e ecosistemi rurali ed agro- per la conservazione di una<br />

microbiche formatesi per forestali, hanno determinato preziosa riserva genetica dalla<br />

azione di meccanismi biologici una sensibile riduzione della quale attingere geni per nuovi<br />

e per selezione naturale nei biodiversità. La progressiva programmi di selezione<br />

tempi lunghi dell’evoluzione ed perdita di diversità a livello di finalizzati ad un’agricoltura,<br />

accumulate, fin dagli inizi specie e di varietà/razza viene una zootecnia e<br />

dell’agricoltura (circa 10.000 definita “erosione genetica”. un’arboricoltura da legno<br />

anni fa) da generazioni di La perdita di biodiversità, ecosostenibili, adatte a<br />

agricoltori che hanno<br />

perfettamente adattata condizioni ambientali sempre<br />

selezionato e trasferito, da all’ambiente in cui si è evoluta, più difficili.<br />

zone geografiche diverse, si traduce sempre in perdita di<br />

tutte quelle specie da cui ricchezza perché con le (Testo a cura di: <strong>Regione</strong><br />

ricavare prodotti utili all’uomo. specie e le varietà locali, <strong>Lazio</strong>, D.R. <strong>Agricoltura</strong> - Area<br />

Purtroppo, l’affermarsi di scompaiono paesaggi, Servizi tecnici e scientifici.<br />

un’agricoltura e di una prodotti e culture locali ad Servizio fitosanitario regionale<br />

zootecnia di tipo intensivo ha esse legate.<br />

ARSIAL - Servizio Tutela<br />

favorito la diffusione di nuove La sua difesa, pertanto, riveste Risorse Vigilanza e Qualità<br />

cultivar vegetali e razze notevole importanza sia per la Produzioni. Le fotografie<br />

d’interesse zootecnico, valorizzazione economica e appartengono all’archivio di<br />

caratterizzate da maggiore culturale delle produzioni ARSIAL)<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

7<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione www.<br />

60<br />

<strong>Focus</strong> <strong>Lazio</strong> Fo<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

46<br />

La biodiversità dei suoli<br />

S<br />

ulla base dei Piani suolo è fondamentale per tra i meno conosciuti ed<br />

protezione del suolo (COM “gerarchico” in uso presso il batterici caratteristici del suolo<br />

settoriali e dei<br />

comprendere le potenzialità di applicati a livello seriale in<br />

2006, n. 232) che contempla CRA-RPS (Benedetti et al. di colture tipiche locali.<br />

programmi operativi un terreno agrario, per tutelare azioni di monitoraggio sul<br />

tra le emergenze principali per 2006) che prevede:<br />

I risultati della prima campagna<br />

regionali, in collaborazione le produzioni e le tipicità di un territorio. Dal 1992, anno in<br />

il mantenimento delle funzioni a) campionamento ed analisi di campionamenti hanno<br />

con il CRA-RPS Centro di territorio, perché è dalla cui fu firmata la Convenzione<br />

biologiche del suolo, la<br />

fisico-chimiche di base e consentito di evidenziare che:<br />

Ricerca per lo Studio delle biodiversità della popolazione Internazionale sulla<br />

problematica inerente<br />

biochimiche per la<br />

esistono zone ad agricoltura<br />

Relazioni tra Pianta e Suolo, microbica del suolo che Biodiversità (CBD) la quale<br />

l’erosione della sostanza determinazione della fertilità intensiva ove i suoli hanno<br />

nel 2005 è stato avviato, dipendo i cicli degli elementi ricorda all’art. 8 l’importanza<br />

organica e della biodiversità. biologica;<br />

subito una forte pressione<br />

accanto alle attività di tutela nutritivi e la fertilità.<br />

della diversità microbica, sono<br />

La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, in Italia, ma b) analisi molecolari per lo antropica e pertanto sono<br />

delle risorse animali e vegetali, Attualmente sono disponibili nate a livello internazionale<br />

anche in Europa, ha affrontato studio di struttura e<br />

presenti fenomeni erosivi nei<br />

un programma di<br />

una numerosa serie di<br />

molte iniziative per contrastare<br />

in maniera pionieristica un composizione delle comunità confronti della diversità<br />

monitoraggio della fertilità parametri e di indicatori atti a la perdita di biodiversità del<br />

primo esempio di<br />

microbiche;<br />

microbica dei suoli, con<br />

biologica e della diversità quantificare la fertilità<br />

suolo. Tra tutte basti ricordare<br />

biomonitoraggio della<br />

c) approfondimenti<br />

conseguente innesco di<br />

microbica dei suoli del <strong>Lazio</strong>. biologica di un suolo e la sua l’emanazione da parte dell’U.E.<br />

biodiversità del suolo,<br />

microbiologici mirati<br />

fenomeni di perdita delle<br />

Lo studio della biodiversità del biodiversità, ma sono ad oggi, della Strategia tematica per la<br />

utilizzando l’approccio di tipo all’identificazione di ceppi funzioni del suolo;<br />

www. ww<br />

ON LINE IL NUOVO SITO<br />

DEL PSR LAZIO<br />

RESTYLING PER IL SITO DELLA<br />

REGIONE LAZIO DEDICATO ALLE<br />

TEMATICHE DEL PROGRAMMA<br />

DI SVILUPPO RURALE<br />

I<br />

nformazioni, condivisione,<br />

multimedialità sono tutti elementi<br />

che caratterizzano<br />

www.regione.lazio.it/psr il nuovo sito<br />

dell’Assessorato alle Politiche agricole<br />

e valorizzazione dei prodotti locali del<br />

<strong>Lazio</strong>, dedicato interamente al Piano<br />

di Sviluppo Rurale 2007 - 2013.<br />

Completamente rinnovato, sia dal<br />

punto di vista grafico che dei<br />

contenuti, la piattaforma web è pensata per essere<br />

un valido strumento di consultazione di tutte le<br />

informazioni necessarie a garantire la trasparenza<br />

dell’attuazione delle procedure previste dal nuovo<br />

Programma.<br />

Futuri beneficiari delle misure del PSR, partenariato<br />

o semplicemente chi è interessato alle tematiche<br />

avranno la possibilità di informarsi sul programma,<br />

sulle singole misure, sui bandi, sulla normativa e sui<br />

progetti speciali in modo pratico e veloce. Un<br />

esempio. Cercate informazioni sui<br />

PROGETTAZIONE INTEGRATA DI FILIERA<br />

(Pif)? Basta cliccare sulla sezione dedicata alla Pif<br />

per avere notizie dettagliate sulla normativa, sulle<br />

manifestazioni d’interesse o sui finanziati e<br />

naturalmente per avere i contatti dei referenti.<br />

I CONTENUTI<br />

CONTENUTI<br />

NUOVI CONTENUTI PIÙ RICCHI E APPROFONDIMENTI<br />

CARATTERIZZANO IL NUOVO PORTALE DEDICATO AL PSR LAZIO.<br />

N<br />

uovi contenuti e<br />

maggiori<br />

approfondimenti<br />

caratterizzano la nuova<br />

struttura del sito del PSR<br />

<strong>Lazio</strong>. Il primo colpo d’occhio<br />

riguarda la Home Page del sito<br />

dove in Primo piano sono<br />

indicate le notizie più<br />

importanti, gli highlits e dove,<br />

grazie alla funzione ricerca e<br />

possibile trovare le<br />

informazioni di cui si ha<br />

bisogno in modo veloce e<br />

funzionale.<br />

Grazie ad una navigazione Le Misure: è l’area dedicata<br />

strumentale è possibile<br />

agli Assi che contiene la<br />

muoversi rapidamente tra le descrizione dettagliata dei<br />

diverse aree dedicate che si quattro assi ele relative misure<br />

trovano nel menù di<br />

sui quali si sviluppa il PSR. Per<br />

navigazione laterale:<br />

ogni misura è possibile<br />

Il Programma: cliccando su scaricare testo descrittivo, le<br />

quest’ area è possibile scaricare graduatorie, i bandi di<br />

il testo integrale del PSR, riferimento ed è possibile<br />

compresi allegati e la<br />

consultare le news correlate;<br />

cartografie, trovare le<br />

Bandi: è la sezione specifica<br />

modalità di adesione, le dedicata ai bandi, suddivisi in<br />

procedure di attuazione e base agli assi di riferimento e<br />

quelle di monitoraggio e alle misure. Un’icona, che<br />

valutazione;<br />

ricorda il semaforo indica con<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

61<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

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46<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

1


EDITORIALE<br />

LA NATURA PER MIGLIORARE LA VITA<br />

La natura per migliorare la vita. È stato questo lo slogan che ci<br />

ha accompagnato nell’Anno Internazionale della Biodiversità,<br />

indetto dalle Nazioni Unite per sensibilizzare la popolazione<br />

mondiale sull’importanza della conservazione delle specificità<br />

di ciascun essere vivente, animale e vegetale.<br />

Ognuno di noi, nel proprio piccolo, è quotidianamente chiamato<br />

a contribuire alla salvaguardia del bene più prezioso che<br />

abbiamo: la vita. Una realtà che si esprime in una molteplicità di<br />

forme tali da consentire al nostro Pianeta, unico tra quelli oggi<br />

conosciuti, di raggiungere quell’equilibrio perfetto ideale alla<br />

nascita e all’evoluzione di decine di milioni di specie diverse.<br />

Un miracolo che affascina da sempre e ancora oggi impegna<br />

gli studiosi in ricerche e approfondimenti per conoscenze<br />

sempre più dettagliate e approfondite. Scoperte che spesso<br />

trovano anche una loro applicazione pratica, funzionale alle<br />

esigenze dell’Uomo.<br />

L’agricoltura è uno dei settori dove maggiormente si sperimentano,<br />

ed infine trovano applicazione concreta, i risultati delle<br />

ricerche di laboratorio. Tenendo sempre bene a mente la necessità di non stravolgere il corso<br />

della natura e di garantire la salute dei consumatori valorizzando le caratteristiche proprie e<br />

tipiche di ciascun prodotto della terra.<br />

Ai lavoratori e alle aziende laziali impegnate nel settore dell’<strong>Agricoltura</strong> spetta il compito di<br />

seminare e raccogliere prodotti di qualità, ricercati ed apprezzati nel mondo intero. Alla<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, invece, il compito di vigilare affinché le regole siano rispettate da tutti; individuare<br />

e adottare gli strumenti comunitari di sostegno alla produzione; promuovere l’eccellenza<br />

dei nostri prodotti in Italia e all’estero.<br />

Impegni di cui ci siamo fatti carico fin dai primi atti di governo e che stiamo onorando giorno<br />

per giorno. Penso in particolare ai provvedimenti messi in campo per promuovere prodotti a<br />

“km 0” e per incoraggiarne l’utilizzo nelle mense scolastiche e negli ospedali; alla proposta di<br />

legge sulla tracciabilità, già approvata dalla giunta, per istituire un marchio di qualità per i prodotti<br />

Made in <strong>Lazio</strong>; agli investimenti per la formazione degli operatori e dei produttori; alle<br />

misure di agevolazione nel credito per le aziende agricole e per ultimi, ma non meno importanti,<br />

i fondi del Programma di Sviluppo Rurale che siamo riusciti a spendere entro la scadenza<br />

del 31 dicembre, evitando il disimpegno automatico da parte dell’Unione Europea.<br />

<strong>Lazio</strong> Informazione è lo strumento che l’assessorato regionale alle Politiche Agricole mette in<br />

campo per far conoscere queste iniziative già operative e tutte quelle che adotteremo in futuro.<br />

Uno strumento utile e prezioso di informazione per la platea dei produttori e dei lavoratori<br />

della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>.<br />

Buon anno e buon lavoro a tutti.<br />

Renata Polverini<br />

Presidente della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>


Assessorato<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

4<br />

2010 ANNO DELLA BIODIVERSITÀ: L’IMPEGNO DELLA REGIONE LAZIO<br />

Ci sono molti motivi per definire speciale questo<br />

numero di <strong>Lazio</strong> Informazione.<br />

Speciale perché si tratta del primo numero che ho<br />

il piacere di presentare ai lettori insieme a una<br />

nuova redazione. Sin dal mio insediamento<br />

all’assessorato alle Politiche agricole del <strong>Lazio</strong>, ho<br />

lavorato insieme alla Presidente Polverini per dare<br />

un nuovo cambio di marcia alla rivista, un cambio<br />

capace di riflettere e sottolineare il nuovo corso<br />

che le attività politiche della nuova Giunta stanno<br />

segnando nel governo della <strong>Regione</strong>.<br />

Speciale perché si tratta di un numero che chiude<br />

il 2010 con sessanta pagine tutte dedicate al tema<br />

dell’anno: la biodiversità. Un tema molto importante<br />

e con il quale noi amministratori siamo chiamati a<br />

confrontarci costantemente per la tutela<br />

dell’ambiente e la gestione sostenibile del territorio.<br />

Oggi si fa sempre più forte la preoccupazione che<br />

una crescita in termini solo quantitativi possa<br />

causare l’impoverimento delle risorse e la perdita<br />

di caratteristiche e valori paesaggistici considerati<br />

dalla comunità del <strong>Lazio</strong> un grande patrimonio. E’<br />

fondamentale quindi, in questo contesto, che le<br />

nostre attività politiche siano particolarmente<br />

incentrate a promuovere uno sviluppo sostenibile<br />

che coordini e renda compatibili tra<br />

loro le esigenze di sviluppo socioeconomiche<br />

con quelle di<br />

tutela ambientale.<br />

È proprio in questa direzione<br />

che ho voluto improntare la<br />

mia azione di governo.<br />

Un’azione rivolta<br />

costantemente alla qualità e<br />

alla genuinità. Ho da sempre<br />

considerato prioritaria la<br />

tutela e la valorizzazione del<br />

nostro grande patrimonio<br />

agroalimentare. Un’esigenza<br />

che nasce dalla volontà di<br />

migliorare la qualità delle<br />

produzioni, che garantiscano<br />

ai produttori e ai consumatori<br />

la massima<br />

trasparenza in<br />

termini di<br />

tracciabilità. In<br />

questo<br />

senso mi<br />

sono spesa<br />

per far<br />

approvare dalla Giunta regionale una legge sulla<br />

tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari.<br />

Una misura che assicura ai consumatori prodotti di<br />

eccellenza, freschi e interamente tracciabili e che,<br />

al contempo, salvaguarda il reddito delle imprese<br />

agricole del <strong>Lazio</strong>, votate alle produzioni di alta<br />

qualità.<br />

Tutelare la biodiversità vuol dire anche garantire<br />

sicurezza alimentare. È di fondamentale<br />

importanza, infatti, conoscere la provenienza di<br />

tutto ciò che arriva sulle nostre tavole. Per questo<br />

motivo stiamo attualmente studiando una legge<br />

per il sostegno e la valorizzazione dei prodotti a<br />

Km 0. E’ una misura con la quale vengono<br />

promosse le eccellenze agricole regionali e al<br />

contempo avvicina la città alla campagna. Quando<br />

si parla di qualità, non si può prescindere dal<br />

biologico: un concetto che oggi riguarda non solo<br />

le produzioni alimentari, ma uno stile di vita a 360<br />

gradi, che pone grande attenzione alla<br />

salvaguardia della natura e dell’ambiente e a tutti<br />

gli attori ad essi strettamente legati. A tale ambito<br />

sono state dedicate alcune pagine di questo<br />

numero speciale che riguardano il Programma di<br />

sviluppo rurale 2007/2013, in particolare a ciò<br />

che riguarda la tutela delle razze e delle varietà<br />

in via di estinzione. Si tratta di specifiche<br />

azioni per la conservazione della<br />

biodiversità animale e vegetale.<br />

Preservare quindi il paesaggio rurale<br />

significa conservare il grande<br />

patrimonio costituito dalla variabilità<br />

delle specie viventi, insieme alla nostra<br />

identità, storia e cultura. In questo<br />

senso, la dichiarazione del 2010 come<br />

anno della biodiversità, è un traguardo<br />

importante per affermare l’immensa<br />

ricchezza che la diversità della vita in<br />

tutte le sue forme dà al mondo,<br />

rendendolo così unico e speciale.<br />

Angela Birindelli<br />

Assessore alle Politiche<br />

Agricole e<br />

Valorizzazione dei<br />

Prodotti Locali del<br />

<strong>Lazio</strong>


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

6<br />

ocus F<br />

CONSAPEVOLI<br />

UN ANNO INTERAMENTE DEDICATO<br />

ALLA SENSIBILIZZAZIONE AL TEMA<br />

È MEGLIO<br />

> di Erica Antonelli<br />

Distruzione degli ambienti naturali, pressione<br />

antropica, cambiamenti climatici,<br />

scioglimento dei ghiacciai, specie in<br />

estinzione, scomparsa di foreste e zone umide,<br />

sfruttamento di specie animali e vegetali,<br />

urbanizzazione incontrollata, bracconaggio. Sono<br />

queste le principali cause dell’impoverimento<br />

ambientale dell’intero pianeta a cui stiamo<br />

sottoponendo il nostro pianeta. Sono queste le<br />

principali battaglie da vincere per riportare in<br />

equilibrio il nostro ecosistema. Un impegno a cui<br />

la comunità internazionale non si sottrae e per il<br />

quale l’ONU, dopo l’attenzione ai cambiamenti<br />

climatici prestata al G8 di Siracusa e durante i<br />

lavori del vertice di Copenaghen, sceglie di<br />

intitolare il 2010 ad Anno Internazionale della<br />

Biodiversità.<br />

Biodiversità intesa come patrimonio comune,<br />

ricchezza naturale, ma anche come produttrice di<br />

‘risorse e servizi’ indispensabili all’uomo e alla sua<br />

sopravvivenza. Gli stessi servizi che giocano un<br />

ruolo fondamentale anche nei sistemi economici<br />

internazionali. Pensiamo all’agricoltura e a quanto<br />

questo settore sia intrinsecamente legato a doppio<br />

filo al tema della biodiversità animale e vegetale.<br />

Nonostante l’UE abbia già predisposto politiche e<br />

strumenti legislativi atti ad arginare il progressivo<br />

impoverimento delle risorse naturali della Terra,<br />

la sfida si preannuncia come una della più<br />

difficili. Il declino della biodiversità procede ad<br />

alto ritmo, rimanendo di fatto uno dei principali<br />

punti dell’agenda politica europea e nazionale.<br />

Anche di quella italiana. L’Italia infatti, in virtù<br />

della sua felice posizione geografica, rientra<br />

nell’elenco dei paesi europei più ricchi di<br />

biodiversità, soprattutto nelle eco-aree delle Alpi e<br />

del Mediterraneo centrale. Secondo l’Annuario<br />

dei dati ambientali 2009 di ISPRA (Istituto<br />

Superiore per la Protezione e Ricerca<br />

Ambientale), l’Italia è terra di circa la metà delle<br />

specie vegetali presenti nel territorio europeo, la<br />

prima nazione del continente per numero assoluto<br />

di specie e, per quanto riguarda quelle animali,<br />

possiede circa un terzo di tutte le specie<br />

attualmente presenti in Europa. Un primato<br />

importante, che impone al Bel Paese di assumere<br />

un ruolo centrale nella lotta alle cause del<br />

depauperamento ambientale, tanto da aderire a<br />

numerose Convenzioni e accordi internazionali<br />

tra cui la Convenzione sulla Diversità Biologica<br />

adottata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 nel<br />

corso del Summit Mondiale delle Nazioni Unite<br />

su Ambiente e Sviluppo e ratificata a livello<br />

nazionale con la Legge n. 124 del 14 febbraio<br />

1994; la recente “Carta di Siracusa sulla<br />

Biodiversità”, sottoscritta nel 2009 dai Ministri<br />

dell’ambiente del G8 di concerto con quelli di<br />

altri Paesi e con le Organizzazioni Internazionali<br />

partecipanti al meeting siciliano.<br />

5CAUSEDA COMBATTERE<br />

Sono 5 le principali cause<br />

individuate come responsabili<br />

della perdita di biodiversità:<br />

degrado degli habitat,<br />

distruzione degli habitat,<br />

frammentazione,<br />

introduzione di specie esotiche,<br />

sovra sfruttamento delle risorse<br />

e delle specie.


