03 comunic / libere /1 - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed ...
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G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl, 117-286 © PI-ME, Pavia 20<strong>03</strong><br />
www.gimle.fsm.it<br />
COMUNICAZIONI<br />
TEMI LIBERI
Pagina 118<br />
Bianca
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 119<br />
S. Tringali, E. Finozzi, G. Catenacci<br />
Giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità lavorativa in un operatore sanitario affetto<br />
da schizofrenia<br />
Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS. Istituto Scientifico <strong>di</strong> Pavia. UOOML<br />
RIASSUNTO. Viene presentato il caso <strong>di</strong> un lavoratore, affetto<br />
da schizofrenia, ritenuto idoneo ad attività lavorativa proficua<br />
dallo specialista psichiatra. Il Me<strong>di</strong>co Competente, formula<br />
invece un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> non idoneità a lavoro proficuo<br />
confermato dal Collegio Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong>l’ASL competente in forza<br />
<strong>del</strong> D.Lgs 626/94, articolo 17, che estende il giu<strong>di</strong>zio d’idoneità<br />
alla mansione espresso dal Me<strong>di</strong>co Competente anche alla<br />
sfera psichica <strong>del</strong> lavoratore.<br />
Parole chiave: schizofrenia, lavoro, giu<strong>di</strong>zio d’idoneità al lavoro.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
JUDGEMENT OF FITNESS TO WORK IN A WORKER AFFECTED WITH<br />
SCHIZOPHRENIA. We show the case of a worker affect<strong>ed</strong> with<br />
schizophrenia who was declar<strong>ed</strong> by the psychiatrist fit to work.<br />
The “Me<strong>di</strong>co Competente” on the contrary decides that he is not<br />
fit to do that job and his judgement is also confirm<strong>ed</strong> by the<br />
“ASL-Collegio Me<strong>di</strong>co” accor<strong>di</strong>g to the D.Lgs 626/94, item 17,<br />
which exstends the judgement of the fitness to work given by the<br />
“Me<strong>di</strong>co Competente” even to the psychic sphere of the worker.<br />
Key words: schizophrenia, work, judgement of fitness to work.<br />
Introduzione<br />
L’articolo 17, comma 1, lettera a <strong>del</strong> D.Lgs 626/94 estende il giu<strong>di</strong>zio<br />
<strong>di</strong> idoneità fisica alla mansione formulato dal Me<strong>di</strong>co Competente anche<br />
alla sfera psichica; in tale ottica s’inquadra il caso <strong>di</strong> un ausiliario<br />
specializzato ai servizi assistenziali, <strong>di</strong> anni 41, affetto da psicosi cronica<br />
<strong>di</strong> tipo schizofrenico, operante in un osp<strong>ed</strong>ale lombardo.<br />
Anamnesi patologica documentale<br />
Nella sch<strong>ed</strong>a riassuntiva dei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> assenza per malattia fruiti dall’operatore<br />
sanitario sono annotate brevi assenze per malattia, che nel<br />
1991-1992 riconoscono come causa <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> tipo psichiatrico, peraltro<br />
generici: nevrosi ansiosa, nevrosi o stato ansioso depressivo, psiconevrosi<br />
o sindrome ansiosa.<br />
Nell’ottobre 1996 è documentato il primo ricovero osp<strong>ed</strong>aliero in regime<br />
volontario, con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> “schizofrenia semplice e stato <strong>di</strong> allarme<br />
psicotico con viva persecutorietà”. Durante la degenza si evidenziano<br />
note reattive ad una situazione <strong>di</strong> conflitto con i colleghi <strong>di</strong> lavoro, perdurante<br />
da alcuni mesi. Da quel momento il lavoratore è preso in carico<br />
dal Servizio <strong>di</strong> Salute Mentale <strong>del</strong>la ASL competente che evidenzia come<br />
il quadro clinico acuto, motivo <strong>del</strong> ricovero, fosse una riacutizzazione <strong>di</strong><br />
una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> “psicosi cronica <strong>di</strong> tipo schizofrenico, collocabile verosimilmente<br />
in un quadro simplex, in cui prevale una sintomatologia negativa<br />
con ridotta spinta volitiva, scarse relazioni con gli altri e tendenza<br />
all’isolamento sociale”.<br />
Iter <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità<br />
Nel mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 1996 il Datore <strong>di</strong> lavoro ne chi<strong>ed</strong>e la <strong>di</strong>spensa<br />
dal servizio per inidoneità a lavoro proficuo al Collegio Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong>la<br />
ASL che <strong>di</strong>spone una perizia me<strong>di</strong>co legale sul lavoratore. L’accertamento<br />
evidenzia, “la presenza <strong>di</strong> una persistente ideazione a contenuto persecutorio<br />
e <strong>di</strong> riferimento. Tale ideazione, soprattutto per la pervasività e<br />
per la mancanza <strong>di</strong> qualsiasi elemento critico, ha l’aspetto <strong>di</strong> un’ideazione<br />
<strong>di</strong> tipo <strong>del</strong>irante, seppur labile e poco strutturata: non si può escludere<br />
che tali vissuti persecutori riconoscano anche una componente realistica<br />
ma non vi è dubbio che l’elemento <strong>di</strong> realtà venga poi elaborato dal soggetto<br />
secondo linee psicopatologiche”. Sia il colloquio, sia i test evidenziano<br />
tuttavia che il soggetto conserva in ogni caso una certa qual residua<br />
capacità <strong>di</strong> relazione con il reale e suggeriscono la possibilità <strong>di</strong> una risposta<br />
positiva al trattamento psicofarmacologico. Tale con<strong>di</strong>zione implica<br />
la possibilità <strong>di</strong> impiego solo in compiti subor<strong>di</strong>nati <strong>ed</strong> elementari.<br />
Nell’aprile 1997 il collegio Me<strong>di</strong>co formula la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> “psicosi<br />
cronica in soggetto oligofrenico” e ritiene che l’interessato sia da considerarsi<br />
“idoneo a svolgere lavoro proficuo, in con<strong>di</strong>zioni particolari e<br />
protette”. Tali con<strong>di</strong>zioni sono riscontrabili nell’attività abitualmente<br />
svolta.<br />
Nel 1998, nel corso <strong>di</strong> una visita <strong>di</strong> idoneità perio<strong>di</strong>ca, il Me<strong>di</strong>co<br />
Competente riscontra da parte <strong>del</strong>l’interessato un atteggiamento composto,<br />
collaborante, orientato nel tempo e nello spazio, ma chiuso in se stesso,<br />
lo sguardo fisso a terra, teso, quasi in guar<strong>di</strong>a verso un possibile peri-
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colo, con mimica e gestualità praticamente assenti. Il Me<strong>di</strong>co Competente<br />
effettua in seguito più sopralluoghi nel corso dei quali verifica l’inconsistenza<br />
<strong>del</strong> lavoro da svolgere e riscontra da parte <strong>del</strong>l’operatore atteggiamenti<br />
che creano <strong>di</strong>sagio all’utenza, quali deambulazioni reiterate in<br />
atteggiamento catatonico, <strong>di</strong>visa <strong>di</strong> lavoro spesso insu<strong>di</strong>ciata da emissioni<br />
<strong>di</strong> urina, prolungate esibizioni canore in falsetto. Sentito il parere concorde<br />
<strong>del</strong>lo psichiatra che lo segue da circa tre anni, stante l’impossibilità<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare nell’ambito aziendale un’attività confacente, il Me<strong>di</strong>co<br />
Competente formula infine il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> “non idoneità a lavoro proficuo”<br />
che il Datore <strong>di</strong> lavoro sottopone al Collegio Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong>la ASL.<br />
Il Collegio Me<strong>di</strong>co, acquisite agli atti la documentazione sanitaria <strong>di</strong>sponibile,<br />
la relazione <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co Competente e una nuova perizia me<strong>di</strong>co<br />
legale che conferma la prec<strong>ed</strong>ente, nel novembre 1999 conclude che il<br />
<strong>di</strong>pendente è “non idoneo in modo assoluto e permanente allo svolgimento<br />
<strong>di</strong> qualsiasi lavoro proficuo”.<br />
Discussione e conclusioni<br />
Il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità alla mansione specifica è stato introdotto dal<br />
D.Lgs 277/91, art. 7, ripetuto nel D.Lgs 77/92, art. 5, nonché riba<strong>di</strong>to all’articolo<br />
17, lettera c <strong>del</strong> D.Lgs 626/94 e successive mo<strong>di</strong>ficazioni e integrazioni<br />
<strong>ed</strong> è da intendersi come espressione <strong>del</strong> più elevato livello possibile<br />
<strong>di</strong> compatibilità tra uomo e il lavoro.<br />
Il Me<strong>di</strong>co Competente deve essere quin<strong>di</strong> espressione <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>cina<br />
occupazionale, <strong>di</strong> comunità e ambientale, essere inserito nel contesto<br />
<strong>del</strong>l’impresa, essere partecipe <strong>del</strong>le scelte decisionali, conoscere i rischi<br />
specifici connessi con il lavoro e le loro possibili ricadute sui lavoratori,<br />
conoscere i lavoratori e le loro caratteristiche psicofisiche. Alla luce <strong>di</strong><br />
queste premesse il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità formulato dal Me<strong>di</strong>co Competente<br />
deve essere valutato <strong>di</strong>versamente da una pur qualificata consulenza<br />
me<strong>di</strong>co-legale che nel caso presentato valuta le con<strong>di</strong>zioni psichiche <strong>di</strong> un<br />
lavoratore relativamente ad un ristretto spazio temporale, in una situazione<br />
avulsa dallo specifico contesto lavorativo e senza strumenti <strong>di</strong> indagine<br />
per valutare concretamente e correttamente le interazioni uomo-lavoro,<br />
in modo tale da esprimere un parere non definitivo, limitato al solo<br />
aspetto psichico, che non rispecchia il concetto <strong>di</strong> salute psicofisica inteso<br />
oggi non più come la mera tutela <strong>di</strong> questo bene, ma come la sua attiva<br />
promozione verso i livelli più elevati <strong>di</strong> compatibilità tra l’uomo e il<br />
suo lavoro.<br />
In questo caso il Me<strong>di</strong>co Competente, ha potuto definire come un’attività<br />
lavorativa, svolta in particolari con<strong>di</strong>zioni, possa essere non solo<br />
non terapeutica, ma probabile fattore scatenante e aggravante una psicosi<br />
da tempo manifesta e il giu<strong>di</strong>zio <strong>del</strong> Collegio Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong>l’ASL ne suffraga<br />
le conclusioni.<br />
Bibliografia<br />
1) Ambrosi L. Il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità al lavoro. Trattato <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong><br />
<strong>Lavoro</strong> a cura <strong>di</strong> L. Ambrosi e V. Foà. UTET, Torino 1996.<br />
2) Feltrin G, Catenacci G. Controversie in tema <strong>di</strong> idoneità lavorativa.<br />
Atti <strong>del</strong> Convegno “L’idoneità lavorativa alla luce <strong>del</strong> D.Lgs 626/94”.<br />
Lecco, 23 giugno 1995; 33-45.<br />
3) Petrella F. <strong>Lavoro</strong> e psicopatologia: lineamenti generali. G Ital M<strong>ed</strong><br />
Lav Erg 2000; 22: 1, 32-37.
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G. Berra, A. Rulfi<br />
La sorveglianza sanitaria dei marittimi tra il nuovo e l’antico<br />
Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong>, ASL n. 3, Genova<br />
RIASSUNTO. Con il D.L.vo 271/99 viene introdotta, anche per<br />
i lavoratori marittimi, la sorveglianza sanitaria da parte <strong>del</strong><br />
me<strong>di</strong>co competente. Si configura, peraltro, la situazione<br />
anomala <strong>di</strong> permanenza degli accertamenti sanitari espletati,<br />
ai sensi <strong>del</strong> R.D. n.1773/1933 e successive mo<strong>di</strong>fiche dai servizi<br />
periferici <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità. Viene presentato il<br />
risultato <strong>del</strong>l’analisi <strong>del</strong>le modalità <strong>di</strong> effettuazione dei<br />
controlli sanitari da parte dei Servizi periferici <strong>del</strong> Ministero<br />
<strong>del</strong>la Sanità: gli Uffici <strong>di</strong> Sanità Marittima e i Servizi <strong>di</strong><br />
Assistenza Sanitaria ai Naviganti (SASN) operanti presso la<br />
s<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> Genova. Nelle conclusioni, si in<strong>di</strong>viduano le azioni, già<br />
percorribili da subito, per razionalizzare l’attività <strong>di</strong><br />
sorveglianza sanitaria dei lavoratori marittimi:<br />
Parole chiave: sorveglianza sanitaria, marittimi.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
THE HEALTH SURVEILLANCE OF THE SEAFARES BETWEEN NEW AND<br />
OLD. The law D.Lgs. 271/99 has introduc<strong>ed</strong>, also for the<br />
seafarers, preview<strong>ed</strong> principles and contents of sanitary<br />
surveillance, in use for workers in the other manufactoring<br />
fields. It is taking shape, moreover, the anomalous situation of<br />
permanence of the sanitary assessments done by the peripheral<br />
Services of the Ministry of Health accor<strong>di</strong>ng to the R.D.<br />
n.1773/1933 and following mo<strong>di</strong>fications. Below it is describ<strong>ed</strong><br />
the result of an evaluation of the way of application of the<br />
sanitary checks protocols by the following Services of the<br />
Ministry of Health: the Offices of Marine Health and the<br />
Sanitary Servicings to Seafarers (SASN) operating at Genoa. In<br />
the conclusions, the actions, already possible, are detect<strong>ed</strong> in<br />
order to rationalize the seafarers’s sanitary surveillance<br />
activities.<br />
Key words: health surveillance, seafares.<br />
Introduzione<br />
Un importante elemento innovativo, contenuto nel Decreto Legislativo<br />
271/99 (rispetto anche ai precetti <strong>del</strong> D.L.vo 626/94), è costituito<br />
dall’obbligo <strong>del</strong>l’armatore e <strong>del</strong> comandante (art. 6) <strong>di</strong> designare<br />
il me<strong>di</strong>co competente: tale obbligo risulta valere in maniera incon<strong>di</strong>zionata,<br />
vale a <strong>di</strong>re in<strong>di</strong>pendentemente dalla valutazione dei rischi specifici,<br />
in considerazione <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> “tutela speciale” destinata ad<br />
una popolazione lavorativa che opera (e vive) in un ambiente particolare<br />
e critico.<br />
Prima <strong>del</strong> D.L.vo 271/99 non esisteva il me<strong>di</strong>co competente come figura<br />
<strong>del</strong>la prevenzione deputata alla tutela <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong> lavoratore marittimo.<br />
Con questa nuova norma <strong>di</strong> legge il me<strong>di</strong>co competente è tenuto, in<br />
particolare, a:<br />
– collaborare con l’armatore e con il servizio <strong>di</strong> prevenzione e protezione<br />
alla pre<strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>l’attuazione <strong>del</strong>le misure per la tutela<br />
<strong>del</strong>la salute <strong>del</strong> lavoratore marittimo;<br />
– visitare gli ambienti <strong>di</strong> lavoro almeno due volte l’anno;<br />
– partecipare alla programmazione <strong>del</strong> controllo <strong>del</strong>l’esposizione dei lavoratori<br />
marittimi;<br />
– pre<strong>di</strong>sporre l’attuazione <strong>del</strong>le misure per la tutela <strong>del</strong>la salute <strong>del</strong> lavoratore<br />
marittimo <strong>di</strong> cui all’art. 23 comma 1 lettera a), nelle misure<br />
previste dall’assistenza sanitaria a bordo (art. 24) e nell’informazione<br />
e formazione dei lavoratori marittimi sulle proc<strong>ed</strong>ure che riguardano<br />
il pronto soccorso (art. 27, 1 comma lettera e)).<br />
Con l’emanazione <strong>del</strong> D.Lvo 271/99 viene peraltro a configurarsi<br />
questa situazione: permangono gli accertamenti sanitari espletati, ai sensi<br />
<strong>del</strong> R.D. n.1773/1933 e successive mo<strong>di</strong>fiche dai Servizi periferici <strong>del</strong><br />
Ministero <strong>del</strong>la Sanità.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Il lavoratore marittimo, ai sensi <strong>del</strong>l’art. 8 <strong>del</strong> D.L.vo 271/99, ha<br />
“l’obbligo <strong>di</strong> sottoporsi ai controlli sanitari secondo quanto <strong>di</strong>sposto dalle<br />
vigenti normative in materia”. Questo significa che il sistema <strong>di</strong> controlli<br />
sanitari previsti dal R.D. n.1773/1933 e successive normative viene<br />
riaffermato senza ombra <strong>di</strong> dubbio.<br />
È stata pertanto effettuata una ricognizione <strong>del</strong>la normativa vigente e<br />
un’analisi <strong>del</strong>le modalità <strong>di</strong> effettuazione dei controlli sanitari da parte dei<br />
Servizi periferici <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità: gli Uffici <strong>di</strong> Sanità Marittima<br />
e i Servizi <strong>di</strong> Assistenza Sanitaria ai Naviganti (SASN) operanti presso<br />
la s<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> Genova.<br />
Risultati<br />
Vengono, <strong>di</strong> seguito, presentati e analizzati gli accertamenti sanitari<br />
espletati, ai sensi <strong>del</strong> R.D. n.1773/1933 e successive mo<strong>di</strong>fiche svolti,<br />
dai Servizi periferici <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità: gli Uffici <strong>di</strong> Sanità<br />
Marittima e i Servizi <strong>di</strong> Assistenza Sanitaria ai Naviganti (SASN) <strong>del</strong>la<br />
s<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> Genova.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
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a) visita me<strong>di</strong>ca per l’immatricolazione<br />
Il R.D. n.1773/1933 e le successive mo<strong>di</strong>fiche così recitano: ”Gli accertamenti<br />
sanitari cui sono soggetti sia coloro che intendono ottenere l’iscrizione<br />
o la reinscrizione nelle matricole <strong>del</strong>la gente <strong>di</strong> mare <strong>di</strong> prima<br />
categoria, sia gli iscritti marittimi <strong>del</strong>la categoria stessa prima <strong>di</strong> prendere<br />
imbarco sulle navi mercantili nazionali, e gli accertamenti occorrenti<br />
per il conseguimento dei benefici previsti dalle leggi sulla previdenza sociale,<br />
debbono effettuarsi sulla base degli elenchi <strong>del</strong>le infermità, imperfezioni<br />
e <strong>di</strong>fetti fisici, annessi al presente decreto legge”.<br />
La L. 28 ottobre 1962, n. 1602 inoltre <strong>di</strong>spone che: “gli accertamenti<br />
sanitari <strong>di</strong> cui all’art. 1 <strong>del</strong> R.D.L. 14 <strong>di</strong>cembre 1933, n. 1773, convertito<br />
nella L. 22 gennaio 1934, n. 244, debbono effettuarsi tenendo conto,<br />
oltre che degli elenchi <strong>del</strong>le infermità, imperfezione e <strong>di</strong>fetti fisici ivi<br />
previsti, anche dei seguenti elementi: a) che le imperfezioni o malattie<br />
riscontrate non costituiscano pericolo per la salute <strong>del</strong>l’altro personale <strong>di</strong><br />
bordo; b) che le imperfezioni o malattie riscontrate non siano tali da venire<br />
aggravate dal servizio <strong>di</strong> bordo o da rendere il soggetto inadatto a<br />
tale servizio”.<br />
L’analisi dei protocolli in uso presso gli Uffici <strong>di</strong> Sanità Marittima <strong>di</strong><br />
Genova ha <strong>del</strong>ineato il seguente quadro: è previsto l’esame obiettivo <strong>di</strong><br />
organi toracici, organi addominali, capelli, ciglia, occhi, fronte, naso, viso,<br />
colorito, segni particolari, altri organi <strong>ed</strong> apparati. La visita comprende<br />
inoltre la rilevazione <strong>di</strong> statura, perimetro toracico, peso, funzione visiva<br />
binoculare e monoculare, sensibilità cromatica, funzione au<strong>di</strong>tiva bilaterale<br />
e unilaterale. Preliminarmente alla visita viene richiesta l’effettuazione<br />
<strong>di</strong> un RX <strong>del</strong> torace e l’accertamento sierologico per la lue (ai<br />
sensi <strong>del</strong>l’art. 7 <strong>del</strong>la legge n. 837 <strong>del</strong> 25.7.1956). L’esito <strong>del</strong>la visita me<strong>di</strong>ca<br />
è il “Verbale <strong>di</strong> visita me<strong>di</strong>ca” che contiene un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità o<br />
<strong>di</strong> non idoneità da parte <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Porto e una nota, a fondo pagina,<br />
a firma <strong>del</strong> Comandante <strong>del</strong>la Capitaneria <strong>di</strong> Porto, che “ne sia data <strong>comunic</strong>azione<br />
a chi ragiona ai sensi e per gli effetti <strong>del</strong> R.D.L. 14 Dicembre<br />
1933 n. 1773 convertito in legge”.<br />
Un depliant informativo <strong>del</strong>la Capitaneria <strong>di</strong> porto <strong>di</strong> Genova, sezione<br />
Gente <strong>di</strong> mare, relativo all’iscrizione nelle matricole e registri <strong>del</strong>la<br />
gente <strong>di</strong> mare, tra i documenti occorrenti prev<strong>ed</strong>e anche, per il rilascio<br />
<strong>del</strong> Certificato <strong>di</strong> idoneità fisica da parte <strong>del</strong>l’Ufficio <strong>di</strong> Sanità Marittima,<br />
il “gruppo sanguigno e il certificato <strong>di</strong> vaccinazione antitetanica rilasciato<br />
dalla competente USL. Ai sensi <strong>del</strong>la Circolare <strong>del</strong> Min. San. N.<br />
1000.6.620.1.2870 <strong>del</strong> 1° ottobre 1985, Oggetto: “Modalità <strong>di</strong> erogazione<br />
<strong>del</strong>l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e <strong>del</strong>l’aviazione<br />
civile”, le visite me<strong>di</strong>che, a cui è sottoposto il personale navigante,<br />
sono gratuite.<br />
b) visita me<strong>di</strong>ca preventiva per l’idoneità all’imbarco<br />
La L. 28 ottobre 1962, n. 1602 prev<strong>ed</strong>e, inoltre, che “gli iscritti nelle<br />
matricole <strong>del</strong>la prima e <strong>del</strong>la seconda categoria <strong>del</strong>la gente <strong>di</strong> mare non<br />
possono essere arruolati se non producono un certificato conforme al mo<strong>del</strong>lo<br />
approvato dal Ministro per la marina mercantile, attestante la loro<br />
attitu<strong>di</strong>ne fisica al lavoro al quale debbono essere impiegati a bordo, rilasciato<br />
da un me<strong>di</strong>co <strong>del</strong>la competente Cassa marittima per l’assicurazione<br />
contro gli infortuni sul lavoro e le malattie <strong>del</strong>la gente <strong>di</strong> mare.In caso<br />
<strong>di</strong> riconosciuta idoneità fisica <strong>del</strong> soggetto esaminato, il certificato suddetto<br />
deve attestare, in modo specifico: 1) che l’u<strong>di</strong>to e la vista <strong>del</strong> titolare<br />
e, ove si tratti <strong>di</strong> persona da impiegarsi nei servizi <strong>di</strong> coperta (ad eccezione<br />
<strong>del</strong> personale specializzato la cui attitu<strong>di</strong>ne al lavoro non è suscettibile<br />
<strong>di</strong> essere <strong>di</strong>minuita per il daltonismo), la percezione dei colori, sono<br />
sod<strong>di</strong>sfacenti; 2) che il titolare non è affetto da alcuna malattia <strong>di</strong> natura<br />
tale che lo renda non idoneo al servizio <strong>di</strong> bordo, o che comporti dei<br />
rischi per la salute <strong>del</strong>l’altro personale <strong>di</strong> bordo.<br />
Le Casse marittime, in occasione <strong>del</strong> rilascio <strong>del</strong> certificato <strong>di</strong> cui all’art.<br />
3 <strong>del</strong>la presente legge, debbono compiere un esame clinico completo<br />
con particolare riguardo agli organi già s<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> malattie per le quali il<br />
soggetto è stato assistito o giu<strong>di</strong>cato temporaneamente inabile. Dall’accertamento<br />
<strong>del</strong>la tubercolosi può venire escluso chi presenti attestato, non<br />
anteriore a tre mesi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>spensario antitubercolare o dall’Istituto nazionale<br />
<strong>di</strong> previdenza sociale, dal quale risulti che il soggetto non è affetto<br />
da malattie specifiche polmonari aggravabili e pericolose per gli altri.<br />
Anche nei soggetti apparentemente sani e senza prec<strong>ed</strong>enti <strong>di</strong> affezioni<br />
respiratorie, alla scadenza <strong>di</strong> visita biennale deve essere sempre<br />
praticato un esame ra<strong>di</strong>ologico rimettendo al sanitario <strong>del</strong>la Cassa la valutazione<br />
<strong>del</strong>la necessità o meno che esso sia completato da una ra<strong>di</strong>ografia.<br />
Quando si tratta <strong>di</strong> marittimi già prima assistiti per tubercolosi<br />
polmonare, il nuovo accertamento deve essere praticato presso i <strong>di</strong>spensari<br />
antitubercolari o presso i centri <strong>di</strong>agnostici <strong>del</strong>l’Istituto nazionale <strong>di</strong><br />
previdenza sociale e deve essere integrato da esami sierologici oltre che<br />
da quello batterioscopico.<br />
L’esame psichico è effettuato me<strong>di</strong>ante colloquio col sanitario. Se risultino<br />
prec<strong>ed</strong>enti <strong>di</strong> psicopatia o segni <strong>di</strong> debolezza mentale, l’esame deve<br />
essere effettuato da uno specialista psichiatra. Si deve, inoltre, accertare<br />
che siano state effettuate le vaccinazioni prescritte dalle autorità sanitarie<br />
competenti. La visita me<strong>di</strong>ca d’imbarco, <strong>di</strong> cui all’art. 323 <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce<br />
<strong>del</strong>la navigazione, deve limitarsi a constatare l’esistenza <strong>di</strong> malattie<br />
contagiose o <strong>di</strong> malattie acute in atto. Nel corso <strong>del</strong>la visita me<strong>di</strong>ca si deve<br />
tener conto possibilmente dei particolari rischi e <strong>di</strong>sagi soprattutto climatici,<br />
inerenti alla specifica destinazione <strong>del</strong>la nave sulla quale il marittimo<br />
dovrebbe imbarcarsi”.<br />
L’analisi <strong>del</strong>le proc<strong>ed</strong>ure in uso presso il Servizio <strong>di</strong> Assistenza Sanitaria<br />
ai Naviganti (SASN) <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità <strong>del</strong>la s<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> Genova<br />
ha <strong>del</strong>ineato il seguente quadro: la visita me<strong>di</strong>ca, così come definito<br />
dalla Circolare <strong>del</strong> Min. San. N. 1000.6.620.1.2870 <strong>del</strong> 1° ottobre<br />
1985, Oggetto: “Modalità <strong>di</strong> erogazione <strong>del</strong>l’assistenza sanitaria al personale<br />
navigante, marittimo e <strong>del</strong>l’aviazione civile”, per i marittimi già<br />
sottoposti a visita me<strong>di</strong>ca biennale, si limita a “constatare l’esistenza <strong>di</strong><br />
malattie contagiose o <strong>di</strong> malattie acute in atto”. Viene inoltre effettuato<br />
l’esame <strong>del</strong> visus, <strong>del</strong> senso cromatico, <strong>del</strong>l’u<strong>di</strong>to, vengono rilevati altezza<br />
e peso, <strong>ed</strong> effettuata la rilevazione <strong>di</strong> albumina e glicosio nelle urine.<br />
Al termine <strong>del</strong>la visita viene rilasciato il certificato <strong>di</strong> visita preventiva<br />
d’imbarco in cui il marittimo firma la <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> “non accusare<br />
<strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> alcuna specie e <strong>di</strong> sentirsi in con<strong>di</strong>zioni fisiche tali da prestare<br />
incon<strong>di</strong>zionato servizio a bordo e che nessun provve<strong>di</strong>mento d’inibizione<br />
all’imbarco è stato adottato nei suoi confronti”.<br />
Il certificato riporta l’esito <strong>del</strong>l’esame <strong>del</strong> visus, <strong>del</strong> senso cromatico,<br />
<strong>del</strong>l’u<strong>di</strong>to, la rilevazione <strong>di</strong> altezza, peso, <strong>di</strong> albumina e glicosio nelle urine,<br />
eventuali imperfezioni e malattie riscontrate. Infine, viene espresso il<br />
giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> abilità o inabilità, firmato dal me<strong>di</strong>co e controfirmato dal marittimo.<br />
Se nel corso <strong>del</strong>la visita il me<strong>di</strong>co ravvisa la necessità <strong>di</strong> eseguire<br />
esami strumentali o <strong>di</strong> laboratorio o <strong>di</strong> visite specialistiche, in<strong>di</strong>rizza il<br />
marittimo ai servizi <strong>di</strong>agnostici <strong>del</strong> SASN stesso e rinvia l’espressione <strong>del</strong><br />
giu<strong>di</strong>zio all’acquisizione dei risultati.<br />
La visita e gli accertamenti integrativi sono gratuiti <strong>ed</strong> a totale carico<br />
<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità.<br />
Viene, infine, rilevato che i dati relativi alle visite me<strong>di</strong>che vengono<br />
inseriti in un programma <strong>di</strong> archivio centralizzato con s<strong>ed</strong>e al Ministero<br />
<strong>del</strong>la Sanità. Non viene riferito che esista un ritorno dei dati elaborati o<br />
grezzi alle se<strong>di</strong> <strong>del</strong> SASN.<br />
c) visita me<strong>di</strong>ca perio<strong>di</strong>ca per l’idoneità all’imbarco<br />
La già citata Circolare <strong>del</strong> Min. San. N. 1000.6.620.1.2870 <strong>del</strong> 1° ottobre<br />
1985 prev<strong>ed</strong>e: “La legge 28 ottobre 1962, n. 1602, <strong>di</strong>spone che gli<br />
iscritti nelle matricole <strong>del</strong>la gente <strong>di</strong> mare <strong>di</strong> prima e seconda categoria<br />
non possono essere arruolati se non producono un certificato attestante la<br />
loro attitu<strong>di</strong>ne fisica al lavoro al quale debbono essere a<strong>di</strong>biti a bordo.<br />
L’accertamento me<strong>di</strong>co, <strong>di</strong>sposto dall’autorità marittima, <strong>ed</strong> effettuato da<br />
me<strong>di</strong>ci ambulatoriali o fiduciari <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità, ha vali<strong>di</strong>tà per<br />
la durata <strong>di</strong> due anni dalla data <strong>del</strong> rilascio. Se il periodo <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà scade<br />
in corso <strong>di</strong> viaggio, il certificato resta valido fino alla fine <strong>del</strong> viaggio<br />
stesso. Dopo il termine <strong>di</strong> due anni l’accertamento deve essere ripetuto<br />
così successivamente a scadenza biennale. A visita effettuata il me<strong>di</strong>co<br />
provv<strong>ed</strong>e ad inoltrare all’autorità marittima che ha <strong>di</strong>sposto la visita, il<br />
certificato <strong>di</strong> idoneità o la <strong>comunic</strong>azione che il marittimo non è risultato<br />
idoneo. In caso <strong>di</strong> accertata malattia in atto, il giu<strong>di</strong>zio viene espresso<br />
solo a guarigione avvenuta.<br />
Al marittimo <strong>di</strong>chiarato idoneo l’autorità marittima provv<strong>ed</strong>e a consegnare<br />
il certificato <strong>di</strong> visita biennale dopo aver apposto debita annotazione<br />
<strong>del</strong> rilascio <strong>del</strong>lo stesso sul libretto <strong>di</strong> navigazione che viene restituito<br />
al marittimo stesso.<br />
I marittimi <strong>di</strong>chiarati non idonei vengono avviati a visita <strong>del</strong>la Commissione<br />
me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> 1° grado.<br />
Il libretto <strong>di</strong> navigazione <strong>di</strong> questi ultimi viene trattenuto dall’autorità<br />
marittima fino all’emissione <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio <strong>del</strong>la Commissione stessa.<br />
Contro le risultanze <strong>del</strong>la visita effettuata dalla Commissione <strong>di</strong> 1° grado,<br />
è ammesso ricorso, entro trenta giorni dalla data <strong>di</strong> <strong>comunic</strong>azione<br />
<strong>del</strong>l’esito <strong>del</strong>la visita stessa, alla Commissione me<strong>di</strong>ca centrale <strong>di</strong> secondo<br />
grado”.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 123<br />
La visita biennale <strong>di</strong> idoneità alla navigazione, effettuata dai me<strong>di</strong>ci<br />
<strong>del</strong> SASN <strong>di</strong> Genova, prev<strong>ed</strong>e:<br />
– la compilazione <strong>di</strong> un “Questionario” in cui vengono registrate le malattie<br />
sofferte in passato dal marittimo, i giu<strong>di</strong>zi eventualmente espressi<br />
nelle visite <strong>del</strong>la commissione <strong>di</strong> I grado, le patologie attualmente<br />
in corso; è prevista la firma <strong>del</strong>l’interessato;<br />
– la rilevazione <strong>del</strong>l’obiettività a carico dei <strong>di</strong>versi organi <strong>ed</strong> apparati, la<br />
P.A., il visus, la percezione dei colori, l’u<strong>di</strong>to, le con<strong>di</strong>zioni psichiche,<br />
l’esame urina limitatamente ad albumina e glicosio, il reperto ra<strong>di</strong>ologico<br />
<strong>del</strong> torace, altri eventuali esami richiesti in base a documentate<br />
in<strong>di</strong>cazioni anamnestiche e cliniche.<br />
– L’espressione <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità o <strong>di</strong> non idoneità a firma <strong>del</strong><br />
me<strong>di</strong>co; in caso <strong>di</strong> inidoneità il giu<strong>di</strong>zio me<strong>di</strong>co viene motivato.<br />
A seguito <strong>del</strong>la visita viene rilasciato il certificato <strong>di</strong> visita biennale<br />
in cui il me<strong>di</strong>co certifica che “il marittimo ha u<strong>di</strong>to, vista e percezione dei<br />
colori sod<strong>di</strong>sfacenti e non risulta affetto da malattie <strong>di</strong> natura tale che lo<br />
rendano non idoneo al servizio <strong>di</strong> bordo o che comportino dei rischi per<br />
la salute <strong>del</strong>l’altro personale”.<br />
La visita e gli accertamenti integrativi sono gratuiti <strong>ed</strong> a totale carico<br />
<strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità.<br />
Viene, infine, rilevato che i dati relativi alle visite me<strong>di</strong>che vengono<br />
inseriti in un programma <strong>di</strong> archivio centralizzato con s<strong>ed</strong>e al Ministero<br />
<strong>del</strong>la Sanità. Non c’è un ritorno dei dati elaborati o grezzi alle se<strong>di</strong> <strong>del</strong><br />
SASN.<br />
Considerazioni e Conclusioni<br />
Alla luce <strong>di</strong> quanto sopra esposto emerge la necessità <strong>di</strong> ridefinire i<br />
rapporti tra la nuova figura <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co Competente, prevista dal D. L.vo<br />
271/99, e le figure previste dalla normativa prec<strong>ed</strong>ente che continuano a<br />
svolgere attività e funzioni loro attribuite.<br />
Il quadro illustrato <strong>del</strong>inea la situazione anomala <strong>di</strong> un doppio sistema<br />
<strong>di</strong> controlli sanitari previsti dalla normativa vigente:<br />
a) riguardanti soggetti <strong>di</strong>versi - tutti i marittimi ovvero i marittimi esposti<br />
a situazioni <strong>di</strong> rischio lavorativo -;<br />
b) con finalità <strong>di</strong>verse - accertamento <strong>del</strong>l’idoneità all’imbarco e alla<br />
mansione ovvero accertamenti sanitari correlati ai rischi specifici <strong>del</strong>la<br />
mansione svolta.<br />
Da una parte, dunque, la sorveglianza sanitaria effettuata dal me<strong>di</strong>co<br />
competente, ai sensi dei punti 6 e 7 <strong>del</strong>l’art. 23 <strong>del</strong> D.L.vo 271/99, prev<strong>ed</strong>e<br />
accertamenti preventivi e perio<strong>di</strong>ci al fine <strong>di</strong> esprimere il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong><br />
idoneità alla mansione specifica. Dall’altra continuano ad essere svolti, dai<br />
me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Sanità Marittima, gli accertamenti sanitari espletati, ai sensi <strong>del</strong><br />
R.D. n.1773/1933 e successive mo<strong>di</strong>fiche (visita me<strong>di</strong>ca per l’immatricolazione,<br />
visita me<strong>di</strong>ca preventiva e perio<strong>di</strong>ca per l’idoneità all’imbarco).<br />
Del resto occorre ricordare che avverso i giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> inidoneità espressi<br />
dal me<strong>di</strong>co competente è previsto però il ricorso all’Ufficio <strong>di</strong> Sanità<br />
Marittima e non ai servizi <strong>di</strong> Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti <strong>di</strong><br />
<strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>la ASL come nel D.L.vo 626/94.<br />
In attesa <strong>di</strong> una auspicabile e rapida mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>la normativa sopra<br />
richiamata, ormai anacronistica rispetto ai moderni dettati <strong>del</strong>la Me<strong>di</strong>ci-<br />
na <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, si in<strong>di</strong>viduano le azioni, già percorribili da subito, per razionalizzare<br />
l’attività <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria dei lavoratori marittimi:<br />
– Deve essere definito un canale <strong>di</strong> accesso, da parte <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co Competente,<br />
ai risultati degli accertamenti sanitari effettuati dai Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />
Sanità Marittima e viceversa (ad es. i certificati d’idoneità lavorativa<br />
riportino gli esami integrativi effettuati con l’esito degli stessi).<br />
– Va previsto uno scambio <strong>di</strong> informazioni, tra il Me<strong>di</strong>co Competente e<br />
le strutture <strong>di</strong> Sanità Marittima, in merito ai programmi <strong>ed</strong> ai calendari<br />
<strong>di</strong> effettuazione dei controlli sanitari dei marittimi, al fine <strong>di</strong> evitare<br />
inutili doppioni o sovrapposizioni <strong>di</strong> esami e <strong>di</strong> accertamenti me<strong>di</strong>co-<strong>di</strong>agnostici.<br />
Appen<strong>di</strong>ce: La normativa <strong>di</strong> riferimento<br />
R.D. 29 settembre 1895, n. 636. Regolamento per la sanità marittima<br />
(mo<strong>di</strong>ficato da R.D. 7 luglio 1910, n. 573, da R.D. 11 gennaio 1923,<br />
n. 167, da R.D. 29 novembre 1925, n. 2288, da D.PR. 11 agosto<br />
1972, n. 850 e da D.P.R. 3 febbraio 1976, n. 479).<br />
R.D.L. 14 <strong>di</strong>cembre 1933, n. 1773. Accertamento <strong>del</strong>l’idoneità fisica <strong>del</strong>la<br />
gente <strong>di</strong> mare <strong>di</strong> prima categoria (convertito nella L. 22 gennaio<br />
1934, n. 244).<br />
L. 28 ottobre 1962, n. 1602. Mo<strong>di</strong>fiche <strong>ed</strong> integrazioni <strong>del</strong> R.D.L. 14 <strong>di</strong>cembre<br />
1933, n. 1773, convertito nella legge 22 gennaio 1934, n. 244,<br />
concernente l’accertamento <strong>del</strong>l’idoneità fisica <strong>del</strong>la gente <strong>di</strong> mare.<br />
D.M. 21 <strong>di</strong>cembre 1981. Requisiti fisici e psichici dei piloti dei porti<br />
(Gazzetta Ufficiale n. 58 <strong>del</strong>l’1 marzo 1981).<br />
Regio Decreto n° 327 <strong>del</strong> 30/<strong>03</strong>/1942: Co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la navigazione.<br />
D.P.R. 31 luglio 1980, n. 614: Ristrutturazione e potenziamento degli uffici<br />
<strong>di</strong> sanità marittima, aerea e <strong>di</strong> frontiera e degli uffici veterinari <strong>di</strong><br />
confine, <strong>di</strong> porto, <strong>di</strong> aeroporto e <strong>di</strong> dogana interna (art. 7 <strong>del</strong>la legge<br />
n. 833 <strong>del</strong> 1978).<br />
D.P.R. 31 luglio 1980, n. 620: Disciplina <strong>del</strong>l’assistenza sanitaria al personale<br />
navigante, marittimo e <strong>del</strong>l’aviazione civile (art. 37, ultimo<br />
comma <strong>del</strong>la legge n. 833 <strong>del</strong> 1978).<br />
D. Min. San. 22.2.1984: Fissazione dei livelli <strong>del</strong>le prestazioni sanitarie e<br />
<strong>del</strong>le prestazioni economiche accessorie a quelle <strong>di</strong> malattia assicurate<br />
in Italia, in navigazione <strong>ed</strong> all’estero al personale navigante, marittimo<br />
e <strong>del</strong>l’aviazione civile <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Sanità.<br />
Circolare <strong>del</strong> Min. San. N. 1000.6.620.1.2870 <strong>del</strong> 1° ottobre 1985 Oggetto:<br />
“Modalità <strong>di</strong> erogazione <strong>del</strong>l’assistenza sanitaria al personale navigante,<br />
marittimo e <strong>del</strong>l’aviazione civile”.<br />
D. Min. San. 2.5.1985: Direttive alle Regioni a alle provincie autonome<br />
<strong>di</strong> Trento e Bolzano in materia <strong>di</strong> profilassi internazionale e <strong>di</strong> sanità<br />
pubblica.<br />
L. 9 febbraio 1982 n. 106.: Approvazione <strong>ed</strong> esecuzione <strong>del</strong> regolamento<br />
sanitario internazionale adottato a Boston il 25 luglio 1969,<br />
mo<strong>di</strong>ficato dal regolamento ad<strong>di</strong>zionale, adottato a Ginevra il 23<br />
maggio 1973.<br />
Dec. L.vo 27.7.1999 n. 271: Adeguamento <strong>del</strong>la normativa sulla sicurezza<br />
e salute dei lavoratori marittimi a bordo <strong>del</strong>le navi mercantili da<br />
pesca nazionali, a norma <strong>del</strong>la legge 31.12.1998. n. 485.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
124 www.gimle.fsm.it<br />
A. Ossicini, L. Bin<strong>di</strong>, M.C. Casale<br />
Il ruolo fondamentale dei rappresentanti dei lavoratori nel programmare<br />
le attività <strong>di</strong> sicurezza<br />
Inail Sovrintendenza Me<strong>di</strong>ca Generale Settore V Prevenzione, Roma<br />
RIASSUNTO. Con l’avvento <strong>del</strong> D. Lgs. 626/94 che ha recepito<br />
le <strong>di</strong>rettive europee in materia <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> salute dei<br />
lavoratori sul luogo <strong>di</strong> lavoro, anche il nostro paese ha<br />
introdotto una <strong>di</strong>sciplina innovativa rispetto al passato in tale<br />
materia, in cui emergono nuove figure operative.<br />
Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza assume un<br />
ruolo <strong>di</strong> fondamentale importanza nella gestione <strong>del</strong>la<br />
prevenzione, <strong>del</strong>la sicurezza e <strong>del</strong>la salute dei lavoratori<br />
all’interno <strong>del</strong>l’azienda come normato puntualmente<br />
all’articolo 19.<br />
Infatti prima <strong>del</strong>l’introduzione <strong>di</strong> questo decreto legislativo la<br />
“tutela” <strong>del</strong>la salute dei lavoratori si basava essenzialmente su<br />
norme e prescrizioni, la cui attuazione era demandata in modo<br />
esclusivo e <strong>di</strong>retto al rapporto tra datore <strong>di</strong> lavoro e me<strong>di</strong>co<br />
competente, escludendo ogni intervento da parte <strong>del</strong><br />
“lavoratore”.<br />
Mentre nel passato i lavoratori potevano considerarsi solo i<br />
destinatari finali <strong>di</strong> istruzioni circa le misure <strong>di</strong> sicurezza da<br />
mettere in atto, con il 626 gli stessi lavoratori <strong>di</strong>ventano parte<br />
attiva nella ricerca, nell’analisi e nella valutazione dei rischi<br />
sul lavoro e conseguentemente nell’attuazione <strong>di</strong> tutte quelle<br />
misure <strong>di</strong> sicurezza <strong>ed</strong> igiene che favoriscono la riduzione dei<br />
livelli <strong>di</strong> rischio.<br />
La normativa vigente assegna al rappresentante dei lavoratori<br />
per la sicurezza compiti importanti; vengono esaminati e<br />
commentati tutti i compiti e le attribuzioni riservate a tale<br />
figura <strong>ed</strong> in particolare quelli relativi al <strong>di</strong>ritto<br />
all’informazione/formazione, alla consultazione, alla<br />
partecipazione alle attività <strong>di</strong> promozione <strong>ed</strong> elaborazione <strong>del</strong>le<br />
misure <strong>di</strong> sicurezza.<br />
La figura <strong>del</strong> rappresentante dei lavoratori assume oggi un<br />
significato <strong>ed</strong> un ruolo <strong>di</strong> fondamentale importanza in un<br />
sistema autoregolante nella sicurezza sul lavoro, dove quin<strong>di</strong> è<br />
giusto che debba assumersi le responsabilità anche in detto<br />
campo, <strong>di</strong>ventando una figura <strong>di</strong> riferimento per tutti i<br />
lavoratori.<br />
Parole chiave: rappresentanti dei lavoratori, sicurezza sul lavoro,<br />
Decreto Legislativo 626/94.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
THE INDISPENSABLE ROLE OF THE WORKERS’ REPRESENTATIVE IN<br />
PREVENTATIVE SAFETY ACTIVITY. With the arrival of Legislative<br />
Decree 626/94 which brought into Italian law the EU <strong>di</strong>rectives<br />
on workers’ health and safety at the workplace, our country has<br />
also introduc<strong>ed</strong> rules that make a break with the past in this<br />
area, with the creation of new professional roles.<br />
The workers’ safety representative takes on a fundamentally<br />
important role in the management of prevention, safety and<br />
health for workers in their place of employment in accordance<br />
with article 19.<br />
In fact, before the introduction of this Legislative Decree, the<br />
“protection” of workers’ health was essentially bas<strong>ed</strong> on rules<br />
and regulations the application of which was left to the exclusive<br />
and <strong>di</strong>rect responsibility of the relationship between the employer<br />
and doctor, leaving out any participation by the worker.<br />
Whereas in the past workers could only be consider<strong>ed</strong> the final<br />
receivers of instructions about the security measures to apply,<br />
with Law 626 the workers themselves became active participants<br />
in the assessment of risks at work and consequently in the<br />
implementing of all the safety and hygiene measures<br />
contributing to the r<strong>ed</strong>uction of risk levels.<br />
The new regulations now in force assign important tasks to the<br />
workers’ safety representative; all tasks and responsibilities<br />
associat<strong>ed</strong> with that role are examin<strong>ed</strong> and <strong>di</strong>scuss<strong>ed</strong>, especially<br />
those relating to rights to information and training, consultation<br />
and participation in the process of designing and promoting<br />
safety measures.<br />
The job of workers’ representative today takes on a<br />
fundamentally important meaning and role in a self-regulating<br />
system of work safety, where he or she has a proper area<br />
responsibility, so becoming a reference point for the workers<br />
generally.<br />
Key words: worker’s safety representative, safety at the<br />
workplace, Legislative Decree 626/94.<br />
L’emanazione <strong>del</strong> D. Lgs. 626/94 ha rappresentato per il ns. paese un<br />
punto <strong>di</strong> svolta nell’evoluzione <strong>del</strong>la normativa in materia <strong>di</strong> sicurezza e<br />
salute negli ambienti <strong>di</strong> lavoro.<br />
A <strong>di</strong>stanza ormai <strong>di</strong> quasi <strong>di</strong>eci anni dalla sua introduzione, sebbene<br />
siano successivamente intervenute alcune mo<strong>di</strong>fiche <strong>ed</strong> integrazioni in alcuni<br />
aspetti <strong>di</strong> tale normativa, la portata <strong>del</strong> decreto mantiene intatta la<br />
sua caratteristica innovativa.<br />
L’obiettivo <strong>del</strong> decreto è stato dunque il miglioramento <strong>del</strong>la sicurezza<br />
e <strong>del</strong>la salute dei lavoratori attraverso l’istituzione <strong>di</strong> un vero e proprio<br />
sistema aziendale per la sicurezza <strong>di</strong> tutti i lavoratori.<br />
I principi fondamentali <strong>del</strong> D. Lgs. 626/94 sono rappresentati da:<br />
Obbligo <strong>del</strong>la valutazione <strong>del</strong> rischio per tutte le aziende, sia pubbliche<br />
che private<br />
Sistema <strong>di</strong> prevenzione e protezione aziendale<br />
Ruolo <strong>del</strong> Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza<br />
Informazione e formazione dei lavoratori<br />
Le nuove figure sono state istituite dal decreto con il compito <strong>di</strong> collaborare<br />
con il datore <strong>di</strong> lavoro proprio nell’attività <strong>di</strong> prevenzione e tutela<br />
<strong>del</strong>la sicurezza <strong>del</strong> lavoro; tali figure sono:<br />
♦ Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza<br />
♦ Il servizio <strong>di</strong> prevenzione e protezione dai rischi<br />
♦ Il Responsabile <strong>del</strong> Servizio <strong>di</strong> Prevenzione e Protezione<br />
♦ Il Me<strong>di</strong>co competente, in quei casi in cui sia previsto l’obbligo <strong>di</strong> sorveglianza<br />
sanitaria
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 125<br />
Il sistema <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong>la sicurezza aziendale nasce quin<strong>di</strong> dal confronto<br />
e dall’interazione tra queste figure: datore <strong>di</strong> lavoro, servizio <strong>di</strong> prevenzione<br />
e protezione (responsabile <strong>del</strong>la sicurezza e addetto alla sicurezza),<br />
me<strong>di</strong>co competente, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (che costituisce<br />
il tramite dei lavoratori per intervenire in tale sistema gestionale).<br />
Il Decreto Legislativo 626/94 traduce il criterio <strong>del</strong> legislatore comunitario<br />
(<strong>di</strong>rettiva CEE 89/391) rivolto ad attivare tutti i soggetti che sono<br />
interessati a perseguire <strong>ed</strong> a mantenere idonee con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sicurezza<br />
sul luogo <strong>di</strong> lavoro.<br />
La consultazione dei RLS è obbligatoria <strong>ed</strong> è altresì un loro <strong>di</strong>ritto<br />
partecipare alla soluzione <strong>di</strong> problematiche inerenti la sicurezza nei luoghi<br />
<strong>di</strong> lavoro.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>le attribuzioni assegnate al rappresentante dei lavoratori,<br />
possiamo focalizzare sette aspetti che riassumono e mettono in rilievo<br />
la figura <strong>del</strong> RLS.<br />
Tali aspetti riguardano:<br />
• Ruolo<br />
• Preparazione<br />
• Consultazione<br />
• Sollecitazione<br />
• Proposizione<br />
• Osservazioni<br />
• Controllo<br />
Ruolo<br />
l primo aspetto riguarda la conoscenza e la comprensione <strong>del</strong> ruolo<br />
<strong>di</strong> RLS, nel senso che ciascun lavoratore che va ad assumere l’incarico <strong>di</strong><br />
RLS deve conoscere bene i nuovi compiti e le responsabilità assegnategli<br />
dal 626/94, <strong>di</strong>scutendone insieme agli altri lavoratori, preferibilmente prima<br />
<strong>di</strong> essere eletto. Rappresentare i lavoratori comporta anche la conoscenza<br />
degli obblighi <strong>di</strong> quest’ultimi, in particolare l’articolo 5 <strong>del</strong> decreto<br />
così recita: “Ciascun lavoratore deve prendersi cura <strong>del</strong>la propria sicurezza<br />
e <strong>del</strong>la propria salute e <strong>di</strong> quella <strong>del</strong>le altre persone presenti sul luogo<br />
<strong>di</strong> lavoro, su cui possono ricadere gli effetti <strong>del</strong>le sue azioni od omissioni,<br />
conformemente alla sua formazione e alle sue istruzioni e ai mezzi<br />
forniti dal datore <strong>di</strong> lavoro.”<br />
Per conseguire ciò tutti i lavoratori debbono seguire le prescrizioni<br />
contenute al punto 2 <strong>del</strong> m<strong>ed</strong>esimo articolo pena sanzioni penali (arresto<br />
o ammenda) in caso <strong>di</strong> violazione.<br />
Tali prescrizioni vanno dall’osservazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>sposizioni <strong>ed</strong> istruzioni<br />
impartite dal datore <strong>di</strong> lavoro per la protezione collettiva <strong>ed</strong> in<strong>di</strong>viduale,<br />
al corretto utilizzo dei vari macchinari <strong>ed</strong> utensili, all’appropriato<br />
utilizzo dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione, alla segnalazione al datore <strong>di</strong> lavoro<br />
<strong>del</strong>le deficienze <strong>di</strong> questi mezzi e <strong>di</strong>spositivi, nonché al <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare<br />
o rimuovere tali <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sicurezza, segnalazione o controllo,<br />
<strong>di</strong> compiere <strong>di</strong> propria iniziativa operazioni o manovre non <strong>di</strong> loro<br />
competenza; <strong>di</strong> sottoporsi ai controlli sanitari previsti e <strong>di</strong> contribuire con<br />
il datore <strong>di</strong> lavoro ad adempiere a tutti gli obblighi imposti dall’autorità<br />
competente per la sicurezza e la salute dei lavoratori durante il lavoro.<br />
Preparazione<br />
Questo secondo aspetto concerne un’adeguata e completa preparazione<br />
a livello informativo e tecnico-formativo <strong>del</strong> ruolo che lo stesso<br />
rappresentante deve svolgere e quin<strong>di</strong> un costante contatto con tutti gli altri<br />
lavoratori per uno scambio sistematico <strong>di</strong> informazioni sui rischi <strong>di</strong><br />
ogni situazione lavorativa e per un proficuo coor<strong>di</strong>namento con altri RLS.<br />
Consultazione<br />
La consultazione deve permettere <strong>di</strong> elaborare, con i lavoratori e gli<br />
altri Rls, la “mappa” dei rischi per la salute e sicurezza che sono presenti<br />
nel lavoro <strong>di</strong> quell’azienda e <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre un programma <strong>di</strong> intervento<br />
con le relative priorità e possibili soluzioni. Dall’azienda e dal me<strong>di</strong>co<br />
competente perverranno tutte le informazione utili a tal fine: registro<br />
infortuni, dati sulle malattie professionali, registri degli esposti, livelli <strong>di</strong><br />
esposizione, sch<strong>ed</strong>e <strong>del</strong>le sostanze, proc<strong>ed</strong>ure <strong>di</strong> sicurezza <strong>del</strong>l’azienda<br />
per lavori pericolosi, dati sulla manutenzione <strong>del</strong>le macchine impiegate.<br />
Inoltre il rappresentante dei lavoratori dovrà acc<strong>ed</strong>ere ai luoghi <strong>di</strong> lavoro<br />
dove vengono svolte le singole lavorazioni.<br />
Sollecitazione<br />
Il rappresentante dei lavoratori può essere consultato per collaborare<br />
nell’analisi circa i criteri prescelti dall’azienda per re<strong>di</strong>gere la valutazio-<br />
ne dei rischi; l’in<strong>di</strong>viduazione e la programmazione <strong>del</strong>le varie misure <strong>di</strong><br />
prevenzione; la r<strong>ed</strong>azione <strong>del</strong> documento <strong>di</strong> rischio; l’organizzazione <strong>del</strong><br />
servizio <strong>di</strong> prevenzione e protezione aziendale e <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong><br />
responsabile e degli addetti agli altri servizi: pronto soccorso, incen<strong>di</strong>o,<br />
emergenza; l’organizzazione per la formazione dei lavoratori.<br />
Proposizione<br />
Questo aspetto riguarda la possibilità ma anche il dovere <strong>del</strong> rappresentante<br />
dei lavoratori <strong>di</strong> fare <strong>del</strong>le proposte circa l’attività <strong>di</strong> prevenzione,<br />
<strong>di</strong> partecipare alla promozione per elaborare, in<strong>di</strong>viduare <strong>ed</strong> attuare<br />
adeguate misure per la tutela <strong>del</strong>la salute e <strong>del</strong>l’integrità fisica dei lavoratori.<br />
Tale aspetto operativo evidenzia in modo netto la necessità <strong>di</strong> instaurare<br />
relazioni continue e proficue con le altre figure previste dal decreto,<br />
cioè il datore <strong>di</strong> lavoro; la Rsu, il me<strong>di</strong>co competente; il responsabile<br />
(ma anche gli addetti) <strong>del</strong> Servizio <strong>di</strong> prevenzione e protezione,<br />
emergenza, pronto soccorso, antincen<strong>di</strong>o; i servizi <strong>del</strong>le Asl od altri istituti<br />
<strong>ed</strong> enti esterni o esperti sempre esterni; gli organismi paritetici.<br />
Osservazioni<br />
Il Rls può proporre osservazioni al momento <strong>del</strong>le visite e <strong>del</strong>le verifiche<br />
fatte dalle autorità competenti, preparandosi inoltre nel richi<strong>ed</strong>ere<br />
la riunione perio<strong>di</strong>ca annuale, ricercando anche proposte ben definite per<br />
l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> giorno. Infatti tale riunione costituisce il momento per eseguire<br />
un primo resoconto <strong>di</strong> tutta l’attività svolta, ma anche <strong>del</strong>le varie<br />
<strong>di</strong>fficoltà che si sono via via presentate, <strong>del</strong>le eventuali e possibili soluzioni<br />
e rappresenta inoltre il momento per elaborare programmi futuri.<br />
Controllo<br />
Infine l’aspetto che riguarda il controllo, inteso come verifica sistematica<br />
circa l’applicazione <strong>del</strong>le misure <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> protezione <strong>del</strong>la<br />
salute da parte <strong>del</strong> datore <strong>di</strong> lavoro. Nel caso <strong>di</strong> non applicazione o <strong>di</strong><br />
non idoneità <strong>di</strong> tali misure, la possibilità <strong>di</strong> far riscorso all’organo <strong>di</strong> vigilanza,<br />
come previsto dalla lett. o <strong>del</strong>l’art. 19.1. Tale aspetto potrebbe<br />
configurare anche il ricorso all’organismo paritetico territoriale nel caso<br />
in cui il rappresentante dei lavoratori venisse in qualche modo ostacolato<br />
nell’espletamento <strong>del</strong>le proprie funzioni.<br />
Tutti questi aspetti concorrono attraverso un’attività <strong>di</strong> informazione,<br />
formazione, consultazione e partecipazione alla promozione <strong>ed</strong> elaborazione<br />
<strong>del</strong>le opportune misure <strong>di</strong> sicurezza sui luoghi <strong>di</strong> lavoro.<br />
La nomina <strong>del</strong> Rls<br />
Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza deve essere eletto o<br />
designato in tutte le aziende o unità produttive, <strong>di</strong> tutti i settori, pubblici<br />
e privati.<br />
Nelle aziende o unità produttive fino a 15 <strong>di</strong>pendenti il Rls può essere<br />
eletto <strong>di</strong>rettamente dai lavoratori al loro interno; oppure scelto per<br />
più aziende con riferimento all’ambito territoriale od al comparto produttivo<br />
(in tal caso si parla <strong>di</strong> rappresentante dei lavoratori per la sicurezza<br />
territoriale); infine può essere scelto (designato) <strong>ed</strong> eletto dai lavoratori<br />
nell’ambito <strong>del</strong>le rappresentanze sindacali.<br />
Nelle aziende o unità produttive con più <strong>di</strong> 15 <strong>di</strong>pendenti il Rls viene<br />
designato o eletto dai lavoratori nell’ambito <strong>del</strong>le rappresentanze sindacali<br />
<strong>del</strong>l’azienda, se tali rappresentanze non esistono, viene eletto dai<br />
lavoratori <strong>del</strong>l’azienda al loro interno.<br />
I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza rimangono in carica<br />
per tre anni.<br />
Le prerogative <strong>del</strong> Rls<br />
Le prerogative <strong>del</strong> rappresentante per la sicurezza possono essere<br />
riassunte i cinque punti:<br />
• al Rls debbono essere forniti i mezzi necessari per esercitare le proprie<br />
funzioni e facoltà (art. 19.2 <strong>del</strong> D. Lgs. 626/94); tali mezzi vengono<br />
stabiliti in s<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> contrattazione collettiva (art. 18.4);<br />
• non può subire pregiu<strong>di</strong>zio alcuno a causa <strong>del</strong>lo svolgimento <strong>del</strong>la<br />
propria attività e nei suoi confronti si applicano le stesse tutele previste<br />
dalla legge per le rappresentanze sindacali (art. 19.4);<br />
• è tenuto al segreto in or<strong>di</strong>ne ai processi lavorativi <strong>di</strong> cui viene a conoscenza<br />
nell’esercizio <strong>del</strong>le sue funzioni (art. 9.3);
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
126 www.gimle.fsm.it<br />
• ha <strong>di</strong>ritto ad una formazione specifica (in base all’art. 19, lett. G) <strong>ed</strong><br />
all’art. 22.4) conseguita attraverso un programma base <strong>di</strong> 32 ore comprendente<br />
(come da dm 16/1/97, G.U. 3/2/97, n. 27): 1) conoscenze<br />
generali sugli obblighi e <strong>di</strong>ritti previsti dalla normativa in materia <strong>di</strong><br />
igiene e sicurezza <strong>del</strong> lavoro; 2) conoscenze generali sui rischi <strong>del</strong>l’attività<br />
e sulle relative misure <strong>di</strong> prevenzione e protezione; 3) metodologie<br />
sulla valutazione <strong>del</strong> rischio; 4) metodologie minime <strong>di</strong> <strong>comunic</strong>azione.<br />
• Nell’assegnare il lavoro al Rls va rispettato il tempo riconosciutogli<br />
necessario a svolgere l’incarico, affinché non si determini una per<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> retribuzione (art. 19.2).<br />
Negli anni successivi all’entrata in vigore <strong>del</strong> D. Lgs. 626/94, l’attuazione<br />
<strong>di</strong> tale normativa ha incontrato non poche <strong>di</strong>fficoltà, legate in<br />
parte alla marcata innovazione <strong>del</strong>la stessa, in parte alle oggettive <strong>di</strong>fficoltà<br />
(talvolta non sempre giustificate) attuative all’interno <strong>del</strong>le aziende,<br />
vuoi per i costi economici, vuoi per i problemi organizzativi.<br />
A questo stato <strong>di</strong> cose non è sfuggita neanche la figura <strong>del</strong> rappresentante<br />
dei lavoratori. Tanto che ancora a metà <strong>del</strong>l’anno 2000 i rappresentanti<br />
dei lavoratori per la sicurezza erano presenti solo in una parte<br />
<strong>del</strong>le realtà lavorative <strong>del</strong> nostro paese. In effetti erano presenti soprattutto<br />
nelle aziende <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a e grande <strong>di</strong>mensione, in casi rari in quelle piccole;<br />
tenendo in debito conto che in Italia il 95% <strong>del</strong>le aziende non impiega<br />
più <strong>di</strong> 9 addetti, comunque pari ad oltre il 40% <strong>di</strong> tutta la forza lavoro,<br />
ciò esprimeva in modo chiaro la situazione generale. Il Rls territoriale<br />
veniva raramente attuato; anche la <strong>di</strong>stribuzione geografica metteva<br />
in evidenza una maggiore carenza spostando la rilevazione dal nord al<br />
sud <strong>del</strong> paese.<br />
Il più <strong>del</strong>le volte il coinvolgimento <strong>del</strong> rappresentante per la sicurezza<br />
nella valutazione dei rischi e nell’in<strong>di</strong>viduazione e programmazione<br />
<strong>del</strong>le misure <strong>di</strong> prevenzione avveniva in modo solo formale, talora apertamente<br />
ostacolato (in<strong>di</strong>sponibilità a fornire il documento <strong>di</strong> valutazione<br />
dei rischi) e la stessa formazione <strong>del</strong> Rls per lo più consisteva nell’utilizzare<br />
il minimo <strong>del</strong> tempo stabilito (32 ore) “una tantum”.<br />
Tali situazioni facevano sì che pervenissero numerose segnalazioni<br />
da parte dei rappresentanti dei lavoratori al Ministero <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e <strong>del</strong>la<br />
Previdenza Sociale circa le <strong>di</strong>fficoltà e gli ostacoli frapposti dai datori <strong>di</strong><br />
lavoro in relazione alla possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>del</strong> documento <strong>di</strong> valutazione<br />
<strong>del</strong> rischio, sulla base <strong>di</strong> interpretazioni <strong>di</strong>scor<strong>di</strong> <strong>del</strong> dettato <strong>del</strong>l’art.<br />
19 comma 5 <strong>del</strong> 626/94, tanto che lo stesso Ministero <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> re<strong>di</strong>geva<br />
una circolare (n. 40/2000), avente per oggetto: Partecipazione <strong>del</strong> rappresentante<br />
dei lavoratori per la sicurezza alla gestione <strong>del</strong>la sicurezza.<br />
Art. 19 <strong>del</strong> d.lgs. 19 settembre 1994, n. 626 e successive mo<strong>di</strong>fiche <strong>ed</strong> integrazioni.<br />
In tale circolare sono state riaffermate tutte le attribuzioni specifiche<br />
<strong>del</strong> rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, come normato dal pr<strong>ed</strong>etto<br />
art. 19; partendo già dalla Direttiva Cee 391/89, dove agli artt. 1 e<br />
11 viene fatto riferimento alla partecipazione attiva dei lavoratori, attraverso<br />
i loro rappresentanti. Infatti è stato riba<strong>di</strong>to il <strong>di</strong>ritto <strong>del</strong> Rls a:<br />
• Consultazione preventiva <strong>di</strong> verifica<br />
• Accesso ai luoghi <strong>di</strong> lavoro<br />
• Informazione e documentazione aziendale inerente la valutazione rischi<br />
• Partecipazione alla riunione perio<strong>di</strong>ca<br />
• Esaminare il documento valutazione rischi<br />
Nella parte finale <strong>del</strong>la stessa circolare sono state trattate le modalità<br />
<strong>del</strong>l’esame <strong>del</strong> documento valutazione rischi, confermando come il legislatore<br />
abbia demandato alla volontà <strong>del</strong>le parti l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le<br />
modalità per l’esercizio <strong>del</strong>le funzioni elencate al comma 1 <strong>del</strong>l’art. 19 e<br />
d’altra parte al comma 5 ha <strong>di</strong>sciplinato <strong>di</strong>rettamente, senza operare rinvii<br />
alla contrattazione collettiva, la fruizione dl documento <strong>di</strong> valutazione<br />
dei rischi, stabilendo per il Rls il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accesso senza subor<strong>di</strong>narlo<br />
all’intervento <strong>del</strong>la contrattazione collettiva. Non è stata esclusa la possibilità<br />
<strong>di</strong> una regolamentazione contrattuale <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accesso, che ne<br />
definisca in modo più puntuale le modalità anche in relazione alla specificità<br />
dei singoli settori. Si ritiene quin<strong>di</strong> che la consegna <strong>del</strong> documento<br />
costituisca la migliore espressione <strong>del</strong> principio <strong>di</strong> collaborazione fra le<br />
parti, base <strong>del</strong> nuovo sistema <strong>di</strong> gestione <strong>del</strong>la sicurezza sul lavoro.<br />
La figura <strong>del</strong> rappresentante dei lavoratori assume oggi un significato<br />
<strong>ed</strong> un ruolo <strong>di</strong> fondamentale importanza in un sistema autoregolante<br />
nella sicurezza sul lavoro, dove è giusto che egli debba assumersi le responsabilità<br />
anche in tale campo, <strong>di</strong>venendo una figura <strong>di</strong> riferimento per<br />
tutti i lavoratori, <strong>di</strong>venendo altresì un soggetto centrale nell’interscambio<br />
<strong>di</strong> notizie e proposte (in tema <strong>di</strong> sicurezza) tra datore <strong>di</strong> lavoro e lavoratori<br />
<strong>ed</strong> apportando anche il suo contributo, ove richiesto, in quelle altre<br />
parti <strong>del</strong> sistema, concernenti i rapporti tra datore <strong>di</strong> lavoro e me<strong>di</strong>co<br />
competente e tra datore <strong>di</strong> lavoro e servizio prevenzione e protezione.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 127<br />
A. Ossicini, L. Bin<strong>di</strong>, M.C. Casale<br />
Il Rischio Biologico per gli infermieri <strong>del</strong>l’ambulatorio INAIL<br />
Inail Sovrintendenza Me<strong>di</strong>ca Generale Settore V Prevenzione, Roma<br />
RIASSUNTO. Gli autori analizzano il rischio biologico insito<br />
nell’attività infermieristica degli ambulatori <strong>del</strong>l’Inail,<br />
evidenziando come tale attività, pur <strong>di</strong>versificandosi da quella<br />
usuale <strong>del</strong> reparto clinico osp<strong>ed</strong>aliero, sia gravata da rischi<br />
legati comunque al contatto con l’assicurato, infortunato o<br />
tecnopatico, soprattutto negli ambulatori “prime cure” <strong>di</strong><br />
chirurgia <strong>ed</strong> ortope<strong>di</strong>a.<br />
Successivamente vengono citate in maniera sintetica, ma<br />
esaustiva le norme <strong>di</strong> prevenzione <strong>ed</strong> i criteri generali <strong>di</strong><br />
prevenzione generale e specifica.<br />
Parole chiave: rischio biologico, infermiere professionale, INAIL.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
THE BIOLOGICAL RISK FOR INAIL’S CLINICAL NURSES. The authors<br />
analyse the biological risk inherent in nursing activity in<br />
INAIL’s clinics. They highlight how this activity, though<br />
<strong>di</strong>fferent from that in a hospital out-patient’s department,<br />
involves risks inevitably connect<strong>ed</strong> to the contact with the<br />
insur<strong>ed</strong> person, injur<strong>ed</strong> in an accident or suffering from an<br />
occupational <strong>di</strong>sease, especially in INAIL’s surgical and<br />
orthopae<strong>di</strong>c “Prime cure” clinics.<br />
Then the authors mention concisely but exhaustively the<br />
prevention rules and broad criteria for general and specific<br />
prevention.<br />
Key words: biological risk, nurse personnel, INAIL.<br />
Il rischio biologico costituisce <strong>di</strong> per sé un tipo <strong>di</strong> rischio intrinseco<br />
all’attività sanitaria, in cui l’operatore sanitario, dal me<strong>di</strong>co all’infermiere,<br />
all’addetto al laboratorio <strong>di</strong> analisi, possono trovarsi esposti ad agenti<br />
biologici in seguito al continuo contatto con soggetti o materiali che possono<br />
risultare potenziali portatori <strong>del</strong>le più varie patologie infettive. Tale<br />
rischio per l’operatore sanitario consiste nel contatto <strong>di</strong>retto con materiali<br />
costituiti da sangue, saliva, altri flui<strong>di</strong>, aerosol respiratori, nonché da<br />
materiali o strumenti che siano stati contaminati da sangue o da altre sostanze<br />
risultanti potenzialmente infette.<br />
Con il termine <strong>di</strong> rischio biologico quin<strong>di</strong> si intende la possibilità che,<br />
in seguito ad esposizione o contatto con materiali vari infetti, per lo più da<br />
sangue o da altri flui<strong>di</strong>, un soggetto possa infettarsi e poi ammalarsi. Quando<br />
un microrganismo è penetrato all’interno <strong>del</strong> corpo umano, la sua presenza<br />
non sempre determina il manifestarsi <strong>di</strong> un’infezione. Nella maggior<br />
parte dei casi l’insorgenza <strong>di</strong> un’infezione è dovuta ad una serie <strong>di</strong> complesse<br />
interazioni che avvengono a carico <strong>del</strong>le molteplici componenti, in<br />
relazione all’agente infettivo, alla suscettibilità <strong>del</strong>l’ospite, e per quanto riguarda<br />
le infezioni esogene alle modalità <strong>di</strong> trasmissione.<br />
Tale rischio rappresenta per tutti gli operatori sanitari (dai me<strong>di</strong>ci,<br />
agli infermieri, agli addetti ai laboratori <strong>di</strong> analisi, ecc.) uno dei rischi più<br />
frequenti e caratteristici per questa categoria <strong>di</strong> lavoratori; ciò vale anche<br />
per gli infermieri che operano all’interno degli ambulatori <strong>del</strong>l’INAIL e<br />
questo rischio è rappresentato usualmente da:<br />
• Virus B <strong>del</strong>l’epatite<br />
• Virus <strong>del</strong>l’epatite <strong>del</strong>ta<br />
• Virus C <strong>del</strong>l’epatite<br />
• Virus <strong>del</strong>l’immunodeficienza acquisita<br />
• Altre malattie infettive-<strong>di</strong>ffusive virali e batteriche.<br />
Nella presente trattazione ci occuperemo solo dei primi quattro, in<br />
quanto più importanti circa i rischi più specifici in riferimento all’attività<br />
in trattazione.<br />
In generale, invece le fattispecie che ricorrono più frequentemente in<br />
ambito sanitario riguardano i reparti <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi, i momenti legati a prelievi<br />
ematici a letto <strong>del</strong> paziente, la pratica iniettiva endovenosa, la collaborazione<br />
con il personale me<strong>di</strong>co nell’esecuzione <strong>di</strong> particolari esami strumentali (come<br />
gli esami endoscopici od altre tecniche <strong>di</strong> cateterismo), la sala operatoria.<br />
Al rischio biologico viene de<strong>di</strong>cato il Titolo VIII (dall’art. 73 all’art.<br />
88) <strong>del</strong> D.Lgs. 626/94 in recepimento alla Direttiva <strong>del</strong>la Comunità Europea<br />
679/90.<br />
La definizione <strong>di</strong> agente biologico è contenuta nell’art. 74 <strong>del</strong> citato<br />
decreto legislativo: per agente biologico si intende qualsiasi microrganismo,<br />
anche se geneticamente mo<strong>di</strong>ficato, coltura cellulare <strong>ed</strong> endoparassita<br />
umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.<br />
Per microrganismo si intende qualsiasi entità microbiologica, cellulare<br />
o meno, in grado <strong>di</strong> riprodursi o trasferire materiale genetico; come<br />
coltura cellulare si intende il risultato <strong>del</strong>la crescita in vitro <strong>di</strong> cellule derivate<br />
da organismi pluricellulari.<br />
Per quanto riguarda la classificazione degli agenti biologici, la loro<br />
pericolosità è caratterizzata da:<br />
• infettività: capacità <strong>di</strong> un microrganismo <strong>di</strong> penetrare e moltiplicarsi<br />
nell’ospite;<br />
• patogenicità: capacità <strong>di</strong> produrre malattia a seguito <strong>di</strong> infezione;<br />
• trasmissibilità: capacità <strong>di</strong> un microrganismo <strong>di</strong> venire trasmesso da<br />
un soggetto infetto ad uno suscettibile;<br />
• neutralizzabilità: <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> efficaci misure profilattiche per<br />
prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura.<br />
A seconda <strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> infezione per l’uomo, gli agenti biologici<br />
vengono sud<strong>di</strong>visi in quattro gruppi:<br />
Gruppo 1: agenti con poca probabilità <strong>di</strong> causare malattie in soggetti<br />
umani;
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
128 www.gimle.fsm.it<br />
Gruppo 2: agenti che possono causare malattie nell’uomo e costituire<br />
un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghino nelle<br />
comunità; sono <strong>di</strong> norma <strong>di</strong>sponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche<br />
(come ad es. per S. Aureus, C. Tetani, B. Pertussis, N. Meningiti<strong>di</strong>s,<br />
N. Gonorrhoeae);<br />
Gruppo 3: agenti che possono causare malattie gravi nell’uomo e<br />
costituire un serio rischio per i lavoratori; possono propagarsi nella comunità,<br />
ma <strong>di</strong> norma sono <strong>di</strong>sponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche<br />
(come ad es. per HBV, HCV, HIV, S, Typhi);<br />
Gruppo 4: agenti che possono provocare malattie gravi nell’uomo,<br />
