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128 SIMONA GAVINELLI [10 do giustificare la concomitanza cronologica di un rilancio spirituale a Brescia della congregazione alghense, che in quegli anni varò alcune precise committenze codicologiche, attualmente rintracciabili presso la Biblioteca Civica Queriniana di Brescia, dove giunsero in seguito alle Soppressioni napoleoniche del 1797-1798 22 . Da una parte un codice normativo, il Brescia, Queriniano, A. VI. 7, di scuola miniatoria forse veneziana della fine del sec. XV, con una significativa raccolta di documenti della congregazione, in cui la sontuosa miniatura di apertura celebra il momento della sua costituzione 23 . Dall’altra parte si aggiungono due eleganti manoscritti che assemblano, quasi come manifesto di riferimento religioso, la produzione letteraria della figura carismatica di Giustiniani. Si tratta degli attuali Brescia, Queriniano, A. V. 22 e A. V. 23, entrambi in pergamena sbiancata di concia umanistica, simili nel formato medio-grande e nella «mise en page» a piena pagina; furono eseguiti ancora in gotica libraria dell’ultimo terzo del sec. XV, ammorbidita nei tratti. La miniatura, potrebbe essere attribuita a Giovanni Pietro Birago, o più probabilmente alla sua cerchia, data l’impostazione più chiaroscurata dei volti rispetto alle prime attestazioni locali, riconoscibile, per zia; nel 1469 la Serenissima chiese la restituzione alla canonica di S. Pietro in Oliveto del cenobio di S. Eusebio, requisito dalla municipalità per ospitare i malati di peste, e nel 1471 i canonici avanzarono la richiesta di essere esentati dal pagamento dei dazi sul carbone estratto dalle loro proprietà di Nuvolento: TOMASINI, Annales, ad annum, cfr. anche il Liber privilegiorum Sancti Petri Oliveti depositato a Brescia, Archivio di Stato, Archivio Storico Civico, Fondo di religione, b. 143 f. 1r. 22 G. PORTA, I giacobini in biblioteca. La Queriniana in età napoleonica (1797-1814), in 1797: il punto di svolta. Brescia e la Lombardia veneta da Venezia a Vienna (1780-1830). Atti del Convegno in occasione del 200° della Rivoluzione bresciana (Brescia, 23-24 ottobre 1997), a cura di D. Montanari-S. Onger-M. Pegrari, Brescia 1999, pp. 309-60; ID., Nascita di una biblioteca pubblica. La Queriniana dal 1750 al 1850, in Biblioteca Queriniana Brescia, Firenze 2000 (Le grandi biblioteche d’Italia), pp. 37-38. 23 Scheda di A. BRUMANA e A. SPIRITI, in Tesori miniati. Codici e incunaboli dei fondi antichi di Bergamo e Brescia, a cura di M. L. Gatti Perer- M. Marubbi, Milano 1995, pp. 198-99 n° 79.
11] I codici bresciani delle opere di Lorenzo Giustiniani 129 esempio, nell’allestimento dei diciotto corali eseguiti per il Duomo vecchio di S. Maria de Dom, e decorati negli anni 1469-1474, e ora alla Pinacoteca Tosio Martinengo 24 . In essi è evidente l’originalità stilistica dell’allora esordiente miniatore lombardo Giovan Pietro Birago, che dal 1470 circa si unì alle maestranze locali. Si sta quindi profilando per S. Pietro in Oliveto un incremento del patrimonio manoscritto, da intendersi forse più che altro come committenza presso botteghe specializzate piuttosto che presso uno scriptorium interno all’istituzione. Prima del trasferimento presso la biblioteca Queriniana i tre codici passarono di proprietà dei Carmelitani Scalzi in quanto, con la soppressione della Congregazione dei canonici alghensi nel 1668, con un cambio di osservanza negli edifici di S. Pietro in Oliveto nel 1669 subentrarono appunto i Carmelitani 25 . Nell’inventario patrimoniale le uniche vestigia della biblioteca quattrocentesca della fondazione, – ormai depauperata della componente manoscritta, sostituita dalle unità a stampa –, emergono per la prima volta nell’inventario di acquisto del mo- 24 i Schede di A. BRUMANA-P. BONFADINI, Tesori miniati, pp. 162-67 n 58-59; P. BONFADINI, I libri corali del Duomo vecchio di Brescia (Santa Maria Maggiore de Dom), Brescia 1998. Birago, prima di spostarsi a Venezia, sembra sia intervenuto pure nel Messale Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, B. II. 5, f. 7r, realizzato per il vescovo Bartolomeo Malipier (1457- 1464), e ultimato dal successore Domenico Dominici (1464-1478), mentre risultano anteriori i Corali eseguiti per S. Domenico, il Graduale diviso in temporale e santorale, rispettivamente Los Angeles, Paul Getty Museum, Ms. Ludwig VI. 2 e London, National Art Library, ms. L. 3691-1963, di recente identificati da: A. MELOGRANI, Quattro artisti all’opera nei corali inediti di S. Domenico e gli esordi bresciani del giovane Birago, in Libri e lettori a Brescia tra medioevo ed età moderna, a cura di V. Grohovaz, Brescia 2003, pp. 39-71. Sulla bibliofilia del vescovo Dominici: C. VILLA, Brixiensia, «Italia medioevale e umanistica», 12 (1977), pp. 243-261. 25 I Carmelitani rimasero nella fondazione dal 1669 al 1797, quando si verificarono le soppressioni di epoca napoleonica, e vi ritornarono definitivamente nel 1872, dopo che dal 1805 la struttura era diventata sede del seminario vescovile, per cui molti libri furono trasferiti da Brescia al convento dei Carmelitani Scalzi di Verona per sottrarli alle spoliazioni napoleoniche: D. STIPI, Invito a San Pietro in Oliveto, Brescia 1985, pp. 155, 167-70.
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