ocus F<br />

CDB, UNA CONVENZIONE BIO-DIVERSA<br />

Con il termine<br />

biodiversità agricola, o<br />

agrobiodiversità, si<br />

indica il patrimonio di risorse<br />

genetiche vegetali, animali e<br />

microbiche formatesi per<br />

azione di meccanismi biologici<br />

e per selezione naturale nei<br />

tempi lunghi dell’evoluzione ed<br />

accumulate, fin dagli inizi<br />

dell’agricoltura (circa 10.000<br />

anni fa) da generazioni di<br />

agricoltori che hanno<br />

selezionato e trasferito, da<br />

zone geografiche diverse,<br />

tutte quelle specie da cui<br />

ricavare prodotti utili all’uomo.<br />

Purtroppo, l’affermarsi di<br />

un’agricoltura e di una<br />

zootecnia di tipo intensivo ha<br />

favorito la diffusione di nuove<br />

cultivar vegetali e razze<br />

d’interesse zootecnico,<br />

caratterizzate da maggiore<br />

La Convenzione internazionale sulla diversità biologica (CDB), entrata in<br />

vigore il 29 dicembre 1993, lavora per il raggiungimento di tre<br />

obbiettivi principali: conservare la diversità biologica, utilizzarla in<br />

modo durevole e garantire un’equa ripartizione dei benefici da essa<br />

derivati. Nell’aprile 2002, i paesi firmatari della Convenzione hanno deciso<br />

per “una riduzione significativa dell’attuale ritmo di impoverimento della<br />

biodiversità a livello mondiale, regionale e nazionale” entro il 2010. La crescente<br />

attenzione di organi sopranazionali verso queste tematiche ha fatto sì che, il 20<br />

dicembre 2006, l’Assemblea Generale dell’ONU proclamasse il 2010 “Anno<br />

Internazionale della Biodiversità” con la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica e<br />

stimolare i governi ad un maggiore impegno sul tema.<br />

(Testo a cura di: <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, D.R. <strong>Agricoltura</strong> - Area Servizi tecnici<br />

e scientifici. Servizio fitosanitario regionale ARSIAL - Servizio Tutela<br />

Risorse Vigilanza e Qualità Produzioni. Le fotografie appartengono<br />

all’archivio di ARSIAL)<br />

COS’È L’AGROBIODIVERSITA’ ?<br />

produttività e uniformità dei<br />

caratteri genetici che,<br />

unitamente alle profonde<br />

modifiche subite dagli<br />

ecosistemi rurali ed agroforestali,<br />

hanno determinato<br />

una sensibile riduzione della<br />

biodiversità. La progressiva<br />

perdita di diversità a livello di<br />

specie e di varietà/razza viene<br />

definita “erosione genetica”.<br />

La perdita di biodiversità,<br />

perfettamente adattata<br />

all’ambiente in cui si è evoluta,<br />

si traduce sempre in perdita di<br />

ricchezza perché con le<br />

specie e le varietà locali,<br />

scompaiono paesaggi,<br />

prodotti e culture locali ad<br />

esse legate.<br />

La sua difesa, pertanto, riveste<br />

notevole importanza sia per la<br />

valorizzazione economica e<br />

culturale delle produzioni<br />

agricole e zootecniche di tipo<br />

tradizionale, sia per la<br />

riqualificazione del paesaggio<br />

rurale e agro-forestale, nonché<br />

per la conservazione di una<br />

preziosa riserva genetica dalla<br />

quale attingere geni per nuovi<br />

programmi di selezione<br />

finalizzati ad un’agricoltura,<br />

una zootecnia e<br />

un’arboricoltura da legno<br />

ecosostenibili, adatte a<br />

condizioni ambientali sempre<br />

più difficili.<br />

(Testo a cura di: <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lazio</strong>, D.R. <strong>Agricoltura</strong> - Area<br />

Servizi tecnici e scientifici.<br />

Servizio fitosanitario regionale<br />

ARSIAL - Servizio Tutela<br />

Risorse Vigilanza e Qualità<br />

Produzioni. Le fotografie<br />

appartengono all’archivio di<br />

ARSIAL)<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

7


<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />

8<br />

F<br />

DALLA CONVENZIONE DI RIO AD OGGI<br />

DALLA CONVENZIONE DI RIO DE JANEIRO DEL 1992, AL PIANO NAZIONALE SULLA<br />

BIODIVERSITÀ DI INTERESSE AGRARIO (PNBA) DEL 1994, FINO ALL’ATTUAZIONE DEI PIANI<br />

DI SVILUPPO RURALE: IL LUNGO PERCORSO PER LA TUTELA DELLE DIVERSITÀ<br />

BIOLOGICHE, TRA OPPORTUNITÀ DI CRESCITA E GRANDI OSTACOLI.<br />

Alessandra Bianchi<br />

D.R. <strong>Agricoltura</strong>, Area servizi tecnici e scientifici,<br />

servizio fitosanitario regionale<br />

La Convenzione<br />

internazionale sulla<br />

biodiversità di Rio De<br />

Janeiro (1992), ratificata anche<br />

dallo Stato italiano (Legge n.<br />

124 del 14.02.1994), richiede<br />

ai Paesi firmatari di sviluppare<br />

strategie, piani e programmi<br />

per la conservazione della<br />

biodiversità e per l’uso<br />

sostenibile delle risorse, a<br />

vantaggio delle generazioni<br />

presenti e future.<br />

In attuazione della<br />

Convenzione di Rio De<br />

Janeiro, nel 2008 il Ministero<br />

per le Politiche Agricole<br />

Alimentari e Forestali<br />

(Mipaaf), con l’approvazione<br />

della Conferenza Stato-<br />

Regioni, ha varato il “Piano<br />

Nazionale sulla Biodiversità di<br />

interesse Agrario” (PNBA).<br />

Con l’ambizioso obiettivo di<br />

coordinare tutte le iniziative<br />

messe in campo dai vari<br />

soggetti istituzionali che si<br />

occupano di biodiversità in


ocus F<br />

agricoltura, il Piano rappresenta una grande<br />

occasione di confronto delle esperienze<br />

maturate, soprattutto a livello regionale, e di<br />

raccordo delle azioni da mettere in atto per<br />

salvare le molte varietà e razze tradizionali di cui<br />

l’Italia è ricca, a vantaggio dello sviluppo rurale<br />

e dell’agricoltura sostenibile.<br />

Il confronto e il coordinamento delle azioni<br />

rappresentano, dunque, l’approccio distintivo<br />

del PNBA italiano. Un approccio strategico<br />

ritenuto imprescindibile poiché basato sulla<br />

consapevolezza che la tutela della biodiversità<br />

sia ancora oggi una materia poco conosciuta, e<br />

che le esperienze in letteratura siano molto<br />

spesso reperibili da altri continenti e da<br />

situazioni socio-economiche molto diverse.<br />

E’ da considerare, infatti, che la maggiore<br />

ricchezza di biodiversità agraria sia concentrata<br />

nelle regioni mediterranee, e in particolare in<br />

Italia. Questo ha determinato da parte di molti<br />

Paesi europei, una scarsa sensibilità alle<br />

problematiche di tutela, dimostrata dal numero<br />

esiguo di iniziative fin qui messe in atto e dalla<br />

diffusa disponibilità degli Stati membri ad<br />

autorizzare l’impiego in agricoltura di organismi<br />

geneticamente modificati,<br />

un fattore di grave<br />

appiattimento della<br />

diversità genetica e di<br />

inquinamento delle varietà<br />

locali.<br />

Un altro aspetto che<br />

contribuisce alle<br />

difficoltà fin qui<br />

riscontrate a<br />

favore di una<br />

politica<br />

condivisa in<br />

difesa della<br />

biodiversità è<br />

il carattere<br />

strettamente<br />

locale su cui si<br />

concentrano gli<br />

interessi in gioco.<br />

Le varietà locali a rischio oggi sopravvivono in<br />

piccoli orti famigliari, vengono coltivate, così<br />

come in passato, su superfici relativamente<br />

piccole, poiché adattate a determinati tipi di<br />

ambienti agricoli, a differenza di alcune cultivar<br />

moderne diffuse in intere regioni o addirittura in<br />

continenti. Dunque l’interesse a difendere le<br />

peculiarità di queste coltivazioni è di carattere<br />

strettamente locale, nonostante sia chiara e<br />

diffusa la consapevolezza della grande<br />

importanza che riveste la biodiversità per la<br />

sopravvivenza della vita dell’uomo.<br />

La necessità di un coordinamento delle<br />

molteplici azioni attuate negli ultimi dieci anni<br />

dalle Regioni italiane e da altri enti locali per<br />

salvaguardare la biodiversità agraria, si è fatta<br />

sentire in particolar modo a partire dal 2004 con<br />

l’avvio del primo Piano di Sviluppo Rurale. Con<br />

l’attuazione della nuova programmazione<br />

agricola, infatti, le iniziative di salvaguardia<br />

della biodiversità dirette alle aziende agricole<br />

attraverso il sostegno all’allevamento e alla<br />

coltivazione di risorse genetiche autoctone, sono<br />

state sottoposte alla lente di ingrandimento<br />

dell’Unione Europea. Un’azione benefica quella<br />

dell’Unione Europea che però finora ha dato ben<br />

pochi risultati in termini di inversione dei<br />

processi di erosione genetica, a causa dei<br />

numerosi vincoli posti sui regimi di aiuti.<br />

Per quanto riguarda l’attuazione<br />

del PNBA, in una prima fase si è<br />

proceduto alla costituzione di<br />

un Comitato permanente,<br />

con rappresentanti dei<br />

ministeri delle Politiche<br />

agricole e<br />

dell’Ambiente,<br />

delle istituzioni<br />

scientifiche e delle<br />

Regioni, tra cui il<br />

<strong>Lazio</strong>, avente i<br />

compiti di<br />

concentrare le<br />

proposte progettuali di<br />

intervento in materia, di<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

9


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

10<br />

ocus F<br />

coordinare azioni e progetti e<br />

di confrontare i risultati<br />

ottenuti.<br />

Attualmente, sulla base di una<br />

proposta di attuazione del<br />

Piano avanzata dalle Regioni,<br />

il Mipaaf ha costituito un<br />

gruppo di qualificati esperti,<br />

coordinato dal Dr. Mario<br />

Marino della FAO, con<br />

l’obiettivo di creare le basi<br />

comuni su cui svolgere in<br />

modo armonioso ed efficace la<br />

funzione di tutela messa in<br />

campo dagli enti regionali.<br />

Gli esperti sono chiamati a<br />

mettere a punto strumenti<br />

operativi che saranno utilizzati<br />

dalle Regioni. Tra questi:<br />

l’individuazione dei descrittori<br />

comuni per specie, per la<br />

caratterizzazione delle varietà<br />

vegetali e delle razzepopolazioni<br />

animali locali;<br />

la definizione di una<br />

metodologia comune e<br />

condivisa per la ricerca e la<br />

caratterizzazione delle varietà<br />

vegetali e razze-popolazioni<br />

animali locali, al fine di<br />

permettere il confronto dei dati<br />

e dei risultati, l’uso comune dei<br />

termini e degli strumenti<br />

utilizzati a livello locale;<br />

la definizione delle linee guida<br />

per la corretta conservazione<br />

delle varietà vegetali e delle<br />

razze-popolazioni animali<br />

locali;<br />

la definizione di rischio di<br />

estinzione e di erosione<br />

genetica, attraverso soglie o<br />

criteri, per le principali specie<br />

vegetali del settore agricolo.<br />

Questa prima fase di<br />

attuazione del Piano<br />

Nazionale sulla Biodiversità<br />

di interesse Agrario è<br />

essenziale per la costituzione<br />

di un’anagrafe nazionale<br />

delle risorse genetiche di<br />

interesse agrario, uno<br />

strumento fondamentale per<br />

arrivare a conoscere lo stato<br />

reale della biodiversità nel<br />

nostro paese e una buona<br />

base di partenza per attivare<br />

gli aiuti previsti dal<br />

programma di sviluppo<br />

rurale. Una fase, dunque,<br />

indispensabile per far sì che i<br />

fondi destinati alle Regioni,<br />

benché ridotti, siano<br />

impiegati con interventi mirati<br />

ed efficaci.


ocus F


<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />

12<br />

F<br />

BIODIVERSITÀ<br />

UN PATRIMONIO DA SALVARE<br />

> di Erica Antonelli<br />

SHAKEEL BHATTI:<br />

“DURANTE I<br />

MILLENNI, L’UOMO<br />

HA AVUTO A<br />

DISPOSIZIONE PIÙ<br />

DI 10.000 SPECIE<br />

VEGETALI PER IL<br />

PROPRIO<br />

NUTRIMENTO.<br />

OGGI ABBIAMO A<br />

DISPOSIZIONE<br />

POCO PIÙ DI 150<br />

SPECIE COLTIVATE”<br />

Shakeel Bhatti è il primo<br />

Segretario del Trattato<br />

internazionale sulle risorse<br />

fitogenetiche per<br />

l’alimentazione e l’agricoltura<br />

(IT-PGRFA) presso la FAO. Da<br />

quando ha assunto l’incarico<br />

nel 2007, ha gestito il primo<br />

pool genetico globale<br />

disciplinato multilateralmente,<br />

che oggi conta oltre un milione<br />

di campioni di materiale<br />

genetico vegetale e che, da<br />

solo, facilita quotidianamente<br />

più 600 trasferimenti di<br />

materiale genetico dalle banche<br />

genetiche internazionali. Prima<br />

dell’attuale incarico, Shakeel<br />

Bhatti è stato a capo dell’area<br />

Risorse genetiche,<br />

Biotecnologie e Sapere<br />

tradizionale al World<br />

Intellectual Property<br />

Organization (WIPO).<br />

Una figura di alto profilo la sua<br />

e a cui abbiamo posto le nostre<br />

domande per comprendere<br />

l’importanza di tutelare il vasto,<br />

quanto fondamentale,<br />

patrimonio della biodiversità.


