03 comunic / libere /1 - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed ...

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COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl 166 www.gimle.fsm.it Figura 1. Distribuzione degli infortuni per anzianità lavorativa Figura 2. Distribuzione per categoria professionale Figura 3. Distribuzione degli incidenti per aree di lavoro Discussione Durante il periodo in studio il numero delle esposizioni occupazionali denunciate è risultato basso, probabilmente a causa della scarsa sensibilizzazione degli operatori sanitari a tale problematica. Il fenomeno della sottostima è quanto mai frequente, in particolar modo nella classe medica e si evidenzia soprattutto quando il rischio di infezione è basso. L’analisi dei dati ha evidenziato che la maggior parte degli incidenti avviene nelle aree chirurgiche dove si svolgono routinariamente manovre invasive. Gli infermieri, inoltre, risultano essere la categoria più esposta concordemente con quanto riportato in letteratura (4, 5, 11). Contrariamente a quanto ci si poteva attendere il numero più alto di infortuni ha interessato gli O.S. in attività da più di 10 anni; questo potrebbe essere spiegato dall’eccessiva sicurezza acquisita e da reiterate metodiche scorrette di lavoro (11). In accordo con i dati della letteratura, si è dimostrata una prevalenza elevata di HCV positività tra i pazienti fonte rispetto all’HBV e HIV positività (6). La copertura vaccinale per l’epatite B tra gli O.S. che hanno notificato l’esposizione è elevata (83,3%), ma non ottimale; è da notare, in proposito, che il dato potrebbe essere sovrastimato a causa della maggiore sensibilizzazione alla problematica tra il personale che ha denunciato l’infortunio (11). Conclusioni Alfine di ottenere luoghi di lavoro sicuri è essenziale un’efficace sistema di sorveglianza per il rischio biologico di natura occupazionale. I nostri dati sono stati raccolti in seguito alla iniziativa personale del singolo operatore sanitario: sarebbe invece auspicabile l’esistenza di regolamenti ospedalieri in grado di fornire una formazione e una protezione adeguata al personale. L’attivazione di un adeguato sistema di sorveglianza in collaborazione con la Direzione Sanitaria potrebbe individuare particolari situazioni di rischio e permettere di intervenire prontamente. Infine la standardizzazione delle linee guida per il rischio biologico, quali quelle in fase di presentazione da parte della SIMLII, sarà di estrema utilità ai fini preventivi in questo particolare settore lavorativo. Bibliografia 1) Bell DM. Occupational risk of human immunodeficiency virus infection in healthcare workers: an overview. Am J Med 1997; 102(5B): 9-15. 2) Centers for Disease Control and Prevention. Public Health Service guidelines for management of health care workers exposures to HIV and recommendations for post exposure prophylaxis. Morb Mortal Wkly Rep 1998; 47 (Suppl. RR7). 3) Ciesielski CA, Metler RP. Duration of time between exposure and seroconversion in healthcare workers with occupationally acquired infection with Human Immunodeficiency Virus. Am J Med 1997; 102 (5B): 115-6. 4) Gabutti G et al. Sorveglianza delle esposizioni professionali a materiale biologico contaminato da HIV,HCV e HBV negli operatori sanitari. L’Igiene Moderna 2000; 113: 391-400. 5) Hassan Ahmed Abu-gad e Khalid Abdulrahman Al-Turki. Some epidemiological aspects of needle stick injuries among the hospital health care workers: Eastern Province, Saudi Arabia. European Journal Epidemiology 2001; 17: 401-407. 6) Ippolito G, De Carli G, Puro V et al. Device-specific risk of needlestick injuiry in Italian health care workers. JAMA 1994; 272: 607-10. 7) Ippolito G, Puro V, De Carli G. The risk occupational human immunodeficiency virus infection in health care workers: Italian multicenter study. Am J Infect Control 1993; 21: 343-50. 8) Ippolito G, Puro V, Heptonstall J, Jagger J, De Carli G and Petrosillo N. Occupational human immunodeficiency virus infection in health care workers: Worldwide cases through September 1997. Clin Infect Dis 1999; 28: 365-83. 9) Ippolito G, Puro V, Petrosillo N, De Carli G, Micheloni G, Magliano E. Simultaneous infection with HIV and hepatitis C virus following occupational conjunctival blood exposure. JAMA 1998; 280: 28. 10) Puro V, Petrosillo N, Ippolito G et al. Occupational hepatitis C virus in Italian health care workers. Am J Public Health 1995; 85: 1272-5. 11) Sansoni D, Lepore AR, Olori MP, Saldari R, Tarulli S, Airini B, Viviani G. Sorveglianza delle esposizioni professionali a materiali biologici negli operatori sanitari in un presidio ospedaliero delle Marche: analisi epidemiologica (1995-2001). Igiene e Sanità Pubblica 2002; 3: 119-26.