costituire un serio rischio per i lavoratori, presentare un elevato rischio<br />
<strong>di</strong> propagazione nella comunità, non essendo <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong> norma efficaci<br />
misure profilattiche o terapeutiche (come ad es. per Virus Ebola, Variola,<br />
Crimea-Congo).<br />
Per la trasmissione <strong>del</strong>le infezioni occorrono tre elementi: la fonte <strong>di</strong><br />
microrganismi infettanti, l’ospite suscettibile <strong>ed</strong> il mezzo <strong>di</strong> trasmissione<br />
dei microrganismi.<br />
Da stu<strong>di</strong> effettuati risulta evidente che in ambito sanitario tra le categorie<br />
professionali, gli infermieri risultano quelli più esposti, rappresentando<br />
una percentuale <strong>di</strong> oltre il 60%, i chirurghi sono il 9%, i me<strong>di</strong>ci<br />
l’8%, gli ausiliari il 4%, i laboratoristi il 4% <strong>ed</strong> il resto il 7%.<br />
Attività professionale degli infermieri nell’INAIL<br />
L’attività che viene svolta dagli infermieri all’interno <strong>del</strong>l’Inail è <strong>di</strong>versa<br />
e particolare rispetto a quella svolta in ambiente osp<strong>ed</strong>aliero o in un<br />
reparto clinico in generale.<br />
La figura <strong>del</strong>l’infermiere nel panorama Inail, fa parte <strong>del</strong>l’attività sanitaria<br />
<strong>del</strong>l’ente, imperniata sull’operatività dei centri me<strong>di</strong>co legali <strong>del</strong>le se<strong>di</strong> e<br />
dei centri poli<strong>di</strong>agnostici regionali, rivolti ai controlli sanitari ambulatoriali,<br />
spesso accompagnati anche da accertamenti <strong>di</strong> laboratorio o strumentali.<br />
Nell’ambulatorio Inail vengono eseguite attività sanitarie a fini me<strong>di</strong>co<br />
legali quali il trattamento <strong>di</strong> cura degli infortunati (cosiddette prime<br />
cure), il controllo <strong>del</strong>l’inabilità temporanea, le visite con relativi accertamenti<br />
sanitari (anche es. <strong>di</strong> laboratorio o emogasanalisi, questi eseguiti<br />
presso i centri poli<strong>di</strong>agnostici regionali). Esistono inoltre per l’infermiere<br />
numerose altre attività <strong>di</strong> collaborazione con il me<strong>di</strong>co, per le quali tuttavia<br />
non sussiste un evidente rischio biologico.<br />
I compiti <strong>del</strong>l’infermiere presso l’ambulatorio <strong>del</strong>l’INAIL sono molteplici,<br />
la sua presenza e funzione si inquadra praticamente in tutte le varie<br />
fasi <strong>del</strong>le prestazioni sanitarie erogate dall’Istituto: dall’invito a visita<br />
<strong>del</strong>l’assicurato, alla me<strong>di</strong>cazione, alla pratica iniettiva o <strong>di</strong> prelievo per<br />
l’infortunato, alla manipolazione <strong>ed</strong> alla successiva fase <strong>di</strong> preparazione<br />
alla sterilizzazione degli strumenti usati. Per quest’ultima attività infatti<br />
l’infermiere si occupa <strong>del</strong>la sterilizzazione dei vari materiali impiegati:<br />
ferri e taglienti (aghi, rasoi, bisturi e lame da bisturi, pinze, forbici, scalpelli,<br />
vetreria, ecc.) per mezzo <strong>del</strong>l’apparecchio in dotazione presso l’ambulatorio<br />
e che è generalmente un autoclave, nonché <strong>del</strong>la prec<strong>ed</strong>ente<br />
preparazione degli stessi materiali per mezzo <strong>del</strong>l’imbustamento e sigillatura<br />
in apposite buste plastificate trasparenti che vengono immesse all’interno<br />
<strong>del</strong>la macchina sterilizzatrice.<br />
Rischio specifico per gli infermieri nell’ambulatorio INAIL<br />
L’attività sanitaria che si svolge all’interno degli ambulatori Inail<br />
(ambulatori prime cure) e nella quale si può in<strong>di</strong>viduare un possibile rischio<br />
biologico riguarda essenzialmente l’attività degli ambulatori chirurgico<br />
<strong>ed</strong> ortope<strong>di</strong>co.<br />
Per il primo le manovre a rischio sono quelle che usualmente si svolgono<br />
negli ambulatori chirurgici, cioè la me<strong>di</strong>cazione <strong>del</strong>le ferite, i piccoli<br />
interventi <strong>di</strong> chirurgia (ambulatoriale), la pratica iniettiva (per via endovenosa,<br />
ma anche per via intramuscolare), la rimozione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> sutura,<br />
ecc.<br />
Nell’ambulatorio ortope<strong>di</strong>co Inail possono risultare a rischio quelle<br />
manovre che si compen<strong>di</strong>ano nell’assistenza al sanitario durante la visita<br />
<strong>del</strong>l’infortunato nel quale oltre alle lesioni ossee fratturative vi sono anche<br />
ferite cutanee, oppure in caso vi sia necessità <strong>di</strong> eseguire iniezioni<br />
(per lo più i.m.) od ancora quando l’infermiere collabori con lo specialista<br />
ortope<strong>di</strong>co in quei casi in cui venga eseguita una artrocentesi per versamenti<br />
articolari.<br />
Il lavaggio e la preparazione per la sterilizzazione dei vari strumenti<br />
chirurgici già usati, in particolare i taglienti, deve essere effettuata con<br />
estrema attenzione e cura poiché gli stessi sono sempre contaminati da<br />
materiali organici <strong>ed</strong> in primo luogo da sangue; per i taglienti in particolare<br />
c’è sempre il rischio <strong>di</strong> ferirsi anche indossando i guanti.<br />
Vanno ricordate anche le pratiche <strong>di</strong> prelievo ematico effettuate per esami<br />
<strong>di</strong> laboratorio (esami ematochimici) o per esame emogasanalitico (attività<br />
queste svolte esclusivamente presso i centri poli<strong>di</strong>agnostici regionali).<br />
Nelle altre attività specialistiche ambulatoriali (oculista, dermatologo,<br />
neurologo, ecc.) il rischio biologico per l’infermiere è notevolmente<br />
ridotto, essendo legato ad eventi accidentali.<br />
Norme <strong>di</strong> prevenzione<br />
Nell’ambito sanitario la prevenzione <strong>di</strong> tali patologie deve essere<br />
perseguita in modo efficace e continuo, proprio per le notevoli conseguenze<br />
che queste patologie possono avere tra il personale sanitario <strong>ed</strong> in<br />
particolare tra il personale infermieristico, tenuto conto <strong>del</strong> fatto che sono<br />
proprio gli infermieri, la categoria sanitaria ad essere più frequentemente<br />
coinvolta da queste patologie occupazionali.<br />
In caso <strong>di</strong> contatto accidentale con sangue, secreti, escreti, flui<strong>di</strong> corporei<br />
<strong>ed</strong> oggetti contaminati, nonostante l’impiego <strong>di</strong> guanti, le mani vanno<br />
lavate imme<strong>di</strong>atamente <strong>ed</strong> in modo accurato. Le norme <strong>di</strong> buona tecnica<br />
<strong>ed</strong> igiene prev<strong>ed</strong>ono che le mani debbono essere lavate sia prima che<br />
dopo l’uso dei guanti e comunque in tutti i casi nei quali vi siano contatti<br />
con il paziente, al fine <strong>di</strong> prevenire il passaggio <strong>di</strong> microrganismi ad altri<br />
pazienti, ad altri operatori sanitari oppure allo stesso ambiente. L’utilizzo<br />
dei guanti è necessario prima <strong>di</strong> venire a contatto con sangue, secreti,<br />
escreti, flui<strong>di</strong> corporei, mucose, cute lesa dei pazienti <strong>ed</strong> oggetti<br />
contaminati. L’infermiere deve sempre usare i guanti quando sono presenti<br />
tagli o soluzioni <strong>di</strong> continuo <strong>del</strong>la cute <strong>ed</strong> inoltre in tutti quei casi in<br />
cui deve effettuare prelievi o attività a rischio (es. me<strong>di</strong>cazioni).<br />
Criteri generali <strong>di</strong> prevenzione generale e specifica<br />
Per quanto riguarda le infezioni trasmesse per via parenterale (epatite<br />
B, epatite <strong>del</strong>ta e C, AIDS) i criteri <strong>di</strong> prevenzione generali sono<br />
identici per i quattro tipi <strong>di</strong> infezione e possono essere così riassunti: in<br />
primo luogo un’adeguata <strong>ed</strong>ucazione sanitaria con programmi <strong>di</strong> informazione<br />
e formazione per tutti gli operatori sanitari che si trovino in con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> rischio.<br />
L’impiego <strong>di</strong> idonei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduali come guanti,<br />
mascherine con visiera o schermo facciale, camici. Le manovre <strong>di</strong> incappucciamento<br />
degli aghi non vanno più eseguite.<br />
Dopo l’uso va effettuata la puntuale raccolta, <strong>di</strong> siringhe, aghi e vari<br />
taglienti, che introdotti in appositi contenitori, sicuri <strong>ed</strong> a prova <strong>di</strong> puntura,<br />
possono poi essere convogliati allo smaltimento; per quest’ultima materia<br />
esiste specifica normativa <strong>di</strong> cui si parlerà in apposito capitolo.<br />
I criteri <strong>di</strong> prevenzione specifica a seconda <strong>del</strong> tipo <strong>di</strong> infezione sono<br />
i seguenti, per l’epatite B si può attuare: 1) l’immunizzazione passiva con<br />
preparati <strong>di</strong> IgG umane ad alto contenuto <strong>di</strong> HbsAb; 2) la vaccinazione che<br />
conferisce un ampio margine <strong>di</strong> protezione (95% per i soggetti non immuni)<br />
e viene effettuata in 3 dosi (al mese 0, al 1° <strong>ed</strong> al 6°) per iniezione intramuscolare<br />
al <strong>del</strong>toide con l’unica controin<strong>di</strong>cazione al vaccino in caso <strong>di</strong><br />
processo febbrile acuto al momento <strong>del</strong>la vaccinazione. Nei casi <strong>di</strong> infortunio<br />
sul lavoro la vaccinazione consigliata, in quanto si è <strong>di</strong>mostrata dotata<br />
<strong>di</strong> maggiore immunogenicità, comprende 4 dosi (al mese 0, al 1°, al 2° e al<br />
12°). La prima dose va somministrata entro le 96 ore dall’infortunio; per gli<br />
operatori sanitari non immuni le IgG specifiche devono essere somministrate<br />
entro le 48 ore dalla esposizione. Contro l’epatite B andrebbero vaccinati<br />
tutti gli operatori sanitari e gli stessi istruiti nell’adottare le precauzioni<br />
universali <strong>di</strong> protezione nei confronti <strong>del</strong> sangue e <strong>di</strong> tutti gli altri liqui<strong>di</strong><br />
biologici. Infatti sia il sangue che gli altri materiali biologici (tanto dei<br />
pazienti che degli operatori) vanno sempre considerati potenzialmente infetti<br />
in<strong>di</strong>pendentemente dalla conoscenza <strong>del</strong>la loro infettività.<br />
In seguito a esposizione parenterale, il rischio <strong>di</strong> contrarre questo tipo<br />
<strong>di</strong> epatite risulta pari al 4-43%.<br />
Per quanto riguarda l’epatite <strong>del</strong>ta, un operatore sanitario portatore <strong>di</strong><br />
HbsAg può andare incontro ad una sovrainfezione assistendo un paziente<br />
HDV positivo (vengono colpiti specialmente dalla doppia infezione i tossico<strong>di</strong>pendenti<br />
e gli omesessuali). In quei casi in cui l’operatore sanitario<br />
(l’infermiere) portatore <strong>di</strong> HbsAg si trovi a prestare la propria opera ad un<br />
paziente HbsAg positivo, questo si dovrà sottoporre alla ricerca dei marker<br />
Delta; se tali marker risulteranno positivi l’infermiere portatore dovrà essere<br />
sostituito per l’assistenza a quel tipo <strong>di</strong> paziente con un altro infermiere<br />
immunizzato per il virus <strong>del</strong>l’epatite B e conseguentemente anche<br />
per il Delta. Comunque è buona regola considerare sempre un soggetto<br />
HbsAg positivo anche probabile portatore <strong>del</strong> virus Delta.<br />
Per l’epatite C attualmente non è <strong>di</strong>sponibile alcun vaccino né alcuna<br />
misura profilattica post-esposizione; al momento non trova più in<strong>di</strong>cazione<br />
il trattamento con le immunoglobuline aspecifiche.<br />
Il rischio professionale <strong>di</strong> infezione in seguito ad esposizione per via<br />
parenterale, risulta molto inferiore rispetto a quello <strong>del</strong>l’epatite B.<br />
Per quanta riguarda anche l’infezione da HIV attualmente non si <strong>di</strong>spone<br />
ancora <strong>di</strong> un vaccino, sono tuttavia in fase <strong>di</strong> sperimentazione alcuni <strong>di</strong> essi.<br />
In seguito ad esposizione professionale accompagnata ad un più elevato<br />
rischio <strong>di</strong> trasmissione <strong>del</strong>l’infezione viene raccomandata la profilassi postesposizione<br />
attuata tramite somministrazione <strong>di</strong> un cocktail <strong>di</strong> farmaci antiretrovirali<br />
da iniziare subito, entro le prime 4 ore dall’esposizione e comunque<br />
non oltre le 24 ore, tale profilassi va continuata per almeno 4 settimane.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 129<br />
P. Boschetto, S. Quintavalle, L. Mazzetti, D. Miotto, I. Bononi, C.E. Mapp, E. De Rosa<br />
Sostanza P nell’escreato <strong>di</strong> pazienti con broncopneumopatia cronica<br />
ostruttiva <strong>ed</strong> esposizione professionale ad irritanti respiratori<br />
Sezione <strong>di</strong> Igiene e Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ferrara<br />
RIASSUNTO. Il ruolo <strong>del</strong>le tachichinine nell’infiammazione<br />
<strong>del</strong>le vie aeree è stato ampiamente <strong>di</strong>mostrato in mo<strong>del</strong>li<br />
animali, ma le evidenze nell’uomo sono scarse. Lo scopo <strong>di</strong><br />
questo stu<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> valutare il contenuto <strong>del</strong>la sostanza P (SP)<br />
nell’escreato <strong>di</strong> pazienti fumatori con broncopneumopatia<br />
cronica ostruttiva (BPCO) esposti professionalmente ad<br />
irritanti respiratori <strong>ed</strong> in un gruppo <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong> controllo.<br />
Parole chiave: sostanza P, broncopatia cronica ostruttiva,<br />
esposizione professionale, irritanti respiratori.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
SUBSTANCE P IN SPUTUM OF PATIENTS WITH CHRONIC OBSTRUCTIVE<br />
PULMUNARY DISEASE AND WITH EXPOSURE TO OCCUPATIONAL<br />
IRRITANTS. The role of tachykininis in airway inflammation has<br />
been extensively demonstrat<strong>ed</strong> in experimental animal mo<strong>del</strong>s,<br />
but evidence in humans is very sparse. The aim of this study was<br />
first to quantify the content of substance P (SP) in sputum of a<br />
group of patients, with chronic obstructive pulmonary <strong>di</strong>sease<br />
and with exposure to occupational irritants. Secondly, to<br />
compare them with sputum SP content of a group of control<br />
subjects.<br />
Key words: substance P, chronic obstructive pulmunary <strong>di</strong>sease,<br />
occupational exposure, respiratory irritants.<br />
Introduzione<br />
La SP è un peptide rilasciato da fibre nervose <strong>del</strong> “cosiddetto” sistema<br />
non-adrenergico non-colinergico. La SP è stata evidenziata nelle fibre<br />
sensitive (fibre C) <strong>del</strong>le vie aeree <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse specie animali (1) dove riveste<br />
un ruolo importante nello sviluppo <strong>del</strong>l’infiammazione. In particolare<br />
è in grado <strong>di</strong> aumentare le secrezioni bronchiali in seguito all’esposizione<br />
ad allergeni e/o irritanti respiratori (2). Lo scopo <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o è<br />
stato <strong>di</strong> verificare se la SP sia in grado <strong>di</strong> avere tale effetto anche nell’uomo.<br />
Per questo motivo è stato valutato il contenuto <strong>di</strong> SP nell’escreato<br />
indotto <strong>di</strong> pazienti con BPCO, esposti professionalmente ad irritanti respiratori,<br />
<strong>ed</strong> in un gruppo <strong>di</strong> soggetti controllo.<br />
Soggetti e meto<strong>di</strong><br />
Abbiamo stu<strong>di</strong>ato 8 pazienti con BPCO e storia <strong>di</strong> esposizione<br />
professionale ad irritanti respiratori <strong>ed</strong> un gruppo <strong>di</strong> 17 soggetti <strong>di</strong> controllo.<br />
Tutti sono stati sottoposti a test <strong>di</strong> funzionalità respiratoria <strong>ed</strong><br />
analisi <strong>del</strong>l’escreato (ELISA) con kits commerciali per la determinazione<br />
<strong>del</strong>la SP.<br />
Risultati<br />
I due gruppi erano simili per età <strong>ed</strong> i pazienti avevano una BPCO <strong>di</strong><br />
grado moderato-severo (VEMS pari al 49% rispetto al pr<strong>ed</strong>etto). Degli 8<br />
pazienti 2 lavoravano nel settore agricolo, 3 in quello chimico, 2 in quello<br />
e<strong>di</strong>lizio <strong>ed</strong> 1 svolgeva attività d’ufficio (Tabella I). La concentrazione<br />
nell’escreato <strong>del</strong>la SP non era significativamente <strong>di</strong>versa nei due gruppi<br />
(Figura I).<br />
Conclusioni<br />
La concentrazione <strong>del</strong>la SP nell’escreato non è <strong>di</strong>versa nei pazienti<br />
con BPCO rispetto ai soggetti sani <strong>di</strong> controllo. I nostri dati suggeriscono<br />
che il sistema non-adrenergico non-colinergico non riveste un ruolo rilevante<br />
nella patogenesi <strong>del</strong>la BPCO in soggetti fumatori <strong>ed</strong> esposti professionalmente<br />
ad irritanti respiratori.<br />
Tabella I. Attività lavorativa dei soggetti<br />
Settore Settore Settore Attività<br />
agricolo chimico e<strong>di</strong>le d’ufficio<br />
Pazienti (n. 8) 2 3 2 1<br />
Controlli (n. 17) 0 4 0 13
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
130 www.gimle.fsm.it<br />
pazienti controlli<br />
BPCO<br />
Figura 1. Concentrazione <strong>del</strong>la SP nello sputo<br />
Bibliografia<br />
1) Uddman R. Distribution of neuropeptides in airways, Autonomic innervation<br />
of the tract. London: Harwood Academic, 1997.<br />
2) Lundberg JM, Alving K, Karlsson JA, Matran R, Nilsson G. Sensory<br />
neuropeptide involvement in animal mo<strong>del</strong>s of airway irritation and<br />
of allergen-evok<strong>ed</strong> asthma. Am Rev Respir Dis 1991; 143(6): 1429-<br />
30; <strong>di</strong>scussion 1430-31.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 131<br />
C. Ciapini, P. Genovese, A. Luporini, M. Selmi, A. Innocenti<br />
Un intervento sanitario su ex esposti ad amianto secondo gli in<strong>di</strong>rizzi<br />
operativi <strong>del</strong>la regione Toscana<br />
UF PISLL USL 3 Pistoia<br />
RIASSUNTO. Sono sintetizzati i dati relativi ad uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
mortalità <strong>di</strong> oltre 3700 lavoratori <strong>di</strong> una industria <strong>di</strong><br />
costruzione <strong>di</strong> materiale ferroviario esposti a crocidolite dagli<br />
ultimi anni ‘50 agli ultimi anni ‘70. I dati clinici, analizzati<br />
secondo la meto<strong>di</strong>ca <strong>del</strong>la best evidence mostrano che la<br />
presenza <strong>di</strong> placche pleuriche alla HRCT è il miglior<br />
descrittore <strong>di</strong> pregressa esposizione ad amianto piuttosto che la<br />
ricerca dei corpuscoli <strong>di</strong> asbesto o fbre <strong>libere</strong> <strong>di</strong> amianto nel<br />
BAL.<br />
Parole chiave: ex esposti, amianto, sorveglianza sanitaria.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
MEDICAL SURVEIILANCE OF EX-ASBESTOS WORKERS IN ACCORDANCE<br />
WITH REGIONE TOSCANA GUIDELINES.Astudy carri<strong>ed</strong> out on the<br />
mortality of over 3700 in<strong>di</strong>viduals who work<strong>ed</strong> in a factory<br />
making railway rolling stock, in wich crocidolite was us<strong>ed</strong> to<br />
insulate the coaches from the end of 50’s to the end of 70’s, was<br />
summariz<strong>ed</strong>. The clinical data, check<strong>ed</strong> by best evidence method,<br />
show that the pleural plaques on HRCT are the best in<strong>di</strong>cator of<br />
past asbestos esposure rather than asbestos bo<strong>di</strong>es or free<br />
asbestos fibers in BAL.<br />
Key words: ex expos<strong>ed</strong>, asbestos, health surveillance.<br />
In una azienda <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> rotabili ferroviari - la più grossa industria<br />
<strong>del</strong>la provincia (poco meno <strong>di</strong> 1000 addetti) - dalla seconda metà<br />
degli anni 50 fino al termine degli anni 70 (1), si è fatto uso <strong>di</strong> amianto<br />
nel ciclo produttivo (in gran parte crocidolite applicata a spruzzo) per la<br />
coibentazione <strong>di</strong> carrozze, locomotori e metropolitane con modalità che<br />
si sono andate mo<strong>di</strong>ficando nel tempo. Altre esposizioni ad amianto, <strong>di</strong> livello<br />
molto inferiore alle operazioni <strong>di</strong> coibentazione, si sono verificate<br />
conseguentemente all’utilizzo <strong>di</strong> manufatti contenenti amianto (guarnizioni,<br />
cartoni ecc.). Da segnalare anche un’ulteriore occasione <strong>di</strong> esposizione,<br />
importante anche se <strong>di</strong> breve durata, dovuta alla coibentazione a<br />
spruzzo, con amosite, <strong>di</strong> circa 5000 m 2 <strong>del</strong>le converse per la raccolta <strong>del</strong>le<br />
acque piovane, effettuata nei primi anni ‘70. Dal 1990 ad oggi sono stati<br />
invece realizzati numerosi interventi <strong>di</strong> bonifica relativi a strutture e impianti.<br />
Il lavoro più importante è stato la rimozione o il confinamento <strong>del</strong>l’amianto<br />
spruzzato sulle converse <strong>di</strong> raccolta <strong>del</strong>l’acqua piovana poste<br />
sulla copertura <strong>del</strong>lo stabilimento.<br />
Facendo seguito ad un primo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> mortalità relativo a 3739 <strong>di</strong>pendenti<br />
presenti in fabbrica dal 1960 al 31/12/95, secondo le linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo<br />
<strong>del</strong>la Regione Toscana (3) la USL <strong>di</strong> Pistoia ha promosso circa 2<br />
anni fa, e sta portando alla conclusione, un intervento sanitario, con accesso<br />
volontario e gratuito, rivolto agli ex esposti ad amianto, che ha riguardato<br />
finora oltre 400 pensionati. Con questo intervento la USL si proponeva<br />
prima <strong>di</strong> tutto <strong>di</strong> fornire una risposta locale, organica e coor<strong>di</strong>nata<br />
fra i suoi servizi (PISLL, Pneumologia, Ra<strong>di</strong>ologia) <strong>ed</strong> i Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
Generale, alla domanda <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong> tutela avanzata dagli<br />
ex-esposti ad amianto in cui era evidente la sensazione <strong>di</strong> abbandono da<br />
parte <strong>del</strong>le istituzioni, ma aveva anche l’obiettivo, che veniva comunque<br />
perseguito anche per altre vie, <strong>di</strong> acquisire ulteriori informazioni sulla<br />
pregressa esposizione ad amianto. L’aggiornamento al 31/12/2000 <strong>del</strong>lo<br />
stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> mortalità <strong>ed</strong> i primi risultati <strong>di</strong> questa attività sono stati recentemente<br />
pubblicati (2, 4).<br />
Sinteticamente, i principali dati <strong>ed</strong> informazioni scaturiti da questa<br />
iniziativa sono i seguenti:<br />
– si è osservato un elevato numero <strong>di</strong> mesoteliomi polmonari negli<br />
operai <strong>del</strong>l’azienda (17 decessi) in soggetti assunti antec<strong>ed</strong>entemente<br />
al 1970;<br />
– l’indagine epidemiologica aggiornata al 31/12/2000 conferma un modesto<br />
eccesso <strong>di</strong> tumori polmonari negli operai maschi assunti antec<strong>ed</strong>entemente<br />
al 1970, quando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro erano le peggiori<br />
<strong>ed</strong> in effetti lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la mortalità per tale tumore per quinquenni<br />
dal 1960 al 1999 mostra un raddoppio statisticamente significativo<br />
<strong>di</strong> questi tumori nel periodo 1985-1989 (33 osservati contro<br />
16,4 attesi) e, tenuto conto <strong>del</strong>la storia naturale <strong>del</strong> tumore polmonare,<br />
possiamo far risalire l’insorgenza dei tumori in eccesso agli anni<br />
antec<strong>ed</strong>enti al 1970; nessun eccesso <strong>di</strong> mortalità è stato riscontrato<br />
nelle donne e negli impiegati maschi;<br />
– lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la presenza o meno <strong>di</strong> placche pleuriche alla TC in 306<br />
ex esposti (secondo criteri standar<strong>di</strong>zzati <strong>di</strong> assegnazione all’esposizione<br />
ad amianto) conferma che l’esposizione è stata massima nel<br />
periodo antec<strong>ed</strong>ente al 1970 e si è andata riducendo nel tempo tanto<br />
che nei soggetti assunti dopo il 1980 non sono state riscontrate lesioni<br />
pleuriche (tab. I);<br />
– sempre tenuto conto che l’entità <strong>del</strong>la esposizione ad amianto si è andata<br />
riducendo nel tempo a partire dalla metà degli anni ‘70, lo stu<strong>di</strong>o
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
132 www.gimle.fsm.it<br />
Tabella I. Presenza <strong>di</strong> placche pleuriche alla HRCT<br />
in 306 lavoratori maschi<br />
Periodo Rischio Placche Placche<br />
assunzione relativo presenti assenti<br />
> 1976 1.00 5 44<br />
1971-75 3.26 20 54<br />
< 1970 12.96 109 74<br />
χ2 = 47.987 p = 0.00000<br />
in 64 soggetti (che erano stati assunti in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente intensità<br />
<strong>di</strong> esposizione ad amianto) sia <strong>del</strong>la ricerca <strong>del</strong>le fibre <strong>libere</strong> <strong>di</strong> amianto<br />
e dei corpuscoli <strong>del</strong>l’asbesto nel BAL che <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> placche<br />
pleuriche alla HRCT, mostra che questo ultimo in<strong>di</strong>ce si è rivelato il<br />
miglior “descrittore” <strong>di</strong> pregressa esposizione ad amianto nella popolazione<br />
in questione (4),<br />
– in ultimo, ma non per importanza, a fronte <strong>del</strong> fatto che non esiste<br />
alcun dato relativo alla esposizione ad amianto dei lavoratori <strong>del</strong>l’azienda<br />
nel periodo in cui tale materiale veniva utilizzato nel ciclo<br />
produttivo come coibente termoacustico (antec<strong>ed</strong>entemente al<br />
1980), le indagini ambientali effettuate in azienda dal 1989 ad oggi<br />
nel corso <strong>di</strong> bonifiche da materiali contenenti amianto in<strong>di</strong>cano che<br />
negli ultimi 15 anni gli addetti <strong>del</strong>la azienda non risultano essere<br />
stati esposti ad amianto.<br />
In relazione al perdurare <strong>di</strong> un forte stato <strong>di</strong> preoccupazione dei lavoratori,<br />
la USL ha ritenuto comunque opportuno sviluppare ulteriori iniziative,<br />
proponendo un Piano Integrato <strong>di</strong> Salute con due obiettivi.<br />
Sul versante <strong>del</strong>la prevenzione primaria sta per essere messo a punto<br />
e validato un progetto per la eliminazione definitiva <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong><br />
amianto: il problema assume consistente rilievo tecnico per quanto riguarda<br />
le 40 converse, ciascuna <strong>di</strong> 24 metri <strong>di</strong> lunghezza, su cui il materiale<br />
(rivestito da un film <strong>di</strong> resina <strong>ed</strong> in parte confinato con barriera metallica)<br />
è ancora in opera.<br />
Sul versante sanitario gli accertamenti, sempre su base volontaria e<br />
gratuita, sono stati estesi agli attuali lavoratori <strong>del</strong>l’azienda <strong>ed</strong> ai lavoratori<br />
<strong>del</strong>l’indotto operanti all’interno <strong>del</strong>lo stabilimento, con l’intento <strong>di</strong><br />
avere una “fotografia” <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> salute. Pur essendo cessata da anni<br />
l’esposizione all’amianto, occorre infatti mantenere attenzione ai rischi<br />
per l’apparato respiratorio (fumi <strong>di</strong> saldatura, lavorazioni su acciai speciali,<br />
verniciatura, ecc.). L’intervento, con carattere <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>narietà, non<br />
si sovrapporrà alla sorveglianza sanitaria preventiva e perio<strong>di</strong>ca effettuata<br />
dall’azienda.<br />
Bibliografia<br />
1) AA.VV. Identificazione dei casi <strong>di</strong> mesotelioma insorti in Italia per<br />
l’esposizione all’amianto usato nella coibentazione <strong>di</strong> mezzi ferroviari.<br />
Rass M<strong>ed</strong> Lavoratori 1990; 16: 1-25.<br />
2) AA.VV. L’intervento sanitario per gli ex esposti ad amianto <strong>del</strong>la <strong>di</strong>tta<br />
Br<strong>ed</strong>a. TiConErre Sicurezza Sociale 11 - Regione Toscana 2002.<br />
3) Carnevale F, Ciani Passeri A, Innocenti A, Loi AM, Seniori Costantini<br />
A. La sorveglianza sanitaria dei lavoratori “ex esposti” a cancerogeni<br />
occupazionali: linee <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo. Allegato alla Deliberazione <strong>di</strong><br />
Giunta Regionale n 692 <strong>del</strong> 26/6/01 - Bollettino Ufficiale Regione Toscana<br />
n. 30 <strong>del</strong> 25/7/01 pagg. 22-32.<br />
4) Innocenti A, Ciapini C In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> esposizione ad amianto <strong>ed</strong> esperienze<br />
<strong>di</strong> analisi dei dati clinici, secondo i criteri <strong>del</strong>la best evidence.<br />
Convegno Regionale AIPO (Sezione Toscana) - Montecatini Terme<br />
(PT) 18-18/10/02 pagg. 85-89.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 133<br />
P. Carrer 1 , R. Aiani 3 , E. Ariano 2,4 , Brai<strong>di</strong> 3 , M.R. Castol<strong>di</strong> 5 , D. Cavallo 7 , P. Cirla 1 , A. Filipponi 1 , S. Fustinoni 1 ,<br />
A. Gervasio 5 , D. Mon<strong>di</strong>ni 5 , P. Pellicanò 3 , P. Santucciu 6 , M. Scarpa 5 , L. Settimi 3 , C. Tiso 5 , F. Zito 4 , V. Carreri 2 , V. Foà 1<br />
Progetto regione Lombar<strong>di</strong>a: prevenzione dei tumori professionali<br />
1 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
2 Dipartimento <strong>del</strong>la Prevenzione, Regione Lombar<strong>di</strong>a<br />
3 Dipartimento <strong>del</strong>la Prevenzione, ASL <strong>di</strong> Como<br />
4 Dipartimento <strong>del</strong>la Prevenzione, ASL <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong><br />
RIASSUNTO. Il progetto, promosso dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a,<br />
ha come obiettivi quelli <strong>di</strong> identificare e valutare i settori<br />
produttivi e le lavorazioni in cui vi è impiego <strong>di</strong> sostanze<br />
cancerogene e <strong>di</strong> definire criteri per la gestione <strong>del</strong> rischio<br />
cancerogeno in azienda. Sono state selezionate 250 aziende<br />
(100 <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Varese, 100 <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Como e<br />
50 <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>) rappresentative <strong>di</strong> ogni comparto<br />
produttivo. È stata rilevata la possibile esposizione ad agenti<br />
cancerogeni nel 10% <strong>del</strong>le aziende indagate. Le sostanze<br />
cancerogene più frequentemente rilevate sono state<br />
tricloroetilene, lavorazioni <strong>di</strong> materie plastiche contenenti<br />
acrilonitrile-buta<strong>di</strong>ene-stirene, formaldeide, polveri <strong>di</strong> legno,<br />
cromo esavalente, silice cristallina e idrocarburi policiclici<br />
aromatici. Verranno indagate nel dettaglio aziende <strong>del</strong> settore<br />
materie plastiche, produzione e posa <strong>di</strong> asfalto e galvaniche al<br />
fine <strong>di</strong> definire standard <strong>di</strong> qualità e valutare le misure<br />
preventive adottate e la possibilità <strong>di</strong> messa in opera <strong>di</strong><br />
soluzioni mitigatrici innovative.<br />
Parole chiave: Lombar<strong>di</strong>a, prevenzione, tumori professionali.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
LOMBARDY REGIONAL PROJECT: PREVENTION OF OCCUPATIONAL<br />
CANCERS. In Lombardy, the regional project “Prevention of<br />
occupational cancers” is ongoing. The main objectives of this<br />
project are to identify work environments in which there might<br />
be a possible exposure to carcinogenic substances and to<br />
elaborate preventive measures. A casual sample of 250 working<br />
settings representing the <strong>di</strong>fferent economic activities has been<br />
select<strong>ed</strong> and evaluat<strong>ed</strong>. The 10% of the examin<strong>ed</strong> workplaces<br />
show<strong>ed</strong> a possible exposure to chemical carcinogens. The most<br />
common carcinogens were trichloroethylene, preparation of<br />
plastics materials containing acrylonitrile-buta<strong>di</strong>ene-stirene,<br />
formaldehyde, wood dust, hexavalent chromium, silica and<br />
polycyclic aromatic hydrocarbons. Galvanic industries, Bitumen<br />
production and placing companies and Plastics processing plants<br />
will be stu<strong>di</strong><strong>ed</strong> for environmental and biological monitoring and<br />
for the development of preventive measures.<br />
Key words: Lombardy, prevention, occupational cancers.<br />
5 Dipartimento <strong>del</strong>la Prevenzione, ASL <strong>di</strong> Varese<br />
6 INAIL - Con.t.a.r.p. Lombar<strong>di</strong>a<br />
7 Università Insubria - Como<br />
1. Introduzione<br />
Dal primo rapporto “Salute e Ambiente in Lombar<strong>di</strong>a” e<strong>di</strong>to dalla<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a <strong>del</strong> 1996 emerge che ogni anno in Lombar<strong>di</strong>a insorgono<br />
39 mila nuovi casi <strong>di</strong> tumore (21 mila nei maschi e 18 mila nelle<br />
femmine) (4). Dati italiani <strong>ed</strong> internazionali suggeriscono che <strong>di</strong> queste<br />
neoplasie, circa 1500 potrebbero essere ricondotte ad esposizioni <strong>di</strong> natura<br />
occupazionale (1,2,3). Sebbene sia ragionevole ritenere che la maggior<br />
parte <strong>di</strong> questi tumori sia associata ad esposizioni a rischio cancerogeno<br />
verificatesi nel passato, risulta importante, ai fini <strong>di</strong> sanità pubblica, stabilire<br />
se tali esposizioni permangono ancora oggi.<br />
La Regione Lombar<strong>di</strong>a, con DGR <strong>del</strong> 4.10.2000, ha promosso un<br />
proprio Progetto Obiettivo triennale <strong>di</strong> Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi<br />
<strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong>, strutturato in Obiettivi Strategici e Progetti Speciali, uno<br />
dei quali è il Progetto “Prevenzione dei Tumori professionali”.<br />
Il progetto è coor<strong>di</strong>nato dal Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
<strong>del</strong>l’Università <strong>di</strong> Milano e viene condotto dai Dipartimenti <strong>del</strong>la Prevenzione<br />
<strong>del</strong>le ASL <strong>di</strong> Como, Lo<strong>di</strong> e Varese, con la collaborazione <strong>di</strong><br />
INAIL-Con.t.a.r.p. Lombar<strong>di</strong>a.<br />
2. Scopi <strong>del</strong> progetto<br />
Scopi <strong>del</strong> progetto sono:<br />
– identificare settori produttivi e lavorazioni in cui vi è impiego <strong>di</strong> sostanze<br />
cancerogene e quantificare l’esposizione professionale;<br />
– definire criteri per la gestione a regime <strong>del</strong> rischio cancerogeno in<br />
azienda e valutare le soluzioni preventive adottate <strong>ed</strong> adottabili.<br />
3. Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Il progetto è mirato alla valutazione <strong>del</strong>le possibili esposizioni professionali<br />
ad agenti cancerogeni <strong>di</strong> tipo chimico, in particolare quelli etichettati<br />
R45 o R49 dalla UE e/o classificati dallo IARC in gruppo 1 o 2A.<br />
Il progetto si articola in due fasi <strong>di</strong> indagine:<br />
Fase 1: valutazione, in seguito a sopralluogo, <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> agenti<br />
cancerogeni in 250 aziende (100 <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Varese, 100 <strong>del</strong>la<br />
provincia <strong>di</strong> Como e 50 <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>). Le aziende selezionate<br />
sono rappresentative <strong>di</strong> ogni comparto produttivo e sono state scelte in seguito<br />
ad estrazione casuale a partire da una banca dati che per ogni azienda<br />
riportava il co<strong>di</strong>ce ATECO. Nelle aziende in cui è stata rilevata la possibile<br />
presenza <strong>di</strong> sostanze cancerogene è, quin<strong>di</strong>, prevista la valutazione<br />
<strong>del</strong>l’esposizione agli agenti cancerogeni e <strong>del</strong>le misure preventive adottate.<br />
I risultati ottenuti sono stati anche confrontati con le in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong>la<br />
matrice PRIOR elaborata dalla Regione Piemonte che si propone <strong>di</strong><br />
prev<strong>ed</strong>ere possibili esposizioni ad agenti cancerogeni per ogni tipologia<br />
<strong>di</strong> attività in base alla categoria ATECO.<br />
Fase 2: Definizione <strong>di</strong> standard <strong>di</strong> qualità, valutazione <strong>del</strong>le misure<br />
preventive adottate e <strong>di</strong> soluzioni mitigatrici innovative in una o più tipologie<br />
<strong>di</strong> aziende selezionate sulla base <strong>del</strong>la fase 1 per la loro importanza<br />
in ambito regionale.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
134 www.gimle.fsm.it<br />
4. Risultati<br />
È stata rilevata la possibile esposizione ad agenti cancerogeni nel<br />
10% <strong>del</strong>le aziende indagate. Le sostanze più frequentemente rilevate sono<br />
state: tricloroetilene (industria chimica, assemblaggio <strong>di</strong> materiale<br />
elettrico, magazzino <strong>di</strong> un comune); buta<strong>di</strong>ene-acrilonitrile (stampaggio<br />
<strong>di</strong> materiale plastico); formaldeide (industria chimica, stu<strong>di</strong>o estetico,<br />
scuola me<strong>di</strong>a inferiore); polvere <strong>di</strong> legno (produzione mobili); cromo esavalente<br />
(galvanica); silice cristallina (lavorazione granito, produzione oggetti<br />
<strong>di</strong> porcellana, carrozzeria per automobili); idrocarburi policiclici<br />
aromatici (produzione e posa asfalto, emissioni da motori).<br />
5. Proseguo <strong>del</strong>le attività<br />
Nelle aziende in cui è stata rilevata la presenza <strong>di</strong> sostanze cancerogene<br />
si è proc<strong>ed</strong>uto alla valutazione <strong>del</strong>la effettiva esposizione ad agenti<br />
cancerogeni e <strong>del</strong>la efficacia <strong>del</strong>le misure preventive adottate.<br />
Verranno indagate nel dettaglio aziende <strong>del</strong> settore materie plastiche,<br />
produzione e posa <strong>di</strong> asfalto e galvaniche al fine <strong>di</strong> definire standard <strong>di</strong><br />
qualità e valutare le misure preventive adottate e la possibilità <strong>di</strong> messa<br />
in opera <strong>di</strong> soluzioni mitigatrici innovative.<br />
6. Bibliografia<br />
1) Cocco P. Tumori e lavoro: a 20 anni da “the causes of cancer” <strong>di</strong> Doll<br />
e Peto. M<strong>ed</strong> Lav 2000; 91: 14-23.<br />
2) Kauppinen T, Toikkanen J, P<strong>ed</strong>ersen D et al. Occupational exposure<br />
to carcinogens in the European Union. Occup Environm M<strong>ed</strong> 2000;<br />
57(1): 10-18.<br />
3) Mirabelli D. Estimate of the number of workers expos<strong>ed</strong> to cancer<br />
causing agents in Italy within the framework of the European study<br />
CAREX. Epidemiol Prev 1999; 23: 346-359.<br />
4) Regione Lombar<strong>di</strong>a. Salute e Ambiente in Lombar<strong>di</strong>a. Primo rapporto.<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a, Settore Sanità, Milano, 1996.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 135<br />
C. Romano, G. Cirelli, P.E. Santoro<br />
Ruolo <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co competente nella gestione <strong>del</strong>l’emergenza SARS<br />
UCSC - Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Roma<br />
RIASSUNTO. Con l’emergenza SARS il ruolo <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co<br />
competente si è ulteriormente arricchito in ambito sia <strong>di</strong><br />
prevenzione e protezione che <strong>di</strong> informazione. Vengono<br />
presentati suggerimenti pratici per poter affrontare<br />
adeguatamente i possibili problemi <strong>di</strong> carattere clinico e sociocomportamentale<br />
che qualunque azienda si potrebbe trovare a<br />
gestire.<br />
Parole chiave: me<strong>di</strong>co competente, SARS.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
THE ROLE OF OCCUPATIONAL DOCTOR ON EPIDEMIC EVENT RELATED<br />
TO SARS. The recent epidemic event relat<strong>ed</strong> to SARS has focus<strong>ed</strong><br />
the attention on an important role that the occupational doctor<br />
should play in prevention, protection and information of the<br />
workers. We would like to introduce some advices to resolve<br />
some problems that could happen in every business activity.<br />
Key words: occupational doctor, SARS.<br />
Dal novembre 2002 si è manifestata improvvisamente in alcuni paesi<br />
<strong>del</strong> mondo un’entità patologica dapprima sconosciuta caratterizzata da<br />
una polmonite atipica con sintomi respiratori gravi associati a febbre, denominata<br />
SARS (Severe Acute Respiratory Sindrome).<br />
Si definisce caso sospetto <strong>di</strong> SARS:<br />
una persona che dopo il 1 novembre 2002, presenti una storia <strong>di</strong> febbre<br />
alta > 38°C, tosse o <strong>di</strong>fficoltà respiratorie e una o più <strong>del</strong>le seguenti<br />
con<strong>di</strong>zioni: contatto ravvicinato nei 10 giorni prec<strong>ed</strong>enti l’inizio<br />
dei sintomi con un caso sospetto o probabile <strong>di</strong> SARS o storie <strong>di</strong><br />
viaggio nei 10 giorni prec<strong>ed</strong>enti l’inizio dei sintomi in aree affette;<br />
una persona con una malattia respiratoria acuta non spiegata, con<br />
conseguente decesso, dopo il 1 novembre 2002 <strong>ed</strong> in cui non sia stata<br />
eseguita autopsia (1).<br />
Anche se i primi casi sono stati registrati in alcuni paesi <strong>del</strong>l’Estremo<br />
Oriente, ben presto l’allarme si è esteso a livello mon<strong>di</strong>ale a causa<br />
<strong>del</strong>la manifestazione <strong>di</strong> focolai epidemici a <strong>di</strong>stanze gran<strong>di</strong>ssime dalle<br />
aree inizialmente interessate.<br />
L’allarme per la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>la patologia si è fatto strada tra la popolazione,<br />
alimentato sia da considerazioni razionali quali la grande facilità<br />
per chiunque (e quin<strong>di</strong> anche per un caso <strong>di</strong> SARS) <strong>di</strong> spostarsi in poche<br />
ore da un paese ad un altro, sia dalla iniziale assoluta mancanza <strong>di</strong> conoscenze<br />
sull’agente eziologico responsabile <strong>del</strong>la patologia (in seguito<br />
isolato <strong>ed</strong> identificato in un agente virale appartenente alla classe dei Coronavirus)<br />
(2).<br />
Circa le modalità <strong>del</strong> contagio esso è <strong>di</strong>retto, per via respiratoria, attraverso<br />
secrezioni o goccioline <strong>di</strong> saliva emesse dalla persona ammalata<br />
(3). Il periodo <strong>di</strong> incubazione <strong>del</strong>la malattia dura generalmente da 2 a 7<br />
giorni; sono stati tuttavia riportati casi <strong>di</strong> incubazione fino a 10 giorni (4).<br />
Viene definito “contatto stretto” un soggetto che ha curato o che è<br />
vissuto con una persona sicuramente affetta da SARS o che ha avuto un<br />
contatto <strong>di</strong>retto con le secrezioni respiratorie e/o i flui<strong>di</strong> corporei <strong>di</strong> un paziente<br />
affetto da SARS (5).<br />
Vengono considerate occasioni <strong>di</strong> contatti stretti i baci, gli abbracci,<br />
la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> posate o bicchieri, le conversazioni effettuate a meno<br />
<strong>di</strong> un metro <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, una visita me<strong>di</strong>ca o qualsiasi altro contatto <strong>di</strong>retto<br />
con persone malate o sospette tali, mentre non sono considerati contatti<br />
stretti attività quali passeggiare con una persona affetta da SARS o soggiornare<br />
insieme con essa in un salottino d’attesa o in un ufficio per un<br />
breve periodo <strong>di</strong> tempo.<br />
Non esistono protocolli terapeutici specifici per la SARS: attualmente<br />
il CDC (Centers for Desease Control and Prevention) raccomanda<br />
che i pazienti con la SARS ricevano la stessa terapia con cui sarebbero<br />
stati trattati i pazienti con una polmonite atipica severa acquisita<br />
in comunità (6).<br />
Al 23 giugno scorso la Sindrome Respiratoria Acuta Severa ha colpito<br />
(casi sospetti e casi probabili) 8.459 persone nel mondo provocando<br />
805 decessi.<br />
Nel periodo maggio-giugno 20<strong>03</strong> si è consolidata una tendenza alla riduzione<br />
<strong>del</strong> fenomeno in termini <strong>di</strong> incidenza <strong>di</strong> nuovi casi tanto che, quasi<br />
con cadenza giornaliera, la WHO (World Health Organization) esclude<br />
<strong>di</strong> volta in volta un paese dalla lista <strong>di</strong> quelli considerati a rischio (7).<br />
In considerazione <strong>del</strong>la rapida <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>la patologia con manifestazione<br />
<strong>di</strong> casi in aree geografiche anche molto <strong>di</strong>stanti tra loro e <strong>del</strong> potenziale<br />
coinvolgimento <strong>di</strong> vasti gruppi <strong>di</strong> popolazione è stato necessario
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
136 www.gimle.fsm.it<br />
adottare, nella maniera più rapida possibile, misure sanitarie preventive<br />
per la rapida identificazione dei casi e l’appropriata loro gestione(isolamento<br />
dei soggetti sospetti, gestione dei contatti) al fine <strong>di</strong> evitare ogni<br />
possibile ulteriore <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong> contagio.<br />
Tra le misure adottate nel nostro paese si ricorda l’obbligo per i passeggeri<br />
dei voli aerei provenienti dalle aree affette (in<strong>di</strong>viduate dalla<br />
WHO) <strong>di</strong> sottoporsi presso gli uffici <strong>di</strong> sanità marittima, aerea e <strong>di</strong> frontiera<br />
a controllo sanitario con misurazione <strong>del</strong>la temperatura corporea e<br />
altre valutazioni o informazioni me<strong>di</strong>che e amministrative (D.L. 9 maggio<br />
20<strong>03</strong> n. 1<strong>03</strong>) (8).<br />
Alcuni settori produttivi <strong>ed</strong> in particolare, ma non solo, quello <strong>del</strong><br />
trasporto aereo e le relative categorie <strong>di</strong> lavoratori sono stati per primi interessati<br />
dall’emergenza sia per la necessità <strong>di</strong> mettere in atto le misure<br />
preventive suggerite o or<strong>di</strong>nate dalle Autorità sanitarie per prevenire la<br />
potenziale <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong> contagio attraverso i passeggeri in arrivo o in<br />
transito, sia per la necessità <strong>di</strong> proteggere dal contagio lo stesso personale<br />
<strong>di</strong> volo o <strong>di</strong> terra (9).<br />
Vi può essere un ruolo per il me<strong>di</strong>co competente <strong>di</strong> una realtà lavorativa<br />
coinvolta da questa modalità <strong>di</strong> rischio?<br />
Il me<strong>di</strong>co competente è a tutti gli effetti un consulente <strong>del</strong> datore<br />
<strong>di</strong> lavoro per tutte le problematiche connesse con i rischi professionali<br />
che possano avere potenziali ricadute sulla salute dei lavoratori, sia<br />
nei termini sicuramente più familiari <strong>del</strong>le classiche patologie professionali<br />
ad instaurazione <strong>ed</strong> andamento subacuto/cronico, sia in termini<br />
<strong>di</strong> patologie acute.<br />
Tra queste ultime vanno naturalmente comprese anche le patologie<br />
infettive (che sono infatti considerate sotto il profilo me<strong>di</strong>co-legale e assicurativo<br />
dei veri e propri infortuni sul lavoro).<br />
Al me<strong>di</strong>co competente, inoltre, la normativa vigente affida un importante<br />
ruolo nell’informazione e formazione <strong>del</strong> lavoratore sui rischi lavorativi<br />
specifici. Si tratta <strong>di</strong> una preziosa opportunità <strong>di</strong> trasmettere ai lavoratori<br />
interessati al potenziale rischio <strong>di</strong> contagio informazioni scientificamente<br />
corrette, depurate dalla eccessiva carica ansiogena che ha caratterizzato<br />
la <strong>comunic</strong>azione me<strong>di</strong>atica concorrendo ad alimentare nella<br />
popolazione preoccupazioni spesso esagerate con il risultato <strong>di</strong> altrettanto<br />
immotivate iniziative preventive e protettive (10).<br />
Il primo step <strong>del</strong> processo <strong>di</strong> prevenzione aziendale con il coinvolgimento<br />
<strong>del</strong> me<strong>di</strong>co competente deve essere naturalmente quello <strong>del</strong>la<br />
valutazione <strong>del</strong> rischio (o meglio <strong>del</strong> suo aggiornamento sulla base <strong>del</strong>le<br />
nuove circostanze <strong>di</strong> pericolo), con l’in<strong>di</strong>viduazione sia <strong>del</strong>le modalità<br />
<strong>di</strong> estrinsecazione <strong>del</strong> pericolo stesso sia dei lavoratori da considerare<br />
a rischio.<br />
I criteri per stabilire quali lavoratori considerare a rischio sono i seguenti:<br />
lavoratori che, negli ultimi 10 giorni, hanno viaggiato in un’area a rischio<br />
SARS<br />
lavoratori che hanno avuto contatti stretti con in<strong>di</strong>vidui con sospetta<br />
o probabile SARS<br />
Questi lavoratori possono essere considerati a maggior rischio <strong>di</strong> sviluppare<br />
la patologia e devono prestare attenzione all’eventuale insorgenza<br />
<strong>di</strong> febbre (> 38°C) o sintomi respiratori come tosse o <strong>di</strong>spnea.<br />
Qualora si presentasse uno <strong>di</strong> questi sintomi il lavoratore non deve<br />
recarsi al lavoro, né in altri luoghi pubblici, deve avvertire imme<strong>di</strong>atamente<br />
il proprio me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base richi<strong>ed</strong>endo una visita a domicilio e misurare<br />
la temperatura corporea 2 volte al giorno.<br />
Se la sintomatologia si risolve in 72 ore il lavoratore può essere riammesso<br />
nei luoghi <strong>di</strong> lavoro e pubblici, se invece la sintomatologia prosegue<br />
fino ad incontrare i criteri che definiscono un caso sospetto <strong>di</strong> SARS<br />
il soggetto deve continuare ad utilizzare le misure <strong>di</strong> precauzione fino a<br />
10 giorni dopo la risoluzione <strong>del</strong>la febbre e la scomparsa o il netto miglioramento<br />
dei sintomi respiratori (11).<br />
Tutte queste in<strong>di</strong>cazioni devono far parte <strong>del</strong>l’informazione che il<br />
me<strong>di</strong>co competente contribuisce ad impartire ai lavoratori.<br />
Un’altra importante tematica che coinvolge <strong>di</strong>rettamente il me<strong>di</strong>co<br />
competente è quella <strong>del</strong>la vaccinoprofilassi antinfluenzale sui luoghi <strong>di</strong><br />
lavoro: non si tratta ovviamente <strong>di</strong> un’immunoprofilassi specifica contro<br />
la patologia in oggetto ma la sua utilità è stata più volte riba<strong>di</strong>ta per <strong>di</strong>-<br />
verse ragioni tra le quali anche la possibilità che un episo<strong>di</strong>o influenzale<br />
possa essere confuso con un caso sospetto <strong>di</strong> SARS a causa <strong>del</strong>la aspecificità<br />
dei sintomi (malessere generale, mialgie, artralgie <strong>di</strong>ffuse, possibili<br />
iniziali sintomi respiratori, ecc.) comuni alle due patologie (12).<br />
La pratica <strong>del</strong>la vaccinazione antinfluenzale è quin<strong>di</strong> senz’altro giustificata<br />
nei lavoratori considerati a rischio: in tal modo si dovrebbe abbattere<br />
drasticamente l’incidenza <strong>di</strong> forme influenzali nella specifica popolazione<br />
con minori possibilità <strong>di</strong> confusione <strong>di</strong>agnostica.<br />
Quanto alle misure <strong>di</strong> prevenzione generica, ad eccezione <strong>di</strong> luoghi<br />
<strong>di</strong> lavoro speciali come gli osp<strong>ed</strong>ali, non viene raccomandato dal CDC<br />
l’uso nei comuni luoghi <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> DPI come guanti o mascherine chirurgiche<br />
per proteggersi dall’esposizione al virus (13).<br />
La misura <strong>di</strong> prevenzione più importante resta sempre un’attenta e<br />
frequente igiene <strong>del</strong>le mani, che devono essere lavate spesso usando sia<br />
acqua e sapone sia le salviette <strong>di</strong>sinfettanti, permettendo, così, la rimozione<br />
dalla pelle <strong>di</strong> materiale potenzialmente infetto per prevenire la trasmissione<br />
<strong>del</strong>la malattia (14).<br />
Un utile suggerimento sarebbe quello <strong>di</strong> approntare nei luoghi <strong>di</strong> lavoro<br />
una piccola cassetta <strong>di</strong> pronto soccorso contenente un termometro,<br />
flaconi <strong>di</strong> un comune <strong>di</strong>sinfettante domestico, mascherine chirurgiche,<br />
guanti in lattice non sterili a perdere e alcune confezioni <strong>di</strong> salviette imbevute<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sinfettante per le mani, in modo da affrontare senza rischi una<br />
eventuale emergenza su un soggetto affetto da SARS (15).<br />
Da queste brevi riflessioni emerge che il me<strong>di</strong>co competente ha la<br />
possibilità <strong>di</strong> mettere in pratica le tre parole d’or<strong>di</strong>ne suggerite dal Ministro<br />
<strong>del</strong>la Salute Girolamo Sirchia, preparazione (intesa come conoscenza<br />
dei rischi per essere pronti a gestirli), allerta rapida e capacità <strong>di</strong> intervento,<br />
per fronteggiare l’attuale “emergenza” SARS ma anche il bioterrorismo,<br />
nonché le minacce <strong>del</strong> passato come la mucca pazza, e i pericoli<br />
che si potrebbero presentare in futuro (16).<br />
Bibliografia<br />
1) Norme <strong>di</strong> protezione dei lavoratori esposti. Access<strong>ed</strong> at<br />
http://www.ministerosalute.it/dettaglio/phprimopiano.jsp.<br />
2) Access<strong>ed</strong> at http:// www.cdc.gov/ncidod/sars/clinicians.htm, on 24<br />
June, 20<strong>03</strong>.<br />
3) La SARS. Access<strong>ed</strong> at http.// www.ministerosalute.it/dettaglio/pdprimopiano.jsp<br />
v4) Access<strong>ed</strong> at http:// www.cdc.gov/ncidod/sars/qa/illness.htm, on 13<br />
May, 20<strong>03</strong><br />
5) Access<strong>ed</strong> at http.// www.cdc.gov/ncidod/sars/cas<strong>ed</strong>efinition.htm, on<br />
5 June, 20<strong>03</strong>.<br />
6) Access<strong>ed</strong> at http:// www.cdc.gov/ncidod/sars/clinicians.htm, on 24<br />
June, 20<strong>03</strong>.<br />
7) WHO. Cumulative number of report<strong>ed</strong> probable cases of SARS from: 1<br />
Nov.2002 to: June 20<strong>03</strong>. Access<strong>ed</strong> at http:// www.who.it/csr/sars/country/20<strong>03</strong>.06.23/en/.<br />
8) D.L. 9 maggio 20<strong>03</strong> n. 1<strong>03</strong>.<br />
9) Access<strong>ed</strong> at http:// www.cdc.gov/ncidod/sars/airpersonnel.htm, on<br />
June 5, 20<strong>03</strong>.<br />
10) D.Lgs. n. 626 <strong>del</strong> 19 settembre 1994, artt. 20-21.<br />
11) Access<strong>ed</strong> at http:// www.cdc.gov/ncidod/workplacegui<strong>del</strong>ines.htm,<br />
on 8 May, 20<strong>03</strong>.<br />
12) Access<strong>ed</strong> at http:// www.cdc.gov/ncidod/sars/clinicians.htm, on 24<br />
June, 20<strong>03</strong>.<br />
13) Access<strong>ed</strong> at http:// www.cdc.gov/ncidod/workplacegui<strong>del</strong>ines.htm,<br />
on 8 May, 20<strong>03</strong>.<br />
14) Access<strong>ed</strong> at http:// www.cdc.gov/ncidod/workplacegui<strong>del</strong>ines.htm,<br />
on 8 May, 20<strong>03</strong>.<br />
15) SARS- Misure <strong>del</strong> Governo per le imprese. Publish<strong>ed</strong> online at<br />
http://www.ministerosalute.it/dettaglio/prdossier.jsp, on 20 May,<br />
20<strong>03</strong>.<br />
16) Polmonite, Sirchia: “Terrore inutile, influenza uccide <strong>di</strong> più”. Milano<br />
17 Maggio 20<strong>03</strong>, DiDi (Adnkronos). Access<strong>ed</strong> at http:// www.sicurezzaonline.it/homep/infcro/sars.htm.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 137<br />
P. Mascagni 1 , E. Corsini 2 , M. Pettazzoni 1 , A. Baj 1 , G. Feltrin 1 , E. Ferraioli 1 , F. Toffoletto 1<br />
Determinazione <strong>del</strong>l’interleuchina-8 nell’espettorato indotto<br />
<strong>di</strong> lavoratori esposti a basse concentrazioni <strong>di</strong> asbesto<br />
1 Unità Operativa Osp<strong>ed</strong>aliera <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>. Presi<strong>di</strong>o Osp<strong>ed</strong>aliero <strong>di</strong> Desio. Desio - Milano<br />
2 Laboratorio <strong>di</strong> Tossicologia. Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Farmacologiche. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />
RIASSUNTO. È stata determinata la concentrazione <strong>di</strong><br />
interleuchina-8 (IL-8) nell’espettorato indotto <strong>di</strong> 17 lavoratori<br />
esposti a basse concentrazioni <strong>di</strong> asbesto e <strong>di</strong> 10 controlli.<br />
L’indagine ha permesso <strong>di</strong> evidenziare un incremento <strong>di</strong> IL-8<br />
nel gruppo dei soggetti esposti rispetto ai controlli. Questo<br />
risultato sottolinea l’utilità <strong>del</strong>la ricerca dei me<strong>di</strong>atori<br />
proinfiammatori come possibili in<strong>di</strong>catori preclinici <strong>di</strong> risposta<br />
alveolare.<br />
Parole chiave: interleuchina-8, espettorato, esposizione<br />
professionale, asbesto.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
DETECTION OF INTERLEUKIN-8 IN THE INDUCED SPUTUM OF<br />
WORKERS EXPOSED TO LOW AIRBORNE ASBESTOS LEVELS. The<br />
concentration of interleukin-8 (IL-8) in the induc<strong>ed</strong> sputum of<br />
17 workers expos<strong>ed</strong> to low airborne asbestos levels and of 10<br />
controls was determin<strong>ed</strong>. IL-8 levels were statistically<br />
significantly increas<strong>ed</strong> in the asbestos expos<strong>ed</strong> group compar<strong>ed</strong><br />
to controls. This fin<strong>di</strong>ng underlines the usefulness of the study of<br />
proinflammatory me<strong>di</strong>ators as possible pre<strong>di</strong>ctors of alveolar<br />
damage.<br />
Key words: interleukin-8, sputum, occupational exposure,<br />
asbestos.<br />
Introduzione<br />
Il presente lavoro si propone <strong>di</strong> contribuire allo stu<strong>di</strong>o dei meccanismi<br />
patogenetici precoci <strong>di</strong> danno polmonare indotto da asbesto attraverso<br />
la ricerca sperimentale <strong>di</strong> idonei in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> esposizione alla fibra e<br />
<strong>di</strong> precoci in<strong>di</strong>catori <strong>del</strong> suo effetto.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
L’indagine ha interessato una popolazione <strong>di</strong> 27 soggetti appositamente<br />
selezionati tra i lavoratori che sono giunti a visita tra il maggio<br />
2001 e il marzo 2002 presso l’Unità Operativa Osp<strong>ed</strong>aliera <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>l’Osp<strong>ed</strong>ale <strong>di</strong> Desio.<br />
Sono stati in<strong>di</strong>viduati 2 gruppi aventi le seguenti caratteristiche:<br />
il primo comprende un insieme <strong>di</strong> 17 soggetti <strong>di</strong> sesso maschile esposti<br />
per ragioni professionali a basse concentrazioni <strong>di</strong> asbesto, con età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
51.4 (DS 14.3), per il 65% fumatori (27.2 pacchetti/anno in me<strong>di</strong>a); il secondo,<br />
<strong>di</strong> riferimento, si compone <strong>di</strong> 10 in<strong>di</strong>vidui, <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 39.9 anni (DS<br />
15.4), per il 60% fumatori (11.0 pacchetti/anno in me<strong>di</strong>a), nella cui carriera<br />
lavorativa non si è mai verificata l’esposizione a tossici per il polmone.<br />
Il protocollo <strong>di</strong>agnostico ha comportato, oltre alla <strong>di</strong>agnostica tra<strong>di</strong>zionale<br />
clinica e strumentale tesa a svelare patologie respiratorie, la ricerca<br />
<strong>di</strong> corpuscoli <strong>del</strong>l’asbesto e <strong>di</strong> Interleuchina-8 (IL-8) in campioni <strong>di</strong> materiale<br />
polmonare raccolto attraverso la tecnica <strong>del</strong>l’espettorato indotto.<br />
Per tutti i soggetti è stata pertanto praticata l’induzione <strong>del</strong>l’espettorato<br />
me<strong>di</strong>ante un’unica s<strong>ed</strong>uta <strong>di</strong> inalazione <strong>di</strong> nebbia ultrasonica <strong>di</strong> soluzione<br />
idrosalina (NaCl al 5%). L’espettorato così ottenuto è stato processato per<br />
determinarne l’eventuale contenuto in corpuscoli <strong>del</strong>l’asbesto e <strong>di</strong> IL-8.<br />
Risultati<br />
L’analisi condotta sul dosaggio <strong>di</strong> IL-8 è significativa per un incremento<br />
nei soggetti esposti ad asbesto (me<strong>di</strong>a 991.9 pg/ml, DS 798.7) rispetto<br />
ai controlli (me<strong>di</strong>a 384.6 pg/ml, DS 554.7; t-test p = 0.045).<br />
L’aumento in questione si è registrato in soggetti senza a patologia<br />
polmonare e non si spiega con le abitu<strong>di</strong>ni al fumo (Y = 556.7 + 19.9x; R<br />
= 0.39; Rsqr = 0.15) o con l’età anagrafica (Y = 302.5 + 11.8x; R = 0.22;<br />
Rsqr = 0.05).<br />
Priva <strong>di</strong> significatività statistica è risultata, infine, la correlazione tra<br />
corpuscoli <strong>del</strong>l’asbesto e IL-8 nell’espettorato indotto.<br />
Conclusioni<br />
I dati ottenuti, benché preliminari, autorizzano ad ipotizzare un impiego<br />
<strong>del</strong>la metodologia non invasiva da noi proposta nella valutazione degli effetti<br />
precoci indotti dalla fibra <strong>di</strong> amianto nell’uomo. Quanto sin qui osservato<br />
ovviamente non permette valutazioni definitive a causa soprattutto <strong>del</strong>la bassa<br />
numerosità <strong>del</strong> campione indagato, ma è comunque <strong>di</strong> notevole stimolo<br />
per una più estesa applicazione <strong>del</strong>la tecnica sul campo e per un approfon<strong>di</strong>to<br />
confronto con meto<strong>di</strong>che più validate come il lavaggio broncoalveolare.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
138 www.gimle.fsm.it<br />
A. Castagnoli, G. Fabri, A. Romeo<br />
Valutazione <strong>del</strong> microclima nel capannone dei turbocompressori<br />
in una centrale <strong>di</strong> compressione <strong>del</strong> gas<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>l’Università Cattolica <strong>di</strong> Roma<br />
RIASSUNTO. Gli autori valutano le con<strong>di</strong>zioni<br />
microclimatiche all’interno <strong>di</strong> un capannone contenente i<br />
turbocompressori in una centrale <strong>di</strong> compressione <strong>del</strong> gas<br />
naturale e trovano con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> stress termico per<br />
gli addetti alla manutenzione nel periodo estivo.<br />
Parole chiave: con<strong>di</strong>zioni microclimatiche, gas naturale.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
EVALUATION OF MICROCLIMATIC CONDITIONS IN A NATURAL GAS<br />
COMPRESSION PLANT. The Authors evaluate microclimatic<br />
con<strong>di</strong>tions in a natural gas compression plant, inside the<br />
turboblower station, and find that technical maintenance<br />
operators may be subject to heat stress hazard during summer<br />
months.<br />
Key words: microclimatic con<strong>di</strong>tions, natural gas.<br />
Introduzione<br />
L’indagine si riferisce ad una centrale <strong>di</strong> compressione <strong>del</strong> gas naturale<br />
per l’invio in rete (già da noi valutata per gli inquinanti chimici (1)),<br />
in cui due turbocompressori, sorgente importante <strong>di</strong> calore ra<strong>di</strong>ante, erano<br />
stati collocati all’interno <strong>di</strong> un capannone, completamente chiuso per<br />
evitare la propagazione <strong>del</strong> rumore all’esterno. Ciò ha comportato per il<br />
personale che effettua i controlli sulle turbine <strong>di</strong> circa 5-10 minuti ogni<br />
due ore e soprattutto per gli eventuali addetti alla manutenzione, dei problemi<br />
microclimatici per l’eccessiva temperatura, specie nei mesi estivi.<br />
La ventilazione all’interno <strong>del</strong> capannone viene assicurata da estrattori<br />
posti sul tetto, che hanno lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>luire la concentrazione <strong>di</strong> una<br />
eventuale emissione <strong>di</strong> sostanza infiammabile al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> limite inferiore<br />
<strong>di</strong> esplosività. Normalmente funzionano solo la metà degli estrattori<br />
i quali entrano tutti in funzione soltanto quando si verifica un aumento<br />
<strong>del</strong>la concentrazione <strong>di</strong> gas.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Misure e apparecchi <strong>di</strong> misura<br />
Le misure microclimatiche sono state effettuate con uno psicrometro<br />
elettronico mod. 4457 <strong>del</strong>la Ultrakust, con cui si sono misurate la temperatura<br />
<strong>del</strong> bulbo secco (temperatura <strong>del</strong>l’aria), la temperatura <strong>del</strong> bulbo<br />
umido e l’umi<strong>di</strong>tà relativa e con l’apparecchio mod. 445 <strong>del</strong>la Testo, a cui<br />
è stata collegata la sonda <strong>del</strong> livello <strong>di</strong> comfort 0628-0009, per misurare<br />
la velocità <strong>del</strong>l’aria. Per la presenza <strong>di</strong> sorgenti <strong>di</strong> calore, le misure sono<br />
state eseguite anche con il globotermometro e con un termometro a bulbo<br />
umido naturale <strong>del</strong>la LSI.<br />
Criteri <strong>di</strong> valutazione<br />
Per la valutazione <strong>del</strong> rischio da stress calorico, si fa normalmente riferimento,<br />
come previsto dagli Igienisti Industriali Americani, all’in<strong>di</strong>ce<br />
WBGT espresso in gra<strong>di</strong> centigra<strong>di</strong> (°C), me<strong>di</strong>ante la formula: WBGT =<br />
0,7 WB + 0,3 GT dove WB è la temperatura <strong>del</strong> bulbo umido naturale e<br />
GT la temperatura <strong>del</strong> globotermometro. I valori limite <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce<br />
WBGT, per le persone acclimatate per quelle non acclimatate sono stati<br />
stabiliti dagli Igienisti Industriali Americani, in funzione <strong>del</strong> ritmo <strong>di</strong> lavoro<br />
e <strong>del</strong> carico, <strong>ed</strong> a questi, relativi all’anno 2002, abbiamo fatto riferimento.<br />
Essi rappresentano le con<strong>di</strong>zioni al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>le quali si ritiene<br />
che la maggior parte dei lavoratori adeguatamente idratati, non sotto cura,<br />
in buona salute, indossanti abiti estivi <strong>di</strong> peso leggero possa rimanere<br />
esposta giorno dopo giorno senza effetti negativi per la salute.<br />
Esposizioni a valori superiori <strong>di</strong> quelle riportate nelle tabelle <strong>di</strong> riferimento<br />
sono permesse, solo se i lavoratori vengono sottoposti a visite<br />
me<strong>di</strong>che perio<strong>di</strong>che o se è stato accertato che essi sopportano il lavoro in<br />
ambiente caldo meglio <strong>del</strong> lavoratore me<strong>di</strong>o. Per le persone non acclimatate<br />
vengono perciò fissati per l’in<strong>di</strong>ce WBGT dei valori più bassi a parità<br />
<strong>di</strong> ritmo e <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> lavoro.<br />
Il personale, che svolge l’attività <strong>di</strong> manutenzione all’interno <strong>del</strong> capannone<br />
dei turbocompressori, deve essere considerato come non acclimatato,<br />
in quanto le lavorazioni svolte dovrebbero nella maggior parte<br />
dei casi essere inferiori a due settimane.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 139<br />
Risultati<br />
Nella tabella I sono in<strong>di</strong>cate le temperature in °C <strong>del</strong> bulbo secco, <strong>del</strong><br />
bulbo umido, <strong>del</strong> bulbo umido naturale, <strong>del</strong> globotermometro e <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce<br />
WBGT, l’umi<strong>di</strong>tà relativa in % e la velocità <strong>del</strong>l’aria in m/sec.<br />
Discussione<br />
Tabella I. Misure microclimatiche effettuate in <strong>di</strong>verse zone <strong>del</strong> capannone turbocompressori <strong>ed</strong> all’esterno<br />
e in sala controlli il 14 giugno tra le ore 10 e le 14 (ogni valore è la me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> due o tre misure)<br />
Posizione <strong>del</strong>la misura<br />
In base ai valori <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce termico WBGT si può constatare che non<br />
sussistono con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rischio da stress termico per gli operatori <strong>di</strong> produzione,<br />
quando svolgono la normale attività <strong>di</strong> routine, che prev<strong>ed</strong>e un<br />
giro <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> circa 10 minuti ogni due ore.<br />
Per gli addetti alla manutenzione, viceversa, è necessario un’idonea<br />
regolazione <strong>del</strong> ritmo lavorativo, che potrebbe non essere sufficiente, se<br />
viene svolto un carico <strong>di</strong> lavoro pesante. I valori da noi riscontrati sono<br />
infatti compresi tra i limiti per lavoro leggero con ritmi <strong>di</strong> lavoro <strong>del</strong> 75-<br />
25% per soggetti non acclimatati. Le con<strong>di</strong>zioni microclimatiche all’interno<br />
<strong>del</strong> capannone dovrebbero inoltre peggiorare, con temperature<br />
esterne <strong>di</strong> 33 - 35 °C e con umi<strong>di</strong>tà relativa elevata. L’acclimatazione al<br />
calore viene infatti acquisita gradualmente e si raggiunge appieno talvolta<br />
dopo tre settimane <strong>di</strong> attività fisica continuativa in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stress<br />
da calore simili a quelle preve<strong>di</strong>bili per il lavoro futuro.<br />
Sarebbe opportuno pertanto far svolgere nel periodo estivo le lavorazioni<br />
<strong>di</strong> manutenzione nella prima mattinata o nella tarda serata. Gli<br />
operatori <strong>del</strong>la manutenzione dovrebbero poi trascorrere parte <strong>del</strong> tempo<br />
lavorativo giornaliero nella sala controllo, dove si possono riscontrare dei<br />
valori ottimali <strong>di</strong> temperatura e umi<strong>di</strong>tà. Rischiano altrimenti una forte<br />
sollecitazione sul sistema car<strong>di</strong>ocircolatorio e con<strong>di</strong>zioni prossime allo<br />
stress termico.<br />
Interventi migliorativi<br />
Dalle misure effettuate si è evidenziato un notevole miglioramento<br />
<strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni climatiche, quando sono tenute aperte tutte le porte <strong>del</strong><br />
capannone dei due turbocompressori. Per motivi <strong>di</strong> sicurezza (fughe <strong>di</strong><br />
gas) le porte dovrebbero però essere sempre tenute chiuse. Il migliora-<br />
Temperature (C°) WBGT UR Velocità<br />
BS BU GT BUN (C°) (%) aria (m/s)<br />
Esterno<br />
Zona manometri <strong>del</strong> compressore centrifugo<br />
26,8 20,4 55 1,73<br />
– porte chiuse 39,6 24,5 39,6 27,5 31,1 27 0,07<br />
– porte aperte<br />
Zona scarico <strong>del</strong> turbocompressore<br />
36,1 23,9 37,0 25,0 28,6 36 0,16<br />
– porte chiuse 37,4 24,0 41,0 25,3 30,0 32 0,10<br />
– porte aperte<br />
Zona manometri tra i turbocompressori<br />
30,5 22,2 34,0 22,5 26,0 48 1,77<br />
– porte chiuse 36,6 23,9 38,3 25,0 29,0 34 0,08<br />
– porte aperte<br />
Zona aspirazione dei turbocompressori<br />
35,2 23,6 37,0 24,0 27,9 37 0,25<br />
– porte chiuse 38,9 24,4 39,3 25,3 29,5 29 0,65<br />
– porte aperte 36,8 24,0 38,0 24,5 28,6 34 0,27<br />
Sala controllo (esterna al capannone) 26,1 19,8 56 0,10<br />
mento si è verificato soprattutto nelle zone, dove si sviluppano correnti<br />
d’aria elevate. L’abbassamento <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce WBGT maggiore si è riscontrato<br />
infatti vicino al condotto <strong>di</strong> scarico dei turbocompressori, dove si è<br />
misurata, con la porta aperta, una notevole corrente d’aria (1,77 m/sec.)<br />
Tra i due turbocompressori (nella zona manometri e nella zona aspirazione),<br />
la <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce WBGT è risultata minore, in quanto<br />
c’è un maggiore ristagno <strong>del</strong>l’aria. Manca infatti un’apertura sul lato opposto<br />
al portone, che non facilita il rinnovo <strong>del</strong>l’aria ambiente con aria<br />
esterna a temperatura inferiore. Al momento <strong>del</strong> sopralluogo inoltre funzionavano<br />
solo la metà degli aspiratori posti sul tetto.<br />
Per migliorare le con<strong>di</strong>zioni microclimatiche nella stagione estiva è<br />
quin<strong>di</strong> assolutamente necessario far funzionare tutti gli estrattori e installare<br />
<strong>del</strong>le aperture anche sul lato dove attualmente non esistono o sono insufficienti.<br />
Le manutenzioni programmate non si devono mai effettuare nel periodo<br />
estivo, in quanto con temperature esterne troppo elevate (superiori<br />
ai 33-35 °C) non si riesce a ridurre <strong>di</strong> molto la temperatura all’interno <strong>del</strong><br />
capannone. Il tempo <strong>di</strong> esposizione all’interno <strong>del</strong> capannone degli operatori<br />
<strong>di</strong> produzione si può invece ridurre trasferendo la strumentazione<br />
per la lettura dei dati relativi al funzionamento dei turbocompressori all’interno<br />
<strong>del</strong>la sala controllo.<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista me<strong>di</strong>co è importante che le persone esposte al<br />
carico termico nel capannone dei turbocompressori siano idoneamente<br />
vestiti, in buone con<strong>di</strong>zioni fisiche e <strong>di</strong> salute, non obese e adeguatamente<br />
idratate con concentrazioni degli elettroliti nella norma. Bisogna porre<br />
particolare attenzione alle persone che assumono me<strong>di</strong>cinali, che possono<br />
alterare il normale funzionamento car<strong>di</strong>ovascolare, la pressione sanguigna,<br />
la regolazione <strong>del</strong>la temperatura corporea, le funzioni renali e<br />
<strong>del</strong>le ghiandole sudoripare.<br />
Dobbiamo mettere in evidenza che i due turbocompressori sono stati<br />
erroneamente installati in un unico capannone, mentre avrebbero dovuto<br />
essere collocati in due locali separati.<br />
Bibliografia<br />
1) Castagnoli A, Castellani G, Fabri G. Valutazione <strong>del</strong>l’esposizione ad<br />
inquinanti chimici nelle centrali <strong>di</strong> compressione gas <strong>di</strong> una compagnia<br />
petrolifera. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg (in corso <strong>di</strong> stampa).