ocus F<br />

) La Biodiversità è un investimento<br />

che va tutelato per garantire la<br />

stabilità a lungo termine<br />

dell’ecosistema mondiale. Quali<br />

strategie e programmi il Trattato ha<br />

adottato per la conservazione della<br />

diversità biologica?<br />

Il Trattato ha adottato due<br />

strategie principali. La prima<br />

favorisce lo scambio di semi e<br />

altro materiale genetico per<br />

migliorare l’uso e la<br />

conservazione mediante un<br />

sistema di accesso e scambio<br />

facilitato, nel quale<br />

confluiscono 64 specie vegetali<br />

che, da sole, rappresentano<br />

l’80% degli alimenti necessari<br />

al genere umano. Per avere<br />

un’idea dell’importanza di<br />

questo sistema di scambio, i soli<br />

centri internazionali di ricerca<br />

agricola movimentano più di<br />

8500 campioni di semente e di<br />

altro materiale vegetale e la<br />

cifra è in continuo aumento. La<br />

seconda è il lancio d’una<br />

Strategia di Finanziamento che<br />

promuove la realizzazione di<br />

progetti di grande qualità in<br />

tutto il mondo. Nel 2009,<br />

grazie al sostegno di paesi<br />

come l’Italia, il Trattato ha<br />

finanziato i primi progetti e<br />

adesso sono in corso di<br />

approvazione altri progetti<br />

che saranno approvati a Bali<br />

(Indonesia), dove i Paesi<br />

firmatari del Trattato si<br />

riuniranno, a marzo del 2011,<br />

per approvare i migliori. Per<br />

questa nuova tornata<br />

progettuale il Segretariato del<br />

Trattato ha ricevuto più di 300<br />

proposte che saranno valutate<br />

da un gruppo di esperti<br />

provenienti da tutto il mondo.<br />

Il budget a disposizione, grazie<br />

all’impegno di alcuni Paesi<br />

come la Spagna, l’Italia ed<br />

organizzazioni Internazionali, è<br />

cresciuto in modo considerevole<br />

raggiungendo in pochi mesi<br />

circa 17 milioni di dollari.<br />

) La politica agricola comune (PAC),<br />

sostiene e incentiva l’impiego in<br />

Europa di pratiche agricole<br />

sostenibili, incoraggiando la qualità<br />

delle produzioni, la cura dell’ambiente<br />

e il benessere animale. Queste<br />

politiche sono sufficienti per la tutela<br />

della biodiversità?<br />

La politica agricola comune fa<br />

progressivamente passi in<br />

avanti per proteggere<br />

l’ambiente e la biodiversità,<br />

salvaguardare e sostenere<br />

l’economia delle aree rurali,<br />

mantenere e creare<br />

occupazione nelle campagne e<br />

attenuare gli effetti dei<br />

cambiamenti climatici. Risulta<br />

chiaro che non si tratta<br />

soltanto di regolare aspetti<br />

isolati o mirati unicamente alla<br />

produzione o al mercato. Un<br />

appoggio forte e coordinato a<br />

livello europeo alla<br />

biodiversità aiuterà senz’altro i<br />

piccoli agricoltori, che hanno<br />

un ruolo chiave nella<br />

conservazione. L’Unione<br />

Europea ha adottato numerose<br />

direttive nel settore<br />

sementiero, nella proprietà<br />

intellettuale ed ai fini della<br />

sicurezza alimentare.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

13


ocus<br />

<strong>Lazio</strong> <strong>Lazio</strong> / / informazione<br />

14<br />

F<br />

) La cosiddetta “Rivoluzione Verde”<br />

(termine con cui si indica<br />

l’incremento significativo delle<br />

produzioni agricole attraverso<br />

l’accoppiamento di varietà vegetali<br />

geneticamente selezionate a<br />

fertilizzanti e altri prodotti<br />

agrochimici) ha prodotto risultati che<br />

oggi ancora stiamo pagando a caro<br />

prezzo. Si può dare vita ad una<br />

Rivoluzione Sostenibile che faccia<br />

della biodiversità il suo punto<br />

d’eccellenza?<br />

I risultati della rivoluzione<br />

verde sono contraddittori. Da<br />

una parte ha permesso a<br />

numerosi Paesi sviluppati ed in<br />

via di sviluppo di alimentare la<br />

popolazione grazie a un<br />

incremento senza precedenti<br />

della produzione di cibo.<br />

Dall’altro, come nel caso della<br />

perdita della biodiversità, il<br />

prezzo da pagare è stato alto.<br />

La scelta dei contadini di<br />

piantare nuove varietà<br />

migliorate e di allevare nuove<br />

razze di bestiame ha provocato<br />

l’abbandono e l’estinzione di<br />

molte varietà locali e<br />

tradizionali. Come risaputo, gli<br />

agricoltori hanno da sempre<br />

selezionato la semente a partire<br />

da piante adattate<br />

naturalmente ai loro ambienti<br />

allo scopo di utilizzarle negli<br />

anni seguenti e questa pratica è<br />

andata persa in tanti luoghi a<br />

causa della modernizzazione<br />

dell’agricoltura. L’Italia è un<br />

Paese ricco di diversità e centro<br />

di origine di numerosi generi di<br />

piante e razze animali, grazie<br />

soprattutto alla sua posizione<br />

geografica al centro del<br />

Mediterraneo ma, secondo<br />

alcuni studiosi, solo in Italia<br />

sono andate perse circa il 90<br />

per cento delle antiche varietà<br />

di grano durante il secolo<br />

scorso. Questo é il motivo per<br />

il quale le varietà delle specie<br />

utili all’alimentazione sono<br />

conservate nelle banche<br />

genetiche del mondo intero.<br />

Questo, comunque, non è<br />

sufficiente: bisogna sviluppare<br />

delle strategie e dei programmi<br />

per conservare le nostre piante<br />

nei campi e permettere loro di<br />

evolversi ed adattarsi ai<br />

cambiamenti climatici. È<br />

Proprio per questo i governi<br />

dei Paesi sostengono il Trattato<br />

internazionale.<br />

) Che cosa stanno facendo gli altri<br />

Paesi del mondo per difendere il<br />

prezioso patrimonio genetico di piante<br />

e animali?<br />

C’è molto da fare. Durante i<br />

millenni, l’uomo ha avuto a<br />

disposizione più di 10.000<br />

specie vegetali per il proprio<br />

nutrimento. Oggi abbiamo a<br />

disposizione poco più di 150<br />

specie coltivate. Viviamo in un<br />

mondo nel quale nessun paese<br />

può essere considerato<br />

autosufficiente con le proprie<br />

specie vegetali locali. Per<br />

questo i Paesi sono obbligati a<br />

collaborare e il Trattato facilita<br />

lo scambio permanente delle<br />

specie alimentari e la<br />

condivisione dei benefici a loro<br />

connessi attraverso il sostegno<br />

a programmi e progetti di<br />

conservazione. Tra le misure<br />

che i Paesi adottano<br />

singolarmente spunta la<br />

creazione e il mantenimento di


ocus F<br />

banche di semi, anche di tipo<br />

locale. A livello mondiale tutte<br />

le banche custodiscono circa<br />

7.4 milioni di accessioni. La<br />

situazione però resta difficile:<br />

negli ultimi anni circa 60 Paesi<br />

hanno denunciato che la<br />

vulnerabilità è ancora molto<br />

alta. C’è maggiore<br />

consapevolezza del ruolo<br />

strategico della conservazione<br />

in situ e dell’importanza<br />

dell’uso sostenibile delle risorse<br />

genetiche e per questo molti<br />

paesi stanno incorporando<br />

specifiche strategie di tutela e<br />

salvaguardia nei loro piani<br />

nazionali. Nel settore animale,<br />

grazie al lavoro della FAO, i<br />

paesi adottarono nel 2007 in<br />

Interlaken un piano mondiale<br />

di azione per la conservazione<br />

delle risorse genetiche animali.<br />

Adesso è arrivato il momento<br />

di passare all’azione.<br />

) Sappiamo che disporre di un’ampia<br />

varietà di piante e animali costituisce<br />

un beneficio per i Paesi sviluppati e<br />

in via di sviluppo. In che modo?<br />

Un’ampia varietà di sementi ci<br />

consente di approfittare delle<br />

diverse caratteristiche di<br />

ognuna in risposta alla scarsità<br />

d’acqua, all’aumento delle<br />

temperature al bisogno di<br />

produrre rispettando<br />

l’ambiente, all’esigenza di<br />

ottenere cibo sano e nutriente<br />

in grado di soddisfare il nostro<br />

bisogno calorico, ma anche<br />

quello culturale legato al gusto<br />

e alle tradizioni. Questo è vero<br />

tanto per i paesi sviluppati<br />

come quelli in via di sviluppo,<br />

tutti siamo consumatori e<br />

dipendiamo fortemente<br />

dall’agricoltura. Nel caso degli<br />

animali il ragionamento base è<br />

simile, anche se la sua<br />

conservazione è più difficile e<br />

costosa e resta ancora molto<br />

da fare, anche a livello di<br />

cooperazione internazionale.<br />

) Quindi possiamo dire che la<br />

biodiversità può essere considerata<br />

come la miglior difesa contro la<br />

fame…<br />

Il legame tra la biodiversità e la<br />

sicurezza alimentare è molto<br />

stretto. Le sfide legate alla<br />

produzione del cibo crescono<br />

ogni giorno, mentre, al<br />

contrario, le possibili soluzioni<br />

diminuiscono, con il diminuire<br />

della biodiversità agricola.<br />

Molti semi stanno<br />

scomparendo ed è per questo<br />

che abbiamo bisogno di<br />

strumenti efficaci come il<br />

Trattato per promuoverne la<br />

conservazione e la cultura<br />

alimentare ad essi associata.<br />

Tra le sfide più difficili vanno<br />

senz’altro menzionate la<br />

popolazione mondiale in<br />

veloce aumento e i<br />

cambiamenti ambientali in<br />

corso.<br />

) Alla luce degli impegni assunti dai<br />

vari Paesi nel corso del 2010, anno<br />

mondiale della biodiversità, è<br />

possibile trarre un primo bilancio<br />

sulle prospettive future della<br />

sopravvivenza del pianeta?<br />

L’anno 2010, dichiarato anno<br />

internazionale della<br />

biodiversità, è stato senza<br />

dubbio un anno molto<br />

importante. Appena poche<br />

settimane fa abbiamo assistito<br />

in Giappone all’approvazione<br />

del Protocollo di Nagoya che<br />

costituisce un nuovo ed<br />

importante anello normativo a<br />

livello mondiale. Questo ci<br />

indica l’alto interesse dei<br />

governi per queste materie. Ma<br />

l’anno non è ancora finito. Tra<br />

poche settimane l’Italia<br />

ospiterà a Roma numerosi<br />

ministri dell’agricoltura di<br />

tutto il mondo in una Tavola<br />

rotonda d’alto livello che<br />

segnerà, ne sono certo, un<br />

passo importante nel camino a<br />

seguire. Credo sinceramente<br />

che il 2010 sarà ricordato<br />

come un anno importante per<br />

la biodiversità e per gli sforzi<br />

della cooperazione<br />

internazionale ai fini della sua<br />

conservazione. Poche<br />

settimane fa è stato pubblicato<br />

dalla FAO il Secondo rapporto<br />

mondiale sullo Stato delle<br />

Risorse Genetiche Vegetali per<br />

l’alimentazione e l’agricoltura e<br />

questo documento servirà a<br />

capire meglio lo stato della<br />

conservazione e dell’uso delle<br />

risorse genetiche vegetali per<br />

l’alimentazione e l’agricoltura e<br />

prendere insieme nuove e più<br />

efficienti misure a cominciare<br />

dall’aumento degli investimenti<br />

per un’agricoltura sostenibile.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

15


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

16<br />

ocus La<br />

IL PROGETTO REVERSE<br />

PER LA PREVENZIONE AMBIENTALE<br />

Il progetto REVERSE (Regional Exchanges<br />

And Policy Making For Protecting And<br />

Valorizing Biodiversity In Europe) è un<br />

progetto di cooperazione interregionale<br />

focalizzato sulla protezione e promozione della<br />

biodiversità su scala europea. L’obiettivo<br />

principale di REVERSE è quello di mettere in<br />

moto un sistema che solleciti le regioni europee a<br />

sviluppare strategie politiche orientate alla<br />

prevenzione dell’erosione genetica e allo scambio<br />

interregionale delle buone pratiche.<br />

Invertire l’assenza di strategie politiche reali in<br />

un nuovo e crescente interesse a favore di azioni<br />

concrete in difesa della biodiversità; invertire<br />

l’isolamento delle regioni europee in nuove forme<br />

di cooperazione interregionale; invertire la<br />

perdita progressiva delle biodiversità oggi in atto,<br />

nella conservazione di una moltitudine di forme<br />

genetiche grazie al quale il pianeta può trarre<br />

beneficio per la sua sopravvivenza. Queste sono<br />

le principali linee guida che costituiscono la<br />

“mission” del progetto Reverse, per la<br />

realizzazione del quale sono stati previsti 2,5<br />

milioni di Euro.<br />

Scambi di buone pratiche per la<br />

protezione e la valorizzazione<br />

della biodiversità in Europa.


zio Foc<br />

Con l’intento di seguire queste<br />

linee guida, 14 partner di 7<br />

Stati dell’UE, a partire da<br />

gennaio 2010, hanno avviato<br />

programmi di scambio di buone<br />

pratiche su tre temi principali:<br />

CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI<br />

PASSATI E FUTURI<br />

Giugno 2010<br />

Conferenza di lancio del Progetto, Bordeaux (Francia)<br />

Giugno 2010<br />

Primo Seminario Interregionale: “<strong>Agricoltura</strong>, Filiere agroalimentari<br />

& Biodiversità”, Bordeaux (Francia)<br />

Settembre 2010<br />

Lancio del Sito ufficiale del Progetto<br />

Novembre 2010<br />

Secondo Seminario Interregionale: “Turismo & Biodiversità”,<br />

Crete (Grecia)<br />

Inizio 2011<br />

Terzo Seminario Interregionale: “Gestione del paesaggio &<br />

Biodiversità”, Murcia (Spagna)<br />

Fine 2011<br />

Quarto Seminario Interregionale: Realizzazione di una guida<br />

per le buone pratiche, Umbria (Italia)<br />

Inizio 2012<br />

Quinto Seminario Interregionale: formulazione di una Carta,<br />

(Estonia)<br />

Fine 2012<br />

Conferenza di chiusura: presentazione e divulgazione delle<br />

conclusioni e dei risultati del Progetto, Brussels (Belgio).<br />

<strong>Agricoltura</strong>, Filiere agroalimentari<br />

& Biodiversità;<br />

Turismo & Biodiversità;<br />

Gestione del paesaggio &<br />

Biodiversità.<br />

Per l’intera durata del progetto<br />

(prevista fino a dicembre<br />

2012), i partner continueranno<br />

a scambiare esperienze e<br />

conoscenze riguardanti le<br />

strategie di conservazione e<br />

valorizzazione delle biodiversità<br />

presenti nei rispettivi paesi,<br />

focalizzando l’attenzione<br />

sull’identificazione delle migliori<br />

pratiche adottate nei singoli<br />

territori.<br />

Da sottolineare che per l’Italia,<br />

uno dei partner aderenti al<br />

progetto è ARSIAL, Agenzia<br />

Regionale per lo Sviluppo e<br />

l’Innovazione dell’<strong>Agricoltura</strong> del<br />

<strong>Lazio</strong>. L’agenzia partecipa a<br />

Reverse per presentare<br />

l’esperienza di attuazione della<br />

Legge Regionale 1 marzo<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

17


<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />

18<br />

La<br />

2000, n. 15, “Tutela delle<br />

Risorse genetiche autoctone di<br />

interesse agrario”.<br />

Alla conclusione del progetto,<br />

le buone pratiche saranno<br />

raccolte in un’apposita guida<br />

contenente i temi, i territori, i<br />

partner e gli indicatori più<br />

appropriati per la conservazione<br />

delle biodiversità in Europa.<br />

L’obiettivo della guida è quello<br />

di costituire un riferimento<br />

importante per gli indirizzi di<br />

politica regionale e di<br />

contribuire a creare una rete<br />

interregionale di partner sempre<br />

più ampia.


zio Foc


<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />

20<br />

La<br />

L’AGROBIODIVERSITÀ DEL LAZIO<br />

La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, al fine di<br />

tutelare l’agrobiodiversità<br />

del <strong>Lazio</strong>, ha emanato la<br />

Legge regionale 1 marzo 2000,<br />

n.15, “Tutela le risorse<br />

genetiche autoctone del <strong>Lazio</strong>,<br />

d’interesse agrario e a rischio di<br />

erosione genetica”.<br />

Oggetto di tutela sono le<br />

specie, le popolazioni, gli<br />

ecotipi, i cloni e le cultivar<br />

vegetali, nonché le razze e le<br />

popolazioni animali per i quali<br />

esistono interessi dal punto di<br />

UNA LEGGE REGIONALE PER LA<br />

TUTELA E LA VALORIZZAZIONE<br />

vista economico, scientifico,<br />

ambientale, culturale e che<br />

siano minacciati di erosione<br />

genetica.<br />

La legge affida alla <strong>Regione</strong> il<br />

compito di elaborare gli<br />

indirizzi programmatici in<br />

materia, attraverso la<br />

predisposizione e<br />

l’approvazione di programmi<br />

triennali e di piani operativi<br />

annuali. La realizzazione dei<br />

piani ed ei programmi è<br />

affidata all’ARSIAL (Agenzia<br />

Regionale per lo Sviluppo e<br />

l’Innovazione dell’<strong>Agricoltura</strong><br />

del <strong>Lazio</strong>). In dieci anni di<br />

operatività, accanto ad<br />

un’azione costante di<br />

informazione e divulgazione<br />

promossa dalla <strong>Regione</strong>, la<br />

legge ha permesso il<br />

rinvenimento, lo studio e la<br />

caratterizzazione, nonché<br />

l’avvio della valorizzazione in<br />

termini economici, di un gran<br />

numero di risorse genetiche che<br />

si ritenevano scomparse, ma<br />

che in realtà sono rimaste<br />

legate a pratiche agricole<br />

antiche in territori spesso<br />

marginali.<br />

I principali strumenti operativi<br />

sono costituiti dal Registro<br />

Volontario Regionale e dalla<br />

Rete di Conservazione e<br />

Sicurezza che sono gestiti<br />

dall’ARSIAL.


zio Foc<br />

IL REGISTRO VOLONTARIO REGIONALE<br />

Il Registro Volontario Regionale è il repertorio<br />

ufficiale della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> dove sono<br />

iscritte, previo parere di due Commissioni<br />

Scientifiche, una per il Settore Vegetale e una per<br />

il Settore Animale, le risorse genetiche autoctone,<br />

d’interesse agrario, a rischio di erosione genetica.<br />

La domanda d’iscrizione deve essere inoltrata<br />

all’ARSIAL che provvede ad inserire<br />

gratuitamente la risorsa genetica nel Registro.<br />

Alla data del 1 maggio 2010 risultano iscritte al<br />

Registro Volontario Regionale n. 172 risorse<br />

genetiche vegetali e 26 risorse genetiche animali.<br />

VEGETALI ANIMALI<br />

ARBOREE N° ERBACEE N° N°<br />

Albicocco 2 Fragola 1 Bovino 1<br />

Azzeruolo 1 Aglio 2 Asino 4<br />

Castagno 1 Pomodoro 3 Cavallo 7<br />

Ciliegio 14 Peperone 1 Capra 4<br />

Melo 36 Zucchino 1 Pecora 2<br />

Melograno 4 Sedano 1 Suino 3<br />

Nocciolo 3 Carciofo 2 Pollo 1<br />

Olivo 13 Finocchio 1 Coniglio 1<br />

Pero 23 Fagiolo 15 Gambero 1<br />

Pesco 4 Cece 1 Carpione 1<br />

Susino 4 Lenticchia 3 Trota 1<br />

Vite da vino 28 Farro 2<br />

Uva da Tavola 4 Mais 1<br />

Visciolo 1<br />

138 34 26<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

21


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

22<br />

ocus La<br />

LA RETE DI CONSERVAZIONE<br />

E SICUREZZA<br />

Tutti coloro che detengono, coltivano o<br />

allevano vegetali e animali iscritti al<br />

Registro Volontario Regionale possono<br />

entrare a far parte della Rete di Conservazione e<br />

Sicurezza gestita e coordinata da ARSIAL.<br />

Il fine ultimo della Rete è quello di sviluppare un<br />

interesse economico che renda possibile una<br />

conservazione attiva delle risorse genetiche<br />

tutelate.<br />

Gli scopi della Rete di Conservazione e Sicurezza<br />

possono essere così schematizzati:<br />

favorire la coltivazione o l’allevamento in<br />

azienda, nell’areale dove le risorse si sono<br />

selezionate;<br />

favorire la reintroduzione o l’estensione della<br />

coltura o dell’allevamento delle risorse genetiche<br />

tutelate;<br />

affidare, sotto lo stretto controllo di ARSIAL,<br />

ad agricoltori o allevatori “custodi”, la<br />

moltiplicazione delle risorse genetiche conservate<br />

fornendo l’assistenza necessaria per<br />

l’applicazione di adeguate tecniche di<br />

moltiplicazione/riproduzione;<br />

controllare lo scambio del materiale di<br />

propagazione prodotto e renderlo disponibile sia<br />

per gli agricoltori che ne facciano richiesta per la<br />

coltivazione o l’allevamento, sia per finalità<br />

scientifiche quali la selezione e il miglioramento<br />

genetico;<br />

applicare modelli colturali o di allevamento,<br />

studiati sulla base di quelli tradizionalmente<br />

adottati, che esaltino la qualità e la produttività<br />

delle risorse genetiche tutelate;<br />

coordinare i soggetti inseriti nella Rete al fine di<br />

promuovere la valorizzazione economica e culturale<br />

delle risorse genetiche tutelate dalla legge.<br />

Consistenza delle adesioni alla Rete di<br />

Conservazione e Sicurezza, ripartite per<br />

provincia<br />

ADESIONI RISORSE<br />

ANIMALI VEGETALI<br />

ROMA 154 7<br />

RIETI 144 20<br />

VITERBO 57 48<br />

FROSINONE 51 69<br />

LATINA 31 38<br />

Totale 437 182


zio Foc


<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />

24<br />

La<br />

BIODIVERSITÀ AGRICOLA,<br />

> di Valentina Conti<br />

Agrobiodiversità: un termine che<br />

indica l’intero patrimonio di risorse<br />

genetiche vegetali ed animali<br />

formatesi, per azione di meccanismi<br />

biologici e per selezione naturale, nei tempi<br />

lunghi dell’evoluzione ed accumulate, fin<br />

dagli inizi dell’agricoltura, da generazioni<br />

di agricoltori che hanno domesticato,<br />

selezionato e trasferito, da zone geografiche<br />

diverse, tutte quelle specie da cui ricavare<br />

prodotti utili all’uomo.<br />

Il <strong>Lazio</strong>, sulla scorta delle indicazioni fornite<br />

dalla Convenzione sulla Biodiversità, con la<br />

Legge 1 marzo 2000, n. 15, gestita da<br />

Arsial, è stata una delle prime regioni dello<br />

Stivale ad aver applicato a livello locale i<br />

principi che guidano la difesa, la<br />

conservazione e l’utilizzazione sostenibile<br />

della biodiversità agricola autoctona. Uno<br />

strumento principe per la valorizzazione<br />

economica e culturale dei prodotti tipici e<br />

tradizionali laziali e per la riqualificazione<br />

ambientale del territorio.<br />

Nello specifico, vengono tutelate tutte le<br />

specie, razze, popolazioni, ecotipi, cloni e<br />

cultivar, compresi i selvatici delle specie<br />

vegetali coltivate, nonché le razze e le<br />

popolazioni animali di interesse zootecnico<br />

che siano autoctone, siano, cioè, originarie<br />

IL RUOLO DI ARSIAL<br />

del <strong>Lazio</strong> o vi siano state introdotte e si<br />

siano integrate nell’agro-ecosistema laziale<br />

da almeno cinquant’anni; siano d’interesse<br />

agrario, vale a dire utilizzate per scopi<br />

agricoli, zootecnici, agro-forestali, venatori<br />

e per l’acquacoltura; per le quali esista un<br />

interesse economico, scientifico, ambientale<br />

e culturale; che siano minacciate di erosione<br />

genetica a causa del loro abbandono o<br />

dell’inquinamento genetico. Sono, inoltre,<br />

tutelate tutte le risorse genetiche scomparse<br />

dal territorio regionale ma attualmente<br />

conservate presso Istituti sperimentali, orti<br />

botanici, collezioni e banche genetiche<br />

pubbliche e private, anche di altre regioni o<br />

Paesi.<br />

La Legge affida ad Arsial la gestione dei<br />

due importanti strumenti operativi<br />

attraverso i quali viene attuata la tutela: il<br />

Registro Volontario Regionale e la Rete di<br />

Conservazione e Sicurezza.<br />

Il primo è il Repertorio Ufficiale della<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> dove vengono iscritte, previo<br />

parere di due Commissioni Scientifiche -<br />

una per il Settore Vegetale e una per il<br />

Settore Animale - le risorse genetiche<br />

autoctone d’interesse agrario a rischio di<br />

erosione genetica. Tutti coloro che<br />

detengono, coltivano o allevano vegetali e


zio Fo<br />

animali iscritti al Registro<br />

Volontario Regionale possono<br />

entrare, inoltre, a far parte di<br />

una Rete di Conservazione e<br />

Sicurezza gestita e coordinata<br />

dall’Agenzia. A questo circuito<br />

possono aderire: Comuni,<br />

Università, Istituti di ricerca,<br />

Orti botanici, Enti parco,<br />

vivaisti e agricoltori singoli o<br />

associati. Il fine ultimo della<br />

Rete è quello di sviluppare un<br />

interesse economico che renda<br />

possibile una conservazione<br />

attiva delle risorse genetiche<br />

tutelate.<br />

A cosa ci riferiamo quando<br />

parliamo in termini concreti di<br />

biodiversità del <strong>Lazio</strong> è presto<br />

detto.<br />

In Italia, grazie all’eterogeneità<br />

dei paesaggi dovuti in special<br />

modo all’insieme dei fattori<br />

bioclimatici, si riscontra la più<br />

elevata quantità di flora e<br />

fauna dell’intero Continente<br />

Europeo. La posizione centrale<br />

della nostra Penisola<br />

all’interno del Mediterraneo,<br />

unitamente ad una presenza<br />

antropica molto più antica ed<br />

estesa che altrove, ha permesso<br />

il sovrapporsi di numerose<br />

componenti floro-faunistiche<br />

sulla cui evoluzione, sia in<br />

termini spaziali che<br />

compositivi, ha profondamente<br />

influito l’azione dell’uomo.<br />

Ancor più che in altri Paesi, la<br />

diversità degli assetti del<br />

territorio rurale ha permesso<br />

l’insediamento ed il<br />

mantenimento di una grande<br />

varietà di piante coltivate e di<br />

animali domestici, ben adattati<br />

ai diversi agro-ecosistemi che<br />

sono andati sviluppandosi nel<br />

corso dei millenni.<br />

Il <strong>Lazio</strong>, a sua volta, posto<br />

centralmente rispetto alla<br />

Penisola, caratterizzato<br />

anch’esso da una complessa<br />

morfologia e da una grande<br />

variabilità bioclimatica,<br />

possiede tutte le peculiarità<br />

anzi descritte.<br />

Purtroppo, in Italia come nel<br />

resto del mondo, il diffondersi<br />

di nuove cultivar d’interesse<br />

agrario e di razze d’interesse<br />

zootecnico, tutte caratterizzate<br />

da maggiore produttività ed<br />

uniformità dei caratteri<br />

genetici, unitamente all’intensa<br />

antropizzazione degli<br />

ecosistemi forestali, hanno<br />

determinato una riduzione<br />

della variabilità genetica<br />

vegetale ed animale, che di per<br />

sé favorisce un aumento della<br />

fragilità degli ecosistemi<br />

agricoli e forestali e la<br />

scomparsa di varietà locali,<br />

ecotipi e progenitori selvatici,<br />

di specie vegetali e di razze e<br />

popolazioni animali, anche<br />

faunistiche, d’interesse agrozootecnico.<br />

Quello che va sottolineato è<br />

che il progresso agricolo non<br />

può prescindere<br />

dall’identificazione e dalla<br />

conservazione di questo<br />

patrimonio genetico<br />

minacciato di definitiva<br />

scomparsa e perfettamente<br />

adattato all’ambiente in cui si è<br />

evoluto.<br />

La sua difesa riveste notevole<br />

importanza economica sia per<br />

la diversificazione e la<br />

qualificazione delle produzioni<br />

agricole in ambito locale o per<br />

la riqualificazione del<br />

paesaggio agro-forestale, sia<br />

perché esso rappresenta un<br />

patrimonio dal quale attingere<br />

geni per nuovi programmi di<br />

miglioramento genetico<br />

finalizzati ad un’agricoltura,<br />

una zootecnia ed<br />

un’arboricoltura da legno<br />

ecosostenibili.<br />

Ecco perché un’Agenzia<br />

regionale come l’Arsial tutela<br />

la biodiversità agricola della<br />

regione, a difesa di un<br />

patrimonio genetico che oggi<br />

rischia seriamente l’estinzione.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