G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI www.gimle.fsm.it 167 R. Zefferino 1 , N. L’Abbate 2 , A. Facciorusso 1 , A. Potenza 1 , M. Lasalvia 1 , A. Nuzzaco 3 , M. Di Biase 1 , L. Ambrosi 1 Valutazione della variabilità della frequenza cardiaca (HRV) come indice di stress in addetti al pronto intervento nella Polizia Urbana 1 Dipartimento di Scienze Mediche e del Lavoro Università degli Studi di Foggia 2 DMIMP Sezione Medicina del Lavoro Università degli Studi di Bari 3 Fondazione Salvatore Maugeri Divisione di Medicina del Lavoro Cassano Murge (BA) RIASSUNTO. Lo stress è comunemente definito come l’esperienza di eventi negativi o la percezione di ansietà ed impressioni negative che si associano all’incapacità di convivere con loro. Il nostro studio si propone di identificare la eventuale presenza di fonti di stress in una squadra di emergenza della polizia urbana attraverso la valutazione della variabilità cardiaca. Lo studio fu condotto su 30 vigili urbani che appartenevano ad una squadra di emergenza. Il campionamento salivare avvenne all’inizio e alla fine del turno di lavoro. Come gruppo di controllo furono utilizzati gli stessi soggetti durante le ferie. Sia durante l’attività lavorativa che durante il giorno di ferie fu effettuato un Holter cardiaco. Per ciò che riguarda l’indagine cardiologica possiamo quindi affermare che la valutazione della variabilità cardiaca durante il lavoro sembra essere utile come termine di paragone; risulta, invece, molto più utile ai fini diagnostici la valutazione durante le ferie. Per concludere riteniamo che IL1-B e cortisolo salivare siano degli affidabili markers di stress e che quindi permettano di oggettivare situazioni difficilmente obiettivabili solo con il test psicometrico in contesti lavorativi stressanti. Per ciò che riguarda la HRV la valutazione va confermata da ulteriori studi. Un’ultima considerazione ci pare opportuna lo stress da noi osservato non è evidenziabile per ciò che riguarda i parametri bioumorali, al di fuori dell’attività lavorativa e ciò lo identifica come meno pericoloso per la salute del lavoratore se sono assicurati adeguati periodi di ferie: ciò non può dirsi per la HRV, per la quale è forse necessario un più prolungato periodo di ferie per tornare a livelli normali o, paradossalmente, è necessario riprendere il lavoro. Parole chiave: frequenza cardiaca, stress, polizia urbana. ABSTRACT. www.gimle.fsm.it HEART RATIO VARIABILITY (HRV) AS WORK STRESS MARKER IN AN EMERGENCY TEAM OF URBAN POLICE. Stress is usually defined as the experience of negative events or the perceptions of distress and negative affect that are associated with the inability to cope with them. The parameter most suitable for large-scale field studies is the determination of endocrine activity by measurement of salivary cortisol. The aim of the present study is to identify the presence of sources of stress in an emergency team of urban police and to objective such stress using the PSS (Professional Stress Scale) test and bioumoral markers as salivary cortisol and interleukin 1 β (IL1-B). Moreover it will be determined the Heart Rate Variability (HRV) that is able to mirror the sympathetic-parasympathetic balance. We studied 30 policemen who belonged to an emergency team. Thirty policemen made cardiologic exams as ECG, Heart Eco-doppler and Holter Ecg during the work and during the holiday. Particularly we studied HRV using frequency-domain based HRV measures. The results were evidenced as the differences of the spectral power. As control we used the same subjects during the holiday. T test was performed to evaluate the differences between the means, the Chi Square’s Test was performed to determine the statistically significant association between PSS subscales, HRV, salivary cortisol and IL1-B concentrations.. The study of HRV demonstrated a statistically significant association between HRV parameters during the holiday, salivary cortisol concentrations and PSS test. IL1-B, instead, was not associated with HRV parameters. Several precedent studies agree with our results. Our study has suggested a work related stress in urban police employed in an emergency team. We might conclude that salivary IL1-B and cortisol are useful markers of stress. The study of HRV parameters gave evidence that LF/HF during the holiday is a useful marker of work stress, because it correlated with cortisol difference during the work. Conclusively we can believe that the HRV parameters evaluated during the work are useful as confront, instead the HRV parameters during the holiday are surest indexes of work stress. Probably the effect of stress on the heart aren’t present during the work because the work experience reduces these effects, they appear during the holiday when the imagination could make the conflicts or the problems more complex than they are.It might be useful to repeat this study after some structure organizational modifications and after training that will teach the workers coping strategies. If we consider only the bioumoral and PSS results, we might conclude that the stress discovered in this study is not hazardous for the health when the workers have adequate holidays, but if we evaluate the HRV parameters, we have believe that, for a heart health, it’s necessary either to increment the holidays or, it can appear paradoxical, to work again. Key words: hearth rate variability, stress, urban police. Introduzione Lo stress è comunemente definito come l’esperienza di eventi negativi o la percezione di ansietà ed impressioni negative che si associano all’incapacità di convivere con loro (1). Durante l’attività lavorativa le interazioni individuali, il carico di lavoro, l’organizzazione, la responsabilità personale, il conflitto casa-lavoro possono svolgere un ruolo primario nel determinare una condizione di stress (2). Sono stati effettuati molti tentativi per obiettivare le reazioni fisiologiche a stress psicomentali (3). Il nostro studio si propone di identificare la eventuale presenza di fonti di stress in una squadra di emergenza della polizia urbana e di obiettivare tale situazione attraverso la valutazione di markers bioumorali di stress come il cortisolo e l’IL-1B (Interleuchina 1 β) salivari e la valutazione degli effetti dello stress sulla funzione del Sistema Nervoso Vegetativo utilizzando l’Holter cardiaco; tali indici bioumorali e strumentali saranno confrontati con i risultati del test psicometrico Professional Stress Scale (PSS). Materiali e metodi Lo studio fu condotto su 30 vigili urbani che appartenevano ad una squadra di emergenza. Il campionamento salivare avvenne all’inizio e alla fine del turno di lavoro. Come gruppo di controllo furono utilizzati gli stessi soggetti durante le ferie.
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