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COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl 206 www.gimle.fsm.it S. Mattioli, G. Mancini, S. Fucksia, F. Gnudi, R. Arduini, A. Baldasseroni, G. Barbieri, P.G. Barbieri, A. Bena, C. Bissi, M. Bovenzi, M. Broccoli, G. Campo, M.P. Cancellieri, M.A. Caso, A.M. Colao, M. Dell’Omo, P. Fateh-Moghadam, F. Franceschini, P. Galli, R. Ghersi, F. Gobba, R. Lucchini, A. Mandes, T. Marras, B. Mauro, C. Sgarrella, R. Tartaglia, L. Veneri, F.S. Violante Fase di avanzamento degli studi promossi dal gruppo collaborativo MODS Gruppo collaborativo nazionale MODS (Malattie Occupazionali Da Sovraccarico biomeccanico) RIASSUNTO. Tra le malattie correlate al lavoro la sindrome del tunnel carpale (STC) è considerata, nei paesi industrializzati, una patologia di carattere epidemico. In Italia, il gruppo MODS (Malattie Occupazionali Da Sovraccarico biomeccanico), che vede la collaborazione tra epidemiologi, medici del lavoro ed ergonomi, è impegnato a studiare la STC con le modalità utilizzate dagli epidemiologi nell’affrontare un’epidemia. Attualmente, è in corso il pilota dello studio caso-controllo multicentrico, sono alla fase di report due studi descrittivi, è stato avviato in alcune province dell’Emilia Romagna un sistema di sorveglianza ed è in fase di valutazione uno studio longitudinale su una coorte di 3000 soggetti esposti a diversi livelli di rischio. I risultati dei diversi studi permetteranno di produrre informazioni su: prevalenza ed incidenza della STC, professioni e settori lavorativi italiani a maggior rischio, rilevanza dei fattori extraprofessionali. Parole chiave: sindrome del tunnel carpale, studio caso controllo multicentrico, sovraccarico biomeccanico. ABSTRACT. www.gimle.fsm.it PROGRESS WORK OF STUDIES PROMOTED BY MODS GROUP. In industrialised countries, carpal tunnel syndrome (CTS) is considered an epidemic work-related disease. We have set up the MODS (Malattie Occupazionali Da Sovraccarico biomeccanico, biomechanical overload-related occupational diseases) collaborative group, formed by epidemiologists, ergonomists and occupational physicians to investigate CTS in Italy, applying the methods that epidemiologists commonly use to understand epidemics. Several studies are already ongoing. Two different descriptive studies based on current hospitalisation data are in the reporting phase. A pilot case-control multicentre study (260 cases and 520 controls in 13 centres) is in the final phase of data collection. A longitudinal study on a cohort of 3000 subjects exposed to different risk factors has reached the third year of follow-up. Moreover, a surveillance system has been set up to cover selected districts of the Emilia Romagna region. These studies will generate new information about the prevalence and incidence of CTS in Italy, along with identification of regional, high-risk job titles and work sectors, and the relative influence of non-occupational factors. Key words: carpal tunnel syndrome, multicentric case-control study, biomechanical overload. La patologia muscoloscheletrica è oggi riconosciuta, nei paesi industrializzati, come una delle principali cause di inabilità e quindi di problemi sociali ed economici. Il carattere cronico di queste patologie determina una progressiva limitazione della capacità professionale degli individui, rappresentando la ragione di una spesa difficilmente valutabile, ma che inevitabilmente è destinata ad aumentare nel tempo, qualora non intervenga un deciso miglioramento delle condizioni lavorative (1). Il gruppo collaborativo nazionale denominato MODS (Malattie Occupazionali Da Sovraccarico Biomeccanico) ha presentato nel 2001 i propri progetti al Convegno Nazionale della Società Italiana di Ergonomia di Firenze (2). Obiettivo di questi progetti, coinvolgenti medici del lavoro, epidemiologi ed ergonomi era, ed è, quello di ottenere, con studi multicentrici (coinvolgenti l’ISPESL, alcuni Istituti Universitari e Servizi territoriali di Medicina del Lavoro, Unità di Epidemiologia ed Ergonomia) informazioni relative a prevalenza ed incidenza dei “disorders” dovuti a sovraccarico biomeccanico di origine professionale. In prima istanza è stata presa in considerazione la STC in quanto di grande rilievo epidemiologico e caratterizzata da un quadro clinico sufficientemente specifico e relativamente facile da descrivere. Per tale motivo i progetti che il gruppo MODS ha predisposto per studiarla, hanno ricalcato quelle che sono le modalità proprie degli epidemiologi nell’affrontare le epidemie: – Eseguire, sulla base della definizione di caso, studi descrittivi che portino a conoscere sia caratteristiche di diffusione spaziale e temporale della patologia, che caratteristiche individuali (come sesso ed età) dei soggetti ammalati. Questo tipo di studio permette di confermare l’esistenza di un’epidemia e di descrivere meglio il fenomeno quantificandolo, nonché di avere spunti eziologici per poter definire i soggetti a rischio. – Sviluppare progetti di studio che confortino le ipotesi eziologiche. – Predisporre sistemi di sorveglianza e quindi proporre misure di prevenzione e di controllo. Sulla STC sono stati avviati (sulla base di dati correnti di ospedalizzazione) due studi descrittivi riguardanti più regioni: uno studio casocontrollo multicentrico (13 centri collaboranti in più regioni) e un sistema di sorveglianza in Emilia Romagna comprendente più province. Questi studi hanno accompagnato lo svolgimento di uno studio longitudinale, su circa 3000 lavoratori, che è giunto al terzo anno di raccolta di dati. Stato di avanzamento dei quattro progetti Studi descrittivi Grazie all’esistenza delle schede di dimissione ospedaliera (SDO) attualmente disponibili presso le banche dati delle singole regioni, è stato possibile, inizialmente in Emilia Romagna e Toscana, successivamente anche in Umbria, Trentino e Piemonte, (e con la prospettiva di una estensione anche ad altre regioni), di selezionare i ricoveri che presentavano come diagnosi principale di dimissione STC (codice ICD IX 3540). Due sono gli studi descrittivi basati sulle SDO regionali: un primo studio che prevede di indagare la distribuzione per sesso, età, stato civile e patologie associate ed un secondo volto ad analizzare il rapporto tra la diversa distribuzione spaziale della patologia e la differente presenza sul territorio di attività lavorative a possibile maggior rischio.