25


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

26<br />

ocus La<br />

LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ<br />

NEL PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007-2013<br />

Il modello di un’agricoltura sostenibile basata sulla tutela dell’ambiente e delle sue<br />

risorse ricopre nel Piano di Sviluppo Rurale del <strong>Lazio</strong> 2007-2013 un posto di grande<br />

rilievo. Tra le più interessanti sono le opportunità offerte dalle Misure sui Pagamenti<br />

Agroambientali previste nell’Asse II del documento programmatico.<br />

La salvaguardia delle razze e delle varietà in via di<br />

estinzione sono configurate come azioni molto<br />

importanti sin dal Piano di Sviluppo Rurale<br />

2000 – 2006. Tuttavia, è con il PSR 2007 – 2013 che<br />

le tematiche legate alla tutela delle biodiversità animali<br />

e vegetali guadagnano un posto di grande rilievo.<br />

Si tratta di specifiche azioni presenti nell’ambito della<br />

Misura 214 “Pagamenti Agroambientali” che hanno i<br />

principali obiettivi di incentivare la coltivazione e<br />

l’allevamento di razze e varietà soggette ad erosione<br />

genetica, salvaguardare la biodiversità nelle singole<br />

aziende e tutelare e sviluppare i sistemi di produzione<br />

agricola caratterizzati da un’“elevata valenza<br />

naturale”.<br />

Le azioni in questione sono la 214.8 – Tutela della<br />

biodiversità agraria animale e la 214.9 - Tutela della<br />

biodiversità agraria vegetale. Vediamo nello specifico<br />

ciascuna di esse, illustrandone gli obiettivi, i possibili<br />

beneficiari, i requisiti richiesti e le risorse destinate.<br />

AZIONE 214.8<br />

“Tutela della biodiversità agraria animale”<br />

L’Azione ha lo scopo di incentivare l’allevamento nelle<br />

aziende agricole regionali (conservazione “in situ”) di<br />

animali appartenenti alle razze locali in via di estinzione.<br />

In forma indiretta, l’Azione partecipa anche all’obiettivo<br />

specifico dell’Asse II di “Conservare il paesaggio rurale”,<br />

essendo le razze oggetto di salvaguardia elemento in<br />

grado di rafforzare (o mantenere) l’identità storicoculturale<br />

dei territori regionali.<br />

Le razze animali, oggetti della presente Azione,<br />

appartengono a specie animali, iscritte nel Registro<br />

Volontario Regionale, un repertorio ufficiale istituito<br />

con la L. R. 15 marzo 2000, n. 15, “Tutela delle risorse<br />

genetiche autoctone di interesse agrario” e considerate<br />

minacciate di abbandono.<br />

L’Azione si articola in due sottoazioni:<br />

Azione 214.8.a - prevede la corresponsione di aiuti per<br />

gli allevatori che si impegnano ad: allevare in purezza i<br />

capi per il numero di UBA per il quale è stato<br />

riconosciuto l’aiuto; attuare, se richiesto dall’ARSIAL,<br />

un programma di accoppiamento per il miglioramento<br />

genetico dell’allevamento; allevare le razze animali per il<br />

settennio di impegno; provvedere a fare iscrivere i capi<br />

nei rispettivi libri genealogici o registri anagrafici, ove<br />

attivati, oppure produrre un’attestazione di<br />

appartenenza alla razza, rilasciata da un esperto di un<br />

ente autorizzato; annotare sul Registro di Stalla, ove<br />

previsto, gli animali presenti e mantenere una<br />

consistenza minima dell’allevamento, con riferimento<br />

agli animali minacciati.<br />

Il premio è sempre erogato sulla base degli animali<br />

effettivamente allevati in azienda. E’ comunque possibile<br />

sostituire, nel corso dell’impegno, i capi allevati con altri<br />

aventi le stesse caratteristiche di purezza genealogica.<br />

L’aiuto annuale, per i beneficiari è di euro 200/UBA<br />

(Unità di Bestiame Adulto).<br />

Azione 214.8.b - prevede la corresponsione di aiuti a<br />

favore dell’ARSIAL, sulla base delle indicazioni<br />

operative e delle linee di intervento definite dalla regione<br />

(Programmi operativi annuali predisposti ai sensi<br />

dell’art. 6 della L.R. n. 15/2000) per le attività di<br />

censimento, catalogazione, caratterizzazione e<br />

utilizzazione delle risorse genetiche in agricoltura,<br />

compilazione in rete del Registro volontario regionale -<br />

sezione animale o di altri inventari, di informazione,<br />

divulgazione e consulenza che coinvolgono le aziende<br />

zootecniche, le organizzazioni non governative e gli enti<br />

pubblici territoriali, anche attraverso corsi di formazione<br />

e stesura di rapporti tecnici.<br />

L’aiuto annuale è pari al 100% delle spese sostenute e<br />

rendicontate per l’attuazione delle operazioni<br />

ammissibili.<br />

Possono beneficiare degli aiuti gli agricoltori che<br />

allevano in azienda le razze locali Iscritte al Registro<br />

Volontario Regionale, e l’Ente preposto alla gestione<br />

delle azioni volte al sostegno, al mantenimento e<br />

all’incremento delle razze minacciate da erosione<br />

genetica nell’ambito dei Programmi operativi annuali<br />

predisposti dalla <strong>Regione</strong> ai sensi dell’art. 6 della L.R. n.<br />

15/2000.


zio Fo<br />

AZIONE 214.9<br />

“Tutela della biodiversità agraria vegetale”<br />

L’Azione punta a incentivare la coltivazione, nelle<br />

aziende agricole regionali (conservazione “in situ”), di<br />

varietà di specie vegetali locali in via di estinzione. In<br />

forma indiretta, l’Azione partecipa anche all’obiettivo<br />

specifico dell’Asse II di “Conservare il paesaggio rurale”<br />

essendo le razze oggetto di salvaguardia elemento in<br />

grado di rafforzare (o mantenere) l’identità storicoculturale<br />

dei territori regionali.<br />

Le varietà locali a rischio di estinzione oggetto<br />

dell’azione sono iscritte nel Registro Volontario<br />

Regionale (R.V.R.), un repertorio ufficiale istituito<br />

con la L. R. 15 marzo 2000, n. 15, “Tutela delle<br />

risorse genetiche autoctone di interesse agrario”, in<br />

quanto sono considerate autoctone e minacciate di<br />

erosione genetica.<br />

L’Azione è articolata in due sottoazioni:<br />

Azione 214.9.a - prevede l’obbligo di coltivare almeno<br />

una delle varietà locali elencate Registro Volontario<br />

Regionale per un periodo non inferiore al periodo di<br />

impegno dell’azione (nel caso di colture annuali, fino al<br />

compimento del loro ciclo colturale), non coltivare<br />

OGM (al di fuori di quanto previsto dal piano regionale<br />

di coesistenza). Per i detentori di piante isolate, questi<br />

devono effettuare gli interventi e le cure colturali<br />

necessari a proteggere e mantenere vitali i vegetali che<br />

sono oggetto dell’impegno. Le aziende agricole che si<br />

impegnano a coltivare in-situ in azienda le varietà locali<br />

per fini di moltiplicazione, sono obbligate, inoltre, a<br />

seguire lo specifico disciplinare elaborato da ARSIAL in<br />

collaborazione con il Servizio Fitosanitario Regionale.<br />

L’aiuto, corrisposto annualmente, va da 300 a 900<br />

euro/ha per la coltivazione finalizzata alla produzione di<br />

semente e/o materiale di moltiplicazione, mentre per la<br />

sola coltivazione va da 250 a 750 euro/ha; nel caso di<br />

piante isolate (max 5 per varietà) il premio è di 70<br />

euro/pianta.<br />

Azione 214.9.b - prevede la corresponsione di aiuti a<br />

favore dell’ARSIAL, sulla base delle indicazioni operative<br />

e delle linee di intervento definite dalla <strong>Regione</strong><br />

(Programmi operativi annuali predisposti ai sensi dell’art.<br />

6 della L.R. n. 15/2000) per le attività di censimento,<br />

catalogazione e caratterizzazione delle risorse genetiche,<br />

di compilazione in rete del Registro volontario regionale<br />

– sezione vegetale o di altri inventari, di informazione,<br />

divulgazione e consulenza che coinvolgono le aziende<br />

agricole, le organizzazioni non governative e gli enti<br />

pubblici territoriali, anche attraverso corsi di formazione<br />

e stesura di rapporti tecnici.<br />

Il sostegno previsto è pari al 100% delle spese sostenute<br />

e rendicontate per l’attuazione delle operazioni<br />

ammissibili.<br />

Possono beneficiare dell’aiuto le aziende agricole e ad<br />

altri soggetti diversi dagli imprenditori agricoli che si<br />

impegnano a coltivare in situ/in azienda le varietà iscritte<br />

nel Registro Volontario Regionale (R.V.R.) (secondo<br />

uno specifico disciplinare elaborato dall’ARSIAL in<br />

collaborazione con il Servizio Fitosanitario Regionale,<br />

con il fine di produrre sementi e/o materiale di<br />

moltiplicazione), le aziende agricole che coltivano ex situ<br />

le varietà locali iscritte nel Registro Volontario<br />

Regionale e ad altri soggetti (enti locali, istituti di<br />

ricerca, università) che effettuano campi catalogo di tali<br />

varietà, e l’Ente preposto alla gestione delle azioni volte<br />

al sostegno, al mantenimento e incremento delle razze<br />

minacciate da erosione genetica nell’ambito dei<br />

Programmi operativi annuali predisposti dalla <strong>Regione</strong><br />

ai sensi dell’art. 6 della L.R. n. 15/2000.<br />

I premi annuali sono assegnati per ettaro e per tipo di coltura:<br />

COLTURA<br />

AZIONE 214.a.a<br />

COLTIVAZIONE<br />

AZIONE 214.a.b<br />

PRODUZIONE MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE<br />

Cereali ed altre colture seminative 250/ha 300/ha<br />

Ortive 500/ha 600/ha<br />

Colture arboree e altre colture perenni specializzate 800/ha 900/ha<br />

Arboree piante isolate (fino ad un max di 5 piante per varietà) 70/pianta 90/pianta<br />

Lo stato dell’arte di tali azioni per la programmazione del PSR 2007-2013 mostra, per le annualità 2008 e 2009, il seguente quadro:<br />

ANNUALITÀ AZIONE 214.8.a AZIONE 214.9.a TOTALE<br />

ANIMALI VEGETALI<br />

2008 306 21 327<br />

2009 526 175 701<br />

Il consistente aumento del numero di domande registrato nel 2009 rispetto<br />

all’anno precedente, è la risultante di un’efficace azione di coordinamento che la<br />

<strong>Regione</strong> e l’ARSIAL hanno messo in campo nell’ultimo anno a favore di una<br />

capillare informazione rivolta a tutti i potenziali beneficiari, ovvero a tutti coloro<br />

che fino ad oggi, caparbiamente, hanno continuato a custodire le razze e le<br />

varietà “antiche” del <strong>Lazio</strong>; varietà che oggi rappresentano le “nuove” risorse per<br />

l’agricoltura, l’ambiente e la cultura dei territori.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

27


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

28<br />

ocus La<br />

> di Paola Rosatini<br />

LA BIODIVERSITÀ È VITA<br />

Da poco si è concluso<br />

l’anno internazionale<br />

della biodiversità. Tanto<br />

a livello nazionale e regionale<br />

quanto a livello locale sono<br />

state avviate moltissime<br />

iniziative per mostrare cos’è la<br />

biodiversità, come e perché<br />

bisogna conservarla. La cultura<br />

dipende dall’agricoltura perché<br />

è grazie ad essa che l’uomo ha<br />

potuto dedicarsi all’arte, alla<br />

filosofia, alla scienza e tutte le<br />

altre attività che siamo abituati<br />

a concepire quali parte della<br />

nostra civiltà. Non dobbiamo,<br />

però, dimenticare che<br />

l’agricoltura dipende dalla<br />

biodiversità, e che da essa<br />

dipende anche la nostra salute.<br />

Educare le coscienze al rispetto<br />

della biodiversità significa non<br />

solo difendere la ricchezza della<br />

multiforme invenzione<br />

evolutiva, ma contrastare il<br />

crescente impoverimento della cultura.<br />

“L’anno internazionale della biodiversità ha permesso<br />

di ricordare che la biodiversità è vita e che necessita di<br />

essere sostenuta e valorizzata”. E’ quanto affermato<br />

da Francesco Battistoni, Presidente Commissione<br />

<strong>Agricoltura</strong> <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, interpellato in merito.<br />

La diversità delle piante e degli animali è il risultato di<br />

un lungo processo di selezione e di sviluppo da<br />

sempre portato avanti dagli agricoltori e, più<br />

recentemente, anche dai selezionatori scientifici ed è<br />

la base sulla quale poggiano i progressi compiuti nel<br />

campo delle attività agricole e zootecniche.<br />

“Tutelare la biodiversità agricola – afferma Battistoni<br />

– significa sostenere un migliore regime alimentare ed<br />

un più alto livello di salute, potenziare la sostenibilità<br />

dei raccolti e dello sviluppo agricolo dei nostri<br />

territori, aumentare la produttività e offrire concrete<br />

possibilità di reddito, garantire e migliorare la<br />

sicurezza alimentare e le condizioni di vita delle<br />

popolazioni rurali, senza dimenticare che nel medio<br />

termine avrà un ruolo fondamentale per quanto<br />

riguarda i cambiamenti climatici. La sua difesa<br />

ricopre una notevole importanza economica sia per<br />

la diversificazione delle<br />

produzioni agricole in ambito<br />

locale sia per la riqualificazione<br />

del paesaggio agro-forestale. Le<br />

nostre azioni di governo non<br />

possono, quindi, prescindere<br />

dall’investire su di essa”.<br />

Nel PSR <strong>Lazio</strong> 2007-2013 le<br />

tematiche legate alla tutela delle<br />

biodiversità animali e vegetali<br />

hanno guadagnato un posto di<br />

grande rilievo, ne rappresentano<br />

una strategia di fondo, e<br />

trovano piena attuazione<br />

attraverso specifiche azioni<br />

all’interno della misura 214<br />

relativa ai pagamenti agro<br />

ambientali, che ha come<br />

obiettivo quello di incentivare<br />

la coltivazione e l’allevamento<br />

di razze e varietà soggette ad<br />

erosione genetica, salvaguardare<br />

la biodiversità nelle singole<br />

aziende e tutelare e sviluppare i<br />

sistemi di produzione agricola<br />

caratterizzati da un’elevata<br />

valenza naturale. Le azioni in questione sono la<br />

214.8 – Tutela della biodiversità agraria animale e<br />

la 214.9 - Tutela della biodiversità agraria vegetale.<br />

Nella nostra <strong>Regione</strong> la biodiversità vegetale e<br />

animale è anche tutelata con un’apposita legge<br />

(L.R. n 15 del 01/03/200) nata con lo scopo di<br />

salvaguardare le risorse genetiche autoctone del<br />

<strong>Lazio</strong>, d’interesse agrario e a rischio di erosione<br />

genetica, e che ha permesso il ritrovamento, lo<br />

studio e la valorizzazione in termini economici di<br />

un gran numero di risorse genetiche che si<br />

ritenevano scomparse, ma che in realtà sono<br />

rimaste legate a pratiche agricole antiche in territori<br />

spesso marginali.<br />

“Molto possiamo ancora fare – conclude il<br />

Presidente della Commissione <strong>Agricoltura</strong> –<br />

considerando l’anno della biodiversità come punto<br />

di ripartenza, traducendo le linee guida<br />

internazionali, unanimemente condivise, in atti e<br />

programmi concreti per garantire uno sviluppo<br />

sostenibile e moderno della nostra agricoltura e<br />

dell’economia della nostra regione”.