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
140 www.gimle.fsm.it<br />
A. Castagnoli, G. Fabri, A. Romeo<br />
Rischio da campi elettromagnetici nelle cabine elettriche e sottostazioni<br />
<strong>di</strong> uno stabilimento petrolchimico<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>l’Università Cattolica <strong>di</strong> Roma<br />
RIASSUNTO. Gli autori valutano l’esposizione a campi<br />
elettromagnetici (CEM) <strong>di</strong> bassa frequenza (5-30.000 Hz) nelle<br />
cabine elettriche e sottostazioni <strong>di</strong> una industria petrolchimica.<br />
In base ai valori riscontrati <strong>ed</strong> ai limiti <strong>di</strong> riferimento presi in<br />
considerazione si possono escludere situazioni <strong>di</strong> rischio per gli<br />
addetti.<br />
Parole chiave: campi elettromagnetici a bassa frequenza, cabine<br />
elettriche, stabilimento petrolchimico.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
ELECTROMAGNETIC FIELDS RISK IN ELECTRIC POWER STATIONS AND<br />
SUBSTATIONS OF PETROLEUM PROCESSING PLANT. Authors evaluate<br />
electromagnetic field exposure in the low-frequency range (5-<br />
30,000 Hz) in electric power stations and substations of<br />
petroleum processing plant. Accor<strong>di</strong>ng to the measur<strong>ed</strong> values<br />
and the reference exposure limits consider<strong>ed</strong>, they conclude that<br />
operators should be expos<strong>ed</strong> without adverse effects.<br />
Key words: low-frequency electromagnetic fields, electric power<br />
stations, petroleum processing plant.<br />
Introduzione<br />
Gli autori si propongono <strong>di</strong> valutare il rischio da esposizione a campi<br />
elettromagnetici <strong>di</strong> bassa frequenza (comprese tra 5 e 30.000 Hz) nelle<br />
cabine elettriche e sottostazioni <strong>di</strong> una raffineria petrolchimica.<br />
L’energia elettrica è la forma <strong>di</strong> energia più usata negli impianti petrolchimici,<br />
perché si presta ad essere <strong>di</strong>stribuita con una rete <strong>di</strong> cavi facilmente<br />
sistemabile anche sotto il piano terra. L’energia elettrica in parte<br />
viene presa dalla rete elettrica esterna (elettrodotto) e in parte viene<br />
prodotte all’interno <strong>del</strong>lo stabilimento con l’espansione <strong>del</strong> vapore me<strong>di</strong>ante<br />
una turbina (centrale termica) o con motori a combustione interna<br />
(gruppi elettrogeni e gruppi generatori). Le centrali termoelettriche non<br />
sono però sufficienti a produrre il fabbisogno totale <strong>di</strong> energia elettrica<br />
<strong>del</strong>lo stabilimento.<br />
Le tensioni, che normalmente si incontrano nell’ambito degli stabilimenti<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>e e gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni possono essere classificate in:<br />
– alta tensione: in genere <strong>di</strong> 13,2 o 6 KV a seconda <strong>del</strong>le <strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>lo<br />
stabilimento, che viene usata per la trasmissione <strong>del</strong>l’energia elettrica,<br />
e <strong>di</strong> 6 kV, usata anche per l’alimentazione <strong>di</strong>retta dei grossi motori;<br />
– bassa tensione: per esempio 380 V, impiegata normalmente per l’alimentazione<br />
dei motori <strong>di</strong> piccola e me<strong>di</strong>a potenza (da 1 a 200 kW),<br />
che costituiscono normalmente la maggior parte <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> forza<br />
motrice, e <strong>di</strong> 220 V o inferiori, soprattutto se si tratta <strong>di</strong> utenze <strong>di</strong><br />
laboratori e officine.<br />
La <strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>l’energia elettrica in uno stabilimento avviene attraverso<br />
una cabina <strong>di</strong> smistamento ad alta tensione (sottostazione), che<br />
trasforma normalmente l’energia elettrica da 150 kV a 6 kV <strong>ed</strong> è in grado<br />
<strong>di</strong> alimentare più cabine <strong>di</strong> trasformazione 6000/380/220 V. Le cabine<br />
<strong>di</strong> trasformazione sono sistemate in posizione baricentrica alle utenze da<br />
esse <strong>di</strong>pendenti.<br />
Nella cabine ci sono le apparecchiature <strong>di</strong> sezionamento (sezionatori<br />
e interruttori) <strong>del</strong>l’alta tensione, i trasformatori, le apparecchiature <strong>di</strong><br />
sezionamento generale <strong>di</strong> bassa tensione, le sbarre <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>l’energia<br />
a bassa tensione alle singole batterie, le apparecchiature <strong>di</strong> sezionamento<br />
<strong>del</strong>le singole batterie. Normalmente i trasformatori vengono<br />
posti all’aperto, mentre le apparecchiature <strong>di</strong> sezionamento sono raggruppate<br />
in costruzioni in muratura o anche metalliche. Le apparecchiature<br />
elettriche sono protette entro arma<strong>di</strong> metallici.<br />
Alle cabine sono collegati i singoli centri <strong>di</strong> carico o batterie <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione,<br />
che possono essere installate in locali chiusi o <strong>di</strong>rettamente<br />
all’aperto su un basamento in calcestruzzo e protette da una copertura.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Le misure sono state effettuate nelle cabine elettriche sia all’interno<br />
che all’esterno davanti ai trasformatori, e nella sottostazione 150-6 KV<br />
<strong>del</strong>l’impianto petrolchimico <strong>di</strong> raffineria.<br />
Per valutare l’esposizione ai campi elettromagnetici <strong>di</strong> bassa e bassissima<br />
frequenza, provenienti dai circuiti elettrici, è stato utilizzato un<br />
analizzatore <strong>di</strong> campo EFA3 <strong>del</strong>la Wan<strong>del</strong> & Goltermann, fornito <strong>di</strong> due<br />
sonde isotropiche per la misura rispettivamente <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong> campo<br />
elettrico e <strong>del</strong> campo magnetico.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 141<br />
Posizione <strong>del</strong>la misura<br />
Tabella I. Misure <strong>di</strong> intensità <strong>del</strong> campo elettrico e <strong>di</strong> induzione magnetica nel range 5-30.000 Hz<br />
(e frequenze pr<strong>ed</strong>ominanti) nelle cabine e sottostazioni elettriche; valori me<strong>di</strong> e range<br />
N. <strong>di</strong><br />
rilievi<br />
Intensità <strong>del</strong> Frequenza Induzione Frequenza<br />
campo elettrico pr<strong>ed</strong>ominante magnetica pr<strong>ed</strong>ominante<br />
(V/m) (Hz) (µT) (Hz)<br />
Cabina elettrica L 6 2,10 (2,09-2,12) 13500 35,78 (9,21-130,43) 51<br />
Cabina elettrica I 2 – – 3,61 (2,77-4,45) 50<br />
Cabina elettrica G 2 – – 7,77 (4,11-11,44) 50<br />
Cabina elettrica CM 3 2,14 (2,09-2,20) 13200 7,54 (0,18-15,85) 51<br />
Cabina elettrica B 2 2,31 (2,12-2,51) 13000 10,10 (9,16-1,04) 50<br />
Cabina elettrica H 4 – – 26,12 (5,69-36,01) 51<br />
Cabina elettrica D 3 – – 4,36 (0,22-9,09) 51<br />
Cabina elettrica E 3 2,73 (2,29-3,12) 7500 4,12 (0,45-6,67) 50<br />
Cabina elettrica F 2 – – 4,27 (3,58-4,97) 51<br />
Cabina elettrica KV 20 2,45 (2,10-4,55) 140-13450 2,94 (0,42-11,77) 50-51<br />
Sottostazione A 150-6 kV 6 950,<strong>03</strong> (2,08-1890,0) 50-13700 1,72 (0,07-2,07) 51<br />
Sottostazione B 150-6 kV 4 1720 (1544-2318) 50-51 0,32 (0,10-0,76) 50<br />
Esterno, davanti ai trasformatori 10 105,81 (2,11-289,00) 51-13320 2,91 (0,<strong>03</strong>-10,47) 50-51<br />
Il campo elettrico, poco significativo all’interno <strong>del</strong>le cabine elettriche,<br />
è elevato nelle sottostazioni, dove è stato misurato in assenza <strong>del</strong> personale<br />
(campo imperturbato).<br />
Risultati<br />
Nella tabella I sono riportati i valori riscontrati <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong><br />
campo elettrico in V/m e <strong>del</strong> campo magnetico in µT (induzione magnetica)<br />
nel campo <strong>di</strong> frequenze compreso tra 5 e 30.000 Hz <strong>ed</strong> è in<strong>di</strong>cata la<br />
frequenza, in cui i valori <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong> campo elettrico e magnetico<br />
sono maggiori.<br />
Discussione dei risultati<br />
In base ai valori <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong> campo elettrico e <strong>del</strong> campo magnetico<br />
riscontrate nel campo <strong>di</strong> frequenza tra 5 Hz e 30 KHz e riportate<br />
nella tabella 1 si può facilmente verificare che i campi elettromagnetici <strong>di</strong><br />
bassa frequenza sono risultati tutti inferiori ai valori limite fissati dalle linee<br />
guida <strong>del</strong>l’ICNIRP (1), dalle raccomandazioni CENELEC e <strong>del</strong> Consiglio<br />
CEE, dal DPCM <strong>del</strong> 22 aprile 1992 e ai limiti <strong>di</strong> esposizione per i<br />
lavoratori <strong>del</strong>lo schema <strong>del</strong>la bozza <strong>del</strong> Decreto attuativo <strong>del</strong>la legge quadro<br />
n. 36 <strong>del</strong> 22 febbraio 2001. Per una esposizione critica dei criteri <strong>di</strong><br />
valutazione <strong>del</strong>l’esposizione a questi cem riman<strong>di</strong>amo ad una nostra prec<strong>ed</strong>ente<br />
pubblicazione (2).<br />
I valori <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong> campo elettrico sono risultati inoltre sempre<br />
inferiori ai valori <strong>di</strong> attenzione e agli obiettivi <strong>di</strong> qualità per i lavoratori<br />
<strong>del</strong>la bozza <strong>del</strong>lo schema <strong>del</strong> decreto attuativo, con l’unica eccezione<br />
dei valori riscontrati nella sottostazione 150-6 KV.<br />
È da tenere presente che nella sottostazione possono entrare, come<br />
anche nelle cabine elettriche, solo i lavoratori professionalmente esposti<br />
(elettricisti). L’esposizione degli elettricisti nella sottostazione e nelle cabine<br />
elettriche è peraltro saltuaria.<br />
Anche i valori <strong>del</strong>l’induzione magnetica sono risultati sempre inferiori<br />
ai valori <strong>di</strong> attenzione per i lavoratori <strong>del</strong>lo schema <strong>del</strong>la bozza <strong>del</strong><br />
Decreto attuativo <strong>del</strong>la legge quadro n. 36 <strong>del</strong> 22 febbraio 2001 con l’unica<br />
eccezione <strong>del</strong>la cabina elettrica L.<br />
È da tenere presente però che le misure nelle cabine elettriche sono<br />
state effettuate nelle posizioni, in cui è stato in<strong>di</strong>viduato il campo ma-<br />
gnetico maggiore, e in un caso anche all’interno dei pannelli in corrispondenza<br />
<strong>del</strong>le morsettiere. Abbiamo potuto constatare che il campo<br />
magnetico è maggiore dove passa più corrente e sopra ai cavi.<br />
In alcuni casi l’induzione magnetica, soprattutto sugli impianti, è risultata<br />
inferiore agli obiettivi <strong>di</strong> qualità per i lavoratori <strong>del</strong>lo schema <strong>del</strong>la<br />
bozza <strong>del</strong> decreto attuativo.<br />
Conclusioni<br />
In base ai valori riscontrati <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong> campo elettrico e <strong>del</strong><br />
campo magnetico si possono pertanto escludere <strong>del</strong>le situazioni <strong>di</strong> rischio<br />
relative ai campi elettromagnetici per il personale <strong>del</strong>l’impianto petrolchimico.<br />
I limiti fissati dal Decreto <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>l’Ambiente <strong>del</strong> 10 settembre<br />
1998 e dalla bozza <strong>del</strong> Decreto attuativo <strong>del</strong>la legge quadro n. 36<br />
<strong>del</strong> 22 febbraio 2001 proteggono infatti le persone nelle zone abitative e<br />
considerano anche gli effetti a lungo termine.<br />
Anche i limiti ICNIRP e <strong>del</strong>le raccomandazioni CEE e CENELEC,<br />
fissati per prevenire effetti acuti a breve termine, provocati da esposizioni<br />
a elevate intensità <strong>di</strong> campo, sono ampiamente rispettati e sono comunque<br />
conservativi, in quanto fissati riducendo con un fattore correttivo<br />
il livello <strong>di</strong> soglia, al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> quale non si osservano effetti biologici<br />
<strong>di</strong> rilievo.<br />
Il rispetto <strong>del</strong>le norme è ulteriormente garantito, se si considera che<br />
tutti i limiti sono stabiliti in riferimento a esposizioni continue, la cui durata<br />
può estendersi all’intera giornata lavorativa. L’esposizione <strong>del</strong> personale<br />
<strong>del</strong>lo stabilimento petrolchimico in molte posizioni è invece saltuaria.<br />
Bibliografia<br />
1) International Commission on Non-Ionizing Ra<strong>di</strong>ation Protection -<br />
Gui<strong>del</strong>ines for limiting exposure to time-varying electric, magnetic,<br />
and electromagnetic fields (up to 300 GHz). Health Physics 1998; 74:<br />
494-522.<br />
2) Castagnoli A, Fabri G, Bran<strong>di</strong> G. Rischio da campi elettromagnetici<br />
nelle centrali <strong>di</strong> compressione <strong>del</strong> gas naturale. Folia Me<strong>di</strong>ca 2000;<br />
71: 269-276.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
142 www.gimle.fsm.it<br />
A. Castagnoli, G. Fabri, A. Romeo<br />
Rischio da campi elettromagnetici nelle sale quadro e cabine<br />
<strong>di</strong> smistamento e controllo degli impianti petrolchimici<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>l’Università Cattolica <strong>di</strong> Roma<br />
RIASSUNTO. Gli autori valutano l’esposizione a campi<br />
elettromagnetici (cem) a bassa e bassissima frequenza (nel<br />
range 5-30.000 Hz) nelle sale quadro <strong>di</strong> industrie<br />
petrolchimiche, in cui vengono controllati gli impianti e le linee<br />
elettriche. I valori riscontrati, valutati in base alle più recenti<br />
<strong>di</strong>rettive internazionali, fanno escludere la presenza <strong>di</strong> rischi<br />
da esposizione a cem.<br />
Parole chiave: campi elettromagnetici, sale quadro, impianti<br />
petrolchimici.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
ELECTROMAGNETIC FIELDS RISK IN CONTROL BOARD AND<br />
SWITCHBOARD ROOMS OF THE PETROCHEMICAL PLANTS. Authors<br />
evaluate electromagnetic field exposure (in the range 5-30,000<br />
Hz) in control board and switchboard rooms of petrochemical<br />
plants. Accor<strong>di</strong>ng to measur<strong>ed</strong> values and international<br />
gui<strong>del</strong>ines, they conclude that operators should be expos<strong>ed</strong><br />
without adverse effects.<br />
Key words: electromagnetic fields, control board, petrochemical<br />
plants.<br />
Introduzione<br />
Nell’industria petrolchimica e nelle raffinerie le occasioni <strong>di</strong><br />
esposizione a campi elettromagnetici (cem) sono molteplici. Oltre alle<br />
cabine e sottostazioni elettriche e ai videoterminali, che non sono<br />
specifici <strong>del</strong>l’industria petrolchimica e <strong>di</strong> cui abbiamo valutato il rischio<br />
<strong>di</strong> esposizione a cem in altri lavori (1), sia le sale controllo che<br />
le sale quadri possono presentare sorgenti <strong>di</strong> cem nel range <strong>di</strong> bassa e<br />
bassissima frequenza.<br />
Le misure sono state effettuate nella cabina <strong>di</strong> smistamento <strong>del</strong>la<br />
corrente elettrica, nella sala <strong>di</strong> controllo degli impianti, nella sala centrale<br />
termoelettrica, e nelle sale quadro a<strong>di</strong>acenti, specialmente nelle<br />
postazioni dove permangono più a lungo gli operatori, come i pannelli<br />
e le consolle (fig. 1).<br />
Figura 1. Schema <strong>del</strong>la cabina <strong>di</strong> smistamento <strong>del</strong>la corrente<br />
elettrica, con in evidenza la postazione degli operatori<br />
nella sala controllo<br />
Apparecchi <strong>di</strong> misura<br />
Per valutare l’esposizione ai campi elettromagnetici <strong>di</strong> bassa e bassissima<br />
frequenza, provenienti dai circuiti elettrici, è stato utilizzato un<br />
analizzatore <strong>di</strong> campo EFA3 <strong>del</strong>la Wan<strong>del</strong> & Goltermann, fornito <strong>di</strong> due<br />
sonde isotropiche per la misura rispettivamente <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong> campo<br />
elettrico (in V/m) e <strong>del</strong> campo magnetico (misurato come induzione magnetica,<br />
in µT).<br />
Il campo elettrico, peraltro poco significativo perché <strong>di</strong> intensità limitata,<br />
è stato misurato in assenza <strong>del</strong> personale (campo imperturbato).
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 143<br />
Tabella I. Misure <strong>di</strong> intensità <strong>del</strong> campo elettrico e <strong>di</strong> induzione magnetica nel range 5-30.000 Hz<br />
(e frequenze pr<strong>ed</strong>ominanti) nelle sale quadro e cabine <strong>di</strong> smistamento <strong>del</strong>l’industria petrolchimica; valori me<strong>di</strong> e range<br />
Posizione <strong>del</strong>la misura<br />
Cabina smistamento corrente elettrica<br />
N. <strong>di</strong><br />
rilievi<br />
Intensità <strong>del</strong><br />
campo elettrico<br />
(V/m)<br />
Frequenza<br />
pr<strong>ed</strong>ominante<br />
(Hz)<br />
Induzione<br />
magnetica<br />
(µT)<br />
Frequenza<br />
pr<strong>ed</strong>ominante<br />
(Hz)<br />
– postazione operatori consolle 1 10,1 63 0,25 50<br />
– presso il quadro sinottico 5 4,16 (2,12-6,24) 380-13500 0,98 (0,18-2,50) 51<br />
– parete <strong>di</strong> separazione da cabina 1 2,85 4000 4,84 50<br />
– interno cabine quadri elettrici<br />
Sala controllo degli impianti<br />
6 2,15 (2,12-2,22) 13600 0,61 (0,13-0,93) 51<br />
– postazione dei quadristi 3 2,27 (2,08-2,51) 13900 2,71 (1,12-3,81) 51<br />
– addetti alla movimentazione 2 4,18 (3,29-5,06) 1700 0,63 (0,58-0,69) 51<br />
– vicino ai trasformatori 3 2,61 (2,08-3,29) 6800 1,24 (0,69-2,22) 50<br />
Centrale termoelettrica 4 5,28 (2,08-11,93) 100-13600 0,34 (0,20-0,59) 50<br />
Sala quadri elettrici 10 2,66 (2,09-3,21) 2800-13400 2,09 (0,14-13,38) 50-100<br />
Sala controllo compressori 2 2,41 (2,30-2,52) 200-7500 0,08 (0,07-0,08) 39-70<br />
Sala turbine 1 2,10 13910 5,98 51<br />
Sala congiuntori 4 4,82 (2,16-10,17) 130-13300 9,12 (2,35-21,72) 51<br />
Risultati<br />
Nella tabella I sono riportati i valori riscontrati <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong><br />
campo elettrico in V/m e <strong>del</strong> campo magnetico in µT nel campo <strong>di</strong> frequenze<br />
compreso tra 5 e 30.000 Hz <strong>ed</strong> è in<strong>di</strong>cata la frequenza, in cui i valori<br />
<strong>del</strong>l’intensità <strong>del</strong> campo elettrico e magnetico sono maggiori.<br />
Discussione<br />
In base ai valori <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong> campo elettrico e <strong>del</strong> campo magnetico<br />
riscontrate nel campo <strong>di</strong> frequenza tra 5 Hz e 30 KHz e riportate<br />
nella tabella I si può facilmente verificare che i campi elettromagnetici <strong>di</strong><br />
bassa frequenza emessi dai quadri elettrici sono risultati notevolmente inferiori<br />
ai valori limite fissati dalle linee guida <strong>del</strong>l’ICNIRP (2) e dalla raccomandazione<br />
<strong>del</strong> CENELEC e dalla raccomandazione <strong>del</strong> Consiglio CEE.<br />
Anche i limiti <strong>di</strong> esposizione, i valori <strong>di</strong> attenzione e gli obiettivi <strong>di</strong><br />
qualità <strong>del</strong>lo schema <strong>del</strong> Decreto attuativo <strong>del</strong>la legge quadro n. 36 <strong>del</strong> 22<br />
febbraio 2001 sono notevolmente superiori ai valori riscontrati.<br />
Conclusioni<br />
In base ai valori riscontrati <strong>del</strong>le intensità <strong>del</strong> campo elettrico e <strong>del</strong><br />
campo magnetico si possono pertanto escludere <strong>del</strong>le situazioni <strong>di</strong> rischio<br />
relative ai campi elettromagnetici.<br />
I limiti fissati dalla bozza <strong>del</strong> Decreto attuativo <strong>del</strong>la Legge Quadro<br />
n. 36 <strong>del</strong> 22 febbraio 2001 proteggono infatti le persone nelle zone abitative<br />
e nelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> attività lavorative per i lavoratori non professionalmente<br />
esposti e considerano anche gli effetti a lungo termine.<br />
Anche i limiti ICNIRP e <strong>del</strong>le raccomandazioni CEE e CENELEC,<br />
fissati per prevenire effetti acuti a breve termine, provocati da esposizioni<br />
a elevate intensità <strong>di</strong> campo, sono ampiamente rispettati e sono comunque<br />
conservativi, in quanto fissati riducendo con un fattore correttivo<br />
il livello <strong>di</strong> soglia, al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> quale non si osservano effetti biologici<br />
<strong>di</strong> rilievo.<br />
Il rispetto <strong>del</strong>le norme è ulteriormente garantito, se si considera che<br />
tutti i limiti sono stabiliti in riferimento a esposizioni continue, la cui durata<br />
può estendersi all’intera giornata lavorativa.<br />
Bibliografia<br />
1) Castagnoli A, Vendramin G, Castellani G, Fabri G. Risk of exposure<br />
to extremely low frequency (ELF) electromagnetic fields in<br />
VDU work stations. In: Procee<strong>di</strong>ngs of the 6 th International Scientific<br />
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World Wide Work. Berchtesgaden (Germany), 20-25 May 2002,<br />
p. 695- 697.<br />
2) International Commission on Non-Ionizing Ra<strong>di</strong>ation Protection -<br />
Gui<strong>del</strong>ines for limiting exposure to time-varying electric, magnetic,<br />
and electromagnetic fields (up to 300 GHz). Health Physics 1998;<br />
74: 494-522.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
144 www.gimle.fsm.it<br />
L. Di Giampaolo, E. Toto, P. Travaglini, M. Russi, S.H. Huang 1 , P. Boscolo, M. Di Gioacchino<br />
Triptasi: marker <strong>del</strong>l’anafilassi occupazionale<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Scienze <strong>del</strong>l’Invecchiamento: Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Allergologia <strong>ed</strong> Immunologia Clinica - Università<br />
“G. d’Annunzio”, Chieti, Italy<br />
1 Guangxi Institute of Occupational Health, Nanning Guangxi, China<br />
RIASSUNTO. La triptasi, proteina rilasciata dai mastociti, è<br />
un enzima attivo nella flogosi secondaria alle immuno-reazioni<br />
<strong>di</strong> tipo I. I pazienti con reazione avversa a sostanze <strong>di</strong> tipo<br />
lavorativo possono essere <strong>di</strong>stinti in un gruppo con elevati<br />
livelli <strong>di</strong> IgE specifiche <strong>ed</strong> aumento <strong>del</strong>le triptasi sieriche nella<br />
fase post-espositiva, un secondo con bassi livelli <strong>di</strong> IgE<br />
specifiche e bassi livelli <strong>di</strong> triptasi. È verosimile che le reazioni<br />
<strong>del</strong> primo gruppo siano classificabili nell’ambito <strong>del</strong>le<br />
anafilassi vere, immuno-me<strong>di</strong>ate, mentre nel secondo le<br />
reazioni sono da inquadrare nell’ambito <strong>del</strong>le reazioni<br />
pseudoallergiche o anafilattoi<strong>di</strong>. Pertanto il dosaggio <strong>del</strong>la<br />
triptasi può essere utile nel <strong>di</strong>stinguere le reazioni immuni da<br />
quelle non immuno me<strong>di</strong>ate, soprattutto quando non siano<br />
<strong>di</strong>sponibili antigeni per la misura <strong>del</strong>le IgE specifiche<br />
Parole chiave: triptasi, anafilassi occupazionale.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
SERUM TRYPTASE IN OCCUPATIONAL ANAPHYLAXIS. Tryptase is a<br />
protein releas<strong>ed</strong> by mast cells, which is involv<strong>ed</strong> in the<br />
enhancement of inflammatory sequences in immune-me<strong>di</strong>at<strong>ed</strong><br />
reactions. Accor<strong>di</strong>ng with our experience, some patients having a<br />
reaction clinically classifi<strong>ed</strong> as anaphylaxis, show<strong>ed</strong> high levels<br />
of tryptase (>20ng/l) but also of serum specific IgE, showing the<br />
immune-me<strong>di</strong>at<strong>ed</strong> nature of the reactions. On the other hand<br />
workers without specific IgE and with low levels of tryptase<br />
probably had develop<strong>ed</strong> pseudoallergic (anaphylactoid)<br />
reactions. So, tryptase can be us<strong>ed</strong> as biomarker of occupational<br />
anaphylaxis and appear to be able to make out immune and nonimmune<br />
me<strong>di</strong>at<strong>ed</strong> reactions.<br />
Key words: tryptase, occupational anaphylaxis.<br />
Introduzione<br />
Le triptasi costituiscono circa il 20% <strong>del</strong>le proteine prodotte dalle<br />
mast-cellule <strong>ed</strong> essendo pressoché esclusive <strong>di</strong> tale popolazione cellulare<br />
vengono usate come loro marker. Le triptasi esistono in due forme: le alfa<br />
(inattiva), in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> iperplasia mastocitaria, e le beta, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> attivazione<br />
cellulare (1). Esse hanno una emivita <strong>di</strong> 2-12 ore <strong>ed</strong> una concentrazione<br />
sierica normale <strong>di</strong> 10 ng/dl (2). Le triptasi sono potenti attivatori dei<br />
fibroblasti (3). Sembra che svolgano un ruolo essenziale nel rimo<strong>del</strong>lamento<br />
<strong>del</strong>le vie aeree nelle malattie respiratorie allergiche, poiché agiscono<br />
come fattori <strong>di</strong> crescita per cellule muscolari lisce e cellule epiteliali<br />
(4). Inoltre le triptasi sono responsabili <strong>del</strong> reclutamento e <strong>del</strong>l’attivazione<br />
<strong>di</strong> cellule infiammatorie me<strong>di</strong>ante l’up-regulatiion <strong>del</strong>l’espressione<br />
<strong>del</strong>le molecole <strong>di</strong> adesione <strong>ed</strong> il rilascio dalle cellule epiteliali <strong>di</strong> IL-<br />
8 che stimola la chemiotassi dei neutrofili <strong>ed</strong> eosinofili (4), <strong>ed</strong> il rilascio<br />
da queste ultime <strong>di</strong> proteina cationica (ECP). Il nostro stu<strong>di</strong>o era finalizzato<br />
alla verifica <strong>del</strong>l’utilità <strong>del</strong>le triptasi nel <strong>di</strong>scriminare tra reazioni<br />
anafilattiche immuno-me<strong>di</strong>ate e non, dovute ad esposizione professionale<br />
a determinate sostanze.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Nello stu<strong>di</strong>o sono stati coinvolti 17 pazienti:<br />
– 1 infermiera con orticaria <strong>ed</strong> angio<strong>ed</strong>ema dovuti ad inalazione <strong>di</strong> polvere<br />
<strong>di</strong> penicillina durante la preparazione <strong>di</strong> una soluzione iniettabile.<br />
– 2 infermieri <strong>ed</strong> un me<strong>di</strong>co con shock anafilattico manifestatosi in seguito<br />
all’uso <strong>di</strong> guanti <strong>di</strong> lattice in sala operatoria.<br />
– 1 infermiere <strong>ed</strong> un me<strong>di</strong>co con asma <strong>ed</strong> orticaria durante l’uso <strong>di</strong><br />
guanti <strong>di</strong> lattice.<br />
– 2 agricoltori con <strong>ed</strong>ema <strong>del</strong>la glottide <strong>ed</strong> asma a seguito all’inalazione<br />
<strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>.<br />
– 5 apicoltori con shock anafilattico conseguente a puntura d’ape.<br />
– 4 collaboratrici domestiche con <strong>di</strong>spnea acuta durante l’uso <strong>di</strong> formaldeide.<br />
I meto<strong>di</strong> utilizzati per identificare le reazioni sviluppate dopo esposizione<br />
professionale sono stati essenzialmente: dosaggio dei livelli sierici<br />
<strong>del</strong>le triptasi e <strong>del</strong>le IgE specifiche, prick test cutanei, citologia <strong>del</strong>l’espettorato.<br />
Quest’ultima meto<strong>di</strong>ca è stata in particolare riservata ai casi <strong>di</strong><br />
reazione respiratoria in cui non erano <strong>di</strong>sponibili reagenti <strong>di</strong>agnostici per<br />
IgE e per prick test, come nel caso dei pestici<strong>di</strong> e <strong>del</strong>la formaldeide.<br />
Risultati e <strong>di</strong>scussione<br />
In tutti gli infermieri, me<strong>di</strong>ci, apicoltori <strong>ed</strong> in un agricoltore sono stati<br />
trovati alti livelli <strong>di</strong> triptasi sieriche (>20ng/l). Le IgE sieriche per gli<br />
specifici allergeni (penicillina, latex, imenotteri) risultavano positive nel<br />
siero degli infermieri, me<strong>di</strong>ci <strong>ed</strong> apicoltori. In uno degli agricoltori con<br />
sintomi da pestici<strong>di</strong>, l’esame <strong>del</strong>lo sputo indotto evidenziava la presenza<br />
<strong>di</strong> eosinofili attivati (positivi per EG2) e mastcellule. Al contrario il secondo<br />
agricoltore e le collaboratrici domestiche avevano bassi livelli sierici<br />
<strong>di</strong> triptasi e nello sputo indotto erano presenti neutrofili, macrofagi e
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 145<br />
cellule epiteliali desquamate, quadro da riferire a “reactive airways dysfunction<br />
syndrome” (5).<br />
Il primo gruppo <strong>di</strong> pazienti ha verosimilmente sofferto <strong>di</strong> vere sindromi<br />
anafilattiche, con coinvolgimento <strong>di</strong> una immunoreazione patogena<br />
<strong>di</strong> tipo I. Nel secondo gruppo, al contrario, la presenza <strong>di</strong> neutrofili,<br />
macrofagi e cellule epiteliali, in assenza <strong>di</strong> eosinofili e mastociti, escludono<br />
la possibilità <strong>di</strong> una reazione immuno-me<strong>di</strong>ata (5).<br />
Il dosaggio <strong>del</strong>le triptasi sieriche è <strong>di</strong> estrema semplicità e rapi<strong>di</strong>tà,<br />
per cui può essere utilizzato come biomarker <strong>di</strong> reazioni anafilattiche nell’iter<br />
<strong>di</strong>agnostico dei reazioni conseguenti ad esposizione professionale.<br />
In particolare, il dosaggio <strong>del</strong>le triptasi può essere <strong>di</strong> notevole aiuto quando<br />
non sia possibile utilizzare le classiche meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong>agnostiche in vitro<br />
<strong>ed</strong> in vivo per le IgE specifiche.<br />
Unico limite <strong>del</strong> dosaggio è rappresentato dalla necessità <strong>di</strong> effettuare<br />
il prelievo ematico nelle prime ore dalla reazione anafilattica, infatti la<br />
valutazione <strong>del</strong> time corse <strong>del</strong>le triptasi nei pazienti stu<strong>di</strong>ati, ha evidenziato<br />
un decremento nei livelli sierici fino al raggiungimento <strong>di</strong> valori<br />
normali (
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
146 www.gimle.fsm.it<br />
E. Toto, L. Di Giampaolo, P. Travaglini, M. Russi, S.H. Huang 1 , N. Verna, P. Boscolo, M. Di Gioacchino<br />
Infiammazione, iperreattività bronchiale e progressione <strong>del</strong>l’asma:<br />
follow-up <strong>di</strong> 5 anni in conta<strong>di</strong>ni con asma allergico a graminacee<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Scienze <strong>del</strong>l’Invecchiamento: Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Allergologia <strong>ed</strong> Immunologia Clinica - Università<br />
“G. d’Annunzio”, Chieti, Italy<br />
1 Guangxi Institute of Occupational Health, Nanning Guangxi, China<br />
RIASSUNTO. Abbiamo seguito per 5 anni gli effetti <strong>di</strong> vari<br />
schemi <strong>di</strong> terapia sulla progressione <strong>del</strong>l’asma, in un gruppo <strong>di</strong><br />
53 conta<strong>di</strong>ni asmatici allergici a graminacee. I pazienti trattati<br />
con Immunoterapia specifica (ITS) e con steroi<strong>di</strong> avevano<br />
livelli <strong>di</strong> ECP minori e una PD20 FEV1 per la metacolina<br />
maggiore che quelli non trattati. Nei primi due anni l’aumento<br />
stagionale <strong>del</strong>l’ECP era maggiore nei pazienti trattati con ITS<br />
rispetto a quelli trattati con steroi<strong>di</strong>, mentre negli anni<br />
successivi tale <strong>di</strong>fferenza si annullava. La combinazione ITS<br />
steroi<strong>di</strong> risultava migliore sulla reattività bronchiale degli altri<br />
schemi <strong>di</strong> terapia. Possiamo concludere che lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’ECP<br />
e <strong>del</strong>la reattività bronchiale da un buon quadro <strong>del</strong>la<br />
progressione <strong>del</strong>l’asma e che l’ITS e la terapia steroidea anno<br />
effetti ad<strong>di</strong>zionali.<br />
Parole chiave: infiammazione, iperreattività bronchiale, asma,<br />
conta<strong>di</strong>ni.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
INFLAMMATION, BRONCHIAL HYPERREACTIVITY AND PROGRESSION OF<br />
ASTHMA. FIVE YEAR FOLLOW-UP STUDY IN GRASS SENSITISED<br />
FARMERS. We stu<strong>di</strong><strong>ed</strong> in a group of 53 asthmatic farmers the<br />
influence of various treatment regimens on progression of<br />
<strong>di</strong>sease, during five years follow-up. Specific immuno-therapy<br />
(SIT) and steroid treat<strong>ed</strong> patients show<strong>ed</strong> significantly lower<br />
ECP levels and higher methacholine PD20 FEV1 than untreat<strong>ed</strong><br />
patients, during all years of the study. During the first two years,<br />
spring ECP increase was higher in SIT treat<strong>ed</strong> patients than in<br />
steroid ones, however no significant <strong>di</strong>fferences were found<br />
during the following years. Bronchial hyperreactivity show<strong>ed</strong><br />
same course, except for a significant higher PD20 FEV1 in<br />
steroid and SIT treat<strong>ed</strong> asthmatics, in respect to the steroid or<br />
SIT alone. We may conclude that ECP and bronchial reactivity<br />
are useful for asthma monitoring and SIT and inhalant steroids<br />
have ad<strong>di</strong>tional effects on asthma.<br />
Key words: inflammation, bronchial hyperreactivity, asthma,<br />
farmers.<br />
Introduzione<br />
L’asma è una malattia cronica <strong>del</strong>le vie aeree caratterizzata da infiltrazione<br />
<strong>di</strong> macrofagi, linfociti, cellule dendritiche e soprattutto eosinofili<br />
(1). L’infiammazione causa a sua volta un aumento <strong>del</strong>la reattività bronchiale<br />
con la caratteristico corteo sintomatologico <strong>del</strong>l’asma. Gli eosinofili<br />
giocano un ruolo fondamentale nella malattia, rilasciano ra<strong>di</strong>cali <strong>di</strong> ossigeno<br />
e me<strong>di</strong>atori <strong>del</strong>la flogosi quali il PAF, I leucotrieni, e varie proteina<br />
cationiche che sono responsabili <strong>del</strong> danno epiteliale (2, 3). Nei pazienti<br />
con allergia stagionale, la presenza <strong>di</strong> tali fattori infiammatori fa si che la<br />
malattia non cessi imme<strong>di</strong>atamente dopo l’esposizione, ma prosegua per<br />
un variabile periodo dopo la pollinazione (3). Come conseguenza <strong>del</strong> ruolo<br />
patogenetico fondamentale <strong>del</strong>la flogosi sulla malattia, gli steroi<strong>di</strong> sono<br />
il trattamento <strong>di</strong> prima scelta nell’asma. Nei pazienti in cui coesiste allergia,<br />
anche la Immunoterapia specifica può avere un ruolo, essendo un trattamento<br />
in grado <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare la risposta immune <strong>del</strong> paziente (4). Lo<br />
scopo <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o è stato appunto quello <strong>di</strong> valutare in pazienti sottoposti<br />
a <strong>di</strong>versi protocolli <strong>di</strong> terapia la progressione <strong>del</strong>la malattia asmatica attraverso<br />
lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> parametri <strong>di</strong> infiammazione e funzionali.<br />
Pazienti e meto<strong>di</strong><br />
Lo stu<strong>di</strong>o ha coinvolto 53 conta<strong>di</strong>ni asmatici con allergia esclusiva alle<br />
graminacee, <strong>di</strong> età tra i 19 <strong>ed</strong> i 45 anni. Nessuno era mai stato trattato<br />
con ITS. La sensibilità allergica veniva determinata attraverso il prick test<br />
e la ricerca <strong>del</strong>le IgE specifiche. I pazienti venivano assegnati a tre <strong>di</strong>fferenti<br />
schemi <strong>di</strong> terapia, 18 ricevevano ITS, steroi<strong>di</strong> inalatori e beta 2 al<br />
bisogno, 16 steroi<strong>di</strong> inalatori e beta2 al bisogno e 19 Immunoterapia specifica<br />
e beta2 al bisogno. La valutazione <strong>del</strong>l’efficacia veniva effettuata attraverso<br />
la valutazione clinica e la valutazione <strong>di</strong> parametri <strong>di</strong> infiammazione<br />
e funzionali. Quale parametro <strong>di</strong> infiammazione veniva scelto l’ECP<br />
sierico, misurato prima e durante la primavera per calcolare l’aumento<br />
espositivo <strong>di</strong> tale proteina. Quali parametro funzionale veniva utilizzato il<br />
teste <strong>di</strong> broncoprovocazione con metacolina effettuato nei mesi autunnali,<br />
dopo la scomparsa completa dei sintomi per almeno 15 giorni.<br />
I risultati venivano comparati anche con quelli ottenuti da 19 pazienti<br />
asmatici che avevano rifiutato qualsiasi terapia e che utilizzavano esclusivamente<br />
beta2 agonisti al bisogno.<br />
Risultati e <strong>di</strong>scussione<br />
I pazienti trattati con ITS e/o steroi<strong>di</strong> avevano valori <strong>del</strong>l’ECP minori<br />
<strong>ed</strong> una più elevata PD20 FEV1 <strong>di</strong> metacolina rispetto ai pazienti trattati<br />
con i soli beta2 agonisti, durante tutta la durata <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o. Durante i<br />
primi due anni, l’aumento primaverile <strong>del</strong>l’ECP era maggiore nei pazienti<br />
trattati con ITS rispetto a quelli trattati con steroi<strong>di</strong>, ma tale <strong>di</strong>fferenza<br />
si annullava negli anni successivi. Un simile andamento veniva rilevato<br />
per la reattività bronchiale: il trattamento steroideo ha offerto una più precoce<br />
e significativa riduzione <strong>del</strong>la reattività bronchiale rispetto al trattamento<br />
immune specifico. Dopo i primi due anni, però, anche in questo<br />
caso la <strong>di</strong>fferenza tra i due gruppi si annullava. I migliori risultati sulla
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 147<br />
reattività bronchiale venivano osservati nei pazienti trattati con la combinazione<br />
steroi<strong>di</strong>/ITS, in cui la PD20 metacolina risultava significativamente<br />
maggiore rispetto ai pazienti trattati con la sola ITS o i soli steroi<strong>di</strong><br />
inalatori. Lo stu<strong>di</strong>o ha evidenziato che nel monitoraggio <strong>del</strong>l’asma lo<br />
stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la variazione pre-post espositiva <strong>del</strong>l’ECP e la valutazione <strong>del</strong>la<br />
reattività bronchiale sono parametri <strong>di</strong> particolare importanza. I due parametri<br />
sono risultati tra <strong>di</strong> loro ben correlati in accordo con i dati <strong>del</strong>la<br />
letteratura che mostrano una buona correlazione tra l’ECP, la severità <strong>del</strong>l’asma<br />
e la reattività bronchiale (3, 5, 6). Di particolare importanza nello<br />
stu<strong>di</strong>o è il rilievo <strong>del</strong>l’effetto antinfiammatorio <strong>di</strong>mostrato dalla ITS, che<br />
può essere messo in relazione alle <strong>di</strong>mostrate proprietà immunomodulatrici<br />
<strong>del</strong> trattamento immune specifico (4). In fine, deve essere sottolineato<br />
che gli steroi<strong>di</strong> e la ITS mostrano un effetto ad<strong>di</strong>zionale, infatti i<br />
migliori risultati si sono avuti dall’associazione dei due trattamenti.<br />
Bibliografia<br />
1) Braunstahl GJ, Fokkens WJ, Overbeek SE, KleinJan A, Hoogst<strong>ed</strong>en<br />
HC, Prins JB Mucosal and systemic inflammatory changes in allergic<br />
rhinitis and asthma: a comparison between upper and lower airways.<br />
Clin Exp Allergy 20<strong>03</strong>; 33: 579-587.<br />
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3) Di Gioacchino M, Cavallucci E, Di Stefano F, Verna N, Ramando S,<br />
Ciuffr<strong>ed</strong>a S, Riccioni G, Boscolo P. Influence of total IgE and seasonal<br />
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in asthmatic grass-sensitiz<strong>ed</strong> farmers. Allergy 2000; 55:<br />
1<strong>03</strong>0-1<strong>03</strong>4.<br />
4) Di Gioacchino M, Cavallucci E, Di Sciascio MB, Di Stefano F, Verna<br />
N, Ramondo S, Conti P. Allergen immunotherapy: an effective immune-mo<strong>di</strong>fier.<br />
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5) Zimmerman B, Lanner A, Enander I, Zimmerman RS. Total blood eosinophils,<br />
serum eosinophil cationic protein and eosinophil protein X<br />
in asthma: relation to <strong>di</strong>sease status and therapy. Clin Exp Allergy<br />
1993; 23: 564-570.<br />
6) Wever AMJ, Wever JH, Hensgens HESJ, Hermans J. Serum eosinophil<br />
cationic protein (ECP) in chronic asthma. Relationship to spirometry,<br />
Flow-volume curves, PC20 and exacerbations. Respir M<strong>ed</strong><br />
1994; 88: 613-621.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
148 www.gimle.fsm.it<br />
C.M. Minelli 1 , N.V. Mennoia 1 , B. Marinoni 4 , D.A. La Bruna 1 , M. Sacchi 1 , G.L. Rosso 1 , I. Giorgi 2 ,<br />
F. Mazzacane 3 , S.M. Candura 1,4<br />
Mobbing: analisi <strong>di</strong> una casistica ambulatoriale<br />
1 Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia<br />
2 Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia, Servizio <strong>di</strong> Psicologia<br />
3 Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia, Consulente Psichiatra<br />
4 Divisione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Fondazione Salvatore Maugeri, Clinica <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e <strong>del</strong>la Riabilitazione, IRCCS, Istituto Scientifico <strong>di</strong> Pavia<br />
RIASSUNTO. Viene presentata la nostra casistica<br />
ambulatoriale relativa a 20 soggetti (11 maschi; 9 femmine)<br />
che negli ultimi due anni hanno chiesto aiuto alla nostra<br />
Istituzione per problemi psicopatologici da loro messi in<br />
relazione a una situazione <strong>di</strong> mobbing in ambito lavorativo. Sei<br />
pazienti erano <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> enti pubblici e 14 <strong>di</strong> aziende<br />
private. Tutti sono stati indagati con visita specialistica <strong>di</strong><br />
me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro, counselling psicologico (con<br />
somministrazione <strong>di</strong> test <strong>di</strong> personalità) e visita psichiatrica.<br />
Un quadro psicopatologico correlabile, con ragionevole grado<br />
<strong>di</strong> probabilità, a una situazione <strong>di</strong> mobbing è stato<br />
<strong>di</strong>agnosticato solo in quattro soggetti (20% dei casi), ossia in<br />
una proporzione inferiore a quella riportata in altre casistiche.<br />
Parole chiave: mobbing, problemi psicopatologici.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
MOBBING: EVALUATION OF AMBULATORY CASES. We present twenty<br />
outpatients (11 males; 9 females) who ask<strong>ed</strong> me<strong>di</strong>cal assistance,<br />
during the last two years, for psycopathological problems by<br />
them ascrib<strong>ed</strong> to “mobbing” in the work environment. Six<br />
subjects were employ<strong>ed</strong> in public institutions, 14 in private<br />
companies. All patients underwent occupational health<br />
specialistic visit, psychological counselling (inclu<strong>di</strong>ng personality<br />
tests administration), and psychiatric evaluation. A<br />
psychopathological picture reasonably correlable to “mobbing”<br />
was <strong>di</strong>agnos<strong>ed</strong> in four subjects only (20% of the cases), i.e. in a<br />
lower proportion than that report<strong>ed</strong> by other investigators.<br />
Key words: mobbing, psycopathological problems.<br />
Introduzione<br />
Il mobbing sta <strong>di</strong>ventando un fenomeno sociale molto importante<br />
tanto da interessare in Italia, secondo alcune stime, circa il 6% <strong>del</strong>la popolazione<br />
lavorativa (1).<br />
Il termine mobbing deriva dal verbo inglese to mob, che significa:<br />
“assaltare insieme, aggre<strong>di</strong>re in massa”; la parola mob ha una ra<strong>di</strong>ce latina<br />
(mobile vulgus), con il significato <strong>di</strong> “plebaglia tumultuante” (2). Il termine<br />
mobbing fu usato la prima volta dall’etologo Konrad Lorenz per descrivere<br />
l’aggressione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> animali verso un in<strong>di</strong>viduo appartenente<br />
al gruppo stesso al fine <strong>di</strong> allontanarlo. Passando dall’etimologia all’ambito<br />
lavorativo, questo termine viene utilizzato per descrivere «qualunque<br />
condotta impropria che si manifesti, in particolare, attraverso comportamenti,<br />
parole, atti, gesti, scritti capaci <strong>di</strong> arrecare offesa alla personalità,<br />
alla <strong>di</strong>gnità o all’integrità fisica o psichica <strong>di</strong> una persona, <strong>di</strong> mettere<br />
in pericolo l’impiego, o <strong>di</strong> degradare il clima lavorativo» (3).<br />
Il o i mobber, ossia coloro che esercitano questo tipo <strong>di</strong> aggressione,<br />
possono essere superiori, parigrado, inferiori o datori <strong>di</strong> lavoro, <strong>ed</strong> agire<br />
sia singolarmente sia in gruppo. Le varie strategie d’azione adottate contro<br />
la vittima comprendono attacchi alla <strong>comunic</strong>azione, alla reputazione<br />
e alle prestazioni lavorative (4). Per definire il mobbing è inoltre necessario<br />
che la frequenza <strong>del</strong>le azioni persecutorie sia <strong>di</strong> almeno una volta la<br />
settimana e che duri da almeno sei mesi.<br />
Col protrarsi degli atti persecutori compaiono manifestazioni psicosomatiche,<br />
emozionali e comportamentali che prendono il nome <strong>di</strong> “sindrome<br />
da mobbing”. Tale sindrome non è tuttavia chiaramente identificata<br />
dal punto <strong>di</strong> vista nosologico. Infatti, sia l’ICD-10 (International<br />
Classification of Diseases), sia il DSM-IV (Diagnostical and Statistical<br />
Manual of Mental Disorders) concordano nell’in<strong>di</strong>viduare solo due con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong>rettamente correlate allo stress (lavorativo e non), ossia il <strong>di</strong>sturbo<br />
post-traumatico da stress (DPTS) e i <strong>di</strong>sturbi da mancato adattamento<br />
(DA) (5).<br />
Vista la complessità <strong>di</strong> questa patologia, è necessario un approccio<br />
multi<strong>di</strong>sciplinare tra me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro, psichiatra, psicologo, me<strong>di</strong>co-legale<br />
e, ove necessario, specialisti <strong>di</strong> altre branche; il punto <strong>di</strong> partenza è<br />
sempre rappresentato da un’anamnesi lavorativa accurata, irrinunciabile<br />
per una <strong>di</strong>agnosi precisa (5).<br />
Soggetti e meto<strong>di</strong><br />
Il campione si compone <strong>di</strong> 20 soggetti che negli ultimi due anni hanno<br />
chiesto aiuto alla nostra Istituzione per problemi psicopatologici da loro<br />
messi in relazione a una situazione <strong>di</strong> mobbing in ambito lavorativo.<br />
La casistica comprende 11 in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> sesso maschile e 9 <strong>di</strong> sesso femminile,<br />
<strong>del</strong>l’età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 42 anni (Tab. I); il titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o conseguito è<br />
rappresentato per 7 soggetti dalla licenza me<strong>di</strong>a inferiore, per 11 dalla licenza<br />
me<strong>di</strong>a superiore e per 2 dalla laurea. Infine, 6 <strong>di</strong> questi pazienti lavorano<br />
presso enti pubblici (4 <strong>di</strong>pendenti comunali e 2 scolastici), mentre<br />
i rimanenti 14 sono occupati in aziende private.<br />
Il percorso <strong>di</strong>agnostico comprende visita specialistica <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> comprensiva <strong>di</strong> accurata anamnesi, in particolare lavorativa e<br />
sociale, <strong>ed</strong> esame obiettivo, anche al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare eventuali patolo-
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 149<br />
gie d’organo che possano costituire fattore <strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> valutare<br />
la necessità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti specialistici relativi. Successivamente<br />
vengono programmati una serie <strong>di</strong> accertamenti costituiti da una prima<br />
s<strong>ed</strong>uta <strong>di</strong> counselling psicologico mirato all’area lavorativa, seguita da<br />
colloquio clinico-psicologico e dalla somministrazione <strong>di</strong> test <strong>di</strong> personalità<br />
mirati ai <strong>di</strong>sturbi lamentati (Minnesota Multiphasic Personality Inventory<br />
MMPI 2 in forma intera, intervista strutturata per DSM: SCHID<br />
asse primo e secondo) e visita psichiatrica. Fondamentale risulta, in particolar<br />
modo nel caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>del</strong>l’adattamento, valutare l’eventuale<br />
presenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo psichiatrico o psicosociale che possa limitare la<br />
capacità <strong>di</strong> adattamento <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo (le situazioni stressanti più frequenti<br />
sono quelle legate alla vita familiare <strong>ed</strong> affettiva) o costituire elemento<br />
<strong>di</strong> rimprovero (ad esempio per frequenti e prolungati perio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
malattia).<br />
Risultati e conclusioni<br />
Tabella I. Caratteristiche <strong>del</strong> gruppo e conclusioni <strong>di</strong>agnostiche. Gli asterischi identificano i casi nei quali,<br />
al termine <strong>del</strong>l’iter <strong>di</strong>agnostico, è stata effettivamente riconosciuta una situazione <strong>di</strong> mobbing<br />
SESSO ETÀ PROFESSIONE DIAGNOSI<br />
1 F 38 Aiuto cuoca Attacchi <strong>di</strong> panico con agorafobia<br />
2 F 49 Segretaria comunale Disturbo <strong>di</strong>stimico con idee persecutorie<br />
3 F 38 Collaboratrice scolastica Depressione maggiore<br />
4 F 36 Impiegata comunale Disturbo d’ansia<br />
5 M 52 Progettista, responsabile <strong>di</strong> centrale Disturbo d’ansia con somatizzazioni correlate al lavoro*<br />
6 M 53 Magazziniere Sindrome ansioso-depressiva in <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> personalità <strong>di</strong> tipo ossessivo<br />
7 M 39 Responsabile controllo qualità Non esegue le visite programmate<br />
8 F 43 Prestazione <strong>di</strong> manodopera generica<br />
per cooperativa<br />
Disturbo d’ansia in personalità con tratti schizotipici<br />
9 M 48 Agente <strong>di</strong> polizia municipale con<br />
mansione <strong>di</strong> istruttore <strong>di</strong>rettivo<br />
Disturbo post-traumatico da stress*<br />
10 F 47 Assistente amministrativo in istituto<br />
scolastico<br />
Disturbo d’ansia<br />
11 M 42 Vice<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> filiale bancaria Sindrome ansioso-depressiva in parte correlabile a recenti<br />
problematiche insorte in ambito lavorativo<br />
12 F 45 Responsabile ufficio contabilità Disturbo depressivo in personalità con tratti ossessivi<br />
13 M 32 Manutentore <strong>di</strong> <strong>di</strong>stributori automatici Disturbo d’ansia<br />
14 M 38 Manutentore autostradale Disturbo d’ansia in personalità impulsiva con sintomi neurovegetativi,<br />
insonnia e labilità emozionale<br />
15 M 48 Addetto alla sfogliatura <strong>di</strong> pannelli Depressione maggiore<br />
16 M 45 Responsabile <strong>di</strong> produzione Personalità schizotipica con tratti ossessivi<br />
17 F 29 Segretaria d’azienda Disturbo <strong>del</strong>l’adattamento con ansia e umore depresso a notevole<br />
in legno componente somatoforme*<br />
18 M 38 Magazziniere Sindrome ansioso-depressiva verosimilmente correlabile a conflittualità<br />
a carattere <strong>di</strong>scriminatorio in ambito lavorativo*<br />
19 M 35 Direttore <strong>di</strong> mensa Disturbo d’ansia<br />
20 F 46 Agente <strong>di</strong> polizia municipale con Sindrome ansioso-depressiva in parte correlabile a problematiche<br />
mansione <strong>di</strong> istruttore <strong>di</strong>rettivo relazionali in ambito lavorativo<br />
Dei 20 lavoratori presi in esame, 4 (soggetti n. 5, 9, 17, 18) hanno<br />
presentato problematiche psicofisiche riferibili ragionevolmente all’ambiente<br />
<strong>di</strong> lavoro; in 2 (3, 16) la possibilità <strong>di</strong> una correlazione con l’attività<br />
lavorativa esiste ma è <strong>di</strong>fficile valutarne il peso per la presenza <strong>di</strong><br />
concomitanti con<strong>di</strong>zioni stressogene; per 8 lavoratori quanto riferito era<br />
verosimilmente legato a <strong>di</strong>sturbi psichiatrici preesistenti e non riferibile<br />
al lavoro (1, 2, 6, 7, 8, 13, 14, 15); nei restanti 6 soggetti (4, 10, 11, 12,<br />
19, 20) era presente una situazione <strong>di</strong> alterazione <strong>del</strong>la <strong>di</strong>namica <strong>del</strong>le relazioni<br />
interpersonali coi colleghi; nel caso dei soggetti 9 e 17 è stata inol-<br />
trata segnalazione alle autorità competenti, per i soggetti 5 e 18 sono in<br />
corso approfon<strong>di</strong>menti me<strong>di</strong>co-legali.<br />
Nonostante il numero <strong>di</strong> soggetti esaminati sia limitato, dal campione<br />
emerge come la maggior parte dei lavoratori che si sono rivolti alla nostra<br />
struttura denunciando una situazione <strong>di</strong> mobbing appartenga al settore<br />
privato. Al termine <strong>del</strong>l’iter <strong>di</strong>agnostico, una situazione <strong>di</strong> mobbing è<br />
stata effettivamente identificata, con ragionevole grado <strong>di</strong> probabilità, solo<br />
in un quinto dei pazienti, ossia in una proporzione inferiore a quella riportata<br />
in altre casistiche (6).<br />
Bibliografia<br />
1) Cioccia GP. Mobbing: analisi <strong>di</strong> un fenomeno anche alla luce <strong>del</strong>le recenti<br />
acquisizioni sul danno biologico. Rassegna <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale<br />
e Previdenziale 2000; 13: 33-47.<br />
2) Monasteri PG, Bona M, Oliva V. Mobbing - Vessazioni sul lavoro.<br />
Giuffrè E<strong>di</strong>tore, Milano 2000.<br />
3). Hirigoyen MF. Le halarcement moral - Molestie morali. Einau<strong>di</strong>, Torino<br />
1999.<br />
4) Leymann H. The content and development of mobbing at work. Eur J<br />
Work Org Psychol 1996; 5: 2.<br />
5) Mennoia NV, Petrone L, Candura SM. Il problema <strong>del</strong> mobbing in<br />
ambito sanitario. Advances in Occupational Me<strong>di</strong>cine 2002; 3: 93-<br />
106.<br />
6. Cassitto MG, Gilioli R. Aspetti emergenti <strong>del</strong>lo stress occupazionale.<br />
M<strong>ed</strong> Lav 2002; 94: 108-113.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
150 www.gimle.fsm.it<br />
E. Monaco, G. Bianco, E. Ceppi Ratti, B. Di Simone Di Giuseppe, A. Risicato, C. Prestigiacomo<br />
Violenza morale e psichica sul lavoro: valutazione e certificazione<br />
Catt<strong>ed</strong>ra e Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - II Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia - Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />
RIASSUNTO. Viene riportata l’attività <strong>del</strong>l’ambulatorio sul<br />
mobbing, istituito presso la II Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia,<br />
frutto <strong>del</strong>la collaborazione tra me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro e psichiatri.<br />
La popolazione esaminata è costituita da una lieve prevalenza<br />
<strong>del</strong>le donne (54%) rispetto agli uomini (46%) con età me<strong>di</strong>a<br />
intorno ai 44 anni, con un’incidenza <strong>di</strong> impiegati <strong>del</strong> 73%<br />
rispetto al 27% degli operai. Tutti i pazienti sono stati<br />
sottoposti ad anamnesi lavorativa prima <strong>di</strong> essere inviati a<br />
visita psichiatrica e test psico<strong>di</strong>agnostici. I dati emersi<br />
evidenziano un Disturbo <strong>del</strong>l’Adattamento nel 63% dei casi<br />
per i quali è stato possibile rilasciare una certificazione <strong>di</strong><br />
compatibilità con il mobbing, il 28% è affetto da patologie<br />
psichiatriche, il 9% dei pazienti non presentano patologie<br />
psichiche.<br />
Si ritiene che sia necessario un collegamento con il me<strong>di</strong>co<br />
competente.<br />
Parole chiave: mobbing, patologie psichiatriche.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
MOBBING: EVALUATION AND CERTIFICATION. Mobbing constitutes a<br />
phenomenon not yet clearly defin<strong>ed</strong>. The activity, locat<strong>ed</strong> in the<br />
II Faculty of Me<strong>di</strong>cine and Surgery, is specifically de<strong>di</strong>cat<strong>ed</strong> to<br />
such phenomenon, which is the outcome of cooperation. The<br />
examin<strong>ed</strong> population is compos<strong>ed</strong> by a light prevalence of<br />
women (54%) respect to men (46%), ag<strong>ed</strong> around 44 years and<br />
employees (73%), workers (27%). All patients have been<br />
submitt<strong>ed</strong> to working anamnesis before being subject<strong>ed</strong> to a<br />
psychiatric examination and psyco<strong>di</strong>agnostic tests. The emerg<strong>ed</strong><br />
data underline a trouble of adaptation 63% of the cases (to<br />
which we have releas<strong>ed</strong> a certification of compatibility with<br />
mobbing), 28% is affect<strong>ed</strong> by psychiatric pathologies, 9% of the<br />
patients do not show mental <strong>di</strong>sorders.<br />
Nevertheless, it is necessary a connection between a physician<br />
and business me<strong>di</strong>cal service.<br />
Key words: mobbing, psychiatric pathologies.<br />
Introduzione<br />
Il lavoro sta vivendo un processo <strong>di</strong> cambiamento epocale: dalla fine<br />
<strong>del</strong> 1800 ai giorni nostri le tipologie <strong>di</strong> lavoro sono profondamente cambiate.<br />
Negli ultimi anni assistiamo ad una continua ascesa <strong>del</strong> terziario<br />
(63% degli occupati) che, per le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> organizzazione <strong>del</strong> lavoro,<br />
sta mo<strong>di</strong>ficando sia i rischi che le patologie professionali.<br />
Le mutate con<strong>di</strong>zioni lavorative hanno infatti determinato da una<br />
parte la riduzione e in alcuni casi la scomparsa, nel mondo industrializzato,<br />
<strong>di</strong> certe malattie professionali, dall’altra l’affacciarsi <strong>di</strong> nuove patologie,<br />
quali i <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong>la sfera psichica legati allo stress lavorativo che<br />
trovano, nel lavoro d’ufficio o in concetti <strong>di</strong> efficienza e produttività talvolta<br />
mal applicati <strong>ed</strong> interpretati, terreno <strong>di</strong> coltura fertile per il proliferare<br />
<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio lavorativo.<br />
Tra le patologie emergenti in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, nell’ambito dei<br />
fattori <strong>di</strong> tipo organizzativo e psico-sociale, a partire dagli anni ’90 le patologie<br />
come stress, mobbing e burn out stanno acquisendo un ruolo particolarmente<br />
rilevante.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Il gruppo <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> lavoro, presso la II Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong>l’Università<br />
“La Sapienza” <strong>di</strong> Roma, Osp<strong>ed</strong>ale Sant’Andrea, costituito da<br />
me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro e psichiatri, ha intrapreso dal giugno 2001 un’attività <strong>di</strong><br />
accertamento per patologie stress correlate, in particolare circa le violenze<br />
psicologiche e verbali in ambito lavorativo.<br />
È opportuno premettere che parte dei soggetti che pervengono al nostro<br />
Servizio è già oggetto <strong>di</strong> una preventiva selezione effettuata dagli<br />
psicologi <strong>del</strong> lavoro <strong>di</strong> uno Sportello anti-mobbing, che hanno sottoposto<br />
ad una prima valutazione oltre 1500 persone.<br />
Fino al giugno 20<strong>03</strong> sono giunti alla nostra osservazione circa 400<br />
pazienti, dei quali il 20% pervenuti da altre regioni <strong>del</strong> Centro e Sud Italia.<br />
I pazienti inizialmente vengono sottoposti a visita presso l’ambulatorio<br />
<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, dove si re<strong>di</strong>ge una cartella clinica nella quale,<br />
tra l’altro, viene raccolta l’anamnesi lavorativa, che permette <strong>di</strong> rilevare<br />
epoca <strong>di</strong> insorgenza e fenomenologia degli episo<strong>di</strong>, <strong>di</strong> far emergere<br />
la presenza <strong>di</strong> potenziali rischi trasversali, evidenziare problematiche<br />
quali il rapporto con il datore <strong>di</strong> lavoro, il superiore e/o i colleghi, e <strong>di</strong> cogliere<br />
eventuali patologie psicosomatiche che potrebbero essere connesse<br />
con il fenomeno <strong>del</strong>lo stress occupazionale.<br />
Si evidenzia una modesta prevalenza <strong>del</strong>le donne (54%) rispetto agli<br />
uomini (46%); la percentuale <strong>di</strong> “colletti bianchi”, in accordo con i dati<br />
nazionali <strong>ed</strong> internazionali, è maggiore (73%) rispetto alla categoria degli<br />
operai (27%); il 62.5% dei pazienti visitati provengono da Aziende<br />
private, il 27.5% da Aziende pubbliche; il 52% è <strong>di</strong>plomato, il 24% laureato,<br />
il 24% ha conseguito licenza me<strong>di</strong>a; l’età me<strong>di</strong>a è intorno ai 44 anni<br />
(44.2%), così <strong>di</strong>visi per fasce <strong>di</strong> età: fino ai 30 anni 4%, tra 31 e 40 anni<br />
31%, tra 41 e 50 anni 33%, tra 51 e 60 anni 30%, oltre 60 anni 2%; il<br />
48% degli utenti è coniugato, il 14% <strong>di</strong>vorziato o separato e il 38% celibi<br />
o nubili.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 151<br />
Per il 3% le azioni <strong>di</strong> mobbing avevano una durata inferiore ai 6 mesi,<br />
per il 27% tra 6 mesi e 1 anno, per il 40% tra 1 e 2 anni e per il 30%<br />
oltre i 2 anni.<br />
Nel 41% dei casi i pazienti presentavano sintomi patologici riconducibili<br />
ad una situazione <strong>di</strong> stress: astenia, ansia, depressione, panico,<br />
<strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> sonno, irregolarità nell’alimentazione, alcolismo, tabagismo,<br />
uso improprio <strong>di</strong> farmaci. Non raro (27%) anche il riscontro <strong>di</strong><br />
sintomi fisici quali cefalea, vertigini, eruzioni cutanee, tachicar<strong>di</strong>a,<br />
senso <strong>di</strong> ambascia precor<strong>di</strong>ale, ipertensione arteriosa, gastrite, ulcera e<br />
colite spastica.<br />
In seguito i pazienti vengono avviati al Servizio <strong>di</strong> Psichiatria che<br />
provv<strong>ed</strong>e, oltre alla visita specialistica, alla somministrazione <strong>di</strong> numerosi<br />
test psico<strong>di</strong>agnostici.<br />
I dati emersi in<strong>di</strong>cano nel 62% dei casi esaminati un Disturbo <strong>del</strong>l’Adattamento,<br />
nell’1% un Disturbo Post-Traumatico da Stress, mentre il<br />
28% risulta affetto da patologie psichiatriche e il 9% dei pazienti non ha<br />
presentato patologie psichiche degne <strong>di</strong> nota.<br />
Figura 1. Incidenza per sesso<br />
Figura 3. Distribuzione per fasce <strong>di</strong> età<br />
Figura 5. Stato civile<br />
Tra i pazienti il 15% aveva sofferto già in prec<strong>ed</strong>enza <strong>di</strong> psico-patologie,<br />
mentre per l’85% non risultano all’anamnesi sindromi psichiatriche<br />
pregresse.<br />
L’atto finale è la certificazione <strong>di</strong> compatibilità con il mobbing o<br />
stress occupazionale, rilasciata quando è stato <strong>di</strong>agnosticato un Disturbo<br />
<strong>del</strong>l’Adattamento o un Disturbo Post-Traumatico da Stress; per oltre 1/3<br />
dei pazienti non è stata rilasciata certificazione sia perché non è stato possibile<br />
esprimere un giu<strong>di</strong>zio per insufficienti elementi <strong>di</strong>agnostici, sia perché<br />
il riscontro <strong>di</strong> patologie psichiatriche ha indotto a rinviare ad una successiva<br />
visita <strong>di</strong> controllo, dopo opportuna terapia consigliando, talvolta,<br />
l’utilità <strong>del</strong>l’allontanamento dal posto <strong>di</strong> lavoro.<br />
In particolare sui 252 soggetti che hanno ottenuto la certificazione <strong>di</strong><br />
compatibilità con il mobbing, riportiamo i dati relativi alla <strong>di</strong>stribuzione<br />
per sesso (Figura 1), professione (Figura 2), fascia <strong>di</strong> età (Figura 3), titolo<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o (Figura 4) e stato civile (Figura 5).<br />
È stata inoltre valutata l’incidenza nonché la presenza <strong>di</strong> patologie<br />
psichiatriche pregresse (Figura 6) nei soggetti mobbizzati.<br />
PAZIENTI CON CERTIFICAZIONE DI COMPATIBILITÀ CON IL MOBBING<br />
Figura 2. Incidenza per professione<br />
Figura 4. Titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
Figura 6. Diagnosi psichiatriche pregresse
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
152 www.gimle.fsm.it<br />
Considerazioni<br />
È opportuno sollecitare la necessità <strong>di</strong> acquisire informazioni oggettive:<br />
a tal proposito appare determinante il ruolo che possono assumere i<br />
servizi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro, in quanto solo essi si presentano come il<br />
naturale interlocutore con il me<strong>di</strong>co competente, con il datore <strong>di</strong> lavoro e<br />
con il lavoratore.<br />
È evidente infatti il ruolo <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co competente al quale l’art.17 <strong>del</strong><br />
D. Lgs 626/94 attribuisce “…la tutela <strong>del</strong>la salute e <strong>del</strong>l’integrità psicofisica<br />
dei lavoratori”.<br />
Riteniamo che la SIMLII debba provv<strong>ed</strong>ere ad una formazione<br />
specifica per tutti quei professionisti che si trovano coinvolti nella gestione<br />
<strong>del</strong> fenomeno (me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro, psicologi, psichiatri, avvocati,<br />
sindacalisti…), nonché avviare una profonda opera <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />
anche attraverso la programmazione <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> formazione/informazione<br />
ai datori <strong>di</strong> lavoro e lavoratori per la conoscenza <strong>del</strong> <strong>di</strong>sagio<br />
lavorativo.<br />
È auspicabile quin<strong>di</strong> che il mobbing possa essere, ancora nei prossimi<br />
anni, argomento <strong>di</strong> ricerca allo scopo <strong>di</strong> definire aspetti clinici, modalità<br />
<strong>di</strong> accertamento e possibilità <strong>di</strong> certificazione, <strong>ed</strong> oggetto <strong>di</strong> attenzio-<br />
ne da parte dei legislatori per affermarne la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> patologia e consentirne<br />
il riconoscimento <strong>di</strong> malattia professionale.<br />
La violenza morale o psichica è in definitiva un fenomeno che si sta<br />
imponendo in modo prepotente all’attenzione degli stu<strong>di</strong>osi e <strong>del</strong>l’opinione<br />
pubblica: è necessario <strong>di</strong>stinguerla da inevitabili situazioni <strong>di</strong> stress<br />
lavorativo <strong>ed</strong> evitare <strong>di</strong> attribuire erronee etichette ai quoti<strong>di</strong>ani, fisiologici<br />
contrasti che si possono creare nel contesto lavorativo che nulla hanno<br />
in comune con le sistematiche vessazioni sui luoghi <strong>di</strong> lavoro.<br />
Bibliografia<br />
Gallotti D, Cusmai E. Mobbing, Roma, Ed. Lanua, 2001.<br />
Ege H. Mobbing: conoscerlo per vincerlo, Milano, Ed. Franco Angeli,<br />
2001.<br />
Hirigoyen MF. Molestie morali: la violenza perversa nella famiglia e nel<br />
lavoro, Torino, Gran<strong>di</strong> Tascabili Einau<strong>di</strong>, 2000.<br />
Gilioli R et al. Un nuovo rischio all’attenzione <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro:<br />
le molestie morali (mobbing), M<strong>ed</strong> Lav 2001; 92: 1: 61-69.<br />
Monaco E, Prestigiacomo C et al. Il mobbing: considerazioni preliminari<br />
in merito alla certificazione. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2001; 23: 3, 299.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 153<br />
G. Monduzzi, M.T. Cella, G. Corona, A. Franchi, D. Garavini, G. Franco<br />
Il para<strong>di</strong>gma <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>cina basata sulle prove applicato alla salute<br />
occupazionale: un mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> intervento<br />
Catt<strong>ed</strong>ra e Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e <strong>del</strong>le Specialità Me<strong>di</strong>che - Policlinico - Università <strong>di</strong><br />
Modena e Reggio Emilia<br />
RIASSUNTO. Scopo <strong>del</strong> presente contributo è quello <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>are l’applicabilità <strong>del</strong> metodo suggerito dall’Evidence<br />
Bas<strong>ed</strong> Me<strong>di</strong>cine per in<strong>di</strong>viduare soluzioni a problemi <strong>di</strong><br />
comune riscontro nell’ambito <strong>del</strong>la Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
attraverso l’uso <strong>di</strong> banche dati (M<strong>ed</strong>line e Cochrane Library).<br />
Su 236 accertamenti sanitari effettuati da parte <strong>di</strong> 3 Me<strong>di</strong>ci<br />
Competenti si sono selezionati 17 casi che presentano un<br />
problema <strong>ed</strong> è stata effettuata la ricerca sulle banche dati<br />
trovando utili informazioni in 9 casi.<br />
Parole chiave: me<strong>di</strong>cina basata sulle evidenze, salute<br />
occupazionale.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
THE EVIDENCE BASED MEDICINE AS PARADIGM IN THE<br />
OCCUPATIONAL HEALTH: AN EXAMPLE OF INTERVENTION. The<br />
Evidence Bas<strong>ed</strong> Me<strong>di</strong>cine para<strong>di</strong>gm has been us<strong>ed</strong> for searching<br />
literature data to be us<strong>ed</strong> for solving workers’ health problems.<br />
Results show that useful information has been found in 9<br />
problems out of 17select<strong>ed</strong> cases.<br />
Key words: evidence bas<strong>ed</strong> me<strong>di</strong>cine, occupational health.<br />
Introduzione<br />
L’Evidence Bas<strong>ed</strong> Me<strong>di</strong>cine (EBM) o “me<strong>di</strong>cina basata sulle prove<br />
<strong>di</strong> efficacia” ha avuto una notevole applicazione nell’ambito <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />
specializzazioni me<strong>di</strong>che. Lo stesso approccio può risultare utile in Me<strong>di</strong>cina<br />
<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> per in<strong>di</strong>viduare soluzioni a problemi <strong>di</strong> comune riscontro<br />
nell’attività <strong>di</strong> salute occupazionale.<br />
Di recente è stato proposto un mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> approccio a problemi <strong>di</strong> comune<br />
riscontro in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> che trae lo spunto da quello fornito<br />
dall’EBM (1, 2). Le esperienze nello specifico settore sono tuttavia<br />
piuttosto limitate (3, 4, 5, 6).<br />
Obiettivo<br />
Scopo <strong>del</strong> presente contributo è quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l’applicabilità <strong>del</strong> metodo<br />
suggerito dall’EBM per in<strong>di</strong>viduare soluzioni a problemi <strong>di</strong> comune riscontro<br />
nell’ambito <strong>del</strong>la Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> attraverso l’uso <strong>di</strong> banche dati<br />
(M<strong>ed</strong>line e Cochrane Library). L’ipotesi è che queste banche possano costituire<br />
strumenti per favorire il processo decisionale. In particolare si è cercato<br />
<strong>di</strong> valutare come le informazioni reperite in dette banche dati possano<br />
essere utilizzate per risolvere problemi incontrati in salute occupazionale.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
La ricerca è stata fondata sul para<strong>di</strong>gma <strong>del</strong>la “me<strong>di</strong>cina basata sulle<br />
prove <strong>di</strong> efficacia” articolato nei seguenti punti (7):<br />
– Trasformare il nostro bisogno <strong>di</strong> informazioni in quesiti a cui fornire<br />
una risposta<br />
– Ricercare le migliori evidenze che ci consentano <strong>di</strong> rispondere alle<br />
domande<br />
– Valutare criticamente le evidenze trovate e quin<strong>di</strong> determinarne la vali<strong>di</strong>tà<br />
e l’utilità<br />
– Applicare nella pratica le conclusioni d<strong>ed</strong>otte dai risultati<br />
– Valutare le proprie prestazioni<br />
Sono stati considerati tutti gli accertamenti sanitari svolti consecutivamente<br />
nell’arco <strong>di</strong> 2 mesi. Essa ha previsto il coinvolgimento dei me<strong>di</strong>ci<br />
competenti (MC) a cui sono state richieste informazioni riguardanti<br />
la tipologia <strong>di</strong> accertamento, il tipo <strong>di</strong> problema, la necessità <strong>di</strong> ulteriori<br />
chiarimenti. Le informazioni sono state raccolte in una base <strong>di</strong> dati e riferendosi<br />
al problema formulato dal MC sono state in<strong>di</strong>viduate le parole<br />
chiave identificate preferibilmente tra i termini MeSH.<br />
Risultati<br />
Nel periodo considerato sono stati effettuati 236 accertamenti sanitari<br />
da parte <strong>di</strong> 3 MC <strong>del</strong> Policlinico. I me<strong>di</strong>ci hanno identificato 17 casi che<br />
presentano un problema <strong>ed</strong> hanno fornito in<strong>di</strong>cazioni per la formulazione<br />
dei singoli quesiti. Sulla base <strong>di</strong> questi elementi sono state scelte le parole<br />
chiave con cui effettuare la ricerca che sono state combinate secondo il<br />
metodo sopra riportato.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
154 www.gimle.fsm.it<br />
I risultati <strong>del</strong>la ricerca sono stati riportati in<strong>di</strong>viduando il numero <strong>di</strong><br />
lavori trovati, il numero dei lavori considerati pertinenti, il numero degli<br />
abstract utilizzati per fornire soluzione al problema, nonché il tempo impiegato<br />
per la ricerca.<br />
Sui 17 problemi considerati è stato possibile trovare articoli che fornissero<br />
una in<strong>di</strong>cazione utile in 9 casi me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> M<strong>ed</strong>line,<br />
mentre la Cochrane Library ha fornito utili informazioni in 2 casi.<br />
A titolo esemplificativo si riporta il caso <strong>di</strong> un videoterminalista con<br />
forte miopia nel cui caso ci si chi<strong>ed</strong>e quale possa essere il giu<strong>di</strong>zio d’idoneità<br />
alla mansione specifica e se la progressione <strong>del</strong>la miopia possa essere<br />
correlata al tipo <strong>di</strong> attività.<br />
Si è effettuata pertanto una ricerca con M<strong>ed</strong>line introducendo i termini<br />
MeSH “miopia” e “computers” combinati con i termini MeSH <strong>di</strong> tipo<br />
occupazionale e in 5 minuti si sono trovati 28 articoli, 9 dei quali sono<br />
stati giu<strong>di</strong>cati pertinenti in base al titolo e alla lettura degli abstract impiegando<br />
20 minuti. Gli abstract letti concludono che non vi sia associazione<br />
tra insorgenza e progressione <strong>del</strong>la miopia e uso <strong>del</strong> videoterminale,<br />
asoociazione che invece esiste per i <strong>di</strong>sturbi astenopici.<br />
Conclusioni<br />
I risultati offrono all’attenzione elementi che, per certi aspetti, possono<br />
essere considerati utili per l’obiettivo che ci si era prefissato. Tali<br />
elementi consistono (i) nella capacità <strong>di</strong> rilevare contributi scientifici autorevoli<br />
e appropriati in grado <strong>di</strong> fornire in<strong>di</strong>cazioni utilizzabili nelle attività<br />
<strong>del</strong> MC e (ii) nella relativa facilità con la quale tali contributi possono<br />
essere trovati. D’altra parte elementi <strong>di</strong> criticità sono costituiti (i) dal<br />
tempo impiegato per le ricerche, la selezione, la lettura e l’analisi dei con-<br />
tributi, (ii) dal fatto che la Cochrane Library contiene un numero relativamente<br />
limitato <strong>di</strong> contributi utilizzabili.<br />
I risultati, ancorché molto preliminari, consentono <strong>di</strong> ipotizzare che,<br />
in considerazione <strong>del</strong>la sempre più estesa fruibilità <strong>del</strong>le banche dati anche<br />
i MC potranno avvalersi <strong>di</strong> questi strumenti per migliorare le proprie<br />
prestazioni.<br />
Bibliografia<br />
1) Franco G. Evidence-bas<strong>ed</strong> Me<strong>di</strong>cine and Evidence-bas<strong>ed</strong> Occupational<br />
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G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 155<br />
E. Tuccillo, G. Corona, G. Franco<br />
Valutazione <strong>del</strong>l’efficacia <strong>di</strong> una campagna vaccinale nel personale<br />
sanitario per la prevenzione <strong>del</strong>l’Influenza-Like Illness (ILI)<br />
Catt<strong>ed</strong>ra e Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e <strong>del</strong>le Specialità Me<strong>di</strong>che - Policlinico - Università <strong>di</strong><br />
Modena e Reggio Emilia<br />
RIASSUNTO. Lo scopo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> valutare<br />
l’efficacia <strong>del</strong>la vaccinazione antinfluenzale nel personale<br />
sanitario. I risultati <strong>di</strong>mostrano: (i) una <strong>di</strong>minuzione<br />
significativa dei casi <strong>di</strong> ILI tra gli operatori sanitari vaccinati,<br />
(ii) una <strong>di</strong>minuzione significativa <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong> assenza per ILI<br />
nei lavoratori vaccinati, (iii) un favorevole rapporto<br />
costo/beneficio.<br />
Parole chiave: vaccinazione, influenza, malattie simil influenzali,<br />
personale sanitario.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
EVALUATION OF INFLUENZA VACCINATION EFFECTIVENESS IN HEALTH<br />
CARE WORKERS TO PREVENT INFLUENZA-LIKE ILLNESS (ILI). Aim of<br />
the study is to evaluate influenza vaccination effectiveness in<br />
health care workers. Results show: (i) a significant decrease of<br />
ILI-cases among vaccinat<strong>ed</strong> health care workers, (ii) a<br />
significant decrease of sickness absence among vaccinat<strong>ed</strong><br />
workers, (iii) a favourable cost/benefict analysis.<br />
Key words: vaccination, influenza, Influenza-Like Illness, care<br />
workers.<br />
Introduzione<br />
L’influenza costituisce un importante problema <strong>di</strong> sanità pubblica;<br />
essa rappresenta in Italia la terza causa <strong>di</strong> morte per patologia infettiva.<br />
Gli operatori sanitari sono da considerare tra le categorie più a rischio <strong>di</strong><br />
contrarre tale patologia (1). Ammalare <strong>di</strong> influenza per il personale sanitario<br />
si traduce in una moltiplicazione dei costi economici e sociali; inoltre<br />
l’assenza dal lavoro per malattia nel settore sanitario può avere ripercussioni<br />
negative sulla qualità e sulla continuità <strong>del</strong>la cura prestata al paziente.<br />
La vaccinoprofilassi, raccomandata dall’OMS per le categorie a rischio,<br />
rappresenta lo strumento migliore in termini <strong>di</strong> costo/efficacia e<br />
costo/beneficio per prevenire l’influenza. Alcuni stu<strong>di</strong> hanno evidenziato<br />
però una scarsa attitu<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> personale sanitario a sottoporsi alla vaccinazione<br />
(2); tra i motivi <strong>di</strong> rifiuto si ritrovano la bassa percezione <strong>del</strong> rischio,<br />
i dubbi sull’efficacia <strong>del</strong> vaccino, il timore degli effetti collaterali<br />
<strong>ed</strong> il rilievo che l’influenza sia considerata una malattia banale (3), mentre<br />
accettano la vaccinazione coloro che hanno una storia <strong>di</strong> prec<strong>ed</strong>ente<br />
vaccinazione, che considerano efficace la vaccinazione, che hanno avuto<br />
pochi effetti collaterali dopo l’inoculazione (4) e che desiderano proteggere<br />
loro stessi e i loro familiari.<br />
Scopo<br />
L’obiettivo <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> valutare l’efficacia <strong>del</strong>la vaccinazione<br />
antinfluenzale nel personale <strong>di</strong> un’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera. A causa<br />
<strong>del</strong>l’impossibilità <strong>di</strong> effettuare la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> influenza con il dosaggio<br />
anticorpale, si considerano i casi <strong>di</strong> Influenza-Like Illness (ILI) ossia <strong>di</strong><br />
malattie simil-influenzali. Sono stati analizzati i seguenti punti: (i) prevalenza<br />
<strong>del</strong>la comparsa <strong>di</strong> ILI nei soggetti vaccinati; (ii) giorni <strong>di</strong> assenza<br />
dal lavoro per ILI; (iii) rapporto costo/beneficio <strong>del</strong>la campagna vaccinale;<br />
(iv) efficacia <strong>del</strong>la vaccinazione antinfluenzale eseguita per due anni<br />
consecutivi.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
L’indagine svolta ha le caratteristiche <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> coorte prospettico.<br />
La vaccinazione antinfluenzale, nella stagione 2001-2002, è stata<br />
proposta a tutti i <strong>di</strong>pendenti <strong>del</strong> Policlinico; hanno eseguito la vaccinazione<br />
antinfluenzale 266 <strong>di</strong>pendenti. Il personale <strong>del</strong>l’Azienda, prima<br />
<strong>del</strong>l’inoculazione <strong>del</strong> vaccino, è stato informato sui possibili effetti indesiderati<br />
e sottoposto ad un questionario anamnestico relativo alle abitu<strong>di</strong>ni<br />
voluttuarie e ad eventuali prec<strong>ed</strong>enti patologie allergiche o <strong>del</strong>l’apparato<br />
respiratorio. Il preparato utilizzato per la campagna vaccinale era costituito<br />
da virus frammentati “split” inattivati (VAXIGRIP) contenente gli<br />
antigeni: A/Mosca/10/99 (H3N2); A/Nuova Cal<strong>ed</strong>onia/20/99 (H1N1);<br />
B/Sichuan/379/99.<br />
Tutti i soggetti vaccinati sono stati ricontattati nei mesi <strong>di</strong> aprile e <strong>di</strong><br />
maggio 2002 per la somministrazione <strong>di</strong> un ulteriore questionario per verificare:<br />
(i) la comparsa <strong>di</strong> manifestazioni che rispondessero alla definizione<br />
clinica <strong>di</strong> ILI [affezione respiratoria acuta ad esor<strong>di</strong>o brusco <strong>ed</strong> im-
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
156 www.gimle.fsm.it<br />
provviso con febbre > 38°C, accompagnata da almeno uno dei seguenti<br />
sintomi generali: malessere generalizzato, cefalea, astenia, sensazione <strong>di</strong><br />
febbre (sudorazione, brivi<strong>di</strong>) e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori:<br />
faringo<strong>di</strong>nia, congestione nasale, tosse]; (ii) il numero <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong><br />
malattia e <strong>di</strong> assenza dal lavoro per ILI; (iii) presenza <strong>di</strong> effetti indesiderati<br />
nei giorni successivi alla somministrazione <strong>del</strong> vaccino.<br />
Il gruppo costituito dai soggetti vaccinati è stato confrontato con un<br />
gruppo <strong>di</strong> controllo, selezionato all’interno <strong>del</strong>l’Azienda, non vaccinati<br />
nella stessa stagione. I 2 gruppi sono stati appaiati per sesso <strong>ed</strong> età in<br />
quanto giovani maschi accettano <strong>di</strong> vaccinarsi meno frequentemente <strong>del</strong>le<br />
femmine <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a età; ad entrambi è stato somministrato lo stesso<br />
questionario allo scopo <strong>di</strong> confrontare la comparsa <strong>di</strong> ILI all’interno <strong>del</strong>le<br />
due popolazioni.<br />
Risultati<br />
L’efficacia <strong>del</strong>la vaccinazione è stata valutata me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>del</strong><br />
test χ 2 confrontando il numero dei soggetti che hanno contratto ILI tra i<br />
vaccinati e i non vaccinati. I risultati <strong>di</strong>mostrano che la prevalenza <strong>del</strong>la<br />
patologia è significativamente superiore nei soggetti non vaccinati rispetto<br />
a quella dei vaccinati, tabella I (χ 2 =25,8; p=0,000).<br />
Tabella I. Operatori sanitari che hanno contratto ILI<br />
ILI<br />
NO SI<br />
Totale<br />
Vaccinati 243 23 266<br />
Non vaccinati 199 67 266<br />
Totale 442 90 532<br />
Esiste una prevalenza dei giorni <strong>di</strong> assenza dal lavoro per ILI più elevata<br />
nei soggetti non vaccinati (21%) rispetto a quello dei soggetti vaccinati<br />
(7%); inoltre si è osservato come il numero totale <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong> malattia<br />
risulta maggiore rispetto al numero totale <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong> assenza dal lavoro<br />
sia per i vaccinati sia per quelli non vaccinati.<br />
Dall’analisi <strong>del</strong> rapporto costo/beneficio <strong>del</strong>la campagna vaccinale è<br />
risultato un risparmio in termini economici per l’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera. La<br />
valutazione <strong>di</strong> tale rapporto è stata ottenuta attraverso: (i) costi me<strong>di</strong> giornalieri<br />
per singola qualifica; (ii) costo sostenuto per la vaccinoprofilassi;<br />
(iii) costi sostenuti per: impiego <strong>di</strong> un infermiere professionale per circa<br />
25 ore, cotone e <strong>di</strong>sinfettante, assenza dal lavoro dei <strong>di</strong>pendenti per 15<br />
minuti per l’inoculazione <strong>del</strong> vaccino. Il risparmio economico per l’Azienda<br />
Osp<strong>ed</strong>aliera a seguito <strong>del</strong>la vaccinoprofilassi <strong>del</strong> personale, calcolato<br />
per un campione riferito a 100 <strong>di</strong>pendenti per ogni categoria professionale<br />
(me<strong>di</strong>ci, infermieri, tecnici, ausiliari/OTA e amministrativi), è risultato<br />
<strong>di</strong> 33.752 €.<br />
È risultato inoltre che la rivaccinazione dei soggetti già vaccinati nell’anno<br />
prec<strong>ed</strong>ente ha comportato un aumento <strong>del</strong>l’efficacia <strong>del</strong> vaccino<br />
nel ridurre la comparsa <strong>di</strong> ILI (χ 2 =18,6; p=0,000).<br />
Discussione e conclusioni<br />
La vaccinazione antinfluenzale negli operatori sanitari è considerata<br />
un importante metodo sia per la riduzione <strong>del</strong> rischio <strong>di</strong> infezione nosocomiale<br />
che per la <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> epidemie influenzali nella comunità<br />
