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COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl 164 www.gimle.fsm.it tura erano 152. Il controllo della qualità dei dati ha consentito l’inserimento nello studio di 106 soggetti, tutti di sesso maschile. L’età media al primo ricovero dei soggetti selezionati era di 52 aa. (DS +- 8). La prima diagnosi di silicosi era stata effettuata al primo ricovero nel 40% dei casi, il 33% risultava affetto da tale patologia nel decennio precedente il primo ricovero, il 27% da oltre 10 anni. L’intervallo di tempo medio intercorrente fra il primo ed il successivo ricovero era di 5 anni (DS +-3), con un periodo minimo intercorso di 1 anno ed uno massimo di 12 anni. Nella tabella I sono rappresentati i principali dati riguardanti la media dei valori di funzionalità respiratoria e del punteggio radiografico riscontrati al I ed al II ricovero. Le variazioni di FVC e FEV1 sono evidenziate nella figura 1. Il quadro radiografico, caratterizzato prevalentemente dalla presenza di lesioni nodulari di tipo p,q, e solo in 7 soggetti da aree di confluenza, rimaneva invariato in circa la metà dei soggetti (47%); risultava aggravato nel 14%, mentre non era valutabile nei rimanenti. In 18 soggetti coesistevano ispessimenti pleurici; in 17 erano presenti segni radiografici di broncopatia cronica ostruttiva prevalentemente di tipo enfisematoso. Solo 2 pazienti presentavano segni di TBC, 10 opacità calcifiche e 4 eteroplasie (3, a sede polmonare, 1 esofagea). Discussione e Conclusioni L’incrocio assistenziale dei pazienti con la struttura riabilitativa si configura come un’opportunità unica per la rilevazione epidemiologica in ambito occupazionale. Bibliografia Figura 1. Variazioni dei valori spirometrici dinamici 1) Gambini G, Soleo L, Cerfeda G, Ambrosi L. Antracosilicosi: studio condotto su 388 emigrati pugliesi che hanno lavorato in Belgio tra il 1947 ed il 1976. Rivista Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale 1979: 205-219. 2) Hansen EF, Rasmussen FV, Hardt F, Kampstrum O. Lung function Tabella I. Principali parametri considerati ETÀ AL I RICOVERO 51,7 aa. (DS +- 8,3) INTERVALLO TRA I E II RICOVERO 4, 7 aa (DS +- 3,3) ANZIANITÀ LAVORATIVA 23,8 aa (DS +-9,1) I ricovero II ricovero FVC 3,564 (DS +- 0,815) 3,438 (DS 0,73) FEV1 2,694 (DS +- 0,78) 2,646 (DS 0,61) RX SCORE p N° SOGG. IN FORZA 51,8% 51,8% LAVORO 53 (50%) 34 (32,07%) N° SOGG. FUMATORI 59 (56%) 38 (35,8%) La stazionarietà del quadro radiologico insieme al lieve declino della funzionalità respiratoria, interpretabile come fisiologico con il progredire dell’età, confermano la prevalente lenta evolutività di questa patologia nel tempo, soprattutto nella variante puntiforme se associata ad allontanamento dall’esposizione lavorativa. In conformità con quanto rilevato da altri autori, la broncopatia cronica e non la tbc, sembra la complicanza più frequente, risultando particolarmente frequente la forma enfisematosa. and respiratory health of long- term fiber exposed stonewool factory workers. Am J Respir Crit Care Med 1999; 160: 466-72. 3) Steenland K, Sanderson W. Lung cancer among industrial sand workers exposed to crystalline silica. National Insititute for Occupational Safety and Health, Cincinnati, OH 45226, USA. 4) Raza SN, Fletccher AM, Pickering CA, Niven RM, Faragher EB. Respiratory sympotms in Lancashire textile weavers. Occup Environ Med 1999; 56: 514-9.