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

30<br />

ocus La<br />

RISORSE<br />

GENETICHE<br />

ANIMALI<br />

Nell’ambito del settore animale, l’ARSIAL<br />

provvede alla valutazione delle<br />

consistenze dei vari Tipi Genetici<br />

Autoctoni (TGA) animali e alla stesura degli<br />

standard di razza per l’iscrizione ai rispettivi<br />

Registri Anagrafici Nazionali delle Razze<br />

Autoctone Italiane.<br />

L’attività di censimento e caratterizzazione dei<br />

TGA è svolta in collaborazione con il ConSDABI<br />

(Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione<br />

e Applicazione di Biotecniche Innovative).<br />

Attualmente sono 26 le risorse genetiche<br />

autoctone animali iscritte al RVR (Registro<br />

Volontario Regionale), di cui quelle<br />

maggiormente rappresentate sono: 11 razzepopolazioni<br />

di equidi (7 TGA di cavalli e 4 TGA<br />

di asini), 4 razze-popolazioni caprine e 3 suine.<br />

Al fine di ridurre il rischio di erosione del<br />

patrimonio genetico animale e vegetale e<br />

favorirne la conservazione “attiva” in situ-on<br />

farm, ARSIAL ha avviato progetti per la loro<br />

valorizzazione economica e culturale. Quando le<br />

risorse genetiche animali sono legate ad una<br />

lavorazione particolare, “unica”, dei loro<br />

prodotti, la valorizzazione della filiera<br />

produttiva può tutelare la risorsa genetica. La<br />

“marzolina” ottenuta dalla lavorazione del latte<br />

di capra, la “salsiccia di Monte S. Biagio”, sono<br />

alcuni esempi di valorizzazione economica dei<br />

prodotti attraverso un’attenta definizione<br />

dell’intera filiera produttiva.


zio Fo<br />

TUTELA DEL<br />

GERMOPLASMA ANIMALE:<br />

L’ESPERIENZA DELLA COMMISSIONE<br />

TECNICO SCIENTIFICA DEL LAZIO.<br />

Prof. Donato Matassino (ConSDABI) – Commissione tecnico-scientifica Animale<br />

La tutela del germoplasma<br />

animale di interesse<br />

zootecnico, in generale, e<br />

di quello in via di estinzione, in<br />

particolare, da anni<br />

rappresenta un tema di grande<br />

valenza ai fini di ricostruire un<br />

bioecosistema ‘uomo – animale<br />

– territorio’ in grado di<br />

realizzare uno sviluppo<br />

altamente sostenibile ed<br />

ecocompatibile. Relativamente<br />

alla salvaguardia dei tipi<br />

genetici ‘laziali’, il Consorzio<br />

di Sperimentazione,<br />

Divulgazione, Applicazione di<br />

Biotecniche Innovative<br />

(ConSDABI), quale NFP.I<br />

FAO, sta operando attivamente<br />

dal 2001, inventariando e<br />

monitorando risorse genetiche<br />

animali a rischio di estinzione e<br />

redigendo linee guida per la<br />

conservazione (‘in situ’ ed<br />

‘extra situ’), in linea con<br />

quanto richiesto dalla <strong>Regione</strong><br />

<strong>Lazio</strong> che, con la Legge<br />

Regionale n. 15 del 1 marzo<br />

2000, ha manifestato<br />

l’interesse di attuare<br />

programmi di protezione e di<br />

valorizzazione delle risorse<br />

genetiche di interesse agrario e<br />

zootecnico autoctone del <strong>Lazio</strong><br />

e minacciate di erosione.<br />

La programmazione regionale<br />

nel settore animale, è realizzata<br />

nella consapevolezza che la<br />

‘biodiversità’ è indice di<br />

‘covariazione’ 1 e che “la razza<br />

è ciò che l’allevatore ritiene<br />

essere razza”, dato che sulla<br />

definizione di ‘razza’, non vi è<br />

alcun accordo, né vi sono<br />

indagini fenotipiche e genetiche<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

31


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

32<br />

ocus La<br />

scientificamente attendibili atte a discriminare<br />

una ‘razza’ da un’altra rispetto a caratteri che<br />

non siano quelli somatici appariscenti;<br />

attualmente, i limiti sono poco chiari e si suole<br />

parlare di ‘razza’ per:<br />

una semplice differenza monogenica (la razza<br />

‘mendeliana’);<br />

differenze nelle frequenze alleliche dei segmenti<br />

di DNA ‘codificanti polipetide/i’ (‘geni’) e ‘non<br />

codificanti’ determinate dall’isolamento<br />

riproduttivo, dalla deriva genetica, dalle<br />

mutazioni e dalla selezione naturale e<br />

zootecnica.<br />

Secondo la Direttiva CE 157/2009 è di razza<br />

pura l’“Animale i cui ascendenti di I e II grado<br />

siano iscritti o registrati in un registro<br />

genealogico della stessa razza e che vi sia esso<br />

stesso iscritto oppure registrato e idoneo a<br />

esservi iscritto”.<br />

Le innumerevoli difficoltà nello stabilire confini<br />

netti tra i soggetti delle diverse razze non<br />

consentono di trarre elementi significativi per<br />

dare una definizione di razza animale<br />

‘scientificamente ineccepibile’ e ‘universalmente<br />

condivisa’; di qui la necessità dell’ attuazione di<br />

un piano Settoriale di Intervento che consenta di<br />

acquisire ‘continue’ e ‘innovative’ conoscenze<br />

sulla risorsa genetica autoctona.<br />

La Commissione tecnico-scientifica animale<br />

opera attivamente per rendere quanto più<br />

ottimale il sistema di registrazione nel RVR degli<br />

animali sui quali intervenire anche con l’utilizzo<br />

di biotecniche riproduttive innovative; essa ha<br />

preparato schede descrittive del fenotipo e del<br />

microambiente di allevamento da utilizzare,<br />

anche, ai fini dell’erogazione di un contributo<br />

nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale.<br />

Ai fini di una migliore individuazione<br />

dell’‘unicità genetica’ di una popolazione iscritta<br />

al RVR, l’ARSIAL, in data 11.11.2008, ha<br />

stipulato una convenzione con il ConSDABI,<br />

nell’ambito della quale, oltre alla tipizzazione<br />

molecolare con marcatori molecolari<br />

‘microsatelliti’, sta eseguendo:<br />

verifiche in azienda dei capi animali per i quali<br />

sono pervenute istanze di supporto riguardanti<br />

la Misura 214 “Pagamenti Agroambientali”,<br />

Azione 214.8.a “Tutela della biodiversità<br />

animale” del P.S.R. 2007-2013;<br />

rilievi necessari alla predisposizione degli<br />

standard di razza ai fini dell’iscrizione di una


zio Fo<br />

determinata popolazione<br />

autoctona al Registro<br />

Anagrafico di specie;<br />

predisposizione di piani di<br />

accoppiamento.<br />

Ad oggi, è ultimata l’ attività di<br />

tipizzazione molecolare di 134<br />

(37 e 97) soggetti del Tipo<br />

Genetico Autoctono Antico<br />

(TGAA) equino ‘Maremmano<br />

Romano’ ed è in corso quella<br />

di soggetti dell’ Asino di<br />

Allumiere/Asino Viterbese e<br />

dell’ovino Quadricorna,<br />

allevati nelle province di Rieti e<br />

di Viterbo.<br />

La tipizzazione molecolare del<br />

TGAA ‘Maremmano Romano’<br />

ha evidenziato che questa<br />

popolazione presenta<br />

peculiarità a livello di<br />

determinati segmenti di DNA<br />

le quali la differenziano<br />

notevolmente da altri tre tipi<br />

genetici presi a confronto:<br />

Maremmano ANAM (Libro<br />

Genealogico), Bardigiano<br />

(Registro Anagrafico) e<br />

Murgese (Registro<br />

Anagrafico). I risultati<br />

ampiamente riportati nella<br />

relazione tecnico-scientifica<br />

costituente parte integrante<br />

dell’istruttoria per l’iscrizione<br />

al RA, hanno permesso di<br />

stabilire ufficialmente, anche se<br />

per ora in linea informale, che<br />

il ‘Cavallo Maremmano<br />

Romano’, cosiddetto<br />

‘tradizionale’, allevato nelle 5<br />

province laziali è da<br />

ridenominare ‘Cavallo<br />

Romano della Maremma<br />

Laziale’.<br />

Contemporaneamente, è stato<br />

dato mandato all’AIA,<br />

detentrice del Registro<br />

Anagrafico degli Equidi, di<br />

riferire alla CTC specifica<br />

quanto scaturito dalla predetta<br />

riunione informale.<br />

In conclusione, l’attività<br />

eseguita e quella in corso,<br />

essendo inserite totalmente e<br />

dinamicamente nella<br />

valorizzazione del<br />

‘bioterritorio laziale’,<br />

rappresentano una strategia<br />

innovativa di ampia<br />

utilizzazione operativa con un<br />

ruolo cardine per la<br />

sostenibilità salutistica e<br />

sanitaria. La valorizzazione<br />

salutistica permette di attivare<br />

percorsi positivi in grado di<br />

determinare e/o di apportare<br />

‘valore aggiunto’ a un<br />

‘bioterritorio’ in cui la<br />

popolazione autoctona è<br />

allevata.<br />

Infine, va fortemente<br />

sottolineato il ‘valore<br />

biologico’ di una popolazione<br />

autoctona, quale ‘banca’ di un<br />

patrimonio genetico dal quale<br />

attingere informazioni<br />

indispensabili al fine di<br />

affrontare e di collaborare alla<br />

soluzione delle innumerevoli<br />

problematiche interessanti le<br />

future generazioni umane,<br />

anche nell’ottica dei continui e<br />

dinamici mutamenti che<br />

interessano sempre di più le<br />

realtà socio-economiche dei<br />

diversi ‘bioterritori’ del pianeta<br />

terra.<br />

Pertanto, una politica seria di<br />

tutela della ‘biodiversità’<br />

costituisce un percorso sempre<br />

più da seguire: è da auspicare<br />

l’attuazione di strategie<br />

innovative, compreso l’uso di<br />

tecniche e di biotecniche basate<br />

su solide conoscenze<br />

biologiche, le quali<br />

rappresentano la base di<br />

traguardi sempre più<br />

funzionali al benessere ‘in<br />

primis’ dell’animale, ‘in<br />

secundis’ dell’allevatore.<br />

1 Indice di ‘covariazione: ovvero,<br />

tutte le specie che popolano un<br />

determinato microagroecosistema,<br />

sempre ‘dinamico’ nel tempo, si<br />

influenzano reciprocamente,<br />

risentono dell’effetto dei fattori<br />

abiotici e rappresentano anche il<br />

frutto di trasferimenti ‘naturali’ di<br />

geni (segmenti di DNA codificanti<br />

polipeptide/i) sottoposti a<br />

‘verifiche combinatorie’ di lunga<br />

durata.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

33


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

34<br />

ocus La<br />

Animali Specie Denominazione razza<br />

Equini<br />

Equus caballus<br />

Equus asinus<br />

Cavallo Maremmano<br />

Cavallo Maremmano Tradizionale<br />

Cavallo Tiro Pesante Rapido (TPR)<br />

Cavallo del Cicolano<br />

Pony di Esperia*<br />

Cavallo Tolfetano<br />

Asino dell’Amiata<br />

Asino di Martina Franca<br />

Asino dei Monti Lepini<br />

Asino Ragusano<br />

Bovini Bos taurus Bovino Maremmano<br />

Caprini Capra hircus<br />

Ovini Ovis aries<br />

Suini Sus domesticus<br />

Animali da cortile<br />

Fauna ittica<br />

Capra Bianca Monticellana<br />

Capra Grigia Ciociara<br />

Capra Capestrina<br />

Capra Fulva<br />

Pecora Sopravvissana<br />

Pecora Quadricorna<br />

Suino Casertana<br />

Suino Nero del Reatino<br />

Gallus gallus Pollo Ancona<br />

Suino Nero dei Monti Lepini<br />

Oryctolagus cuniculus Coniglio Leporino di Viterbo<br />

Gambero Nostrano di fiume<br />

Carpione del fibreno<br />

Trota Macrostigma


zio Fo<br />

Iscrizione ai Registri Anagrafici/Libri<br />

Genealogici<br />

Consistenza,<br />

N° femmine in<br />

riproduzione a<br />

livello UE<br />

Libro Genealogico Tenuto da ANAM 2394 LAZIO<br />

In fase d’iscrizione al Registro Anagrafico 118 <strong>Lazio</strong><br />

Libro Genealogico Tenuto da ANACAITPR 3175<br />

Areale di allevamento<br />

in situ<br />

province di VITERBO, ROMA,<br />

LATINA, RIETI<br />

23 provincia di RIETI<br />

Registro Anagrafico tenuto da AIA 1012 LAZIO<br />

Registro Anagrafico tenuto da AIA 1132<br />

Registro Anagrafico tenuto da AIA 622<br />

Registro Anagrafico tenuto da AIA 309<br />

In fase d’iscrizione al Registro Anagrafico 4<br />

province di VITERBO, ROMA,<br />

LATINA, RIETI<br />

province di VITERBO, ROMA,<br />

RIETI<br />

province di VITERBO, LATINA,<br />

RIETI<br />

province di LATINA, FROSINONE,<br />

ROMA<br />

Registro Anagrafico tenuto da AIA 1256 provincia di RIETI<br />

Libro Genealogico Tenuto da ANABIC 5242 LAZIO<br />

Registro Anagrafico tenuto da ASSONAPA 3000 province di FROSINONE, LATINA<br />

Registro Anagrafico tenuto da ASSONAPA 119 province di FROSINONE, LATINA<br />

Registro Anagrafico tenuto da ASSONAPA 1000 province di LATINA, FROSINONE<br />

In fase d’iscrizione al Registro Anagrafico 200 province di LATINA, ROMA<br />

Iscritto al Libro Genealogico tenuto da ASSO.NA.PA 4330 LAZIO<br />

300 provincia di FROSINONE<br />

Registro Anagrafico tenuto da ANAS 421 province di LATINA, FROSINONE<br />

Registro Anagrafico Suino Apulo –<br />

Calabrese tenuto da ANAS<br />

Registro Anagrafico Suino Apulo –<br />

Calabrese tenuto da ANAS<br />

191<br />

40<br />

provincia di ROMA, LATINA,<br />

FROSINONE, RIETI<br />

provincia di ROMA, LATINA,<br />

FROSINONE<br />

300 provincia di ROMA<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

35


Risorse<br />

genetiche<br />

vegetali: il<br />

germoplasma<br />

arboreo


<strong>Focus</strong> La<br />

di censimento e<br />

caratterizzazione del<br />

L’attività<br />

germoplasma arboreo<br />

del <strong>Lazio</strong> è svolta in<br />

collaborazione con diverse<br />

istituzioni scientifiche che nel<br />

loro complesso hanno portato<br />

all’iscrizione di 138 risorse<br />

genetiche autoctone arboree:<br />

93 varietà frutticole, attività<br />

svolta in collaborazione con il<br />

Dipartimento di Produzione<br />

Vegetale dell’Università degli<br />

Studi della Tuscia di Viterbo e<br />

con il C.R.A.- FRU (Centro di<br />

Ricerca per la Frutticoltura -<br />

Roma);<br />

32 varietà di viti, attività svolta<br />

nell’ambito del progetto della<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> “<strong>Agricoltura</strong><br />

Qualità”, finalizzato alla<br />

valorizzazione delle produzioni<br />

regionali di qualità, e in<br />

collaborazione con il CRA –<br />

VIT (Centro di Ricerca per la<br />

Viticoltura – Conegliano<br />

Veneto);<br />

13 varietà di olivi, attività<br />

svolta in collaborazione col<br />

C.R.A. - OLI (Centro di<br />

Ricerca per l’Olivicoltura e<br />

l’Industria Olearia – Spoleto).<br />

Attualmente sono in fase di<br />

caratterizzazione ulteriori<br />

risorse: 10 vitigni autoctoni e<br />

10 varietà di olivo.<br />

Quasi tutte le varietà di vite<br />

tutelate sono state iscritte al<br />

Registro Regionale delle<br />

varietà da vino.<br />

La caratterizzazione delle<br />

varietà di olivo prevede anche<br />

l’analisi con marcatori<br />

molecolari in modo da<br />

discriminarle geneticamente.<br />

Fra le diverse realtà associative<br />

del <strong>Lazio</strong>, è interessante<br />

l’esperienza dei cerasicoltori di<br />

Celleno (VT): agricoltori e<br />

cittadini che da diverse<br />

generazioni coltivano e/o<br />

mantengono diverse varietà di<br />

ciliegie (attualmente iscritte al<br />

Registro RVR) attivando<br />

pratiche per la valorizzazione<br />

delle risorse e dei loro prodotti.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

37


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

38<br />

ocus La<br />

VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />

Melo (Malus domestica Bork)<br />

Pero (Pyru Communis L.)<br />

Agre di Sezze (a) <strong>Lazio</strong><br />

Agre di Viterbo (a) <strong>Lazio</strong><br />

Appia (a) <strong>Lazio</strong><br />

Bebè (a) Poggio Mirteto (RI)<br />

Calvilla (a) <strong>Lazio</strong><br />

Capo d’Asino (a <strong>Lazio</strong><br />

Cerina (Zitella, Gelata) (m) <strong>Lazio</strong><br />

Cipolla (a) <strong>Lazio</strong><br />

Cocoine (a) <strong>Lazio</strong><br />

Dolce di Sezze (a) <strong>Lazio</strong><br />

Francesca (a) <strong>Lazio</strong><br />

Francesca di Castelliri (a) Castelliri e Sora (FR)<br />

M’briachella (a) Provincia di Roma e Rieti<br />

Nana (a) <strong>Lazio</strong><br />

Paoluccia (a) <strong>Lazio</strong><br />

Paradisa (a) <strong>Lazio</strong><br />

Pianella (Rosa) (a) <strong>Lazio</strong><br />

Pontella (a) <strong>Lazio</strong><br />

Rosa (a) <strong>Lazio</strong><br />

Rosa gentile (a) Provincia di Roma<br />

Rosa piatta ciociara (a) Provincia di Frosinone<br />

S. Giovanni(a) Provincia di Viterbo<br />

Spugnaccia (a) Provincia di Viterbo<br />

Velletrana (a) Subiaco e Velletri (RM)<br />

Verdona (a) Provincia di Rieti<br />

Verdonica (a) Provincia di Rieti<br />

Zuccherina o Gelata (a) <strong>Lazio</strong><br />

Fragola (a) <strong>Lazio</strong><br />

Gaetana (a) <strong>Lazio</strong><br />

Maiolina (a) <strong>Lazio</strong><br />

Prata(a) <strong>Lazio</strong><br />

Rosetta o Rosone (a) <strong>Lazio</strong><br />

S. Agostino (a) <strong>Lazio</strong><br />

Sublacense (a) Provincia di Roma<br />

Tonnorella (a) <strong>Lazio</strong><br />

Limoncella (m) <strong>Lazio</strong><br />

Abitir (a) Alatri (FR) e limitrofi<br />

De lu Prete (a) Grisciano (RI) e limitrofi<br />

Del Principe (a) Soriano al Cimino (VT)<br />

Monteleone (m) Castiglione in Teverina, Bolsena, Acquapendente (VT)<br />

Angina o Ancina (m) Province di: Roma e Latina<br />

Baccelli (a) Genazzano (RM) e limitrofi<br />

Barocca - Invernale di S. Vito (a) Genazzano (RM) e limitrofi<br />

Biancona (a) Province di: Roma e Latina<br />

Bottiglia (m) Alatri (FR)<br />

Campana (a) Borbona (RI)<br />

Cannella (a) Grisciano<br />

Castrese (a) Province di: Roma e Latina<br />

Cocozzola (Cucuzzara, Zucchina) (a) Provincia di Roma<br />

Grado di rischio di erosione genetica: (a) Alto (m) Medio (b) Basso


Grado di rischio di erosione genetica: (a) Alto (m) Medio (b) Basso<br />

zio Foc<br />

VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />

Pero (Pyru Communis L.)<br />

Albicocco<br />

(Prunus<br />

armeniaca L.)<br />

VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />

Di Monteporzio (m) Frascati, Monteporzio Catone,Colonna, Montecompatri (RM)<br />

S. Maria in Gradi -AL1 (a) Provincia di Viterbo<br />

Azzeruolo<br />

(Crataegus<br />

azarolus L.) Azzeruolo Rosso (m) <strong>Lazio</strong><br />

Castagno<br />

(Castanea<br />

sativa Mill.) Marrone Premutico (Primatico, Primaticcio) (m) Provincia di Viterbo e Comune di Manziana (RM)<br />

Cilegio (Prunus avium L.)<br />

Melograno<br />

(Punica<br />

granatum L.)<br />

Nocciolo<br />

(Corylus<br />

avellana L.)<br />

Pesco (Prunus<br />

persica L.)<br />

Susino (Prunus<br />

insititia L.)<br />

Visciolo<br />

(Prunus<br />

cerasus L.)<br />

Di Posta (a) Provincia di Frosinone<br />

Di S. Cristina (Peruzza) (a) Bolsena (VT)<br />

Fegatella (a) Province di: Roma e Latina<br />

Pero-melo (a) Province di: Roma e Latina<br />

Rossa di Maenza (a) Maenza (LT) e limitrofi<br />

Sellecca (a) Alatri, Ferentino e limitrofi (FR)<br />

Spadona di Castel Madama (a) Castel Madama (RM) e limitrofi<br />

Spina di Valle Imperiale (a) Province di: Roma e Latina<br />

Spina (Spinacarpi, Coccia d’Asino, Casentina) (m) Canneto Sabino (RI), Palombara Sabina (RM)<br />

Trentonce (a) Borbona (RI)<br />

Tunnella (a) Province di: Roma e Latina<br />

Bella di Pistoia (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Biancona (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Buonora (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Core (Durona) (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Crognolo (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Graffione (m) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Maggiolina (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Morona (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Ravenna a gambo corto (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Ravenna a gambo lungo (a) Province di Rieti, Viterbo e Roma<br />