dei reparti osp<strong>ed</strong>alieri. L’adesione alla campagna vaccinale oggetto <strong>del</strong>lo<br />
stu<strong>di</strong>o è stata <strong>del</strong> 10% in accordo con quanto osservato in letteratura (2).<br />
Il Policlinico promuovendo la campagna vaccinale antinfluenzale ha ottenuto<br />
benefici, in termini <strong>di</strong> minor giorni <strong>di</strong> assenza per ILI per tutto il<br />
personale, che si traducono in un risparmio economico, riducendo inoltre<br />
eventuali ripercussioni negative dovute alla <strong>di</strong>scontinuità <strong>del</strong>le prestazioni<br />
offerte per la cura <strong>del</strong> paziente.<br />
È necessario sensibilizzare il personale osp<strong>ed</strong>aliero nei confronti <strong>del</strong>la<br />
vaccinazione antinfluenzale, in particolare (i) promuovendo una maggiore<br />
informazione riguardo ai benefici <strong>del</strong>la vaccinoprofilassi in termini<br />
<strong>di</strong> riduzione <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> malattia sia per il lavoratore che per i propri familiari<br />
e per i pazienti con cui viene a contatto; (ii) promovendo la ripetizione<br />
<strong>del</strong> vaccino tutti gli anni al fine <strong>di</strong> ottenere una migliore copertura<br />
immunitaria.<br />
Bibliografia<br />
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G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 157<br />
C. Fiumalbi 1 , M.T. Mechi 2 , G. Petrioli 3 , V. Cupelli 4 , G. Arcangeli 4<br />
Priorità in salute occupazionale nella Azienda USL 10 <strong>di</strong> Firenze<br />
1 Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione ASL 10 (master PROFEA), Firenze<br />
2 Direzione Sanitaria ASL 10, Firenze<br />
3 Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione ASL 10, Firenze<br />
4 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze<br />
RIASSUNTO. Allo scopo <strong>di</strong> sperimentare un metodo per la<br />
scelta degli interventi da programmare in Sanità Pubblica è<br />
stata in<strong>di</strong>viduata una lista dei problemi <strong>di</strong> salute<br />
occupazionale, con riferimento alla popolazione lavorativa<br />
<strong>del</strong>la ASL <strong>di</strong> Firenze, utilizzando per la definizione <strong>del</strong>le<br />
priorità la “Minnesota Department of Health’s Community<br />
Health Services Planning Manual - Gui<strong>del</strong>ines for Local Public<br />
Health Agencies: CHS Plan Cycle 2002-20<strong>03</strong>”. Sono emersi in<br />
or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> priorità i seguenti problemi <strong>di</strong> salute: esposizione a<br />
sostanze chimiche nei lavoratori agricoli,malattie da<br />
sovraccarico biomeccanico degli arti superiori; infortuni gravi<br />
e mortali nei settori agricoltura e costruzioni, e ipoacusie<br />
professionali. Per ciascuno <strong>di</strong> essi è stata in<strong>di</strong>cata una possibile<br />
strategia <strong>di</strong> intervento.<br />
Parola chiave: prevenzione, salute occupazionale, sanità pubblica.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
PRIORITY IN OCCUPATIONAL HEALTH IN FLORENCE. In order to<br />
experience a method for the choice in Public Health, a list of the<br />
problems in occupational health in Florence has been<br />
characteriz<strong>ed</strong> one, using for the definition of the priorities a<br />
“Minnesota Department of Health’s Community Health Services<br />
Planning Manual - Gui<strong>del</strong>ines for Local Public Health<br />
Agencies: CHS Plan Cycle 2002-20<strong>03</strong>”. The following priorities<br />
problems of health are emerg<strong>ed</strong> in order of: exposure to<br />
chemistries in agricultural workers, fatal and serious injures<br />
among construction and agricultural workers, musculoskeletal<br />
<strong>di</strong>sorders by biomechanical overload of the upper limbs, hearing<br />
loss. For everyone of they, has been in<strong>di</strong>cat<strong>ed</strong> a possible strategy.<br />
Key words: prevention, occupational health, public health.<br />
Contesto<br />
L’Azienda Sanitaria <strong>di</strong> Firenze è la più estesa per territorio (33 comuni)<br />
e per popolazione (796.986 abitanti al 31/12/00) <strong>del</strong>le 12 Aziende<br />
USL toscane e in essa si concentrano il 32% (n. 83.927) <strong>del</strong>le Unità locali<br />
e 25% (215.123) degli addetti sul totale <strong>del</strong>la regione Toscana (Camera<br />
<strong>di</strong> Commercio al 31/12/2000 e Censimento ISTAT 2001). L’Azienda<br />
è organizzata in 4 zone al cui livello sono assunte le decisioni programmatiche<br />
e operative nella organizzazione dei servizi sanitari. La prevenzione<br />
in ambiente <strong>di</strong> lavoro (e in ambiente <strong>di</strong> vita) è assicurata dal Dipartimento<br />
Aziendale <strong>di</strong> Prevenzione che si articola in ciascuna <strong>del</strong>le 4<br />
zone in Aree Funzionali Zonali, dotate <strong>di</strong> autonomia gestionale a cui afferiscono<br />
i Servizi <strong>di</strong> Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi <strong>di</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
(1 per ogni Area Funzionale).<br />
Obiettivo<br />
In<strong>di</strong>viduare una lista <strong>di</strong> priorità dei problemi <strong>di</strong> salute occupazionale<br />
nella Azienda USL <strong>di</strong> Firenze su cui orientare gli interventi <strong>del</strong> <strong>di</strong>partimento<br />
<strong>di</strong> prevenzione e in<strong>di</strong>care per questi le strategie <strong>di</strong>sponibili.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Nella definizione <strong>del</strong>le priorità si è fatto riferimento a Minnesota Department<br />
of Health’s Community Health Services Planning Manual -<br />
Gui<strong>del</strong>ines for Local Public Healòth Agencies: CHS Plan Cycle 2002-<br />
20<strong>03</strong>” (4); due fasi:<br />
1) Descrizione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> salute occupazionale: raccolta e analisi dei<br />
dati <strong>di</strong>sponibili sulla popolazione Iavorativa <strong>del</strong> territorio con le seguenti<br />
modalità operative:<br />
– identificazione <strong>del</strong>le fonti informative (1, 2, 4, 6)<br />
– descrizione <strong>del</strong> tessuto produttivo con aggregazione regionale,<br />
provinciale e locale (anagrafe <strong>del</strong>le unità produttive e degli addetti<br />
(5, Archivio Camera <strong>di</strong> Commercio 2001) seguendo la classificazione<br />
<strong>del</strong>le attività ISTAT 2001)<br />
– descrizione anagrafica <strong>del</strong>la popolazione Iavorativa (età, genere,<br />
scolarizzazìone, occupazione, forme <strong>di</strong> lavoro) (Relazione IRPET<br />
2000).<br />
– valutazione <strong>del</strong>lo stato <strong>di</strong> salute <strong>del</strong>la popolazione lavorativa con<br />
riferimento a infortuni sul lavoro e malattie da lavoro (5, 7, 8, 9,<br />
Piano Sanitario Regionale 2000-2002)<br />
– traduzione dei dati ottenuti in problemi <strong>di</strong> salute e nei rispettivi<br />
fattori <strong>di</strong> rischio secondo lo schema problema <strong>di</strong> salute/possibile<br />
causa/obiettivo <strong>di</strong> sanità pubblica (4).<br />
2) Prioritizzazione dei problemi <strong>di</strong> salute in<strong>di</strong>viduati utilizzando i seguenti<br />
criteri:<br />
a) numero <strong>di</strong> lavoratori e numero <strong>di</strong> aziende (in<strong>di</strong>cativo <strong>del</strong>la parcellizzazione<br />
<strong>del</strong> tessuto produttivo locale) con esposizione ai fattori<br />
<strong>di</strong> rischio considerati (1, 2, 3, 5, 7, 8);
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
158 www.gimle.fsm.it<br />
b) frequenza e c) gravità <strong>del</strong>l’evento (in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rischio e <strong>di</strong> gravità per<br />
gli infortuni; valori <strong>di</strong> frequenza e <strong>di</strong> ischio relativo riferiti in stu<strong>di</strong><br />
epidemiologici per le malattie da lavoro) (1, 2, 3, 5, 7, 8, 9,);<br />
d) impatto <strong>del</strong> problema sull’opinione pubblica (relazioni e interviste<br />
a stakeholders, Piano Sanitario Regionale 2000 - 2002);<br />
e) prevenibilità <strong>del</strong> problema considerando le strategie <strong>di</strong> intervento<br />
<strong>di</strong>sponibili (1, 3, 4, 7).<br />
A ciascun criterio è stato attribuito un punteggio da un minimo <strong>di</strong> 1<br />
a un massimo <strong>di</strong> 3 (4) e ai problemi <strong>di</strong> salute in<strong>di</strong>viduati sono stati assegnati<br />
i criteri con i rispettivi punteggi e uno score complessivo per ciascun<br />
problema.<br />
Risultati<br />
I problemi <strong>di</strong> salute emersi in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> priorità sono stati: esposizione<br />
a sostanze chimiche nei lavoratori agricoli (score complessivo 13);<br />
malattie muscoloscheletriche da sovraccarico biomeccanica degli arti superiori<br />
(score complessivo 12); infortuni gravi e mortali nei settori agricoltura<br />
e costruzioni (score complessivo 11); e ipoacusie professionali<br />
(score complessivo 10). Sono emerse altre problematiche, come la salute<br />
<strong>del</strong>le donne lavoratrici e infortuni in lavoratori appren<strong>di</strong>sti e in lavoratori<br />
atipici, per le quali allo stato attuale non <strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> dati atten<strong>di</strong>bili<br />
a livello locale.<br />
Conclusioni<br />
Il processo <strong>di</strong> prioritizzazione ha evidenziato l’attualità <strong>di</strong> interventi<br />
come l’assistenza alle imprese nella prevenzione <strong>del</strong> rumore in ambiente<br />
<strong>di</strong> lavoro, la necessità <strong>di</strong> verificare le strategie locali per la prevenzione<br />
degli infortuni gravi e mortali e l’importanza <strong>di</strong> implementare sistemi <strong>di</strong><br />
sorveglianza specifici per alcune malattie da lavoro come le malattie muscoloscheletriche<br />
degli arti superiori. In particolare per una <strong>del</strong>le zone<br />
<strong>del</strong>l’area fiorentina la priontà d’intervento risulta la prevenzione <strong>del</strong>la<br />
esposizione a sostanze chimiche in agricoltura.<br />
Criticità principali<br />
Difficoltà a reperire dati sia <strong>del</strong>la popolazione lavorativa che sulle<br />
unità produttive (le fonti informative spesso seguono co<strong>di</strong>fiche <strong>di</strong>verse:<br />
attualmente con accordo lnail lspesl e Regioni probabilmente sarà possi-<br />
bile avere informazioni più atten<strong>di</strong>bili, anche se incomplete riguardo il<br />
settore Agricoltura), I censimenti attuali e le stesse statistiche INAIL su<br />
infortuni e malattie professionali (in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> frequenza, <strong>di</strong> gravità, <strong>di</strong> rischio<br />
etc.) seguono una <strong>di</strong>saggregazione regionale e provinciale (che non<br />
coincide con il territorio <strong>di</strong> ASL) e le elaborazioni a livello <strong>di</strong> ASL sono<br />
possibili solo in alcuni casi e con <strong>di</strong>fficoltà. Uno strumento utile potrebbe<br />
essere un sistema informativo riferito al territorio in grado <strong>di</strong> descrivere<br />
la popolazione <strong>di</strong> interesse.<br />
Ringraziamenti<br />
Il lavoro è stato svolto nell’ambito <strong>del</strong> Master Profea (Formazione in<br />
Epidemiologia applicata in Sanità<br />
Pubblica) <strong>del</strong>l’istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità e un ringraziamento sincero<br />
è <strong>di</strong>retto a Paolo D’Argenio, Nancy Binkin e Alberto Perra <strong>del</strong>l’I.S.S<br />
e ai loro preziosi suggerimenti.<br />
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F. Spigno, R. Insalaco, M. Piccinini, A.D. Bonsignore<br />
Rischio biomeccanico per gli arti superiori: esperienza in un’azienda<br />
produttrice <strong>di</strong> cavi elettrici per alimentazione<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>. Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Genova<br />
RIASSUNTO. I Cumulative Trauma Disorders sono <strong>di</strong><br />
riscontro sempre più frequente negli ambienti <strong>di</strong> lavoro. La<br />
nostra osservazione riguarda un’azienda produttrice <strong>di</strong> cavi<br />
elettrici per alimentazione i cui <strong>di</strong>pendenti sono stati sottoposti<br />
a sorveglianza sanitaria negli anni 2001-2002-20<strong>03</strong>. La<br />
valutazione <strong>del</strong> rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti<br />
superiori effettuata con metodo OCRA ha evidenziato per la<br />
specifica mansione <strong>del</strong>lo stampaggio un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> esposizione<br />
me<strong>di</strong>o-alto mentre i riscontri clinico strumentali hanno<br />
evidenziato sintomi e segni obiettivi <strong>di</strong> sofferenza <strong>del</strong> nervo<br />
me<strong>di</strong>ano a livello <strong>del</strong> polso a carico <strong>di</strong> una significativa<br />
percentuale <strong>di</strong> operatrici; i successivi interventi sul ciclo<br />
produttivo e sui tempi <strong>di</strong> esposizione hanno consentito una<br />
riduzione <strong>del</strong> rischio a cui ha fatto seguito una <strong>di</strong>minuzione dei<br />
<strong>di</strong>sturbi lamentati.<br />
Parole chiave: rischio biomeccanico, arti superiori.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
BIOMECHANICAL OVERLOAD RISK OF THE UPPER LIMBS: EXPERIENCE<br />
IN A FACTORY OF FEEDING ELECTRIC CABLES. Cumulative trauma<br />
<strong>di</strong>sorders are found more and more frequently in working<br />
environments. Our examination concerns a factory of fee<strong>di</strong>ng<br />
electric cables, whose workers were subject<strong>ed</strong> to a sanitary<br />
checking in 2001, 2002, 20<strong>03</strong>.<br />
The valuation of the risk due to a biomechanical overload of the<br />
upper limbs, carri<strong>ed</strong> out accor<strong>di</strong>ng to the OCRA method, point<strong>ed</strong><br />
out, with reference to the specific task of pressing, a middle-high<br />
grade of exposure, while the clinical-instrumental results show<strong>ed</strong><br />
symptoms and objective signs of suffering on the me<strong>di</strong>an nerve<br />
of the wrist with regard to a significant percentage of workers.<br />
The following interventions on the production cycle and on the<br />
exposure times obtain<strong>ed</strong> a r<strong>ed</strong>uction of the risk with a<br />
subsequent decrease of the notic<strong>ed</strong> troubles.<br />
Key words: biomechanical overload risk, upper limbs.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Il nostro stu<strong>di</strong>o riguarda la sorveglianza sanitaria effettuata nell’arco<br />
<strong>di</strong> tre anni (2001-2002-20<strong>03</strong>) sul personale <strong>di</strong> un’azienda produttrice <strong>di</strong><br />
cavi <strong>di</strong> alimentazione il cui ciclo produttivo può essere così schematizzato:<br />
taglio <strong>del</strong> cavo elettrico, giunzione <strong>del</strong> frutto (spelatura e aggraffatura),<br />
stampaggio <strong>del</strong>la spina, finitura <strong>del</strong> terminale, collaudo.<br />
Il ciclo lavorativo era su due turni <strong>di</strong> otto ore, con cambio settimanale,<br />
dalle 06:00 alle 14:00 e dalle 14:00 alle 22:00; durante l’intero ciclo<br />
lavorativo sono ammesse due pause: la prima <strong>di</strong> 5 minuti (pausa caffè) e<br />
la seconda <strong>di</strong> 15 minuti (pausa pranzo/cena).<br />
La valutazione <strong>del</strong> rischio effettuato me<strong>di</strong>ante in<strong>di</strong>ce OCRA ha evidenziato<br />
la presenza <strong>di</strong> sovraccarico biomeccanico per gli arti superiori<br />
negli addetti alla mansione <strong>di</strong> stampaggio che può essere così sintetizzata:<br />
i cordoni elettrici, dopo essere passati attraverso la fase <strong>di</strong> taglio, giungono<br />
allo stampaggio. L’operatore preleva 4 o 6 cavi elettrici (a seconda<br />
<strong>del</strong> tipo <strong>di</strong> stampatrice utilizzata) <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro variabile (piccolo, me<strong>di</strong>o o<br />
grosso) <strong>ed</strong> afferra il cavo con una mano e con l’altra, eseguendo un movimento<br />
<strong>di</strong> prono-supinazione, determina l’attorcigliamento <strong>del</strong> cavo. A<br />
questo punto viene inserito il frutto all’interno <strong>del</strong>la presa e azionata la<br />
macchina stampatrice a mezzo <strong>di</strong> pulsanti. Si forma così la spina. Il numero<br />
<strong>del</strong>le stampate è all’incirca <strong>di</strong> 1100 (per i macchinari a 4 cavi) per<br />
turno lavorativo per cui il numero <strong>del</strong>le spine prodotte dall’operatrice addetta<br />
è <strong>di</strong> 4400 cavi/turno. Per i macchinari a 6 cavi il numero <strong>di</strong> stampate<br />
è all’incirca <strong>di</strong> 800 per cui vengono prodotti circa 4800 cavi/turno.<br />
I <strong>di</strong>pendenti a rischio sono stati sottoposti a visita me<strong>di</strong>ca completa<br />
con indagine anamnestica in<strong>di</strong>rizzata prevalentemente all’in<strong>di</strong>viduazione<br />
dei sintomi suggestivi <strong>di</strong> neuropatia da compressione <strong>del</strong> nervo me<strong>di</strong>ano<br />
al polso (ipoestesie, formicolio, dolore e ipovali<strong>di</strong>tà muscolare). L’esame<br />
obiettivo era mirato alla in<strong>di</strong>viduazione dei segni clinici caratteristici (riduzione<br />
<strong>del</strong>la sensibilità nel territorio <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong> nervo, ipo -<br />
atrofia muscolare <strong>del</strong>l’eminenza tenar, alterazioni <strong>del</strong>la cute) <strong>ed</strong> era comprensivo<br />
dei tests specifici (Tinel, Phalen, test <strong>di</strong> prensione <strong>di</strong>gitale a pinza).<br />
I soggetti che presentavano positività dei segni soggettivi <strong>ed</strong> obiettivi<br />
<strong>di</strong> sofferenza <strong>del</strong> nervo me<strong>di</strong>ano sono stati sottoposti a visita <strong>del</strong>lo specialista<br />
ortope<strong>di</strong>co che in alcuni casi ha prescritto indagini strumentali<br />
(elettroneurografia).<br />
Risultati<br />
ANNO 2001<br />
Il numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti sottoposti a sorveglianza sanitaria è stato <strong>di</strong><br />
27 unità, <strong>di</strong> cui 13 addetti allo stampaggio. La valutazione <strong>del</strong> rischio effettuata<br />
con in<strong>di</strong>ce OCRA ha evidenziato per la specifica mansione <strong>del</strong>lo<br />
stampaggio dei valori me<strong>di</strong>o-alti (> 6 a destra; > 4 a sinistra).<br />
Le risultanze <strong>del</strong>l’esame clinico possono essere così riassunte: <strong>di</strong>pendenti<br />
asintomatici 2 (15,38%); sintomatici ma con tests specifici negativi<br />
6 (46,15%); sintomatici con positività dei tests specifici 1 (7,7%);<br />
<strong>di</strong>pendenti per i quali è stata formulata la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> sindrome <strong>del</strong> Tunnel<br />
Carpale sulla base dei dati soggettivi, obiettivi e strumentali (elettroneurografia)<br />
4 pari al 30,77%.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
160 www.gimle.fsm.it<br />
Osservazioni: su 13 <strong>di</strong>pendenti esposti a rischio sono stati evidenziati<br />
solo 2 asintomatici contro 11 sintomatici; <strong>di</strong> questi ultimi sono state fatte<br />
4 denuncie <strong>di</strong> sindrome <strong>del</strong> Tunnel Carpale <strong>di</strong> origine professionale<br />
ANNO 2002<br />
Il numero dei <strong>di</strong>pendenti sottoposti a sorveglianza sanitaria è stato <strong>di</strong><br />
23 unità, <strong>di</strong> cui 11 addetti allo stampaggio; sono state apportate mo<strong>di</strong>fiche<br />
nell’espletamento <strong>del</strong>l’attività lavorativa e conseguente riduzione<br />
<strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio (4,64 a destra; 2,95 a sinistra).<br />
I dati <strong>del</strong>l’esame clinico possono essere così riassunti: asintomatici 3<br />
(27,273%); sintomatici ma con test specifici negativi 5 (45,454%); sintomatici<br />
e con positività dei tests specifici 3 (27,273%).<br />
Osservazioni: si segnala che non è stata fatta nessuna nuova <strong>di</strong>agnosi<br />
<strong>di</strong> sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale e che la <strong>di</strong>minuzione dei casi da 4 a 3 è<br />
dovuta alle <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> una operatrice.<br />
È importante sottolineare una <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>la percentuale dei soggetti<br />
sintomatici (72,73% contro l’84,62% <strong>del</strong>l’anno 2001) e, all’interno<br />
dei sintomatici, una <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>l’entità dei <strong>di</strong>sturbi lamentati.<br />
ANNO 20<strong>03</strong><br />
Il numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti sottoposto a sorveglianza sanitaria è stato <strong>di</strong><br />
24 unità, <strong>di</strong> cui 12 addetti allo stampaggio.<br />
Viene confermato l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio me<strong>di</strong>o-lieve secondo il metodo<br />
OCRA riscontrato l’anno prec<strong>ed</strong>ente.<br />
Le risultanze <strong>del</strong>l’esame clinico possono essere così riassunte: asintomatici:<br />
5 (41,67%); sintomatici ma con tests specifici negativi 4<br />
(33,33%); sintomatici e con positività dei tests specifici 3 (25%);<br />
Anche quest’anno viene confermata una lieve evoluzione migliorativa<br />
<strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute <strong>del</strong>le lavoratrici sia dal punto <strong>di</strong> vista quan-<br />
titativo (il 58,33% <strong>di</strong> sintomatici contro il 72,73% <strong>del</strong>l’anno prec<strong>ed</strong>ente)<br />
che qualitativo (<strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>l’entità dei sintomi lamentati).<br />
Conclusioni<br />
I dati sopra esposti depongono per un miglioramento <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> salute <strong>del</strong>le lavoratrici per quanto attiene il rischio preso in esame:<br />
infatti nessun nuovo caso <strong>di</strong> sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale è stato <strong>di</strong>agnosticato<br />
dopo il 2001 e la percentuale dei soggetti asintomatici è aumentata<br />
in maniera significativa. Ciò può essere attribuito a <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> intervento:<br />
strutturali quali l’impiego <strong>di</strong> macchinari che attorcigliano parzialmente<br />
i cavi, organizzativi quali rotazione su compiti alternativi, aumento<br />
<strong>del</strong>le pause e mo<strong>di</strong>fica <strong>del</strong>le azioni tecniche intrinseche al ciclo e<br />
formativo informativi <strong>del</strong> personale.<br />
In ultimo si sottolinea che l’INAIL in prima istanza non ha riconosciuto<br />
nessuna <strong>del</strong>le patologie denunciate come <strong>di</strong> origine professionale.<br />
Bibliografia<br />
Gross J, Fetto J, E. Rosen. Esame obiettivo <strong>del</strong>l’apparato muscolo scheletrico.<br />
UTET 1999.<br />
Occhipinti E, Colombini D. Proposta <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ce sintetico per la valutazione<br />
<strong>del</strong>l’esposizione a movimenti ripetitivi degli arti superiori. (OCRA<br />
index). La Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, 1996; 87,6: 526-548.<br />
Putz -Anderson V. Cumulative Trauma Disorders: A manual for musculoskeletal<br />
<strong>di</strong>sease of the upper limbs. Taylor and Francis. London and<br />
Phila<strong>del</strong>phia, 1988.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 161<br />
N. L’Abbate 1 , M. Acquaviva 1 , G. de Nichilo 1 , E. Paolino 1 , S. Pranzo 1 , D. Sivo 1 , M.G. Varraso 1 ,<br />
C. Magnani 2 , G. Assennato 1<br />
L’esperienza <strong>del</strong>l’Unità Operativa SETIL in Puglia<br />
1 Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna e Me<strong>di</strong>cina Pubblica Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari<br />
2 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Me<strong>di</strong>che <strong>del</strong>l’Università <strong>del</strong> Piemonte Orientale e Servizio <strong>di</strong> Epidemiologia dei Tumori <strong>del</strong> Centro <strong>di</strong> Riferimento per<br />
l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica - CPO - Piemonte<br />
RIASSUNTO. Lo stu<strong>di</strong>o SETIL è uno stu<strong>di</strong>o epidemiologico<br />
caso-controllo multicentrico <strong>di</strong> popolazione condotto in 15<br />
regioni italiane, tra cui la Puglia, sull’eziologia dei tumori <strong>del</strong><br />
sistema emolinfopoietico e dei neuroblastomi nel bambino.<br />
Scopo <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le conoscenze<br />
sull’eventuale associazione <strong>di</strong> alcune neoplasie infantili<br />
(leucemia, linfoma non Hodgkin e neuroblastoma) con una<br />
serie <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio.<br />
Parole chiave: leucemia infantile, campi elettromagnetici a bassa<br />
frequenza.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
THE EXPERIENCE OF THE OPERATIVE UNIT SETIL IN PUGLIA.<br />
SETIL (Epidemiological study on childhood tumors and<br />
leukaemia) study is an epidemiological case-control study,<br />
conduct<strong>ed</strong> in 15 Italian regions, inclu<strong>di</strong>ng Apulia, to assess the<br />
possible risk of childhood cancer (leukaemia, LNH, and<br />
Neuroblastomes) resulting from exposures to electromagnetic<br />
fields (EMFs).<br />
Key words: childhood leukaemia, ELF.<br />
Introduzione<br />
L’esposizione <strong>del</strong>l’uomo ai campi elettromagnetici <strong>di</strong> bassa frequenza<br />
(ELF-Extremely Low Frequency) è un tema <strong>di</strong> grande rilevanza sociale,<br />
sanitaria, economica e politica per i possibili rischi per la salute<br />
connessi all’esposizione alle ra<strong>di</strong>azioni non ionizzanti, soprattutto in considerazione<br />
<strong>del</strong>la <strong>di</strong>ffusione sul territorio <strong>del</strong>le linee <strong>di</strong> trasmissione ad alta<br />
tensione, operanti alle frequenze <strong>di</strong> 50 Hz. Da un esame <strong>del</strong>la letteratura<br />
attualmente <strong>di</strong>sponibile, emerge la scarsità <strong>del</strong>le conoscenze sul tema<br />
e la necessità <strong>di</strong> acquisire un maggior numero <strong>di</strong> dati al fine <strong>di</strong> dare<br />
una corretta risposta al quesito su quali possano essere gli effetti <strong>del</strong>la interazione<br />
tra i sistemi biologici <strong>ed</strong> i campi elettromagnetici esterni all’organismo<br />
e prodotti artificialmente.<br />
Obiettivo <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o<br />
Lo stu<strong>di</strong>o SETIL è uno stu<strong>di</strong>o epidemiologico caso-controllo multicentrico<br />
<strong>di</strong> popolazione condotto in 15 regioni italiane, tra cui la Puglia,<br />
sull’eziologia dei tumori <strong>del</strong> sistema emolinfopoietico e dei neuroblastomi<br />
nel bambino. Scopo <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le conoscenze<br />
sull’eventuale associazione <strong>di</strong> alcune neoplasie infantili (leucemia,<br />
linfoma non Hodgkin e neuroblastoma) con una serie <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio,<br />
tra cui in particolare agenti fisici (campi elettromagnetici a frequenza<br />
estremamente bassa (50Hz) e ra<strong>di</strong>azioni gamma all’interno <strong>del</strong>le<br />
abitazioni), agenti chimici (solventi, fumo passivo, inquinamento da traffico,<br />
insettici<strong>di</strong>) <strong>ed</strong> altri fattori tra i quali le esposizioni lavorative dei genitori,<br />
la storia sanitaria e personale <strong>del</strong> bambino e dei genitori, l’uso <strong>di</strong><br />
farmaci, le vaccinazioni <strong>ed</strong> i fattori favorenti l’esposizione ad agenti infettivi,<br />
come l’affollamento <strong>del</strong>l’abitazione.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
La raccolta <strong>del</strong>le informazioni <strong>di</strong> interesse per l’indagine è avvenuta<br />
me<strong>di</strong>ante un questionario standar<strong>di</strong>zzato somministrato da personale<br />
specificatamente addestrato. L’esposizione a campi magnetici, invece, è<br />
stata stimata me<strong>di</strong>ante misure ambientali, questionario e calcoli basati<br />
sulla <strong>di</strong>stanza <strong>del</strong>le abitazioni rispetto alle sorgenti <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ofrequenze,<br />
alle linee elettriche ad alta tensione alle cabine <strong>di</strong> trasformazione da me<strong>di</strong>a<br />
a bassa tensione e da altri apparati per trasmissione e <strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> elettricità. Le misure <strong>di</strong> campo magnetico sono state condotte nell’abitazione<br />
occupata dal bambino al momento <strong>del</strong>l’intervista e sono state<br />
effettuate nelle tre stanze <strong>del</strong>l’abitazione dove il bambino trascorreva la<br />
maggior parte <strong>del</strong> tempo.<br />
Risultati<br />
Le analisi preliminari su scala regionale hanno fornito i seguenti risultati:<br />
partendo da un totale <strong>di</strong> 121 casi segnalati dall’AIEOP dal<br />
01/01/1999 al 31/12/2001 (triennio <strong>del</strong>l’inclusione dei casi incidenti) <strong>di</strong>stribuiti<br />
come <strong>di</strong> seguito in<strong>di</strong>cato: 67 casi <strong>di</strong> Leucemia Acuta Linfatica;
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
162 www.gimle.fsm.it<br />
20 casi <strong>di</strong> Leucemie Mieloi<strong>di</strong>; 13 casi <strong>di</strong> Linfoma non Hodgkin; 21 casi<br />
<strong>di</strong> Neuroblastoma e dall’estrazione <strong>di</strong> 176 controlli, hanno aderito allo<br />
stu<strong>di</strong>o 80 famiglie dei casi e 88 famiglie dei controlli.<br />
L’input dei dati ottenuti dai questionari ha <strong>del</strong>ineato le caratteristiche<br />
socio-demografiche <strong>del</strong>la popolazione reclutata nello stu<strong>di</strong>o come <strong>di</strong> seguito<br />
specificate:<br />
Caratteristiche socio-demografiche<br />
Età alla data riferimento<br />
Casi Controlli<br />
>5 38 38<br />
=30 31 32<br />
3 53 66<br />
=1mmG vs.=1mmG vs. 5 vs. =30 vs.<br />
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 163<br />
C. Di Pierri 1 , A. Nuzzaco 2 , M.Carino 2 , F. Caputo 1 , N.Montrone 2 , P. Marcuccio 1 , R. Zefferino 3 , N. L’Abbate 1,3<br />
Evoluzione <strong>del</strong> quadro ra<strong>di</strong>ologico e spirometrico in soggetti affetti<br />
da silicosi polmonare<br />
1 Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>- DIMIMP - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari<br />
2 U.O. Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, Cassano Murge (Bari)<br />
3 Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>- Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Foggia<br />
RIASSUNTO. Sono stati esaminati tutti i ricoverati tra il 1980<br />
<strong>ed</strong> il 2000 presso la Divisione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>la<br />
Fondazione S. Maugeri a Cassano <strong>del</strong>le Murge, <strong>di</strong>messi con<br />
<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> silicosi. Dalle 586 cartelle raccolte, sono stati<br />
selezionati 106 soggetti con doppio ricovero e sono stati rilevati<br />
la ra<strong>di</strong>ografia <strong>del</strong> torace <strong>ed</strong> i valori <strong>di</strong> FVC e FEV1. La<br />
prevalente stazionarietà <strong>del</strong> quadro ra<strong>di</strong>ologico <strong>ed</strong> il lieve<br />
declino <strong>del</strong>la funzionalità respiratoria riscontrati confermano<br />
la lenta evolutività <strong>di</strong> questa patologia nel tempo.<br />
Parole chiave: silicosi, progressione pneumoconiosi, funzionalità<br />
polmonare, raggi X.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
EVOLUTION OF THE CHEST X-RAY AND SPIROMETRY IN PATIENTS WITH<br />
PULMONARY SILICOSIS. All admissions with <strong>di</strong>agnosis of silicosis<br />
from 1980 to 2000, in the Occupational Me<strong>di</strong>cine Division of<br />
Fondazione S. Maugeri, Cassano Murge (Bari), were examin<strong>ed</strong>.<br />
From 586 gather<strong>ed</strong> me<strong>di</strong>cal records we select<strong>ed</strong> 106 subjects with<br />
double admissions and detect<strong>ed</strong> their X-rays of chest, FVC and<br />
FEV1.<br />
The stationary results of their chest X-rays and the light declines<br />
of their respiratory functions confirm the slow evolution in time<br />
of this pathology.<br />
Key words: silicosis, pneumoconiosis progression, pulmonary<br />
function, X-rays.<br />
Introduzione<br />
L’incidenza <strong>del</strong>la silicosi, nota fibrosi polmonare <strong>di</strong>ffusa a carattere<br />
nodulare, è attualmente in declino grazie al netto miglioramento <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> lavoro, tanto da suscitare il <strong>di</strong>sinteresse <strong>di</strong> molti. Secondo recenti<br />
dati INAIL essa continua, comunque, a rappresentare oltre il 5% <strong>del</strong>le<br />
denunce <strong>di</strong> malattie professionali presentate annualmente all’istituto assicuratore<br />
e attualmente risultano in gestione circa 80.000 ren<strong>di</strong>te per silicosi,<br />
con costi assicurativi pari a circa 500 milioni <strong>di</strong> euro, corrispondenti<br />
al 10% <strong>del</strong> costo complessivo degli infortuni e malattie professionali.<br />
Accanto ai costi alquanto rilevanti per la spesa pubblica, notevoli sono<br />
anche le ripercussioni sulla qualità <strong>del</strong>la vita dei soggetti silicotici, essendo<br />
questa una patologia cronica a carattere evolutivo. Alcuni stu<strong>di</strong><br />
hanno evidenziato la relazione tra esposizione professionale a polvere <strong>di</strong><br />
silicio e declino ra<strong>di</strong>ologico e funzionale, ma i risultati sono contrastanti<br />
a causa <strong>del</strong>la varietà dei mo<strong>del</strong>li clinici <strong>del</strong>la malattia e <strong>del</strong>la interferenza<br />
<strong>di</strong> altri fattori <strong>di</strong> rischio.<br />
Materiali e Meto<strong>di</strong><br />
Il presente stu<strong>di</strong>o ha considerato l’evoluzione <strong>del</strong>la patologia silicotica<br />
nel tempo in soggetti affetti da silicosi polmonare, in relazione ad abitu<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong> vita <strong>ed</strong> a <strong>di</strong>fferenti tipologie <strong>di</strong> esposizione lavorativa. A tale scopo<br />
sono stati rilevati tutti i ricoveri effettuati presso la <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>la Fondazione S. Maugeri a Cassano <strong>del</strong>le Murge, <strong>di</strong>messi<br />
con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> silicosi nel periodo compreso fra il 1980 <strong>ed</strong> il 2000.<br />
Sono stati selezionati tutti i soggetti con <strong>di</strong>agnosi certa <strong>di</strong> silicosi con almeno<br />
due ricoveri, effettuati presso il m<strong>ed</strong>esimo centro me<strong>di</strong>co. Un preliminare<br />
controllo <strong>di</strong> qualità dei ra<strong>di</strong>ogrammi e degli esami funzionali respiratori<br />
è stato eseguito al fine <strong>di</strong> selezionare solo i soggetti con gli esami<br />
qualitativamente accettabili. La progressione <strong>del</strong>la malattia <strong>ed</strong> il declino<br />
<strong>del</strong>la funzionalità polmonare sono stati monitorati me<strong>di</strong>ante lo stu<strong>di</strong>o<br />
dei ra<strong>di</strong>ogrammi e <strong>del</strong>la funzionalità respiratoria; dalle cartelle cliniche sono<br />
stati rilevati inoltre dati riguardanti l’anamnesi lavorativa, patologica e<br />
fisiologica e l’obiettività clinica. Per valutare la progressione <strong>del</strong>la anormalità<br />
nodulari, è stata considerata la loro sta<strong>di</strong>azione in base alla classificazione<br />
dei ra<strong>di</strong>ogrammi <strong>del</strong>le pneumoconiosi <strong>del</strong>l’ILO - 1980.<br />
Dall’esame funzionale respiratorio sono stati rilevati i dati relativi alla<br />
Capacità Vitale Forzata (FVC) <strong>ed</strong> al Volume Espiratorio Forzato al 1°<br />
secondo (FEV1), oltre che le eventuali ulteriori patologie evidenziate nella<br />
conclusione <strong>di</strong>agnostica.<br />
Il tipo <strong>di</strong> esposizione professionale è stato co<strong>di</strong>ficato secondo un in<strong>di</strong>ce<br />
progressivo sulla base <strong>del</strong> rischio presunto; in base alla durata sono<br />
state in<strong>di</strong>viduate cinque categorie progressivamente crescenti. Il prodotto<br />
fra l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> esposizione e la categoria corrispondente alla durata ha permesso<br />
<strong>di</strong> ottenere un in<strong>di</strong>ce globale <strong>di</strong> esposizione.<br />
Risultati<br />
Sono state rilevate 586 cartelle cliniche con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> silicosi polmonare<br />
alla <strong>di</strong>missione; i soggetti con almeno due ricoveri presso la strut-
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
164 www.gimle.fsm.it<br />
tura erano 152. Il controllo <strong>del</strong>la qualità dei dati ha consentito l’inserimento<br />
nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 106 soggetti, tutti <strong>di</strong> sesso maschile. L’età me<strong>di</strong>a al primo<br />
ricovero dei soggetti selezionati era <strong>di</strong> 52 aa. (DS +- 8). La prima <strong>di</strong>agnosi<br />
<strong>di</strong> silicosi era stata effettuata al primo ricovero nel 40% dei casi, il 33% risultava<br />
affetto da tale patologia nel decennio prec<strong>ed</strong>ente il primo ricovero,<br />
il 27% da oltre 10 anni. L’intervallo <strong>di</strong> tempo me<strong>di</strong>o intercorrente fra il primo<br />
<strong>ed</strong> il successivo ricovero era <strong>di</strong> 5 anni (DS +-3), con un periodo minimo<br />
intercorso <strong>di</strong> 1 anno <strong>ed</strong> uno massimo <strong>di</strong> 12 anni. Nella tabella I sono<br />
rappresentati i principali dati riguardanti la me<strong>di</strong>a dei valori <strong>di</strong> funzionalità<br />
respiratoria e <strong>del</strong> punteggio ra<strong>di</strong>ografico riscontrati al I <strong>ed</strong> al II ricovero.<br />
Le variazioni <strong>di</strong> FVC e FEV1 sono evidenziate nella figura 1.<br />
Il quadro ra<strong>di</strong>ografico, caratterizzato prevalentemente dalla presenza<br />
<strong>di</strong> lesioni nodulari <strong>di</strong> tipo p,q, e solo in 7 soggetti da aree <strong>di</strong> confluenza,<br />
rimaneva invariato in circa la metà dei soggetti (47%); risultava aggravato<br />
nel 14%, mentre non era valutabile nei rimanenti. In 18 soggetti coesistevano<br />
ispessimenti pleurici; in 17 erano presenti segni ra<strong>di</strong>ografici <strong>di</strong><br />
broncopatia cronica ostruttiva prevalentemente <strong>di</strong> tipo enfisematoso. Solo<br />
2 pazienti presentavano segni <strong>di</strong> TBC, 10 opacità calcifiche e 4 eteroplasie<br />
(3, a s<strong>ed</strong>e polmonare, 1 esofagea).<br />
Discussione e Conclusioni<br />
L’incrocio assistenziale dei pazienti con la struttura riabilitativa si<br />
configura come un’opportunità unica per la rilevazione epidemiologica in<br />
ambito occupazionale.<br />
Bibliografia<br />
Figura 1. Variazioni dei valori spirometrici <strong>di</strong>namici<br />
1) Gambini G, Soleo L, Cerf<strong>ed</strong>a G, Ambrosi L. Antracosilicosi: stu<strong>di</strong>o<br />
condotto su 388 emigrati pugliesi che hanno lavorato in Belgio tra il<br />
1947 <strong>ed</strong> il 1976. Rivista Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e Igiene Industriale<br />
1979: 205-219.<br />
2) Hansen EF, Rasmussen FV, Hardt F, Kampstrum O. Lung function<br />
Tabella I. Principali parametri considerati<br />
ETÀ AL I RICOVERO 51,7 aa. (DS +- 8,3)<br />
INTERVALLO TRA I E II RICOVERO 4, 7 aa (DS +- 3,3)<br />
ANZIANITÀ LAVORATIVA 23,8 aa (DS +-9,1)<br />
I ricovero II ricovero<br />
FVC 3,564 (DS +- 0,815) 3,438 (DS 0,73)<br />
FEV1 2,694 (DS +- 0,78) 2,646 (DS 0,61)<br />
RX SCORE p<br />
N° SOGG. IN FORZA<br />
51,8% 51,8%<br />
LAVORO 53 (50%) 34 (32,07%)<br />
N° SOGG. FUMATORI 59 (56%) 38 (35,8%)<br />
La stazionarietà <strong>del</strong> quadro ra<strong>di</strong>ologico insieme al lieve declino<br />
<strong>del</strong>la funzionalità respiratoria, interpretabile come fisiologico con il<br />
progre<strong>di</strong>re <strong>del</strong>l’età, confermano la prevalente lenta evolutività <strong>di</strong> questa<br />
patologia nel tempo, soprattutto nella variante puntiforme se associata<br />
ad allontanamento dall’esposizione lavorativa. In conformità con quanto<br />
rilevato da altri autori, la broncopatia cronica e non la tbc, sembra la<br />
complicanza più frequente, risultando particolarmente frequente la forma<br />
enfisematosa.<br />
and respiratory health of long- term fiber expos<strong>ed</strong> stonewool factory<br />
workers. Am J Respir Crit Care M<strong>ed</strong> 1999; 160: 466-72.<br />
3) Steenland K, Sanderson W. Lung cancer among industrial sand<br />
workers expos<strong>ed</strong> to crystalline silica. National Insititute for Occupational<br />
Safety and Health, Cincinnati, OH 45226, USA.<br />
4) Raza SN, Fletccher AM, Pickering CA, Niven RM, Faragher EB. Respiratory<br />
sympotms in Lancashire textile weavers. Occup Environ<br />
M<strong>ed</strong> 1999; 56: 514-9.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 165<br />
P. Marcuccio 1 , P. Maggi 2 , C. Di Pierri 1, E. Paolino1, S. Pranzo 1 , N. L’Abbate 1<br />
Valutazione <strong>del</strong> rischio biologico a trasmissione ematica negli<br />
operatori <strong>di</strong> una Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera-Universitaria <strong>di</strong> Bari<br />
1 Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - DIMIMP - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari<br />
2 Clinica Malattie Infettive - MIDIM - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari<br />
RIASSUNTO. Sono stati analizzati i più importanti dati statistici<br />
relativi all’esposizione professionale a materiale biologico negli<br />
operatori sanitari <strong>del</strong>l’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera <strong>del</strong> Policlinico <strong>di</strong><br />
Bari, dal settembre 2001 al <strong>di</strong>cembre 2002. Gli incidenti<br />
segnalati, attraverso un apposito questionario appositamente<br />
pre<strong>di</strong>sposto, sono stati complessivamente 114. La categoria più<br />
frequentemente esposta è risultata essere quella degli<br />
infermieri (46.5%) seguita da quella me<strong>di</strong>ca (27.2%).Il più alto<br />
numero <strong>di</strong> incidenti si è verificato nell’area chirurgica (53%) e<br />
in misura maggiore dopo le prime tre ore dall’inizio <strong>del</strong> turno<br />
<strong>di</strong> lavoro (60%).Gli strumenti che hanno causato più<br />
frequentemente lesioni percutanee sono stati gli aghi cavi<br />
(53.2%). Il paziente fonte era noto nell’87.8% dei casi e tutti<br />
sono stati sottoposti a screeening sierologico per HBV, HCV e<br />
HIV; 13 pazienti erano positivi per HCV, 1 per HIV e 2<br />
presentavano positività per HbsAg. Nessuno degli operatori<br />
sanitari coinvolti ha avuto sieroconversione.<br />
Parole chiave: rischio biologico, operatori sanitari.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
BIOLOGICAL RISK ASSESSMENT AMONG HEALTH WORKERS OF BARI<br />
POLYCLINIC. We have examin<strong>ed</strong> all occupational exposures to<br />
biological materials, occurr<strong>ed</strong> from September 2001 to December<br />
2002, among health workers of Bari polyclinic. The report<strong>ed</strong><br />
exposures, through an appropriate questionnaire expressly<br />
pre<strong>di</strong>spos<strong>ed</strong>, have been a total of 114. The nurses were the most<br />
expos<strong>ed</strong> category (46.5%) follow<strong>ed</strong> by physicians (27.2%).The<br />
highest load of accidents happen<strong>ed</strong> in surgical area (53%) and at<br />
a greater extent after the first three hours of the work shift<br />
(60%). The instruments that have caus<strong>ed</strong> endermic lesions have<br />
been more frequently the hollow bone ne<strong>ed</strong>les (53.2%). The<br />
serology for HBV, HCV, and HIV of source- patients was known<br />
in the 87.8% of cases: 13 patients were positive for HCV, 1 for<br />
HIV and 2 were HbsAg positive.All injur<strong>ed</strong> workers were<br />
submitt<strong>ed</strong> to serological screening for HBV, HCV, HIV; for<br />
nobody of them seroconversions were observ<strong>ed</strong>.<br />
Key words: biological hazard, health workers.<br />
Introduzione<br />
Gli operatori sanitari (O.S.) presentano il rischio <strong>di</strong> contrarre infezioni<br />
a trasmissione ematica, in particolare quella da virus <strong>del</strong>l’epatite B<br />
(HBV), da virus <strong>del</strong>l’epatite C (HCV) e da virus <strong>del</strong>l’immunodeficienza<br />
umana (HIV) (2, 9). Il rischio <strong>di</strong> infezione da HIV e da virus epatitici B<br />
e C conseguente ad esposizione percutanea è stato stimato rispettivamente<br />
pari a 0,3%, 6 - 30% e 1 - 10% circa (1, 6, 8, 10, 11).<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
L’obiettivo <strong>del</strong> presente lavoro è stato quello <strong>di</strong> quantificare l’entità<br />
<strong>di</strong> tale fenomeno infortunistico nella realtà sanitaria <strong>del</strong>l’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera<br />
Policlinico <strong>di</strong> Bari. L’Azienda è dotata <strong>di</strong> 1519 posti letto con una<br />
me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 84632 ricoveri annui <strong>ed</strong> in essa lavorano 4259 operatori sanitari.<br />
I dati <strong>del</strong> presente lavoro sono stati ottenuti me<strong>di</strong>ante un’indagine<br />
prospettica, condotta dal settembre 2001 al <strong>di</strong>cembre 2002, che ha interessato<br />
tutti i reparti <strong>del</strong>l’Azienda. Tutti gli operatori <strong>del</strong>la sanità che<br />
hanno effettuato denuncia <strong>di</strong> infortunio occupazionale a rischio biologico<br />
da patogeni ematici, sono stati sottoposti ad un questionario con domande<br />
relative ai dati lavorativi personali, alle modalità <strong>del</strong>l’incidente e<br />
alle caratteristiche <strong>del</strong>la lesione. È stata, inoltre, indagata la con<strong>di</strong>zione<br />
sierologica <strong>del</strong> paziente fonte e <strong>del</strong>l’operatore esposto nei confronti dei<br />
tre virus. Il monitoraggio prev<strong>ed</strong>eva un controllo sierologico a 0, 1, 3 e<br />
6 mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dall’incidente (3). I dati sono stati analizzati tramite<br />
software Excel.<br />
Risultati<br />
Nel corso <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o sono stati segnalati 114 incidenti, <strong>di</strong> cui 92 con<br />
modalità <strong>di</strong> contaminazione <strong>di</strong> tipo percutanea e 22 <strong>di</strong> tipo mucocutanea.<br />
Dai dati è emerso che un maggior numero <strong>di</strong> incidenti si verificava a carico<br />
<strong>di</strong> operatori <strong>del</strong>la sanità <strong>di</strong> sesso femminile (58%) e che l’età me<strong>di</strong>a<br />
degli O.S. infortunati era <strong>di</strong> 38,34 anni (DS 9,76). Il maggior numero <strong>di</strong><br />
incidenti (49) è stato notificato da personale in servizio da più <strong>di</strong> 10 anni;<br />
45, invece, hanno riguardato il gruppo con anzianità lavorativa da 1-<br />
10 anni e 20 quello in servizio da meno <strong>di</strong> un anno (Figura 1). La <strong>di</strong>stribuzione<br />
per categorie professionali ha evidenziato che il 46.5% (53) <strong>di</strong><br />
incidenti avveniva tra il personale infermieristico e il 27.2% (31) tra il<br />
personale me<strong>di</strong>co; i restanti interessavano il personale ausiliario e tecnico<br />
(Figura 2).<br />
Il maggior numero <strong>di</strong> incidenti si è verificato dopo le prime tre ore<br />
dall’inizio <strong>del</strong> turno <strong>di</strong> servizio (60%), mentre il 40% entro le prime tre<br />
ore. Fra le aree <strong>di</strong> lavoro, la Chirurgia Generale presentava il più alto numero<br />
<strong>di</strong> incidenti (12.3%), seguita dai reparti <strong>di</strong> Ortope<strong>di</strong>a (8.8%), Car<strong>di</strong>ochirurgia,<br />
Car<strong>di</strong>ologia e Me<strong>di</strong>cina Interna con il 6.1% (Figura 3).<br />
Gli aghi cavi sono risultati gli strumenti che nel nostro stu<strong>di</strong>o più frequentemente<br />
(53.2%) hanno causato lesioni percutanee. Nell’87.8%<br />
(100) <strong>del</strong>le esposizioni la fonte era nota: 13 risultavano positivi per HCV,<br />
1 per HIV e 2 per HbsAg. A tutt’oggi non sono pervenuti casi <strong>di</strong> sieroconversione<br />
tra gli operatori sanitari esposti.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
166 www.gimle.fsm.it<br />
Figura 1. Distribuzione degli infortuni per anzianità lavorativa<br />
Figura 2. Distribuzione per categoria professionale<br />
Figura 3. Distribuzione degli incidenti per aree <strong>di</strong> lavoro<br />
Discussione<br />
Durante il periodo in stu<strong>di</strong>o il numero <strong>del</strong>le esposizioni occupazionali<br />
denunciate è risultato basso, probabilmente a causa <strong>del</strong>la scarsa sensibilizzazione<br />
degli operatori sanitari a tale problematica. Il fenomeno<br />
<strong>del</strong>la sottostima è quanto mai frequente, in particolar modo nella classe<br />
me<strong>di</strong>ca e si evidenzia soprattutto quando il rischio <strong>di</strong> infezione è basso.<br />
L’analisi dei dati ha evidenziato che la maggior parte degli incidenti avviene<br />
nelle aree chirurgiche dove si svolgono routinariamente manovre<br />
invasive. Gli infermieri, inoltre, risultano essere la categoria più esposta<br />
concordemente con quanto riportato in letteratura (4, 5, 11). Contrariamente<br />
a quanto ci si poteva attendere il numero più alto <strong>di</strong> infortuni ha interessato<br />
gli O.S. in attività da più <strong>di</strong> 10 anni; questo potrebbe essere spiegato<br />
dall’eccessiva sicurezza acquisita e da reiterate meto<strong>di</strong>che scorrette<br />
<strong>di</strong> lavoro (11). In accordo con i dati <strong>del</strong>la letteratura, si è <strong>di</strong>mostrata una<br />
prevalenza elevata <strong>di</strong> HCV positività tra i pazienti fonte rispetto all’HBV<br />
e HIV positività (6). La copertura vaccinale per l’epatite B tra gli O.S. che<br />
hanno notificato l’esposizione è elevata (83,3%), ma non ottimale; è da<br />
notare, in proposito, che il dato potrebbe essere sovrastimato a causa <strong>del</strong>la<br />
maggiore sensibilizzazione alla problematica tra il personale che ha denunciato<br />
l’infortunio (11).<br />
Conclusioni<br />
Alfine <strong>di</strong> ottenere luoghi <strong>di</strong> lavoro sicuri è essenziale un’efficace sistema<br />
<strong>di</strong> sorveglianza per il rischio biologico <strong>di</strong> natura occupazionale. I<br />
nostri dati sono stati raccolti in seguito alla iniziativa personale <strong>del</strong> singolo<br />
operatore sanitario: sarebbe invece auspicabile l’esistenza <strong>di</strong> regolamenti<br />
osp<strong>ed</strong>alieri in grado <strong>di</strong> fornire una formazione e una protezione<br />
adeguata al personale. L’attivazione <strong>di</strong> un adeguato sistema <strong>di</strong> sorveglianza<br />
in collaborazione con la Direzione Sanitaria potrebbe in<strong>di</strong>viduare<br />
particolari situazioni <strong>di</strong> rischio e permettere <strong>di</strong> intervenire prontamente.<br />
Infine la standar<strong>di</strong>zzazione <strong>del</strong>le linee guida per il rischio biologico,<br />
quali quelle in fase <strong>di</strong> presentazione da parte <strong>del</strong>la SIMLII, sarà <strong>di</strong> estrema<br />
utilità ai fini preventivi in questo particolare settore lavorativo.<br />
Bibliografia<br />
1) Bell DM. Occupational risk of human immunodeficiency virus infection<br />
in healthcare workers: an overview. Am J M<strong>ed</strong> 1997;<br />
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biologico contaminato da HIV,HCV e HBV negli operatori sanitari.<br />
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8) Ippolito G, Puro V, Heptonstall J, Jagger J, De Carli G and Petrosillo<br />
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health care workers: Worldwide cases through September 1997. Clin<br />
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10) Puro V, Petrosillo N, Ippolito G et al. Occupational hepatitis C virus<br />
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11) Sansoni D, Lepore AR, Olori MP, Saldari R, Tarulli S, Airini B, Viviani<br />
G. Sorveglianza <strong>del</strong>le esposizioni professionali a materiali biologici<br />
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analisi epidemiologica (1995-2001). Igiene e Sanità Pubblica<br />
2002; 3: 119-26.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 167<br />
R. Zefferino 1 , N. L’Abbate 2 , A. Facciorusso 1 , A. Potenza 1 , M. Lasalvia 1 , A. Nuzzaco 3 , M. Di Biase 1 , L. Ambrosi 1<br />
Valutazione <strong>del</strong>la variabilità <strong>del</strong>la frequenza car<strong>di</strong>aca (HRV) come<br />
in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> stress in addetti al pronto intervento nella Polizia Urbana<br />
1 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Me<strong>di</strong>che e <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Foggia<br />
2 DMIMP Sezione Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari<br />
3 Fondazione Salvatore Maugeri Divisione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Cassano Murge (BA)<br />
RIASSUNTO. Lo stress è comunemente definito come<br />
l’esperienza <strong>di</strong> eventi negativi o la percezione <strong>di</strong> ansietà <strong>ed</strong><br />
impressioni negative che si associano all’incapacità <strong>di</strong><br />
convivere con loro. Il nostro stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> identificare la<br />
eventuale presenza <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> stress in una squadra <strong>di</strong><br />
emergenza <strong>del</strong>la polizia urbana attraverso la valutazione <strong>del</strong>la<br />
variabilità car<strong>di</strong>aca. Lo stu<strong>di</strong>o fu condotto su 30 vigili urbani<br />
che appartenevano ad una squadra <strong>di</strong> emergenza. Il<br />
campionamento salivare avvenne all’inizio e alla fine <strong>del</strong> turno<br />
<strong>di</strong> lavoro. Come gruppo <strong>di</strong> controllo furono utilizzati gli stessi<br />
soggetti durante le ferie. Sia durante l’attività lavorativa che<br />
durante il giorno <strong>di</strong> ferie fu effettuato un Holter car<strong>di</strong>aco. Per<br />
ciò che riguarda l’indagine car<strong>di</strong>ologica possiamo quin<strong>di</strong><br />
affermare che la valutazione <strong>del</strong>la variabilità car<strong>di</strong>aca durante<br />
il lavoro sembra essere utile come termine <strong>di</strong> paragone; risulta,<br />
invece, molto più utile ai fini <strong>di</strong>agnostici la valutazione durante<br />
le ferie. Per concludere riteniamo che IL1-B e cortisolo salivare<br />
siano degli affidabili markers <strong>di</strong> stress e che quin<strong>di</strong> permettano<br />
<strong>di</strong> oggettivare situazioni <strong>di</strong>fficilmente obiettivabili solo con il<br />
test psicometrico in contesti lavorativi stressanti. Per ciò che<br />
riguarda la HRV la valutazione va confermata da ulteriori<br />
stu<strong>di</strong>. Un’ultima considerazione ci pare opportuna lo stress da<br />
noi osservato non è evidenziabile per ciò che riguarda i<br />
parametri bioumorali, al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>l’attività lavorativa e ciò<br />
lo identifica come meno pericoloso per la salute <strong>del</strong> lavoratore<br />
se sono assicurati adeguati perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferie: ciò non può <strong>di</strong>rsi<br />
per la HRV, per la quale è forse necessario un più prolungato<br />
periodo <strong>di</strong> ferie per tornare a livelli normali o,<br />
paradossalmente, è necessario riprendere il lavoro.<br />
Parole chiave: frequenza car<strong>di</strong>aca, stress, polizia urbana.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
HEART RATIO VARIABILITY (HRV) AS WORK STRESS MARKER IN AN<br />
EMERGENCY TEAM OF URBAN POLICE. Stress is usually defin<strong>ed</strong> as<br />
the experience of negative events or the perceptions of <strong>di</strong>stress<br />
and negative affect that are associat<strong>ed</strong> with the inability to cope<br />
with them. The parameter most suitable for large-scale field<br />
stu<strong>di</strong>es is the determination of endocrine activity by<br />
measurement of salivary cortisol. The aim of the present study is<br />
to identify the presence of sources of stress in an emergency<br />
team of urban police and to objective such stress using the PSS<br />
(Professional Stress Scale) test and bioumoral markers as<br />
salivary cortisol and interleukin 1 β (IL1-B). Moreover it will be<br />
determin<strong>ed</strong> the Heart Rate Variability (HRV) that is able to<br />
mirror the sympathetic-parasympathetic balance. We stu<strong>di</strong><strong>ed</strong> 30<br />
policemen who belong<strong>ed</strong> to an emergency team. Thirty<br />
policemen made car<strong>di</strong>ologic exams as ECG, Heart Eco-doppler<br />
and Holter Ecg during the work and during the holiday.<br />
Particularly we stu<strong>di</strong><strong>ed</strong> HRV using frequency-domain bas<strong>ed</strong><br />
HRV measures. The results were evidenc<strong>ed</strong> as the <strong>di</strong>fferences of<br />
the spectral power. As control we us<strong>ed</strong> the same subjects during<br />
the holiday. T test was perform<strong>ed</strong> to evaluate the <strong>di</strong>fferences<br />
between the means, the Chi Square’s Test was perform<strong>ed</strong> to<br />
determine the statistically significant association between PSS<br />
subscales, HRV, salivary cortisol and IL1-B concentrations.. The<br />
study of HRV demonstrat<strong>ed</strong> a statistically significant association<br />
between HRV parameters during the holiday, salivary cortisol<br />
concentrations and PSS test. IL1-B, instead, was not associat<strong>ed</strong><br />
with HRV parameters. Several prec<strong>ed</strong>ent stu<strong>di</strong>es agree with our<br />
results. Our study has suggest<strong>ed</strong> a work relat<strong>ed</strong> stress in urban<br />
police employ<strong>ed</strong> in an emergency team. We might conclude that<br />
salivary IL1-B and cortisol are useful markers of stress. The<br />
study of HRV parameters gave evidence that LF/HF during the<br />
holiday is a useful marker of work stress, because it correlat<strong>ed</strong><br />
with cortisol <strong>di</strong>fference during the work. Conclusively we can<br />
believe that the HRV parameters evaluat<strong>ed</strong> during the work are<br />
useful as confront, instead the HRV parameters during the<br />
holiday are surest indexes of work stress. Probably the effect of<br />
stress on the heart aren’t present during the work because the<br />
work experience r<strong>ed</strong>uces these effects, they appear during the<br />
holiday when the imagination could make the conflicts or the<br />
problems more complex than they are.It might be useful to<br />
repeat this study after some structure organizational<br />
mo<strong>di</strong>fications and after training that will teach the workers<br />
coping strategies. If we consider only the bioumoral and PSS<br />
results, we might conclude that the stress <strong>di</strong>scover<strong>ed</strong> in this study<br />
is not hazardous for the health when the workers have adequate<br />
holidays, but if we evaluate the HRV parameters, we have believe<br />
that, for a heart health, it’s necessary either to increment the<br />
holidays or, it can appear paradoxical, to work again.<br />
Key words: hearth rate variability, stress, urban police.<br />
Introduzione<br />
Lo stress è comunemente definito come l’esperienza <strong>di</strong> eventi negativi<br />
o la percezione <strong>di</strong> ansietà <strong>ed</strong> impressioni negative che si associano all’incapacità<br />
<strong>di</strong> convivere con loro (1). Durante l’attività lavorativa le interazioni<br />
in<strong>di</strong>viduali, il carico <strong>di</strong> lavoro, l’organizzazione, la responsabilità<br />
personale, il conflitto casa-lavoro possono svolgere un ruolo primario<br />
nel determinare una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> stress (2). Sono stati effettuati molti<br />
tentativi per obiettivare le reazioni fisiologiche a stress psicomentali (3).<br />
Il nostro stu<strong>di</strong>o si propone <strong>di</strong> identificare la eventuale presenza <strong>di</strong> fonti<br />
<strong>di</strong> stress in una squadra <strong>di</strong> emergenza <strong>del</strong>la polizia urbana e <strong>di</strong> obiettivare<br />
tale situazione attraverso la valutazione <strong>di</strong> markers bioumorali <strong>di</strong> stress<br />
come il cortisolo e l’IL-1B (Interleuchina 1 β) salivari e la valutazione degli<br />
effetti <strong>del</strong>lo stress sulla funzione <strong>del</strong> Sistema Nervoso Vegetativo utilizzando<br />
l’Holter car<strong>di</strong>aco; tali in<strong>di</strong>ci bioumorali e strumentali saranno confrontati<br />
con i risultati <strong>del</strong> test psicometrico Professional Stress Scale (PSS).<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Lo stu<strong>di</strong>o fu condotto su 30 vigili urbani che appartenevano ad una<br />
squadra <strong>di</strong> emergenza. Il campionamento salivare avvenne all’inizio e alla<br />
fine <strong>del</strong> turno <strong>di</strong> lavoro. Come gruppo <strong>di</strong> controllo furono utilizzati gli<br />
stessi soggetti durante le ferie.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
168 www.gimle.fsm.it<br />
Tutti i vigili furono sottoposti a controlli <strong>del</strong>la P.A. prima e dopo il turno<br />
lavorativo, fu raccolta l’anamnesi lavorativa e patologica. Essi, inoltre furono<br />
sottoposti ad esami car<strong>di</strong>ologici come: visita car<strong>di</strong>ologica, ECG <strong>ed</strong> Ecocar<strong>di</strong>ogramma,<br />
onde escludere patologie car<strong>di</strong>ache <strong>di</strong> base. Il campionamento<br />
salivare avvenne alla stessa ora, sia nel giorno <strong>di</strong> ferie che in quello lavorativo<br />
(8,00 e 13,30). Cortisolo e IL-1B furono determinati dopo opportuno<br />
campionamento con Salivette (Sturdest) utilizzando kit per la determinazione<br />
in ELISA rispettivamente il Salimetrics HS-Cort kit (Salimetrics LLC) e<br />
IL1-B kit Roche (Germania). Tra i parametri stu<strong>di</strong>ati oltre alle concentrazioni<br />
<strong>di</strong> cortisolo e interleuchina 1 Beta e i valori <strong>del</strong>le <strong>di</strong>fferenze prima e dopo<br />
il lavoro è stata stu<strong>di</strong>ata la percentuale <strong>di</strong> cortisolo. Sia durante l’attività lavorativa<br />
che durante il giorno <strong>di</strong> ferie fu effettuato un Holter car<strong>di</strong>aco. Al fine<br />
<strong>di</strong> valutare gli effetti <strong>del</strong>lo stress sul cuore sono state analizzate le variazioni<br />
<strong>del</strong>la frequenza car<strong>di</strong>aca attraverso l’analisi spettrale. L’analisi <strong>del</strong>la frequenza<br />
può essere effettuata valutando le variazioni sotto il dominio <strong>del</strong> tempo<br />
(intervallo R-R) o più appropriatamente sotto il dominio <strong>del</strong>la frequenza<br />
che si avvale <strong>del</strong>l’analisi spettrale (4). Questo stu<strong>di</strong>o permette <strong>di</strong> valutare le<br />
alterazioni <strong>del</strong>la frequenza car<strong>di</strong>aca che sono sotto il controllo <strong>del</strong> Sistema<br />
Nervoso Vegetativo, in tal modo è possibile valutare le influenze esercitate da<br />
una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> stress sul sistema nervoso autonomo. I parametri utilizzati<br />
sono la frequenza car<strong>di</strong>aca me<strong>di</strong>a e il rapporto LF/HF (Low Frequency/High<br />
Frequency) valutato alle ore 8 e alle 13 <strong>del</strong> giorno <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> ferie, nonché<br />
il valore me<strong>di</strong>o <strong>del</strong>lo stesso in<strong>di</strong>ce riferito al giorno lavorativo o <strong>di</strong> ferie.<br />
Ai 30 vigili urbani fu somministrato il PSS test opportunamante mo<strong>di</strong>ficato<br />
(5) onde verificare la presenza <strong>di</strong> conflitti nelle varie classi identificate<br />
dal test. Come tests statistici furono utilizzati il test t per la valutazione<br />
<strong>del</strong>le <strong>di</strong>fferenze tra le me<strong>di</strong>e e il test <strong>del</strong> Chi quadro per evidenziare<br />
la significatività <strong>di</strong> associazioni tra le sottoscale <strong>del</strong> PSS, le concentrazioni<br />
salivari <strong>di</strong> cortisolo, IL1-B e l’analisi spettrale.<br />
Risultati<br />
Furono valutati 30 vigili urbani. Le me<strong>di</strong>e <strong>del</strong>l’età e <strong>del</strong>l’anzianità lavorativa<br />
erano rispettivamente 44,5 e 17, 1 anni.<br />
Professional Stress Scale<br />
Il PSS test evidenziò alti punteggi in tre sottoclassi: carico <strong>di</strong> lavoro,<br />
struttura organizzativa, mancanza <strong>di</strong> risorse.<br />
Cortisolo salivare<br />
La concentrazione me<strong>di</strong>a prima <strong>del</strong> lavoro risultò più alta rispetto a<br />
quella alla fine <strong>del</strong> turno (p
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 169<br />
Per ciò che riguarda l’indagine car<strong>di</strong>ologica<br />
possiamo quin<strong>di</strong> affermare che la valutazione <strong>del</strong>la<br />
HRV durante il lavoro sembra essere utile come<br />
termine <strong>di</strong> paragone; risulta, invece, molto più<br />
utile ai fini <strong>di</strong>agnostici la valutazione durante le<br />
ferie. La ragione <strong>di</strong> questo paradosso non è facile<br />
spiegarla; potremmo ipotizzare che<br />
i) la HRV mostra una normale prevalenza vagale<br />
durante il lavoro perché i soggetti mostrano<br />
un’anzianità lavorativa me<strong>di</strong>a congrua;<br />
tale anzianità permette loro <strong>di</strong> mettere a<br />
riparo il cuore dalle situazioni stressanti;<br />
ii) le alterazioni <strong>del</strong>la HRV, evidenziate durante<br />
le ferie, potrebbero in<strong>di</strong>care che la con<strong>di</strong>zione<br />
stressante tende a dar luogo ad alterazioni<br />
car<strong>di</strong>ache durante con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> scarso impegno<br />
fisico o quando attraverso l’immaginazione<br />
i conflitti e i problemi lavorativi vengono<br />
amplificati; ciò supporterebbe l’ipotesi<br />
che le con<strong>di</strong>zioni stressanti connesse al lavoro<br />
vengano manifestate a livello car<strong>di</strong>aco durante<br />
il giorno <strong>di</strong> ferie;<br />
iii) tale riscontro non si accorda con gli in<strong>di</strong>ci<br />
bioumorali che risultano alterati durante il lavoro;<br />
probabilmente i meccanismi che controregolano<br />
l’uno e l’altro apparato risentono<br />
dei filtri soggettivi, <strong>del</strong>la personalità <strong>del</strong> soggetto<br />
e dei contesti sociali che interferiscono<br />
in maniera <strong>di</strong>fferente sui due sistemi.<br />
Per concludere, riteniamo che IL1-B e cortisolo<br />
salivare siano degli affidabili markers <strong>di</strong><br />
stress e che quin<strong>di</strong> permettano <strong>di</strong> oggettivare situazioni<br />
<strong>di</strong>fficilmente obiettivabili solo con il test<br />
psicometrico in contesti lavorativi stressanti. Per<br />
ciò che riguarda la HRV, la sua valutazione va<br />
confermata da ulteriori stu<strong>di</strong>. Sarebbe oltremodo<br />
utile effettuare <strong>del</strong>le opportune mo<strong>di</strong>fiche migliorative<br />
nell’organizzazione <strong>del</strong>l’attività lavorativa<br />
dei vigili urbani da noi stu<strong>di</strong>ati; a tali interventi si<br />
potrebbe associare un programma <strong>di</strong> training dei<br />
lavoratori, durante il quale vengano insegnati <strong>del</strong>le<br />
opportune strategie <strong>di</strong> coping. Una volta fatti<br />
questi interventi, sarebbe utile rivalutare, attraverso<br />
una ripetizione <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o, se anche i<br />
markers <strong>del</strong>lo stress sono ritornati durante il lavoro<br />
a livelli simili a quelli <strong>del</strong>le ferie. Un’ultima<br />
considerazione ci pare opportuno fare: lo stress<br />
da noi osservato non si manifesta nei parametri<br />
bioumorali al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>l’attività lavorativa e ciò<br />
lo identifica come meno pericoloso per la salute<br />
<strong>del</strong> lavoratore se sono assicurati adeguati perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferie, lo stesso non<br />
può <strong>di</strong>rsi per la HRV, per la quale è forse necessario un più prolungato periodo<br />
<strong>di</strong> ferie per tornare a livelli normali o, paradossalmente, è necessario<br />
riprendere il lavoro.<br />
Bibliografia<br />
1) Cohen S, Miller GE, Rabin BS. Psychological stress and antibody response<br />
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279-295.<br />
Figura 1. LF/HF (Ore 8 Ferie) <strong>di</strong>stribuito secondo la me<strong>di</strong>ana <strong>del</strong>la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
cortisolo durante il lavoro<br />
Figura 2. LF/HF (Me<strong>di</strong>o Ferie) <strong>di</strong>stribuito secondo la me<strong>di</strong>ana <strong>del</strong>la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
cortisolo durante il lavoro<br />
Figura 3<br />
6) Yehuda R, Bierer LM, Schmeidler J, Aferiat DH, Breslau I, Dolan S.<br />
Low cortisol and risk for PTSD in adult offspring of holocaust survivors.<br />
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COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
170 www.gimle.fsm.it<br />
F.M. Marchese, D. Sapienza, G. Broussard, R. Brecciaroli<br />
Il test <strong>di</strong> broncostimolazione farmacologica nella valutazione<br />
<strong>del</strong>l’idoneità al lavoro<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> -Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina<br />
RIASSUNTO. L’idoneità al lavoro rappresenta uno degli<br />
elementi centrali <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co competente, che si<br />
basa su informazioni circa le caratteristiche <strong>del</strong>le operazioni<br />
che il lavoratore è chiamato a svolgere e su rilievi clinici. Un<br />
aspetto particolare <strong>di</strong> questo problema è quello connesso alla<br />
patologia allergica, in quanto rappresenta una con<strong>di</strong>zione in<br />
cui il soggetto, in corso <strong>di</strong> visita me<strong>di</strong>ca, non evidenzia alcuna<br />
con<strong>di</strong>zione patologica che limiti l’attività lavorativa, ma che<br />
può oggettivare una limitazione anche importante in presenza<br />
<strong>di</strong> una risposta soggettiva in relazione ad una specifico<br />
allergene, eventualmente presente nell’ambiente <strong>di</strong> lavoro.<br />
Emerge quin<strong>di</strong> la necessità <strong>di</strong> evidenziare, in occasione <strong>di</strong><br />
lavorazioni esponenti a sostanze potenzialmente allergizzanti,<br />
quelle con<strong>di</strong>zioni soggettive che possono sviluppare una<br />
abnorme reattività in presenza <strong>di</strong> uno stimolo potenzialmente<br />
efficiente. Il presente lavoro si propone <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l’utilità <strong>del</strong><br />
test <strong>di</strong> broncostimolazione aspecifica con metacolina nella<br />
valutazione <strong>del</strong>l’idoneità lavorativa per attività che comportino<br />
esposizioni a sostanze allergizzanti.<br />
Parole chiave: test <strong>di</strong> broncostimolazione, metacolina, idoneità<br />
al lavoro.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
BRONCHIAL CHALLENGE TEST WITH METHACOLINE IN WORK<br />
SUITABILY. the suitability to the work is one of the main items of<br />
occupational me<strong>di</strong>cal doctor’s activity, often develop<strong>ed</strong> with very<br />
few informations about the effective features a worker is about to<br />
carry out. Consequently, every appraisal of work suitability is<br />
bas<strong>ed</strong> almost exclusively on clinical analysis.<br />
A peculiarity of the problem is the one strictly connect<strong>ed</strong> with the<br />
Allergic Pathology, since it brings a con<strong>di</strong>tion in which the<br />
subject under me<strong>di</strong>cal exams don’t present any operative-limiting<br />
pathological con<strong>di</strong>tion; he could, anyway, presents a slight<br />
limitation connect<strong>ed</strong> to a subjective response toward a eventually<br />
workplace-bas<strong>ed</strong> specific allergenic agent. It’s important,<br />
therefore, the ne<strong>ed</strong> to show, in case of workers expos<strong>ed</strong> to<br />
potentially allergenic substances, that subjective con<strong>di</strong>tions who<br />
could cause an abnormal reactivity in presence of a potentially<br />
efficient stimulation. The main intention of this piece of work is<br />
to develop a study about the utility of bronchial challenge with<br />
methacoline in a context of evaluation of work suitability for<br />
those allergenic substances expos<strong>ed</strong> jobs.<br />
Key words: bronchial challenge test, methacoline, work suitabily.<br />
Introduzione<br />
L’iperreattività bronchiale costituisce la caratteristica più importante<br />
<strong>del</strong>l’asma in fase clinica. Per una corretta <strong>di</strong>agnosi nei soggetti silenti,<br />
specie se esposti nell’attività lavorativa a sostanze potenzialmente allergizzanti,<br />
occorre valutare l’iperresponsività <strong>del</strong>le vie aeree me<strong>di</strong>ante test<br />
<strong>di</strong> broncostimolazione. Il presente lavoro si propone <strong>di</strong> valutare l’idoneità<br />
lavorativa, in fase <strong>di</strong> avviamento, utilizzando il test <strong>di</strong> broncostimolazione<br />
farmacologia aspecifica con metacolina.<br />
Materiali e Meto<strong>di</strong><br />
Sono stati esaminati 110 soggetti <strong>di</strong> sesso maschile <strong>di</strong> età compresa<br />
tra 25 e 55 anni in assunzione presso il reparto <strong>di</strong> produzione in una fabbrica<br />
<strong>di</strong> birra in qualità <strong>di</strong> operai multifunzione, addetti, cioè, alle <strong>di</strong>verse<br />
operazioni <strong>del</strong> ciclo lavorativo tecnologico (carico e scarico <strong>del</strong>le materie<br />
prime, controllo e manutenzione degli impianti, pulizia <strong>del</strong> silos). Il<br />
campione è stato sottoposto al seguente sreening: anamnesi patologica,<br />
allergologica e lavorativa; esame clinico; spirometria <strong>di</strong> base; prick test<br />
(polveri <strong>di</strong> cereali, acari maggiori e minori) esami ematochimici <strong>di</strong> routine,<br />
test <strong>di</strong> broncostimolazione farmacologia con metacolina (Mch) secondo<br />
il seguente protocollo:<br />
• prova spirometria basale in assenza <strong>di</strong> stimolazione;<br />
• stimolazione con nebbia aerosolica;<br />
• misurazione <strong>del</strong> FEV 1 dopo stimolazione.<br />
L’areosol somministrato conteneva la Mch secondo la proporzione<br />
riportata in Tabella I.<br />
Tempo <strong>di</strong> erogazione per ogni puff = 0,8 sec., con un intervallo <strong>di</strong> 10<br />
sec. <strong>ed</strong> una pausa tra le erogazioni <strong>di</strong> 5 min.<br />
Tabella I. Numero <strong>di</strong> superamenti dei livelli <strong>di</strong> attenzione<br />
Erogazioni n. puff<br />
Dose Metacolina (Mch)<br />
singola cumulativa<br />
I 1 80 ng 80 ng<br />
II 1 80 ng 160 ng<br />
III 2 160 ng 320 ng<br />
IV 3 240 ng 560 ng<br />
V 5 400 ng 960 ng<br />
VI 5 400 ng 1360 ng<br />
VII 5 400 ng 1760 ng<br />
La spirometria, per la valutazione <strong>del</strong> FEV1 è stata effettuata a 90 e<br />
180 sec. subito dopo la fine <strong>di</strong> ogni erogazione. Per ogni soggetto è stata<br />
valutata la reattività bronchiale attraverso il calcolo algebrico <strong>del</strong>la PD-<br />
20 cioè <strong>del</strong>la dose cumulativa <strong>di</strong> Mch necessaria a far cadere il FEV1 <strong>del</strong><br />
20% rispetto ai valori <strong>di</strong> partenza:<br />
(20 - C1) (D2 - D1)<br />
PD – 20 = D1 + ––––––––––––––––<br />
(C2 - C1)
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 171<br />
dove:<br />
D1 = la dose necessaria a provocare un abbassamento dei valori <strong>di</strong> FEV1<br />
inferiore al 20%;<br />
D2 = la dose necessaria a provocare un abbassamento dei valori <strong>di</strong> FEV1<br />
superiore al 20%;<br />
C1 = l’abbassamento <strong>del</strong> valore % <strong>del</strong> FEV1 provocata da D1;<br />
C2 = l’abbassamento <strong>del</strong> valore % <strong>del</strong> FEV1 provocata da D2.<br />
In base a questi parametri la responsività bronchiale aspecifica risulta:<br />
severamente aumentata: se il FEV1 <strong>di</strong>minuisce, rispetto ai valori <strong>di</strong> partenza,<br />
<strong>del</strong> 20% dopo 80 ng <strong>di</strong> Mch o meno (PD20< 80);<br />
moderatamente aumentata: se il FEV1 <strong>di</strong>minuisce <strong>del</strong> 20% dopo dosi<br />
comprese tra 81 e 400 ng (PD20=81-400);<br />
lievemente aumentata: se il FEV1 <strong>di</strong>minuisce <strong>del</strong> 20% dopo dosi tra 401<br />
e 1700 ng (PD20=401-1700).<br />
Risultati<br />
L’esame clinico non ha evidenziato in alcuno dei soggetti esaminati<br />
patologie in atto.<br />
L’indagine anamnestica evidenziava in 18 soggetti positività per patologie<br />
allergiche <strong>di</strong>verse, i test allergometrici effettuati per i comuni allergeni<br />
sono risultati positivi in 28 soggetti con una presenza me<strong>di</strong>amente<br />
uniforme per i vari apteni.<br />
Il test <strong>di</strong> stimolazione bronchiale con Mch effettuato sui soggetti<br />
che presentavano valori <strong>di</strong> FEV1>70% alla spirometria <strong>di</strong> base, ha dato<br />
esito negativo in 100 soggetti. All’interno <strong>di</strong> questi soggetti 18 erano<br />
positivi ai test cutanei pur non avendo mai lamentato episo<strong>di</strong> allergici.<br />
Dieci soggetti hanno evidenziato positività al test <strong>di</strong> broncostimolazione;<br />
in particolare, sette soggetti presentavano un’iperreattività bronchiale<br />
<strong>di</strong> tipo lieve e tre manifestavano un’iperresponsività <strong>del</strong>le vie aeree<br />
<strong>di</strong> tipo moderato.<br />
Conclusioni<br />
Lo stu<strong>di</strong>o effettuato ha <strong>di</strong>mostrato che nella valutazione <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>zione<br />
atopico-allergica è necessario un approccio <strong>di</strong>agnostico <strong>di</strong>versificato<br />
da effettuare in fase <strong>di</strong> preavviamento al lavoro con indubbio significato<br />
<strong>di</strong> intervento preventivo primario. Ha sottolineato, inoltre, la vali<strong>di</strong>tà<br />
<strong>del</strong> test <strong>di</strong> broncostimolazione aspecifica con Mch nella in<strong>di</strong>viduazione<br />
precoce <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> iperreattività bronchiale nei soggetti asintomatici,<br />
al fine <strong>di</strong> adottare quelle<br />
misure ambientali e personali finalizzate all’allontanamento <strong>del</strong>le lavorazioni<br />
a rischio.<br />
Ai fini preventivi, lo stu<strong>di</strong>o ha consentito una migliore definizione<br />
dei soggetti a rischio permettendo <strong>di</strong> valutare il profilo in<strong>di</strong>viduale dei<br />
soggetti allergici anche asintomatici e silenti dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>agnostico<br />
<strong>ed</strong> anamnestico. Pertanto, il test trova utile applicazione quale<br />
screening nei soggetti da avviare a lavorazioni esponenti a sostanze allergizzanti.<br />
Bibliografia<br />
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COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
172 www.gimle.fsm.it<br />
F. Allegri G. Palminteri<br />
Su aspetti clinico-patogenetici <strong>del</strong>l’eczema allergico professionale<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Clinica e <strong>del</strong>le Patologie Emergenti - Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palermo<br />
RIASSUNTO. Viene stu<strong>di</strong>ato il ruolo fondamentale <strong>del</strong>la<br />
pre<strong>di</strong>sposizione in<strong>di</strong>viduale nell’eczema professionale<br />
puntualizzando i rapporti tra me<strong>di</strong>cina generale e<br />
dermatologia. In particolare, si fa rimarcare la possibile<br />
interferenza <strong>di</strong> ipersensibilità <strong>di</strong> tipo imme<strong>di</strong>ato.<br />
Parole chiave: eczema allergico, esposizione professionale.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
CLINICAL-PATHOGENETIC ASPECTS IN OCCUPATIONAL ECZEMA. The<br />
Authors study the fondamental role of in<strong>di</strong>vidual pre<strong>di</strong>sposition<br />
in professional eczema. They remark the relation between<br />
me<strong>di</strong>cine and dermatology and, particularly, the possible<br />
interference of imme<strong>di</strong>ate hypersensibiliy.<br />
Key words: allergic ezema, occupational exposure.<br />
La morfologia clinica <strong>del</strong>l’eczema allergico da contatto (EAC), sebbene<br />
con numerose varianti, sembra meno composita <strong>del</strong>le dermatiti da<br />
agenti irritanti a causa <strong>di</strong> un obbligato, seppure complesso, meccanismo<br />
patogenetico per contatto con sostanze chimiche che porta alla sensibilizzazione<br />
eczematosa ritardata me<strong>di</strong>ata da cellule. Ciò trova riscontro<br />
concreto nella qualificazione organo-tessutale specifica <strong>del</strong>la capacità<br />
reattiva cutanea.. Fattori genetici, ma anche costituzionali e acquisiti, <strong>di</strong><br />
natura internistica e dermatologica possono, a volte, concorrere all’incidenza<br />
<strong>di</strong> ipersensibilità <strong>di</strong> tipo imme<strong>di</strong>ato. Tra i fattori in<strong>di</strong>viduali e genetici<br />
che pre<strong>di</strong>spongono all’EAC hanno importanza la razza, il sesso,<br />
l’età. L’aspetto genetico è evidenziato dall’osservazione <strong>di</strong> patologie allergiche<br />
tra i familiari <strong>di</strong> pazienti affetti da eczema da contatto, dalla coesistenza<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse patologie allergiche nello stesso paziente, dalla positività<br />
<strong>di</strong> test epicutanei e alterazioni immunologiche in genere (3, 4).<br />
L’eczema rimane circoscritto, almeno nelle fasi iniziali, nella stessa<br />
s<strong>ed</strong>e, anche se è tutta la cute che si sensibilizza acquisendo capacità <strong>di</strong><br />
reagire ai successivi contatti con l’allergene. Tra i fattori pre<strong>di</strong>sponenti<br />
sono comprese tutte le con<strong>di</strong>zioni che portano ad alterazioni <strong>del</strong>la struttura<br />
e <strong>del</strong>le funzioni <strong>del</strong>l’epidermide. Svolgono azione favorente l’uso <strong>di</strong><br />
saponi alcalini, i solventi dei grassi e i detersivi a base <strong>di</strong> laurilsolfonati,<br />
sostanze che incidono sull’equilibrio fisiologico <strong>del</strong>l’epidermide alterando<br />
il film idrolipi<strong>di</strong>co e il mantello acido. I fattori sensibilizzanti sono in<br />
continuo aumento a causa <strong>del</strong> progresso tecnologico. Si tratta <strong>di</strong> composti<br />
chimici contenuti in prodotti sempre <strong>di</strong> più largo uso, quali cosmetici,<br />
detergenti, detersivi, indumenti, farmaci e prodotti <strong>di</strong> uso industriale.<br />
Nell’EAC reci<strong>di</strong>ve o cronicizzazione e <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>le lesioni sono<br />
non raramente provocate da sostanze sensibilizzanti introdotte per<br />
via generale (soprattutto me<strong>di</strong>camenti, metalli, alimenti e loro ad<strong>di</strong>tivi),<br />
previa sensibilizzazione eczematosa per via esogena. Ciò configura,<br />
nell’ambito <strong>del</strong>la concezione <strong>del</strong>l’eczema paraptico, la cosiddetta dermatite<br />
da contatto sistemica con espressioni cliniche ad impronta molteplice<br />
<strong>di</strong>sidrosica, maculo-papulosa, polimorfo-simile, lichenoide,<br />
pomfoide, vasculitica.<br />
Per quanto riguarda la dermatite da contatto sistemica il criterio patogenetico<br />
può chiarire nelle gran<strong>di</strong> linee l’aspetto morfologico-clinico.<br />
Infatti, risulta pratica la classificazione proposta recentemente da Happle<br />
(1), che, <strong>di</strong>stinguendo eczemi topici <strong>ed</strong> eczemi ematogeni, annovera tra i<br />
primi l’eczema da agenti irritanti, l’eczema allergico da contatto e l’eczema<br />
topico da agenti biotici; tra gli eczemi ematogeni l’eczema atopico,<br />
l’eczema paraptico e l’eczema nummulare. Il dato interessante risi<strong>ed</strong>e<br />
nella definizione <strong>di</strong> eczema paraptico (hapsis=contatto), evocato da un’azione<br />
ematogena, <strong>di</strong> agenti sensibilizzanti, che hanno già provocato una<br />
sensibilizzazione per via esogena con meccanismo cellulo- me<strong>di</strong>ato, <strong>ed</strong><br />
oggi considerato come dermatite da contatto sistemica. In esso rientrano<br />
le espressioni morfologiche relative all’eczema da contatto ematogeno,<br />
all’eczema <strong>di</strong>sidrosico, all’eczema cheratosico palmare, al pomfolix, alla<br />
dermatofitide, etc.<br />
In questa ottica si possono considerare meccanismi <strong>di</strong> polisensibilizzazione<br />
anche per l’interferenza <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> tipo imme<strong>di</strong>ato, come nel caso<br />
<strong>di</strong> eczemi <strong>di</strong>sidrosiformi cronicizzanti da contatto, in cui allergia alimentare<br />
e <strong>di</strong>sfunzioni gastro-epato-intestinali sembrano svolgere un ruolo<br />
copatogenetico (2). D’altronde, la lesione vescicolare è espressione <strong>di</strong><br />
sensibilizzazione ritardata soltanto nell’EAC e, classicamente, nel fenomeno<br />
<strong>di</strong> sensibilizzazione eczematosa sperimentale (s.e.s.).
