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03 comunic / libere /1 - Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed ...

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G Ital M<strong>ed</strong> Lav Erg 20<strong>03</strong>; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI<br />

www.gimle.fsm.it 183<br />

riabilità <strong>del</strong> PEF. Anche gli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> funzionalità respiratoria e la PD 20<br />

non si sono mo<strong>di</strong>ficati in maniera significativa; era tuttavia presente una<br />

tendenza, anche se non significativa, all’accentuazione <strong>del</strong>l’iperreattività<br />

bronchiale alla metacolina al terzo anno <strong>di</strong> follow-up.<br />

Sette soggetti hanno riferito <strong>di</strong> aver tentato <strong>di</strong> ridurre l’esposizione<br />

ambientale alle sostanze responsabili <strong>del</strong>l’AP, ma in nessuno è stata possibile<br />

la collocazione in un’area a minore esposizione. Due soggetti hanno<br />

continuato ad indossare le mascherine protettive come già facevano<br />

prima <strong>del</strong>la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> AP.<br />

Discussione<br />

Questo stu<strong>di</strong>o longitu<strong>di</strong>nale, durato tre anni, ha evidenziato che la terapia<br />

regolare con corticosteroi<strong>di</strong> inalatori e bronco<strong>di</strong>latatori a lunga durata<br />

d’azione è stata in grado <strong>di</strong> prevenire, nei 10 soggetti da noi stu<strong>di</strong>ati,<br />

il peggioramento clinico e funzionale <strong>del</strong>l’AP, nonostante la persistenza<br />

<strong>del</strong>l’esposizione all’agente responsabile <strong>del</strong>l’AP.<br />

Nonostante tali risultati debbano essere confermati in stu<strong>di</strong> condotti<br />

su gruppi più numerosi, sono tuttavia in accordo con quanto riscontrato<br />

recentemente da Moscato et al. (5) in 13 pazienti affetti da AP e con esposizione<br />

occupazionale persistente. In questo stu<strong>di</strong>o è stato infatti <strong>di</strong>mostrato<br />

che un adeguato regime terapeutico era in grado <strong>di</strong> prevenire il deterioramento<br />

clinico e funzionale un anno dopo la <strong>di</strong>agnosi. Il nostro stu<strong>di</strong>o<br />

ha potuto confermare tali risultati durante un periodo più lungo (tre<br />

anni). L’apparente inefficacia <strong>del</strong> trattamento terapeutico riscontrata in altri<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> follow-up in soggetti con persistenza <strong>del</strong>l’esposizione può invece<br />

essere giustificata dalla mancanza, in questi stu<strong>di</strong>, <strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzazione<br />

<strong>del</strong>la terapia farmacologia <strong>del</strong>l’asma (4,6,7).<br />

La maggiore limitazione <strong>del</strong> nostro stu<strong>di</strong>o è rappresentata dalla mancanza<br />

<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> controllo, scelta tuttavia obbligata per motivi etici.<br />

In conclusione, poiché in molti casi i soggetti affetti da AP continuano<br />

la loro attività professionale per motivazioni socio-economiche, può<br />

essere opportuno consigliare l’esecuzione <strong>di</strong> un’adeguata terapia regolare<br />

con corticosteroi<strong>di</strong> e bronco<strong>di</strong>latatori long-acting per via inalatoria, allo<br />

scopo <strong>di</strong> prevenire il peggioramento clinico-funzionale <strong>del</strong>la malattia.<br />

È tuttavia in<strong>di</strong>spensabile che tali lavoratori siano attentamente monitorati<br />

<strong>ed</strong> imme<strong>di</strong>atamente allontanati dall’ambiente lavorativo nel caso che<br />

sia riscontrato un deterioramento clinico e/o funzionale.<br />

Bibliografia<br />

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137: 1326-1329.

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