Ravenna precoce (a) Province di Rieti e Roma<br />

Ravenna tardiva (a) Province di Rieti e Roma<br />

Petrocca (a) Montelibretti e limitrofi<br />

Lingua de Fori (a) Montelibretti e limitrofi<br />

Di Gaeta MG1 (a) Provincia di Latina<br />

Di Gaeta MG2 (a) Provincia di Latina<br />

Di Formia MG3 (a) Provincia di Latina<br />

Di Formia MG4 (a) Provincia di Latina<br />

Barrettona (m) Provincia di Viterbo<br />

Casamale o nostrale (Comune di Sicilia) (a) Provincia di Viterbo<br />

Rosa (Nocchia R.) (a) Provincia di Viterbo<br />

Ala (a) Velletri (RM) e limitrofi<br />

Reginella Pesca Uovo (Early Crawford) (a) Provincia di Roma e Viterbo<br />

Reginella II (a) Provincia di Roma<br />

Tardiva di San Vittorino (a) Tivoli (RM) e limitrofi<br />

Coscia di Monaca di Ponzano Romano (m) Ponzano Romano (RM)<br />

Di Gallinaro (m) Sora (FR)<br />

Recinella (a) Giuliano di Roma e limitrofi<br />

S. Giovanni (m) Arce (FR)<br />

Nana dei Castelli (a) Castelli Romani<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

39


<strong>Lazio</strong> / informazione ocus<br />

40<br />

La<br />

VITE (Vitis vinifera L.)<br />

VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />

Vitigni iscritti al Registro Regionale delle varietà da vino<br />

Abbuoto n. (m) Provincie di Viterbo, Roma, Latina<br />

Aleatico n. (b) Provincie di Viterbo, Roma, Latina, Rieti<br />

Bombino bianco b. (b) <strong>Lazio</strong><br />

Bombino nero n. (m) Province di Roma, Frosinone<br />

Cannaiola di Marta n. (m) Marta, Bolsena, Tuscania (VT)<br />

Capolongo b. (m) Provincia di Frosinone<br />

Greco b. (m) <strong>Lazio</strong><br />

Greco bianco b. (m) Provincie di: Viterbo, Roma, Latina<br />

Greco nero n. (m) Provincie di: Viterbo, Roma, Latina<br />

Lecinaro n. (m) Provincia di Frosinone<br />

Maturano b. (Motulano) (m) Provincia di Frosinone<br />

Moscato di Terracina (b) Province di: Roma, Latina, Frosinone<br />

Nero Buono n. (b) Province di: Latina, Roma<br />

Olivella nera n. (m) Provincia di Frosinone<br />

Pampanaro b. (m) Provincia di Frosinone<br />

Passerina b. (b) Province di: Roma, Frosinone<br />

Pecorino b. (m) Provincia di Rieti<br />

Rosciola r. (m) Provincia di Roma<br />

Verdello b. (b) Province di: Viterbo, Rieti<br />

Vitigni in fase di iscrizione al Registro Regionale delle varietà da vino<br />

Albarosa (a) Grottaferrata<br />

Angelica (a) Frosinone<br />

Nerone (a)<br />

Agosta, Canterano, Cervara di Roma, Gerano, Marano<br />

Equo, Rocca Canterano, Subiaco<br />

Nostrano (a) Piglio (FR)<br />

Uva dei vecchi (a) Montefiascone (VT)<br />

Cesanese di Castelfranco (a) Rieti<br />

Maturano nero (Motulano) (a) Frosinone<br />

Pedino (a) Montefiascone (VT)<br />

Romanesco (a) Montefiascone (VT)<br />

Uva Mecella (a) Pecosolido (FR)<br />

Vite da Tavola<br />

Pellegrina (m) <strong>Lazio</strong><br />

Pizzutello bianco b. (den. locali: Pizzutello di Tivoli,<br />

Dito di Donna) (b)<br />

Provincie di: Roma, Latina<br />

Pizzutello nero (a) Province di: Roma e Latina<br />

Grado di rischio di erosione genetica: (a) Alto (m) Medio (b) Basso


zio Foc<br />

VARIETÀ AREALE DI CONSERVAZIONE IN SITU<br />

OLIVO (Olea Europea)<br />

Oliva dei Monti (a) Monti Lucretili<br />

Palmuta (a) Tivoli, S. Polo dei Cavalieri, Marcellina e limitrofi<br />

Rappaiana (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />

Romana (m) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />

Roscetta Gagliarda (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />

Rosciola Nostrana (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />

Rotonda di Tivoli (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />

Salvia cl. Montelibretti 6 (m) Montelibretti, Palombara Sabina, Nerola (RM)<br />

Sbuciasacchi (a) Tivoli, Marcellina e limitrofi<br />

Sirole cl. Soratte 1 (b)<br />

Civitella S. Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Nazzano,<br />

Ponzano Romano, Rignano, S. Oreste, Torrita Tiberina (RM)<br />

Marina (m) S. Donato Valcomino, Alvito, Gallinaro, Settefrati (FR)<br />

Minutella Casarè (m) Priverno, Sonnino, Itri (LT)<br />

Vallanella (m) Priverno, Sonnino, Itri (LT)<br />

Grado di rischio di erosione genetica: (a) Alto (m) Medio (b) Basso<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

41


<strong>Focus</strong> La<br />

Risorse genetiche vegetali:<br />

il germoplasma erbaceo<br />

Nell’ambito del Programma Operativo<br />

Sementiero – <strong>Lazio</strong>, finanziato dal<br />

MiPAAF, e sotto la direzione scientifica<br />

di due esperti del settore, Arsial ha potenziato<br />

l’attività di censimento delle varietà locali<br />

erbacee da porre sotto tutela e riproporre ai<br />

coltivatori. Sono state rilevate e verificate circa<br />

600 segnalazioni relative a 50 specie erbacee<br />

(ortive, foraggere e cerealicole). Attraverso le<br />

segnalazioni sono state collezionate 271<br />

accessioni (lotti di seme donati dagli agricoltori)<br />

e di queste ne sono state caratterizzate morfofisiologicamente<br />

circa 100. L’attività di<br />

caratterizzazione morfo-fisiologica è svolta in<br />

collaborazione con l’ENSE (Ente Nazionale<br />

Sementi Elette).<br />

Nel 2010 sono state iscritte al RVR tre risorse<br />

genetiche autoctone del <strong>Lazio</strong> del settore<br />

erbaceo: la Lenticchia di Rascino, la Lenticchia<br />

di Ventotene e il Fagiolo Borbontino.<br />

La varietà locale Lenticchia di Rascino è<br />

coltivata nell’areale dei comuni di Fiamignano<br />

(RI) e Petrella Salto (RI), ed è stata valutata con<br />

un grado di rischio di erosione genetica medio.<br />

La coltivazione di questa risorsa è effettuata<br />

principalmente sull’altopiano di Rascino (1150 -<br />

1300 m.s.l.m) da diversi agricoltori che hanno<br />

aderito alla rete di Conservazione e Sicurezza.<br />

La Lenticchia di Ventotene è una varietà locale<br />

con un areale di coltivazione ristretto all’isola di<br />

Ventotene (LT) ed ha un livello medio di grado<br />

di rischio di erosione genetica. Gli agricoltori<br />

dell’isola coltivano questa risorsa da più<br />

generazioni.<br />

Il Fagiolo Borbontino è una varietà locale di<br />

fagiolo che viene coltivato nel territorio di<br />

Borbona (RI) ed è stato valutato con un livello<br />

medio di grado di rischio di erosione genetica.<br />

Attualmente è in corso la caratterizzazione delle<br />

accessioni di due varietà locali di aglio: Aglio<br />

Rosso di Castelliri e Aglio Rosso di Proceno. Le<br />

accessioni sono state collezionate presso gli<br />

agricoltori rispettivamente di Castelliri (FR) e di<br />

Proceno (VT) dove esistono realtà associative<br />

attive che mirano alla tutela della risorsa e alla<br />

sua valorizzazione. Gli agricoltori dell’Aglio<br />

Rosso di Proceno e dell’Aglio Rosso di Castelliri<br />

si sono iscritti alla Rete di Conservazione e<br />

Sicurezza.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

43


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

44<br />

ocus La<br />

ELENCO RISORSE GENETICHE AGRARIE ISCRITTE AL RVR (LR15/2000)<br />

SEZIONE VEGETALE – ERBACEE (25/02/2010)<br />

COLTURA Specie<br />

FAGIOLO<br />

Phaseolus<br />

vulgaris L.<br />

Denominazione<br />

Varietà locale<br />

Grado di rischio di<br />

erosione genetica<br />

Areale di conservazione in<br />

situ<br />

Fagiolo a Pisello Alto Colle di Tora (RI)<br />

Fagiolina Arsolana Alto<br />

Fagiolo Cioncone Alto<br />

Fagiolo Regina di<br />

Marano Equo<br />

Medio<br />

Fagiolo Cappellette di<br />

Vallepietra<br />

Alto<br />

Fagiolo Romanesco di<br />

Vallepietra<br />

Alto<br />

Pallino di Vallepietra Alto<br />

Fagiolo Ciavattone<br />

piccolo<br />

Alto<br />

Fagiolo di Gradoli o del<br />

Purgatorio<br />

Medio<br />

Fagiolo Giallo Alto<br />

Fagiolo Solfarino Alto<br />

Fagiolo Verdolino Alto<br />

Fagiolo Cannellino di<br />

Atina<br />

Basso<br />

Arsoli, Marano Equo, Vivaro<br />

Romano, Riofreddo,<br />

Vallinfreda, Vallepietra (RM)<br />

Provincia di Viterbo<br />

Atina, Casalattico, Casalvieri,<br />

Gallinaro, Picinisco, Villa Latina (FR)<br />

Fagiolo Borbontino Medio Borbona (RI)<br />

Arsoli, Marano Equo, Vivaro<br />

FAGIOLO DI SPAGNA Phaseolus coccineus L. Fagiolone di Vallepietra Alto<br />

Romano, Riofreddo,<br />

Vallinfreda, Vallepietra (RM)<br />

Lenticchia di Onano Medio Onano (VT)<br />

LENTICCHIA Lens culinaris L.<br />

Lenticchia di Rascino Medio Fiamignano e Petrella Salto (RI)<br />

Lenticchia di Ventotene Medio Ventotene (LT)<br />

CECE Cicer arietinum L. Cece di Canepina Alto Canepina (VT)<br />

FRAGOLA Fragaria vesca L. Fragolina di Nemi Alto Nemi e comuni limitrofi<br />

Pomodoro Scatolone di<br />

Bolsena<br />

Alto Bolsena (VT)<br />

POMODORO<br />

Lycopersicum<br />

esculentum L.<br />

PEPERONE Capsicum annum L.<br />

Pomodoro Spagnoletta<br />

di Formia e Gaeta<br />

Pomodoro da secca di<br />

Minturno<br />

Peperone Cornetto di<br />

Pontecorvo<br />

Medio<br />

Alto<br />

Basso<br />

Itri, Gaeta, Formia, Minturno,<br />

Castelforte, Spigno Saturnia,<br />

SS Cosma e Damiano (LT)<br />

Minturno, Formia e Castelforte<br />

(LT)<br />

Pontecorvo, Esperia, S. Giorgio<br />

a Liri, Pignataro Interamna, Villa<br />

S. Lucia, Piedimonte S.<br />

Germano, Aquino, Castrocielo,<br />

Roccasecca, San Giovanni<br />

Incarico (FR)<br />

ZUCCHINO Cucurbita pepo L.<br />

Zucchino di Cerveteri<br />

tipo Romanesco<br />

Alto Cerveteri (RM)<br />

SEDANO Apium graveolens L.<br />

Sedano Bianco di<br />

Sperlonga<br />

Basso Fondi e Sperlonga (LT)<br />

Tarquinia, Monte Romano, Montalto<br />

FINOCCHIO Foenicum vulgare L. Finocchio di Tarquinia Alto<br />

di Castro e Tuscania (VT),<br />

Allumiere e Civitavecchia (RM)<br />

CARCIOFO<br />

Cynara cardunculus var.<br />

scolymus L.<br />

Carciofo di<br />

Campagnano<br />

Carciofo di<br />

Castellamare<br />

Medio<br />

Medio<br />

Provincie di: Roma, Vitrerbo e<br />

Latina<br />

Provincie di: Roma, Vitrerbo e<br />

Latina<br />

AGLIO Allium sativum L.<br />

Aglio Rosso di Castelliri<br />

Aglio Rosso di Proceno<br />

Medio<br />

Medio<br />

Castelliri e Isola Liri (FR)<br />

Proceno (VT)<br />

Farro dell’alta Valle del Turano<br />

Cinto Romano, Riofreddo,<br />

FARRO<br />

Triticum dicoccum<br />

Schrank.<br />

e della Valle dell’Aniene<br />

Farro dell’Alta Valle del<br />

Tronto<br />

Medio<br />

Vallinfreda e Vivaro (RM)<br />

Leonessa e Amatrice (RI)<br />

MAIS Zea mays L. Mais Agostinella Alto Vallepietra (RI)


zio Foc


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

46<br />

ocus La<br />

La biodiversità dei suoli<br />

Sulla base dei Piani<br />

settoriali e dei<br />

programmi operativi<br />

regionali, in collaborazione<br />

con il CRA-RPS Centro di<br />

Ricerca per lo Studio delle<br />

Relazioni tra Pianta e Suolo,<br />

nel 2005 è stato avviato,<br />

accanto alle attività di tutela<br />

delle risorse animali e vegetali,<br />

un programma di<br />

monitoraggio della fertilità<br />

biologica e della diversità<br />

microbica dei suoli del <strong>Lazio</strong>.<br />

Lo studio della biodiversità del<br />

suolo è fondamentale per<br />

comprendere le potenzialità di<br />

un terreno agrario, per tutelare<br />

le produzioni e le tipicità di un<br />

territorio, perché è dalla<br />

biodiversità della popolazione<br />

microbica del suolo che<br />

dipendo i cicli degli elementi<br />

nutritivi e la fertilità.<br />

Attualmente sono disponibili<br />

una numerosa serie di<br />

parametri e di indicatori atti a<br />

quantificare la fertilità<br />

biologica di un suolo e la sua<br />

biodiversità, ma sono ad oggi,<br />

tra i meno conosciuti ed<br />

applicati a livello seriale in<br />

azioni di monitoraggio sul<br />

territorio. Dal 1992, anno in<br />

cui fu firmata la Convenzione<br />

Internazionale sulla<br />

Biodiversità (CBD) la quale<br />

ricorda all’art. 8 l’importanza<br />

della diversità microbica, sono<br />

nate a livello internazionale<br />

molte iniziative per contrastare<br />

la perdita di biodiversità del<br />

suolo. Tra tutte basti ricordare<br />

l’emanazione da parte dell’U.E.<br />

della Strategia tematica per la


zio Fo<br />

protezione del suolo (COM<br />

2006, n. 232) che contempla<br />

tra le emergenze principali per<br />

il mantenimento delle funzioni<br />

biologiche del suolo, la<br />

problematica inerente<br />

l’erosione della sostanza<br />

organica e della biodiversità.<br />

La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, in Italia, ma<br />

anche in Europa, ha affrontato<br />

in maniera pionieristica un<br />

primo esempio di<br />

biomonitoraggio della<br />

biodiversità del suolo,<br />

utilizzando l’approccio di tipo<br />

“gerarchico” in uso presso il<br />

CRA-RPS (Benedetti et al.<br />

2006) che prevede:<br />

a) campionamento ed analisi<br />

fisico-chimiche di base e<br />

biochimiche per la<br />

determinazione della fertilità<br />

biologica;<br />

b) analisi molecolari per lo<br />

studio di struttura e<br />

composizione delle comunità<br />

microbiche;<br />

c) approfondimenti<br />

microbiologici mirati<br />

all’identificazione di ceppi<br />

batterici caratteristici del suolo<br />

di colture tipiche locali.<br />

I risultati della prima campagna<br />

di campionamenti hanno<br />

consentito di evidenziare che:<br />

esistono zone ad agricoltura<br />

intensiva ove i suoli hanno<br />

subito una forte pressione<br />

antropica e pertanto sono<br />

presenti fenomeni erosivi nei<br />

confronti della diversità<br />

microbica dei suoli, con<br />

conseguente innesco di<br />

fenomeni di perdita delle<br />

funzioni del suolo;<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

47


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

48<br />

ocus La<br />

è stata evidenziata una stretta<br />

correlazione tra popolazione<br />

microbica del suolo e coltura, con<br />

una spiccato rapporto biunivoco<br />

con le specie arboree piuttosto che<br />

le erbacee e le ortive;<br />

molto importante il tipo di<br />

gestione colturale, medesime colture<br />

allevate con sistemi diversi hanno<br />

fornito risultati diversamente<br />

conservativi (biologico,<br />

biodinamico, convenzionale, ecc.);<br />

sono stati individuati<br />

microrganismi autoctoni, tipici di<br />

un territorio.<br />

Tale studio porterà al conseguimento<br />

dei seguenti obiettivi:<br />

a) costituzione di una Banca Dati sul<br />

biomonitoraggio dei suoli della<br />

<strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> utile per l’ottenimento<br />

di informazioni relative al territorio,<br />

mediante una procedura<br />

standardizzata;<br />

b) creazione della carta “base” della<br />

fertilità biologica del suolo, quale<br />

carta derivata dalla carta al 250.000<br />

dei suoli del <strong>Lazio</strong>, che consentirà di<br />

individuare le aree a maggior rischio<br />

di perdita di fertilità e/o biodiversità;<br />

c) conservazione in situ a livello<br />

ecosistemico di risorse genetiche<br />

vegetali e microbiche nei siti<br />

interessati da colture e varietà locali;<br />

d) identificazione di comunità<br />

microbiche e ceppi batterici del suolo<br />

caratteristici delle colture locali;<br />

e) ove possibile isolamento e<br />

collezione ex situ di ceppi di<br />

microrganismi autoctoni “tipici”.


zio Fo


<strong>Focus</strong> L<br />

ASSESSORATO ALLE POLITICHE AGRICOLE<br />

E VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI LOCALI<br />

LA BIODIVERSITÀ<br />

È A CAVALLO<br />

> di Erica Antonelli<br />

CON 7 RAZZE AUTOCTONE E OLTRE 30MILA ESEMPLARI, IL LAZIO È LA PRIMA TERRA<br />

DI CAVALLI (E CAVALIERI) IN ITALIA<br />

Èfacile parlare di biodiversità in una<br />

regione come quella del <strong>Lazio</strong>. Una<br />

composizione di territori diversi;<br />

affacciata sul mare e percorsa da montagne,<br />

letto di fiumi e specchi d’acqua, ricca di pianure<br />

e vallate, climaticamente varia. Condizioni<br />

grazie alle quali vasto è il patrimonio animale e<br />

vegetale, e in cui, migliaia di specie trovano le<br />

condizioni idonee per vivere e riprodursi.<br />

Ma sicuramente, tra le più alte espressioni di<br />

biodiversità presenti in questa terra, non<br />

possiamo non prendere ad esempio il cavallo.<br />

Anzi, i cavalli.<br />

Ben cinque le razze consolidate. Il Tiro Pesante<br />

Rapido, il Maremmano, il Tolfetano, il pony<br />

d’Esperia ed il Lipizzano. Esistono poi alcune<br />

popolazioni locali di cui si è iniziato il recupero<br />

grazie al lavoro portato avanti da Arsial e che,<br />

insieme a quelle da tempo riconosciute,<br />

costituiscono un valore biologico, genetico e<br />

Arsial<br />

Agenzia Regionale per lo Sviluppo e<br />

l’Innovazione dell’<strong>Agricoltura</strong> del <strong>Lazio</strong><br />

tradizionale che non ha pari in Italia. In<br />

particolare il cavallo appenninico del Cicolano e<br />

il cavallo Romano della Maremma Laziale.<br />

Quest’ultimo, riconosciuto come autoctono e a<br />

rischio erosione, è stato recentemente iscritto al<br />

Registro Anagrafico dell’Aia (Associazione<br />

Italiana Allevatori). In tutta la regione, Arsial ne<br />

ha censito 400 capi, ma se ne contano circa 800,<br />

di cui oltre 200 nel viterbese.<br />

Considerata come la più antica terra di cavalli in<br />

Italia, il <strong>Lazio</strong> vanta una storia ed una tradizione<br />

equestre millenaria, tanto da collocarsi al primo<br />

posto per numero di equini presenti sul territorio<br />

nazionale con oltre 30mila esemplari (tra iscritti<br />

e non iscritti agli Albi) appartenenti alle diverse<br />

razze presenti sul territorio, più di 7 mila<br />

proprietari e circa 6 mila e 500 aziende dedite<br />

all’allevamento del cavallo. (E.A.)<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