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 173<br />
Per quanto riguarda la sensibilizzazione <strong>di</strong> gruppo, la clinica è ricca<br />
<strong>di</strong> esemplificazioni da riportare alle seguenti sostanze: sostanze <strong>di</strong> gruppo<br />
para, derivati <strong>del</strong>la fenotiazina, sostanze <strong>del</strong> gruppo chinolinico, sostanze<br />
terpeniche, sostanze <strong>del</strong> gruppo neomicina, salicilanili<strong>di</strong> alogenate,<br />
sostanze <strong>del</strong> gruppo tiouramico, derivati <strong>del</strong>l’etilen<strong>di</strong>ammina, antibiotici<br />
aminoglicosi<strong>di</strong>ci e betalattamici. Nel caso <strong>di</strong> accertata o sospetta sensibilizzazione<br />
eczematosa <strong>di</strong> gruppo per via esogena è da tenere sempre<br />
presente la eventualità <strong>di</strong> gravi e temibili manifestazioni allergiche generali<br />
che possono insorgere in seguito a somministrazione parenterale o<br />
per os degli allergeni in causa.<br />
Le manifestazioni cliniche <strong>del</strong>l’eczema allergico professionale<br />
(EAP) ricalcano quelle <strong>del</strong>l’EAC (o dermatite allergica da contatto -<br />
DAC). Determinati apteni come nichel, bicromati, parafenilen<strong>di</strong>ammina,<br />
sostanze <strong>del</strong> gruppo para, alcune sostanze <strong>di</strong> origine vegetale, etc. possono,<br />
però, imprimere al quadro cutaneo caratteristiche peculiari.<br />
Diversi agenti sono spesso causa <strong>di</strong> forme extraprofessionali non <strong>di</strong>fferenziabili<br />
clinicamente, come si può verificare per la patologia eczematosa<br />
da cosmetici, da indumenti e da oggetti <strong>di</strong> abbigliamento, da farmaci,<br />
da sostanze vegetali.<br />
Si è soliti <strong>di</strong>stinguere le forme <strong>di</strong> EAP in acute e croniche, con la configurazione<br />
<strong>di</strong> una varietà lichenificata cronicizzante nell’ambito <strong>del</strong>le seconde.<br />
Tuttavia, è preferibile considerare la sintomatologia obiettiva a seconda<br />
<strong>del</strong>le singole fasi cronologiche evolutive e dei caratteri clinici particolari.<br />
Così, nel quadro <strong>di</strong> una puntualizzazione <strong>del</strong>l’EAP, si possono<br />
considerare forme tipiche e numerose varianti clinico-morfologiche (4, 5).<br />
La fase <strong>di</strong> acuzie <strong>del</strong>l’EAP (quasi sempre essudativa) va incontro ad<br />
una progressiva regressione verso la guarigione o a una fase subacuta,<br />
nella quale le lesioni <strong>di</strong>ventano più asciutte, le chiazze si ricoprono <strong>di</strong><br />
squame e <strong>di</strong> croste e la congestione <strong>di</strong>minuisce. Tuttavia, è facile l’insorgenza<br />
<strong>di</strong> nuove lesioni per cui si può evidenziare un polimorfismo evolutivo<br />
ma, al pari <strong>del</strong>l’eczema da contatto in generale, nelle varie fasi vi è<br />
prevalenza <strong>di</strong> singoli elementi (polimorfismo metacrono). Persistendo le<br />
manifestazioni subentra la fase cronica <strong>del</strong>l’EAP caratterizzata da un<br />
aspetto secco <strong>del</strong>le lesioni con riscontro <strong>di</strong> placche squamose lievemente<br />
eritematose, spesso pruriginose. La forma lichenificata si ricollega ad un<br />
lungo decorso <strong>del</strong>l’affezione <strong>ed</strong> è caratterizzata da prurito persistente <strong>ed</strong><br />
intenso con relativo grattamento; si notano chiazze spesso rilevate dal colore<br />
grigiastro, rosa pallido o bruno scuro, solcate da un <strong>di</strong>segno reticolare<br />
romboidale, quasi a mosaico.<br />
Varianti <strong>del</strong>l’EAP sono l’eczema nummulare, l’eczema <strong>di</strong>sidrosiforme,<br />
l’eczem-prurigo, la varietà papulo-vescicolo-follicolare e lichenoide,<br />
la varietà neuro<strong>di</strong>strofica xerodermica eczematosa. Un altro aspetto <strong>del</strong>l’EAC<br />
è rappresentato dall’eczema fotoallergico da contatto, in cui i fotoallergeni<br />
sono responsabili <strong>del</strong>le reazioni <strong>di</strong> tipo tar<strong>di</strong>vo o eczematoso.<br />
I fotoallergeni possono agire anche per via orale o parenterale in soggetti<br />
già sensibilizzati per contatto, con meccanismo endogeno. D’altra parte,<br />
l’esposizione protratta a stimoli ra<strong>di</strong>anti (a lungo andare <strong>di</strong>venta attiva<br />
buona parte <strong>del</strong>le ra<strong>di</strong>azioni) può provocare una esasperante cronicizzazione<br />
<strong>del</strong>l’eczema, che spesso esita nel quadro <strong>del</strong> reticuloide attinico.<br />
L’anamnesi, necessariamante minuziosa, non deve trascurare l’esame <strong>di</strong><br />
tutte le attività lavorative <strong>ed</strong> extralavorative <strong>del</strong> paziente, come anche le<br />
notizie su lavori prec<strong>ed</strong>enti, su terapie topiche e generali, sull’impiego dei<br />
prodotti cosmetologici, sull’uso dei mezzi <strong>di</strong> protezione (6).<br />
Il primo problema <strong>di</strong>agnostico <strong>di</strong>fferenziale riguarda la dermatite da<br />
agenti irritanti e la dermatite atopica.<br />
La dermatite atopica possi<strong>ed</strong>e una potenzialità eczematosa geneticamente<br />
pr<strong>ed</strong>erminata e una suscettibilità a forme allergiche varie. In quest’ultima<br />
evenienza la complicanza con un EAP è confortata da positività<br />
<strong>di</strong> indagini allergologiche specifiche. Però, una dermatite eczematosa localizzata<br />
alle mani può essere espressione <strong>di</strong> una forma atopica risvegliata<br />
da agenti irritanti. Il rilievo <strong>di</strong> una lichenificazione marcata con intenso<br />
prurito e <strong>di</strong> eventuali manifestazioni alle pieghe dei gomiti e <strong>del</strong>le ginocchia,<br />
al collo, alla nuca, ai pie<strong>di</strong>, conferma la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> dermatite<br />
atopica. Occorre considerare che fattori <strong>di</strong> richiamo sono costituiti da comuni<br />
agenti irritanti come detergenti, emollienti, oli solubili, sostanze<br />
chimiche varie, etc. e che l’attività lavorativa in ambiente caldo umido o<br />
fr<strong>ed</strong>do aggrava l’affezione. Pertanto, si è inclini a ritenere espressione <strong>di</strong><br />
atopia alcune forme dermatitiche da agenti irritanti. Trattasi in effetti <strong>di</strong><br />
una dermatite atopica con localizzazione prevalente alle mani e soggetta<br />
a riacutizzazioni per l’azione dei suddetti fattori <strong>di</strong> risveglio. Gli esami attuabili<br />
per pervenire ad una <strong>di</strong>agnosi etiologica in corso <strong>di</strong> EAP, sono in<br />
pratica quelli <strong>di</strong>retti cutanei; stentano ad entrare nella routine gli in<strong>di</strong>retti,<br />
quali quelli che utilizzano linfociti <strong>di</strong> sangue periferico nella <strong>di</strong>agnostica<br />
etiologica degli eczemi da contatto.<br />
L’esame allergologico <strong>di</strong> elezione in corso <strong>di</strong> EAP è il test epicutaneo<br />
(Patch test). Sotto il riguardo <strong>del</strong>la praticità e <strong>del</strong>la rapi<strong>di</strong>tà dei risultati<br />
l’applicazione in gocce “a cielo scoperto” (open test) dei comuni allergeni<br />
idrosolubili, dà buoni risultati, come pure la tecnica <strong>del</strong>la strofinazione<br />
leggera <strong>del</strong>le stesse sostanze per la durata <strong>di</strong> pochi secon<strong>di</strong> (4).<br />
È da tenere presente il possibile stimolo espletato dal Patch test sul<br />
decorso <strong>del</strong>l’EAP, che il più <strong>del</strong>le volte occorre in fase <strong>di</strong> acme reattivo<br />
<strong>del</strong> test e quando è notevole la <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>le manifestazioni cutanee.<br />
Per questo motivo non si ravvisa la necessità che ogni caso <strong>di</strong> EAP debba<br />
essere sottoposto ad indagini <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne allergologico, concetto purtroppo<br />
ancora ra<strong>di</strong>cato in ambito sanitario e che può, però, essere giustificato<br />
dalle sfaccettature me<strong>di</strong>co-legali che alcuni casi possono presentare.<br />
D’altra parte, quanto detto vale anche nel caso <strong>di</strong> una DCI. Si tenga<br />
pure presente che il criterio clinico unito a quello anamnestico è ampiamente<br />
in grado <strong>di</strong> portare alla <strong>di</strong>agnosi, anche etiologica, <strong>di</strong> EAP (4).<br />
Bibliografia<br />
1) Happle R. Classification of exemas: a pathogenetic approach. Atti 68°<br />
Cong. Naz. SIPEV, Pisa, 23-26 giugno 1993.<br />
2) Palminteri G. La nostra esperienza su problemi fisiopatologici, allergologici<br />
e clinici <strong>del</strong>la ipersensibilità <strong>di</strong> tipo ritardato da contatto.<br />
Gion It Derm Min Derm 1969; 44: 746.<br />
3) Palminteri G, Romano A. Sui rapporti tra me<strong>di</strong>cina generale e dermatologia<br />
nell’eczema professionale: ruolo <strong>del</strong>la pre<strong>di</strong>sposizione in<strong>di</strong>viduale.<br />
Ann It Derm Cl Sper 1972; 26: 50-55.<br />
4) Palminteri G. Le dermatiti da contatto professionali. Dermatologia<br />
professionale. Patologia cutanea e me<strong>di</strong>cina generale - Me<strong>di</strong>cal<br />
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5) Palminteri G, Brai M, Troja B. Dermatiti da contatto. In: G. Palminteri.<br />
Dermatologia e Me<strong>di</strong>cina Interna. Vol. II, 1233-1240, Mattioli<br />
Ed. 1998.<br />
6) Palminteri G, Allegri F, Cuscunà G, Coppola A. Prevenzione e pre<strong>di</strong>sposizione<br />
in<strong>di</strong>viduale nella patologia cutanea da lavoro. G It M<strong>ed</strong><br />
Lav Erg 2002; 24: 3, 235.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
174 www.gimle.fsm.it<br />
I. Iavicoli, G. Carelli<br />
Possibile ruolo <strong>del</strong>l’ormesi nella valutazione <strong>del</strong> rischio in tossicologia<br />
occupazionale<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Università Cattolica <strong>del</strong> Sacro Cuore - Roma<br />
RIASSUNTO. Negli ultimi decenni si è avuta una graduale<br />
<strong>di</strong>minuzione dei livelli degli agenti chimici aero<strong>di</strong>spersi negli<br />
ambienti <strong>di</strong> lavoro. Contemporaneamente a questi<br />
miglioramenti ambientali, è sorta l’esigenza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are gli<br />
effetti a basse dosi <strong>di</strong> esposizione al fine <strong>di</strong> valutarne il rischio.<br />
Il para<strong>di</strong>gma <strong>del</strong>la tossicologia utilizzato nella valutazione <strong>del</strong><br />
rischio e nella definizione dei limiti espositivi a sostanze <strong>di</strong><br />
impiego industriale è che la relazione dose-risposta sia<br />
descritta da un mo<strong>del</strong>lo lineare o <strong>di</strong> soglia, rispettivamente per<br />
le sostanze cancerogene o non cancerogene.<br />
Accanto a questi due tra<strong>di</strong>zionali mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> relazioni è stata<br />
proposta recentemente l’ormesi, caratterizzata da una curva<br />
bifasica riferibile ad una modesta stimolazione <strong>del</strong>la risposta a<br />
basse dosi e da una inibizione ad alte dosi.<br />
L’ormesi, sebbene sia stata ampiamente osservata in ambito<br />
sperimentale, deve essere ancora verificata in tossicologia<br />
occupazionale al fine <strong>di</strong> ottenersi una più accurata valutazione<br />
<strong>del</strong> rischio alle basse dosi riscontrabili negli ambienti <strong>di</strong> lavoro.<br />
Parole chiave: ormesi, tossicologia occupazionale.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
POSSIBLE ROLE OF HORMESIS IN RISK ASSESSMENT IN OCCUPATIONAL<br />
TOXICOLOGY. Over the past few decades there has been a gradual<br />
decline in concentrations of airborne chemical agents in the<br />
workplace. This improvement in the workplace has l<strong>ed</strong> to a<br />
concomitant ne<strong>ed</strong> to study the effects of low dose exposure in<br />
order to assess possible risks.<br />
The para<strong>di</strong>gm us<strong>ed</strong> in toxicology to evaluate risk and to establish<br />
exposure limits for substances employ<strong>ed</strong> in industry, is that the<br />
dose-response relationship is express<strong>ed</strong> by a linear mo<strong>del</strong> for<br />
carcinogenic substances and by a threshold mo<strong>del</strong> for those<br />
which are not.<br />
Alongside these two tra<strong>di</strong>tional mo<strong>del</strong>s, there has been a recent<br />
proposal to describe relationships using hormesis which is<br />
characteris<strong>ed</strong> by a biphasic curve correspon<strong>di</strong>ng to moderate<br />
stimulation resulting from response to low doses, and by<br />
inhibition at high doses.<br />
Although hormesis has been wi<strong>del</strong>y observ<strong>ed</strong> in experimental<br />
contexts, it still has to be test<strong>ed</strong> in occupational toxicology to<br />
determine the possibility of obtaining a more accurate evaluation<br />
of the risk of exposure to low doses present in the workplace.<br />
Key words: hormesis, occupational toxicology<br />
Il concetto più importante usato in tossicologia per valutare il rischio<br />
è la relazione dose-risposta, per la quale vengono tra<strong>di</strong>zionalmente usati<br />
due mo<strong>del</strong>li. Il mo<strong>del</strong>lo soglia, che è utilizzato nella valutazione dei rischi<br />
per le sostanze non cancerogene e il mo<strong>del</strong>lo non soglia lineare per estrapolare<br />
i rischi a bassissimi livelli <strong>di</strong> esposizione a cancerogeni. Accanto a<br />
questi due mo<strong>del</strong>li, negli ultimi <strong>di</strong>eci anni, è stato identificato un terzo caratterizzato<br />
da una curva dose-risposta bifasica, che sottende il fenomeno<br />
<strong>del</strong>l’ormesi.<br />
L’ormesi si caratterizza per avere una modesta stimolazione <strong>del</strong>la risposta<br />
a basse dosi e una inibizione <strong>del</strong>la risposta ad alte. In questo contesto<br />
per risposta si intende il valore <strong>del</strong> parametro misurato riferito a<br />
quello <strong>del</strong> controllo, cui si assegna il valore <strong>del</strong> 100%. La stimolazione è<br />
spesso, anche se non sempre, osservata in seguito a un’iniziale risposta<br />
inibitoria, che appare rappresentare una modesta sovracompensazione in<br />
seguito a un’alterazione <strong>del</strong>l’omeostasi.<br />
Secondo il parametro che si misura, la relazione dose risposta ormetica<br />
sarà o a forma <strong>di</strong> U invertita quando si stu<strong>di</strong>a la crescita (in funzione<br />
<strong>del</strong>la dose <strong>di</strong> alcuni metalli, erbici<strong>di</strong>, ra<strong>di</strong>azioni) o a forma <strong>di</strong> J,<br />
quando, ad esempio, il parametro misurato è l’incidenza <strong>di</strong> patologie<br />
(come le mutazioni, i <strong>di</strong>fetti alla nascita, le manifestazioni neoplastiche<br />
maligne).<br />
Il fenomeno <strong>del</strong>l’ormesi fu dapprima osservato per gli effetti <strong>del</strong>le<br />
ra<strong>di</strong>azioni e, successivamente, ci si rese conto che potesse spiegare effetti<br />
bifasici dovuti a sostanze chimiche. L’ormesi chimica, dovuta ad<br />
esempio a pestici<strong>di</strong>, idrocarburi aromatici, alcoli, idrocarburi alogenati,<br />
eteri e sali <strong>di</strong> metalli pesanti, è stata <strong>di</strong>mostrata attraverso numerosi stu<strong>di</strong><br />
sperimentali condotti in vitro, su svariati mo<strong>del</strong>li cellulari e in vivo<br />
su una ampia gamma <strong>di</strong> microorganismi e organismi vegetali e animali.<br />
Per l’uomo a tutt’oggi non esistono evidenze che sostanzino l’esistenza<br />
<strong>di</strong> effetti ormetici.<br />
Negli ambienti <strong>di</strong> lavoro, negli ultimi venti anni, si è avuta una<br />
graduale e sensibile <strong>di</strong>minuzione dei livelli degli agenti chimici aero<strong>di</strong>spersi<br />
e, come conseguenza, è aumentato l’interesse <strong>del</strong>la comunità<br />
scientifica a stu<strong>di</strong>are gli effetti a basse dosi <strong>di</strong> esposizione al fine <strong>di</strong> valutarne<br />
il rischio. Risulta importante considerare il mo<strong>del</strong>lo ormetico,<br />
che non è <strong>di</strong> soglia o lineare, come un possibile futuro can<strong>di</strong>dato per la<br />
messa a punto <strong>di</strong> nuovi criteri <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio in ambito occupazionale<br />
Non a caso, le esposizioni professionali, attualmente, si concretizzano<br />
per lo più nel range <strong>del</strong>le basse dosi, dove, almeno nelle situazioni<br />
sperimentali, la risposta bifasica è operante.<br />
Una novità che il fenomeno <strong>del</strong>l’ormesi introduce, è, infatti, l’apertura<br />
<strong>di</strong> nuovi spazi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o nel range <strong>di</strong> dosi al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> No Observ<strong>ed</strong><br />
Adverse Effect Level (NOAEL) tra<strong>di</strong>zionalmente escluse o sottovalutate<br />
dalla tossicologia tra<strong>di</strong>zionale.<br />
A tal riguardo Calabrese e Baldwin (2001) in<strong>di</strong>cano, sebbene in un<br />
contesto puramente sperimentale, quali debbano essere i requisiti affinché<br />
i risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o possano essere utilizzati per verificare<br />
l’ormesi:<br />
1) La presenza <strong>del</strong> controllo;<br />
2) L’esistenza <strong>di</strong> un NOAEL;<br />
3) La presenza <strong>di</strong> inibizione;<br />
4) La presenza <strong>di</strong> almeno due dosi testate inferiori al NOAEL.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 175<br />
Questi requisiti, più o meno facilmente definibili in un mo<strong>del</strong>lo sperimentale,<br />
risultano, secondo il nostro modo <strong>di</strong> v<strong>ed</strong>ere, inattuabili su una<br />
popolazione lavorativa, sia per l’impossibilità <strong>di</strong> ritenere costanti le dosi<br />
<strong>di</strong> esposizione esterna e/o interna, sia perché è <strong>di</strong> estrema <strong>di</strong>fficoltà definire<br />
un NOAEL.<br />
Queste osservazioni in<strong>di</strong>cano che lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>l’effetto <strong>di</strong> esposizione<br />
a basse dosi su popolazioni lavorative, al fine <strong>di</strong> rivelare possibili effetti<br />
ormetici, risulta, al momento attuale, estremamente <strong>di</strong>fficile.<br />
Va quin<strong>di</strong> rilevato che, qualora venissero superate le limitazioni<br />
che i succitati requisiti comportano, probabilmente lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> effetti<br />
a basse dosi in Tossicologia Occupazionale sarebbe notevolmente agevolata.<br />
Una via da seguire potrebbe essere quella <strong>di</strong> assegnare gruppi <strong>di</strong> lavoratori<br />
a ranges <strong>di</strong> esposizioni, piuttosto che a valori fissi <strong>del</strong>le m<strong>ed</strong>esime<br />
e l’impiego <strong>di</strong> valutazioni statistiche ad hoc.<br />
Bibliografia<br />
1) Calabrese EJ, Baldwin LA. Toxicology rethinks its central belief. Nature<br />
20<strong>03</strong>; 421 (6924): 691-2.<br />
2) Calabrese EJ, Baldwin LA. The hormetic dose-response mo<strong>del</strong> is more<br />
common than the threshold mo<strong>del</strong> in toxicology. Toxicol Sci 20<strong>03</strong>;<br />
71(2): 246-50.<br />
3) Calabrese EJ, Baldwin LA. HORMESIS: The Dose-Response Revolution.<br />
Annu Rev Pharmacol Toxicol 20<strong>03</strong>; 43: 175-97.<br />
4) Carelli G, Iavicoli I. Defining hormesis: the necessary tool to clarify<br />
experimentally the low dose-response relationship. Hum Exp Toxicol<br />
2002; 21(2): 1<strong>03</strong>-4.<br />
5) Eaton DL, Klaassen CD. Shape of the Dose-Response Curve - Hormesis.<br />
In: Klaassen CD. Ed. Casarett & Doull’s Toxicology. The basic<br />
science of poisons 6 th E<strong>di</strong>tion. New York: McGraw Hill, 2001, 20-22.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
176 www.gimle.fsm.it<br />
F. Papalia, N. Magnavita<br />
Un rischio professionale misconosciuto: la violenza fisica sul luogo<br />
<strong>di</strong> lavoro<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, U.C.S.C., Roma<br />
RIASSUNTO. La subita violenza fisica sul luogo <strong>di</strong> lavoro<br />
rappresenta un problema significativo, anche se non<br />
adeguatamente riconosciuto come rischio professionale<br />
specifico, per il personale sanitario. È necessario, nelle azioni<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina preventiva occupazionale, un riconoscimento<br />
precoce <strong>del</strong> fenomeno <strong>ed</strong> adeguate azioni <strong>di</strong> formazione <strong>ed</strong><br />
informazione dei lavoratori.<br />
Parole chiave: violenza fisica, personale sanitario.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
AN ILL-DEFINED OCCUPATIONAL RISK: VIOLENCE IN WORK PLACE.<br />
Violence and aggression in health care settings is an ill-defin<strong>ed</strong><br />
and under-report<strong>ed</strong> problem. Early risk assessment, adequate<br />
training and information of health care workers, and specific<br />
monitoring tools (such as the Violent Incident Form, VIF) are<br />
necessary for risk management.<br />
Key words: violence, care workers.<br />
Introduzione<br />
La subita violenza fisica sul luogo <strong>ed</strong> in occasione <strong>di</strong> lavoro, per il<br />
personale sanitario dei reparti <strong>di</strong> lungodegenza per pazienti psichiatrici<br />
e/o nei reparti geriatrici, come nelle R.S.A., rappresenta un rischio specifico<br />
occupazionale. Tale rischio, tuttavia, è spesso sottostimato o ad<strong>di</strong>rittura<br />
ignorato in tutte le valutazioni a monte, <strong>ed</strong> è praticamente la regola<br />
che il personale destinato a tali reparti non riceva nessuna formazione e<br />
informazione specifica, e non ottenga sufficiente attenzione in relazione<br />
al problema durante le visite me<strong>di</strong>che perio<strong>di</strong>che <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria.<br />
Il prezzo pagato per tale misconoscimento è elevato, sia in termini <strong>di</strong><br />
lesione <strong>del</strong>l’integrità psicofisica <strong>di</strong> tali lavoratori, sia in derivante obbligatoria<br />
riduzione <strong>del</strong>la capacità lavorativa specifica.<br />
In questo contributo presentiamo i risultati <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o ad hoc condotto<br />
su una popolazione <strong>di</strong> lavoratrici impiegate presso un reparto <strong>di</strong> degenza<br />
per pazienti psichiatrici.<br />
Meto<strong>di</strong><br />
È stato eseguito uno stu<strong>di</strong>o retrospettivo tramite questionari semistrutturati<br />
su una popolazione <strong>di</strong> lavoratrici, sottoposte a sorveglianza sanitaria,<br />
operanti presso un reparto psichiatrico <strong>di</strong> lungodegenza <strong>di</strong> un<br />
osp<strong>ed</strong>ale pubblico <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Roma; in particolare, è stata usata<br />
una versione italiana <strong>del</strong>la VIF - Violent Incident Form -, una checklist<br />
per la registrazione <strong>di</strong> subiti eventi violenti. I risultati ottenuti sono stati<br />
comparati con i dati raccolti durante le visite me<strong>di</strong>che per sorveglianza<br />
sanitaria riguardanti la tipologia <strong>del</strong>le aggressioni subite, gli eventuali fattori<br />
favorenti le aggressioni, caratteri <strong>del</strong>l’aggressore. È stato inoltre tenuto<br />
conto <strong>del</strong>le mo<strong>di</strong>ficazioni <strong>del</strong> giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità lavorativa specifica<br />
successive a lesioni fisiche o psicologiche derivate dalle subite aggressioni<br />
fisiche.<br />
Risultati<br />
Su una esaminata popolazione <strong>di</strong> 74 in<strong>di</strong>vidui (tutti <strong>di</strong> sesso femminile),<br />
sono stati registrati, in un anno, 26 subite violenze. In tutti i<br />
casi riconosciuti, le vittime erano infermiere professionali; nessuna aggressione<br />
è avvenuta a carico <strong>di</strong> ausiliarie, cuoche, fisioterapiste, psicologhe<br />
e altro personale sanitario. Gli incidenti violenti descritti includevano<br />
sputi, schiaffi, calci, pugni, strappo dei capelli, aggressioni<br />
verbali. Soltanto alcuni dei degenti responsabili <strong>del</strong>le aggressioni erano<br />
stati percepiti come violenti prima <strong>del</strong>l’episo<strong>di</strong>o. I responsabili degli<br />
assalti presentavano, come <strong>di</strong>agnosi cliniche, esclusivamente quelle<br />
<strong>di</strong> psicosi o <strong>di</strong> forme demenziali. Le aggressioni sono state spesso<br />
scatenate da non risposte a domande concernenti atti clinici (terapie,<br />
referti) o successivamente al tentativo <strong>del</strong>le infermiere <strong>di</strong> s<strong>ed</strong>are episo<strong>di</strong><br />
violenti occorrenti tra pazienti. In una minoranza <strong>di</strong> casi, tuttavia,<br />
non è stato possibile riconoscere un evento o un comportamento trigger<br />
(tabella I).
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 177<br />
Tabella I. Attività prec<strong>ed</strong>enti gli incidenti<br />
Tipo N %<br />
Conversazione/<strong>di</strong>sposizioni ai pazienti 6 23<br />
Domande/richieste da parte dei pazienti<br />
Spostamenti, trasferimenti <strong>ed</strong> altre attività<br />
1 3,8<br />
<strong>di</strong> assistenza 5 19,3<br />
S<strong>ed</strong>azione <strong>di</strong> atti violenti tra pazienti 5 19,3<br />
Nessuna attività particolare riconosciuta 9 34,6<br />
In tutti i casi esaminati si è potuta riconoscere la presenza <strong>di</strong> un Disturbo<br />
<strong>del</strong>l’Adattamento o <strong>di</strong> un Disturbo Post-Traumatico da Stress (vivide<br />
rievocazioni <strong>del</strong>l’evento, con pensiero intrusivo, <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> tono<br />
<strong>del</strong>l’umore tipo Depressione Maggiore, Disturbi d’Ansia (fobie, Disturbi<br />
da Attacchi <strong>di</strong> Panico), segni <strong>di</strong> <strong>di</strong>saffezione lavorativa (tabella II). In una<br />
minoranza dei casi gli assalti subiti hanno determinato una menomazione<br />
fisica permanente nelle vittime.<br />
Tuttavia, al momento degli incidente, il dato costante è stato rappresentato<br />
da una sottostima <strong>del</strong>l’importanza <strong>del</strong>l’episo<strong>di</strong>o da parte <strong>del</strong>le vittime.<br />
Gli incidenti spesso non sono stati menzionati ufficialmente, e solo<br />
in due casi c’è stata la denuncia per infortunio professionale.<br />
Tabella II. Conseguenze degli incidenti violenti<br />
(Checklist VIF)<br />
Tipo N %<br />
Lesioni fisiche 7 27<br />
Paura 10 38,46<br />
Irritazione 6 23,01<br />
Ansietà 5 19,23<br />
Umiliazione 3 11,54<br />
Delusione 7 27<br />
Senso <strong>di</strong> impotenza 5 19,23<br />
Nessun danno 2 7,7<br />
Tutte le vittime sono state concor<strong>di</strong> nell’attribuire alla genesi degli<br />
eventi la mancanza <strong>di</strong> una adeguata formazione specifica al contatto con<br />
pazienti affetti da patologie psichiatriche gravi o con forme demenziali.<br />
Una importante concausa appariva la percezione soggettiva <strong>del</strong>la maggior<br />
frequenza <strong>del</strong>le aggressioni in momenti in cui il personale appariva<br />
- per vari motivi - numericamente ridotto.<br />
Conclusioni<br />
Il problema <strong>del</strong>la violenza fisica in ambiente <strong>ed</strong> occasione <strong>di</strong> lavoro<br />
è severamente sottostimato. Tuttavia esso rappresenta un rischio trasversale<br />
significativo; inoltre, per quello che riguarda alcune professioni <strong>di</strong><br />
assistenza (per esempio appunto nel personale infermieristico) esso può<br />
essere considerato come un rischio specifico <strong>del</strong>la mansione. Al <strong>di</strong> là <strong>del</strong><br />
pericolo imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> menomazione <strong>del</strong>l’integrità psicofisica, esso può<br />
essere potenzialmente all’origine <strong>di</strong> gravi ricadute a me<strong>di</strong>o e lungo termine<br />
sulla salute e sulle capacità lavorative <strong>del</strong>le vittime. Non è da sottovalutare,<br />
infine, che per le lesioni riportate, per le conseguenze a lungo<br />
termine e per il trauma psicologico residuato il Me<strong>di</strong>co Competente in<br />
questi casi, quale unica forma <strong>di</strong> tutela, è costretto a esprimere giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong><br />
idoneità con limitazioni o ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> non idoneità lavorativa specifica.<br />
L’unica via preventiva possibile è la precoce valutazione <strong>di</strong> tale rischio,<br />
il riconoscimento <strong>del</strong>la sua specificità in relazione a particolari<br />
mansioni lavorative e una adeguata formazione <strong>ed</strong> informazione dei lavoratori<br />
esposti.<br />
Bibliografia<br />
1) Arnetz JE. The Violent Incident Form (VIF): a pratical instrument for<br />
the registrazion of violente incidents in the health care workplace.<br />
Work & Stress 1998; 12: 17-28.<br />
2) Arnetz JE, Arnetz BB, Petterson IL. Violence in the nursing profession:<br />
occupational and lifestyle risk factors in Swe<strong>di</strong>sh nurses. Work<br />
& Stress 1996; 10: 119-127.<br />
3) Grenade G, Macdonald E. Risk on physical assaults among student<br />
nurses. Occup M<strong>ed</strong> 1995; 45: 256-258.<br />
4) Wynne R, Clarkin N. Workplace violence in Europe - it is time to act.<br />
Work & Stress 1995; 9: 377-9.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
178 www.gimle.fsm.it<br />
R.A. Placentino, L. Cesarini, A. Sacco 1 , N. Magnavita<br />
Applicazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A. nelle attività <strong>di</strong> manipolazione<br />
dei farmaci antiblastici<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università Cattolica <strong>del</strong> Sacro Cuore, Roma<br />
1 ASL FR, Frosinone<br />
RIASSUNTO. Il rischio professionale da antiblastici è stato<br />
gestito me<strong>di</strong>ante applicazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A. Si è deciso<br />
<strong>di</strong> partire da un au<strong>di</strong>t dei lavoratori, per mettere in luce le<br />
deviazioni dallo standard sulle quali operare con un intervento<br />
<strong>di</strong> informazione/formazione mirato. La sorveglianza sanitaria<br />
e la ri-valutazione <strong>del</strong> rischio occupazionale sono state<br />
orientate selettivamente sulle aree critiche emerse nell’au<strong>di</strong>t.<br />
Parole chiave: mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A., farmaci antiblastici, personale<br />
sanitario.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
A.S.I.A. MODEL IN RISK MANAGEMENT OF OCCUPATIONAL EXPOSURE<br />
IN THE PREPARATION AND ADMINISTRATION OF ANTINEOPLASTIC<br />
DRUGS. Risk management of occupational exposure in hospital<br />
personnel involv<strong>ed</strong> in the preparation and administration of<br />
antineoplastic drugs was perform<strong>ed</strong> using the A.S.I.A. mo<strong>del</strong>.<br />
The first step was au<strong>di</strong>ting of compliance. Training of workers<br />
specifically address<strong>ed</strong> the areas of deviation from gui<strong>del</strong>ines.<br />
Me<strong>di</strong>cal surveillance, and risk assessment, were orient<strong>ed</strong> toward<br />
observ<strong>ed</strong> deviations.<br />
Key words: A.S.I.A. mo<strong>del</strong>, antineoplastic drugs, care workers.<br />
Introduzione<br />
La manipolazione <strong>di</strong> farmaci antiblastici rappresenta un importante<br />
fattore <strong>di</strong> rischio chimico in ambiente sanitario. I possibili rischi cancerogeni<br />
e riproduttivi, in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esposizione non controllata, richi<strong>ed</strong>ono<br />
la realizzazione <strong>di</strong> elevati standard organizzativi e strutturali, la cui<br />
efficienza deve essere perio<strong>di</strong>camente testata.<br />
Il mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A. (assessment, surveillance, information, au<strong>di</strong>t) mira<br />
alla gestione <strong>del</strong> rischio attraverso una continua analisi dei fattori rilevanti,<br />
quali la valutazione <strong>del</strong> rischio, la sorveglianza sanitaria, la formazione/informazione<br />
dei lavoratori e l’au<strong>di</strong>t.<br />
Meto<strong>di</strong><br />
Si è scelto <strong>di</strong> applicare il mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A. partendo dall’au<strong>di</strong>t operativo<br />
e <strong>di</strong> compliance dei lavoratori addetti a manipolazione <strong>di</strong> antiblastici.<br />
Sulla base dei risultati <strong>del</strong>l’au<strong>di</strong>t è stata successivamente impostata<br />
la strategia <strong>di</strong> formazione/informazione, il programma <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria<br />
e quello <strong>di</strong> valutazione ambientale.<br />
L’esperienza <strong>di</strong> au<strong>di</strong>t è stata condotta presso i quattro reparti ove<br />
operano lavoratori addetti alla manipolazione <strong>di</strong> antiblastici, con l’obbiettivo<br />
<strong>di</strong> evidenziare quei comportamenti che riflettano il non rispetto<br />
o la mancanza <strong>di</strong> proc<strong>ed</strong>ure <strong>di</strong> lavoro standar<strong>di</strong>zzate. Lo schema-guida<br />
per l’au<strong>di</strong>t è stato ricavato dal Provve<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> 5/9/99 contenente<br />
le linee-guida per l’identificazione dei momenti a rischio per il personale<br />
esposto durante le attività <strong>di</strong> preparazione, somministrazione,<br />
smaltimento immagazzinamento e trasporto dei chemioterapici in ambiente<br />
sanitario.<br />
L’au<strong>di</strong>t ha interessato otto aree <strong>di</strong> attività, rispettivamente riguardanti:<br />
il comportamento generico <strong>del</strong>l’operatore; le modalità d’uso <strong>del</strong>la<br />
cappa a flusso laminare nella preparazione dei chemioterapici; l’utilizzo<br />
dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduale; le modalità <strong>di</strong> preparazione<br />
dei farmaci contenuti in flaconcino; le modalità <strong>di</strong> preparazione<br />
dei farmaci contenuti in fiala; le modalità <strong>di</strong> preparazione <strong>del</strong>la fleboclisi;<br />
le modalità <strong>di</strong> somministrazione; il comportamento in caso <strong>di</strong> incidenti/<br />
infortuni.<br />
Risultati<br />
Sono stati sottoposti all’au<strong>di</strong>t tutti gli addetti alla preparazione e<br />
somministrazione <strong>di</strong> farmaci antiblastici in una Azienda sanitaria <strong>del</strong> Lazio.<br />
I lavoratori avevano già frequentato un corso <strong>di</strong> formazione sull’uso<br />
degli antiblastici.<br />
I risultati <strong>del</strong>la verifica relativa alle sfere <strong>di</strong> attività indagate sono i<br />
seguenti:<br />
1. Il 24% degli operatori in<strong>di</strong>ca significative deviazioni dal comportamento<br />
generale standard.<br />
2. Il 17% riferisce deviazioni dallo standard nelle modalità d’uso <strong>del</strong>la<br />
cappa a flusso laminare;<br />
3. Il 34% devia dallo standard nell’utilizzo dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione<br />
in<strong>di</strong>viduale;
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 179<br />
4. Il 31% si <strong>di</strong>scosta dalle linee-guida nelle modalità <strong>di</strong> preparazione dei<br />
farmaci contenuti in flaconcino, in fiala e nelle modalità <strong>di</strong> preparazione<br />
<strong>del</strong>la fleboclisi e <strong>di</strong> somministrazione dei farmaci.<br />
5. il 14% non adotta un comportamento corretto in caso <strong>di</strong> incidenti/<br />
infortuni, span<strong>di</strong>menti <strong>del</strong> farmaco<br />
Sulla base dei risultati <strong>del</strong>l’au<strong>di</strong>t, il personale esposto è stato adeguatamente<br />
informato sui rischi e sulle corrette modalità <strong>di</strong> manipolazione<br />
dei farmaci, dei materiali contaminati, <strong>del</strong>le cappe e dei d.p.i..<br />
Il programma <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria è stato orientato specificamente<br />
ad identificare gli eventuali segni precoci <strong>di</strong> una deviazione dagli<br />
standard nelle aree identificate me<strong>di</strong>ante au<strong>di</strong>t.<br />
L’efficienza <strong>del</strong>le proc<strong>ed</strong>ure è stata verificata nel corso <strong>del</strong> sopralluogo<br />
congiunto tra me<strong>di</strong>co competente e responsabile <strong>del</strong> servizio <strong>di</strong> prevenzione<br />
e protezione e si è proc<strong>ed</strong>uto all’aggiornamento <strong>del</strong> documento<br />
<strong>di</strong> valutazione dei rischi con quanto attinente al rischio professionale da<br />
antiblastici.<br />
Conclusioni<br />
La terapia oncologica rappresenta un classico caso <strong>di</strong> rischio chimico/cancerogeno<br />
nelle attività sanitarie. L’impossibilità <strong>di</strong> eliminare il fattore<br />
<strong>di</strong> rischio attraverso la sua sostituzione o la riduzione <strong>del</strong>le dosi e le<br />
<strong>di</strong>fficoltà tecniche <strong>ed</strong> economiche <strong>del</strong> processo <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong>l’esposizione,<br />
devono spingere alla realizzazione <strong>del</strong>le misure <strong>di</strong> protezione<br />
ambientale e in<strong>di</strong>viduale e contemporaneamente ad istruire e motivare<br />
adeguatamente i lavoratori. Come sempre nel caso dei rischi a basse dosi,<br />
la percezione <strong>del</strong> rischio e l’adesione alle corrette pratiche <strong>di</strong> lavoro<br />
rappresentano le tappe fondamentali per la gestione <strong>del</strong> rischio. Il mo<strong>del</strong>lo<br />
A.S.I.A., con la graduale e coor<strong>di</strong>nata applicazione <strong>del</strong>le quattro fasi<br />
operative <strong>di</strong> au<strong>di</strong>t, sorveglianza sanitaria, informazione dei lavoratori e<br />
(ri)valutazione <strong>del</strong> rischio rappresenta un metodo valido <strong>ed</strong> efficiente per<br />
assicurare un continuo controllo <strong>del</strong> rischio.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
180 www.gimle.fsm.it<br />
M. Cannas, L. Bevilacqua 1 , A. Sacco 2 , N. Magnavita<br />
Applicazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A. alla gestione <strong>del</strong> rischio legno<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università Cattolica <strong>del</strong> Sacro Cuore - Roma<br />
1 Spresal ASL RMF, Civitavecchia<br />
2 ASL FR, Frosinone<br />
RIASSUNTO. Si descrive una applicazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo<br />
A.S.I.A., basato sulla continua e ciclica applicazione <strong>del</strong>le fasi<br />
<strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio, sorveglianza sanitaria, informazione<br />
e formazione, au<strong>di</strong>t, alle microimprese <strong>del</strong> legno. Per<br />
raggiungere rapidamente il maggior numero <strong>di</strong> aziende si è<br />
scelto <strong>di</strong> applicare la metodologia A.S.I.A. partendo da un<br />
au<strong>di</strong>t <strong>di</strong> verifica <strong>del</strong>l’attività sanitaria dei me<strong>di</strong>ci competenti,<br />
nell’intero territorio <strong>del</strong>l’ASL RM/F <strong>di</strong> Civitavecchia. A<br />
cascata, dal miglioramento <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>le azioni dei MC<br />
stimolata dagli au<strong>di</strong>t, si è ottenuto l’aggiornamento <strong>del</strong><br />
Documento <strong>di</strong> Valutazione dei Rischi, il miglioramento <strong>di</strong><br />
proc<strong>ed</strong>ure e programmi <strong>di</strong> sorveglianza, lo sviluppo <strong>di</strong> attività<br />
formative e informative a favore dei lavoratori.<br />
Parole chiave: mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A., lavorazione <strong>del</strong> legno.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
A.S.I.A. MODEL IN WOOD WORK. The ASIA mo<strong>del</strong> (assessment,<br />
surveillance, information au<strong>di</strong>t) has been appli<strong>ed</strong> in wood work.<br />
The physicians charg<strong>ed</strong> of me<strong>di</strong>cal surveillance of workers were<br />
enroll<strong>ed</strong> in a specialistic au<strong>di</strong>t, concerning the main aspects of<br />
their preventive activity. Doctors significantly improv<strong>ed</strong> the<br />
quality of their surveillance programs, so identifying two cases of<br />
work-relat<strong>ed</strong> illnesses (nasal cancer and poliposis). Even quality<br />
of risk assessment, and information of workers, were<br />
significantly improv<strong>ed</strong> after the au<strong>di</strong>t. The ASIA mo<strong>del</strong> prov<strong>ed</strong> to<br />
be feasible and useful in wood risk prevention.<br />
Key words: A.S.I.A. mo<strong>del</strong>, wood work.<br />
Introduzione<br />
Il D.Lgs.66/00, recependo le Direttive comunitarie sugli agenti cancerogeni<br />
e mutageni, ha <strong>di</strong>sposto misure <strong>di</strong> prevenzione per la polvere <strong>di</strong><br />
legno. In Italia le aziende per la lavorazione <strong>del</strong> legno sono spesso <strong>di</strong> piccole<br />
o piccolissime <strong>di</strong>mensioni e solo <strong>di</strong> rado rientrano nei programmi <strong>di</strong><br />
vigilanza. È evidente come in tali con<strong>di</strong>zioni sia più <strong>di</strong>fficoltoso lo sviluppo<br />
<strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> prevenzione.<br />
Il mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A. (assessment, surveillance, information, au<strong>di</strong>t),<br />
basato sulla continua e ciclica applicazione <strong>del</strong>le fasi <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong><br />
rischio, sorveglianza sanitaria, informazione e formazione, au<strong>di</strong>t, può essere<br />
vantaggiosamente applicato anche a tali microimprese.<br />
Per raggiungere il maggior numero <strong>di</strong> aziende nel minor tempo possibile<br />
si è scelto <strong>di</strong> applicare la metodologia A.S.I.A. partendo da un au<strong>di</strong>t<br />
<strong>di</strong> verifica <strong>del</strong>l’attività sanitaria dei me<strong>di</strong>ci competenti, nell’intero territorio<br />
<strong>del</strong>l’ASL RM/F <strong>di</strong> Civitavecchia.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
I 47 MC operanti su aziende <strong>del</strong> legno nella ASL RMF sono stati invitati<br />
a partecipare ad un colloquio <strong>di</strong> verifica e revisione <strong>del</strong>l’intervento<br />
da loro effettuato.<br />
I colloqui <strong>di</strong> au<strong>di</strong>t sono avvenuti sulla base <strong>di</strong> una matrice strutturata<br />
relativa a <strong>di</strong>eci aree, due <strong>del</strong>le quali attinenti alle risorse strutturali e le<br />
altre alle pratiche adottate (tab. I). I criteri per la definizione <strong>del</strong>la matrice<br />
sono stati scelti sulla base <strong>del</strong>l’assunzione che essi fossero facilmente<br />
revisionabili da un osservatore esterno.<br />
Risultati<br />
In seguito all’au<strong>di</strong>t i MC hanno riconosciuto l’utilità <strong>del</strong>l’esame specialistico<br />
ORL con rinoscopia ai fini <strong>del</strong>la sorveglianza dei lavoratori con<br />
esposizione protratta. I dati confermano la vali<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>la scelta. È stato<br />
identificato un adenocarcinoma <strong>del</strong>le fosse nasali in un artigiano con<br />
esposizione <strong>di</strong> lunga durata (>30 anni) a polvere <strong>di</strong> legno. In un altro caso<br />
si è osservata poliposi <strong>del</strong>le fosse nasali.<br />
I MC hanno altresì convenuto sulla necessità <strong>di</strong> potenziare l’informazione<br />
dei lavoratori circa il corretto uso dei DPI e si sono inoltre im-<br />
Tabella I. Dimensioni indagate me<strong>di</strong>ante au<strong>di</strong>t<br />
RISORSE STRUTTURALI PRATICHE ADOTTATE<br />
1. Livello <strong>di</strong> formazione • Aggiornamento informazioni<br />
MC • Anamnesi lavorativa<br />
2. Conoscenza rischi • Tutela <strong>del</strong>la segretezza<br />
professionali • Protocollo sanitario<br />
• Informazione/formazione lavoratori<br />
• Uso DPI<br />
• Analisi dati anonimi collettivi<br />
• Spirometria
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 181<br />
pegnati a svolgere un’azione <strong>di</strong> stimolo per il costante aggiornamento dei<br />
documenti <strong>di</strong> valutazione dei rischi tramite la puntuale trasmissione <strong>del</strong>le<br />
osservazioni ricavate dai sopralluoghi.<br />
Conclusioni<br />
La metodologia <strong>del</strong>l’au<strong>di</strong>t, parte fondamentale <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo A.S.I.A.,<br />
assume un ruolo chiave nel processo <strong>di</strong> formazione permanente, consen-<br />
tendo la verifica <strong>del</strong>l’adesione alle norme <strong>di</strong> sicurezza, alle leggi in vigore<br />
e alle corrette pratiche <strong>di</strong> lavoro.<br />
Scopo <strong>del</strong>l’au<strong>di</strong>t è porre i professionisti che vi partecipano nella con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> migliorare la qualità <strong>del</strong>la propria attività me<strong>di</strong>ante una verifica<br />
critica <strong>di</strong> ciò che viene effettuato correntemente.<br />
L’intervento ha determinato in molti casi l’aggiornamento e integrazione<br />
<strong>del</strong> Documento <strong>di</strong> Valutazione dei Rischi, il miglioramento <strong>di</strong> proc<strong>ed</strong>ure<br />
e programmi <strong>di</strong> sorveglianza, lo sviluppo <strong>di</strong> attività formative e<br />
informative a favore dei lavoratori.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
182 www.gimle.fsm.it<br />
C. Tacconi, M.L. Pace, A. Bussetti 1 , A. Marabini, A. Siracusa 1<br />
Andamento clinico e funzionale <strong>del</strong>l’asma professionale in trattamento<br />
farmacologico e durante il persistere <strong>del</strong>l’esposizione. Follow-up <strong>di</strong> tre anni<br />
Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e Tossicologia Professionale e Ambientale, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />
1 Allergologia Professionale e Ambientale, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />
RIASSUNTO. Il d. lgsl. 626/’94 pone a carico <strong>del</strong> datore <strong>di</strong><br />
lavoro precisi obblighi <strong>di</strong> formazione e informazione nei<br />
confronti dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori. Le<br />
norme <strong>di</strong> “buona tecnica” da applicare nel realizzare<br />
interventi formativi sono: progettazione <strong>del</strong>l’intervento in<br />
rapporto ai bisogni formativi dei destinatari, utilizzazione <strong>di</strong><br />
metodologie in<strong>di</strong>rizzate a favorire l’appren<strong>di</strong>mento e<br />
l’adozione <strong>di</strong> comportamenti sicuri, approntamento <strong>di</strong><br />
strumenti valutativi. A tale scopo risultanto utili i contributi<br />
<strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline che hanno stu<strong>di</strong>ato la percezione e la<br />
<strong>comunic</strong>azione <strong>del</strong> rischio e l’<strong>ed</strong>ucazione degli adulti. Anche<br />
sulla base <strong>del</strong>le prime esperienze condotte in applicazione <strong>del</strong>la<br />
legge, sono proposti strumenti in<strong>di</strong>rizzati in particolare ai<br />
rappresentanti dei lavoratori, ai membri dei comitati<br />
paritetici, ai consulenti e agli stessi datori <strong>di</strong> lavoro, capaci <strong>di</strong><br />
favorire l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> concetti complessi quali: i mo<strong>del</strong>li<br />
probabilistici <strong>di</strong> causalità, il ruolo dei fattori cognitivi <strong>ed</strong><br />
emotivi <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>mento, le definizioni <strong>di</strong> agente<br />
cancerogeno elaborate dai <strong>di</strong>versi organismi nazionali <strong>ed</strong><br />
internazionali, il significato dei TLV nel caso <strong>di</strong> esposizione a<br />
cancerogeni, l’interazione tra cancerogeni in caso <strong>di</strong><br />
esposizioni multiple, la valutazione <strong>del</strong> rischio.<br />
Parole chiave: agenti cancerogeni, formazione dei lavoratori.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
PROTECTION FROM CARCINOGENIC AGENTS THE DUTY OF TRAINING.<br />
Accor<strong>di</strong>ng to act 626/1994, employers have the duty to inform<br />
and train workers and their representatives. The implementation<br />
of training activities requires the following points: planning the<br />
training progra accor<strong>di</strong>ng to the ne<strong>ed</strong>s of the target population,<br />
use of the methods aim<strong>ed</strong> at promoting learning and the<br />
adoption of safe behaviour, setting-up of evaluation tools. The<br />
<strong>di</strong>sciplines of risk perception and communication and adult<br />
training may provide useful contribution in this frame. At the<br />
light of the preliminary experiences in this field, the importance<br />
of the following items for workers, workers representatives and<br />
employers is emphasiz<strong>ed</strong>: probabilistic causality mo<strong>del</strong>s, role of<br />
cognitive and emotional factors in the learning process,<br />
definition of carcinogenic accor<strong>di</strong>ng to national and<br />
internationals organisation, meaning of TLV with respect to<br />
carcinogenic exposure, interaction between carcinogens in the<br />
case of multiple exposition, risk evaluation, preventive measures,<br />
transfer of carcinogen risk from workplace to domestic<br />
environment, due to lack of compliance with basic hygienic rules<br />
such proper use of work clothes.<br />
Key words: carcinogenic agents, worker’s training.<br />
Introduzione<br />
L’asma professionale (AP) è attualmente la più frequente <strong>del</strong>le malattie<br />
occupazionali <strong>del</strong>l’apparato respiratorio (1). Ai pazienti affetti da<br />
AP viene <strong>di</strong> solito suggerito <strong>di</strong> evitare ulteriori esposizioni all’agente responsabile<br />
perché prolungare l’esposizione dopo la <strong>di</strong>agnosi tende ad aggravare<br />
la malattia (2).<br />
Purtroppo, soltanto la metà degli asmatici va in remissione dopo la<br />
fine <strong>del</strong>l’esposizione (3), mentre l’altra metà continua ad avere sintomi<br />
respiratori a lungo (4). Inoltre, per importanti motivi economici e psicologici,<br />
non sempre è possibile cambiare lavoro, per cui molti soggetti affetti<br />
da AP continuano a svolgere la stessa attività. Questo stu<strong>di</strong>o ha valutato<br />
l’effetto <strong>del</strong>la terapia farmacologica in 10 soggetti affetti da AP che<br />
per tre anni hanno proseguito la stessa attività lavorativa.<br />
Soggetti e meto<strong>di</strong><br />
Soggetti. Sono stati inclusi nello stu<strong>di</strong>o 10 soggetti con <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />
AP effettuata con test <strong>di</strong> provocazione bronchiale specifica o monitoraggio<br />
<strong>del</strong> PEF.<br />
Disegno <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o. In tutti i pazienti sono stati eseguiti i prick test<br />
per sette allergeni inalanti. Quin<strong>di</strong> i soggetti hanno eseguito un periodo <strong>di</strong><br />
run-in <strong>di</strong> 20 giorni, durante il quale continuavano la normale attività lavorativa,<br />
registravano la presenza <strong>di</strong> sintomi respiratori e l’uso <strong>del</strong> salbutamolo<br />
al bisogno su un <strong>di</strong>ario clinico <strong>ed</strong> effettuavano il monitoraggio <strong>del</strong><br />
Picco <strong>di</strong> Flusso Espiratorio (PEF) 3 volte al dì.<br />
Dopo il run-in, i pazienti hanno iniziato la terapia farmacologica<br />
inalatoria con beclometasone (500 mcg x 2 volte/<strong>di</strong>), salmeterolo (50<br />
mcg x 2 volte/dì) e salbutamolo al bisogno. Sono stati poi invitati ad<br />
effettuare visite <strong>di</strong> controllo ogni 6 mesi per 3 anni e ad ogni visita <strong>di</strong><br />
controllo erano eseguite una spirometria <strong>ed</strong> un test alla metacolina.<br />
Inoltre, sono stati registrati il <strong>di</strong>ario dei sintomi e l’uso <strong>del</strong> salbutamolo<br />
al bisogno nei 10 giorni prec<strong>ed</strong>enti e nei 10 giorni seguenti il<br />
controllo stesso.<br />
Risultati<br />
I 10 soggetti stu<strong>di</strong>ati avevano un’età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 49,9 anni (DS 7,0) <strong>ed</strong><br />
una durata <strong>di</strong> esposizione all’agente responsabile <strong>del</strong>l’AP <strong>di</strong> 24,2 anni<br />
(DS 14,3). I sintomi <strong>del</strong>l’AP erano iniziati in me<strong>di</strong>a 7,6 anni prima <strong>del</strong>la<br />
nostra osservazione iniziale. Tre soggetti non avevano mai fumato, 6 erano<br />
ex-fumatori <strong>ed</strong> uno soltanto era fumatore. I prick test per allergeni comuni<br />
sono risultati positivi in tre soggetti. I 10 soggetti stu<strong>di</strong>ati hanno riferito<br />
l’utilizzo ogni giorno in me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 1,8 spruzzi <strong>di</strong> salbutamolo al bisogno.<br />
La spirometria ha evidenziato un FEV 1 me<strong>di</strong>o <strong>del</strong> 75,1% <strong>del</strong> valore<br />
teorico (DS 12,6). La PD 20 ottenuta me<strong>di</strong>ante il test alla metacolina<br />
è risultata pari, in me<strong>di</strong>a, a 1367 mcg (DS 1334).<br />
Durante il follow-up <strong>di</strong> tre anni, i sintomi respiratori non si sono mo<strong>di</strong>ficati<br />
in maniera significativa. È stata osservata una lieve, ma non significativa,<br />
<strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> salbutamolo al bisogno e <strong>del</strong>la va-
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 183<br />
riabilità <strong>del</strong> PEF. Anche gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> funzionalità respiratoria e la PD 20<br />
non si sono mo<strong>di</strong>ficati in maniera significativa; era tuttavia presente una<br />
tendenza, anche se non significativa, all’accentuazione <strong>del</strong>l’iperreattività<br />
bronchiale alla metacolina al terzo anno <strong>di</strong> follow-up.<br />
Sette soggetti hanno riferito <strong>di</strong> aver tentato <strong>di</strong> ridurre l’esposizione<br />
ambientale alle sostanze responsabili <strong>del</strong>l’AP, ma in nessuno è stata possibile<br />
la collocazione in un’area a minore esposizione. Due soggetti hanno<br />
continuato ad indossare le mascherine protettive come già facevano<br />
prima <strong>del</strong>la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> AP.<br />
Discussione<br />
Questo stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale, durato tre anni, ha evidenziato che la terapia<br />
regolare con corticosteroi<strong>di</strong> inalatori e bronco<strong>di</strong>latatori a lunga durata<br />
d’azione è stata in grado <strong>di</strong> prevenire, nei 10 soggetti da noi stu<strong>di</strong>ati,<br />
il peggioramento clinico e funzionale <strong>del</strong>l’AP, nonostante la persistenza<br />
<strong>del</strong>l’esposizione all’agente responsabile <strong>del</strong>l’AP.<br />
Nonostante tali risultati debbano essere confermati in stu<strong>di</strong> condotti<br />
su gruppi più numerosi, sono tuttavia in accordo con quanto riscontrato<br />
recentemente da Moscato et al. (5) in 13 pazienti affetti da AP e con esposizione<br />
occupazionale persistente. In questo stu<strong>di</strong>o è stato infatti <strong>di</strong>mostrato<br />
che un adeguato regime terapeutico era in grado <strong>di</strong> prevenire il deterioramento<br />
clinico e funzionale un anno dopo la <strong>di</strong>agnosi. Il nostro stu<strong>di</strong>o<br />
ha potuto confermare tali risultati durante un periodo più lungo (tre<br />
anni). L’apparente inefficacia <strong>del</strong> trattamento terapeutico riscontrata in altri<br />
stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> follow-up in soggetti con persistenza <strong>del</strong>l’esposizione può invece<br />
essere giustificata dalla mancanza, in questi stu<strong>di</strong>, <strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzazione<br />
<strong>del</strong>la terapia farmacologia <strong>del</strong>l’asma (4,6,7).<br />
La maggiore limitazione <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o è rappresentata dalla mancanza<br />
<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> controllo, scelta tuttavia obbligata per motivi etici.<br />
In conclusione, poiché in molti casi i soggetti affetti da AP continuano<br />
la loro attività professionale per motivazioni socio-economiche, può<br />
essere opportuno consigliare l’esecuzione <strong>di</strong> un’adeguata terapia regolare<br />
con corticosteroi<strong>di</strong> e bronco<strong>di</strong>latatori long-acting per via inalatoria, allo<br />
scopo <strong>di</strong> prevenire il peggioramento clinico-funzionale <strong>del</strong>la malattia.<br />
È tuttavia in<strong>di</strong>spensabile che tali lavoratori siano attentamente monitorati<br />
<strong>ed</strong> imme<strong>di</strong>atamente allontanati dall’ambiente lavorativo nel caso che<br />
sia riscontrato un deterioramento clinico e/o funzionale.<br />
Bibliografia<br />
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workplace. New York, NY: Marcel Dekker, 1993: 299-322.<br />
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1994; 7: 961-968.<br />
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1984; 14: 463-469.<br />
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asthma with continuous exposure. Am Rev Respir Dis 1988; 137:<br />
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7) Mapp CE, Chiesura Corona P, De Marzo N, et al. Persistent asthma<br />
due to isocyanates. A follow-up study of subjects with occupational<br />
asthma due to toluene <strong>di</strong>isocyanate (TDI). Am Rev Respir Dis 1988;<br />
137: 1326-1329.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
184 www.gimle.fsm.it<br />
M.L. Pace, C. Tacconi, A. Silvestrelli 2 , A. Bussetti 1 , A. Siracusa 1<br />
Asma e rinite professionale da colofonia negli addetti alla produzione<br />
<strong>del</strong> linoleum<br />
Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e Tossicologia Professionale e Ambientale, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />
1 Allergologia Professionale e Ambientale, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Perugia<br />
2 Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Terni<br />
RIASSUNTO. Il d. lgsl. 626/’94 pone a carico <strong>del</strong> datore <strong>di</strong><br />
lavoro precisi obblighi <strong>di</strong> formazione e informazione nei<br />
confronti dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori. Le<br />
norme <strong>di</strong> “buona tecnica” da applicare nel realizzare<br />
interventi formativi sono: progettazione <strong>del</strong>l’intervento in<br />
rapporto ai bisogni formativi dei destinatari, utilizzazione <strong>di</strong><br />
metodologie in<strong>di</strong>rizzate a favorire l’appren<strong>di</strong>mento e<br />
l’adozione <strong>di</strong> comportamenti sicuri, approntamento <strong>di</strong><br />
strumenti valutativi. A tale scopo risultanto utili i contributi<br />
<strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline che hanno stu<strong>di</strong>ato la percezione e la<br />
<strong>comunic</strong>azione <strong>del</strong> rischio e l’<strong>ed</strong>ucazione degli adulti. Anche<br />
sulla base <strong>del</strong>le prime esperienze condotte in applicazione <strong>del</strong>la<br />
legge, sono proposti strumenti in<strong>di</strong>rizzati in particolare ai<br />
rappresentanti dei lavoratori, ai membri dei comitati<br />
paritetici, ai consulenti e agli stessi datori <strong>di</strong> lavoro, capaci <strong>di</strong><br />
favorire l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> concetti complessi quali: i mo<strong>del</strong>li<br />
probabilistici <strong>di</strong> causalità, il ruolo dei fattori cognitivi <strong>ed</strong><br />
emotivi <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>mento, le definizioni <strong>di</strong> agente<br />
cancerogeno elaborate dai <strong>di</strong>versi organismi nazionali <strong>ed</strong><br />
internazionali, il significato dei TLV nel caso <strong>di</strong> esposizione a<br />
cancerogeni, l’interazione tra cancerogeni in caso <strong>di</strong><br />
esposizioni multiple, la valutazione <strong>del</strong> rischio.<br />
Parole chiave: agenti cancerogeni, formazione dei lavoratori.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
PROTECTION FROM CARCINOGENIC AGENTS THE DUTY OF TRAINING.<br />
Accor<strong>di</strong>ng to act 626/1994, employers have the duty to inform<br />
and train workers and their representatives. The implementation<br />
of training activities requires the following points: planning the<br />
training progra accor<strong>di</strong>ng to the ne<strong>ed</strong>s of the target population,<br />
use of the methods aim<strong>ed</strong> at promoting learning and the<br />
adoption of safe behaviour, setting-up of evaluation tools. The<br />
<strong>di</strong>sciplines of risk perception and communication and adult<br />
training may provide useful contribution in this frame. At the<br />
light of the preliminary experiences in this field, the importance<br />
of the following items for workers, workers representatives and<br />
employers is emphasiz<strong>ed</strong>: probabilistic causality mo<strong>del</strong>s, role of<br />
cognitive and emotional factors in the learning process,<br />
definition of carcinogenic accor<strong>di</strong>ng to national and<br />
internationals organisation, meaning of TLV with respect to<br />
carcinogenic exposure, interaction between carcinogens in the<br />
case of multiple exposition, risk evaluation, preventive measures,<br />
transfer of carcinogen risk from workplace to domestic<br />
environment, due to lack of compliance with basic hygienic rules<br />
such proper use of work clothes.<br />
Key words: carcinogenic agents, worker’s training.<br />
Introduzione<br />
L’esposizione ad agenti sensibilizzanti presenti nell’ambiente <strong>di</strong> lavoro<br />
può causare malattie respiratorie, quali asma e rinite. I circa 300<br />
agenti sensibilizzanti conosciuti sono tra<strong>di</strong>zionalmente <strong>di</strong>visi in sostanze<br />
ad alto <strong>ed</strong> a basso peso molecolare. Tra gli agenti sensibilizzanti a<br />
basso peso molecolare c’è la colofonia. Quest’ultima deriva dalla resina<br />
<strong>del</strong> pino <strong>ed</strong> è costituita per il 90% da resine acide e per il 10% da materiale<br />
inerte. Contiene prodotti d’ossidazione degli aci<strong>di</strong> <strong>di</strong>idroabietilico<br />
<strong>ed</strong> abietico.<br />
La colofonia si ritrova in molti prodotti, quali collanti, gomme, vernici,<br />
lacche, lucidanti, cosmetici, scioline, cera da scarpe, prodotti per curare<br />
le verruche, argilla, resine, pennarelli, cerotti, chewing gum, filo interdentale.<br />
È presente anche in attrezzi usati nella pratica sportiva, materiali<br />
per saldature <strong>ed</strong> in numerosi prodotti industriali, quali inchiostri da<br />
stampa, componenti <strong>di</strong> prodotti per detersione <strong>ed</strong> anti-corrosivi, <strong>ed</strong> in film<br />
<strong>di</strong> rivestimento. La colofonia viene anche usata per ricoprire stampe molto<br />
<strong>del</strong>icate, nella carta patinata dei giornali e perio<strong>di</strong>ci e in alcuni prodotti<br />
(corde <strong>di</strong> strumenti musicali, racchette da tennis, ecc.) per aumentarne<br />
la viscosità. È inoltre largamente usata nell’industria elettronica, sotto<br />
forma <strong>di</strong> flusso per prevenire la corrosione.<br />
I primi casi d’asma e rinite da colofonia sono stati descritti nel 1976<br />
in 3 saldatori che utilizzavano bacchette <strong>di</strong> metallo d’apporto con anima<br />
<strong>di</strong> colofonia e in un lavoratore addetto alla produzione <strong>di</strong> colla a base <strong>di</strong><br />
colofonia (1). Successivamente altri casi d’asma e rinite da colofonia sono<br />
stati descritti in Inghilterra (2), in Italia (3, 4) <strong>ed</strong> a Hong-Kong (5). La<br />
colofonia può causare anche una dermatite allergica da contatto.<br />
In questo stu<strong>di</strong>o ci siamo chiesti se l’esposizione a colofonia durante<br />
la produzione <strong>del</strong> linoleum poteva determinare manifestazioni a carico<br />
<strong>del</strong>l’apparato respiratorio, quali asma, rinite.<br />
Soggetti e meto<strong>di</strong><br />
Sono stati stu<strong>di</strong>ati 63 soggetti addetti alla produzione <strong>del</strong> linoleum,<br />
esposti per motivi professionali alle materie prime, compresa la colofonia<br />
(esposti), e 20 soggetti impiegati negli uffici amministrativi (controlli).<br />
Alcuni dei soggetti stu<strong>di</strong>ati facevano uso <strong>di</strong> guanti in lattice durante l’attività<br />
lavorativa.<br />
Il linoleum è un prodotto naturale utilizzato per le pavimentazioni nei<br />
settori pubblico, alberghiero e sanitario per le sue caratteristiche, quali<br />
durata, facile pulizia, antistaticità, resistenza alle abrasioni <strong>ed</strong> alla brace<br />
<strong>di</strong> sigaretta; inoltre è antisdrucciolo, fonoassorbente e termoisolante. È<br />
prodotto da numerose materie prime: colofonia, permanganato <strong>di</strong> potassio,<br />
calce, biossido <strong>di</strong> titanio, carbonato <strong>di</strong> calcio, farina <strong>di</strong> legno, farina<br />
<strong>di</strong> sughero <strong>ed</strong> olio <strong>di</strong> lino. La prima fase <strong>del</strong> ciclo tecnologico prev<strong>ed</strong>e la<br />
fusione <strong>del</strong>la colofonia che è poi mescolata con la calce, il carbonato <strong>di</strong><br />
calcio, lo zirconio, il permanganato <strong>di</strong> potassio e l’olio <strong>di</strong> lino in appositi<br />
“ossidatori”, dove l’aria insufflata trasforma il materiale liquido in una<br />
pasta solida denominata “cemento”. Al termine <strong>del</strong> processo l’ossidatore<br />
è scaricato manualmente e il cemento è caricato in cassoni nei quali è trasportato<br />
in appositi locali, dove viene steso su un letto <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> legno<br />
per essere raffr<strong>ed</strong>dato e successivamente tagliato. I pezzi tagliati vengo-
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 185<br />
no trasferiti nel magazzino <strong>di</strong> stoccaggio dove rimangono per circa 10<br />
giorni. La fase successiva prev<strong>ed</strong>e la mescolazione, a circa 80-90°C, in<br />
macchine “Bambury” dove s’immette manualmente il cemento <strong>ed</strong> i pigmenti<br />
organici <strong>ed</strong> inorganici, e si aggiungono farine <strong>di</strong> legno e <strong>di</strong> sughero,<br />
biossido <strong>di</strong> titanio e carbonato <strong>di</strong> calcio. La pasta ottenuta viene frantumata<br />
nel “Breaker” e trasformata nelle “briciole fini” che raggiungono<br />
su nastri trasportatori il reparto Mixer, dove i <strong>di</strong>versi colori vengono dosati<br />
e omogeneizzati per ottenere la composizione cromatica desiderata.<br />
Quin<strong>di</strong> il materiale viene <strong>di</strong>viso in due parti per la creazione <strong>di</strong> due strati<br />
che poi verranno accoppiati sul telo <strong>di</strong> juta tramite una calandra e caricato<br />
all’interno <strong>di</strong> stufe dove subisce un processo d’essiccazione a 80°C per<br />
30 giorni. Alla fuoriuscita dalle stufe il prodotto viene avvolto in bobine<br />
madri e sottoposto a ceratura. Quin<strong>di</strong> il telo <strong>di</strong> linoleum, una volta asciugato<br />
in un forno, è pronto per essere imballato.<br />
In tutti i soggetti stu<strong>di</strong>ati è stato somministrato un questionario appositamente<br />
pre<strong>di</strong>sposto.<br />
In 61 soggetti esposti <strong>ed</strong> in tutti i controlli è stata effettuata la misurazione<br />
<strong>del</strong> picco <strong>di</strong> flusso inspiratorio nasale (PFIN) me<strong>di</strong>ante misuratore<br />
portatile (In-check, Clement Clarke Int. Ltd, Harlow, UK); un soggetto<br />
ha rifiutato <strong>di</strong> sottoporsi all’esame <strong>ed</strong> in un altro il risultato era inatten<strong>di</strong>bile<br />
per scarsa collaborazione.<br />
In 78 soggetti sono stati eseguiti i prick test per i principali allergeni<br />
comuni (graminacee, Parietaria, cipresso, olivo, Juniperus ashei, Dermatophagoides<br />
pteronyssinus, cane, gatto, Alternaria tenuis) e per il lattice;<br />
in 5 soggetti non sono stati eseguiti perché erano in terapia con farmaci<br />
β-bloccanti o hanno rifiutato il test.<br />
La spirometria è stata eseguita soltanto nei 63 soggetti esposti me<strong>di</strong>ante<br />
spirometro portatile (Compact II, Vitalograph Ltd, Maids Moreton,<br />
UK).<br />
Risultati<br />
L’età me<strong>di</strong>a dei soggetti esposti era 36,9 anni (DS 7,4), quella dei<br />
controlli 38,0 anni (DS 9,3). Gli esposti erano tutti <strong>di</strong> sesso maschile,<br />
mentre la metà dei controlli era <strong>di</strong> sesso femminile. La durata me<strong>di</strong>a d’esposizione<br />
era 6,3 anni (DS 3,9).<br />
L’88,9% <strong>di</strong>chiarava <strong>di</strong> utilizzare i <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> protezione in<strong>di</strong>viduali.<br />
Nell’82,5% dei casi erano utilizzate maschere antipolvere.<br />
L’asma corrente era presente in 2 soggetti esposti (3,2%) e in nessuno<br />
dei controlli, la rinocongiuntivite in 23 esposti (36,5%) <strong>ed</strong> in 3 controlli<br />
(15%), l’irritazione <strong>del</strong>le prime vie aere in 17 esposti (27%) e in<br />
nessun controllo, la bronchite cronica in 10 esposti (15,9%), 4 dei quali<br />
non fumatori, e in nessuno dei controlli. La frequenza <strong>del</strong>la bronchite cronica<br />
nei non fumatori (17,4%) era uguale a quella dei fumatori (17,2%).<br />
I prick test per allergeni comuni erano positivi nel 40,7% degli esposti<br />
e nel 40% dei controlli.<br />
Sia negli esposti sia nei controlli l’asma e la rinocongiuntivite erano<br />
più frequenti nei soggetti con test cutanei positivi rispetto a quelli con test<br />
cutanei negativi.<br />
I sintomi associati in prevalenza o esclusivamente all’attività lavorativa<br />
erano i seguenti:<br />
– asma in un soggetto (1,6%)<br />
– sintomi respiratori (tosse e lieve <strong>di</strong>spnea) in 5 soggetti (7,9%)<br />
– rinocongiuntivite in 5 soggetti (7,9%)<br />
– irritazione <strong>del</strong>le prime vie aeree e <strong>del</strong>le congiuntive in 16 soggetti<br />
(25,4%).<br />
La spirometria è stata eseguita soltanto nei soggetti esposti. Il FEV1<br />
(% <strong>del</strong> valore teorico) era in me<strong>di</strong>a 98,4 (DS 11,9). Quattor<strong>di</strong>ci soggetti<br />
esposti avevano una lieve ostruzione <strong>del</strong>le vie aeree: 5 <strong>di</strong> questi (35,7%)<br />
erano non fumatori, 4 (2 dei quali fumatori) avevano sintomi <strong>di</strong> bronchite<br />
cronica (28,6%), 3 (21,4%) d’asma e rinocongiuntivite allergica e 4<br />
(28,6%) <strong>di</strong> rinocongiuntivite allergica. Sei soggetti (42,9%) con lieve<br />
ostruzione <strong>del</strong>le vie aeree avevano sintomi che si manifestavano prevalentemente<br />
o esclusivamente durante l’attività lavorativa: 2 <strong>di</strong> questi avevano<br />
irritazione <strong>del</strong>le prime vie aeree, 2 asma e rinocongiuntivite e 2 rinocongiuntivite.<br />
La misurazione <strong>del</strong> PFIN ha registrato valori me<strong>di</strong> <strong>di</strong> 117,5 litri/min<br />
(DS 44,0) tra gli esposti e 119,2 l/min (DS 51,9) tra i controlli. La misu-<br />
ra <strong>del</strong> PFIN non evidenziava <strong>di</strong>fferenze tra i 35 soggetti esposti asintomatici<br />
(PFIN=111,4 l/min, DS 44,2), i 21 soggetti affetti da rinite non associata<br />
all’attività lavorativa (125,0 l/min, DS 43,0) <strong>ed</strong> i 5 soggetti affetti<br />
da rinite professionale (129,0 l/min, DS 45,3). I soggetti con ostruzione<br />
<strong>del</strong>le vie aeree tendevano ad avere valori più bassi <strong>del</strong> PFIN (100,7<br />
