03 comunic / libere /1 - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed ...

COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl
182 www.gimle.fsm.it
C. Tacconi, M.L. Pace, A. Bussetti 1 , A. Marabini, A. Siracusa 1
Andamento clinico e funzionale dell’asma professionale in trattamento
farmacologico e durante il persistere dell’esposizione. Follow-up di tre anni
Medicina del Lavoro e Tossicologia Professionale e Ambientale, Università degli Studi di Perugia
1 Allergologia Professionale e Ambientale, Università degli Studi di Perugia
RIASSUNTO. Il d. lgsl. 626/’94 pone a carico del datore di
lavoro precisi obblighi di formazione e informazione nei
confronti dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori. Le
norme di “buona tecnica” da applicare nel realizzare
interventi formativi sono: progettazione dell’intervento in
rapporto ai bisogni formativi dei destinatari, utilizzazione di
metodologie indirizzate a favorire l’apprendimento e
l’adozione di comportamenti sicuri, approntamento di
strumenti valutativi. A tale scopo risultanto utili i contributi
delle diverse discipline che hanno studiato la percezione e la
comunicazione del rischio e l’educazione degli adulti. Anche
sulla base delle prime esperienze condotte in applicazione della
legge, sono proposti strumenti indirizzati in particolare ai
rappresentanti dei lavoratori, ai membri dei comitati
paritetici, ai consulenti e agli stessi datori di lavoro, capaci di
favorire l’apprendimento di concetti complessi quali: i modelli
probabilistici di causalità, il ruolo dei fattori cognitivi ed
emotivi dell’apprendimento, le definizioni di agente
cancerogeno elaborate dai diversi organismi nazionali ed
internazionali, il significato dei TLV nel caso di esposizione a
cancerogeni, l’interazione tra cancerogeni in caso di
esposizioni multiple, la valutazione del rischio.
Parole chiave: agenti cancerogeni, formazione dei lavoratori.
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it
PROTECTION FROM CARCINOGENIC AGENTS THE DUTY OF TRAINING.
According to act 626/1994, employers have the duty to inform
and train workers and their representatives. The implementation
of training activities requires the following points: planning the
training progra according to the needs of the target population,
use of the methods aimed at promoting learning and the
adoption of safe behaviour, setting-up of evaluation tools. The
disciplines of risk perception and communication and adult
training may provide useful contribution in this frame. At the
light of the preliminary experiences in this field, the importance
of the following items for workers, workers representatives and
employers is emphasized: probabilistic causality models, role of
cognitive and emotional factors in the learning process,
definition of carcinogenic according to national and
internationals organisation, meaning of TLV with respect to
carcinogenic exposure, interaction between carcinogens in the
case of multiple exposition, risk evaluation, preventive measures,
transfer of carcinogen risk from workplace to domestic
environment, due to lack of compliance with basic hygienic rules
such proper use of work clothes.
Key words: carcinogenic agents, worker’s training.
Introduzione
L’asma professionale (AP) è attualmente la più frequente delle malattie
occupazionali dell’apparato respiratorio (1). Ai pazienti affetti da
AP viene di solito suggerito di evitare ulteriori esposizioni all’agente responsabile
perché prolungare l’esposizione dopo la diagnosi tende ad aggravare
la malattia (2).
Purtroppo, soltanto la metà degli asmatici va in remissione dopo la
fine dell’esposizione (3), mentre l’altra metà continua ad avere sintomi
respiratori a lungo (4). Inoltre, per importanti motivi economici e psicologici,
non sempre è possibile cambiare lavoro, per cui molti soggetti affetti
da AP continuano a svolgere la stessa attività. Questo studio ha valutato
l’effetto della terapia farmacologica in 10 soggetti affetti da AP che
per tre anni hanno proseguito la stessa attività lavorativa.
Soggetti e metodi
Soggetti. Sono stati inclusi nello studio 10 soggetti con diagnosi di
AP effettuata con test di provocazione bronchiale specifica o monitoraggio
del PEF.
Disegno dello studio. In tutti i pazienti sono stati eseguiti i prick test
per sette allergeni inalanti. Quindi i soggetti hanno eseguito un periodo di
run-in di 20 giorni, durante il quale continuavano la normale attività lavorativa,
registravano la presenza di sintomi respiratori e l’uso del salbutamolo
al bisogno su un diario clinico ed effettuavano il monitoraggio del
Picco di Flusso Espiratorio (PEF) 3 volte al dì.
Dopo il run-in, i pazienti hanno iniziato la terapia farmacologica
inalatoria con beclometasone (500 mcg x 2 volte/di), salmeterolo (50
mcg x 2 volte/dì) e salbutamolo al bisogno. Sono stati poi invitati ad
effettuare visite di controllo ogni 6 mesi per 3 anni e ad ogni visita di
controllo erano eseguite una spirometria ed un test alla metacolina.
Inoltre, sono stati registrati il diario dei sintomi e l’uso del salbutamolo
al bisogno nei 10 giorni precedenti e nei 10 giorni seguenti il
controllo stesso.
Risultati
I 10 soggetti studiati avevano un’età media di 49,9 anni (DS 7,0) ed
una durata di esposizione all’agente responsabile dell’AP di 24,2 anni
(DS 14,3). I sintomi dell’AP erano iniziati in media 7,6 anni prima della
nostra osservazione iniziale. Tre soggetti non avevano mai fumato, 6 erano
ex-fumatori ed uno soltanto era fumatore. I prick test per allergeni comuni
sono risultati positivi in tre soggetti. I 10 soggetti studiati hanno riferito
l’utilizzo ogni giorno in media di 1,8 spruzzi di salbutamolo al bisogno.
La spirometria ha evidenziato un FEV 1 medio del 75,1% del valore
teorico (DS 12,6). La PD 20 ottenuta mediante il test alla metacolina
è risultata pari, in media, a 1367 mcg (DS 1334).
Durante il follow-up di tre anni, i sintomi respiratori non si sono modificati
in maniera significativa. È stata osservata una lieve, ma non significativa,
diminuzione dell’uso del salbutamolo al bisogno e della va-