51


PONY DI ESPERIA<br />

I paesaggi aspri e brulli dei Monti Lepini, Ausoni e Aurunci e i pascoli scoscesi del<br />

massiccio del Monte Cairo sono i luoghi di origine e di diffusione del Pony di<br />

Esperia. Si tratta di un piccolo cavallo di montagna che attualmente vive, allo stato<br />

brado, in zone estese e di difficile accesso, ad altitudini comprese tra i 500 ed i<br />

1500 m s. l. m.. Le sue origini pare risalgano ai secoli IX e X, quando le popolazioni<br />

africane compivano le loro scorrerie a cavallo di piccoli animali neri e scalpitanti.<br />

Altri, invece, sostengono che risalgano addirittura ai cavalli di Annibale. Grazie al<br />

barone Silvestro Roselli di Esperia, nel 1840, si iniziarono i primi tentativi di<br />

miglioramento genetico della<br />

popolazione cavallina indigena. Nel<br />

1882 vennero acquistati quattro<br />

giumente ed uno stallone, provenienti<br />

dalla provincia di Nadjd in Arabia.<br />

Questi soggetti, dotati di grande<br />

eleganza, si integrarono<br />

perfettamente con la popolazione<br />

autoctona adattandosi in modo eccellente all’ambiente. In seguito alle vicende<br />

belliche della Seconda Guerra Mondiale che colpirono il territorio di Cassino, il<br />

Pony di Esperia rischiò l’estinzione; infatti, il numero di capi si ridusse<br />

drasticamente sia perché utilizzati per l’alimentazione della popolazione locale, sia<br />

perché sacrificati sui campi minati per bonificarli dalle mine interrate. Solo tre<br />

soggetti della cospicua mandria di pony della famiglia Roselli si salvarono ma, già<br />

nel 1962, la mandria era stata ricostituita. Nel 1993 il Pony di Esperia è stata<br />

riconosciuta come razza popolazione a rischio di estinzione. Il Pony di Esperia è un<br />

piccolo cavallo la cui altezza al garrese nel maschio è di m 1,38 e nella femmina di<br />

m 1,32. E’ caratterizzato da movimenti ampi ed eleganti difficilmente riscontrabili in<br />

pony delle sue stesse dimensioni. Le condizioni di allevamento lo rendono un<br />

cavallo adatto a tutte le discipline, affronta con disinvoltura<br />

ostacoli naturali, sconcerta per la capacità di saper galoppare<br />

sui terreni più difficili compresi quelli rocciosi.<br />

Diversi esemplari sono stati impiegati con successo nel salto<br />

ad ostacoli, nel completo, nella monta western, negli attacchi<br />

e nel trekking.<br />

CAVALLO MAREMMANO<br />

L’attuale Cavallo Maremmano deriva dagli incroci avvenuti nel secolo<br />

passato di Purosangue Inglese dolicomorfi da competizione, con giumente<br />

della popolazione equina mesomorfa autoctona delle Maremme, e dal<br />

successivo meticciamento selettivo dei migliori soggetti derivati, con<br />

attitudini sportive<br />

accentuate, per ottenere un<br />

cavallo da sella con<br />

eccellenti doti per il salto ad<br />

ostacoli, per l’“endurance” e<br />

per il completo.<br />

È un cavallo con arti forti ed<br />

elastico nei movimenti, che<br />

ha dato dimostrazione di<br />

potersi cimentare con successo nei concorsi ippici di varie specialità.<br />

Il Libro Genealogico della razza equina Maremmana è stato istituito nel<br />

1980 e perfezionato nel 1993, con l’introduzione del “Performance Test”<br />

per gli stalloni, allo scopo di selezionare l’ulteriore miglioramento<br />

morfologico e atletico-attitudinale della razza, per sviluppare un cavallo<br />

meso-dolicomorfo, dal mantello baio e morello nelle varie gradazioni e<br />

con altezza al garrese non inferiore a m 1,58 nei maschi e m 1,56 nelle<br />

femmine a 42 mesi d’età.<br />

Questo cavallo è caratterizzato da testa lunga e ben attaccata; dal<br />

garrese lungo e mediamente rilevato; dalla spalla ben conformata,<br />

tendenzialmente lunga e obliqua; dal dorso lungo e ben diretto, con il<br />

petto largo; dagli arti solidi e corretti con coscia e natica muscolose.<br />

Le specifiche caratteristiche di ottimo cavallo da sella,<br />

rendono il Maremmano una razza particolarmente<br />

competitiva e qualificata per la maggior parte delle<br />

attività equestri agonistiche svolte a livello nazionale<br />

e internazionale.<br />

TESTI A CURA DI ARSIAL<br />

CAVALLO LIPIZZANO<br />

La terra di origine del<br />

Cavallo Lipizzano è<br />

Lipizza, presso Trieste,<br />

italiana fino alla<br />

Seconda Guerra<br />

Mondiale e prima<br />

ancora austriaca, oggi<br />

in Slovenia. La razza<br />

risale alla metà del XVI<br />

secolo quando, per iniziativa dell’Arciduca Carlo di Stiria, si fecero<br />

arrivare a Lipizza alcuni stalloni Andalusi, Napolitani e Orientali, che<br />

vennero incrociati con giumente del Triveneto di particolare pregio.<br />

In oltre 400 anni, gli avvenimenti spesso avventurosi che hanno<br />

arricchito la storia di questa razza hanno assunto un alone<br />

leggendario richiamato in romanzi e film famosi come “The miracle<br />

of the white stallions”, diffuso in Italia come “L’ultimo treno da<br />

Vienna” del 1963, e prodotto dalla Walt Disney.<br />

Alla fine delle Seconda Guerra Mondiale, l’Italia riuscì ad ottenere, al<br />

pari dell’Austria e della Jugoslavia, un nucleo di 80 cavalli<br />

rappresentativo delle “famiglie” che compongono la razza Lipizzana.<br />

Oggi il Cavallo Lipizzano viene allevato, oltre che a Lipizza (Slovenia),<br />

in Austria (Piber), in Italia (Monterotondo-Roma) e in Ungheria.<br />

Il Lipizzano è un cavallo intelligente, dotato di memoria eccezionale,<br />

focoso, ma docile e facile da addestrare. Nasce scuro (morello, baio<br />

o grigio topo) e poi assume il caratteristico colore<br />

grigio chiaro, quasi bianco. Ottimo cavallo da<br />

esibizione, capace di realizzare figure acrobatiche<br />

con grazia e leggerezza. è la razza prescelta dalla<br />

famosa Alta Scuola di Equitazione Spagnola di<br />

Vienna.<br />

CAVALLO AGRICOLO ITALIANO DA TPR<br />

Il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido (TPR) risale al 1860 ed<br />

è originario delle pianure veneta, ferrarese e friulana dove venivano<br />

allevate popolazioni di<br />

cavalli di tipo pesante<br />

senza un preciso indirizzo<br />

di selezione razziale. Per<br />

poter disporre di un ceppo<br />

equino nazionale adatto sia<br />

ai lavori agricoli che al tiro,<br />

in particolare dei pezzi di<br />

artiglieria per l’esercito,<br />

furono eseguiti incroci con stalloni delle razze più famose.<br />

Pur venendo meno nel tempo l’interesse militare per la trazione animale,<br />

negli anni ‘50 si ebbe comunque una forte espansione di questa razza in<br />

ambito rurale; alla fine degli anni ‘70, quando il processo di<br />

meccanizzazione agraria raggiunse una diffusione capillare e l’impiego<br />

del cavallo quale animale da lavoro perse significato, si avviò un processo<br />

di riconversione di questa razza alla produzione di carne. Gli anni ‘90<br />

hanno segnato, infine, un ritorno d’interesse per l’impiego del TPR nelle<br />

attività di turismo rurale e nel lavoro agro-forestale.<br />

Il <strong>Lazio</strong>, con la provincia di Rieti, mantiene un primato sia quantitativo,<br />

perché può vantare oltre 200 allevatori e circa 1000 fattrici, sia<br />

qualitativo, poiché agli stalloni allevati nel <strong>Lazio</strong> è stato più volte<br />

assegnato il titolo di “Campione Italiano”.<br />

Il Cavallo Agricolo Italiano da TPR è una razza di mole notevole, con un<br />

peso negli adulti variabile da 700 a 900 kg. Il mantello può<br />

essere sauro (con coda e criniera chiari), ubero o baio.<br />

Ha un temperamento volenteroso, è veloce rispetto alla<br />

mole, gentile, elegante, attivo e sufficientemente<br />

nevrile. Presenta un folto ciuffo di peli sopra gli<br />

zoccoli.


CAVALLO ROMANO<br />

DELLA MAREMMA LAZIALE<br />

Discendente da antiche popolazioni equine locali già attestate in epoca<br />

etrusca, il Cavallo Romano trae origine dal difficile ambiente paludoso e<br />

malarico delle Maremme.<br />

Sopravvissuto ai grandi<br />

interventi di bonifica effettuati<br />

tra il XVI ed il XX sec. nell’Agro<br />

Pontino e nella Campagna<br />

Romana e all’abbandono<br />

dovuto alla sostituzione della<br />

trazione animale con quella<br />

meccanica, il Cavallo Romano<br />

rappresenta il simbolo dei grandi spazi e dell’allevamento brado.<br />

È un cavallo da lavoro straordinariamente resistente alle fatiche, alle malattie<br />

ed alle avversità di un ambiente difficile come l’antica palude che si<br />

estendeva per centinaia di chilometri lungo il litorale laziale.<br />

Le sue doti di robustezza, velocità ed agilità sono state da sempre sfruttate<br />

dagli abilissimi butteri, che sono i mandriani addetti al governo dei bovini<br />

Maremmani, che ancora oggi vengono allevati allo stato brado nelle<br />

Maremme. A testimonianza di quale padronanza avessero i butteri nella<br />

monta del Cavallo Romano, nel 1890 un gruppo di mandriani di Cisterna,<br />

capeggiato da Augustarello, sfidò e vinse in abilità il celebre Buffalo Bill di<br />

passaggio a Roma con il suo circo “Wild West”.<br />

Il Cavallo Romano della Maremma Laziale presenta mantello baio in tutte le<br />

sue gradazioni, morello, sauro e grigio; statura compresa tra m 1,55 e m 1,65<br />

per i maschi, tra m 1,50 e m 1,62 per le femmine. Ha testa ben attaccata,<br />

leggermente pesante e allungata, con profilo tipicamente montonino; collo<br />

muscoloso, grosso, arcuato, criniera lunga e folta; andatura<br />

energica. Di temperamento docile e coraggioso, il Cavallo<br />

Romano è utilizzato per il lavoro, nella gestione del<br />

bestiame brado, ma è anche adatto per il turismo<br />

equestre, il tiro leggero, i lavori agricoli.<br />

CAVALLO TOLFETANO<br />

Il Cavallo Tolfetano deriva il suo nome dalla zona a Nord di Roma dei<br />

Monti della Tolfa che fu caratterizzata dalla civiltà etrusca e<br />

successivamente da quella romana.<br />

La presenza degli equini nella Tolfa è antichissima ed è testimoniata da<br />

reperti archeologici di epoca preromana.<br />

La storia del Cavallo Tolfetano si sviluppa parallelamente a quella del<br />

Cavallo Romano della Maremma Laziale.<br />

Il Tolfetano, infatti, ha mantenuto la sua diversità e le sue peculiarità in<br />

quanto strettamente legato agli agro-silvo-ecosistemi collinari<br />

dell’entroterra tirrenico,<br />

costituiti da macchie<br />

boschive o pascoli marginali<br />

rifiutati dai bovini. In tali<br />

difficili habitat gli<br />

imponenti Cavalli Romani<br />

non riuscivano a esprimere<br />

il massimo della loro<br />

attitudine, mentre i<br />

Tolfetani, meno esigenti, si sono meglio adattati. Per la popolazione<br />

umana che viveva in questo territorio il cavallo rappresentava un<br />

elemento fondamentale per un’agricoltura di sussistenza.<br />

La particolare gestione in forma collettiva del territorio ha permesso<br />

una conservazione e utilizzazione del Tolfetano a bassi costi di<br />

mantenimento e di acquisto, determinando così un fenotipo molto<br />

rustico rimasto immutato negli ultimi secoli.<br />

Il Cavallo Tolfetano presenta mantello morello o baio, variabile da chiaro<br />

a scuro; altezza al garrese di m 1,48 per i maschi e di<br />

m 1,45 per le femmine; la testa è proporzionata,<br />

anche con profilo montonino; la sua andatura è<br />

energica, elastica e agile. Originariamente<br />

impiegato per la soma e per il governo del<br />

bestiame, attualmente il Tolfetano viene utilizzato<br />

per la sella e la produzione di carne.<br />

CAVALLO APPENNINICO DEL CICOLANO<br />

Il Cavallo Appenninico del<br />

Cicolano ha antiche origini<br />

protostoriche, e in epoca<br />

romana, secondo Varrone, le<br />

giumente delle montagne del<br />

reatino e gli asini di Rieti erano<br />

ritenuti ottimi riproduttori per<br />

ottenere muli molto ricercati.<br />

Questo tipo genetico autoctono<br />

equino storicamente è sempre stato allevato allo stato brado, quindi<br />

sottoposto per secoli ad una severa selezione naturale operata dall’ambiente,<br />

unitamente alla selezione artificiale attuata dall’uomo a fini produttivi (soma,<br />

traino, carne e produzione mulina) esercitata su tutti i riproduttori di ambo i<br />

sessi. Questa duplice combinazione selettiva ha permesso di mantenere<br />

fenotipicamente stabile le principali caratteristiche di questa popolazione,<br />

sebbene siano avvenuti ripetuti tentativi di incrocio, fino dagli anni ’80 del<br />

secolo passato, con stalloni di varie razze da tiro. Malgrado queste<br />

introgressioni di genoma brachimorfo, le forti pressioni selettive di tipo<br />

ambientale e antropico, insite nell’allevamento completamente brado, hanno<br />

favorito il permanere delle peculiari caratteristiche somatiche e adattative<br />

ancestrali.<br />

Le principali caratteristiche morfologiche di questo cavallo sono<br />

rappresentate da un’altezza al garrese variabile nei soggetti adulti da m 1,50<br />

a m 1,60; dal mantello intero baio, sauro, grigio e morello; da una testa<br />

leggermente voluminosa, con profilo tendenzialmente montonino o diritto; dal<br />

collo muscoloso, di media lunghezza e ben proporzionato; dal garrese<br />

mediamente rilevato e rivestito da masse muscolari; dalla spalla<br />

tendenzialmente diritta; dal tronco sviluppato e proporzionato alla statura,<br />

con torace profondo; dal dorso leggermente depresso, con<br />

groppa inclinata; dagli arti proporzionati con appiombi<br />

corretti e dotati di zoccoli larghi e durissimi.<br />

Questi aspetti somatici, uniti ad estrema docilità e<br />

reattività nei movimenti durante il lavoro, confermano le<br />

attitudini produttive di questo cavallo di montagna.


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

54<br />

a Legge<br />

L.R. 01 MARZO 2000, N. 15 (1)<br />

TUTELA DELLE RISORSE GENETICHE AUTOCTONE DI INTERESSE AGRARIO.<br />

Art. 1<br />

(Oggetto)<br />

1. La <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> favorisce e<br />

promuove, nell’ambito delle politiche<br />

di sviluppo, promozione e<br />

salvaguardia degli agroecosistemi<br />

e delle produzioni di qualità,<br />

la tutela delle risorse genetiche<br />

autoctone di interesse agrario,<br />

incluse le piante spontanee<br />

imparentate con le specie coltivate,<br />

relativamente alle specie,<br />

razze, varietà, popolazioni, cultivar,<br />

ecotipi e cloni per i quali esistono<br />

interessi dal punto di vista<br />

economico, scientifico, ambientale,<br />

culturale e che siano minacciati<br />

di erosione genetica.<br />

2. Possono considerarsi autoctone,<br />

ai fini di cui al comma 1,<br />

anche specie, razze, varietà e<br />

cultivar di origine esterna, introdotte<br />

nel territorio regionale da<br />

almeno cinquanta anni e che,<br />

integratesi nell’agroecosistema<br />

laziale, abbiano assunto caratteristiche<br />

specifiche tali da<br />

suscitare interesse ai fini della<br />

loro tutela.<br />

3. Possono altresì essere<br />

oggetto di tutela a norma della<br />

presente legge anche le specie,<br />

razze, varietà, attualmente<br />

scomparse dalla <strong>Regione</strong> e<br />

conservate in orti botanici, allevamenti,<br />

istituti sperimentali,<br />

banche genetiche pubbliche o<br />

private, centri di ricerca di altre<br />

regioni o paesi, per le quali esiste<br />

un interesse a favorire la<br />

reintroduzione.<br />

Art. 2<br />

(Registro volontario regionale)<br />

1. Al fine di consentire la tutela<br />

del patrimonio genetico, è istituito<br />

il registro volontario regionale,<br />

suddiviso in sezione animale<br />

e sezione vegetale, al<br />

quale sono iscritte specie,<br />

razze, varietà, popolazioni, cultivar,<br />

ecotipi e cloni di interesse<br />

regionale di cui all’articolo 1.


