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124 SIMONA GAVINELLI [6 za omettere un costante spirito di carità, comportamenti che gli valsero nel 1451 la nomina a protopatriarca di Venezia 11 . Fino alla morte, sopraggiunta nel 1456, proseguì dunque con il suo impegno letterario e nell’azione in favore di vari movimenti riformati, specialmente quelli di spiritualità affine al ceppo scaturito da S. Giorgio in Alga. Durante la vita fu amico di Bernardino da Siena, fulcro del movimento francescano dell’Osservanza anche in Italia settentrionale, e del meno noto Gian Nicola Salerno di Dolcetto, morto nel 1426, per cui Guarino da Verona, corifeo dell’umanesimo settentrionale, recitò una commossa orazione funebre costruita anche su passaggi tratti dalle opere di Bernardino da Siena. Questo ambito culturale trapela in qualche modo pure nella miscellanea umanistica Brescia, Biblioteca Civica Queriniana, A. VII. 1, proveniente dal monastero cittadino di S. Faustino Maggiore 12 . Fu copiata a Rovigo nel 1439 in minuta gotica corsiva da due copisti, il primo dei quali, attraverso le ripetute sottoscrizioni autografe, è identificabile con Bartolomeo Ganassoni, esponente di una potente famiglia bresciana, e allievo di Guarino da Verona 13 . Alla fine del De le- 11 Papa Niccolò V (1447-1455) provvide infatti a sopprimere le desuete titolarità episcopali di Castello (Venezia) e patriarcali di Grado, per ricongiungere l’unica qualifica di protopatriarca di Venezia: DI AGRESTI, s. v. Lorenzo Giustiniani, coll. 150-156. L’istruzione di un processo di canonizzazione a suo carico fu aperta già con Sisto IV della Rovere (1471-1484), che purtroppo terminò solo nel 1690 con Alessandro VIII (1689-1691), il veneziano Ottoboni. 12 CRACCO, La fondazione, pp. 80-81; G. P. MARCHI, Un nuovo documento su Vittorino da Feltre, «Italia medioevale e umanistica», 8 (1965), p. 342. Sul codice: P. RUGGERI, Sopravvissuti in Queriniana. I manoscritti della biblioteca del monastero di San Faustino Maggiore a Brescia, «Annali Queriniani», 5 (2004), pp. 75-85; S. GAVINELLI, La biblioteca medievale del monastero di S. Faustino di Brescia, in San Faustino Maggiore di Brescia, il monastero della città. Atti della giornata nazionale di studio (Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore, 11 febbraio 2005), a cura di G. Archetti- A. Baronio, «Brixia Sacra. Memorie storiche della diocesi di Brescia», 3 a ser., 11/1 (20<strong>06</strong>), pp. 100-01. 13 R. SABBADINI, Le scoperte dei codici latini e greci ne’ secoli XIV e XV, Firenze 1905, p. 98; BÉNÉDICTINS DU BOUVERET, Colophons de manuscripts
7] I codici bresciani delle opere di Lorenzo Giustiniani 125 gibus di Cicerone (ff. 1r-46v) si trova una lunga nota rubricata, aggiunta in grafia umanistica da Leonino Brembato, amico del Ganassoni, in cui l’estensore dichiarava di avere eseguito la collazione del testo direttamente su un esemplare appartenuto al comune maestro Guarino, e completava l’excursus con brevi annotazioni di cronaca relative al 1439, anno in cui Brescia fu liberata dall’assedio di Niccolò Piccinino, assoldato da Filippo Maria Visconti (f. 46v) 14 . In maniera sintomatica al f. 117v è riportata una meditazione che la rubrica definisce tratta direttamente dall’originale di s. Bernardino da Siena, peraltro già presente con la sua produzione tra le fonti della ricordata oratio funebre composta da Guarino Veronese per Giovanni Nicola Salerno di Dolcetto (ff. 120r-130v). S. Pietro in Oliveto, sorta verso la fine del sec. XI come canonica regolare riformata sull’onda del rinnovamento spirituale della Chiesa posteriore a Gregorio VII, riuscì a decollare costruttivamente solo nei decenni seguenti, dopo la composizione delle turbative urbane connesse con la predicazione di Arnaldo da Brescia contro la ricchezza e la mondanità del clero 15 . Un nuovo fervore religioso si verificò infatti quan- occidentaux des origins au XVI e siècle, I, Fribourg (Suisse) 1965 («Spicilegii Friburgensis Subsidia», 2), p. 221 n° 1770. Circa Bartolomeo Ganassoni non si hanno ulteriori riscontri documentari; e le uniche notizie sulla famiglia desumibili dal breve studio genealogico pubblicato da Paolo Guerrini (P. GUERRINI, La famiglia e le carte Ganassoni di Brescia, «Rivista del Collegio Araldico», 1928, pp. 186-94) indicano che i Ganassoni, provenienti da Bergamo ancora a metà del Trecento, erano ben presto diventati una delle famiglie più potenti di Brescia già nel Quattrocento; la più spiccata personalità in campo religioso – anche questa non rilevata nell’albero genealogico, ma con attestazioni documetarie in S. Pietro in Oliveto – è quella di Bernardino Ganassoni che, ai tempi di Girolamo Cavalli, condivise spesso le massime reponsabilità della Congregazione, cfr. TOMASINI, Annales, ad annum. 14 Per il quadro storico bresciano: C. PASERO, Il dominio veneto fino all’incendio della Loggia (1426-1575), in Storia di Brescia, II, Brescia 1963, pp. 43, 47-50. 15 G. ANDENNA, Canoniche regolari e canonici a Brescia nell’età di Arnaldo, in Arnaldo da Brescia e il suo tempo, a cura di M. Pegrari, Brescia 1991, pp. 119-32, in particolare le pp. 121-23.
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