03 comunic / libere /1 - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed ...

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COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl 210 www.gimle.fsm.it C. Capanni 1 , S. Sartori 2 , M. Baldacci 1 , G. Carpentiero 1 , G. Costa 2 Orario di lavoro e fenomeno infortunistico nella costruzione della Tratta toscana dell’Alta Velocità ferroviaria 1 Dipartimento di Prevenzione ASL 10 Firenze 2 Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Università di Verona RIASSUNTO. Vengono analizzati gli infortuni avvenuti negli ultimi 4 anni nei cantieri toscani della TAV in relazione all’orario di lavoro. La frequenza e gravità degli infortuni presentano significative differenze in relazione a tipo di turno di lavoro e tempo di accadimento (ora del giorno, ora di lavoro, giorno della settimana, giorno di lavoro, mese dell’anno). Parole chiave: orario di lavoro, infortuni, gallerie. ABSTRACT. www.gimle.fsm.it WORKING TIME AND ACCIDENTS AMONG THE WORKERS ENGAGED IN TUNNEL DIGGING FOR THE NEW HIGH SPEED RAILWAY NETWORK IN TOSCANA. We analysed the temporal distribution of all the accidents occurred in the last 4 years among the workers engaged in tunnel digging for the new high speed railway network. The frequency and severity rates show significant differences according to work shifts and time of occurrence, with particular reference to hour of the day, hour of duty, day of the week, day of duty, and month of the year). Key words: working time, accidents, tunnels. Introduzione Gli infortuni sono un rilevante problema di salute pubblica di cui poco ancora si conoscono i fattori di rischio ed i determinanti. Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare il fenomeno infortunistico in relazione all’orario di lavoro, in particolare all’organizzazione in turni, tema sul quale la letteratura scientifica riporta dati non univoci. Materiali e metodi Sono stati esaminati tutti gli infortuni occorsi nel quadriennio 1999-2002 (2204 eventi) relativi all’impresa che esegue la quasi totalità dei lavori della Tratta toscana dell’Alta Velocità ferroviaria (TAV), una realtà lavorativa complessa ed ad alto rischio dato che il tracciato si snoda per il 90% in sotterraneo. In media sono stati impiegati 750 lavoratori/anno, tutti maschi, per un totale di circa 5 milioni di ore lavorate nell’intero periodo. Vista la presenza nei cantieri di infermerie, presidiate, 24/24h sono stati considerati nell’analisi anche gli infortuni-medicazione che non hanno determinato astensione dal lavoro. Risultati Per la distribuzione negli anni e per gravità degli eventi si veda la tab. I. Gli indici di frequenza mostrano negli ultimi 2 anni una diminuzione per le classi a maggiore gravità. Si è rilevato inoltre un andamento stagionale del fenomeno con livelli più bassi in Gennaio e picchi a Luglio. Esiste una notevole differenza di indici di incidenza tra i primi 5 giorni della settimana ed il week-end, ma il trend nelle 24 ore è analogo con 4 picchi orari: alle ore 1-2, 10-11, 16-17 (meno marcato nel week-end) e 20-21 (Fig. 1). Significative differenze di distribuzione si osservano anche in relazione ai giorni successivi di lavoro (picchi al I e III giorno di lavoro, che rimangono anche stratificando per tipo di turno) e all’ora progressiva di lavoro (maggiori frequenze nella IV e V ora per tutti i turni, con l’eccezione dei giornalieri che presentano un ulteriore picco alla IX ora, corrispondente alle 16-17, in relazione allo straordinario). Per quanto riguarda la gravità, gli infortuni più gravi sono maggiormente a carico dei lavoratori che effettuano il turno a ciclo continuo. Solo per il 2002 sono stati determinati gli Indici di Frequenza ed Incidenza per il periodo diurno (6-22) e per quello notturno (22-6), risultando questi ultimi molto più bassi. Discussione I risultati evidenziano l’importanza dell’interazione tra fattori individuali, pur condizionati dall’organizzazione del lavoro, e fattori più strettamente legati a quest’ultima. Da un lato fattori condizionanti la performance psico-fisica dell’individuo (ad es. orari di lavoro, fatica, sonno) possono spiegare i picchi di incidenza alle ore 1-2 della notte, alle 20-21 (fine turno pomeridiano) e alla IX ora di lavoro dei giorna-
G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI www.gimle.fsm.it 211 lieri. D’altro canto, fattori più strettamente organizzativi (ad es. ritmi, contemporaneità di lavorazioni e di persone presenti) possono spiegare le differenti incidenze nei primi 5 giorni della settimana rispetto ai week-end e il picco delle 10-11 del mattino (quando invece la vigilanza e la performance sono solitamente ai livelli migliori). Lo stesso vale per il riscontro della minore incidenza nel corso della notte, su cui verosimilmente influiscono le differenti tipologie/condizioni di lavoro tra turni diurni e turni notturni (ad es. fasi di lavoro, lavorazioni sospese, ritmi), sulle quali sono in corso ulteriori analisi approfondimenti, in particolare per quanto riguarda la distribuzione degli infortuni nei diversi periodi della giornata (mattino, pomeriggio, notte) nei lavoratori che effettuano anche lavoro notturno, sia in ciclo continuo che discontinuo. Tabella I. Distribuzione degli infortuni per anno e gravità 0 Classi di gravità (giorni di assenza) 1-3 4-30 >30 totale I.F (X milione N° 5 N° % N° % N° % N° % ore lav.) 1999 346 54,4 36 5,6 173 27,2 80 12,5 635 100 376 2000 300 52,6 42 5,3 140 24,5 88 15,4 570 100 400 2001 247 52,0 24 5,0 126 26,5 78 16,4 475 100 367 2002 329 62,2 14 2,6 108 20,6 73 13,9 524 100 375 totale 1222 55,4 116 5,3 547 24,8 319 14,5 2204 100 Figura 1. Andamento del Tasso di Incidenza nelle 24 ore Bibliografia Åkerstedt T. Shift work and disturbed sleep/wakefulness. Occup Med 2003; 53: 89-94. Costa G. Shift work and occupational medicine: an overview. Occup Med 2003; 53: 83-88. Folkard S, Tucker P. Shift work, safety and productivity. Occup Med 2003; 53: 95-101. Hänecke K, Tiedemann S, Nachreiner F, Grzech-Sukalo H. Accident risk as a function of hour at work and time of day as determined from accident data and exposure models for the German working population. Scand J Work Environ Health 1998; 24 (suppl 3): 43-48.
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