La Legg<br />

2. Il registro di cui al comma 1 è<br />

tenuto dall’Agenzia regionale per<br />

lo sviluppo e l’innovazione in<br />

agricoltura del <strong>Lazio</strong> (ARSIAL).<br />

3. La Giunta regionale, entro<br />

sei mesi dalla data di entrata in<br />

vigore della presente legge,<br />

determina le modalità per la<br />

tenuta del registro volontario<br />

regionale e per l’iscrizione in<br />

esso delle specie e varietà di<br />

cui all’articolo 1, tenendo conto<br />

dei seguenti criteri:<br />

a) il registro volontario regionale,<br />

costituito dalle sezioni animale<br />

e vegetale, è organizzato<br />

secondo modalità che tengano<br />

conto delle caratteristiche tecniche<br />

di analoghi strumenti<br />

eventualmente esistenti a livello<br />

nazionale ed internazionale, in<br />

modo da renderlo quanto possibile<br />

omogeneo e confrontabile<br />

con gli stessi;<br />

b) le accessioni di cui all’articolo<br />

1, comma 1, per essere<br />

iscritte al registro volontario<br />

regionale devono essere identificabili<br />

per un numero minimo<br />

di caratteri definiti per ogni singola<br />

entità;<br />

c) l’iscrizione nel registro volontario<br />

regionale è gratuita ed<br />

eseguita a cura dell’ARSIAL,<br />

previa acquisizione del parere<br />

favorevole della competente<br />

commissione tecnico-scientifica<br />

di cui all’articolo 3;<br />

d) l’iscrizione avviene ad iniziativa<br />

d’ufficio dell’ARSIAL, ovvero su<br />

proposta della Giunta regionale,<br />

di enti scientifici, enti pubblici,<br />

organizzazioni ed associazioni private<br />

e singoli cittadini;<br />

e) alla domanda di iscrizione è<br />

allegata una specifica documentazione<br />

storico-tecnico-scientifica;<br />

f) il materiale iscritto nel registro<br />

volontario regionale può<br />

essere cancellato dall’ARSIAL,<br />

previo parere favorevole della<br />

competente commissione tecnico-scientifica<br />

di cui all’articolo<br />

3, quando non sussistano più i<br />

requisiti di cui all’articolo 1,<br />

comma 1.<br />

Art. 3<br />

(Commissioni tecnico-scientifiche)<br />

1. Per lo svolgimento dei compiti<br />

di cui alla presente legge<br />

sono istituite la commissione<br />

tecnico-scientifica per il settore<br />

animale e la commissione tecni-<br />

co-scientifica per il settore<br />

vegetale.<br />

2. La commissione tecnicoscientifica<br />

per il settore animale<br />

è composta da:<br />

a) un funzionario del dipartimento<br />

regionale competente in<br />

materia di risorse genetiche<br />

animali in agricoltura;<br />

b) un funzionario dell’ARSIAL<br />

competente in materia di risorse<br />

genetiche animali in agricoltura;<br />

c) un agricoltore che detiene<br />

materiale animale la cui tutela è<br />

prevista dalla presente legge, in<br />

rappresentanza del mondo agricolo;<br />

d) cinque esperti del mondo<br />

scientifico ed accademico competenti<br />

in materia di risorse<br />

genetiche animali in agricoltura.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

55


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

56<br />

a Legge<br />

3. La commissione tecnicoscientifica<br />

per il settore vegetale<br />

è composta da:<br />

a) due funzionari del dipartimento<br />

regionale competenti in<br />

materia di risorse genetiche di<br />

piante erbacee, arboree e forestali<br />

di interesse agrario;<br />

b) un rappresentante<br />

dell’ARSIAL competente in<br />

materia di risorse genetiche di<br />

piante erbacee, arboree e forestali<br />

di interesse agrario;<br />

c) un agricoltore che detiene<br />

materiale di piante erbacee,<br />

arboree o forestale di interesse<br />

agrario la cui tutela è prevista<br />

dalla presente legge, in rappresentanza<br />

del mondo agricolo;<br />

d) dieci esperti del mondo<br />

scientifico ed accademico com-<br />

petenti in materia di risorse<br />

genetiche di piante erbacee,<br />

arboree e forestali di interesse<br />

agrario.<br />

4. Le commissioni di cui ai<br />

commi 2 e 3 restano in carica<br />

per cinque anni ed eleggono<br />

nel proprio seno il presidente.<br />

5. Per la designazione e la<br />

nomina dei componenti le<br />

commissioni di cui ai commi 2<br />

e 3, nonché per la corresponsione<br />

agli stessi di un gettone<br />

di presenza per ogni seduta e<br />

per il rimborso delle spese di<br />

viaggio e delle eventuali<br />

indennità di missione, si applica<br />

la vigente normativa regionale<br />

in materia.<br />

6. L’ARSIAL fornisce, attraverso<br />

i propri uffici, il necessario supporto<br />

tecnico-operativo per il<br />

funzionamento delle commissioni<br />

di cui ai commi 2 e 3.<br />

Art. 4<br />

(Rete di conservazione e sicurezza)<br />

1. La protezione e la conservazione<br />

delle risorse genetiche autoctone<br />

di interesse agrario, iscritte<br />

nel registro volontario regionale<br />

di cui all’articolo 2, si attua<br />

mediante la costituzione di una<br />

rete di conservazione e sicurezza,<br />

di seguito denominata rete, gestita<br />

e coordinata dall’ARSIAL, cui<br />

possono aderire comuni, comunità<br />

montane, istituti sperimentali,<br />

centri di ricerca, università agrarie,<br />

associazioni d’interesse e<br />

agricoltori singoli od associati.<br />

2. La rete si occupa della conservazione<br />

in situ o in azienda<br />

del materiale genetico di interesse<br />

regionale di cui all’articolo<br />

1 e della moltiplicazione di<br />

tale materiale al fine di renderlo<br />

disponibile agli operatori agricoli<br />

che ne facciano richiesta,<br />

sia per la coltivazione sia per la<br />

selezione ed il miglioramento.<br />

3. L’ARSIAL predispone elenchi,<br />

su base provinciale, dei siti<br />

in cui avviene la conservazione<br />

ai sensi del comma 2 e li trasmette<br />

annualmente ai comuni<br />

interessati che provvedono<br />

all’informazione relativamente<br />

all’esistenza dei siti stessi.


La Legg<br />

4. Gli agricoltori inseriti nella<br />

rete possono vendere una<br />

modica quantità delle sementi<br />

da loro prodotte, stabilita per<br />

ogni singola entità al momento<br />

dell’iscrizione al registro volontario<br />

regionale. Gli agricoltori<br />

inseriti nella rete possono, altresì,<br />

effettuare la risemina in<br />

azienda.<br />

5. Gli agricoltori, gli enti, i<br />

centri di ricerca, le università<br />

agrarie e le associazioni proprietari<br />

di materiale vegetale o<br />

animale tutelato con la presente<br />

legge, che non aderiscono<br />

alla rete, sono tenuti a<br />

fornire all’ARSIAL una parte<br />

del materiale vivente ai fini<br />

della moltiplicazione, per<br />

garantire la conservazione<br />

delle informazioni genetiche<br />

presso altro sito.<br />

Art. 5<br />

(Patrimonio delle risorse genetiche)<br />

1. Fermo restando il diritto di<br />

proprietà su ogni pianta od<br />

animale iscritti nel registro di<br />

cui all’articolo 2, il patrimonio<br />

delle risorse genetiche di tali<br />

piante od animali appartiene<br />

alle comunità indigene e locali,<br />

all’interno delle quali debbono<br />

essere equamente distribuiti i<br />

benefici, così come previsto<br />

all’articolo 8j della<br />

Convenzione di Rio sulle<br />

Biodiversità (1992), ratificata<br />

con legge 14 febbraio 1994,<br />

n. 124.<br />

Art. 6<br />

(Piano settoriale di intervento)<br />

1. La <strong>Regione</strong> approva, ogni<br />

triennio, entro il 30 giugno, un<br />

piano settoriale di intervento,<br />

nel quale sono stabilite le linee<br />

guida per le attività inerenti la<br />

tutela delle risorse genetiche<br />

autoctone di interesse agrario.<br />

2. Nel piano settoriale di cui al<br />

comma 1, la <strong>Regione</strong>:<br />

a) favorisce le iniziative, sia a<br />

carattere pubblico sia privato,<br />

che tendono a conservare la<br />

biodiversità autoctona di interesse<br />

agrario, a diffondere le conoscenze<br />

e le innovazioni per l’uso<br />

e la valorizzazione di materiali e<br />

prodotti autoctoni, la cui tutela è<br />

garantita dalla presente legge;<br />

b) assume direttamente iniziative<br />

specifiche atte alla tutela, miglioramento,<br />

moltiplicazione e valorizzazione<br />

delle risorse genetiche<br />

autoctone;<br />

c) prevede specifiche iniziative<br />

per incentivare gli agricoltori<br />

inseriti nella rete di conservazione<br />

e sicurezza.<br />

3. Nell’ambito ed in applicazione<br />

del piano settoriale di cui al<br />

comma 1, la <strong>Regione</strong> predispone,<br />

per ognuna delle annualità<br />

comprese nel triennio, un programma<br />

operativo annuale per la<br />

realizzazione delle attività ed iniziative<br />

previste, specificando tra<br />

l’altro le risorse economiche a<br />

disposizione, l’entità dei singoli<br />

interventi contributivi ed i relativi<br />

soggetti beneficiari, le modalità<br />

di accesso e di erogazione dei<br />

benefici, le zone prioritarie d’intervento<br />

e le forme di controllo<br />

delle iniziative svolte.<br />

4. Sono beneficiari dei contributi<br />

previsti dai programmi operativi<br />

tutti gli operatori che aderiscono<br />

alla rete nonché gli agricoltori<br />

che producono per il mercato il<br />

materiale autoctono d’interesse<br />

agrario individuato nel registro<br />

volontario regionale.<br />

5. I programmi operativi annuali<br />

sono attuati dall’ARSIAL e sottoposti<br />

a controllo e monitoraggio<br />

da parte del dipartimento<br />

regionale competente in materia<br />

di agricoltura.<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

57


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

58<br />

a Legge<br />

Art. 7<br />

(Divieti e sanzioni)<br />

1. All’interno delle aree naturali<br />

protette regionali, delle aree<br />

d’interesse comunitario, nazionale<br />

e regionale individuate<br />

dalla deliberazione della Giunta<br />

regionale 19 marzo 1996, n.<br />

2146 e nei siti inseriti negli<br />

elenchi di cui all’articolo 4,<br />

comma 3, nonché nelle zone<br />

limitrofe alle predette aree, per<br />

una distanza di almeno 2 km, è<br />

fatto divieto di usare organismi<br />

geneticamente modificati.<br />

2. Per le violazioni alle disposizioni<br />

di cui alla presente legge si<br />

applicano le seguenti sanzioni:<br />

a) (2);<br />

b) sanzione amministrativa<br />

pecuniaria da lire 500 mila a<br />

lire 3 milioni per chi contravviene<br />

all’obbligo di cui all’articolo<br />

4, comma 5;<br />

c) sanzione amministrativa<br />

pecuniaria fino a lire 1 milione<br />

per le violazioni non espressamente<br />

previste.<br />

3. Le violazioni sono accertate<br />

ai sensi della legge 24 novembre<br />

1981, n. 689 e successive<br />

modificazioni ed integrazioni,<br />

regolamentate dalla legge<br />

regionale 5 luglio 1994, n. 30.<br />

4. Alla vigilanza ed all’irrogazione<br />

delle sanzioni di cui al<br />

comma 2 provvedono i comuni<br />

territorialmente competenti.<br />

Per la ripartizione tra la<br />

<strong>Regione</strong> ed i comuni degli<br />

importi delle sanzioni commi-<br />

nate si applica quanto disposto<br />

dall’articolo 182, comma<br />

2, della legge regionale 6 agosto<br />

1999, n. 14.<br />

Art. 8<br />

(Clausola sospensiva dell’efficacia<br />

e divieto di cumulo)<br />

1. Agli aiuti previsti dalla presente<br />

legge è data attuazione a<br />

decorrere dalla data di pubblicazione<br />

nel Bollettino ufficiale<br />

della <strong>Regione</strong> (BUR) dell’avviso<br />

relativo all’esito positivo dell’esame<br />

di compatibilità da<br />

parte della Commissione delle<br />

Comunità europee ai sensi<br />

degli articoli 87 e 88 del<br />

Trattato istitutivo della<br />

Comunità europea.<br />

2. I finanziamenti concessi ai<br />

sensi della presente legge non<br />

sono cumulabili con quelli previsti<br />

per le medesime iniziative<br />

da altre leggi statali e regionali.<br />

Art. 9<br />

(Norma finanziaria)<br />

1. Gli oneri di cui alla presente<br />

legge rientrano negli stanziamenti<br />

annualmente previsti nel<br />

bilancio regionale a favore<br />

dell’ARSIAL.<br />

La presente legge regionale<br />

sarà pubblicata sul Bollettino<br />

Ufficiale della <strong>Regione</strong>. E’ fatto<br />

obbligo a chiunque spetti di<br />

osservarla e di farla osservare<br />

come legge della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>.<br />

Note:<br />

(1) Pubblicato sul Bollettino<br />

ufficiale della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong> 30<br />

marzo 2000, n. 9.<br />

(2) Lettera abrogata dall’articolo<br />

14, comma 1, lettera a) della<br />

legge regionale 6 novembre<br />

2006, n. 15


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

60<br />

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informazioni necessarie a garantire la trasparenza<br />

dell’attuazione delle procedure previste dal nuovo<br />

Programma.<br />

Futuri beneficiari delle misure del PSR, partenariato<br />

o semplicemente chi è interessato alle tematiche<br />

avranno la possibilità di informarsi sul programma,<br />

sulle singole misure, sui bandi, sulla normativa e sui<br />

progetti speciali in modo pratico e veloce. Un<br />

esempio. Cercate informazioni sui<br />

PROGETTAZIONE INTEGRATA DI FILIERA<br />

(Pif)? Basta cliccare sulla sezione dedicata alla Pif<br />

per avere notizie dettagliate sulla normativa, sulle<br />

manifestazioni d’interesse o sui finanziati e<br />

naturalmente per avere i contatti dei referenti.


ww. ww<br />

I CONTENUTI<br />

NUOVI CONTENUTI PIÙ RICCHI E APPROFONDIMENTI<br />

CARATTERIZZANO IL NUOVO PORTALE DEDICATO AL PSR LAZIO.<br />

Nuovi contenuti e<br />

maggiori<br />

approfondimenti<br />

caratterizzano la nuova<br />

struttura del sito del PSR<br />

<strong>Lazio</strong>. Il primo colpo d’occhio<br />

riguarda la Home Page del sito<br />

dove in Primo piano sono<br />

indicate le notizie più<br />

importanti, gli highlits e dove,<br />

grazie alla funzione ricerca e<br />

possibile trovare le<br />

informazioni di cui si ha<br />

bisogno in modo veloce e<br />

funzionale.<br />

Grazie ad una navigazione<br />

strumentale è possibile<br />

muoversi rapidamente tra le<br />

diverse aree dedicate che si<br />

trovano nel menù di<br />

navigazione laterale:<br />

Il Programma: cliccando su<br />

quest’ area è possibile scaricare<br />

il testo integrale del PSR,<br />

compresi allegati e la<br />

cartografie, trovare le<br />

modalità di adesione, le<br />

procedure di attuazione e<br />

quelle di monitoraggio e<br />

valutazione;<br />

Le Misure: è l’area dedicata<br />

agli Assi che contiene la<br />

descrizione dettagliata dei<br />

quattro assi ele relative misure<br />

sui quali si sviluppa il PSR. Per<br />

ogni misura è possibile<br />

scaricare testo descrittivo, le<br />

graduatorie, i bandi di<br />

riferimento ed è possibile<br />

consultare le news correlate;<br />

Bandi: è la sezione specifica<br />

dedicata ai bandi, suddivisi in<br />

base agli assi di riferimento e<br />

alle misure. Un’icona, che<br />

ricorda il semaforo indica con<br />

<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

61


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

62<br />

ww. w<br />

un colore lo stato del bando:<br />

verde se è aperto, giallo se in<br />

via di scadenza, rosso se è<br />

chiuso. Per avere, a colpo<br />

d’occhio, la situazione dei<br />

bandi in tempo reale;<br />

PIF (Progetti Integrati di<br />

Filiera): i Progetti Integrati di<br />

Filiera rappresentano<br />

un’innovativa modalità anche<br />

per ciò che concerne l’accesso<br />

alle risorse economiche ed è<br />

uno dei principali strumenti<br />

adottati dalla <strong>Regione</strong> per<br />

indirizzare i contenuti e i criteri<br />

di attuazione del PSR 2007-<br />

2013 verso un approccio<br />

progettuale di tipo integrato.<br />

Nell’area di riferimento è<br />

possibile avere<br />

approfondimenti sulla<br />

normativa di riferimento, sui<br />

finanziati e naturalmente avere<br />

i contatti dei referenti;<br />

PIT (Progettazione Integrata<br />

Territoriale): la Progettazione<br />

Integrata Territoriale è<br />

l’insieme coordinato ed<br />

organico di operazioni riferibili<br />

a più misure dell’Asse III del<br />

PSR 2007-2013 e rappresenta<br />

una innovativa modalità di<br />

accesso alle risorse. Anche in<br />

questo caso nell’area di<br />

riferimento è possibile avere<br />

tutte le informazioni necessarie<br />

sul PIT, sulla normativa, sulle<br />

manifestazioni d’interesse o sui<br />

finanziati e avere i contatti dei<br />

referenti;<br />

Leader: LEADER è l’acronimo<br />

di Liaison Entre Actions de<br />

Dèveloppement de l`Economiè<br />

Rurale (collegamento tra le<br />

azioni di sviluppo<br />

dell’economia<br />

rurale). Nell’area dedicata è<br />

possibile scaricare<br />

informazioni relative alla<br />

normativa di riferimento e ai<br />

Gal (Gruppo di Azione locale);<br />

Comitato di sorveglianza: area<br />

dedicata all’organo di<br />

controllo del PSR che descrive<br />

le sue attività, la normativa e i<br />

rapporti dei CDS per il 2008,<br />

2009 e 2010;<br />

Informazione e pubblicità sul<br />

PSR: è l’area dedicata alle<br />

attività di informazione e<br />

pubblicità e contiene<br />

indicazioni su tutti i prodotti<br />

e le iniziative informative<br />

dedicate al PSR;<br />

News: aggiornata<br />

costantemente, la sezione<br />

riporta, in tempo reale, tutte<br />

le novità rispetto alle misure e<br />

ai bandi. Al suo interno è<br />

possibile effettuare una<br />

ricerca d’archivio in base a<br />

parole chiave o alla data di<br />

pubblicazione;<br />

Caratteristica importante da<br />

sottolineare, che riguarda<br />

tutte le aree, è la possibilità di<br />

trovare i contatti dei singoli<br />

referenti per ogni sezione.<br />

Il nuovo sito inoltre permette,<br />

attraverso link diretti<br />

posizionati nella barra di<br />

navigazione laterale sinistra,<br />

di accedere direttamente ai<br />

siti di tutte le Istituzioni<br />

coinvolte nella gestione del<br />

Psr: Unione Europea,<br />

Commissione Europea,<br />

Ministero delle politiche<br />

agricole Forestali, Agea,<br />

Ismea, Rete Rurale Nazionale<br />

e Centro di Documentazione<br />

Europea.<br />

LA GRAFICA<br />

E I COLORI<br />

Il nuovo sito PSR<br />

non si è rinnovato<br />

solo nei contenuti<br />

ma ha subito un<br />

restyling nella<br />

grafica e nei<br />

colori.<br />

Un restyling<br />

profondo che ha<br />

riguardato la parte<br />

grafica del sito,<br />

rendendolo più<br />

accattivante e allo<br />

stesso tempo<br />

semplice e<br />

funzionale alla<br />

navigazione.<br />

Un design e una<br />

grafica innovativa<br />

che cercano di far<br />

emergere il più<br />

possibile l’identità<br />

del PSR. I colori<br />

che caratterizzano<br />

il sito, sono infatti,<br />

quelli riconducibili<br />

alla linea grafica<br />

del PSR: verde,<br />

blu e beige.<br />

Tonalità calde che<br />

ricordano la terra<br />

e quindi il tema<br />

centrale dello<br />

sviluppo rurale e<br />

dell’agricoltura.


ww. ww


<strong>Lazio</strong> / informazione<br />

64<br />

FOTOGALLERY<br />

<strong>Lazio</strong> informazione<br />

Marzo 2011 numero 34<br />

DIRETTORE EDITORIALE<br />

> Leonardo Catarci<br />

DIRETTORE RESPOSABILE<br />

> Francesca D’Avello<br />

REDAZIONE<br />

> Erica Antonelli, Cristiano Bencini,<br />

Giovanni Cedrone, Caterina Danese,<br />

Giorgio Maria Gherardi, Stefano Giusti,<br />

Costanza Ignazzi, Eleonora Manzo,<br />

Tommaso Molinari, Massimo Prestia,<br />

Barbara Vitiello.<br />

HANNO COLLABORATO:<br />

> Alessandra Bianchi,<br />

Valentina Conti, Paola Rosatini<br />

Si ringrazia per la collaborazione l’Area<br />

servizi tecnici e scientifici, servizio<br />

fitosanitario e l’Area programmazione<br />

finanziaria, controllo gestione,<br />

comunicazione della Direzione regionale<br />

<strong>Agricoltura</strong>.<br />

SEGRETERIA DI REDAZIONE<br />

> Erica Antonelli<br />

Tel. 06 51684214<br />

eantonelli@regione.lazio.it<br />

PROGETTO GRAFICO<br />

> Le Tipo Snc<br />

www.letipo.com<br />

IMPAGINAZIONE GRAFICA<br />

> Lisanti srl,<br />

Piazza della Pilotta, 35<br />

00187 Roma<br />

www.lisantisrl.it<br />

FOTOLITO E STAMPA<br />

> Grafica Giorgetti<br />

Via di Cervara, 10<br />

00155 Roma<br />

Tel. 06 2294336<br />

Stampato in Italia - Printed in Italy<br />

COORDINAMENTO TECNICO<br />

> Luciano Lisanti<br />

CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ<br />

> Comunica Srl<br />

comunica@com-unica.info<br />

Tel. 06 52279581<br />

Fax 06 52279588<br />

TIRATURA E DIFFUSIONE<br />

> 100.000 copie<br />

REG. TRIBUNALE DI ROMA<br />

> 106/99<br />

IMMAGINI<br />

> COPERTINA: David Proietti Petretti<br />

INTERNO: Assessorato all’<strong>Agricoltura</strong><br />

della <strong>Regione</strong> <strong>Lazio</strong>, Consorzio Age,<br />

Alberto Guerrieri, Maprosti & Lisanti.

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