l/min, DS 24,1) rispetto a quelli senza ostruzione <strong>del</strong>le vie aeree (122,8<br />
l/min, DS 48,0).<br />
Discussione<br />
Tra i lavoratori addetti alla produzione <strong>del</strong> linoleum sono abbastanza<br />
frequenti i sintomi d’irritazione <strong>del</strong>le prime vie aeree e <strong>di</strong> rinocongiuntivite.<br />
Inoltre, negli esposti c’è una tendenza ad una frequenza elevata <strong>di</strong><br />
bronchite cronica e <strong>di</strong> ostruzione <strong>del</strong>le vie aeree.<br />
I soggetti stu<strong>di</strong>ati erano esposti a varie sostanze, alcune <strong>del</strong>le quali,<br />
come la colofonia, sono note per dare sensibilizzazione e sintomi <strong>di</strong> asma<br />
e rinite associati all’attività lavorativa. Delle altre sostanze utilizzate per<br />
la produzione <strong>del</strong> linoleum, alcune sono potenzialmente sensibilizzanti,<br />
come le polveri <strong>di</strong> legno e <strong>di</strong> sughero, altre hanno azione irritante, come<br />
il permanganato <strong>di</strong> potassio, la calce, il biossido <strong>di</strong> titanio <strong>ed</strong> il carbonato<br />
<strong>di</strong> calcio.<br />
La rinite era già stata riscontrata anche negli stu<strong>di</strong> prec<strong>ed</strong>enti, nei<br />
quali però era posta in secondo piano rispetto all’asma per la minore gravità<br />
dei sintomi (1, 2, 4). Negli ultimi anni la rinite è stu<strong>di</strong>ata più accuratamente,<br />
poiché è stato osservato che spesso prec<strong>ed</strong>e l’insorgenza <strong>del</strong>l’asma<br />
<strong>ed</strong> ha una frequenza circa 3 volte maggiore <strong>del</strong>l’asma stessa. Nel nostro<br />
stu<strong>di</strong>o la rinite professionale era nettamente più frequente <strong>del</strong>l’asma<br />
professionale.<br />
La colofonia a temperature <strong>di</strong> 80-250°C rilascia una serie <strong>di</strong> sostanze<br />
appartenenti al gruppo degli idrocarburi, quali pentano e terpeni. A<br />
temperature superiori a 250°C si libera acido abietico che è considerato il<br />
componente più attivo nell’indurre l’asma (5). Tuttavia Burge et al. (6)<br />
hanno descritto un caso <strong>di</strong> asma da esposizione a polveri <strong>di</strong> colofonia che<br />
era frantumata a temperatura ambiente. Questo induce a pensare che sintomi<br />
respiratori possano essere provocati anche da colofonia a temperature<br />
relativamente basse, come si verificava nel nostro stu<strong>di</strong>o. Tuttavia,<br />
l’esposizione alla colofonia a temperatura non elevata, a minore potenziale<br />
asmogeno, potrebbe spiegare perché non abbiamo osservato casi<br />
d’asma, fatta eccezione per un soggetto che aveva dovuto cambiare mansione<br />
per la comparsa <strong>di</strong> asma occupazionale.<br />
Dai dati raccolti abbiamo rilevato come i valori <strong>del</strong> picco <strong>di</strong> flusso inspiratorio<br />
nasale avevano una scarsa correlazione con i sintomi rinitici,<br />
mentre erano associati, seppur non in modo significativo, con l’ostruzione<br />
<strong>del</strong>le vie aeree documentata con la spirometria. Ciò porta a considerare<br />
la registrazione <strong>del</strong> picco <strong>di</strong> flusso inspiratorio nasale uno strumento<br />
poco sensibile per l’identificazione dei casi <strong>di</strong> rinite professionale.<br />
In conclusione, i soggetti esposti a colofonia e ad altre sostanze utilizzate<br />
nella produzione <strong>del</strong> linoleum tendono ad avere una frequenza relativamente<br />
elevata <strong>di</strong> rinite, <strong>di</strong> irritazione <strong>del</strong>le prime vie aeree e <strong>del</strong>le<br />
congiuntive, <strong>di</strong> bronchite cronica e <strong>di</strong> ostruzione <strong>del</strong>le vie aeree.<br />
Bibliografia<br />
1) Fawcett IW, Newman Taylor AJ, Pepys J. Asthma due to inhal<strong>ed</strong> chemical<br />
agents - fumes from “Multicore” soldering flux and colophony<br />
resin. Clin Allergy 1976; 6: 577-585.<br />
2) Burge PS, Harries MG, O’Brien IM, Pepys J. Respiratory <strong>di</strong>sease in<br />
workers expos<strong>ed</strong> to solder flux fumes containing colophony (pine resin).<br />
Clin Allergy 1978; 8: 1-14.<br />
3) Innocenti A, Loi F. Asma professionale da sensibilizzazione a vapori<br />
<strong>di</strong> colofonia. M<strong>ed</strong> <strong>Lavoro</strong> 1978; 69: 720-722.<br />
4) Maestrelli P, Alessandri MV, Dal Vecchio L, Bartolucci GB, Cocheo<br />
V. Asma occupazionale da colofonia. M<strong>ed</strong> <strong>Lavoro</strong> 1985; 76: 371-378.<br />
5) So SY, Lam WK, Yu D. Colophony-induc<strong>ed</strong> asthma in a poultry vender.<br />
Clin Allergy 1981; 11: 395-399.<br />
6) Burge PS, Wieland A, Robertson AS, Weir D. Occupational asthma<br />
due to unheat<strong>ed</strong> colophony. Br J Ind M<strong>ed</strong> 1986; 43: 559-560.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
186 www.gimle.fsm.it<br />
P. Carbone 1 , F. Giordano 1 , S. Bianca 2 , N. Linzalone 3 , D. Taruscio 4 , A. Mantovani 5 , I. Figà-Talamanca 1<br />
Indagine siciliana sui rischi per la salute riproduttiva. Malformazioni<br />
congenite <strong>ed</strong> esposizione ad EDCs: uno stu<strong>di</strong>o caso-controllo<br />
(metodologia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o)<br />
1 Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Animale e <strong>del</strong>l’Uomo - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />
2 ISMAC- Registro siciliano <strong>del</strong>le malformazioni congenite - Catania<br />
3 CNR - Istituto <strong>di</strong> Fisiologia clinica - sezione <strong>di</strong> epidemiologia - area <strong>del</strong>la ricerca <strong>di</strong> Pisa<br />
4 Centro nazionale Malattie rare- ISS- Roma<br />
5 Laboratorio <strong>di</strong> ecotossicologia e tossicologia comparata - ISS Roma<br />
RIASSUNTO. Introduzione: Le malformazioni congenite<br />
(<strong>di</strong>fetti congeniti) rappresentano un importante e precoce<br />
in<strong>di</strong>catore biologico per la tossicità umana ad inquinanti<br />
ambientali <strong>ed</strong> occupazionali. Obiettivo Scientifico: Lo stu<strong>di</strong>o<br />
che si sta conducendo ha lo scopo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le<br />
conoscenze sul ruolo <strong>del</strong>l’esposizione, in ambito domestico,<br />
extradomestico e <strong>di</strong> lavoro, a sostanze chimiche in grado <strong>di</strong><br />
interferire con l’omeostasi Endocrina EDCs (Endocrine<br />
Disrupting Chemicals) quale possibile fattore <strong>di</strong> rischio per la<br />
salute riproduttiva, e in particolare per selezionate<br />
Malformazioni Congenite. Materiali e meto<strong>di</strong>: La limitata<br />
numerosità e frequenza <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>zione patologica in esame<br />
conduce ad uno stu<strong>di</strong>o epidemiologico <strong>di</strong> tipo “CASO-<br />
CONTROLLO”. Lo stu<strong>di</strong>o si sta conducendo nella provincia <strong>di</strong><br />
Ragusa e nei comuni sud orientali <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Siracusa.<br />
In questa fase si stanno conducendo interviste personali<br />
attraverso un Questionario Somministrato a circa 100 casi con<br />
malformazioni <strong>del</strong> labio-palato o dei genitali esterni maschili e<br />
200 controlli non malformati. I bambini reclutati per lo stu<strong>di</strong>o<br />
sono nati negli anni compresi tra il 1998 e il 2002. Le variabili<br />
alle quali verrà dato particolare riferimento saranno:1-<br />
Potenziali fattori <strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento e recall bias; 2-Storia<br />
lavorativa e Mansioni occupazionali dei genitori. I dati raccolti<br />
saranno analizzati seguendo l’analisi classica <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o casocontrollo,<br />
con proc<strong>ed</strong>ura <strong>di</strong> “matching”, confrontando la<br />
frequenza dei fattori <strong>di</strong> rischio ipotizzati tra “casi” e “non<br />
casi”. Impatto dei risultati: I risultati <strong>di</strong> questa ricerca<br />
potranno avere un grande rilevanza nella comprensione <strong>del</strong><br />
rapporto tra esposizione parentali a EDCs e salute<br />
riproduttiva.<br />
Parole chiave: malformazioni congenite, EDCs, stu<strong>di</strong>o casocontrollo.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
PARENTAL EDCS EXPOSURE FROM MULTIPLE SOURCES AND SELECTED<br />
CONGENITAL MALFORMATIONS A CASE-CONTROL STUDY IN SICILY<br />
(METHODOLOGY OF THE STUDY). Introduction: The incidence of<br />
Congenital Malformations may represent an early biological<br />
in<strong>di</strong>cator for human toxicity to environmental and occupational<br />
contaminants. Scientific objective: We are in the process of<br />
exploring the relation between various potential sources of<br />
parental periconceptional pregnancy exposures to Endocrine<br />
Disrupting Chemicals (EDCs) and select<strong>ed</strong> Congenital<br />
Malformations in offspring. Materials and Methods: The low<br />
incidence of Congenital Malformations leads to an<br />
epidemiological “Case-Control” study. The areas of the study are<br />
the Ragusa Municipalities and the south-east Siracusa<br />
Municipalities. We are conducing personal interviews with<br />
parents of about 100 cases with orafacial clefts or male genital<br />
malformations and 200 nonmalform<strong>ed</strong> controls. The infants for<br />
the study were select<strong>ed</strong> from those born during 1998-2002 in<br />
these areas. The more important variables consider<strong>ed</strong> are: 1parental<br />
occupation and workplace exposures. 2- relevant<br />
confounders and recall bias. The analysis of the data will use the<br />
classical approach of case-control study (matching proc<strong>ed</strong>ure),<br />
comparing risk factor frequency between cases and controls.<br />
Conclusions: The results of the study will allow to clarify the<br />
relationship between parental exposure to EDCs compounds and<br />
human reproduction.<br />
Key words: congenital malformations, Endocrine Disrupting<br />
Chemicals (EDCs), case-control study.<br />
Introduzione<br />
Le malformazioni rappresentano uno degli in<strong>di</strong>catori biologici per la<br />
tossicità umana ad inquinanti ambientali. Rispetto ai tumori, che sono caratterizzati<br />
da latenza <strong>di</strong> anni, l’incidenza <strong>del</strong>le malformazioni congenite<br />
può fornire in<strong>di</strong>cazioni in tempi molto più ristretti, e l’evento malformativo<br />
spesso non rappresenta altro che l’espressione biologica <strong>di</strong> una esposizione<br />
in una finestra temporale relativamente ristretta (periodo preconcezionale<br />
+ periodo <strong>del</strong>lo sviluppo embrio-fetale).<br />
Obiettivo Scientifico<br />
Lo scopo <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o è quello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le conoscenze sul<br />
ruolo <strong>del</strong>l’esposizione, in ambito domestico, extradomestico e <strong>di</strong> lavoro,<br />
a sostanze chimiche in grado <strong>di</strong> interferire con l’omeostasi Endocrina<br />
EDCs (Endocrine Disrupting Chemicals) quale possibile fattore <strong>di</strong> rischio<br />
per la salute riproduttiva. In particolare si vuole stimare il rischio <strong>di</strong><br />
effetti negativi sullo sviluppo e/o maturazione strutturale-funzionale <strong>di</strong><br />
organi e tessuti nel periodo embrio-fetale, attraverso uno stu<strong>di</strong>o sulle<br />
malformazioni congenite.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Le malformazioni selezionate per lo stu<strong>di</strong>o sono: Ipospa<strong>di</strong>a, Criptorchi<strong>di</strong>smo,<br />
Epispa<strong>di</strong>a, Sesso Indeterminato e Labioschisi, Palatoschisi e<br />
Labiopalatoschisi. Questo gruppo <strong>di</strong> malformazioni congenite è stato selezionato<br />
attraverso un’attenta revisione <strong>del</strong>la letteratura scientifica sugli<br />
effetti teratogeni degli ED.<br />
Poiché i <strong>di</strong>fetti congeniti sono (presi singolarmente) eventi piuttosto<br />
rari, la limitata numerosità e frequenza <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>zione patologica in<br />
esame conduce necessariamente ad uno stu<strong>di</strong>o epidemiologico <strong>di</strong> tipo<br />
“CASO-CONTROLLO”.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 187<br />
Lo stu<strong>di</strong>o si sta conducendo nella provincia <strong>di</strong> Ragusa e nei comuni<br />
sud orientali <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Siracusa per le seguenti ragioni:<br />
1. Aree coperte dal Registro Siciliano Malformazioni Congenite<br />
(ISMAC) dal 1992.<br />
2. Alto tasso <strong>di</strong> natalità generale.<br />
3. Incidenza alla nascita <strong>del</strong>le malformazioni selezionate leggermente<br />
più alta <strong>del</strong>l’incidenza me<strong>di</strong>a nazionale.<br />
4. Alta percentuale <strong>di</strong> popolazione potenzialmente esposta (agricoltura<br />
intensiva, serricoltura).<br />
Il periodo <strong>di</strong> riferimento definito per lo stu<strong>di</strong>o sono gli anni compresi<br />
tra il 1998 e il 2002.<br />
I CASI sono stati definiti come: “tutti i nati con una <strong>del</strong>le malformazioni<br />
selezionate, presenti in forma isolata, escluse le con<strong>di</strong>zioni ad eziologia<br />
ere<strong>di</strong>taria nota, e le forme multiple e\o presenti nell’ambito <strong>di</strong> una<br />
sindrome (forme sindromiche)”. Il gruppo <strong>di</strong> CONTROLLO è invece costituito<br />
per ciascun caso reclutato da “due bambini nati senza <strong>di</strong>fetti congeniti<br />
appaiati a ciascun caso per: sesso, comune <strong>di</strong> residenza anagrafica,<br />
epoca <strong>del</strong>la nascita”.<br />
Per la ricerca <strong>del</strong>la casistica ci siamo avvalsi sia <strong>del</strong> Registro Siciliano<br />
<strong>del</strong>le Malformazioni Congenite, e soprattutto <strong>del</strong>la collaborazione dei<br />
Pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong> Base che operano sul territorio. Questo è stato possibile proprio<br />
in relazione alla tipologia <strong>del</strong>le MC selezionate; si tratta infatti <strong>di</strong><br />
malformazioni che non vengono solitamente <strong>di</strong>agnosticate in fase gestazionale<br />
e non hanno un impatto importante sulla sopravvivenza <strong>del</strong> feto,<br />
pertanto si tratta <strong>di</strong> gravidanze che esitano sempre in una nascita e non<br />
vanno incontro ad interruzioni volontarie <strong>del</strong>la gravidanza. Considerando<br />
l’obbligo <strong>di</strong> iscrizione per l’assistenza pe<strong>di</strong>atrica, i me<strong>di</strong>ci pe<strong>di</strong>atri ci permettono<br />
così <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare, non solo i Casi già notificati all’ISMAC dagli<br />
osp<strong>ed</strong>ali, ma anche tutti quei Casi che sfuggono in questa fase o per<br />
mancata notifica, o perché forme malformative lievi e sfumate che possono<br />
passare inosservate durante la prima visita pe<strong>di</strong>atrica osp<strong>ed</strong>aliera.<br />
I pe<strong>di</strong>atri svolgono un ruolo centrale anche nella definizione <strong>del</strong><br />
gruppo <strong>di</strong> controllo. Infatti per ogni CASO in<strong>di</strong>viduato tra i propri assistiti,<br />
devono accoppiare 2 bambini <strong>del</strong>lo stesso sesso <strong>del</strong> CASO quali<br />
CONTROLLI secondo uno dei seguenti criteri <strong>di</strong> casualità:<br />
• Estraendo dall’elenco dei propri assistiti seguendo l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> nascita,<br />
i due nati successivamente al CASO.<br />
• Estraendo dall’elenco dei propri assistiti seguendo l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> nascita,<br />
il bambino nato prima <strong>del</strong> CASO in<strong>di</strong>viduato e quello nato successivamente<br />
al CASO.<br />
I dati sono raccolti con l’impiego <strong>di</strong> sch<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> rilevazione in<strong>di</strong>viduali<br />
sottoforma <strong>di</strong> un QUESTIONARIO SOMMINISTRATO quale strumento<br />
operativo <strong>di</strong> indagine.<br />
Il Questionario verrà somministrato a circa 300 famiglie. Considerando<br />
infatti un limite fiduciario <strong>del</strong> 95% (errore <strong>di</strong> primo tipo α=0.05),<br />
una potenza <strong>del</strong>l’80% (errore <strong>di</strong> secondo tipo β=0.20), selezionando 2<br />
controlli per ciascun caso e prev<strong>ed</strong>endo una frequenza <strong>del</strong> fattore <strong>di</strong> rischio<br />
nella popolazione generale <strong>di</strong> 0.07, e un Odd Ratio <strong>di</strong> 1.5, saranno<br />
necessari circa 100 casi e 200 controlli. La numerosità iniziale <strong>del</strong>la popolazione<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sarà quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> circa 150 CASI e 300 CONTROLLI,<br />
questi numeri dovrebbero garantire il raggiungimento <strong>del</strong>l’obiettivo, considerando<br />
sia la non completa copertura <strong>del</strong>le nascite sia i possibili rifiuti<br />
o il non reperimento <strong>di</strong> casistica.<br />
Il questionario viene somministrato attraverso intervista personale<br />
alla presenza <strong>di</strong> entrambi i genitori, o se questo non è possibile, <strong>del</strong>la sola<br />
madre. In quest’ultimo caso alla madre viene richiesto <strong>di</strong> fornire dati<br />
relativi al marito.<br />
L’intervista viene condotta presso le strutture sanitarie dei Pe<strong>di</strong>atri <strong>di</strong><br />
Base <strong>di</strong> riferimento. Per i soggetti dove questo non è possibile l’intervista<br />
viene effettuata a domicilio. In tal caso il me<strong>di</strong>co pe<strong>di</strong>atra avvisa i soggetti<br />
interessati <strong>del</strong> progetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per cui sono stati reclutati, chi<strong>ed</strong>endo<br />
loro il permesso per l’intervista domiciliare.<br />
I dati raccolti dal formato cartaceo <strong>del</strong> questionario verranno trasferiti<br />
in un Database elettronico per permettere la successiva fase <strong>di</strong> analisi<br />
che avverrà secondo l’approccio <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o caso-controllo con proc<strong>ed</strong>ura<br />
<strong>di</strong> “matching”, confrontando la frequenza dei fattori <strong>di</strong> rischio ipotizzati<br />
tra “casi” e “non casi”.<br />
Attraverso la stima dei rischi relativi (OR) associati a specifiche<br />
esposizioni parentali (<strong>di</strong>scriminando tra <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> esposizione a<br />
sostanze ad azione EDCs) si stimerà l’incremento <strong>del</strong>la probabilità <strong>di</strong> trovare<br />
MC tra casi esposti rispetto a controlli non esposti.<br />
Le variabili alle quali verrà data particolare attenzione saranno quelle<br />
relative a:<br />
1 - Potenziali fattori <strong>di</strong> confon<strong>di</strong>mento<br />
2 - Prossimità <strong>del</strong>l’abitazione a siti potenzialmente inquinanti<br />
3 - Storia lavorativa e Mansioni occupazionali dei genitori<br />
In particolare si cercherà <strong>di</strong> risalire al possibile contatto o impiego ad<br />
EDCs <strong>del</strong> padre e <strong>del</strong>la madre in perio<strong>di</strong> precisi <strong>del</strong>la gravidanza: ARP<br />
(Acute Risk Period) 3 mesi prima <strong>del</strong> concepimento e 3 mesi dopo.<br />
Impatto dei risultati conseguiti nel contesto scientifico nazionale <strong>ed</strong> internazionale<br />
I risultati <strong>di</strong> questa ricerca potranno avere rilevanza nella comprensione<br />
<strong>del</strong> rapporto tra esposizione parentali a EDCs ambientali e le<br />
malformazioni congenite, considerate almeno in parte, dovute a <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni<br />
endocrini. Il monitoraggio <strong>di</strong> un gruppo selezionato <strong>di</strong> malformazioni<br />
potrebbe infatti rappresentare una precoce spia <strong>di</strong> squilibri ormonali e alterazioni<br />
<strong>del</strong>le funzioni riproduttive, nell’ambito <strong>del</strong>la sorveglianza <strong>del</strong>le<br />
popolazioni potenzialmente esposte.<br />
Inoltre, da un punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>la prevenzione, la comprensione <strong>del</strong><br />
ruolo degli EDCs ambientali sulla salute umana <strong>ed</strong> in particolare riproduttiva,<br />
permetterà alle autorità competenti azioni mirate alla regolamentazione<br />
<strong>del</strong>le sostanze chimiche con sospetta azione <strong>di</strong> interferenza endocrina<br />
a tutela <strong>del</strong>la salute umana.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
188 www.gimle.fsm.it<br />
A. Lopez 1 , F. Cardoni 2 , M. Bova 3 , S. Simonazzi 2 , F.S. Romolo 1 , G. Ricciar<strong>di</strong> Tenore 3<br />
Determinazione <strong>del</strong>l’alcolemia nel personale aeronavigante: proposta<br />
<strong>di</strong> protocollo operativo<br />
1 Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Tossicologia Forense - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale e <strong>del</strong>le Assicurazioni - 1a Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia - Università degli Stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />
2 Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale e <strong>del</strong>le Assicurazioni - 1a Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia - Università degli Stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />
3 Servizio Me<strong>di</strong>cina Aeronautica e <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Gruppo Alitalia<br />
RIASSUNTO. I problemi riguardo l’uso/abuso <strong>di</strong> alcohol<br />
necessitano <strong>di</strong> speciale attenzione da parte <strong>del</strong>le Autorità<br />
pubbliche.<br />
Nel presente lavoro vogliamo definire le proc<strong>ed</strong>ure per il<br />
controllo <strong>del</strong>l’alcol (e droghe d’abuso) sul personale<br />
aeronavigante cosi come raccomandato da Organismi<br />
Internazionali <strong>ed</strong> Enti nazionali (ICAO, JAR-OPS-1, FAA).<br />
Esperti <strong>del</strong>l’Università “La Sapienza” e <strong>del</strong>l’Alitalia hanno<br />
stu<strong>di</strong>ato le proc<strong>ed</strong>ure e le linee guida relative ai controlli<br />
random in Italia.<br />
Parole chiave: alcol, controlli alcolimetrici, linee guida, personale<br />
aeronavigante.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
ALCOHOL TESTING IN THE SAILORS GUIDELINES AND PROCEDURES.<br />
The problems of the use/abuse of alcohol ne<strong>ed</strong> a special<br />
attention by the Public Authorities, bas<strong>ed</strong> on the scientific<br />
evidences relat<strong>ed</strong> to the subject.<br />
We would like to define in the present paper the proc<strong>ed</strong>ures for<br />
alcholol testing (and drug testing) in the sailors, following the<br />
international aviation authorities (ICAO, JAR-OPS-1, FAA)<br />
reccommendations.<br />
AWorking Group was estabilish<strong>ed</strong> to study both the scientific<br />
and the legal aspects of the problems relat<strong>ed</strong> to alcohol testing in<br />
Italy. Experts from the Università “La Sapienza” and from<br />
Alitalia stu<strong>di</strong><strong>ed</strong> the alcohol testing issues abroad to set out<br />
criteria, gui<strong>del</strong>ines and proc<strong>ed</strong>ures for random testing in Italy.<br />
Key words: alcohol, alcohol testing, gui<strong>del</strong>ines, sailors.<br />
1. Premesse<br />
Nel 1995 la Conferenza Europea su Salute, Alcol e Società emanava<br />
la “Carta europea sull’alcol”, adottata da tutti i Paesi <strong>del</strong>la Regione Europea<br />
<strong>del</strong>l’O.M.S., che in<strong>di</strong>cava gli obiettivi generali e le strategie da applicare<br />
per ridurre i danni causati dall’alcol; tra i risultati attesi dall’applicazione<br />
<strong>del</strong>le raccomandazioni emanate in ambito europeo vi è, tra<br />
l’altro, quello <strong>di</strong> ridurre consistentemente i possibili danni prodotti dall’alcol<br />
nei luoghi <strong>di</strong> lavoro.<br />
In Italia la legislazione in tema è stata peraltro <strong>di</strong> recente rivisitata con<br />
l’emanazione <strong>del</strong>la legge n. 125 <strong>del</strong> 30 marzo 2001, “Legge quadro in materia<br />
<strong>di</strong> alcol e problemi alcolcorrelati”, che impone altresì la ricerca <strong>di</strong> soluzioni<br />
specifiche negli ambienti <strong>di</strong> lavoro; l’articolo 15 <strong>del</strong>la stessa legge,<br />
in particolare, prev<strong>ed</strong>e dei “... controlli alcolimetrici nei luoghi <strong>di</strong> lavoro ...<br />
- omissis - ... per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti <strong>di</strong> lavoro ...”.<br />
L’applicazione <strong>di</strong> tale articolo non trova a tutt’oggi imme<strong>di</strong>ata applicazione<br />
in mancanza <strong>del</strong>l’emanazione <strong>di</strong> un successivo strumento normativo<br />
che in<strong>di</strong>vidua l’elenco <strong>del</strong>le attività “... che comportano un elevato<br />
rischio <strong>di</strong> infortuni sul lavoro, ovvero per la sicurezza, l’incolumità o<br />
la salute dei terzi, in<strong>di</strong>viduate con decreto <strong>del</strong> Ministro <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> ...”.<br />
Il personale aeronavigante, nella fattispecie, costituisce una popolazione<br />
lavorativa nella quale tali problematiche assumono un rilievo <strong>di</strong><br />
particolare importanza; talché in ambito extraeuropeo, e segnatamente in<br />
Nord America, esistono già <strong>del</strong>le normative e <strong>del</strong>le proc<strong>ed</strong>ure <strong>di</strong> controllo<br />
per l’assunzione <strong>di</strong> alcol da parte <strong>del</strong> personale <strong>di</strong> volo, ben co<strong>di</strong>ficate<br />
da organismi <strong>ed</strong> enti nazionali <strong>ed</strong> internazionali:<br />
F<strong>ed</strong>eral Aviation Administration (FAA),<br />
informazione e formazione <strong>del</strong> personale navigante sull’abuso <strong>del</strong>l’alcool<br />
<strong>ed</strong> effetti sulla professione specifica, nell’ambito <strong>di</strong> un programma<br />
generale per la prevenzione degli incidenti <strong>di</strong> volo dovuti all’alcool<br />
<strong>ed</strong> all’utilizzo <strong>di</strong> sostanze d’abuso;<br />
tests random su personale aeronavigante statunitense, effettuati da laboratori<br />
autorizzati sul territorio nazionale con frequenza <strong>di</strong> 1-3 volte/anno.<br />
Joint Aviation Requirements (JAR-OPS1), Crew health precautions:<br />
l’assunzione <strong>di</strong> bevande alcoliche è vietata per tutti i membri <strong>del</strong>l’equipaggio<br />
durante il turno <strong>di</strong> servizio, e nelle 8 ore che lo prec<strong>ed</strong>ono;<br />
non è permesso comunque iniziare un turno <strong>di</strong> servizio <strong>di</strong> volo con<br />
un livello ematico <strong>di</strong> alcol superiore allo 0.2 per mille [36].<br />
A fronte <strong>di</strong> tali sia pur sintetiche osservazioni preliminari, si comprende<br />
l’esigenza - rappresentata da questo contributo - <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre<br />
preventivamente, anche in Italia, <strong>del</strong>le ben definite “proc<strong>ed</strong>ure <strong>di</strong> qualità”<br />
relative ai controlli alcolimetrici sul personale aeronavigante; tali proc<strong>ed</strong>ure<br />
sono inerenti alle modalità <strong>di</strong> prelievo, analisi, interpretazione e gestione<br />
dei dati concernenti le determinazioni effettuate nei luoghi <strong>di</strong> lavoro,<br />
e devono essere tali da garantire sia la sicurezza <strong>del</strong> personale che<br />
la tutela <strong>del</strong>la salute e <strong>del</strong>la <strong>di</strong>gnità <strong>del</strong> singolo operatore.<br />
2. Programmi <strong>di</strong> screening proponibili per la determinazione <strong>del</strong>l’alcolemia<br />
negli ambienti <strong>di</strong> lavoro<br />
L’effettuazione <strong>di</strong> indagini chimico-tossicologiche su gruppi <strong>di</strong> lavoratori<br />
può contemplare:
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 189<br />
I. test <strong>di</strong> pre-assunzione: in via <strong>del</strong> tutto ipotetica la mancata assunzione<br />
<strong>di</strong> consumatori <strong>di</strong> sostanze psicoattive (compreso l’alcol), associata<br />
al naturale ricambio dei lavoratori già assunti, dovrebbe condurre<br />
negli anni ad un ambiente <strong>di</strong> lavoro più sicuro;<br />
II. test in caso <strong>di</strong> evento prefissato: l’effettuazione <strong>di</strong> indagini chimicotossicologiche<br />
in caso <strong>di</strong> eventi sospetti (sca<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>la produttività,<br />
assenteismo, con<strong>di</strong>zioni psicofisiche manifestamente alterate,<br />
infortunio lavorativo non altrimenti spiegabile) si è <strong>di</strong>mostrata utile<br />
per l’identificazione <strong>di</strong> lavoratori affetti da problemi <strong>di</strong> abuso/<strong>di</strong>pendenza,<br />
e si pone come metodo adeguato ad implementare i livelli <strong>di</strong><br />
sicurezza nell’ambiente <strong>di</strong> lavoro. Un effetto analogo si può ottenere<br />
con l’adozione <strong>di</strong> specifici programmi formativi, che istruiscono i lavoratori<br />
a riconoscere le alterazioni comportamentali connesse con<br />
l’abuso <strong>di</strong> alcol <strong>ed</strong> altre sostanze psicoattive.<br />
III. test randomizzati: effettuati su soggetti selezionati casualmente tra<br />
tutti i lavoratori <strong>di</strong> un’azienda.<br />
L’efficacia <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> controllo <strong>del</strong>l’assunzione <strong>di</strong> sostanze<br />
psicoattive è peraltro valutabile monitorando la produttività aziendale, <strong>ed</strong><br />
al contempo le mo<strong>di</strong>ficazioni nel tempo <strong>del</strong>la frequenza e <strong>del</strong>la gravità<br />
degli infortuni lavorativi; importanti imprese hanno segnalato un significativo<br />
decremento degli infortuni sul lavoro, <strong>del</strong>l’assenteismo e <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti<br />
<strong>di</strong>sciplinari <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong> 40-50% a seguito <strong>del</strong>l’adozione <strong>di</strong><br />
tali programmi.<br />
3. Proposta <strong>di</strong> un protocollo <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong>l’alcolemia applicabile nell’ambito<br />
<strong>del</strong> personale aeronavigante<br />
Al momento <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre un protocollo da eseguire per la determinazione<br />
<strong>del</strong>l’alcolemia negli ambienti <strong>di</strong> lavoro, <strong>ed</strong> in particolare nel personale<br />
<strong>di</strong> volo, è necessario <strong>di</strong>stinguere due livelli <strong>di</strong> attività; il primo livello<br />
è quello strategico <strong>del</strong>la pianificazione <strong>del</strong>l’attività <strong>di</strong> controllo, il<br />
secondo è quello <strong>del</strong>la realizzazione pratica <strong>del</strong>l’attività <strong>di</strong> controllo.<br />
La scelta da operare tra le possibili strategie <strong>di</strong> prelievo è certamente<br />
governata da numerosi fattori, tra cui l’efficacia <strong>del</strong>l’azione <strong>di</strong> controllo,<br />
la strategia basata su prelievi mirati effettuati su soggetti preavvisati<br />
impone <strong>di</strong> affrontare il <strong>del</strong>icato argomento <strong>del</strong>la scelta dei criteri per l’in<strong>di</strong>viduazione<br />
dei lavoratori da sottoporre ad accertamento; tale problematica<br />
può essere evitata effettuando una selezione casuale dei soggetti.<br />
Nel caso comunque <strong>di</strong> soggetti preavvisati, l’efficacia <strong>del</strong>la strategia<br />
<strong>di</strong> controllo è limitata e <strong>di</strong>minuisce con il tempo intercorso tra il preavviso<br />
e l’accertamento. L’esame <strong>del</strong>le curve che rappresentano il valore <strong>di</strong> alcolemia<br />
in funzione <strong>del</strong> tempo <strong>di</strong>mostra che soggetti in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> grave<br />
compromissione <strong>del</strong>le proprie capacità psicofisiche dovuta all’alcool<br />
presentano valori alcolemici normali o prossimi alla norma dopo alcune<br />
ore. Se l’astenersi dall’assumere bevande alcoliche dopo il preavviso è<br />
sufficiente a “normalizzare” con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> alcolemia oltre i livelli considerati<br />
accettabili per una data attività, la strategia <strong>di</strong> controllo non sortisce<br />
alcun effetto <strong>di</strong> deterrenza <strong>ed</strong> è inidonea a tutelare il lavoratore <strong>ed</strong> i terzi<br />
dalle conseguenze <strong>di</strong> incidenti dovuti all’assunzione <strong>di</strong> bevande alcoliche.<br />
L’efficacia <strong>del</strong>la strategia <strong>di</strong> tutela è certamente massima, invece, se<br />
si effettuano prelievi “a sorpresa” sui soggetti selezionati; una selezione<br />
casuale <strong>del</strong> lavoratore seguita da un accertamento effettuato con un<br />
preavviso minimo rappresenta, dunque, la strategia più idonea ad in<strong>di</strong>viduare<br />
soggetti che violano le norme <strong>di</strong> sicurezza relative all’uso <strong>di</strong> bevande<br />
alcoliche, mettendo a repentaglio la propria e l’altrui incolumità.<br />
Certamente la scelta <strong>del</strong> momento esatto in relazione allo svolgimento <strong>del</strong><br />
turno lavorativo deve tenere in considerazione elementi non esclusivamente<br />
scientifici ma anche <strong>di</strong> funzionalità <strong>del</strong> complesso <strong>del</strong>le attività<br />
svolte dai lavoratori.<br />
Passando ad esaminare il livello <strong>del</strong>la realizzazione pratica <strong>del</strong>l’attività<br />
<strong>di</strong> controllo, è opportuno premettere che accertamenti rapi<strong>di</strong> e non eccessivamente<br />
costosi possono essere realizzati facendo seguire ad un’analisi<br />
<strong>di</strong> primo livello (screening), un’analisi <strong>di</strong> secondo livello o <strong>di</strong> conferma.<br />
Le analisi <strong>di</strong> screening devono garantire un numero minimo <strong>di</strong> falsi<br />
negativi, cioè <strong>di</strong> campioni che non saranno sottoposti ad ulteriori accertamenti<br />
perché ritenuti negativi. Le analisi <strong>di</strong> conferma, che necessitano <strong>di</strong><br />
tempi maggiori e hanno costi più elevati <strong>del</strong>le analisi <strong>di</strong> primo livello, devono<br />
invece garantire la certezza <strong>del</strong> risultato positivo in termini non solo<br />
analitici ma anche giuri<strong>di</strong>ci. Gli esami <strong>di</strong> screening possono essere effettuati<br />
sull’aria espirata con apparati e modalità analoghe a quelle dei controlli<br />
previsti dal co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>la strada. Le indagini <strong>di</strong> conferma devono in-<br />
vece essere effettuate sul sangue. Lo screening sull’aria espirata offre, tra<br />
i vari vantaggi, anche quello <strong>di</strong> limitare il prelievo ematico, certamente più<br />
invasivo, ai soli soggetti positivi alle analisi <strong>di</strong> primo livello.<br />
Le analisi sull’aria espirata possono essere effettuate con <strong>di</strong>spositivi<br />
automatici, la cui funzionalità è stata abbondantemente verificata già prima<br />
<strong>del</strong>la loro introduzione nei controlli stradali. Le caratteristiche <strong>di</strong> tali<br />
<strong>di</strong>spositivi consentirebbe un loro utilizzo da parte <strong>di</strong> personale aziendale,<br />
o <strong>di</strong> personale in<strong>di</strong>viduato dall’azienda senza comunque una formazione<br />
specialistica particolarmente approfon<strong>di</strong>ta. Il valore pre<strong>di</strong>ttivo dei dati <strong>di</strong><br />
screening ottenuti me<strong>di</strong>ante l’analisi <strong>del</strong>l’aria espirata è elevato per risultati<br />
negativi e molto basso per risultati positivi, rendendo necessaria la<br />
conferma.<br />
Per quanto riguarda i prelievi ematici, invece, la norma in<strong>di</strong>vidua già<br />
chi deve essere incaricato <strong>del</strong>la loro effettuazione nelle figure <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co<br />
competente e dei me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro dei servizi per la prevenzione e la sicurezza<br />
negli ambienti <strong>di</strong> lavoro con funzioni <strong>di</strong> vigilanza.<br />
A titolo esemplificativo, una proc<strong>ed</strong>ura applicabile al personale <strong>di</strong><br />
volo, potrebbe essere la seguente:<br />
1. dosaggio <strong>del</strong>l’alcolemia nell’aria espirata all’inizio <strong>del</strong> turno <strong>di</strong> lavoro<br />
<strong>di</strong> ogni equipaggio;<br />
2. dosaggio a sorpresa <strong>del</strong>l’alcolemia nell’aria espirata, durante il turno<br />
<strong>di</strong> servizio <strong>di</strong> soggetti o equipaggi selezionati casualmente;<br />
3. se l’alcolemia nell’aria espirata risulta superiore ai limiti prefissati in<br />
almeno due determinazioni concordanti, effettuate ad un intervallo <strong>di</strong><br />
tempo <strong>di</strong> 5 minuti, a tutela <strong>del</strong> <strong>di</strong>pendente, sarà effettuato un prelievo<br />
ematico per la conferma <strong>del</strong> dato.<br />
4. Considerazioni conclusive<br />
Con la prossima emanazione <strong>del</strong> decreto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduazione <strong>del</strong>le attività<br />
lavorative per le quali è richiesta la determinazione obbligatoria <strong>del</strong>l’alcolemia,<br />
così come previsto dalla L. 125/2001, il Me<strong>di</strong>co Competente<br />
aziendale sarà chiamato ad assolvere <strong>del</strong>le ulteriori quanto <strong>del</strong>icate <strong>ed</strong><br />
impegnative incombenze.<br />
Ad iniziare dalla formulazione <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità alla mansione<br />
specifica - sia in ambito preassuntivo, che <strong>di</strong> controllo sanitario perio<strong>di</strong>co<br />
- che tenga conto anche <strong>del</strong>l’assunzione <strong>di</strong> alcol o sostanze stupefacenti<br />
e psicotrope da parte dei lavoratori.<br />
Tanto più complessa risulterà tale incombenza nel caso specifico <strong>del</strong><br />
personale aeronavigante, per le caratteristiche peculiari che ne <strong>di</strong>stinguono<br />
l’attività lavorativa.<br />
Principali riferimenti bibliografici<br />
1) Argo A, Bertol E, Procaccianti P, Mari F. L’idoneità lavorativa dei marittimi<br />
in rapporto all’uso <strong>di</strong> stupefacenti <strong>ed</strong> alcol. Note sull’art. 125<br />
T.U.L.S. n. 309/90 e sul relativo “atteso” decreto interministeriale.<br />
Riv It M<strong>ed</strong> Leg 1996; 18 (3): 667-680.<br />
2) Barni M. Il prelievo ematico: un atto possibile ma non senza regole.<br />
Riv It M<strong>ed</strong> Leg 1996; 18 (4-5): 1197-1208<br />
3) Bertol E, Mari F, Lo<strong>di</strong> F, Marozzi E (Eds.), Trattato <strong>di</strong> Tossicologia<br />
Forense. 2 a <strong>ed</strong>, Padova, CEDAM, 2000, 149-164.<br />
4) Brandenberger H, Brandenberger R, Halder K. Determination of alcohol<br />
levels in the body. In Brandenberger H, Maes R.A.A. (Eds)<br />
“Analytical toxicology for chemical, forensis and pharmaceutical<br />
chemists”. Berlin, W. de Gruyter Ed, 1997: 141-176.<br />
5) Briatico-Vangosa G, Franco G, Fracchia G et al. Tossico<strong>di</strong>pendenza e<br />
giu<strong>di</strong>zio alla mansione specifica. In Atti 61° Congr. Naz. SIMLII, Chianciano<br />
Terme 14-17 ottobre 1998, Folia Me<strong>di</strong>ca 1998; 69 (1): 93-106.<br />
6) Cardoni F, Simonazzi S, Lopez A. La determinazione <strong>del</strong>l’alcolemia:<br />
una nuova incombenza <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co competente? In Atti 63° Congr.<br />
Naz. SIMLII, Roma 15-16 ottobre 2001. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2000; 23<br />
(3): 300-301.<br />
7) Cardoni F, Romolo FS, Simonazzi S, Lopez A. Quali proc<strong>ed</strong>ure per la<br />
determinazione <strong>del</strong>l’alcolemia negli ambienti <strong>di</strong> lavoro? Congr. Naz.<br />
A.N.Me.L.P. “Le idoneità <strong>di</strong>fficili”, Abano Terme 14-15 novembre<br />
2002. Abstracts Volume, A.N.Me.L.P. Ed, Pavia, novembre 2002.<br />
8) Lopez A, Cardoni F, Simonazzi S, Bova M et al. Aeronavigazione <strong>ed</strong><br />
alcol. Attualità e prospettive. Atti <strong>del</strong> XVI Convegno Nazionale<br />
A.I.M.A.S. Roma 2002 in press.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
190 www.gimle.fsm.it<br />
A. Visentin, U. Fe<strong>del</strong>i, C. Zanetti, G. Marcer, A. Bor<strong>di</strong>n, L. Z<strong>ed</strong>da, D. Dal Borgo, P. Maestrelli<br />
Follow up <strong>del</strong>l’asma professionale da latice<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Ambientale e Sanità Pubblica, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova<br />
RIASSUNTO. Sono stati stu<strong>di</strong>ati 29 soggetti con asma<br />
professionale da latice in un follow up <strong>di</strong> 5±3 anni. La visita<br />
alla <strong>di</strong>agnosi e quella <strong>di</strong> follow-up prev<strong>ed</strong>evano un<br />
questionario, la misurazione dei volumi polmonari e <strong>del</strong>la<br />
reattività bronchiale aspecifica con metacolina (PD 20FEV1 ) e il<br />
dosaggio <strong>del</strong>le IgE specifiche per latice.<br />
Al follow up, 17 soggetti non erano più esposti a latice, mentre<br />
12 soggetti avevano ridotto l’esposizione. I sintomi <strong>di</strong> asma e<br />
rinite, l’uso <strong>di</strong> steroi<strong>di</strong> e l’iperreattività bronchiale erano<br />
migliorati significativamente al follow up, mentre il FEV1% e<br />
il FVC% <strong>di</strong>minuivano (p
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 191<br />
<strong>di</strong> e <strong>del</strong>la rinite (p
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
192 www.gimle.fsm.it<br />
P. Bonadonna 1 , M. Crivellaro 1 , A. Dama 1 , G. Guarnieri 2 , M. Schiappoli 1 , G. Senna 1<br />
Asma professionale da inalazione <strong>di</strong> caseina<br />
1 Unità Operativa <strong>di</strong> Allergologia, Osp<strong>ed</strong>ale Civile Maggiore <strong>di</strong> Verona;<br />
2 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Ambientale e Sanità Pubblica, S<strong>ed</strong>e Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova<br />
RIASSUNTO Il numero <strong>di</strong> casi segnalati <strong>di</strong> asma professionale<br />
determinati dall’inalazione <strong>di</strong> proteine <strong>del</strong> latte è alquanto<br />
limitato. Il caso da noi stu<strong>di</strong>ato è relativo alla prima<br />
testimonianza <strong>di</strong> asma professionale in un operatore sanitario,<br />
determinato dall’esposizione misconosciuta a caseina, presente<br />
in una polvere dermatologica ampiamente utilizzata nel<br />
trattamento dei pazienti geriatrici. La <strong>di</strong>agnosi è stata posta<br />
sulla base dei dati anamnestici e me<strong>di</strong>ante il riscontro <strong>di</strong><br />
sensibilizzazione all’allergene professionale sia con estratto<br />
commerciale che estemporaneo.<br />
Parole chiave: asma professionale, caseina, infermieri, lavoratori<br />
<strong>del</strong>la sanità.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
OCCUPATIONAL ASTHMA DUE TO INHALATION OF MILK PROTEINS.<br />
Report<strong>ed</strong> cases of occupational asthma due to inhalation of milk<br />
proteins are rare. Our report is about the first evidence of<br />
occupational asthma in a health care worker, caus<strong>ed</strong> by an<br />
hidden exposure to casein, contain<strong>ed</strong> in a commercial<br />
dermatological powder wi<strong>del</strong>y us<strong>ed</strong> in geriatric patients<br />
treatment. The <strong>di</strong>agnosis is bas<strong>ed</strong> on the case-history and on the<br />
positive skin prick test to a commercial and extemporary extract<br />
of the occupational allergen.<br />
Key words: occupational asthma, casein, nurses, health care<br />
workers.<br />
Introduzione<br />
Il numero <strong>di</strong> casi segnalati <strong>di</strong> asma professionale determinati dall’inalazione<br />
<strong>di</strong> proteine <strong>del</strong> latte è alquanto limitato (1,2,3). Questo anche<br />
per il fatto che l’allergia alle proteine <strong>del</strong> latte è piuttosto rara negli adulti,<br />
mentre nei bambini è una <strong>del</strong>le cause più frequenti <strong>di</strong> allergia alimentare<br />
(4), <strong>ed</strong> inoltre perché i sintomi respiratori sono poco presenti, risultando<br />
infatti più frequenti quelli <strong>di</strong> natura gastrointestinale o cutanea (orticaria-angio<strong>ed</strong>ema).<br />
Il caso da noi stu<strong>di</strong>ato è relativo alla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />
asma professionale in un’infermiera, determinato dall’esposizione misconosciuta<br />
a caseina, presente in una polvere dermatologica ampiamente<br />
utilizzata nel trattamento dei pazienti geriatrici.<br />
Case report<br />
Infermiera <strong>di</strong> 44 anni, senza prec<strong>ed</strong>enti patologie respiratorie e non<br />
fumatrice, che per 20 anni ha lavorato presso vari reparti <strong>di</strong> degenza, senza<br />
presentare particolari <strong>di</strong>sturbi. Trasferitasi nell’ultimo anno al reparto<br />
<strong>di</strong> Geriatria, dopo circa 6 mesi ha iniziato a lamentare rinite e attacchi<br />
asmatici, in particolare durante il rior<strong>di</strong>no dei letti. I sintomi scomparivano<br />
<strong>di</strong> notte, nel fine settimana e durante i giorni <strong>di</strong> vacanza (test arrestoripresa<br />
positivo). 5 giorni prima <strong>del</strong> controllo aveva presentato un episo<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> eritema generalizzato, orticaria, rinorrea e sibili respiratori dopo<br />
l’assunzione <strong>di</strong> un bicchiere <strong>di</strong> latte.<br />
Test <strong>di</strong>agnostici preliminari<br />
L’obiettività toracica e i volumi polmonari erano nella norma. Il test<br />
<strong>di</strong> provocazione aspecifica con metacolina risultava positivo (PD 20 =<br />
490µg). I prick test per i comuni inalanti erano positivi per pollini <strong>di</strong><br />
graminacee, mentre erano negativi per latice <strong>ed</strong> acari <strong>del</strong>la polvere domestica.<br />
Il Rast test per alimenti evidenziava una spiccata positività per<br />
il latte.<br />
Test cutanei specifici<br />
Dall’analisi dei prodotti utilizzati dalla paziente durante il lavoro, è<br />
emerso che la polvere Fissan®, una polvere inerte e rinfrescante, impiegata<br />
nel trattamento <strong>del</strong>le lesioni cutanee da pannolini negli anziani,<br />
presentava inaspettatamente tra i suoi componenti la caseina. Sono stati<br />
quin<strong>di</strong> eseguiti i prick test sia con un estratto <strong>di</strong> latte vaccino commerciale<br />
(Stallergens, Antony C<strong>ed</strong>ex, France) che con la polvere Fissan®.<br />
I test sono risultati significativamente positivi sia per caseina che<br />
per polvere Fissan®, mentre negativo è risultato il test con lactoalbumina.<br />
Il Rast test ha confermato i risultati dei test in vivo. I m<strong>ed</strong>esimi<br />
test cutanei specifici, condotti in 10 soggetti non atopici <strong>ed</strong> in 10 soggetti<br />
atopici senza allergia alimentare, sono risultati negativi. Non è stato<br />
condotto il test <strong>di</strong> provocazione bronchiale specifico con caseina per<br />
motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne etico.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 193<br />
Discussione e conclusioni<br />
Come in<strong>di</strong>cato nelle linee guida per la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> asma professionale<br />
(5), verificata la presenza <strong>di</strong> segni obiettivi <strong>di</strong> asma e <strong>di</strong> una relazione<br />
certa con l’attività lavorativa, escluso quale agente etiologico il<br />
latice, allergene in genere più coinvolto nel settore sanitario (6), è stata<br />
documentata la sensibilizzazione alla caseina, sia con un prodotto<br />
commerciale che con un estratto estemporaneo ricavato dalla polvere<br />
Fissan®. In questo caso clinico abbiamo evidenziato la comparsa <strong>di</strong><br />
sintomi respiratori soltanto dopo l’esposizione lavorativa a caseina,<br />
presente nella polvere Fissan®, in una paziente con una prec<strong>ed</strong>ente<br />
storia <strong>di</strong> tolleranza ai derivati <strong>del</strong> latte. Diversamente dagli altri casi <strong>di</strong><br />
allergia professionale al latte, nel nostro caso la presenza, tra i prodotti<br />
utilizzati nell’ambiente lavorativo, <strong>di</strong> proteine <strong>del</strong> latte nella polvere<br />
dermatologica, non era nota. Il nostro caso clinico è la prima testimonianza<br />
<strong>di</strong> asma professionale da inalazione <strong>di</strong> caseina nei lavoratori <strong>del</strong><br />
settore sanitario.<br />
Bibliografia<br />
1) Olaguibel JM, Hernandez D, Morales P, Peris A, Basomba A. Occupational<br />
asthma caus<strong>ed</strong> by inhalation of casein. Allergy 1990; 45: 306-8.<br />
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hospital personnel. Am J Resp Crit Care M<strong>ed</strong> 1995; 151 (1): 54-60.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
194 www.gimle.fsm.it<br />
S. Maso, M. Furno, T. Vangelista, F. Cav<strong>ed</strong>on, L. Musilli, B. Saia<br />
Patologie muscolo scheletriche in operatori <strong>di</strong> una casa <strong>di</strong> riposo<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Ambientale e Sanità Pubblica, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova<br />
RIASSUNTO. 274 operatori <strong>di</strong> una struttura per assistenza<br />
anziani sono stati sottoposti a sorveglianza sanitaria per il<br />
rischio da movimentazione manuale dei carichi. Nell’ambito <strong>di</strong><br />
tali accertamenti sono stati raccolti i dati clinico anamnestici<br />
relativi alle patologie e/o <strong>di</strong>sturbi muscolo-schletrici a carico<br />
<strong>del</strong> rachide e <strong>del</strong>l’arto superiore. I nostri dati sono stati<br />
confrontati con le stime <strong>di</strong> prevalenza <strong>del</strong>le malattie<br />
muscoloscheletriche in popolazioni lavorative <strong>di</strong> riferimento<br />
non esposte. Dallo stu<strong>di</strong>o emergono <strong>del</strong>le associazioni già note<br />
in letteratura fra <strong>di</strong>sturbi e/o patologie <strong>del</strong> rachide <strong>ed</strong><br />
esposizioni al rischio movimentazione manuale <strong>di</strong> pazienti. I<br />
casi raccolti con patologie a carico <strong>del</strong>l’articolazione scapoloomerale<br />
sono risultati statisticamente significativi nelle<br />
femmine oltre i 35 anni (7.1%) rispetto ai controlli (2.3%),<br />
evidenziando un rischio per tale <strong>di</strong>stretto negli operatori<br />
addetti all’assistenza nelle case <strong>di</strong> riposo. L’attività degli<br />
addetti all’assistenza, a nostro parere, espone a fattori <strong>di</strong><br />
rischio specifici per l’arto superiore, anche se non sono stati<br />
sufficientemente ponderati. Sarà pertanto necessario allargare<br />
il campione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o al fine <strong>di</strong> effettuare una corretta<br />
ponderazione <strong>del</strong> rischio per l’arto superiore in questo tipo <strong>di</strong><br />
attività, inserendo nel protocollo <strong>di</strong> sorveglianza sanitaria<br />
anche la valutazione <strong>di</strong> tale rischio<br />
Parole chiave: movimentazione manuale dei carichi, periartrite<br />
scapolo omerale, colonna vertebrale, infermieri.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
MUSCULO-SKELETAL DISORDER IN A GROUP OF GERIATRIC RESIDENCE<br />
WORKERS. A total of 274 workers of a geriatric residence<br />
underwent physical and anamnestic examination in order to<br />
ascertain the existence of <strong>di</strong>seases associat<strong>ed</strong> with occupational<br />
risks of manual handling of patients. Data on musculo-skeletal<br />
<strong>di</strong>sorder of the spine and of the upper limbs were collect<strong>ed</strong>.<br />
The correlation between manual handling of patients and<br />
musculo-skeletal <strong>di</strong>sorder in this worker population is consistent<br />
with those already report<strong>ed</strong> in the literature.<br />
Data was compar<strong>ed</strong> with prevalence estimates of musculoskeletal<br />
<strong>di</strong>sorder in worker population not expos<strong>ed</strong>. This<br />
comparison show<strong>ed</strong> significant increase of scapulo-humeral<br />
periarthritis in female over 35 years of age. In conclusion, this<br />
duty is a specific risk for the upper limbs; therefore more risk<br />
evaluation stu<strong>di</strong>es are ne<strong>ed</strong><strong>ed</strong>. Also, a chek for these types of<br />
<strong>di</strong>sorders should be includ<strong>ed</strong> in all duty specific me<strong>di</strong>cal exam<br />
protocols.<br />
Key words: manual handling of patient; scapulo-humeral<br />
periarthritis; spine; nurses.<br />
Introduzione<br />
Il profilo professionale <strong>del</strong>l’addetto all’assistenza nelle case <strong>di</strong> riposo<br />
prev<strong>ed</strong>e numerosi compiti gravosi, tra i quali ricor<strong>di</strong>amo, la mobilizzazione<br />
<strong>del</strong>l’ospite a letto, l’igiene personale, il trasferimento letto/carrozzina<br />
e viceversa, la pulizia dei locali, la <strong>di</strong>stribuzione dei pasti e <strong>del</strong>la<br />
biancheria. Le fasi che comportano la mobilizzazione degli ospiti sono<br />
state ampiamente stu<strong>di</strong>ate in relazione alla comparsa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi al rachide<br />
lombare (1), mentre sono reperibili in letteratura valutazioni <strong>del</strong> rischio<br />
in grado <strong>di</strong> correlare tale attività con <strong>di</strong>sturbi e/o patologie <strong>del</strong>l’arto<br />
superiore. Lo stu<strong>di</strong>o si è posto l’obiettivo <strong>di</strong> indagare e quantificare la<br />
presenza <strong>di</strong> patologie e/o <strong>di</strong>sturbi muscolo-scheletrici a carico <strong>del</strong> rachide<br />
e <strong>del</strong>l’arto superiore in 274 operatori sanitari <strong>di</strong> una casa <strong>di</strong> riposo<br />
esposto al rischio da movimentazione manuale <strong>di</strong> pazienti in reparti classificati<br />
a rischio.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Sono stati sottoposti a sorveglianza sanitaria 274 operatori sanitari <strong>di</strong><br />
una casa <strong>di</strong> riposo per anziani, <strong>di</strong> cui 55 maschi e 219 femmine impiegati<br />
in reparti per non ospiti non autosufficienti.<br />
La valutazione clinico-funzionale <strong>del</strong> rachide è stata eseguita secondo<br />
il mo<strong>del</strong>lo EPM <strong>di</strong> Milano (2). Per l’arto superiore sono state raccolte<br />
le informazioni anamnestiche e i referti specialistici e strumentali riguardanti<br />
le patologie <strong>del</strong>l’arto superiore, sono state richieste inoltre visite<br />
specialistiche ortope<strong>di</strong>che <strong>ed</strong> eventuali accertamenti strumentali in tutti i<br />
casi <strong>di</strong> sospetta patologia. I dati sono stati raccolti e analizzati me<strong>di</strong>ante<br />
il programma Access 97, <strong>ed</strong> elaborati statisticamente con il test χ 2 e calcolando<br />
l’Odds Ratio secondo Mantel Haenszel. I gruppi <strong>di</strong> controllo sono<br />
stati ricavati da popolazioni non esposte: per il rachide 1906 soggetti<br />
(1411 maschi e 495 femmine) ricavati dallo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Occhipinti et al; per<br />
l’arto superiore 749 soggetti (310 maschi e 439 femmine) selezionati<br />
identificando due attività lavorative in cui il rischio per gli arti superiori<br />
fosse sostanzialmente assente: <strong>ed</strong>ucatrici <strong>di</strong> scuola materna <strong>ed</strong> addetti alla<br />
vigilanza urbana (3).<br />
Risultati<br />
L’indagine ha riguardato 274 lavoratori: 55 maschi (21,1%) e 219<br />
femmine (79,9%). L’età me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> 36,7 ± 7,6 anni (37,6 ± 6,8 anni nei<br />
maschi, <strong>di</strong> 36,4 ± 7,9 anni nelle femmine). L’anzianità lavorativa in rapporto<br />
all’esposizione al rischio da movimentazione manuale carichi attuale<br />
e pregressa è <strong>di</strong> 7,8 ± 6,4 anni nel campione in toto, <strong>di</strong> 10,3 ± 7,1<br />
anni nei maschi, <strong>di</strong> 7,1 ± 6,1 anni nelle femmine.<br />
Risultati <strong>del</strong>l’indagine anamnestica sui <strong>di</strong>sturbi <strong>del</strong> rachide<br />
L’andamento <strong>del</strong>le positività alla soglia anamnestica per il rachide<br />
lombosacrale presenta, per le femmine, un andamento crescente nelle<br />
quattro fasce d’età (45): 13%, 14%, 23%, 40%. Un<br />
trend ugualmente crescente, ma meno marcato (9%, 13%, 24%, 29%), è<br />
riscontrabile nel gruppo <strong>di</strong> controllo non esposto al rischio da movimen-
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 195<br />
Tabella I. Prevalenza <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse patologie all’arto superiore per sesso e per classe <strong>di</strong> età<br />
nel nostro campione e nel gruppo <strong>di</strong> controllo<br />
Sdr stretto Periartrite Epicon<strong>di</strong>lite Artrosi )rapezio- Ten<strong>di</strong>niti Sdr tunnel<br />
Classi toracico scapolo-omerale laterale metacarpale polso e mano carpale<br />
<strong>di</strong> età Ns. casi Controlli Ns. casi Controlli Ns. casi Controlli Ns. casi Controlli Ns. casi Controlli Ns. casi Controlli<br />
Maschi<br />
N (%) N (%) N (%) N (%) N (%) N (%) N (%) N (%) N (%) N (%) N (%) N (%)<br />
15-35 – – – – – – – – – – 1 (4.5%) –<br />
>35 – 1 (0.6%) 2 (6.1%) 1 (0.6%) – 1 (0.6%) – – – 3 (1.8%) – –<br />
Femmine<br />
15-35 1 (0.9%) 1 (0.6%) 2 (2.9%) 1 (0.6%) – – – – – 2 (1.2%) 2 (1.9%) –<br />
>35 – 5 (5.9%) 8 (7.1%) 7 (2.3%) – 1 (0.4%) 3 (2.7%) 2 (0.8%) 2 (1.8%) – 5 (4.4%) 8 (3.0%)<br />
tazione manuale carichi. Il test χ 2 per omogeneità risulta non significativo<br />
(χ 2 = 2,827), analogamente l’analisi stratificata per sesso <strong>ed</strong> età, calcolando<br />
l’Odds Ratio secondo Mantel Haenszel con i limiti <strong>di</strong> confidenza<br />
pari al 95%, evidenzia una <strong>di</strong>fferenza tra i due gruppi statisticamente<br />
non significativa: OR = 1,140 (0,8114 - 1,602), p = 0,4488.<br />
Descrizione <strong>del</strong>le patologie degenerative <strong>del</strong> rachide<br />
Complessivamente sono state riscontrate 10 ernie <strong>di</strong>scali (4,6%),<br />
tutte nel sesso femminile: 7 a livello lombosacrale (3,2%), 1 a livello<br />
dorsale (0,5%) e 2 a livello cervicale (0,9%). Le protrusioni <strong>di</strong>scali riscontrate<br />
sono state complessivamente 16 (5,8%): 13 nelle femmine<br />
(5,9%) e 3 nei maschi (5,4%); <strong>di</strong> queste 13 sono localizzate a livello<br />
lombosacrale (10 nelle femmine e 3 nei maschi) e 3 a livello cervicale<br />
(solo nelle femmine). Un risultato da sottolineare tra le femmine <strong>di</strong> età<br />
superiore ai 45 anni è l’alta prevalenza <strong>di</strong> ernie <strong>di</strong>scali a livello lombosacrale<br />
(pari al 9,4%) e <strong>del</strong>le protrusioni nella stessa s<strong>ed</strong>e (pari sempre<br />
al 9,4%). Nel gruppo <strong>del</strong>le femmine con anzianità lavorativa superiore<br />
ai 14 anni la prevalenza <strong>del</strong>l’ernia <strong>di</strong>scale per il tratto lombosacrale raggiunge<br />
quasi il 20%, la prevalenza <strong>del</strong>la protrusione <strong>di</strong>scale l’11%. Le<br />
patologie riscontrate nel gruppo dei maschi sono relativamente meno<br />
rappresentate rispetto alle femmine, data anche la scarsa numerosità <strong>del</strong><br />
campione che non permette <strong>di</strong> elaborare stime atten<strong>di</strong>bili circa la prevalenza<br />
<strong>di</strong> tali patologie.<br />
Arto superiore<br />
La prevalenza <strong>del</strong>le patologie all’arto superiore nel campione è<br />
complessivamente pari al 7,3% mentre nel campione <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong><br />
soggetti non esposti la prevalenza <strong>di</strong> patologie all’arto superiore risulta<br />
complessivamente pari al 3,9%. L’analisi stratificata per sesso <strong>ed</strong> età<br />
calcolando l’Odds Ratio secondo Mantel Haenszel con i limiti <strong>di</strong> confidenza<br />
pari al 95% ha evidenziato una <strong>di</strong>fferenza tra i due gruppi statisticamente<br />
non significativa: OR = 1,784 (0,9798 - 3,247), p = 0,543.<br />
Dallo stu<strong>di</strong>o emerge che tali patologie risultano particolarmente concentrate<br />
nelle femmine <strong>del</strong>la classe <strong>di</strong> età superiore ai 35 anni con una<br />
prevalenza pari al 10,6%, rispetto alla prevalenza <strong>del</strong>le femmine <strong>del</strong><br />
gruppo <strong>di</strong> controllo (7,2%). Nella tabella I sono riportate le prevalenze<br />
sud<strong>di</strong>vise per s<strong>ed</strong>e e patologia <strong>del</strong>le affezioni agli arti superiori <strong>del</strong><br />
nostro campione e <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> controllo. Le prevalenze riscontrate<br />
sono comunque molto basse nei due gruppi messi a confronto, quelle<br />
più elevate corrispondono alle affezioni notoriamente più frequenti come<br />
la periartrite scapolo-omerale (PSO). Nelle femmine <strong>del</strong> nostro<br />
campione i casi riscontrati <strong>di</strong> PSO sono stati in totale 10 (4.6%) contro<br />
gli 8 casi (1,8%) <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> riferimento. In particolare la prevalenza<br />
<strong>di</strong> PSO risulta pari a 7,1% nelle femmine > 35 anni <strong>del</strong> campione<br />
esaminato (rispetto al 2,3% <strong>del</strong>le femmine > 35 anni <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> controllo)<br />
e <strong>del</strong> 6,1% nei maschi > 35 anni (rispetto allo 0,6% dei maschi<br />
> 35 anni <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> controllo). Poiché il numero dei maschi risulta<br />
numericamente insufficiente, l’elaborazione statistica dei dati è stata<br />
effettuata solo per le femmine: χ 2 = 0,013; OR = 2,86 (1,10 - 7,43),<br />
p = 0,025. L’Odds Ratio evidenzia una <strong>di</strong>fferenza statisticamente significativa<br />
tra la prevalenza <strong>di</strong> PSO nel gruppo <strong>del</strong>le femmine esposte<br />
al rischio da movimentazione manuale <strong>di</strong> carichi rispetto a quelle non<br />
esposte. I casi riscontrati <strong>di</strong> sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale (STC) sono<br />
stati in totale 8 (2,9%) contro gli 8 casi (1,1%) <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> riferi-<br />
mento. In particolare la prevalenza <strong>di</strong> STC risulta pari a 4,4% nelle<br />
femmine > 35 anni <strong>del</strong> campione esaminato (rispetto al 3,0% <strong>del</strong>le<br />
femmine > 35 anni <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> controllo) e <strong>del</strong>l’1,9% nelle femmine<br />
sotto i 35 anni <strong>del</strong> campione esaminato (rispetto al all’assenza <strong>di</strong> casi<br />
nelle femmine sotto i 35 anni <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> controllo). L’elaborazione<br />
statistica dei dati è stata effettuata solo per le femmine: χ 2 = 1,9; OR =<br />
2,01 (0,71 - 5,74), p = 0,19. L’Odds Ratio evidenzia una <strong>di</strong>fferenza statisticamente<br />
non significativa tra la prevalenza <strong>di</strong> STC nel gruppo <strong>del</strong>le<br />
femmine esposte al rischio da movimentazione manuale <strong>di</strong> carichi<br />
rispetto a quelle non esposte.<br />
Discussione e conclusioni<br />
In conclusione, dalle analisi condotte sul rapporto esposizione - danno<br />
o <strong>di</strong>sturbo, emergono <strong>del</strong>le associazioni già note in letteratura fra <strong>di</strong>sturbi<br />
e/o patologie <strong>del</strong> rachide <strong>ed</strong> esposizioni al rischio movimentazione<br />
manuale <strong>di</strong> pazienti. Dal nostro stu<strong>di</strong>o emerge, comunque, una prevalenza<br />
per ernie <strong>di</strong>scali nelle femmine pari a 5,3% che risulta maggiore rispetto<br />
alla prevalenza <strong>di</strong> 3,7% riscontrata in letteratura su popolazioni<br />
non esposte (4).<br />
I casi raccolti con patologie a carico <strong>del</strong>l’articolazione scapolo-omerale<br />
nelle femmine oltre i 35 anni sono risultati statisticamente significativi<br />
rispetto ai controlli evidenziando un rischio per tale <strong>di</strong>stretto negli<br />
operatori addetti all’assistenza nelle case <strong>di</strong> riposo, in accordo con altri<br />
su<strong>di</strong> (5,6). Lo stu<strong>di</strong>o condotto suggerisce pertanto la necessità <strong>di</strong> allargare<br />
il protocollo sanitario per gli operatori addetti all’assistenza introducendo,<br />
oltre alla valutazione clinico-funzionale <strong>del</strong> rachide, anche la valutazione<br />
anamnestico-clinica per l’arto superiore, che consentirà <strong>di</strong> ponderare<br />
la prevalenza <strong>ed</strong> evitare eventuali sottostime <strong>del</strong> fenomeno.<br />
Bibliografia<br />
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Valutazione <strong>del</strong> rischio da movimentazione manuale <strong>di</strong> pazienti: primi<br />
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3) Battevi N, Menoni O, Vimercati C. The occurrence of muscoloskeletal<br />
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5) Maso S, Polato R, Furno M, Vangelista T, Volpin A, Saia B. Patologia<br />
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Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2002; 24: 4, 466-468.<br />
6) Uber D, Foradori M, Cognola M. Primi dati sulla patologia <strong>del</strong>la<br />
spalla in operatori esposti al rischio da movimentazione dei pazienti<br />
in <strong>di</strong>verse case <strong>di</strong> riposo <strong>del</strong> territorio <strong>di</strong> Trento M<strong>ed</strong> lav<br />
1999; 90, 2: 342-350.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
196 www.gimle.fsm.it<br />
C.R.N. Corrao 1 , A. Luzi, G. Marini<br />
Infortuni nel personale d’autoambulanza: aspetti epidemiologici<br />
1 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sperimentale e Patologia <strong>del</strong>l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />
RIASSUNTO. È stata effettuata una stima quantitativa degli<br />
infortuni occorsi in quattro anni in un gruppo <strong>di</strong> 824 addetti.<br />
L’evidenza <strong>di</strong> una quota significativa (30,1%) <strong>di</strong> infortuni da<br />
incidente stradale, suggerisce l’opportunità <strong>di</strong> azioni<br />
preventive mirate alla corretta manutenzione<br />
<strong>del</strong>l’autoambulanza, al controllo <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> comfort<br />
ambientale, all’organizzazione <strong>del</strong> lavoro e soprattutto<br />
all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni in grado <strong>di</strong> ridurre<br />
l’attenzione e la concentrazione, come l’uso <strong>di</strong> alcool e <strong>di</strong> altre<br />
sostanze.<br />
Parole chiave: infortuni, autisti <strong>di</strong> autoambulanza, aspetti<br />
epidemiologici.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
ACCIDENTS IN AMBULANCE EMPLOYEES: EPIDEMIOLOGICAL ASPECTS.<br />
The accidents have been esteem<strong>ed</strong> that are verifi<strong>ed</strong> in four years<br />
in a group of 824 employees.The study has underlin<strong>ed</strong> a<br />
meaningful percentage (30,1%) of road accidents. This suggests<br />
the opportunity of contemplate preventive actions: correct<strong>ed</strong><br />
maintenance of the ambulance, control of the con<strong>di</strong>tions of<br />
environmental comfort, organization of the job, in<strong>di</strong>vidualization<br />
of con<strong>di</strong>tions that r<strong>ed</strong>uces the attention and the concentration, as<br />
the use of alcohol and of other substances.<br />
Key words: accidents, ambulance employees, epidemiological<br />
aspects.<br />
Introduzione e scopo <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o<br />
Nel settore sanitario gli infortuni denunciati nel nostro paese evidenziano<br />
negli ultimi anni un vistoso trend, attestandosi nel 2002 all’11% <strong>del</strong><br />
totale degli infortuni denunciati (4). A fronte <strong>del</strong>l’interesse suscitato dal<br />
fenomeno infortunistico in tale settore, testimoniato dai numerosi stu<strong>di</strong><br />
effettuati su lavoratori osp<strong>ed</strong>alieri, è evidente viceversa una marcata carenza<br />
con riferimento al personale d’autoambulanza che, per le caratteristiche<br />
<strong>di</strong> emergenza e <strong>di</strong> impreve<strong>di</strong>bilità che connotano le svariate operazioni<br />
<strong>di</strong> soccorso, presenta verosimilmente un rischio infortunistico non<br />
trascurabile. Il lavoro in oggetto ha pertanto lo scopo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re<br />
questo aspetto, allo scopo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare gli eventi causali più rappresentati<br />
e necessari <strong>di</strong> maggiore tutela prevenzionistica.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
I dati, ricavati dal registro degli infortuni, hanno riguardato 824 addetti<br />
a <strong>di</strong>verse mansioni (260 autisti, 291 infermieri e 273 barellieri). Le<br />
osservazioni sono state condotte in un arco temporale <strong>di</strong> quattro anni, nell’ambito<br />
<strong>di</strong> ciascuno dei quali è stata effettuata una stima quantitativa <strong>di</strong><br />
essi attraverso il calcolo degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> incidenza, <strong>di</strong> prevalenza, <strong>di</strong> gravità<br />
e <strong>di</strong> durata me<strong>di</strong>a, previa <strong>di</strong>stribuzione degli infortuni per mansione<br />
e per tipologia causale.<br />
Risultati e considerazioni<br />
I dati (Tabb. I-III), consentono <strong>di</strong> osservare che: 1) complessivamente<br />
gli infortuni e gli in<strong>di</strong>ci stimati mostrano un decremento solo<br />
nell’ultimo anno <strong>di</strong> osservazione, dove gli infortuni hanno interessato<br />
l’1,6% dei soggetti; 2) anche la durata me<strong>di</strong>a degli infortuni ha evidenziato<br />
un vistoso decremento nell’ultimo anno, ad eccezione degli<br />
infermieri; 3) nei quattro anni <strong>di</strong> osservazione gli infortuni più rappresentati<br />
nelle tre mansioni sono stati quelli da caduta (34,9%) e da incidente<br />
<strong>del</strong>l’autoambulanza (30,1%), seguiti dagli infortuni da urto<br />
(14,4%), da sforzo (11,4%), da errore con rischio biologico (8,4%).<br />
Nel complesso lo stu<strong>di</strong>o conferma l’ipotesi iniziale, evidenziando una<br />
realtà infortunistica <strong>di</strong>versa da quella osp<strong>ed</strong>aliera, dove gli infortuni da<br />
errore con rischio biologico sono notoriamente quelli più rappresentati<br />
(3). Nel caso specifico, viceversa, il carattere a tipologia incidentistica<br />
stradale <strong>di</strong> gran parte degli infortuni, offre lo spunto per riflettere<br />
sull’importanza <strong>di</strong> altri aspetti prevenzionistici, quali quelli mirati<br />
ad ottimizzare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> guida (manutenzione dei mezzi <strong>di</strong> soccorso<br />
utilizzati, controllo <strong>del</strong> comfort ambientale, organizzazione <strong>del</strong><br />
lavoro con rotazione degli autisti nelle zone e negli orari a maggiore<br />
traffico stradale, etc.), cui si associa l’importanza <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co<br />
competente nella valutazione <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni psico-fisiche <strong>del</strong>l’autista,<br />
con particolare riguardo ai fattori <strong>di</strong> rischio in grado <strong>di</strong> ridurre i livelli<br />
<strong>di</strong> attenzione, <strong>di</strong> concentrazione e <strong>di</strong> adattamento alle <strong>di</strong>verse situazioni<br />
<strong>di</strong> soccorso in emergenza (abuso <strong>di</strong> alcool, uso <strong>di</strong> sostanze<br />
psicotrope, etc.) (1, 2).
