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120 SIMONA GAVINELLI [2 vato dalla madre Quirina Quirini insieme al fratello Leonardo, che ricoprì un ruolo di primo piano all’interno del movimento umanistico veneziano 2 . Lorenzo, educato letterariamente da Giovanni Conversini da Ravenna, acquisì gradualmente un intenso fervore ascetico che lo inquadrò perfettamente nel binomio umanesimo e devotio moderna 3 . Il fulcro topico della sua spiritualità, e della conseguente sua missione religiosa, viene icasticamente riassunto nella frase dipinta sul libro aperto, esibito nel ritratto eseguito dal Moretto: «Venit in me spiritus sapientiae, quam sine fictione didici et sine invidia communico. Honestatem illius non abscondo et inex- 2 Leonardo Giustiniani, tra il 1404 e il 14<strong>06</strong> (mentre Lorenzo era già entrato nella congregazione di S. Giorgio in Alga), a Ravenna ebbe come maestro di greco e latino Giovanni Conversini, quindi si perfezionò alla scuola di Gasparino Barzizza (che fu a Venezia tra 1404-1408), e di Guarino da Verona nel 1408-1409, allora di ritorno da Costantinopoli, e poi durante il suo rientro a Venezia tra il 1414 e il 1419; traduttore delle Vitae di Plutarco, esponente del petrarchismo volgare, fu inoltre amico intimo di Francesco Barbaro e possedette un’ampia biblioteca di manoscritti greci, latini e volgari: A. PERTUSI, L’umanesimo greco dalla fine del secolo XIV agli inizi del secolo XVI, in Storia della cultura veneta, III/1, Vicenza 1980, pp. 191, 195-200; M. L. KING, Umanesimo e patriziato a Venezia nel Quattrocento, Roma 1989, pp. 23-135; la voce Giustinian Leonardo di F. PIGNATTI, in Dizionario Biografico degli Italiani, LVII, Roma 2001, pp. 249-55. 3 Sull’educazione culturale di Lorenzo: L. LAZZARINI, Paolo de Bernardo e i primordi dell’umanesimo in Venezia, Genève 1930 (Biblioteca dell’«Archivum Romanicum»), p. 119; C. LEONARDI, Lorenzo Giustiniani e la Bibbia, in Venezia e Lorenzo Giustiniani, a cura di S. Tramontin, Venezia 1984, pp. 43-55. Per inquadrare il clima di devotio moderna, immerso nel filone dell’imitazione di Cristo, e polarizzato sul rinnovamento che, tra Tre e Quattrocento, su ispirazione del laico G. Groote († 1384) dominò il mondo monastico italiano in piena involuzione economica e spirituale, si veda: G. PICASSO, Tra umanesimo e ‘devotio’ moderna. Studi di storia monastica raccolti per il 50° di professione dell’Autore, a cura di G. Andenna- G. Motta e M. Tagliabue, Milano 1999. 4 Il quadro si trovava sul primo altare a destra della chiesa di San Pietro in Oliveto e nell’Ottocento, dopo varie peregrinazioni, fu collocato nella cappella del Vescovo e recentissimamente al Museo Diocesano di Brescia.: P. V. Begni Redona fa rilevare come le parole siano una sorta di sintesi di alcuni versetti del cap. VII del Libro della Sapienza; (cfr. P. V. BEGNI REDO- NA-A. Bonvicino. Il Moretto da Brescia, Brescia 1988, pp. 462-464).
3] I codici bresciani delle opere di Lorenzo Giustiniani 121 tinguibile est lumen illius» 4 (Fig. 1). In base al racconto autobiografico, contenuto appunto nel Fasciculus amoris (cap. XVI), lo scopo della sua vita è configurato nella ricerca della sapienza di Dio, e viene delineato nella visione giovanile, avuta a 19 anni, all’atto della sua svolta o conversione spirituale, quando gli sarebbe apparsa una magnifica fanciulla, pronta a sedurlo chiedendolo in sposo, intesa come la personificazione della Sapienza di Dio, amata per tutta la vita in un travolgente e mistico trasporto di carità 5 . Nel suo percorso religioso, grazie allo zio materno, Marino Quirini, fu introdotto nella comunità agostiniana di S. Giorgio in Alga, sorta nel 1397 e di cui era allora priore il nobile Ludovico Barbo, passato poi nel 1408 all’osservanza benedettina come abate del monastero di S. Giustina di Padova, dove fu promotore di un fondamentale movimento di riforma monastica 6 . L’intento del gruppo di ecclesiastici riuniti in S. Giorgio in Alga e provenienti, in prevalenza dalla nobiltà veneziana, era quello di istituire una nuova congregazione di canonici secolari dediti a una vita pia e ritirata. L’impulso verso una nuova sensibilità religiosa li aveva tuttavia indotti a non aggregarsi a ordini vigenti, ma piuttosto a dare vita a una nuova comunità. Gli ispiratori del progetto erano stati Giovanni Dominici, esecutore del testamento spirituale di s. Caterina da Siena, e soprattutto Bartolomeo da Roma, riformatore dei canonici di Frigionaia, presso Lucca, e che dal 1396 era approdato in Veneto come predicatore 7 . 5 G. DI AGRESTI, s. v. Lorenzo Giustiniani, in Bibliotheca Sanctorum, VIII, Roma 1966, col. 151. 6 Bartolomeo da Roma divenne titolare del beneficio ecclesiastico di S. Agostino di Vicenza, in cui nominò procuratore Giacomo degli Avvocati di Bergamo, e dove poi subentrò Gabriele Condulmer, canonico di S. Giorgio in Alga prima delle sua elezione papale come Eugenio IV (1431-1447): G. CRAC- CO, La fondazione dei canonici secolari di S. Giorgio in Alga, «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», 13 (1959), pp. 70-88, che alle pp. 81-88 pubblica la Bolla di conferma di Gregorio XII. Dominici, che contrastò il movimento umanistico ai suoi albori, fu autore della Locula noctis, composta nel 1405, cfr. JOHANNIS DOMINICI, Lucula noctis, e. E. HUNT, Notre Dame (Ind.) 1940. 7 G. CRACCO, La fondazione, p. 77; cfr. anche ID., Riforma e decadenza nel monastero di S. Agostino di Vicenza, «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», 14 (1960), pp. 214-15.
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