G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI www.gimle.fsm.it 207 Nel primo studio, di cui è prevista la stesura di un rapporto nei prossimi mesi, si sono ottenuti tassi di ricovero specifici e standardizzati in modo diretto e indiretto, considerando diverse variabili ed ottenendo conforto dei risultati dal confronto dei dati delle diverse regioni. Nell’ambito del secondo studio, ecologico, i tassi standardizzati di ricovero di alcune regioni sono stati utilizzati per ottenere mappe della distribuzione geografica della patologia, e quindi il calcolo dei cluster territoriali (zone in cui si addensano i comuni con tassi di ricovero standardizzati indiretti con valori più elevati). È in corso il calcolo della correlazione tra questi cluster ed attività lavorative a presunto maggior rischio presenti nel medesimo territorio. Studio caso-controllo multicentrico Si è deciso di far precedere lo studio caso-controllo da un “pilota”, al fine di valutare la rispondenza al questionario e di evidenziare problemi non definibili a priori. I 13 centri partecipanti (Bologna Città, Bologna Sud, Bologna Nord, Brescia, Fabriano, Firenze, Imola, Modena, Perugia, Ravenna, Sassari, Trento, Urbino) hanno fornito allo studio pilota 60 soggetti: 20 casi e 40 controlli. I casi, di età compresa tra 15 e 65 anni, sono stati estratti, utilizzando le schede di dimissione ospedaliera (SDO), in modo randomizzato dall’insieme delle persone che nel 2001 sono state ricoverate con diagnosi principale “3540” (Sindrome del tunnel carpale) e con DRG “006” (decompressione del tunnel carpale). I controlli invece sono stati estratti dall’elenco dei residenti nel territorio di competenza di ogni centro, considerando alcune indicazioni relative alla distribuzione per sesso ed età (ottenute dallo studio descrittivo) ovviando così l’appaiamento stretto. Dal Dipartimento di documentazione dell’ISPESL sono stati eseguiti, a 45 giorni l’uno dall’altro, due invii postali di un questionario predisposto per casi e controlli. Il questionario, contenente domande non solo relative all’anamnesi lavorativa, ma anche riguardanti altri probabili o possibili determinanti, è stato restituito compilato dal 70% dei casi e dal 41% dei controlli. Attualmente sono in corso, da ogni centro aderente allo studio, i contatti telefonici che dovrebbero permettere di recuperare buona parte dei non rispondenti. Studio longitudinale OCTOPUS (Occupational Carpal Tunnel sindrome Observational Prospective Unified Studies), promosso da F. Violante e T. Armstrong è uno studio in cui si cerca di mettere in evidenza la correlazione esistente tra esposizione a sovraccarico biomeccanico (valutata con il metodo adottato dall’ACGIH) ed incidenza di STC, confermata anche dall’esecuzione di EMG con metodica segmentale. Lo studio sta interessando circa 3000 persone, di più aziende, sinora con 3 anni di follow-up. Sistema di sorveglianza Sulla base dell’esperienza di Brescia, in alcune zone dell’Emilia-Romagna è stato introdotto ed applicato un metodo di ricerca attiva, basato sulla compilazione di un breve questionario somministrato ai soggetti che accedono presso ospedali e case di cura per eseguire un intervento chirurgico per STC. L’analisi delle informazioni è eseguita a livello locale e quindi presso il centro di riferimento, unico per la Regione. Presso l’Azienda USL di Ravenna la raccolta dei dati è cominciata quasi un anno fa ed ha permesso di valutare circa 400 questionari, dai quali sono scaturite notizie utili all’attività preventiva relativa al territorio. L’insieme di questi studi, con il loro completamento, potrà portare maggiori conoscenze al riguardo di una patologia, la STC di cui ancora oggi non sono ben conosciuti alcuni aspetti, quali incidenza e prevalenza nella popolazione generale e nelle popolazioni lavorative. Utili saranno poi i dati ottenuti, al fine di indicare ai medici del lavoro italiani quali settori e lavorazioni sono in Italia a maggior rischio, vista la scarsità di studi simili eseguiti sinora nel nostro Paese (3). Bibliografia 1) Violante FS, Armstrong T, Kilbom A (editors). Work related musculoskeletal disorders of the upper limb and back. Taylor & Francis, London. 2000. 2) Mattioli S, Mancini G, Bianchini AS, Fucksia S, Tacchetti A e Gruppo Collaborativo MODS. Il Gruppo Collaborativo MODS: la sindrome del tunnel carpale. Atti del VII Congresso Nazionale della Società Italiana di Ergonomia, Firenze 2001, 579-586 3) Baldasseroni A, Tartaglia R, Carnevale F. Rischio di sindrome del tunnel carpale in alcune attività lavorative. Med Lav, 1995; 86, 4: 341-351.
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