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 197<br />
Bibliografia<br />
TIPOLOGIA INFORTUNI<br />
1) Alexander DA, Klein S. Ambulance personnel and critical incidents:<br />
impact of accident and emergency work on mental health and emotional<br />
well-being. Br J Psichiatry 2001; 178:76-81.<br />
2) Corrao CRN, Marini G, Marini P, Cirella F, Galanti A, Costa M. Il la-<br />
Tabella I. Distribuzione degli infortuni negli autisti<br />
N.° INFORTUNI<br />
I° ANNO II° ANNO III° ANNO IV° ANNO<br />
TOTALE<br />
Incidente ambulanza 4 (36,6%) 5 (27,7%) 4 (33,3%) 1 (16,6%) 14 (29,8%)<br />
Caduta 2 (18,2%) 7 (38,8%) 6 (50,0%) 1 (16,6%) 16 (34,0%)<br />
Urto 1 (9%) 3 (16,6%) 1 (8,3%) 3 (50,0%) 8 (17,0%)<br />
Sforzo 4 (36,4%) 1 (5,6%) 1 (8,3%) 1 (16,6%) 7 (14,9%)<br />
Errore con rischio biologico – 1 (5,6%) – – 1 (2,1%)<br />
Altro – 1 (5,6%) – 1 1 (2,1%)<br />
TOTALE 11 (100) 18 (100) 12 (100) 6 (100) 47 (100)<br />
In<strong>di</strong>ce incidenza 4,2 6,9 4,6 2,3 18,0<br />
In<strong>di</strong>ce frequenza 2,5 4,6 2,7 1,3 2,7<br />
Durata me<strong>di</strong>a 45,5 44,6 24,3 8,3 35,7<br />
TIPOLOGIA INFORTUNI<br />
Tabella II. Distribuzione degli infortuni negli infermieri<br />
N.° INFORTUNI<br />
I° ANNO II° ANNO III° ANNO IV° ANNO<br />
TOTALE<br />
Incidente ambulanza 8 (47,0%) 5 (20,8%) 9 (34,6%) – 22 (30,9%)<br />
Caduta 7 (41,1%) 13 (54,1%) 7 (26,9%) 1 (25,0%) 28 (39,4%)<br />
Urto – 3 (12,5%) 5 (19,2%) – 8 (11,2%)<br />
Sforzo 1 (5,8%) 2 (8,3%) 1 (3,8%) 2 (50,0%) 6 (8,4%)<br />
Errore con rischio biologico 1 (5,8%) 1 (4,1%) 4 (15,3%) 1 (25.0) 7 (9,8%)<br />
Altro – 1 (4,1%) – – 1 (1,4%)<br />
TOTALE 17 (100) 24 (100) 26 (100) 4 (100) 71 (100)<br />
In<strong>di</strong>ce incidenza 5,8 8,2 8,9 1,3 24,3<br />
In<strong>di</strong>ce frequenza 3,5 4,9 5,3 0,8 3,6<br />
Durata me<strong>di</strong>a 45,0 20,5 24,3 34,2 27,1<br />
TIPOLOGIA INFORTUNI<br />
Tabella III. Distribuzione degli infortuni nei barellieri<br />
N.° INFORTUNI<br />
I° ANNO II° ANNO III° ANNO IV° ANNO<br />
TOTALE<br />
Incidente ambulanza 4 (25,0%) 5 (38,4%) 4 (26,6%) 1 (25,0%) 14 (29,1%)<br />
Caduta 6 (37,5%) 1 (7,6%) 7 (46,6%) – 14 (29,1%)<br />
Urto 2 (12,5%) 4 (30,7%) 1 (6,6%) 1 (25,0%) 8 (16,6%)<br />
Sforzo 2 (12,5%) 1 (7,6%) 1 (6,6%) 2 (50,0%) 6 (12,5%)<br />
Errori con rischio biologico 2 (12,5%) 2 (15,3%) 2 (13,3%) – 6 (12,5%)<br />
Altro – – – – –<br />
TOTALE 16 (100) 13 (100) 15 (100) 4 (100) 48 (100)<br />
In<strong>di</strong>ce incidenza 5,8 4,7 5,4 1,4 17,5<br />
In<strong>di</strong>ce frequenza 3,5 2,8 3,2 0,8 2,6<br />
Durata me<strong>di</strong>a 48,3 28,8 21,8 7,25 31,3<br />
voro in autoambulanza. Aspetti occupazionali <strong>del</strong> lavoro in autoambulanza:<br />
l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro e l’ambiente <strong>di</strong> lavoro. Pronto<br />
Soccorso 1994; 6: 26-29.<br />
3) Corrao CRN, Durante C, Preite PA, F<strong>ed</strong>erici F, Carassiti S, Paolucci M, Tomei<br />
F. Infortuni in ambiente osp<strong>ed</strong>aliero. Folia Me<strong>di</strong>ca 2000; VI: 109-114.<br />
4) INAIL. Efficienza e sicurezza: i no<strong>di</strong> <strong>del</strong>la Sanità.Dati INAIL sull’andamento<br />
degli infortuni sul lavoro 20<strong>03</strong>; 1:1.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
198 www.gimle.fsm.it<br />
C.R.N. Corrao 1 , B. Di Simone Di Giuseppe 2<br />
Esposizione a rumore nella lavorazione <strong>del</strong> caffè alla luce <strong>del</strong>l’attuale<br />
normativa comunitaria<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />
1 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sperimentale e Patologia<br />
2 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze <strong>di</strong> Sanità Pubblica<br />
RIASSUNTO. È stata effettuata una stima quantitativa<br />
<strong>del</strong>l’esposizione a rumore (attraverso il calcolo <strong>del</strong> Lep,d) e<br />
degli esami au<strong>di</strong>ometrici (con utilizzo <strong>del</strong> metodo MPB 2002)<br />
in addetti alla lavorazione <strong>del</strong> caffè, sia perché scarsamente<br />
stu<strong>di</strong>ati sotto questo profilo, sia allo scopo <strong>di</strong> confrontare i dati<br />
rilevati con i “valori limite <strong>di</strong> esposizione” e i “valori <strong>di</strong><br />
esposizione che fanno scattare l’azione” contemplati nella<br />
recente <strong>di</strong>rettiva europea n. 20<strong>03</strong> <strong>del</strong> 6 febbraio 20<strong>03</strong>.<br />
L’evidenza <strong>di</strong> livelli <strong>di</strong> rumore in prossimità <strong>del</strong>le macchine al<br />
<strong>di</strong> sotto dei valori inferiori <strong>di</strong> esposizione che fanno scattare<br />
l’azione e l’assenza <strong>di</strong> effetti u<strong>di</strong>tivi indotti dal rumore,<br />
suggeriscono comunque l’opportunità <strong>di</strong> estendere le<br />
osservazioni su altri cicli lavorativi simili, allo scopo <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>re anche la valutazione <strong>di</strong> eventuali altri rischi<br />
riferiti in letteratura, come le allergie cutanee e respiratorie.<br />
Parole chiave: esposizione professionale, rumore, <strong>di</strong>rettiva<br />
comunitaria.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
NOISE EXPOSURE IN EMPLOYED TO THE COFFEE’S WORKMANSHIP<br />
ACCORDING TO ACTUAL EUROPEAN DIRECTIVE. And’ is stu<strong>di</strong><strong>ed</strong> the<br />
noise exposure (with the calculation of the Lep,d) and the<br />
au<strong>di</strong>tory function (with the method MPB 2002) in employ<strong>ed</strong> to<br />
the coffee’s workmanship. The purpose was double. To deepen<br />
aspects a little stu<strong>di</strong><strong>ed</strong> thin to today and to compare the results<br />
with the “values limit of exposure” and the “values of exposure<br />
that make to go off the action” foreseen by the European<br />
<strong>di</strong>rective 20<strong>03</strong> of February 6 th 20<strong>03</strong>. The data have underlin<strong>ed</strong><br />
levels of noise below the inferior values of exposure that make to<br />
go off the action (80 dBAs) and absence of au<strong>di</strong>tory effects from<br />
noise. The results suggest therefore the opportunity to extend the<br />
observations in other similar technological cycles, also to<br />
appraise other risks report<strong>ed</strong> in literature as the cutaneous and<br />
respiratory allergies.<br />
Key words: occupational exposure, noise, European <strong>di</strong>rective.<br />
Introduzione e scopo <strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o<br />
La <strong>di</strong>rettiva europea n. 20<strong>03</strong> <strong>del</strong> 6 febbraio 20<strong>03</strong> sulle “Prescrizioni minime<br />
<strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi<br />
derivanti dagli agenti fisici (rumore) (<strong>di</strong>ciassettesima <strong>di</strong>rettiva particolare ai<br />
sensi <strong>del</strong>l’art. 16, par. 1, <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva 89/391/CEE)” introduce importanti<br />
novità in tema <strong>di</strong> “valori limite <strong>di</strong> esposizione” e <strong>di</strong> “valori <strong>di</strong> esposizione<br />
che fanno scattare l’azione” previsti dall’art. 3 (comma 1, punti a e b), con i<br />
quali dovranno confrontarsi le realtà lavorative degli stati membri, dopo recepimento<br />
e adeguamento <strong>del</strong>le proprie norme nazionali in materia (1,2). Il<br />
lavoro in oggetto ha lo scopo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esposizione<br />
lavorativa a rumore in un ciclo lavorativo poco stu<strong>di</strong>ato, quale è quello <strong>del</strong>la<br />
lavorazione <strong>del</strong> caffè, alla luce dei recenti dettami comunitari suin<strong>di</strong>cati.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Dopo approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong> ciclo tecnologico specifico, sono state in<strong>di</strong>viduate<br />
le fasi lavorative con potenziale esposizione a rumore per gli<br />
addetti, esposizione attribuibile alla presenza <strong>di</strong> macchine (2). È stata<br />
quin<strong>di</strong> effettuata una stima quantitativa dei livelli <strong>di</strong> esposizione, attraverso<br />
il calcolo <strong>del</strong> Lep,d (dBA), nelle aree in cui operano tali macchine,<br />
utilizzando per le misure un fonometro integratore <strong>di</strong> classe 1 I.E.C. È<br />
stata inoltre valutata la funzione u<strong>di</strong>tiva dei soggetti esposti con au<strong>di</strong>ometria<br />
tonale liminare e lettura degli esami au<strong>di</strong>ometrici per l’in<strong>di</strong>viduazione<br />
<strong>di</strong> ipoacusie con il metodo MPB 2002 (Merluzzi-Pira-Bosio) proposto<br />
dalle recenti linee-guida <strong>del</strong>la SIMLII (4).<br />
Risultati e considerazioni<br />
I dati relativi ai Lep,d (Tab. I) si riferiscono alle aree lavorative (“tostatura”,<br />
“macinazione” e “confezionamento”), caratterizzate dalla presenza<br />
<strong>di</strong> macchine in<strong>di</strong>viduate come potenziali sorgenti <strong>di</strong> rumorosità,<br />
mentre i risultati au<strong>di</strong>ometrici effettuati sui 42 addetti (18 magazzinieri,<br />
22 operai specializzati e 2 tecnici) sono riportati in Tab. II.<br />
I dati ambientali rilevano lievissime <strong>di</strong>fferenze tra le aree dove avvengono<br />
la tostatura e la macinazione <strong>del</strong> caffè, mentre livelli poco più elevati<br />
sono stati riscontrati nella zona <strong>del</strong> confezionamento. Nel complesso comunque<br />
i livelli <strong>di</strong> esposizione giornaliera a rumore sono risultati, anche<br />
nei valori massimi, tutti al <strong>di</strong> sotto dei valori inferiori <strong>di</strong> esposizione che<br />
fanno scattare l’azione, fissati dalla <strong>di</strong>rettiva comunitaria a 80 dB(A).<br />
In linea con i dati ambientali si collocano i risultati degli esami au<strong>di</strong>ometrici,<br />
che evidenziano alterazioni u<strong>di</strong>tive in tre soggetti (due operai specializzati<br />
e un tecnico, pari al 7,14% degli addetti) <strong>del</strong> tipo presbioacusia. Con<br />
riferimento all’età anagrafica e all’anzianità lavorativa essi risultano infatti<br />
appartenere alle classi più elevate (rispettivamente > 50 anni e > 25 anni).<br />
Lo stu<strong>di</strong>o evidenzia una scarsa rilevanza <strong>del</strong> rischio rumore nel ciclo<br />
tecnologico stu<strong>di</strong>ato e assenza <strong>di</strong> affetti u<strong>di</strong>tivi ad esso riconducibili negli<br />
addetti, suggerendo l’opportunità <strong>di</strong> estendere le osservazioni su altri<br />
cicli lavorativi simili, allo scopo <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re l’identificazione e la<br />
stima <strong>di</strong> altri fattori <strong>di</strong> rischio riferiti in letteratura, come quelli allergologici,<br />
sia cutanei che respiratori (1, 3).
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 199<br />
Bibliografia<br />
LAeq<br />
dB(A)<br />
Lep,d<br />
dB(A)<br />
Tabella I. Sintesi dei risultati relativi ai livelli <strong>di</strong> esposizione a rumore<br />
Tabella II. Distribuzione degli addetti e sintesi dei risultati au<strong>di</strong>ometrici<br />
1) Caballero T, Garcia-Ara C, Pascual C et al. Urticaria induc<strong>ed</strong> by caffeine.<br />
J Investig Allergol Clin Immunol 1993; 3: 160-162.<br />
2) Direttiva <strong>del</strong> Parlamento europeo e Consiglio 6 febbraio 20<strong>03</strong> n.<br />
20<strong>03</strong>/10/CE “Sulle prescrizioni minime <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> salute relative<br />
all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici<br />
(rumore) (<strong>di</strong>ciassettesima <strong>di</strong>rettiva particolare ai sensi <strong>del</strong>l’art. 16,<br />
par. 1, <strong>del</strong>la <strong>di</strong>rettiva 89/391/CEE)” G.U.C.E 15 febbraio 20<strong>03</strong> n. L 42<br />
3) Lemiere C, Malo JL, McCants M et al. Occupational asthma caus<strong>ed</strong><br />
by roast<strong>ed</strong> coffee: immunologic evidence that roast<strong>ed</strong> coffee contains<br />
the same antigens as green coffee, but a lower concentration. J Allergy<br />
Clin Immunol 1996; 98: 464-466.<br />
AREE LAVORATIVE<br />
TOSTATURA MACINAZIONE CONFEZIONAMENTO<br />
N.° MISURE 24 24 24<br />
range 72,1-73,7 73,0-74,1 74,9-76,8<br />
me<strong>di</strong>a 72,2 73,7 75,5<br />
DS 0,9 1,0 0,7<br />
range 66,7-70,2 68,6-72,0 68,9-73,4<br />
me<strong>di</strong>a 68,4 70,5 71,2<br />
DS 1,2 1,0 1,3<br />
ADDETTI<br />
Magazzinieri Operai specializzati Tecnici<br />
N° SOGGETTI 18 22 2<br />
Età Range 25-41 35 -54 47 -56<br />
Anagrafica Me<strong>di</strong>a 33,1 42,7 50,5<br />
(anni) DS 6,1 7,3 3,5<br />
Anzianità Range 7-21 5,1-30,4 5,6-29,2<br />
lavorativa Me<strong>di</strong>a 10,3 18,6 17,2<br />
(anni) DS 2,8 4,2 2,8<br />
Classi au<strong>di</strong>ometriche Classe 0 Classe 0 (20 soggetti) Classe 0 (1 soggetto)<br />
e relativo n.° soggetti (18 soggetti) Classe 8 (2 soggetti) Classe 8 (1 soggetti)<br />
4) Merluzzi F, Apostoli P, Bartolucci G B et al. Linee guida per la<br />
prevenzione dei danni u<strong>di</strong>tivi da rumore in ambiente <strong>di</strong> lavoro. Atti<br />
Convegno Nazionale “Aggiornamento <strong>ed</strong> Accre<strong>di</strong>tamento in<br />
Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>. Presentazione <strong>del</strong>le prime linee guida tematiche<br />
per l’attività <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro, Torino 27-28 maggio<br />
2002, 4 - 107.<br />
5) Decreto Legislativo n. 277 <strong>del</strong> 15 agosto 1991. Attuazione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>rettive<br />
n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n.<br />
86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia <strong>di</strong> protezione dei lavoratori<br />
contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici<br />
durante il lavoro, a norma <strong>del</strong>l’art. 7 <strong>del</strong>la legge 30 luglio 1990,<br />
n. 212. Supplemento Orinario alla Gazzetta Ufficiale <strong>del</strong>la Repubblica<br />
Italiana n. 200 <strong>del</strong> 27/6/1991.<br />
6) Thorn J. Il caffè: Tecniche nuove. Apple Press, London 1997.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
200 www.gimle.fsm.it<br />
N.V. Mennoia 1 , P. Orofino 2 , C.M. Minelli 1 , G. Iannello 2 , S.M. Candura 1<br />
Disabilità e me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro: definizioni, ambiti, esempi operativi<br />
1 Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia<br />
2 Direzione Sociale - Azienda Sanitaria Locale <strong>di</strong> Pavia<br />
RIASSUNTO. Nel 20<strong>03</strong>, anno <strong>del</strong> <strong>di</strong>sabile, stupisce la scarsità<br />
<strong>di</strong> iniziative per sensibilizzare e approfon<strong>di</strong>re, specie in ambito<br />
lavorativo e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro, il tema <strong>del</strong>la <strong>di</strong>sabilità.<br />
Questo scritto vorrebbe suscitare riflessioni e incentivare più<br />
approfon<strong>di</strong>te trattazioni <strong>del</strong>l’argomento fornendo,<br />
sinteticamente, un contributo sulle multiformi relazioni tra<br />
me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro e lavoratore <strong>di</strong>sabile attraverso la<br />
complessa normativa in materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto al lavoro. Dense <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fficoltà attuative e interpretative le leggi, a loro volta,<br />
impongono molteplicità <strong>di</strong> ruolo professionale al me<strong>di</strong>co <strong>del</strong><br />
lavoro.<br />
Sono fatti alcuni cenni storiografici sulla figura <strong>del</strong>l’uomo<br />
affetto da patologia invalidante attraverso il mutare<br />
<strong>del</strong>l’atteggiamento sociale nei suoi confronti e <strong>del</strong>l’immagine<br />
da esso assunta nel corso dei secoli; <strong>di</strong> seguito si definiscono i<br />
principali aspetti terminologici propri <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sabilità secondo la vigente normativa; si entra in ambiti che<br />
v<strong>ed</strong>ono progressivamente comparire la figura <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co <strong>del</strong><br />
lavoro negli aspetti <strong>di</strong>agnostico-certificativi, <strong>di</strong> tutela dei <strong>di</strong>ritti<br />
morali e legislativi, <strong>di</strong> prevenzione e sorveglianza sanitaria <strong>del</strong><br />
<strong>di</strong>sabile che lavora; in ultimo si esporranno brevemente alcune<br />
esperienze professionali degli autori, svolte in ambito<br />
certificativo ambulatoriale, <strong>di</strong> riconoscimento me<strong>di</strong>co-legale e<br />
<strong>di</strong> mero inserimento lavorativo.<br />
Parole chiave: <strong>di</strong>sabilità, me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
DISABILITY AND OCCUPATIONAL MEDICINE: DEFINITIONS AND<br />
OPERATIVE EXAMPLES. 20<strong>03</strong> is the year of <strong>di</strong>sability. This paper<br />
briefly illustrates the multiform relationships between<br />
occupational me<strong>di</strong>cine and <strong>di</strong>sability, <strong>di</strong>scussing the complex<br />
legislation on this matter. A historiographic account is present<strong>ed</strong><br />
of the image of the <strong>di</strong>sabl<strong>ed</strong> in<strong>di</strong>vidual through the centuries.<br />
The main terms regar<strong>di</strong>ng <strong>di</strong>sability are defin<strong>ed</strong> accor<strong>di</strong>ng to<br />
current legislation. Current Italian laws are <strong>di</strong>fficult to interpret<br />
and to be put into effect. In this process, the occupational<br />
physician may be ask<strong>ed</strong> to perform several duties, inclu<strong>di</strong>ng<br />
<strong>di</strong>agnosis and certification, fitting the <strong>di</strong>sabl<strong>ed</strong> to work,<br />
safeguar<strong>di</strong>ng his/her moral and legislative rights, prevention and<br />
sanitary surveillance. Some professional experiences of the<br />
authors (regar<strong>di</strong>ng certification of the working capability,<br />
me<strong>di</strong>co-legal recognition, and adaptation to work) are finally<br />
present<strong>ed</strong>.<br />
Key words: <strong>di</strong>sability, occupational me<strong>di</strong>cine.<br />
Cenni storico-sociologici<br />
Nel corso <strong>del</strong>la storia il significato <strong>di</strong>, per qualsiasi causa, persona<br />
invalida ha subito alterne vicende cambiamenti, sia evolutivi sia involutivi;<br />
la rappresentazione sociale così come l’atteggiamento nei confronti<br />
<strong>del</strong> <strong>di</strong>sabile, o comunque <strong>del</strong> <strong>di</strong>verso, hanno subito variazioni legate alla<br />
cultura, alla religione, alla politica dei tempi: segno <strong>del</strong> peccato, monstrum,<br />
ossia monito <strong>di</strong> Dio (ebrei precristiani); errore <strong>del</strong>la natura (Aristotele,<br />
Seneca); r<strong>ed</strong>enzione (paleocristianesimo); figlio <strong>del</strong>la colpa, collera<br />
<strong>di</strong> Dio, influenza dei demoni (Me<strong>di</strong>oevo); seme infetto, traumi e<br />
immaginazione <strong>del</strong>le gravide (Rinascimento); curiosità e oggetto <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o razionale con ru<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> ri<strong>ed</strong>ucazione (Età dei “Lumi”); non<br />
produttivo da rinchiudere in particolari nosocomi (Età Romantica);<br />
“minorato” da recuperare in contesti separati (prima metà XX secolo);<br />
<strong>di</strong>verso da proteggere, riconoscimenti, <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> inserimento al<br />
lavoro (seconda metà XX secolo) (1, 2).<br />
Disabilità: cifre, terminologia e normativa<br />
Dati non definitivi ISTAT 2002 (3) riportano che in Italia le persone<br />
con <strong>di</strong>sabilità in età lavorativa (15-64 anni) sono oltre 600 mila, <strong>di</strong> cui il<br />
17,4% risulta essere occupato; il 18% degli occupati con <strong>di</strong>sabilità <strong>di</strong>chiara<br />
<strong>di</strong> aver usufruito <strong>del</strong> collocamento per le categorie protette sia ex<br />
lege 482/68 sia 68/99: è importante evidenziare che ben il 98% <strong>di</strong> coloro<br />
che hanno <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> non essere occupati afferma che vorrebbe lavorare<br />
se ci fossero le con<strong>di</strong>zioni adeguate.<br />
Essenziali, per la comprensione <strong>del</strong>le definizioni normative inerenti<br />
alla <strong>di</strong>sabilità, sono, nella loro semplicità, i termini:<br />
– vali<strong>di</strong>tà intesa come sinonimo <strong>di</strong> salute (1948 dall’assemblea <strong>del</strong>le Nazioni<br />
Unite) ossia “stato <strong>di</strong> completo benessere psico-fisico e sociale”<br />
nello svolgimento <strong>di</strong> qualsiasi attività lavorativa <strong>ed</strong> extra-lavorativa (4);<br />
– capacità lavorativa ossia “la vali<strong>di</strong>tà psico-fisica” o l’efficienza psicosomatica<br />
allo svolgimento <strong>di</strong> attività lavorative”. Con la normativa<br />
attuale la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà passerebbe, dal presupposto giuri<strong>di</strong>co<br />
nella riduzione <strong>del</strong>la capacità <strong>di</strong> lavoro (5), alla corretta definizione<br />
<strong>del</strong>la capacità lavorativa propria <strong>del</strong> <strong>di</strong>sabile avente <strong>di</strong>ritto (6).<br />
– La capacità lavorativa da generica a semispecifica e specifica, risente<br />
nel tempo prevalentemente <strong>di</strong> due parametri peculiari: l’età (che<br />
riguarda tutti) e la patologia (che riguarda particolarmente il <strong>di</strong>sabile)<br />
nelle sue particolari caratteristiche evolutive temporali (7).<br />
– Disabile secondo l’OMS nell’ICF 2001: l’OMS abbandona definitivamente<br />
il termine han<strong>di</strong>cap, per la sua connotazione <strong>di</strong> negatività, e<br />
definisce il <strong>di</strong>sabile come “persona con <strong>di</strong>fficoltà nell’espletare almeno<br />
una <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong>la vita quoti<strong>di</strong>ana (ADL)” (8).<br />
– Disabile in Invali<strong>di</strong>tà Civile: “…persone in età lavorativa affette da<br />
minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap intellettivo,<br />
che comportino una riduzione <strong>del</strong>la capacità lavorativa superiore<br />
al 45 per cento, persone non v<strong>ed</strong>enti e sordomute” (9).<br />
– Disabile secondo l’INAIL: “…persone invalide <strong>del</strong> lavoro con un<br />
grado <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà superiore al 33 per cento” (9).<br />
– Disabile in Commissione Me<strong>di</strong>ca Osp<strong>ed</strong>aliera: “…persona invalida<br />
<strong>di</strong> guerra, invalida civile <strong>di</strong> guerra e invalida per servizio” (9).
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 201<br />
Diritto al lavoro <strong>del</strong> <strong>di</strong>sabile: “possono ottenere l’iscrizione negli<br />
elenchi <strong>del</strong> collocamento obbligatorio le persone <strong>di</strong>sabili che abbiano<br />
compiuto i quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> età e che non abbiano raggiunto l’età pensionabile<br />
…per il settore pubblico e per il settore privato (10). Il <strong>di</strong>ritto al lavoro<br />
si attuerebbe ex legge 68/99 attraverso tre passaggi obbligati:<br />
Le commissioni preposte ASL, nelle quali figura obbligatoriamente<br />
il me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro (10), operano la definizione <strong>del</strong>la idoneità alla<br />
mansione espletabili al 100% <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà dal <strong>di</strong>sabile, proprio come<br />
i lavoratori cosiddetti “normali” (cioè le mansioni che valorizzino<br />
al massimo la sua capacità lavorativa “specifica” e “secondo le<br />
attitu<strong>di</strong>ni”);<br />
il Comitato Tecnico Provinciale <strong>del</strong>la Massima Occupazione, opera<br />
la coincidenza <strong>di</strong> tali idoneità alle segnalazioni obbligatorie <strong>del</strong><br />
mondo <strong>del</strong> lavoro per in<strong>di</strong>carne le specifiche collocazioni (12);<br />
il Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Competente è chiamato ad esprimere l’ultima<br />
parola riguardo alla idoneità alla mansione specifica <strong>ed</strong> ai presi<strong>di</strong> da<br />
adottare, affinché la capacità produttiva <strong>del</strong> <strong>di</strong>sabile sia confacente alla<br />
collocazione obbligatoria-quota <strong>di</strong> riserva (13) presso l’azienda in<br />
cui opera.<br />
Il me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro<br />
Il me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro negli ambiti descritti, e non solo, opera professionalmente,<br />
con e per il <strong>di</strong>sabile, a tutto campo in qualità <strong>di</strong>:<br />
Organo <strong>di</strong> vigilanza ASL territoriale<br />
Membro <strong>del</strong>le Commissioni <strong>di</strong> riconoscimento (ASL, INAIL etc.) dei<br />
<strong>di</strong>ritti <strong>del</strong> <strong>di</strong>sabile e <strong>del</strong> portatore <strong>di</strong> grave patologia in età lavorativa<br />
Membro <strong>del</strong> Comitato Tecnico Provinciale<br />
Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> UOOML<br />
Organo Universitario <strong>di</strong> 2° livello<br />
CTU/CTP<br />
Me<strong>di</strong>co INAIL<br />
Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> Competente (MLC)<br />
In sintesi, l’attività professionale <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro richi<strong>ed</strong>e<br />
quanto mai solide basi <strong>di</strong> formazione universitaria e continui aggiornamenti,<br />
non solo riguardo a settori <strong>di</strong> pertinenza me<strong>di</strong>ca, ma anche tecnologica,<br />
chimico-fisica, ambientale e, non da ultimo, legale. Una riflessione<br />
particolare merita il ruolo <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro competente:<br />
egli rappresenta la verifica, la conclusiva valutazione <strong>del</strong>la compatibilità<br />
tra il <strong>di</strong>sabile e la mansione a cui dovrebbe essere de<strong>di</strong>cato, secondo<br />
l’offerta <strong>del</strong>l’azienda e le specifiche scelte dei Comitati Tecnici; il<br />
definitivo giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità specifica, <strong>di</strong> quel determinato <strong>di</strong>sabile<br />
per quella determinata mansione, spetta al me<strong>di</strong>co competente; nel merito<br />
<strong>del</strong>l’iter descritto che conduce al collocamento mirato il <strong>di</strong>sabile,<br />
sua è la cosiddetta “ultima parola”.<br />
Esperienza professionale<br />
A conferma degli interventi a tutto campo <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro in<br />
tema <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità riportiamo in estrema sintesi alcune attività professionali<br />
degli autori nell’ambito <strong>del</strong> pavese.<br />
La Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>l’Ateneo<br />
pavese, tra i corsi <strong>di</strong> formazione già programmati per i suoi specializzan<strong>di</strong>,<br />
a partire dall’Anno Accademico 2002-2002 ha istituito un corso<br />
ad hoc sul tema “Disabilità e <strong>Lavoro</strong>” e, presso la Divisione <strong>di</strong> la Me<strong>di</strong>cina<br />
<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>del</strong>la Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS - Istituto<br />
Scientifico <strong>di</strong> Pavia (con la collaborazione dei Servizi <strong>di</strong> Terapia Occupazionale,<br />
Riabilitazione Visiva, Psicologia e <strong>di</strong> consulenza psichiatrica),<br />
nel biennio 2000-2001 ha valutato 591 <strong>di</strong>sabili. Le finalità, <strong>di</strong> queste ultime<br />
valutazioni, sono state <strong>di</strong> documentare a mezzo congrua certificazione<br />
me<strong>di</strong>ca: la possibilità <strong>di</strong> accesso ad eventuali riconoscimenti <strong>di</strong> legge<br />
propri <strong>del</strong> <strong>di</strong>sabile; eventuali riscontri <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi funzionali che avessero<br />
richiesto una collocazione mirata nel mondo <strong>del</strong> lavoro; eventuali<br />
scompensi adattativi procurati dalla menomazione riguardo alla mansione<br />
abitualmente svolta.<br />
I me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro operanti presso l’ASL pavese hanno cooperato<br />
dal luglio 2001 con il servizio <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Legale <strong>del</strong>la stessa ASL e con<br />
un me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invali<strong>di</strong><br />
Civili) per adempire alle normative riguardo al riconoscimento <strong>del</strong><br />
grado <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà (14) e degli specifici in<strong>di</strong>rizzi per la valutazione <strong>del</strong>la<br />
capacità lavorativa globale dei <strong>di</strong>sabili in s<strong>ed</strong>e commissioni ex L. 68/99.<br />
Il Servizio Inserimento Lavorativo <strong>del</strong>l’ASL <strong>di</strong> Pavia, ad opera dei<br />
suoi operatori sociali e psicologi e con la collaborazione <strong>di</strong>vulgativa <strong>del</strong><br />
Centro Inter<strong>di</strong>sciplinare sulle Problematiche <strong>del</strong>l’Han<strong>di</strong>cap <strong>del</strong>l’Università<br />
<strong>di</strong> Pavia (15), ha esercitato il suo mandato permettendo il pieno recupero<br />
al lavoro, attraverso l’istituzione <strong>di</strong> corsi formazione lavoro e <strong>di</strong><br />
borse lavoro, <strong>di</strong> numerosi <strong>di</strong>sabili affetti da gravi patologie motorie, sensoriali,<br />
neuro-psichiche spesso non <strong>di</strong>sgiunte da pesanti problematiche <strong>di</strong><br />
inserimento alla mansione; quest’ultime risolte solo con la in<strong>di</strong>spensabile<br />
collaborazione dei MLC <strong>del</strong>le aziende coinvolte nell’assunzione.<br />
Considerazioni conclusive<br />
Appare indubbia la necessità <strong>di</strong> un avvicinamento me<strong>di</strong>co professionale<br />
quanto mai multi<strong>di</strong>sciplinare alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità espressa<br />
dal lavoratore, con<strong>di</strong>zione che il legislatore definisce dettagliatamente nei<br />
vari aspetti <strong>del</strong> <strong>di</strong>ritto; tuttavia molteplici sono le problematiche interpretative<br />
e attuative <strong>del</strong>le leggi vigenti, in tema <strong>di</strong> collocamento al lavoro <strong>del</strong><br />
<strong>di</strong>sabile, che la pletora <strong>di</strong> decreti o circolari e linee guida post L. 68/99<br />
non sono riuscite a <strong>di</strong>panare: il parere degli autori è che dette problematiche<br />
dovrebbero essere <strong>di</strong>scusse e, per quanto possibile, risolte nel dettaglio<br />
in consessi specifici <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro.<br />
In ogni caso occorre imparare che (a prescindere da leggi più o meno<br />
avanzate ancor lungi dall’essere completamente applicate, o da rigide<br />
ortodossie <strong>di</strong> pensiero impren<strong>di</strong>toriale) il valore sociale, lavorativo <strong>ed</strong><br />
economico <strong>di</strong> una persona può e deve essere in<strong>di</strong>pendente dalla sua integrità<br />
psico-fisica, comunque la si valuti. Anche un limitato numero <strong>di</strong><br />
funzioni psichiche od anatomo-funzionali possono dotare il <strong>di</strong>sabile <strong>di</strong><br />
gran<strong>di</strong> capacità produttive in<strong>di</strong>viduali: il Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e il MLC sono<br />
in<strong>di</strong>scutibilmente chiamati all’esercizio <strong>di</strong> questi concetti.<br />
Bibliografia<br />
1) http://www.uildm.org/dossier/<strong>di</strong>rector/dm126.htm. “Il silenzio degli<br />
innocenti”.<br />
2) Montobbio E. Il me<strong>di</strong>co competente <strong>di</strong> fronte alle nuove rappresentazioni<br />
sociali <strong>del</strong>le persone <strong>di</strong>sabili. In: atti <strong>del</strong> Convegno “Disabilità e<br />
lavoro: nuovi compiti per il me<strong>di</strong>co competente”- Starhotel Genova,<br />
16 maggio 2001. Ed. Ipsoa Scuola D’Impresa, Genova, 2001, 2-3.<br />
3) http://www.han<strong>di</strong>capincifre.it/in<strong>di</strong>catori/lavoro/lavoro.asp<br />
4) Mennoia NV, Candura SM. Diritti <strong>del</strong> <strong>di</strong>sabile e me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> lavoro:<br />
congrua certificazione me<strong>di</strong>ca. In: Atti 2° Congresso Nazionale<br />
“Disabilità trattamento integrazione” 30-31 maggio/01 giugno 2002-<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Padova - Centro <strong>di</strong> Ateneo <strong>di</strong> Servizi e Ricerca<br />
Han<strong>di</strong>cap, Disabilità e Riabilitazione. Padova- E<strong>di</strong>zioni Junior,<br />
2002, 62-63.<br />
5) Puccini C. L’invali<strong>di</strong>tà e l’inabilità. In: Istituzioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina legale.<br />
Milano - Casa E<strong>di</strong>trice Ambrosiana, 1999, 1053.<br />
6) Legge 68 /1999. Norme per il <strong>di</strong>ritto al lavoro dei <strong>di</strong>sabili e successivi<br />
aggiornamenti e atti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo.<br />
7) Gerin C, Antoniotti F, Mrli S. Me<strong>di</strong>cina legale e <strong>del</strong>le assicurazioni.<br />
Roma - Soc. Ed. Universo, 1987, 428.<br />
8) Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale <strong>del</strong>la Sanità. ICF - Classificazione Internazionale<br />
<strong>del</strong> Funzionamento, <strong>del</strong>la Disabilità e <strong>del</strong>la Salute. 2002,<br />
167-192.<br />
9) Legge 68 /1999. Norme per il <strong>di</strong>ritto al lavoro dei <strong>di</strong>sabili. Art. 1.<br />
10) D.P.R. 10 ottobre 2000, n. 333.<br />
11) Legge 295/1990, art. 1, comma 2.<br />
12) Legge 68 /1999. Norme per il <strong>di</strong>ritto al lavoro dei <strong>di</strong>sabili. CAPO II,<br />
Art. 6, comma 1, lettera b.<br />
13) Legge 68 /1999. Norme per il <strong>di</strong>ritto al lavoro dei <strong>di</strong>sabili. Art. 3.<br />
14) Legge 118/1971. Nuove norme in favore dei mutilati <strong>ed</strong> invali<strong>di</strong><br />
civili.<br />
15) Mennoia NV, Sacchi M, Minelli C, Candura SM. Diritti <strong>del</strong> Disabile<br />
e Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>: Inserimento Lavorarivo. Folium per<br />
l’ambiente e la sicurezza sul lavoro - Centro Inter<strong>di</strong>partimentale <strong>di</strong><br />
Stu<strong>di</strong> e Ricerche sulle Problematiche <strong>del</strong>l’Han<strong>di</strong>cap - Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia. 4 luglio 2002, Palazzo S. Tommaso, Pavia.<br />
2002, CD-ROM.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
202 www.gimle.fsm.it<br />
A. Traverso, F. Sferrazzo, V. Bassoli, M. Peluffo, G.A. Ottonello 2 , G. Regesta 1 , A.D. Bonsignore<br />
Compromissione <strong>del</strong>la capacità lavorativa e qualità <strong>del</strong>la vita<br />
nei soggetti epilettici<br />
Istituto <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università <strong>di</strong> Genova<br />
1 Centro Epilessia, Div. Neurologica, osp. San Martino Genova<br />
2 Centro Epilessia, Servizio <strong>di</strong> Neurofisiopatologia, osp. San Martino Genova<br />
RIASSUNTO. Gli autori analizzano le problematiche relative<br />
all’inserimento nel mondo <strong>del</strong> lavoro dei soggetti epilettici.<br />
Me<strong>di</strong>ante questionario articolato è stata valutata in 60 soggetti<br />
epilettici, afferenti all’ambulatorio <strong>del</strong> centro Epilessia<br />
<strong>del</strong>l’osp<strong>ed</strong>ale Policlinico San Martino <strong>di</strong> Genova, la presenza <strong>di</strong><br />
problemi connessi all’attività lavorativa <strong>ed</strong> è stata indagata la<br />
percezione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la vita. I dati rilevati <strong>di</strong>mostrano la<br />
presenza <strong>di</strong> problemi nel 44,6% degli intervistati per quel che<br />
riguarda il lavoro e una evidente prevalenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio nei<br />
confronti <strong>del</strong> lavoro nel sesso maschile e nelle relazioni sociali<br />
nel sesso femminile.<br />
Parole chiave: capacità lavorativa, qualità <strong>del</strong>la vita, epilessia.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
REDUCTION OF PROFESSIONAL PERFORMANCE AND QUALITY OF LIFE<br />
IN EPILEPTIC SUBJECTS. The authors test epileptic subjects as far<br />
as their professional ability is concern<strong>ed</strong>. An enquiry into<br />
patients admitt<strong>ed</strong> to the Epilepsy Centre of San martino Hospital<br />
in Genova has been perform<strong>ed</strong> through a questionnaire about<br />
professional performance and quality of life. As far as work<br />
relat<strong>ed</strong> problems are concern<strong>ed</strong> 44,6 per cent of the subjects<br />
show the presence of <strong>di</strong>fficulties, while the quality of life is<br />
primarily repress<strong>ed</strong> in men relatively to work and in women<br />
relatively to social relationship.<br />
Key words: professional performance, quality of life, epilepsy.<br />
Introduzione<br />
Dalle rilevazioni epidemiologiche si ricava che circa l’1% <strong>del</strong>la popolazione<br />
italiana soffre <strong>di</strong> epilessia e il 5% <strong>di</strong> tutte le persone ha almeno una crisi<br />
epilettica durante la sua vita, ma non è considerato affetto da epilessia in<br />
quanto la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> epilessia implica una tendenza a crisi epilettiche ripetute.<br />
Si parla <strong>di</strong> epilessia i<strong>di</strong>opatica o primaria quando la storia clinica e gli esami<br />
<strong>di</strong>agnostici non rivelano cause per crisi epilettiche ripetute. Nella maggior<br />
parte <strong>del</strong>le epilessie (98% dei casi) si tratta <strong>di</strong> genesi i<strong>di</strong>omatica, legata a fattori<br />
genetici e metabolici, mentre nel restante 2% dei casi si tratta <strong>di</strong> epilessie<br />
secondarie, dovute a tumori e traumi cerebrali, ischemie o emorragie cerebrali,<br />
la trombosi dei seni cerebrali venosi, malformazioni vascolari, e malattie<br />
infiammatorie <strong>del</strong> cervello come vasculiti, meningiti, encefaliti o la sclerosi<br />
multipla. La normativa <strong>di</strong> interesse per i soggetti affetti da epilessia riguarda<br />
essenzialmente tre campi <strong>di</strong> applicazione: a) la patente <strong>di</strong> guida, b)<br />
l’invali<strong>di</strong>tà civile, c) l’inserimento e la tutela <strong>del</strong> lavoro, con particolare attenzione<br />
alle agevolazioni correlate al collocamento obbligatorio. Per ciò che<br />
riguarda l’inserimento nel mondo <strong>del</strong> lavoro, si può ritenere che circa il 65-<br />
70% dei soggetti con epilessia possa fornire prestazioni lavorative sovrapponibili<br />
a quelle <strong>del</strong> resto <strong>del</strong>la popolazione; per quel che riguarda la qualità <strong>del</strong>la<br />
vita <strong>del</strong> soggetto epilettico le implicazioni sociali <strong>del</strong>l’essere epilettico possono<br />
costituire un problema grave per l’integrazione nella scuola e nel lavoro<br />
e nella realizzazione <strong>del</strong>la propria vita affettiva e dei <strong>di</strong>ritti civili.<br />
Scopo <strong>del</strong> lavoro<br />
In<strong>di</strong>viduare le problematiche nel campo <strong>del</strong> lavoro connesse alla patologia<br />
epilettica e valutarne la presenza in relazione alle considerazioni legate<br />
alla qualità <strong>del</strong>la vita. Materiali e meto<strong>di</strong>. Lo stu<strong>di</strong>o è stato effettuato<br />
in collaborazione con il Centro Epilessia <strong>del</strong>l’Azienda Osp<strong>ed</strong>ale San Martino<br />
e Cliniche Universitarie Convenzionate <strong>del</strong>l’Università <strong>di</strong> Genova. Tra<br />
i pazienti afferenti al suddetto centro sono stati selezionati i soggetti <strong>di</strong><br />
maggiore età, con anamnesi lavorativa, esenti da patologia psichiatrica primitiva.<br />
In concomitanza con la valutazione clinico-terapeutica è stato sottoposto<br />
a 60 soggetti un questionario articolato in due sezioni: una prima<br />
parte inerente la presenza attuale o anamnestica <strong>di</strong> problematiche connesse<br />
con lo svolgimento <strong>del</strong>l’attività lavorativa e una seconda parte incentrata<br />
sulla percezione soggettiva <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la vita. I quesiti fondamentali<br />
legati al lavoro erano incentrati sulle seguenti possibilità: per<strong>di</strong>ta <strong>del</strong> posto<br />
<strong>di</strong> lavoro, necessità <strong>di</strong> cambio <strong>del</strong> lavoro o <strong>del</strong>le mansioni, conseguimento<br />
<strong>di</strong> idoneità con prescrizioni, eventuali ricorsi contro il giu<strong>di</strong>zio <strong>del</strong> me<strong>di</strong>co<br />
competente, conseguimento <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà civile o professionale. Per quel<br />
che riguarda la qualità <strong>del</strong>la vita è stata posta attenzione al quesito se la malattia<br />
compromette la capacità lavorativa, compromette le relazioni sociali,<br />
se l’in<strong>di</strong>viduo si considera malato, se riceve aiuto dai compagni <strong>di</strong> lavoro,<br />
se si sente impossibilitato a condurre una vita in<strong>di</strong>pendente.<br />
Risultati e <strong>di</strong>scussione<br />
Per quel che riguarda la capacità lavorativa risulta, come evidente<br />
nella figura 1, che il 5,4%egli intervistati ha cambiato lavoro, il 23% è ri-
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 2<strong>03</strong><br />
Figura 1. Problemi attività lavorativa<br />
sultato idoneo con prescrizioni e il 16% ha dovuto cambiare le mansioni<br />
mentre il 55,6% non ha avuto alcun problema connesso con il lavoro. Da<br />
segnalare che tra i soggetti che hanno ricevuto idoneità con prescrizione<br />
il 77% era de<strong>di</strong>to ad attività <strong>di</strong> tipo manuale <strong>ed</strong> il 23% era impegnato in<br />
attività <strong>di</strong> tipo intellettuale; la spiegazione <strong>di</strong> questo dato è naturalmente<br />
legata alla maggiore presenza <strong>di</strong> mansioni a rischio infortunistico nella<br />
prima tipologia <strong>di</strong> lavoro, mentre per quel che riguarda l’attività intellettuale<br />
la presenza <strong>di</strong> limitazioni appare <strong>del</strong> tutto riservata alle modalità <strong>di</strong><br />
lavoro al videoterminale. Importante il dato relativo alla incidenza <strong>di</strong> crisi<br />
epilettiche sul posto <strong>di</strong> lavoro: 24 soggetti hanno presentato questa evenienza<br />
e <strong>di</strong> essi il 43,6% era impegnato in attività impiegatizie, a <strong>di</strong>mostrazione<br />
che non è tanto il tipo <strong>di</strong> lavoro quanto il compenso terapeutico<br />
a determinare la reci<strong>di</strong>va <strong>del</strong>le crisi. Le risposte alla sezione sulla qualità<br />
<strong>del</strong>la vita sono riportate nella tabella I, dove ve<strong>di</strong>amo che le percentuali<br />
<strong>di</strong> risposte positive non raggiungono valori particolarmente significativi,<br />
ma all’interno <strong>del</strong>le risposte si nota invece una significativa prevalenza<br />
<strong>del</strong> sesso femminile nella percezione soggettiva <strong>del</strong>la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> malattia<br />
e <strong>del</strong>la compromissione <strong>del</strong>le relazioni sociali, mentre il sesso maschile<br />
prevale nettamente nella alterata performance lavorativa e bisogno<br />
<strong>di</strong> aiuto, con<strong>di</strong>zioni legate alla tipologia <strong>del</strong>le mansioni professionali, più<br />
impegnative dal punto <strong>di</strong> visita fisico e infortunistico.<br />
Da ulteriore approfon<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>le risposte alla seconda sezione è<br />
emerso come i soggetti epilettici presentano, rispetto alla popolazione in<br />
generale, una più alta morbilità, comprensiva anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi neuropsicologici<br />
e comportamentali, tra cui prevalgono depressione, stanchezza,<br />
facile affaticabilità, labilità emotiva. Questi <strong>di</strong>sturbi sono legati a volte all’atteggiamento<br />
errato <strong>del</strong>l’ambiente circostante e confermano come l’inserimento<br />
nel tessuto sociale <strong>del</strong> soggetto epilettico è tuttoggi un problema<br />
non ancora risolto. Sotto questa luce l’inserimento lavorativo e la sorveglianza<br />
sanitaria devono comprendere la stretta collaborazione inter<strong>di</strong>sciplinare<br />
tra me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> lavoro e neurologo, in relazione alle mo<strong>di</strong>ficazioni<br />
perio<strong>di</strong>che <strong>del</strong> trattamento farmacologico e anche all’insorgenza <strong>di</strong><br />
effetti collaterali.<br />
Bibliografia<br />
Tabella I. Percezione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la vita<br />
% SI % donne % uomini<br />
Si considera malato?<br />
La malattia compromette<br />
31,6 63 37<br />
le capacità lavorative?<br />
La malattia compromette<br />
28,3 42,1 57,9<br />
le relazioni sociali?<br />
La malattia ostacola una<br />
21,6 62,5 37,4<br />
vita in<strong>di</strong>pendente?<br />
Riceve aiuto dai compagni<br />
21,6 53,8 46,2<br />
sul lavoro? 50 18,6 81,4<br />
1) Chaplin J, Wester A, Tomson T. factors associat<strong>ed</strong> with the employment<br />
problems of people with establish<strong>ed</strong> epiulepsy. Seizure 1998; 7-<br />
4, 299-3<strong>03</strong>.<br />
2) Di Lorenzo L, Pirris A, Gigante MR. Soleo L. Giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> idoneità alla<br />
mansione specifica e malattia epilettica. G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 2001;<br />
23: 4, suppl, 65-68.<br />
3) Traverso A, Bassoli V, Ottonello GA, Bonsignore AD. Problematiche<br />
lavorative connesse alla malattia epilettica. XXII Journees M<strong>ed</strong> Int<br />
M<strong>ed</strong>ecine du Travail, Barcellona 8-10 maggio 20<strong>03</strong>, Atti.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
204 www.gimle.fsm.it<br />
M. Ferrario 1,2 , C. Cecchino 2 , P. Chio<strong>di</strong>ni 3 , G. Ragno 1 , F. Merluzzi 4 , R. Borchini 1 , S. Taborelli 5 , G. Cesana 3<br />
Affidabilità <strong>del</strong>la scala <strong>di</strong> Karasek per la valutazione <strong>del</strong>lo stress<br />
lavorativo percepito e <strong>di</strong>fferenze dei punteggi tra sessi. Lo stu<strong>di</strong>o SEMM<br />
1 Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e Preventiva, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’Insubria e Osp<strong>ed</strong>ale <strong>di</strong> Circolo - Fondazioni Macchi, Varese<br />
2 Scuola <strong>di</strong> Specializzazione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’Insubria, Varese<br />
3 Centro Stu<strong>di</strong> e Ricerche Patologia Cronico-degenerativa, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano-Bicocca, Monza<br />
4 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano, Milano<br />
5 Scuola <strong>di</strong> Specializzazione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano-Bicocca, Monza<br />
RIASSUNTO. Si è assistito negli ultimi anni ad una sempre<br />
maggiore attenzione alle relazioni tra organizzazione <strong>del</strong><br />
lavoro, stress lavorativo e malattie degenerative. Obiettivi <strong>del</strong><br />
presente lavoro sono la valutazione <strong>del</strong>l’affidabilità <strong>del</strong><br />
questionario <strong>di</strong> Karasek per la valutazione <strong>del</strong>lo stress<br />
lavorativo percepito (Job Content Questionnaire-JCQ) <strong>ed</strong> il<br />
confronto <strong>del</strong>le <strong>di</strong>stribuzioni dei punteggi <strong>del</strong> JCQ nei due<br />
sessi. L’indagine è stata condotta su un campione <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti<br />
<strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Milano tra il ‘92 <strong>ed</strong> il ’96 per un totale <strong>di</strong> 7871<br />
soggetti, 2601 uomini e 5270 donne. Sono stati calcolati i<br />
punteggi relativi a Decision Latitude (DL), Psychological Job<br />
Demand (PJD) e Social Support at Work (SSW). I risultati<br />
in<strong>di</strong>cano una buona affidabilità e consistenza interna (α <strong>di</strong><br />
Cronback) <strong>del</strong> questionario. Dall’analisi <strong>del</strong>le <strong>di</strong>stribuzioni dei<br />
punteggi dei due sessi è emerso che con l’avanzare <strong>del</strong>l’età per<br />
le donne si riducono le probabilità <strong>di</strong> avanzamento <strong>di</strong> carriera<br />
e si riduce la sod<strong>di</strong>sfazione <strong>del</strong> rapporto con colleghi e<br />
superiori. Questi risultati in<strong>di</strong>cano che il questionario <strong>di</strong><br />
Karasek rappresenta un strumento capace <strong>di</strong> valutare lo stress<br />
lavorativo percepito nel campione lavorativo esaminato.<br />
Parole chiave: scala <strong>di</strong> Karasek, stress lavorativo, stu<strong>di</strong>o SEMM.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
RELIABILITY OF THE KARASEK’S JOB CONTENT QUESTIONNAIRE AND<br />
COMPARISON OF THE DISTRIBUTION OF CORE SCORES IN THE TWO<br />
GENDER GROUPS. THE SEMM STUDY. In recent years more<br />
attention has been paid to the relationship between work<br />
organization and job stress and chronic-degenerative <strong>di</strong>seases.<br />
Aims of this report are the assessment of the reliability and<br />
internal consistency of the Karasek’s Job Content Questionnaire-<br />
JCQ and to assess age-specific <strong>di</strong>stributions of core JCQ scores<br />
between the gender groups. The study has been carri<strong>ed</strong> out in a<br />
large group of employees (n. 7871 subjects, 5270 women and<br />
2601 men) of the Municipality of Milano in the years between<br />
1992 and 1996. Decision Latitude (DL), Psychological Job<br />
Demand (PJD) and Social Support at Work (SSW) scores were<br />
calculat<strong>ed</strong>. Reliability of the JCQ was satisfactory, with<br />
Cronback’s α suitable values for DL and SSW and acceptable for<br />
PJD. From the <strong>di</strong>stribution of gender- and age-specific mean<br />
scores, women show r<strong>ed</strong>uc<strong>ed</strong> probabilities of developing a<br />
favorable career and of perceiving satisfactorily the support from<br />
colleagues and supervisors than men when they get older. This<br />
results suggest that the Karasek’s JCQ is an effective toll to<br />
describe perceiv<strong>ed</strong> job stress con<strong>di</strong>tions in this Italian work<br />
setting.<br />
Key words: Karasek’s job content questionnaire, occupational<br />
stress, SEMM study.<br />
Le imponenti trasformazioni economiche e lavorative, avvenute negli<br />
ultimi due decenni, hanno sollevato nuove domande <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> organizzazione<br />
sanitaria con cui la Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> si trova oggi a confrontarsi.<br />
Un campo specifico <strong>di</strong> ricerca è quello che indaga le relazioni<br />
tra organizzazione <strong>del</strong> lavoro, stress lavorativo (1, 2) e malattie degenerative<br />
emergenti (3, 4). Obiettivi <strong>del</strong> presente lavoro sono la valutazione<br />
<strong>del</strong>l’affidabilità <strong>del</strong> questionario <strong>di</strong> R. Karasek utilizzato per la rilevazione<br />
<strong>del</strong>lo stress lavorativo percepito <strong>ed</strong> il confronto <strong>del</strong>le <strong>di</strong>stribuzioni dei<br />
punteggi in relazione soprattutto alle <strong>di</strong>fferenze tra i due sessi.<br />
Meto<strong>di</strong><br />
L’indagine è stata condotta su un ampio campione <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti <strong>del</strong><br />
Comune <strong>di</strong> Milano denominata Stu<strong>di</strong>o SEMM (Surveillance of Employees<br />
Municipality of Milan) (5, 6), tra il 1992 <strong>ed</strong> il 1996, come parte<br />
integrante <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> promozione <strong>del</strong>la salute offerto ai <strong>di</strong>pendenti<br />
e previsto dal contratto collettivo. Sono stati sottoposti a sorveglianza<br />
sanitaria presso la Clinica <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>di</strong> Milano, <strong>ed</strong> arruolati i <strong>di</strong>pendenti<br />
appartenenti ai settori organizzativi <strong>di</strong> Nido, Scuole Materne,<br />
Impiegati, dei Servizi Sociali, Commessi e Vigili Urbani, per un totale <strong>di</strong><br />
7871 soggetti, 2601 uomini e 5270 donne.<br />
Il questionario <strong>di</strong> Karasek (Extensive scale), si articola in 35 domande<br />
con risposte preco<strong>di</strong>ficate articolate su quattro possibilità: decisamente<br />
d’accordo, d’accordo, in <strong>di</strong>saccordo, decisamente in <strong>di</strong>saccordo. Per i<br />
primi gruppi indagati (Nido e Servizi Sociali), è stata adottata una versione<br />
più contenuta (Short scale), composta da 14 domande, comunque<br />
contenenti le domande sufficienti a definire i punteggi essenziali <strong>di</strong> Job<br />
Strain. Sono stati calcolati, secondo le modalità suggerite dall’autore, i<br />
punteggi relativi a Decision Latitude (DL), Psychological Job Demand<br />
(PJD) e Social Support at Work (SSW), <strong>di</strong>sponibile per i soggetti indagati<br />
con la versione espansa <strong>del</strong> questionario, e le quattro categorie <strong>di</strong> Job<br />
Strain. Il coefficiente α <strong>di</strong> Cronbach è stato utilizzato come stima <strong>del</strong>la<br />
consistenza interna<br />
Risultati<br />
La percentuale <strong>di</strong> mancata compilazione <strong>di</strong> un item o più <strong>del</strong> questionario<br />
è stata inferiore al 5%, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> un adeguato livello <strong>di</strong> compilazione.<br />
L ‘analisi <strong>del</strong>la consistenza interna tra item (α <strong>di</strong> Cronbach), ha rivelato<br />
valori molto buoni per il punteggio SSW <strong>ed</strong> accettabili per PJD e<br />
DL. Nell’intero campione <strong>ed</strong> in tutte le <strong>di</strong>saggregazioni per sesso, gruppi<br />
<strong>di</strong> età, livello <strong>di</strong> <strong>ed</strong>ucazione e gruppi lavorativi non sono stati riscontrati<br />
in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> correlazione statisticamente significativi tra i punteggi DL e<br />
PJD, a conferma e verifica <strong>del</strong>la correttezza <strong>del</strong>l’assunto fornito dallo<br />
stesso autore <strong>del</strong>l’ortogonalità tra i due costrutti.<br />
Il confronto tra i due sessi <strong>del</strong>le <strong>di</strong>stribuzioni dei principali costrutti<br />
<strong>del</strong>lo stress lavorativo percepito ha mostrato <strong>di</strong>fferenze soprattutto per la<br />
libertà decisionale, in<strong>di</strong>cativa dei livelli gerarchici acquisiti nell’organizzazione<br />
aziendale. In relazione all’età, quando i livelli <strong>di</strong> carriera cominciano<br />
ad essere rilevanti si assiste ad un progressivo aumento dei livelli<br />
me<strong>di</strong> <strong>di</strong> DL negli uomini <strong>ed</strong> una riduzione considerevole degli stessi nel-
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 205<br />
le donne. Ciò starebbe ad in<strong>di</strong>care che le opportunità <strong>di</strong> carriera non sono<br />
equamente bilanciate nei due sessi, e nelle donne tali opportunità sono<br />
inequivocabilmente minori.<br />
Conclusioni<br />
La presente analisi in<strong>di</strong>ca, complessivamente, una buona affidabilità<br />
e riproducibilità per il nostro Paese <strong>del</strong> questionario <strong>di</strong> Karasek (7,8) per<br />
la stima <strong>del</strong>lo stress lavorativo percepito. Si suggerisce <strong>di</strong> porre estrema<br />
cura alla verifica <strong>del</strong>la comprensione e <strong>del</strong>la completezza <strong>del</strong>la compilazione<br />
per i gruppi con livelli più bassi <strong>di</strong> istruzione, e <strong>di</strong> somministrare il<br />
questionario in con<strong>di</strong>zioni in<strong>di</strong>pendenti dalla valutazione clinica connessa<br />
alla idoneità lavorativa, al fine <strong>di</strong> accrescere la confidenzialità e la riservatezza<br />
<strong>del</strong>le informazioni raccolte. Dall’analisi <strong>del</strong>le <strong>di</strong>stribuzioni dei<br />
punteggi dei due sessi, inoltre, risulta che con l’avanzare <strong>del</strong>l’età le donne<br />
al lavoro riducono le probabilità <strong>di</strong> avanzamento <strong>di</strong> carriera e contemporaneamente<br />
<strong>di</strong>minuisce la percezione <strong>del</strong> supporto sociale <strong>di</strong> colleghi e<br />
superiori.<br />
Bibliografia<br />
1) Karasek R, Theorell T. Healthy Work: Stress, productivity and the Reconstruction<br />
of working life. Basic Books, New York 1990.<br />
2) Karasek R. Job Content Questionnaire and User’s Guide (Revision<br />
1.5). Job Content Questionnaire (JCQ) Centre. University of Massachusetts,<br />
Lowell, 1996.<br />
3) Cesana GC, Ferrario M, Sega R, et al. Job strain and ambulatory<br />
blood pressure levels in a population-bas<strong>ed</strong> employ<strong>ed</strong> male sample in<br />
Northern Italy. Scand J Work Environ Health 1996; 22: 294-305.<br />
4) Cesana C, Ferrario M, Sega R, Chio<strong>di</strong>ni P, Corrao G, Mancia G. Job<br />
strain and clinic blood pressure in currently employ<strong>ed</strong> men and women<br />
extract<strong>ed</strong> from several general population samples. Psychosomatic<br />
Me<strong>di</strong>cine; accept<strong>ed</strong> in press.<br />
5) Houtman I, Kornitzer M, Ferrario M, et al. Job stress, absenteeism<br />
and coronary heart <strong>di</strong>sease European cooperative study (the JACE<br />
study). Design of a multicentre prospective study. European J Public<br />
Health 1999; 9: 52-57.<br />
6) Ferrario M, Merluzzi F, Cesana GC, et al. Valutazione <strong>del</strong> rischio coronarico<br />
in collettività lavorative. Risultati <strong>del</strong>lo Stu<strong>di</strong>o SEMM (Surveillance<br />
of Employees Municipality of Milan) e prospettive <strong>di</strong> prevenzione<br />
in Italia. Italian Hearth J 2000; 1(Suppl); 664-73.<br />
7) Baldasseroni A, Camerino D, Ferrario M, et al. La valutazione dei fattori<br />
psicosociali. Il Job Content Questionnaire. Fogli <strong>di</strong> Informazione<br />
ISPESL Anno XIV n. 3 2001; 20-32.<br />
8) Karasek R, Choi B, Ostergren P-O, Ferrario M, de Smet P. The reliability<br />
and vali<strong>di</strong>tà study of JACE-JCQ Database on Psychosocial Job<br />
Characteristics among European workers in the mid-1990s. Work<br />
stress, submitt<strong>ed</strong>.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
206 www.gimle.fsm.it<br />
S. Mattioli, G. Mancini, S. Fucksia, F. Gnu<strong>di</strong>, R. Arduini, A. Baldasseroni, G. Barbieri, P.G. Barbieri, A. Bena,<br />
C. Bissi, M. Bovenzi, M. Broccoli, G. Campo, M.P. Cancellieri, M.A. Caso, A.M. Colao, M. Dell’Omo,<br />
P. Fateh-Moghadam, F. Franceschini, P. Galli, R. Ghersi, F. Gobba, R. Lucchini, A. Mandes, T. Marras,<br />
B. Mauro, C. Sgarrella, R. Tartaglia, L. Veneri, F.S. Violante<br />
Fase <strong>di</strong> avanzamento degli stu<strong>di</strong> promossi dal gruppo collaborativo MODS<br />
Gruppo collaborativo nazionale MODS (Malattie Occupazionali Da Sovraccarico biomeccanico)<br />
RIASSUNTO. Tra le malattie correlate al lavoro la sindrome<br />
<strong>del</strong> tunnel carpale (STC) è considerata, nei paesi<br />
industrializzati, una patologia <strong>di</strong> carattere epidemico.<br />
In Italia, il gruppo MODS (Malattie Occupazionali Da<br />
Sovraccarico biomeccanico), che v<strong>ed</strong>e la collaborazione tra<br />
epidemiologi, me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro <strong>ed</strong> ergonomi, è impegnato a<br />
stu<strong>di</strong>are la STC con le modalità utilizzate dagli epidemiologi<br />
nell’affrontare un’epidemia. Attualmente, è in corso il pilota<br />
<strong>del</strong>lo stu<strong>di</strong>o caso-controllo multicentrico, sono alla fase <strong>di</strong><br />
report due stu<strong>di</strong> descrittivi, è stato avviato in alcune province<br />
<strong>del</strong>l’Emilia Romagna un sistema <strong>di</strong> sorveglianza <strong>ed</strong> è in fase <strong>di</strong><br />
valutazione uno stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale su una coorte <strong>di</strong> 3000<br />
soggetti esposti a <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> rischio. I risultati dei <strong>di</strong>versi<br />
stu<strong>di</strong> permetteranno <strong>di</strong> produrre informazioni su: prevalenza<br />
<strong>ed</strong> incidenza <strong>del</strong>la STC, professioni e settori lavorativi italiani<br />
a maggior rischio, rilevanza dei fattori extraprofessionali.<br />
Parole chiave: sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale, stu<strong>di</strong>o caso controllo<br />
multicentrico, sovraccarico biomeccanico.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
PROGRESS WORK OF STUDIES PROMOTED BY MODS GROUP. In<br />
industrialis<strong>ed</strong> countries, carpal tunnel syndrome (CTS) is<br />
consider<strong>ed</strong> an epidemic work-relat<strong>ed</strong> <strong>di</strong>sease. We have set up the<br />
MODS (Malattie Occupazionali Da Sovraccarico biomeccanico,<br />
biomechanical overload-relat<strong>ed</strong> occupational <strong>di</strong>seases)<br />
collaborative group, form<strong>ed</strong> by epidemiologists, ergonomists and<br />
occupational physicians to investigate CTS in Italy, applying the<br />
methods that epidemiologists commonly use to understand<br />
epidemics. Several stu<strong>di</strong>es are already ongoing. Two <strong>di</strong>fferent<br />
descriptive stu<strong>di</strong>es bas<strong>ed</strong> on current hospitalisation data are in<br />
the reporting phase. A pilot case-control multicentre study (260<br />
cases and 520 controls in 13 centres) is in the final phase of data<br />
collection. A longitu<strong>di</strong>nal study on a cohort of 3000 subjects<br />
expos<strong>ed</strong> to <strong>di</strong>fferent risk factors has reach<strong>ed</strong> the third year of<br />
follow-up. Moreover, a surveillance system has been set up to<br />
cover select<strong>ed</strong> <strong>di</strong>stricts of the Emilia Romagna region. These<br />
stu<strong>di</strong>es will generate new information about the prevalence and<br />
incidence of CTS in Italy, along with identification of regional,<br />
high-risk job titles and work sectors, and the relative influence of<br />
non-occupational factors.<br />
Key words: carpal tunnel syndrome, multicentric case-control<br />
study, biomechanical overload.<br />
La patologia muscoloscheletrica è oggi riconosciuta, nei paesi industrializzati,<br />
come una <strong>del</strong>le principali cause <strong>di</strong> inabilità e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> problemi<br />
sociali <strong>ed</strong> economici. Il carattere cronico <strong>di</strong> queste patologie determina<br />
una progressiva limitazione <strong>del</strong>la capacità professionale degli in<strong>di</strong>vidui,<br />
rappresentando la ragione <strong>di</strong> una spesa <strong>di</strong>fficilmente valutabile, ma<br />
che inevitabilmente è destinata ad aumentare nel tempo, qualora non intervenga<br />
un deciso miglioramento <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni lavorative (1).<br />
Il gruppo collaborativo nazionale denominato MODS (Malattie Occupazionali<br />
Da Sovraccarico Biomeccanico) ha presentato nel 2001 i propri<br />
progetti al Convegno Nazionale <strong>del</strong>la Società Italiana <strong>di</strong> Ergonomia <strong>di</strong><br />
Firenze (2). Obiettivo <strong>di</strong> questi progetti, coinvolgenti me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro,<br />
epidemiologi <strong>ed</strong> ergonomi era, <strong>ed</strong> è, quello <strong>di</strong> ottenere, con stu<strong>di</strong> multicentrici<br />
(coinvolgenti l’ISPESL, alcuni Istituti Universitari e Servizi territoriali<br />
<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Unità <strong>di</strong> Epidemiologia <strong>ed</strong> Ergonomia)<br />
informazioni relative a prevalenza <strong>ed</strong> incidenza dei “<strong>di</strong>sorders” dovuti a<br />
sovraccarico biomeccanico <strong>di</strong> origine professionale.<br />
In prima istanza è stata presa in considerazione la STC in quanto <strong>di</strong><br />
grande rilievo epidemiologico e caratterizzata da un quadro clinico sufficientemente<br />
specifico e relativamente facile da descrivere.<br />
Per tale motivo i progetti che il gruppo MODS ha pre<strong>di</strong>sposto per<br />
stu<strong>di</strong>arla, hanno ricalcato quelle che sono le modalità proprie degli epidemiologi<br />
nell’affrontare le epidemie:<br />
– Eseguire, sulla base <strong>del</strong>la definizione <strong>di</strong> caso, stu<strong>di</strong> descrittivi che portino<br />
a conoscere sia caratteristiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione spaziale e temporale<br />
<strong>del</strong>la patologia, che caratteristiche in<strong>di</strong>viduali (come sesso <strong>ed</strong> età) dei<br />
soggetti ammalati. Questo tipo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o permette <strong>di</strong> confermare l’esistenza<br />
<strong>di</strong> un’epidemia e <strong>di</strong> descrivere meglio il fenomeno quantificandolo,<br />
nonché <strong>di</strong> avere spunti eziologici per poter definire i soggetti<br />
a rischio.<br />
– Sviluppare progetti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o che confortino le ipotesi eziologiche.<br />
– Pre<strong>di</strong>sporre sistemi <strong>di</strong> sorveglianza e quin<strong>di</strong> proporre misure <strong>di</strong> prevenzione<br />
e <strong>di</strong> controllo.<br />
Sulla STC sono stati avviati (sulla base <strong>di</strong> dati correnti <strong>di</strong> osp<strong>ed</strong>alizzazione)<br />
due stu<strong>di</strong> descrittivi riguardanti più regioni: uno stu<strong>di</strong>o casocontrollo<br />
multicentrico (13 centri collaboranti in più regioni) e un sistema<br />
<strong>di</strong> sorveglianza in Emilia Romagna comprendente più province.<br />
Questi stu<strong>di</strong> hanno accompagnato lo svolgimento <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale,<br />
su circa 3000 lavoratori, che è giunto al terzo anno <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> dati.<br />
Stato <strong>di</strong> avanzamento dei quattro progetti<br />
Stu<strong>di</strong> descrittivi<br />
Grazie all’esistenza <strong>del</strong>le sch<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione osp<strong>ed</strong>aliera (SDO) attualmente<br />
<strong>di</strong>sponibili presso le banche dati <strong>del</strong>le singole regioni, è stato<br />
possibile, inizialmente in Emilia Romagna e Toscana, successivamente<br />
anche in Umbria, Trentino e Piemonte, (e con la prospettiva <strong>di</strong> una estensione<br />
anche ad altre regioni), <strong>di</strong> selezionare i ricoveri che presentavano<br />
come <strong>di</strong>agnosi principale <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione STC (co<strong>di</strong>ce ICD IX 3540).<br />
Due sono gli stu<strong>di</strong> descrittivi basati sulle SDO regionali: un primo<br />
stu<strong>di</strong>o che prev<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> indagare la <strong>di</strong>stribuzione per sesso, età, stato civile<br />
e patologie associate <strong>ed</strong> un secondo volto ad analizzare il rapporto tra la<br />
<strong>di</strong>versa <strong>di</strong>stribuzione spaziale <strong>del</strong>la patologia e la <strong>di</strong>fferente presenza sul<br />
territorio <strong>di</strong> attività lavorative a possibile maggior rischio.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 207<br />
Nel primo stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> cui è prevista la stesura <strong>di</strong> un rapporto nei prossimi<br />
mesi, si sono ottenuti tassi <strong>di</strong> ricovero specifici e standar<strong>di</strong>zzati in<br />
modo <strong>di</strong>retto e in<strong>di</strong>retto, considerando <strong>di</strong>verse variabili <strong>ed</strong> ottenendo<br />
conforto dei risultati dal confronto dei dati <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse regioni.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong> secondo stu<strong>di</strong>o, ecologico, i tassi standar<strong>di</strong>zzati <strong>di</strong> ricovero<br />
<strong>di</strong> alcune regioni sono stati utilizzati per ottenere mappe <strong>del</strong>la <strong>di</strong>stribuzione<br />
geografica <strong>del</strong>la patologia, e quin<strong>di</strong> il calcolo dei cluster territoriali<br />
(zone in cui si addensano i comuni con tassi <strong>di</strong> ricovero standar<strong>di</strong>zzati<br />
in<strong>di</strong>retti con valori più elevati). È in corso il calcolo <strong>del</strong>la correlazione<br />
tra questi cluster <strong>ed</strong> attività lavorative a presunto maggior rischio<br />
presenti nel m<strong>ed</strong>esimo territorio.<br />
Stu<strong>di</strong>o caso-controllo multicentrico<br />
Si è deciso <strong>di</strong> far prec<strong>ed</strong>ere lo stu<strong>di</strong>o caso-controllo da un “pilota”, al<br />
fine <strong>di</strong> valutare la rispondenza al questionario e <strong>di</strong> evidenziare problemi<br />
non definibili a priori. I 13 centri partecipanti (Bologna Città, Bologna Sud,<br />
Bologna Nord, Brescia, Fabriano, Firenze, Imola, Modena, Perugia, Ravenna,<br />
Sassari, Trento, Urbino) hanno fornito allo stu<strong>di</strong>o pilota 60 soggetti:<br />
20 casi e 40 controlli. I casi, <strong>di</strong> età compresa tra 15 e 65 anni, sono stati<br />
estratti, utilizzando le sch<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione osp<strong>ed</strong>aliera (SDO), in modo<br />
randomizzato dall’insieme <strong>del</strong>le persone che nel 2001 sono state ricoverate<br />
con <strong>di</strong>agnosi principale “3540” (Sindrome <strong>del</strong> tunnel carpale) e con DRG<br />
“006” (decompressione <strong>del</strong> tunnel carpale). I controlli invece sono stati<br />
estratti dall’elenco dei residenti nel territorio <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong> ogni centro,<br />
considerando alcune in<strong>di</strong>cazioni relative alla <strong>di</strong>stribuzione per sesso <strong>ed</strong> età<br />
(ottenute dallo stu<strong>di</strong>o descrittivo) ovviando così l’appaiamento stretto.<br />
Dal Dipartimento <strong>di</strong> documentazione <strong>del</strong>l’ISPESL sono stati eseguiti,<br />
a 45 giorni l’uno dall’altro, due invii postali <strong>di</strong> un questionario pre<strong>di</strong>sposto<br />
per casi e controlli. Il questionario, contenente domande non solo<br />
relative all’anamnesi lavorativa, ma anche riguardanti altri probabili o<br />
possibili determinanti, è stato restituito compilato dal 70% dei casi e dal<br />
41% dei controlli. Attualmente sono in corso, da ogni centro aderente allo<br />
stu<strong>di</strong>o, i contatti telefonici che dovrebbero permettere <strong>di</strong> recuperare<br />
buona parte dei non rispondenti.<br />
Stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale<br />
OCTOPUS (Occupational Carpal Tunnel sindrome Observational<br />
Prospective Unifi<strong>ed</strong> Stu<strong>di</strong>es), promosso da F. Violante e T. Armstrong è<br />
uno stu<strong>di</strong>o in cui si cerca <strong>di</strong> mettere in evidenza la correlazione esistente<br />
tra esposizione a sovraccarico biomeccanico (valutata con il metodo adottato<br />
dall’ACGIH) <strong>ed</strong> incidenza <strong>di</strong> STC, confermata anche dall’esecuzione<br />
<strong>di</strong> EMG con meto<strong>di</strong>ca segmentale. Lo stu<strong>di</strong>o sta interessando circa<br />
3000 persone, <strong>di</strong> più aziende, sinora con 3 anni <strong>di</strong> follow-up.<br />
Sistema <strong>di</strong> sorveglianza<br />
Sulla base <strong>del</strong>l’esperienza <strong>di</strong> Brescia, in alcune zone <strong>del</strong>l’Emilia-Romagna<br />
è stato introdotto <strong>ed</strong> applicato un metodo <strong>di</strong> ricerca attiva, basato<br />
sulla compilazione <strong>di</strong> un breve questionario somministrato ai soggetti che<br />
acc<strong>ed</strong>ono presso osp<strong>ed</strong>ali e case <strong>di</strong> cura per eseguire un intervento chirurgico<br />
per STC. L’analisi <strong>del</strong>le informazioni è eseguita a livello locale e<br />
quin<strong>di</strong> presso il centro <strong>di</strong> riferimento, unico per la Regione. Presso l’Azienda<br />
USL <strong>di</strong> Ravenna la raccolta dei dati è cominciata quasi un anno fa<br />
<strong>ed</strong> ha permesso <strong>di</strong> valutare circa 400 questionari, dai quali sono scaturite<br />
notizie utili all’attività preventiva relativa al territorio.<br />
L’insieme <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong>, con il loro completamento, potrà portare<br />
maggiori conoscenze al riguardo <strong>di</strong> una patologia, la STC <strong>di</strong> cui ancora<br />
oggi non sono ben conosciuti alcuni aspetti, quali incidenza e prevalenza<br />
nella popolazione generale e nelle popolazioni lavorative. Utili saranno<br />
poi i dati ottenuti, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care ai me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> lavoro italiani quali settori<br />
e lavorazioni sono in Italia a maggior rischio, vista la scarsità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />
simili eseguiti sinora nel nostro Paese (3).<br />
Bibliografia<br />
1) Violante FS, Armstrong T, Kilbom A (e<strong>di</strong>tors). Work relat<strong>ed</strong> musculoskeletal<br />
<strong>di</strong>sorders of the upper limb and back. Taylor & Francis,<br />
London. 2000.<br />
2) Mattioli S, Mancini G, Bianchini AS, Fucksia S, Tacchetti A e Gruppo<br />
Collaborativo MODS. Il Gruppo Collaborativo MODS: la sindrome<br />
<strong>del</strong> tunnel carpale. Atti <strong>del</strong> VII Congresso Nazionale <strong>del</strong>la Società<br />
Italiana <strong>di</strong> Ergonomia, Firenze 2001, 579-586<br />
3) Baldasseroni A, Tartaglia R, Carnevale F. Rischio <strong>di</strong> sindrome <strong>del</strong><br />
tunnel carpale in alcune attività lavorative. M<strong>ed</strong> Lav, 1995; 86, 4:<br />
341-351.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
208 www.gimle.fsm.it<br />
C. Fenga, A. Cacciola, P. Aragona 1 , R. Spinella 1 , S. Ricciardo Calderaro, D. Germanò<br />
<strong>Lavoro</strong> al videoterminale: <strong>di</strong>scomfort oculare e blefariti. Dati preliminari<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina - Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio<br />
1 Istituto <strong>di</strong> oftalmologia<br />
RIASSUNTO. La blefarite è una patologia oftalmica molto<br />
<strong>di</strong>ffusa caratterizzata da infiammazione e irritazione <strong>del</strong><br />
margine palpebrale e si manifesta con bruciore, prurito,<br />
formazione <strong>di</strong> piccole croste tra le ciglia e secrezione<br />
schiumosa. L’infiammazione può coinvolgere la ghiandola <strong>di</strong><br />
Meibomio provocando una iposecrezione <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong> nel liquido<br />
lacrimale e alterazioni <strong>del</strong>la superficie oculare. Scopo <strong>del</strong><br />
presente stu<strong>di</strong>o è stato quello <strong>di</strong> indagare sulla relazione tra<br />
lavoro al videoterminale (VDT) e aggravamento dei sintomi e/o<br />
segni da blefarite in un gruppo <strong>di</strong> 35 videoterminalisti. I<br />
risultati hanno <strong>di</strong>mostrato che il lavoro al VDT aggrava la<br />
sintomatologia da blefarite, come evidenziato dalla<br />
correlazione statisticamente significativa, nei soggetti affetti da<br />
blefarite, tra ore <strong>di</strong> lavoro al VDT/<strong>di</strong>e e bruciore, prurito e<br />
alterazioni corneali.<br />
Parole chiave: VDT, <strong>di</strong>scomfort oculare, blefariti.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
VISUAL DISPLAY TERMINAL (VDT) WORK: OCULAR DISCOMFORT AND<br />
BLEFARITIS. PRELIMINARY DATA. Blefaritis is one of the most<br />
common ocular <strong>di</strong>sorders encounter<strong>ed</strong> in clinical practice. The<br />
clinical manifestation primarily occurs along the lid margin, and<br />
the pr<strong>ed</strong>ominant symptoms are itching and burning. In ad<strong>di</strong>tion,<br />
the inflammation could cause a dysfunction of meibomian<br />
gland; this con<strong>di</strong>tion leads to ocular surface abnormalities.<br />
Objective of the present study was to determine if the Visual<br />
Display Terminals (VDT) work get worse the signs and symptoms<br />
of blefaritis in a group of 35 VDT operators. Results show<strong>ed</strong> a<br />
correlation between burning, itching and corneal fluorescein<br />
staining and hour number a day of VDT work in the workers<br />
affect<strong>ed</strong> by blefaritis. The Authors conclud<strong>ed</strong> that VDT work can<br />
get worse the signs and symptoms of blefaritis.<br />
Key words: VDT, ocular <strong>di</strong>scomfort, blefaritis.<br />
Introduzione<br />
La blefarite è una patologia oftalmica molto <strong>di</strong>ffusa caratterizzata da<br />
infiammazione e irritazione <strong>del</strong> margine palpebrale e si manifesta con<br />
bruciore, prurito, formazione <strong>di</strong> piccole croste tra le ciglia e secrezione<br />
schiumosa. L’infiammazione può coinvolgere la ghiandola <strong>di</strong> Meibomio,<br />
la quale secerne lipi<strong>di</strong> nel liquido lacrimale precorneale. La funzione <strong>di</strong><br />
questi lipi<strong>di</strong> è quella <strong>di</strong> costituire una barriera per i movimenti, determinando<br />
un margine idrofobico <strong>del</strong>le palpebre, <strong>di</strong> ridurre l’evaporazione<br />
<strong>del</strong>le lacrime e lubrificare la superficie oculare, fornendo così un’immagine<br />
ottica chiara. La <strong>di</strong>sfunzione <strong>del</strong>la ghiandola <strong>di</strong> Meibomio, provocando<br />
iposecrezione <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong>, compromette la funzione <strong>del</strong>lo strato lipi<strong>di</strong>co<br />
<strong>del</strong> film lacrimale. Diverse ricerche hanno <strong>di</strong>mostrato che la <strong>di</strong>sfunzione<br />
<strong>del</strong>la ghiandola <strong>di</strong> Meibomio è una <strong>del</strong>le cause più frequenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scomfort<br />
e <strong>di</strong> alterazione <strong>del</strong>la superficie oculare nei soggetti affetti da<br />
blefarite cronica.<br />
Sebbene in letteratura scientifica siano presenti numerosi stu<strong>di</strong><br />
sulla sintomatologia oculare conseguente a blefarite, sono relativamente<br />
poche le indagini condotte sul peggioramento <strong>del</strong>la blefarite in<br />
lavoratori con elevato impegno visivo, quali quello degli operatori al<br />
videoterminale (VDT). Col presente stu<strong>di</strong>o si è voluto indagare sulla<br />
relazione tra lavoro al VDT e aggravamento dei sintomi e/o segni <strong>di</strong><br />
blefarite.<br />
Soggetti e meto<strong>di</strong><br />
Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto presso la Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
de Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Sociale <strong>del</strong> Territorio <strong>del</strong>l’Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Messina. Nel corso <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> sorveglianza<br />
sanitaria sono stati indagati i videoterminalisti <strong>di</strong> un ente pubblico.<br />
Il gruppo era formato da 35 soggetti, 13 maschi e 22 femmine, con età<br />
me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 45.26 (±6.88) anni. Ciascun operatore, previo consenso<br />
informato scritto, è stato sottoposto ad un questionario da uno specialista<br />
in Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>. Nella prima parte <strong>del</strong> questionario sono<br />
stati raccolti i dati anagrafici e si è indagato sull’anamnesi familiare e<br />
fisiologica, scolarità, hobbies, attività lavorativa, mansione anzianità,<br />
ore giornaliere al VDT. La seconda parte è stata rivolta all’anamnesi<br />
patologica, con particolare riguardo alla presenza <strong>di</strong> atopia, <strong>ed</strong> eventuale<br />
assunzione <strong>di</strong> farmaci che potessero interferire con i parametri<br />
previsti dallo stu<strong>di</strong>o. Sono state raccolte informazioni riguardo la<br />
comparsa o riacutizzazione <strong>di</strong> almeno uno dei sintomi e/o segni caratteristici<br />
<strong>del</strong>la blefarite cronica: bruciore, prurito, <strong>di</strong>scomfort oculare,<br />
irritazione <strong>del</strong> margine palpebrale, presenza <strong>di</strong> squame e detriti <strong>di</strong><br />
consistenza oleosa sul margine palpebrale e sull’impianto <strong>del</strong>le ciglia<br />
e desquamazione. L’esame oftalmologico, eseguito da uno specialista<br />
in oftalmologia, ha incluso: esame <strong>del</strong>la superficie oculare con la lampada<br />
a fessura, tempo <strong>di</strong> rottura <strong>del</strong> film lacrimale precorneale (BUT),<br />
esame <strong>del</strong>la cornea dopo colorazione con fluoresceina, secrezione basale<br />
lacrimale valutata con il test <strong>di</strong> Shirmer I). La blefarite è stata <strong>di</strong>agnosticata<br />
dalla presenza <strong>di</strong> secrezione schiumosa e/o occlusione <strong>del</strong>la<br />
ghiandola <strong>di</strong> Meibomio.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 209<br />
Analisi statistica<br />
I dati sono stati presentati in forma <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e (M) e Deviazione Standard<br />
(DS). È stata adottata la correlazione <strong>di</strong> Spearman per verificare l’inter<strong>di</strong>pendenza<br />
tra la variabile occupazionali <strong>ed</strong> i sintomi/segni oculari riferiti<br />
dai 35 operatori videoterminalisti.<br />
È stata considerata come soglia correlazione una r=0.4 e p
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
210 www.gimle.fsm.it<br />
C. Capanni 1 , S. Sartori 2 , M. Baldacci 1 , G. Carpentiero 1 , G. Costa 2<br />
Orario <strong>di</strong> lavoro e fenomeno infortunistico nella costruzione <strong>del</strong>la<br />
Tratta toscana <strong>del</strong>l’Alta Velocità ferroviaria<br />
1 Dipartimento <strong>di</strong> Prevenzione ASL 10 Firenze<br />
2 Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Sanità Pubblica, Università <strong>di</strong> Verona<br />
RIASSUNTO. Vengono analizzati gli infortuni avvenuti negli<br />
ultimi 4 anni nei cantieri toscani <strong>del</strong>la TAV in relazione<br />
all’orario <strong>di</strong> lavoro. La frequenza e gravità degli infortuni<br />
presentano significative <strong>di</strong>fferenze in relazione a tipo <strong>di</strong> turno<br />
<strong>di</strong> lavoro e tempo <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento (ora <strong>del</strong> giorno, ora <strong>di</strong><br />
lavoro, giorno <strong>del</strong>la settimana, giorno <strong>di</strong> lavoro, mese<br />
<strong>del</strong>l’anno).<br />
Parole chiave: orario <strong>di</strong> lavoro, infortuni, gallerie.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
WORKING TIME AND ACCIDENTS AMONG THE WORKERS ENGAGED IN<br />
TUNNEL DIGGING FOR THE NEW HIGH SPEED RAILWAY NETWORK IN<br />
TOSCANA. We analys<strong>ed</strong> the temporal <strong>di</strong>stribution of all the<br />
accidents occurr<strong>ed</strong> in the last 4 years among the workers<br />
engag<strong>ed</strong> in tunnel <strong>di</strong>gging for the new high spe<strong>ed</strong> railway<br />
network. The frequency and severity rates show significant<br />
<strong>di</strong>fferences accor<strong>di</strong>ng to work shifts and time of occurrence, with<br />
particular reference to hour of the day, hour of duty, day of the<br />
week, day of duty, and month of the year).<br />
Key words: working time, accidents, tunnels.<br />
Introduzione<br />
Gli infortuni sono un rilevante problema <strong>di</strong> salute pubblica <strong>di</strong> cui poco<br />
ancora si conoscono i fattori <strong>di</strong> rischio <strong>ed</strong> i determinanti. Lo scopo <strong>di</strong><br />
questo lavoro è quello <strong>di</strong> analizzare il fenomeno infortunistico in relazione<br />
all’orario <strong>di</strong> lavoro, in particolare all’organizzazione in turni, tema sul<br />
quale la letteratura scientifica riporta dati non univoci.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Sono stati esaminati tutti gli infortuni occorsi nel quadriennio<br />
1999-2002 (2204 eventi) relativi all’impresa che esegue la quasi totalità<br />
dei lavori <strong>del</strong>la Tratta toscana <strong>del</strong>l’Alta Velocità ferroviaria<br />
(TAV), una realtà lavorativa complessa <strong>ed</strong> ad alto rischio dato che il<br />
tracciato si snoda per il 90% in sotterraneo. In me<strong>di</strong>a sono stati impiegati<br />
750 lavoratori/anno, tutti maschi, per un totale <strong>di</strong> circa 5 milioni<br />
<strong>di</strong> ore lavorate nell’intero periodo. Vista la presenza nei cantieri<br />
<strong>di</strong> infermerie, presi<strong>di</strong>ate, 24/24h sono stati considerati nell’analisi anche<br />
gli infortuni-me<strong>di</strong>cazione che non hanno determinato astensione<br />
dal lavoro.<br />
Risultati<br />
Per la <strong>di</strong>stribuzione negli anni e per gravità degli eventi si v<strong>ed</strong>a la tab.<br />
I. Gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> frequenza mostrano negli ultimi 2 anni una <strong>di</strong>minuzione<br />
per le classi a maggiore gravità. Si è rilevato inoltre un andamento stagionale<br />
<strong>del</strong> fenomeno con livelli più bassi in Gennaio e picchi a Luglio.<br />
Esiste una notevole <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> incidenza tra i primi 5 giorni<br />
<strong>del</strong>la settimana <strong>ed</strong> il week-end, ma il trend nelle 24 ore è analogo con 4<br />
picchi orari: alle ore 1-2, 10-11, 16-17 (meno marcato nel week-end) e<br />
20-21 (Fig. 1). Significative <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione si osservano anche<br />
in relazione ai giorni successivi <strong>di</strong> lavoro (picchi al I e III giorno <strong>di</strong><br />
lavoro, che rimangono anche stratificando per tipo <strong>di</strong> turno) e all’ora progressiva<br />
<strong>di</strong> lavoro (maggiori frequenze nella IV e V ora per tutti i turni,<br />
con l’eccezione dei giornalieri che presentano un ulteriore picco alla IX<br />
ora, corrispondente alle 16-17, in relazione allo straor<strong>di</strong>nario). Per quanto<br />
riguarda la gravità, gli infortuni più gravi sono maggiormente a carico<br />
dei lavoratori che effettuano il turno a ciclo continuo. Solo per il 2002 sono<br />
stati determinati gli In<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Frequenza <strong>ed</strong> Incidenza per il periodo<br />
<strong>di</strong>urno (6-22) e per quello notturno (22-6), risultando questi ultimi molto<br />
più bassi.<br />
Discussione<br />
I risultati evidenziano l’importanza <strong>del</strong>l’interazione tra fattori in<strong>di</strong>viduali,<br />
pur con<strong>di</strong>zionati dall’organizzazione <strong>del</strong> lavoro, e fattori più<br />
strettamente legati a quest’ultima. Da un lato fattori con<strong>di</strong>zionanti la<br />
performance psico-fisica <strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>viduo (ad es. orari <strong>di</strong> lavoro, fatica,<br />
sonno) possono spiegare i picchi <strong>di</strong> incidenza alle ore 1-2 <strong>del</strong>la notte,<br />
alle 20-21 (fine turno pomeri<strong>di</strong>ano) e alla IX ora <strong>di</strong> lavoro dei giorna-
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 211<br />
lieri. D’altro canto, fattori più strettamente organizzativi (ad es. ritmi,<br />
contemporaneità <strong>di</strong> lavorazioni e <strong>di</strong> persone presenti) possono spiegare<br />
le <strong>di</strong>fferenti incidenze nei primi 5 giorni <strong>del</strong>la settimana rispetto ai<br />
week-end e il picco <strong>del</strong>le 10-11 <strong>del</strong> mattino (quando invece la vigilanza<br />
e la performance sono solitamente ai livelli migliori). Lo stesso vale<br />
per il riscontro <strong>del</strong>la minore incidenza nel corso <strong>del</strong>la notte, su cui<br />
verosimilmente influiscono le <strong>di</strong>fferenti tipologie/con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro<br />
tra turni <strong>di</strong>urni e turni notturni (ad es. fasi <strong>di</strong> lavoro, lavorazioni sospese,<br />
ritmi), sulle quali sono in corso ulteriori analisi approfon<strong>di</strong>menti,<br />
in particolare per quanto riguarda la <strong>di</strong>stribuzione degli infortuni<br />
nei <strong>di</strong>versi perio<strong>di</strong> <strong>del</strong>la giornata (mattino, pomeriggio, notte) nei<br />
lavoratori che effettuano anche lavoro notturno, sia in ciclo continuo<br />
che <strong>di</strong>scontinuo.<br />
Tabella I. Distribuzione degli infortuni per anno e gravità<br />
0<br />
Classi <strong>di</strong> gravità (giorni <strong>di</strong> assenza)<br />
1-3 4-30 >30<br />
totale<br />
I.F<br />
(X milione<br />
N° 5 N° % N° % N° % N° % ore lav.)<br />
1999 346 54,4 36 5,6 173 27,2 80 12,5 635 100 376<br />
2000 300 52,6 42 5,3 140 24,5 88 15,4 570 100 400<br />
2001 247 52,0 24 5,0 126 26,5 78 16,4 475 100 367<br />
2002 329 62,2 14 2,6 108 20,6 73 13,9 524 100 375<br />
totale 1222 55,4 116 5,3 547 24,8 319 14,5 2204 100<br />
Figura 1. Andamento <strong>del</strong> Tasso <strong>di</strong> Incidenza nelle 24 ore<br />
Bibliografia<br />
Åkerst<strong>ed</strong>t T. Shift work and <strong>di</strong>sturb<strong>ed</strong> sleep/wakefulness. Occup M<strong>ed</strong><br />
20<strong>03</strong>; 53: 89-94.<br />
Costa G. Shift work and occupational me<strong>di</strong>cine: an overview. Occup M<strong>ed</strong><br />
20<strong>03</strong>; 53: 83-88.<br />
Folkard S, Tucker P. Shift work, safety and productivity. Occup M<strong>ed</strong><br />
20<strong>03</strong>; 53: 95-101.<br />
Hänecke K, Ti<strong>ed</strong>emann S, Nachreiner F, Grzech-Sukalo H. Accident risk<br />
as a function of hour at work and time of day as determin<strong>ed</strong> from accident<br />
data and exposure mo<strong>del</strong>s for the German working population.<br />
Scand J Work Environ Health 1998; 24 (suppl 3): 43-48.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
212 www.gimle.fsm.it<br />
D. Duscio 1 , L. Proietti 1 , M. Valentino 2 , V. Rapisarda 2 , G. Solina 2 , S. Giarrusso 1 , G. Internullo 3<br />
Infortuni <strong>del</strong>la mano sul lavoro in un’area a prevalenza<br />
agricolo-artigianale<br />
1 Clinica <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università <strong>di</strong> Catania<br />
2 Clinica <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Università Politecnica <strong>del</strong>le Marche<br />
3 Divisione <strong>di</strong> Ortope<strong>di</strong>a, Osp<strong>ed</strong>ale <strong>di</strong> Caltagirone<br />
RIASSUNTO. Gli infortuni alla mano costituiscono oltre il<br />
20% dei traumi da lavoro. La stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 237 casi infortuni<br />
occorsi in lavoratori prevalentemente artigiani e agricoltori<br />
permette <strong>di</strong> trarre alcune considerazioni sul ruolo <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co<br />
<strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> nella loro prevenzione.<br />
Parole chiave: infortuni <strong>del</strong>la mano, artigiani, agricoltori.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
HAND INJURIES AT WORK IN CRAFTSMEN AND FARMERS. Hand<br />
injuries exce<strong>ed</strong> 20% of all occupational injuries. This article<br />
reviews the history of 237 hand injuries mostly occurr<strong>ed</strong> in<br />
craftsmen and farmers. The results allow us to make some<br />
considerations on the role of occupational physician in their<br />
prevention.<br />
Key words: hand injuries, craftmen and farmers.<br />
Introduzione<br />
Le lesioni traumatiche <strong>del</strong>le mani sono i più comuni traumi professionali<br />
specie nelle lavorazioni che presuppongono elevata manualità (1).<br />
In Italia gli infortuni alla mano sono circa il 35% degli infortuni nell’industria<br />
e il 20% nell’agricoltura. Tuttavia secondo l’INAIL nel 2002,<br />
per la prima volta da un quinquennio, è stato registrato un calo in termini<br />
assoluti <strong>del</strong> 2%, con flessioni <strong>del</strong> 3-7% nei settori a maggior rischio<br />
quali agricoltura <strong>ed</strong> e<strong>di</strong>lizia (www.inail.it).<br />
In questo stu<strong>di</strong>o, partendo dall’esame dei casi <strong>di</strong> traumi professionali<br />
alla mano occorsi in un area <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong>la provincia <strong>di</strong> Catania ad<br />
economia prevalentemente agricolo-artigianale, abbiamo analizzato le<br />
principali caratteristiche degli infortuni alla mano per poter risalire alle<br />
migliori modalità <strong>di</strong> prevenzione.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Abbiamo raccolto, dal Gennaio al Dicembre 2002, 237 casi <strong>di</strong> soggetti<br />
con infortunio alla mano provenienti da un area <strong>di</strong> 17 comuni in cui<br />
le attività produttive principali sono agricole e artigianali.<br />
Ciascun soggetto dopo essersi recato al Pronto Soccorso è stato inviato<br />
alla Divisione <strong>di</strong> Chirurgia <strong>del</strong>la Mano <strong>del</strong>l’Osp<strong>ed</strong>ale <strong>di</strong> Caltagirone<br />
e a quella <strong>di</strong> Ortope<strong>di</strong>a <strong>del</strong>l’Osp<strong>ed</strong>ale Cannizzaro <strong>di</strong> Catania.<br />
Attraverso le cartelle cliniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>missione osp<strong>ed</strong>aliera e successivamente<br />
attraverso interviste telefoniche abbiamo raccolto informazioni<br />
circa età, sesso, attività lavorativa, modalità e tipo <strong>di</strong> infortunio, esito <strong>del</strong><br />
trauma.<br />
Sono stati inoltre valutati nove potenziali fattori <strong>di</strong> rischio per infortuni<br />
alla mano correlati al lavoro (2): svolgimento <strong>di</strong> mansioni insolite;<br />
meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> lavoro insolite; uso <strong>di</strong> attrezzi o equipaggiamenti malfunzionanti;<br />
lavoro con materiali insoliti; mancato uso <strong>di</strong> guanti; lavoro in<br />
orari straor<strong>di</strong>nari; lavoro in urgenza; lavoro con <strong>di</strong>sattenzione; lavoro in<br />
scarse con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute.<br />
Risultati e <strong>di</strong>scussione<br />
I 237 soggetti, 2<strong>03</strong> maschi (86%) e 34 femmine (14%), avevano età<br />
me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 38,4 ±8,1 anni, e anzianità lavorativa <strong>di</strong> 18,4 ±3,1 anni.<br />
I comparti produttivi interessati sono stati: artigianato (38%), agricoltura<br />
(32%), e<strong>di</strong>lizia (10%); commercio (10%) e personale amministrativo<br />
(10%).<br />
Nel 67% dei casi il trauma ha interessato la mano destra che nel 90%<br />
era la mano dominante.<br />
Il periodo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> inabilità è stato <strong>di</strong> 35,8 ±18,6 giorni. La categoria<br />
con maggior numero <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong> assenza per infortunio (49,7 ±3,7<br />
giorni) è stata quella degli impiegati. Ciò in relazione al maggior numero<br />
<strong>di</strong> fratture ossee.<br />
Dei 237 infortuni: 43% fratture ossee; 16% contusioni; 16% ferite da<br />
taglio; 9% lussazioni; 5 traumi da schiacciamento senza fratture; 5% amputazioni<br />
parziali <strong>del</strong>le falangi <strong>di</strong>stali; 3% <strong>di</strong>storsioni e 3% ritenzione <strong>di</strong><br />
corpi estranei.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 213<br />
Gli esiti <strong>del</strong>le lesioni sono stati nel 20% dei casi una limitazioni articolare<br />
(n=47), nel 4% una <strong>di</strong>sestesia-ipoestesia (n=10) nel 4% una rigi<strong>di</strong>tà<br />
articolare (n=10), nel 7% la persistenza <strong>di</strong> dolore (n=16), nel 2% dei<br />
casi la persistenza <strong>di</strong> <strong>ed</strong>ema (n=5). Solo nel 2% si è registrato un grado <strong>di</strong><br />
inabilità permanente >10% (n=5).<br />
Tabella I. Risultati sui potenziali fattori <strong>di</strong> rischio<br />
per infortuni alla mano correlati al lavoro<br />
Fattori <strong>di</strong> rischio presi in esame Risultati<br />
Svolgimento <strong>di</strong> mansioni insolite 9 (4%)<br />
Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro insoliti 32 (13%)<br />
Uso <strong>di</strong> attrezzi o equipaggiamenti malfunzionanti 16 (7%)<br />
Lavorare con materiali insoliti 14 (6%)<br />
Mancato uso <strong>di</strong> guanti 61 (26%)<br />
<strong>Lavoro</strong> in orari straor<strong>di</strong>nari 0 (0%)<br />
<strong>Lavoro</strong> <strong>di</strong> fretta 81 (34%)<br />
<strong>Lavoro</strong> con <strong>di</strong>sattenzione 24 (10%)<br />
<strong>Lavoro</strong> in scarse con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute 0 (0%)<br />
I risultati sui potenziali fattori <strong>di</strong> rischio per infortuni alla mano correlati<br />
al lavoro hanno mostrato una netta prevalenza <strong>del</strong> lavoro svolto in<br />
fretta (34%) e <strong>del</strong> lavoro in assenza degli obbligatori guanti <strong>di</strong> protezione<br />
(26%). Inoltre sono da rilevare i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro insoliti (13%) e il lavoro<br />
con <strong>di</strong>sattenzione (10%). Analoghe circostanze sono state rilevate in<br />
un prec<strong>ed</strong>ente stu<strong>di</strong>o (3).<br />
Sulla base dei risultati ottenuti si osserva che una adeguata formazione<br />
<strong>ed</strong> informazione dei lavoratori avrebbe potuto evitare in oltre il<br />
50% dei casi (mansioni, meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> lavoro e materiali insoliti,<br />
attrezzi/equipaggiamenti malfunzionanti, mancato uso <strong>di</strong> guanti) l’evento<br />
infortunistico.<br />
In tal senso si ricor<strong>di</strong> che ormai da un decennio il Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
promuove la prevenzione in azienda nei termini <strong>di</strong> informazione e formazione<br />
dei lavoratori sui rischi specifici e <strong>di</strong> adeguamento <strong>del</strong>le strutture<br />
operative, macchine e stabilimenti. Ed è alla luce <strong>di</strong> ciò che il decremento<br />
degli infortuni sul lavoro osservato nell’ultimo quinquennio trova<br />
nell’opera <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> <strong>di</strong> concerto con altre figure professionali<br />
(RSPP, RLS) la spiegazione più appropriata.<br />
Nel caso in esame va osservato che la realtà qui descritta è quella <strong>di</strong><br />
piccoli artigiani, e <strong>di</strong> micro-aziende spesso a conduzione familiare ove la<br />
figura <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>co <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> non è presente.<br />
Pertanto riteniamo che si debba creare un percorso che permetta <strong>di</strong><br />
estendere perlomeno la formazione e l’informazione sui rischi anche a<br />
queste realtà; solo così potrà essere abbassato il rischio che si realizzi un<br />
incidente per cause prevenibili.<br />
Bibliografia<br />
1) Sorock GS, Lombar<strong>di</strong> DA, Hauser RB. Acute traumatic occupational<br />
hand injuries: type, location, and severity. J Occup Environ M<strong>ed</strong><br />
2002; 44: 345-51.<br />
2) Lombar<strong>di</strong> DA, Sorock GS, Lesch MF. A reliability study of potential<br />
risk factors for acute traumatic occupational hand injuries. Am J Ind<br />
M<strong>ed</strong> 2002; 42: 336-43.<br />
3) Valentino M, Rapisarda V, Fenga C. Hand injuries due to high-pressure<br />
injection devices for painting in shipyards: Circumstances, management,<br />
and outcome in twelve patients. Am J Ind M<strong>ed</strong> 20<strong>03</strong>; 43: 539-42.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
214 www.gimle.fsm.it<br />
F. Gobba 1,2 , P. Rossi 3 , L. Roccatto 3<br />
Livelli <strong>di</strong> esposizione occupazionale a campi magnetici a frequenza<br />
estremamente bassa (ELF) in lavoratori addetti varie mansioni<br />
Università <strong>di</strong> Modena e Reggio Emilia<br />
1 Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
2 Dottorato <strong>di</strong> Ricerca in Sanità Pubblica<br />
3 Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> (ISPESL), Dipartimento Igiene <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Roma<br />
RIASSUNTO. Me<strong>di</strong>ante misuratori in<strong>di</strong>viduali abbiamo<br />
determinato l’esposizione occupazionale a campi magnetici<br />
ELF in 150 lavoratori addetti a 28 mansioni <strong>di</strong>fferenti. La<br />
me<strong>di</strong>a aritmetica <strong>di</strong> tutti i lavoratori è risultata 0,36 µT, quella<br />
geometrica 0,21 µT. Vengono riportati i valori misurati per le<br />
singole mansioni. È stata osservata un’elevata variabilità sia<br />
tra lavoratori <strong>di</strong>versi addetti alla m<strong>ed</strong>esima mansione che tra<br />
giornate <strong>di</strong>verse nello stesso lavoratore. I risultati <strong>di</strong>mostrano<br />
un’esposizione complessivamente modesta in buona parte <strong>del</strong>le<br />
mansioni esaminate, tuttavia sia i livelli rilevati in alcune<br />
mansioni che la variabilità osservate in<strong>di</strong>cano la necessità <strong>di</strong><br />
effettuare adeguati interventi <strong>di</strong> misure <strong>del</strong>la esposizione a<br />
campi magnetici ELF nei lavoratori.<br />
Parole chiave: campi magnetici a frequenza estremamente bassa,<br />
esposizione professionale.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
OCCUPATIONAL EXPOSURE TO VERY LOW ELECTROMAGNETIC FIELDS<br />
IN WORKERS EMPLOYED IN DIFFERENT JOBS. Using personal<br />
dosimeters, occupational exposure to ELF-MF was measur<strong>ed</strong> in<br />
150 workers employ<strong>ed</strong> in 28 <strong>di</strong>fferent occupations. The main<br />
results are present<strong>ed</strong>. The overall arithmetical mean in the whole<br />
sample was 0.36 µT, the overall geometric mean 0.21 µT. A high<br />
variability among workers engag<strong>ed</strong> in the same occupation, and<br />
among <strong>di</strong>fferent days in the same worker, was observ<strong>ed</strong>. The<br />
results suggest a relatively low exposure to ELF-MF in the large<br />
part of workers. Nevertheless, the higher levels measur<strong>ed</strong> in<br />
some workers, and the high variability, show the ne<strong>ed</strong> of<br />
adequate measurements of ELF-MF exposure in workers.<br />
Key words: very low electromagnetic fields, occupational<br />
exposure.<br />
Le conoscenze sull’esposizione occupazionale a campi magnetici a<br />
frequenza estremamente bassa (ELF-MF) sono attualmente insufficienti,<br />
e principalmente basate su risultati ottenuti nei paesi scan<strong>di</strong>navi e nel<br />
Nord America (1-6). A fini sia preventivi, che epidemiologici e <strong>di</strong> ricerca,<br />
sarebbe invece <strong>di</strong> grande importanza <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una buona base <strong>di</strong> conoscenze<br />
sulle attività lavorative che comportano un’esposizione significativa,<br />
e sui livelli <strong>di</strong> campo preve<strong>di</strong>bili nelle varie mansioni nel nostro<br />
Paese. Su queste basi abbiamo deciso <strong>di</strong> ottenere una stima <strong>del</strong>la esposizione<br />
occupazionale ai campi magnetici ELF in lavoratori a<strong>di</strong>biti ad alcune<br />
comuni attività lavorative in Italia.<br />
È stato raccolto un campione <strong>di</strong> 150 lavoratori (84 uomini e 66 donne),<br />
addetti a 28 <strong>di</strong>fferenti mansioni in varie aziende <strong>del</strong>la Regione Emilia-Romagna.<br />
L’esposizione occupazionale personale ELF-MF è stata<br />
determinata con misuratori in<strong>di</strong>viduali (Emdex Lite, Enertech Consultants,<br />
USA) indossati alla cintura. La densità <strong>del</strong> campo magnetico è stata<br />
misurata ogni 10 secon<strong>di</strong> per tre turni consecutivi; in questo modo sono<br />
state raccolte più <strong>di</strong> 8600 misurazioni per ogni lavoratore. Nella Tabella<br />
I sono presentati i valori rilevati, espressi come me<strong>di</strong>a aritmetica<br />
(Me<strong>di</strong>a) e me<strong>di</strong>a geometrica (GM) dei valori in<strong>di</strong>viduali TWA dei singoli<br />
lavoratori. È stata anche riportata la Intermittenza (INT), una stima <strong>del</strong>la<br />
variabilità dei singoli valori. Le misure <strong>del</strong> campo magnetico ELF sono<br />
espresse in µT.<br />
I valori più alti, espressi come Me<strong>di</strong>a, sono stati riscontrati negli elettricisti<br />
addetti alle sottostazioni (1.12 µT), seguiti dalle addette alla confezione<br />
<strong>di</strong> capi <strong>di</strong> abbigliamento (0.84 µT). È da osservare che i livelli misurati<br />
nelle addette alla confezione non sono inattesi, e sono la conseguenza<br />
<strong>del</strong>la vicinanza dei motori elettrici per il funzionamento <strong>del</strong>le<br />
macchine. Esposizioni superiori agli 0.5 µT sono state rilevate anche negli<br />
addetti alla manutenzione telefonica, alla sbavatura manuale con flessibili,<br />
alla smalteria in ceramica <strong>ed</strong> al controllo <strong>di</strong> qualità nell’industria<br />
tessile. Al contrario, le esposizioni più contenute sono quelle degli operatori<br />
amministrativi sanitari (0.05 µT) e degli insegnanti <strong>di</strong> asili nido<br />
(0.02 µT), mentre livelli interme<strong>di</strong> <strong>di</strong> esposizione, prevalentemente compresi<br />
tra 0.06 e 0.2 µT circa, sono stati determinati negli altri gruppi<br />
I risultati suggeriscono che, nel nostro Paese, l’esposizione TWA a<br />
campi magnetici ELF nei lavoratori addetti ad alcune tra le più comuni<br />
attività lavorative sia inferiore a 0.2 µT, ovvero quella che è considerata<br />
da alcuni la soglia per i possibili effetti, anche a lungo termine, <strong>di</strong> tali<br />
campi (4). In alcune mansioni, però, sono stati osservati dei valori superiori:<br />
in questi lavoratori una migliore caratterizzazione <strong>del</strong>l’esposizione,<br />
<strong>ed</strong> una sorveglianza <strong>del</strong>la eventuale comparsa <strong>di</strong> effetti nel tempo, è<br />
da considerarsi auspicabile. Inoltre, un allargamento <strong>del</strong>la casistica, volto<br />
ad una migliore conoscenza <strong>del</strong>l’esposizione occupazionale nelle varie<br />
attività, risulterebbe <strong>di</strong> grande importanza sia a scopi pratici preventivi,<br />
che per la creazione <strong>di</strong> valide matrici <strong>di</strong> esposizione, applicabili negli<br />
stu<strong>di</strong> sugli effetti <strong>del</strong>l’esposizione prolungata a bassi livelli <strong>di</strong> campo<br />
magnetico ELF.<br />
Bibliografia<br />
1) Barroetavena MC, Ross R, Teschke K. Electric and magnetic fields at<br />
three pulp and paper mills. Am Ind Hyg Assoc J 1994; 55: 358-63.<br />
2) Bracken TD, Rankin RF, Senior RS, Alldr<strong>ed</strong>ge JR, Sussman SS. Ma-
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 215<br />
Tabella I. Principali parametri statistici <strong>del</strong>le concentrazioni biologiche <strong>di</strong> MTBE nei 37 lavoratori controllati<br />
ATTIVITÀ Me<strong>di</strong>a TWA GM TWA INT ATTIVITÀ Me<strong>di</strong>a TWA GM TWA INT<br />
Aziende <strong>di</strong> servizi 0,33 0,08 0,09 Ceramica 0,26 0,13 0,06<br />
Elettric. sottostazione 1,12 0,15 0,19 Add smalteria 0,59 0,19 0,12<br />
Manutenz. telefoni 0,51 0,13 0,05 Add. atomizzatori 0,18 0,12 0,05<br />
Manutenz. cabine 0,35 0,08 0,11 Add. presse 0,18 0,08 0,06<br />
Autista mezzi pubblici 0,16 0,07 0,08 Tessile Abbigliamento 0,69 0,49 0,09<br />
Manutenz. linee elettr. 0,15 0,06 0,06 Add. confezione 0,84 0,63 0,10<br />
Add. allacciam. gas 0,10 0,06 0,05 Add. controllo qualità 0,57 0,15 0,09<br />
Metalmeccanica 0,18 0,08 0,08 Add. telai maglieria 0,09 0,<strong>03</strong> 0,06<br />
Sbavatori (flessibile) 0,56 0,2 0,33 Add. inscatolamento 0,09 0,08 0,02<br />
Add. prove 0,23 0,09 0,07 Add. taglio tessuti 0,06 0,<strong>03</strong> 0,04<br />
Add. rettifica 0,15 0,06 0,08 Altre attività 0,08 0,04 0,<strong>03</strong><br />
Add. sabbiatura 0,13 0,08 0,<strong>03</strong> Odontotecnici 0,17 0,06 0,04<br />
Add. molatura 0,12 0,08 0,<strong>03</strong> Riparazione Ra<strong>di</strong>o-TV 0,17 0,09 0,05<br />
Add. trapani 0,10 0,06 0,08 Falegnami 0,13 0,<strong>03</strong> 0,09<br />
Add. frese 0,08 0,06 0,02 Impiegati 0,06 0,<strong>03</strong> 0,02<br />
Add. controllo qualità 0,07 0,05 0,01 Operatori sanitari 0,05 0,<strong>03</strong> 0,01<br />
Insegn scuola materna 0,02 0,01 0,01<br />
gnetic field exposure among utility workers. Bioelectromagnetics<br />
1995; 16: 216-26.<br />
3) Breysse PN, Lees PSJ, McDiarmid MA, Curbow B. ELF magnetic field<br />
exposures in an office environment. Am J Ind M<strong>ed</strong> 1994; 25: 177-85.<br />
4) Floderus B, Persson T, Stenlund C. Magnetic-field exposures in the<br />
workplace: reference <strong>di</strong>stribution and exposures in occupational groups.<br />
Int J Occup Environ Health 1996; 2: 226-38.<br />
5) Hansen NH, Sobel E, Davanipour Z, Gillette LM, Niiranen J, Wilson<br />
BW. EMF exposure assessment in the finnish garment industry: evaluation<br />
of propos<strong>ed</strong> EMF exposure metrics. Bioelectromagnetics<br />
2000; 21: 57-67.<br />
6) Kromhout H, Loomis DP, Mihlan GJ et al. Assessment and grouping<br />
of occupational magnetic field exposure in five electric utility companies.<br />
Scand J Work Environ Health 1995; 21: 43-50.
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
216 www.gimle.fsm.it<br />
P. Boccalon 1 , F. Torricelli 2 , P. Zoccarato 2 , R. Taiuti 2 , S. Petrini 2 , E. Magnelli 2 , E. Leprini 2 , R. Giar<strong>di</strong>ello 2 , L. Focar<strong>di</strong> 1<br />
Il part time in un’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera: stu<strong>di</strong>o sui lavoratori atipici<br />
1 UO Me<strong>di</strong>cina Preventiva dei Lavoratori Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera Careggi<br />
2 Comitato per le pari opportunità Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera Careggi<br />
RIASSUNTO. Il d. lgsl. 626/’94 pone a carico <strong>del</strong> datore <strong>di</strong><br />
lavoro precisi obblighi <strong>di</strong> formazione e informazione nei<br />
confronti dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori. Le<br />
norme <strong>di</strong> “buona tecnica” da applicare nel realizzare<br />
interventi formativi sono: progettazione <strong>del</strong>l’intervento in<br />
rapporto ai bisogni formativi dei destinatari, utilizzazione <strong>di</strong><br />
metodologie in<strong>di</strong>rizzate a favorire l’appren<strong>di</strong>mento e<br />
l’adozione <strong>di</strong> comportamenti sicuri, approntamento <strong>di</strong><br />
strumenti valutativi. A tale scopo risultanto utili i contributi<br />
<strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline che hanno stu<strong>di</strong>ato la percezione e la<br />
<strong>comunic</strong>azione <strong>del</strong> rischio e l’<strong>ed</strong>ucazione degli adulti. Anche<br />
sulla base <strong>del</strong>le prime esperienze condotte in applicazione <strong>del</strong>la<br />
legge, sono proposti strumenti in<strong>di</strong>rizzati in particolare ai<br />
rappresentanti dei lavoratori, ai membri dei comitati<br />
paritetici, ai consulenti e agli stessi datori <strong>di</strong> lavoro, capaci <strong>di</strong><br />
favorire l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> concetti complessi quali: i mo<strong>del</strong>li<br />
probabilistici <strong>di</strong> causalità, il ruolo dei fattori cognitivi <strong>ed</strong><br />
emotivi <strong>del</strong>l’appren<strong>di</strong>mento, le definizioni <strong>di</strong> agente<br />
cancerogeno elaborate dai <strong>di</strong>versi organismi nazionali <strong>ed</strong><br />
internazionali, il significato dei TLV nel caso <strong>di</strong> esposizione a<br />
cancerogeni, l’interazione tra cancerogeni in caso <strong>di</strong><br />
esposizioni multiple, la valutazione <strong>del</strong> rischio.<br />
Parole chiave: agenti cancerogeni, formazione dei lavoratori.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
PROTECTION FROM CARCINOGENIC AGENTS THE DUTY OF TRAINING.<br />
Accor<strong>di</strong>ng to act 626/1994, employers have the duty to inform<br />
and train workers and their representatives. The implementation<br />
of training activities requires the following points: planning the<br />
training progra accor<strong>di</strong>ng to the ne<strong>ed</strong>s of the target population,<br />
use of the methods aim<strong>ed</strong> at promoting learning and the<br />
adoption of safe behaviour, setting-up of evaluation tools. The<br />
<strong>di</strong>sciplines of risk perception and communication and adult<br />
training may provide useful contribution in this frame. At the<br />
light of the preliminary experiences in this field, the importance<br />
of the following items for workers, workers representatives and<br />
employers is emphasiz<strong>ed</strong>: probabilistic causality mo<strong>del</strong>s, role of<br />
cognitive and emotional factors in the learning process,<br />
definition of carcinogenic accor<strong>di</strong>ng to national and<br />
internationals organisation, meaning of TLV with respect to<br />
carcinogenic exposure, interaction between carcinogens in the<br />
case of multiple exposition, risk evaluation, preventive measures,<br />
transfer of carcinogen risk from workplace to domestic<br />
environment, due to lack of compliance with basic hygienic rules<br />
such proper use of work clothes.<br />
Key words: carcinogenic agents, worker’s training.<br />
Introduzione<br />
Il lavoro part time, che ha avuto una regolamentazione con i Decreti<br />
Legislativi 61/2000 e 1009/2001, in Italia ha visto un progressivo aumento,<br />
passando dal 6.3% degli occupati nel 1995 all’8.6% <strong>del</strong> 2002 (1).<br />
La popolazione che ricorre al lavoro part time è prevalentemente femminile;<br />
le motivazioni per cui viene richiesto sono legate prevalentemente<br />
alla mancanza <strong>di</strong> lavoro o all’impossibilita <strong>di</strong> svolgere un lavoro full time<br />
per varie motivazioni (2).<br />
Il Comitato per le pari Opportunità <strong>del</strong>l’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera Careggi<br />
(CPO-AOC), al fine <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l’estensione e le motivazioni <strong>del</strong> ricorso<br />
al part time all’interno <strong>del</strong>l’Azienda, partendo dal presupposto che solo<br />
in casi spora<strong>di</strong>ci si tratti <strong>di</strong> una vera “scelta”, mentre nel maggior parte<br />
dei casi tale decisione sia legata a carenze <strong>di</strong> soluzioni alternative, ha<br />
condotto un’indagine sulle motivazioni che hanno indotto i lavoratori alla<br />
richiesta <strong>del</strong> part time.<br />
Materiali, soggetti e meto<strong>di</strong><br />
Lo strumento utilizzato è stato un questionario anonimo, inviato a<br />
tutti i lavoratori a rapporto <strong>di</strong> lavoro part time. Il questionario analizza<br />
le motivazioni per cui è stata richiesta la trasformazione <strong>del</strong> rapporto<br />
<strong>di</strong> lavoro da full time a part time e le opportunità che, se offerte,<br />
avrebbero evitato il ricorso al part time. Le risposte, raggruppate in<br />
categorie, sono state elaborate me<strong>di</strong>ante test statistici parametrici o<br />
non parametrici.<br />
Il personale a part time all’interno <strong>del</strong>l’AOC alla data <strong>del</strong><br />
10/12/2002 era composto da n. 282 soggetti, pari al 4.99% <strong>del</strong>l’organico<br />
totale. Si tratta <strong>di</strong> personale giovane (età me<strong>di</strong>a part time 39.4 ± 6.2<br />
anni, range 29-62, full time 42.1 ± 9.4 anni, range 22-70; t-student<br />
p
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 217<br />
Classi<br />
<strong>di</strong> età<br />
Risultati<br />
Sono stati restituiti 119 questionari (pari al 46,7% dei questionari <strong>di</strong>stribuiti).<br />
La <strong>di</strong>stribuzione per sesso è riportata nella tabella II.<br />
La <strong>di</strong>stribuzione per età e <strong>del</strong>la popolazione che ha risposto al questionario<br />
non <strong>di</strong>fferisce da quella <strong>del</strong>la popolazione in part time (tabella III).<br />
Anche l’anzianità lavorativa dei soggetti che hanno risposto al questionario<br />
non <strong>di</strong>fferisce da quella dei soggetti in part time; i dati sono riassunti<br />
in tabella IV.<br />
Le qualifiche dei soggetti che hanno risposto al questionario e <strong>del</strong> totale<br />
<strong>di</strong> quelli in part time non <strong>di</strong>fferiscono (tab. V).<br />
La tipologia <strong>di</strong> part time prevalente è quella verticale scelta dal<br />
64% dei lavoratori, trascurabile è il ricorso al part time misto (solo il<br />
4,5% <strong>del</strong> totale).<br />
Tabella I. Classi <strong>di</strong> età <strong>del</strong>le popolazioni stu<strong>di</strong>ate<br />
Valori assoluti Valori percentuali<br />
Part time Full time Part time Full time<br />
F M Totale F M Totale F M Totale F M Totale<br />
65 a. 2 11 13 0,0 0,0 0,0 0,1 0,5 0,2<br />
Totale 228 27 255 3264 2098 5362 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0<br />
Tabella II. Distribuzione per sesso <strong>del</strong>la popolazione esaminata<br />
Femmine Maschi Non <strong>di</strong>chiarato<br />
Numero questionari 100 8 11<br />
% 84.0 6.7 9.3<br />
Le motivazioni sulla scelta <strong>del</strong> part time sono multiple, alcuni soggetti<br />
infatti hanno in<strong>di</strong>cato più <strong>di</strong> una motivazione; il ricorso al part time<br />
era dettato prevalentemente dalla necessità <strong>di</strong> assistenza ai figli o ad altri<br />
familiari, in secondo luogo per problemi legati al raggiungimento <strong>del</strong> luogo<br />
<strong>di</strong> lavoro; le <strong>di</strong>fficoltà legate a <strong>di</strong>sagio lavorativo erano al terzo posto,<br />
seguite da necessità correlate allo stu<strong>di</strong>o. Limitata, invece, la scelta <strong>del</strong><br />
part time per lo svolgimento <strong>di</strong> altre attività economiche o per ragioni <strong>di</strong><br />
salute personale. I dati sono riassunti in tabella VI.<br />
Tra i 96 lavoratori che hanno chiesto il part time per assistenza a figli<br />
o familiari, 25 (21,0%), lo hanno fatto per l’assenza <strong>di</strong> strutture, convenzionate<br />
con l’Azienda, che potessero sostituirli nell’assistenza dei familiari<br />
(asili, ecc.), altri 58 (60.4%) non sarebbero ricorsi al part time se<br />
l’orario <strong>di</strong> lavoro fosse stato una maggiormente flessibile.<br />
Per 30 soggetti (25.2% dei soggetti che hanno risposto al questionario)<br />
le <strong>di</strong>fficoltà legate al pendolarismo sono alla base <strong>del</strong>la richiesta <strong>di</strong><br />
part time; per 28 (93.3%) tali <strong>di</strong>fficoltà sono legate alla rigi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>l’orario<br />
<strong>di</strong> lavoro; tuttavia solo per 7 soggetti (5.9% dei soggetti che hanno risposto)<br />
la presenza <strong>di</strong> mezzi pubblici o <strong>di</strong> un rimborso per le spese sostenute,<br />
avrebbe mo<strong>di</strong>ficato la scelta <strong>del</strong> part time.<br />
Il <strong>di</strong>sagio lavorativo è alla base <strong>del</strong>la scelta <strong>del</strong> part time in 23 lavoratori<br />
(19.3%); per 11 soggetti (9.2%) la richiesta <strong>di</strong> part time è vissuta<br />
come l’unica possibilità <strong>di</strong> cambiare UO, mentre per 12 (10.1%) la collaborazione<br />
dei colleghi può essere la via <strong>di</strong> soluzione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>fficoltà.<br />
Tabella III. Distribuzione per classi <strong>di</strong> età <strong>del</strong>la popolazione esaminata<br />
Frequenze assolute Frequenze percentuali<br />
Classi <strong>di</strong> età Totale Risposte al questionario Totale Risposte al questionario<br />
Part time F M n.d. Totale Part time F M n.d. Totale<br />
Fino a 35 anni 73 19 1 5 25 28,63 19,00 14,29 45,45 21,19<br />
Da 36 a 45 anni 140 60 5 3 68 54,90 60,00 71,43 27,27 57,63<br />
Da 46 a 55 anni 38 20 1 3 24 14,90 20,00 14,29 27,27 20,34<br />
Da 56 a 65 anni 4 1 1 1,57 1,00 0,00 0,00 0,85<br />
Totale 255 100 7 11 118 100 100 100 100 100<br />
(n.d.: non <strong>di</strong>chiarato)<br />
Tabella IV. Distribuzione per classi <strong>di</strong> anzianità lavorativa <strong>del</strong>la popolazione esaminata<br />
Frequenze assolute Frequenze percentuali<br />
Classi <strong>di</strong> anzianità<br />
lavorativa Totale Totale<br />
organico Part time F<br />
Risposte al questionario<br />
M n.d. Totale<br />
Totale Totale<br />
organico Part time F<br />
Risposte al questionario<br />
M n.d. Totale<br />
Fino a 5 anni 1598 59 20 1 2 23 29,8 23,1 20,0 12,5 18,2 19,3<br />
Da 6 a 10 anni 1061 66 21 2 23 19,8 25,9 21,0 25,0 0,0 19,3<br />
Da 11 a 15 anni 944 69 33 3 7 43 17,6 27,1 33,0 37,5 63,6 36,1<br />
Da 16 a 20 anni 336 29 14 2 16 6,3 11,4 14,0 25,0 0,0 13,4<br />
Oltre 20 anni 1423 32 12 2 14 26,5 12,5 12,0 0,0 18,2 11,8<br />
Totale 5362 255 100 8 11 119 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0<br />
(n.d.: non <strong>di</strong>chiarato)
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
218 www.gimle.fsm.it<br />
Qualifiche<br />
Conclusioni<br />
Tabella V. Distribuzione per qualifica <strong>del</strong>la popolazione esaminata<br />
All’interno <strong>del</strong>l’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera ricorrono al part time quasi<br />
esclusivamente <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> sesso femminile, giovani già formati, <strong>di</strong><br />
conseguenza nel periodo <strong>di</strong> maggior produttività dal punto <strong>di</strong> vista professionale.<br />
Le motivazioni che portano alla richiesta <strong>del</strong> part time sono<br />
plurime, prevalentemente legate alla necessità/volontà <strong>di</strong> prestare assistenza<br />
ai familiari (figli o genitori); è presente tuttavia anche una notevole<br />
quota legata a <strong>di</strong>sagio personale sia nel luogo <strong>di</strong> lavoro sia alla lontananza<br />
dall’abitazione. Estremamente limitato è il ricorso al part time per<br />
Frequenze assolute Frequenze percentuali<br />
Totale Part time Questionari Totale Part time Questionari<br />
Infermieristico 135 53 49,6 44,9<br />
Tecnico sanitario 47 27 17,3 22,9<br />
ass/ota 47 18 17,3 15,3<br />
Amministrativo 36 17 13,2 14,4<br />
Sanitario non me<strong>di</strong>co 0 1 0,0 0,8<br />
altro 6 2 2,2 0,8<br />
Professionale e informatico 1 0,4 0,0<br />
totale 272 118 100 100<br />
Tabella VI. Motivazioni che hanno portato<br />
alla scelta <strong>del</strong> part time<br />
Motivazione n. %<br />
Assistenza familiare 96 80.7<br />
Pendolarismo 30 25,2<br />
Stress 20 16,9<br />
Effettuazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> 12 10,2<br />
Altre motivazioni personali 7 5,9<br />
Attività economiche 6 5,1<br />
Problemi <strong>di</strong> salute 4 3,4<br />
ragioni <strong>di</strong> tipo economico (per svolgere altre attività lavorative) o per precarie<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute.<br />
Vi è una specificità <strong>del</strong> genere femminile, che conferma i compiti<br />
<strong>di</strong> “cura” attribuiti alle donne sia nel contesto sociale che quello familiare<br />
(3).<br />
La pluralità <strong>di</strong> motivazioni che portano alla richiesta <strong>del</strong> part time rivela<br />
un <strong>di</strong>sagio <strong>di</strong> vita al quale le lavoratrici non trovano altro modo <strong>di</strong> rispondere<br />
<strong>di</strong>verso da quello <strong>di</strong> una gestione “ridotta” dei tempi <strong>di</strong> lavoro.<br />
I dati <strong>del</strong> questionario rivelano, da un lato, l’importanza <strong>del</strong>lo<br />
“spazio-tempo <strong>del</strong>la cura” nell’organizzazione <strong>del</strong>la vita dei soggetti<br />
che ricorrono al part time, dall’altro, la marginalità <strong>del</strong>le considerazioni<br />
economiche.<br />
Una risposta al <strong>di</strong>sagio che soggiace alla richiesta <strong>del</strong> part lime può<br />
essere fornita da una maggiore flessibilità nelle funzioni e nei tempi <strong>del</strong><br />
lavoro. Dove risulta più applicabile tale risposta se non in una grande<br />
azienda dove i ruoli sono maggiormente intercambiabili?<br />
Bibliografia<br />
1) CNEL: dati sull’occupazione, in www.cnel.it/archivio/mercato_lavoro/<br />
2) Iacovone T, Soleo L. A lavoro a tempo parziale o part time. Presentazione<br />
<strong>del</strong>le nuove linee guida SIMLII per i me<strong>di</strong>ci <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong>, Modena<br />
20<strong>03</strong>.<br />
3) Cerbai E. Stress e burnout nell’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliera Careggi: Specificità<br />
<strong>del</strong>la con<strong>di</strong>zione femminile. Università degli Stu<strong>di</strong> Firenze. Tesi<br />
Diploma Universitario Infermiere Anno Accademico 2001/2002.
G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />
www.gimle.fsm.it 219<br />
R. Lucchini 1 , P. Facco 1 , E. Trombini 2 , R. Franceschini 2 , R. Taccia 2 , L. Alessio 1<br />
Lo “stress index”: proposta <strong>di</strong> un metodo per la valutazione<br />
<strong>del</strong> rischio da stress e burnout in ambienti sanitari<br />
1 Catt<strong>ed</strong>ra <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Brescia<br />
2 Servizio <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Preventiva - Sp<strong>ed</strong>ali Civili <strong>di</strong> Brescia<br />
RIASSUNTO. Allo scopo <strong>di</strong> poter effettuare una valutazione<br />
<strong>del</strong> rischio da esposizione a stress e burnout negli operatori<br />
sanitari, è stato condotto uno stu<strong>di</strong>o pilota finalizzato al<br />
confronto fra i dati oggettivi sull’entità <strong>del</strong> rischio desunti<br />
tramite la raccolta <strong>di</strong> informazioni parametrabili per<br />
l’elaborazione <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>ce numerico <strong>di</strong> stress, denominato<br />
Stress Index, e i dati derivanti dalla soggettività degli<br />
operatori, raccolti me<strong>di</strong>ante la somministrazione <strong>di</strong> questionari<br />
validati a livello internazionale: il Job Content Questionnaire,<br />
la State-Trait Anxiety Inventory e la Maslach Burnout<br />
Inventory. Sono state considerate 6 subunità afferenti alle<br />
Divisioni <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina generale <strong>di</strong> un grande osp<strong>ed</strong>ale<br />
lombardo <strong>ed</strong> un totale <strong>di</strong> 228 operatori sanitari ad esse<br />
afferenti. I risultati hanno evidenziato una associazione fra i<br />
punteggi elaborati con lo Stress Index e quelli definiti dai<br />
questionari. In particolare, nelle 2 subunità con punteggi<br />
<strong>del</strong>l’in<strong>di</strong>ce più elevati, è stato osservato il più elevato<br />
sbilanciamento fra le richieste lavorative e la capacità <strong>di</strong><br />
gestione da parte degli operatori, assieme ad un significativo<br />
aumento dei livelli <strong>di</strong> ansia e <strong>di</strong> depersonalizzazione da<br />
burnout.<br />
Parole chiave: fattori <strong>di</strong> rischio psicosociali, esposizione<br />
professionale.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
THE “STRESS INDEX”: PROPOSAL FOR A METHOD TO ASSESS THE RISK<br />
DUE TO STRESS AND BURNOUT IN HEALTH CARE WORKERS. To assess<br />
the risk from exposure to stress and burnout in health care<br />
workers, a pilot study was plann<strong>ed</strong> to compare and integrate<br />
the information bas<strong>ed</strong> on the risk evaluation obtain<strong>ed</strong> through<br />
<strong>di</strong>fferent parameters that can be quantifi<strong>ed</strong> and elaborat<strong>ed</strong> to<br />
produce a numerical index, call<strong>ed</strong> the “Stress Index”, and the<br />
subjective symptoms from the in<strong>di</strong>vidual workers. For these<br />
purposes, three internationally validat<strong>ed</strong> questionnaires were<br />
administer<strong>ed</strong>: the Job Content Questionnaire, the State-Trait<br />
Anxiety Inventory and the Maslach Burnout Inventory. The<br />
study consider<strong>ed</strong> six <strong>di</strong>fferent Units from three <strong>di</strong>visions of<br />
Internal Me<strong>di</strong>cine of a large public hospital in Northern Italy,<br />
and a total group of 228 health care workers employ<strong>ed</strong> in the<br />
six units. The results show<strong>ed</strong> an association between the Stress<br />
Index scores and the scores from the questionnaires. In<br />
particular, in the two units with the highest levels of the index,<br />
a significantly higher unbalance between job demand and<br />
decision latitude was observ<strong>ed</strong>, together with the highest levels<br />
of state and trait anxiety and of depersonalization, in<strong>di</strong>cating<br />
higher burnout levels.<br />
Key words: psychosocial factors, occupational exposure.<br />
Introduzione<br />
Tra i fattori <strong>di</strong> rischio professionali presenti negli ambienti sanitari,<br />
quello relativo allo stress <strong>ed</strong> alla sindrome <strong>del</strong> burnout riveste un’importanza<br />
primaria e rientra fra le attività <strong>di</strong> prevenzione previste dall’attuazione<br />
<strong>del</strong> DLgs 626/94. Obiettivo <strong>di</strong> questo lavoro è <strong>di</strong> identificare un<br />
possibile mo<strong>del</strong>lo <strong>di</strong> indagine che comprenda sia una valutazione in<strong>di</strong>viduale<br />
sugli operatori, che una meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> valutazione, idonea per l’espressione<br />
quantitativa <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio.<br />
Materiali e Meto<strong>di</strong><br />
L’indagine è stata condotta presso le Divisioni <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale<br />
degli Sp<strong>ed</strong>ali Civili <strong>di</strong> Brescia. La valutazione <strong>del</strong> rischio da stress<br />
e burnout è stata effettuata me<strong>di</strong>ante la compilazione <strong>di</strong> una sch<strong>ed</strong>a <strong>di</strong><br />
rilevazione contenente alcune informazioni quali: rapporto<br />
pazienti/operatori nei <strong>di</strong>versi turni, grado <strong>di</strong> collaborazione dei pazienti,<br />
turnover degli operatori, salti <strong>di</strong> riposo, assenze per malattia <strong>ed</strong> infortuni<br />
da rischio biologico, numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> decessi dei pazienti in reparto.<br />
Le sch<strong>ed</strong>e sono state preparate in un totale <strong>di</strong> 6 subunità, con il<br />
coinvolgimento multi<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse figure professionali (Me<strong>di</strong>co<br />
Competente, Psicologo, Capo Sala e preposti <strong>del</strong>le Divisioni, Dirigente<br />
Ufficio Infermieristico, Dirigente e Assistenti Sanitarie Servizio<br />
<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Preventiva <strong>del</strong>la Direzione Sanitaria), e sono state elaborate<br />
al fine <strong>di</strong> esprimere un in<strong>di</strong>ce numerico (Stress Index) per ciascuna<br />
subunità.<br />
È stato quin<strong>di</strong> valutato un gruppo <strong>di</strong> 228 operatori sanitari operanti<br />
nelle 6 subunità (<strong>di</strong>rigenti me<strong>di</strong>ci, infermieri, capo sala, operatori tecnici<br />
assistenziali e ausiliari) me<strong>di</strong>ante i seguenti questionari: a) Job Content<br />
Questionnaire (JCQ) (1), nella sua versione italiana (2) per la identificazione<br />
dei “contenuti lavorativi” che possono essere causa <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sadattamento”,<br />
espressa nelle scale <strong>del</strong> Job Demand (JD), che rappresenta<br />
la richiesta lavorativa, <strong>del</strong>la Decision Latitude (DL), cioè <strong>del</strong>la capacità<br />
<strong>di</strong> gestione <strong>del</strong>la richiesta, <strong>del</strong> Social Support (SS), che rappresenta il<br />
supporto dei rapporti sociali, e la Job Insecurity (JI); b) State-Trait<br />
Anxiety Inventory (3), nella sua versione italiana (4), per valutare sia<br />
l’ansia <strong>di</strong> stato (STAIs) che l’ansia <strong>del</strong> tratto stabile <strong>di</strong> personalità<br />
(STAIt); c) Maslach Burnout Inventory (MBI) (5), nel suo adattamento<br />
italiano (6) per la valutazione <strong>del</strong> grado <strong>di</strong> burnout nelle <strong>di</strong>verse scale<br />
<strong>del</strong>l’esaurimento emotivo (EE), <strong>del</strong>la depersonalizzazione (DP) e <strong>del</strong>la<br />
realizzazione professionale (RP). La somministrazione dei questionari è<br />
stata prec<strong>ed</strong>uta da incontri preparatori con il personale sanitario <strong>di</strong> ogni<br />
subunità, durante i quali sono state spiegate in modo dettagliato le modalità<br />
e gli scopi <strong>del</strong>l’indagine.<br />
Risultati<br />
Gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rischio sono risultati <strong>di</strong>versi nelle 6 subunità, evidenziando<br />
valori al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> 30 nelle subunità E e F (figura 1). Le scale<br />
<strong>del</strong> JCQ, <strong>del</strong>l’MBI e <strong>del</strong>la STAIs e STAIt hanno evidenziato un andamento<br />
concorde, in funzione <strong>del</strong>la sud<strong>di</strong>visione in subunità, esprimen-
COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl<br />
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do valori <strong>di</strong> maggior richiesta lavorativa (JD), minori capacità <strong>di</strong> gestione<br />
<strong>del</strong>la richiesta (DL), minori livelli <strong>di</strong> supporto relazionale (SS)<br />
(tabella I), con più elevati livelli <strong>di</strong> burnout (tabella II) e <strong>di</strong> ansia (tabella<br />
III), in quelle subunità caratterizzate da più elevati livelli <strong>del</strong>lo<br />
Stress Index. In particolare, la scala EE <strong>del</strong>la MBI ha superato nelle subunità<br />
E e F il valore in<strong>di</strong>cante elevati liveli <strong>di</strong> “esaurimento emotivo”,<br />
e nelle stesse subunità i valori me<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’ansia <strong>di</strong> tratto (STAIt) sono a<br />
ridosso <strong>del</strong> 60° percentile. L’età me<strong>di</strong>a e l’anzianità <strong>di</strong> reparto degli<br />
operatori è risultata inferiore nelle subunità E e F, caratterizzate da più<br />
elevati livelli <strong>di</strong> Stress Index.<br />
Discussione<br />
La valutazione <strong>del</strong>l’entità <strong>del</strong> rischio da stress e burnout è sicuramente<br />
problematica, in quanto si basa su elementi <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong>fficilmente<br />
quantificabili. Tutte le valutazioni basate sulla soggettività sono<br />
<strong>di</strong> per sé gravate da variabilità <strong>ed</strong> aspecificità, sebbene l’uso <strong>di</strong> me-<br />
Figura 1. Punteggio <strong>del</strong>lo Stress Index nelle 6 <strong>di</strong>verse subunità<br />
osp<strong>ed</strong>aliere<br />
to<strong>di</strong>che standar<strong>di</strong>zzate e validate aumenti la capacità <strong>di</strong> questi strumenti<br />
<strong>di</strong> fornire informazioni sufficientemente atten<strong>di</strong>bili. In questo<br />
lavoro è stato sperimentato l’utilizzo <strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> valutazione<br />
basato su elementi parametrabili e quantificabili in modo oggettivo,<br />
finalizzato alla espressione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> rischio. I parametri selezionati<br />
sono stati identificati me<strong>di</strong>ante una valutazione critica <strong>del</strong>la letteratura<br />
specifica, <strong>ed</strong> in particolare <strong>di</strong> segnalazioni relative alla relazione<br />
<strong>di</strong> ciascun parametro con il rischio specifico. L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio è stato<br />
calcolato attribuendo empiricamente un certo peso a ciascun parametro,<br />
sempre sulla base <strong>di</strong> considerazioni derivanti dall’analisi critica<br />
<strong>del</strong>la letteratura.<br />
Il primo utilizzo <strong>di</strong> questo in<strong>di</strong>ce ha permesso <strong>di</strong> rilevare una sua<br />
buona affidabilità nell’in<strong>di</strong>viduare situazioni a maggior rischio, confermando<br />
quanto espresso soggettivamente dagli operatori, me<strong>di</strong>ante l’uso<br />
dei questionari. I risultati <strong>di</strong> questa applicazione sembrano in<strong>di</strong>care che lo<br />
Stress Index è particolarmente correlato con situazioni <strong>di</strong> elevata richiesta<br />
che gli operatori non riescono a gestire adeguatamente nel loro complesso,<br />
con conseguente generazione <strong>di</strong> ansia <strong>ed</strong> esaurimento emotivo,<br />
che sono a loro volta elementi portanti <strong>del</strong>le sindromi da burnout. Nelle<br />
stesse situazioni peraltro, età me<strong>di</strong>a <strong>ed</strong> anzianità <strong>di</strong> reparto sono risultate<br />
inferiori in relazione ad un elevato turnover. La correlazione con elementi<br />
oggettivi <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio avvalora inoltre maggiormente la<br />
soggettività espressa dagli operatori me<strong>di</strong>ante i questionari, fornendo ad<br />
essi un ulteriore valore pre<strong>di</strong>ttivo.<br />
I risultati <strong>di</strong> questa applicazione preliminare incoraggiano una più<br />
ampia applicazione, finalizzata ad una validazione <strong>del</strong>lo strumento proposto,<br />
che potrebbe acquisire notevole importanza nella proc<strong>ed</strong>ura <strong>di</strong> valutazione<br />
<strong>del</strong> rischio specifico da stress e burnout in ambiente sanitario.<br />
Una più precisa proc<strong>ed</strong>ura <strong>di</strong> valutazione potrà infatti consentire l’effettuazione<br />
<strong>di</strong> una mappatura <strong>del</strong> rischio finalizzata all’in<strong>di</strong>viduazione dei<br />
punti critici nei quali focalizzare l’attenzione con interventi specifici sia<br />
<strong>di</strong> tipo organizzativo che formativo.<br />
Bibliografia<br />
1) Karasek R. Job Content Questionnaire and User’s Guide. Lowell<br />
(USA), University of Massachusetts Press Ed. 1986.<br />
2) Cenni P, Barbieri F, Germani G. Effetti in<strong>di</strong>viduali e organizzativi<br />
<strong>del</strong>lo stress occupazionale sulle lavoratrici <strong>di</strong> aziende <strong>del</strong> comparto<br />
Tabella I. Punteggi me<strong>di</strong> <strong>del</strong>le scale JCQ nelle 6 subunità osp<strong>ed</strong>aliere<br />
Sub JCQ - JD JCQ - DL JCQ - SS JCQ - JI<br />
Unità Me<strong>di</strong>a±DS M. Geom Me<strong>di</strong>a±DS M. Geom Me<strong>di</strong>a±DS M. Geom Me<strong>di</strong>a±DS M.Geom<br />
A 37.4 ± 5.2 37.1 67.8 ± 9.0 67.2 22.7 ± 2.3 22.6 11.5 ± 2.6 10.7<br />
B 39.9 ± 5.9 39.3 68.4 ± 7.4 67.9 23.7 ± 2.1 23.6 10.8 ± 2.1 10.6<br />
C 40.0 ± 5.9 39.6 63.5 ± 14.5 61.7 22.6 ± 5.0 22.2 11.8 ± 3.3 11.4<br />
D 38.0 ± 4.8 37.7 68.1 ± 6.7 67.7 24.0 ± 2.2 23.9 11.5 ± 3.4 11.0<br />
E 42.2 ± 6.9 41.6 66.7 ± 13.1 65.1 21.6 ± 4.0 21.2 12.3 ± 3.2 11.9<br />
F 40.5 ± 6.0 40.0 66.4 ± 8.9 65.8 22.1 ± 2.6 21.9 11.9 ± 2.9 11.6<br />
Tabella II. Punteggi me<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’MBI nelle 6 subunità osp<strong>ed</strong>aliere (EE 24 alto; DP 9 alto; RP >37 basso; 30-36 me<strong>di</strong>o; < 29 alto, secondo gli standard proposti da Maslach e Jackson (5))<br />
Sub MBI - EE MBI- DP MBI - RP<br />
Unità Me<strong>di</strong>a±DS Me<strong>di</strong>ana Me<strong>di</strong>a±DS Me<strong>di</strong>ana Me<strong>di</strong>a±DS Me<strong>di</strong>ana<br />
A 16.6 ± 10.9 14.0 5.0 ± 5.3 3.0 39.1 ± 6.7 41.0<br />
B 16.2 ± 10.2 13.0 4.2 ±4.6 2.5 37.3 ± 7.8 39.0<br />
C 21.1 ± 14.0 17.0 6.8 ±7.3 5.0 36.7 ± 8.9 39.0<br />
D 15.0 ± 9.1 12.5 4.1 ± 4.9 2.5 39.9 ± 6.8 41.0<br />
E 29.1 ± 13.6 27.0 7.3 ± 7.3 6.0 37.1 ± 8.4 41.0<br />
F 26.3 ± 13.1 28.0 6.6 ± 6.1 5.5 36.1 ± 5.8 36.0
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Tabella III. Livelli me<strong>di</strong> <strong>di</strong> ansia <strong>di</strong> stato e <strong>di</strong> tratto,<br />
sud<strong>di</strong>visi nelle 6 subunità osp<strong>ed</strong>aliere<br />
Sub STAIs (ranghi percentili) STAIt (ranghi percentili)<br />
Unità Me<strong>di</strong>a±DS M.Geom Me<strong>di</strong>a±DS M.Geom<br />
A 40.0 ± 24.9 30.0 48.0 ± 26.2 36.7<br />
B 38.1 ± 25.7 26.2 38.4 ± 28.9 24.4<br />
C 39.9 ± 27.7 28.7 45.3 ± 26.6 37.0<br />
D 33.3 ± 23.0 21.8 36.4 ± 27.5 23.6<br />
E 51.5 ± 28.1 38.3 57.9 ± 29.2 47.4<br />
F 47.8 ± 22.6 40.6 60.6 ± 25.9 52.7<br />
tessile mantovano. Il caso <strong>del</strong>la Corneliani <strong>di</strong> Mantova”. Ricerca<br />
pubblicata sul sito www.cgil.it (21/1/1999) e sull’inserto<br />
r<strong>ed</strong>azionale n. 47/98 <strong>di</strong> Nuova Rassegna Sindacale,<br />
1998; 27-40.<br />
3) Spielberger CD, Gorsuch RL, Lushene RE. Manual for the<br />
State-Trait Anxiety Inventory (Self-Evaluation Questionnaire).<br />
Palo Alto (CA), Consulting Psychologist Press Ed. 1970.<br />
4) P<strong>ed</strong>rabissi L, Santinello M. State-Trait Anxiety Inventory<br />
adattamento italiano. Firenze Organizzazioni Speciali. Ed.<br />
1996.<br />
5) Maslach C, Jackson SE. Maslach Burnout Inventory. Palo Alto<br />
(CA), Consulting Psychologist Press Ed. 1986.<br />
6) Sirigatti S, Syefanile C. Maslach Burnout Inventory adattamento<br />
italiano. Firenze Organizzazioni Speciali Ed. 1993.
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U. Carbone, L. Grieco, F. Cimmino, G. Puca, S. Fusco, A. Maisto, A. Sanzullo, S. Vellutino, E. Farinaro<br />
Frequenza <strong>del</strong>la car<strong>di</strong>opatia ischemica in <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> attività<br />
lavorativa<br />
Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli F<strong>ed</strong>erico II - Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Me<strong>di</strong>che Preventive - Sezione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong><br />
RIASSUNTO. Gli Autori riportano i dati <strong>di</strong> frequenza <strong>del</strong>la<br />
patologia ischemica car<strong>di</strong>aca in un campione <strong>di</strong> 3185<br />
lavoratori <strong>del</strong>la Regione Campania, sottoposti a Sorveglianza<br />
Sanitaria dal 1996 al 2002 e le valutazioni dei rapporti <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>pendenza dai rischi in<strong>di</strong>viduali (età, BMI, fumo, colesterolo<br />
sierico) e da quelli lavorativi (impegno fisico, turni<br />
avvicendati). I risultati hanno mostrato l’influenza dei fattori<br />
in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> rischio nella determinazione <strong>del</strong> rischio relativo.<br />
Il rischio relativo <strong>di</strong> car<strong>di</strong>opatia ischemica è stato ancora<br />
maggiore in funzione <strong>del</strong>l’impegno muscolare (lavoro pesante<br />
vs. lavoro leggero) e <strong>del</strong>la turnazione (lavoro in turno vs.<br />
lavoro non in turno). Gli Autori affermano l’utilità <strong>di</strong><br />
attuazione <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> Sorveglianza Sanitaria ad ampio<br />
raggio, utili a definire e controllare non solo le situazioni con<br />
rischi specifici, ma anche ad attuare programmi <strong>di</strong> promozione<br />
<strong>del</strong>la salute.<br />
Parole chiave: car<strong>di</strong>opatia ischemica, sorveglianza sanitaria,<br />
fattori <strong>di</strong> rischio professionali.<br />
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it<br />
CARDIAC ISCHEMIC DISEASE FREQUENCIES AND OCCUPATIONAL RISK<br />
FACTORS. The Authors refer the Health Surveillance outcomes on<br />
3185 workers of Campania region from 1996 to 2001: CHD<br />
frequencies and relationship between the in<strong>di</strong>vidual (age, BMI,<br />
smoking, serum cholesterol) and the occupational risks factors<br />
(work strain and shift). All risk factors increase the frequencies<br />
of CHD, but the work strain and the shift determinate an upper<br />
increase of the relative risk. The Authors suggest far reaching<br />
programs of Health Surveillance, useful to define and to control<br />
the specific work risks and to improve the worksite health<br />
promotion.<br />
Key words: car<strong>di</strong>ac ischemic <strong>di</strong>sease, health surveillance,<br />
occupational risk factors.<br />
Introduzione<br />
Nei Paesi con più alti livelli socio economici si è assistito ad una progressiva<br />
riduzione <strong>del</strong>la patologia ischemica coronarica dalla seconda<br />
metà degli anni ’70 (1-2). In Italia, la riduzione regolare <strong>del</strong> numero <strong>di</strong> casi<br />
mortali è stata più tar<strong>di</strong>va (metà degli anni ’80), anche se con significative<br />
variazioni territoriali (3-4-5).<br />
La riduzione dei casi mortali e, più complessivamente, dei casi <strong>di</strong><br />
malattia, è in larga parte dovuta alla progressiva riduzione dei fattori e dei<br />
comportamenti a rischio (6-7) (risultati <strong>del</strong> progetto MONICA) (8-9-10-<br />
11). Il calo <strong>del</strong>la mortalità e <strong>del</strong>la morbilità non è, tuttavia, corrispondente<br />
alla ridotta prevalenza dei fattori “tra<strong>di</strong>zionali” <strong>di</strong> rischio. Da quest’irregolare<br />
evoluzione soprattutto è scaturita l’attenzione verso i cosiddetti<br />
“determinanti <strong>di</strong> contesto”: con<strong>di</strong>zioni globali <strong>di</strong> vita, risposte ad esse,<br />
con<strong>di</strong>zioni lavorative (12- 13-14-15).<br />
Negli stu<strong>di</strong> sinora condotti sulle interazioni tra lavoro e patologia car<strong>di</strong>aca,<br />
correlazioni positive sono state riscontrate tra stress e car<strong>di</strong>opatia<br />
ischemica, soprattutto nelle attività con alte richieste <strong>di</strong> impegno (16-17-18-<br />
19-20). Correlazioni altrettanto positive sono state riscontrate nei casi <strong>di</strong> attività<br />
“low strain”, nelle quali è frequente il riscontro <strong>di</strong> bassi livelli <strong>di</strong> scolarizzazione,<br />
da molti Ricercatori considerato un efficace in<strong>di</strong>catore in<strong>di</strong>retto <strong>di</strong><br />
pre<strong>di</strong>sposizione “sociale” alla patologia ischemica (21-22-23-24-25-26).<br />
Lo stu<strong>di</strong>o riporta l’elaborazione dei profili <strong>di</strong>agnostici <strong>di</strong> Lavoratori<br />
sottoposti a Sorveglianza Sanitaria nel periodo dal 1996-2002 presso la<br />
nostra Divisione assistenziale (A.U.P. F<strong>ed</strong>erico II <strong>di</strong> Napoli) e provenienti<br />
da <strong>di</strong>fferenti realtà produttive <strong>del</strong>la Campania, relativamente ai casi <strong>di</strong><br />
patologia ischemica car<strong>di</strong>aca.<br />
Materiali e meto<strong>di</strong><br />
Campione<br />
L’elaborazione attuale è riferita al campione maschile (3185 casi),<br />
essendo stato quello femminile poco numeroso (274 casi) e quasi <strong>del</strong> tutto<br />
costituito dal settore terziario, amministrativo e contabile.<br />
Meto<strong>di</strong><br />
Il nostro stu<strong>di</strong>o è consistito nell’elaborazione statistica <strong>del</strong>le formulazioni<br />
<strong>di</strong>agnostiche, che hanno rappresentato, assieme con la valutazione idoneativa,<br />
l’esito <strong>di</strong> ogni singolo controllo sanitario. Per le valutazioni <strong>di</strong>agnostiche<br />
abbiamo fruito dei risultati <strong>del</strong>la sorveglianza, attuata secondo il protocollo<br />
anticipatamente elaborato, comprensivo <strong>di</strong> esami clinici ematochimici e strumentali,<br />
e <strong>del</strong> monitoraggio biologico dei rischi specifici. Nella raccolta<br />
anamnestica, abbiamo sempre inserito tutte le informazioni sulle abitu<strong>di</strong>ni e<br />
gli stili <strong>di</strong> vita, organizzate in questionario co<strong>di</strong>ficato, che ci ha consentito <strong>di</strong><br />
ottenere dati sufficientemente omogenei, utili nella fase d’elaborazione successiva.<br />
Parimenti abbiamo utilizzato un sistema multico<strong>di</strong>ficato nella raccolta<br />
e nella successiva elaborazione dei dati anamnestici lavorativi. In questa<br />
maniera abbiamo potuto ottenere utili informazioni circa le potenzialità<br />
usuranti <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse attività espletate dai Lavoratori costituenti il gruppo in<br />
osservazione. L’interfaccia tra i dati raccolti <strong>di</strong>rettamente e quelli derivati dai<br />
documenti <strong>di</strong> valutazione <strong>del</strong> rischio in ogni singolo contesto lavorativo, assieme<br />
con le in<strong>di</strong>cazioni d<strong>ed</strong>otte dalla letteratura scientifica, ci hanno con-
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www.gimle.fsm.it 223<br />
sentito <strong>di</strong> operare la <strong>di</strong>stribuzione dei Lavoratori in <strong>di</strong>fferenti fasce <strong>di</strong> onerosità<br />
<strong>del</strong> lavoro, nei termini <strong>di</strong> fatica fisica e <strong>di</strong> potenzialità usurante fisica.<br />
Nella fase d’elaborazione statistica, abbiamo calcolato le frequenze<br />
<strong>del</strong>le patologie car<strong>di</strong>ocircolatorie <strong>di</strong> tipo ipertensivo (<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ipertensione),<br />
<strong>ed</strong> ischemico (ischemia transitoria e infarto <strong>del</strong> miocar<strong>di</strong>o). Per le<br />
valutazioni degli effetti, isolati o sinergici, dei <strong>di</strong>fferenti fattori <strong>di</strong> rischio,<br />
abbiamo calcolato le frequenze in stratificazioni per singolo fattore <strong>di</strong> rischio,<br />
in<strong>di</strong>viduale o lavorativo, e in stratificazioni combinate tra essi. Come<br />
fattori <strong>di</strong> rischio abbiamo considerato: età “Body mass index”abitu<strong>di</strong>ne<br />
al fumo e livelli <strong>del</strong> colesterolo sierico (fattori in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> rischio);<br />
faticosità <strong>del</strong> lavoro (quasi sempre corrispondente all’impegno manuale)<br />
e turnazione (fattori <strong>di</strong> rischio lavorativo).<br />
Risultati<br />
Nelle tabelle seguenti, abbiamo riportato i dati identificativi <strong>del</strong> campione<br />
e le frequenze <strong>del</strong>le patologie.<br />
Tabella I. Frequenze dei parametri identificativi<br />
Fasce d’età Abitu<strong>di</strong>ne al fumo B.M.I.<br />
< 24 25-44 45-63 No Si Ex Sotto Normo Sovra<br />
2,4 43,5 54,1 31,9 51,1 17,0 0,6 33,3 66,1<br />
Colesterolemia Tipo <strong>di</strong> lavoro Turni<br />
≤ 220 220-270 > 270 Legg. Me<strong>di</strong>o Pesante Si No<br />
52,8 31,4 15,8 39,1 25,7 35,2 18,4 81,6<br />
Patologie<br />
Tabella II. Frequenze <strong>del</strong>le patologie per fattori<br />
<strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>viduale<br />
Fasce d’età BMI Fumo Colesterolo<br />
25-44 44-63 < 24 >24 No Si Ex 45 vs. età < 45 3,12 1,91 2,65<br />
Fumo sì vs. fumo no* 0,73 1,29 1,55<br />
BMI >25 vs. BMI < 25 5,01 1,85 1,93<br />
Col. >270 vs. Col < 220 2,07 3,11 3,47<br />
Rapporto O.R.<br />
Ipertensione Angina Infarto<br />
Lav. Pesante vs. lav. leggero 0,93 1,84 9,17<br />
Turni sì vs. turni no 0,84 2,33 2,32<br />
Nei lavoratori omogenei per età, abitu<strong>di</strong>ne al fumo, B.M.I. e livello<br />
sierico <strong>del</strong> colesterolo, la frequenza <strong>del</strong>l’infarto è stata sensibilmente più<br />
alta, e il rapporto <strong>di</strong> rischio relativo è stato pari a 3,35. Il dato <strong>del</strong> calcolo<br />
conferma che il lavoro pesante è un fattore <strong>di</strong> rischio relativo.<br />
Conclusioni<br />
Allo stato attuale <strong>del</strong>l’elaborazione, i dati consentono <strong>di</strong> formulare<br />
due considerazioni, una <strong>di</strong> tipo statistico epidemiologico <strong>ed</strong> un’altra <strong>di</strong><br />
carattere metodologico.<br />
Le frequenze <strong>del</strong>le <strong>di</strong>fferenti forme <strong>di</strong> patologia hanno mostrato, me<strong>di</strong>amente,<br />
una lieve ecc<strong>ed</strong>enza rispetto a quelle <strong>del</strong>la popolazione italiana<br />
<strong>di</strong> pari età, ricavate dalle statistiche ISTAT e ISS2 (27). Il dato bruto<br />
ha mostrato che quest’ecc<strong>ed</strong>enza è soprattutto determinata dal maggiore<br />
tasso <strong>di</strong> morbi<strong>di</strong>tà dei lavoratori impegnati in attività maggiormente faticose,<br />
sia per la manualità quasi totale <strong>del</strong>le attività, sia per le con<strong>di</strong>zioni<br />
in cui esse sono espletate. Il crossing tra i fattori <strong>di</strong> rischio lavorativo e
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extralavorativo interpreta il dato grezzo. La correzione per i fattori in<strong>di</strong>viduali<br />
<strong>di</strong> rischio ha <strong>di</strong>mostrato che, a parità <strong>di</strong> essi, abbiamo sempre riscontrato<br />
un eccesso <strong>di</strong> patologia nei lavoratori impegnati in attività maggiormente<br />
faticose.<br />
La considerazione <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne metodologico riguarda i contenuti e gli<br />
scopi <strong>del</strong>la Sorveglianza Sanitaria. Benché si tratti <strong>di</strong> una pratica essenzialmente<br />
<strong>di</strong>retta alla valutazione <strong>del</strong> rapporto tra la salute <strong>ed</strong> i rischi specifici,<br />
è innegabile che essa offre la possibilità <strong>di</strong> un’osservazione regolare<br />
e sistematica dei Lavoratori. D’altra parte, gli effetti sulla salute non<br />
derivano solo dai rischi tipici degli ambienti <strong>di</strong> lavoro, ma dalla sinergia<br />
<strong>di</strong> essi con l’usura, le minacce <strong>di</strong> un ambiente comunque coatto, le compromesse<br />
possibilità <strong>di</strong> adozione <strong>di</strong> regimi e stili <strong>di</strong> vita salutari.<br />
Da questo e, soprattutto, dagli esiti <strong>di</strong> un’analisi, che ha consentito <strong>di</strong><br />
indagare su tutti i presumibili fattori <strong>di</strong> rischio, rendendo meglio interpretabile<br />
l’origine degli eventi morbosi riscontrati, emerge una chiara in<strong>di</strong>cazione<br />
d’in<strong>di</strong>rizzo <strong>del</strong>la Sorveglianza Sanitaria alla tutela globale <strong>del</strong>la<br />
salute, che sia parimenti analisi <strong>del</strong>le situazioni lavorative e promozione<br />
<strong>del</strong> benessere, peraltro in una lettura più ampia e corretta <strong>del</strong> Decreto<br />
legislativo 626/94, <strong>del</strong>le Direttive Europee ad esse sottese e dei principi<br />
ispiratori <strong>di</strong> tutta la politica sanitaria <strong>del</strong>l’Europa comunitaria e <strong>del</strong>l’Italia<br />
nel tema <strong>del</strong>la protezione <strong>del</strong>la salute sui posti <strong>di</strong> lavoro e negli ambienti<br />
<strong>di</strong> vita.<br />
Bibliografia<br />
1) Higgins MW, Luepker RV. Trends and determinants of coronary<br />
hearth <strong>di</strong>sease mortality: international comparisons. Int J Epidemiol<br />
1989; 18: S1-S232.<br />
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1987 to 1994. New Eng J M<strong>ed</strong> 1998; 39: 861-867.<br />
3) Menotti A. Trends in coronary hearth <strong>di</strong>sease in Italy. Int J Epidemiol<br />
1989; 18: S125-S128.<br />
4) Cecchi F, Montereggi A, Dolora A. Trend <strong>di</strong> mortalità per car<strong>di</strong>opatia<br />
ischemica e altre malattie car<strong>di</strong>ovascolari in Italia nel periodo<br />
1970-1986. Loro sud<strong>di</strong>visione per sesso e area geografica. G Ital<br />
Car<strong>di</strong>ol 1991; 21: 415-421.<br />
5) Cesana GC, Ferrario M, Sega R. Declino <strong>del</strong>la mortalità car<strong>di</strong>ovascolare<br />
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