G Ital Med Lav Erg 2003; 25:3 Suppl COMUNICAZIONI - TEMI LIBERI www.gimle.fsm.it 165 P. Marcuccio 1 , P. Maggi 2 , C. Di Pierri 1, E. Paolino1, S. Pranzo 1 , N. L’Abbate 1 Valutazione del rischio biologico a trasmissione ematica negli operatori di una Azienda Ospedaliera-Universitaria di Bari 1 Sezione di Medicina del Lavoro - DIMIMP - Università degli Studi di Bari 2 Clinica Malattie Infettive - MIDIM - Università degli Studi di Bari RIASSUNTO. Sono stati analizzati i più importanti dati statistici relativi all’esposizione professionale a materiale biologico negli operatori sanitari dell’Azienda Ospedaliera del Policlinico di Bari, dal settembre 2001 al dicembre 2002. Gli incidenti segnalati, attraverso un apposito questionario appositamente predisposto, sono stati complessivamente 114. La categoria più frequentemente esposta è risultata essere quella degli infermieri (46.5%) seguita da quella medica (27.2%).Il più alto numero di incidenti si è verificato nell’area chirurgica (53%) e in misura maggiore dopo le prime tre ore dall’inizio del turno di lavoro (60%).Gli strumenti che hanno causato più frequentemente lesioni percutanee sono stati gli aghi cavi (53.2%). Il paziente fonte era noto nell’87.8% dei casi e tutti sono stati sottoposti a screeening sierologico per HBV, HCV e HIV; 13 pazienti erano positivi per HCV, 1 per HIV e 2 presentavano positività per HbsAg. Nessuno degli operatori sanitari coinvolti ha avuto sieroconversione. Parole chiave: rischio biologico, operatori sanitari. ABSTRACT. www.gimle.fsm.it BIOLOGICAL RISK ASSESSMENT AMONG HEALTH WORKERS OF BARI POLYCLINIC. We have examined all occupational exposures to biological materials, occurred from September 2001 to December 2002, among health workers of Bari polyclinic. The reported exposures, through an appropriate questionnaire expressly predisposed, have been a total of 114. The nurses were the most exposed category (46.5%) followed by physicians (27.2%).The highest load of accidents happened in surgical area (53%) and at a greater extent after the first three hours of the work shift (60%). The instruments that have caused endermic lesions have been more frequently the hollow bone needles (53.2%). The serology for HBV, HCV, and HIV of source- patients was known in the 87.8% of cases: 13 patients were positive for HCV, 1 for HIV and 2 were HbsAg positive.All injured workers were submitted to serological screening for HBV, HCV, HIV; for nobody of them seroconversions were observed. Key words: biological hazard, health workers. Introduzione Gli operatori sanitari (O.S.) presentano il rischio di contrarre infezioni a trasmissione ematica, in particolare quella da virus dell’epatite B (HBV), da virus dell’epatite C (HCV) e da virus dell’immunodeficienza umana (HIV) (2, 9). Il rischio di infezione da HIV e da virus epatitici B e C conseguente ad esposizione percutanea è stato stimato rispettivamente pari a 0,3%, 6 - 30% e 1 - 10% circa (1, 6, 8, 10, 11). Materiali e metodi L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di quantificare l’entità di tale fenomeno infortunistico nella realtà sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari. L’Azienda è dotata di 1519 posti letto con una media di 84632 ricoveri annui ed in essa lavorano 4259 operatori sanitari. I dati del presente lavoro sono stati ottenuti mediante un’indagine prospettica, condotta dal settembre 2001 al dicembre 2002, che ha interessato tutti i reparti dell’Azienda. Tutti gli operatori della sanità che hanno effettuato denuncia di infortunio occupazionale a rischio biologico da patogeni ematici, sono stati sottoposti ad un questionario con domande relative ai dati lavorativi personali, alle modalità dell’incidente e alle caratteristiche della lesione. È stata, inoltre, indagata la condizione sierologica del paziente fonte e dell’operatore esposto nei confronti dei tre virus. Il monitoraggio prevedeva un controllo sierologico a 0, 1, 3 e 6 mesi di distanza dall’incidente (3). I dati sono stati analizzati tramite software Excel. Risultati Nel corso dello studio sono stati segnalati 114 incidenti, di cui 92 con modalità di contaminazione di tipo percutanea e 22 di tipo mucocutanea. Dai dati è emerso che un maggior numero di incidenti si verificava a carico di operatori della sanità di sesso femminile (58%) e che l’età media degli O.S. infortunati era di 38,34 anni (DS 9,76). Il maggior numero di incidenti (49) è stato notificato da personale in servizio da più di 10 anni; 45, invece, hanno riguardato il gruppo con anzianità lavorativa da 1- 10 anni e 20 quello in servizio da meno di un anno (Figura 1). La distribuzione per categorie professionali ha evidenziato che il 46.5% (53) di incidenti avveniva tra il personale infermieristico e il 27.2% (31) tra il personale medico; i restanti interessavano il personale ausiliario e tecnico (Figura 2). Il maggior numero di incidenti si è verificato dopo le prime tre ore dall’inizio del turno di servizio (60%), mentre il 40% entro le prime tre ore. Fra le aree di lavoro, la Chirurgia Generale presentava il più alto numero di incidenti (12.3%), seguita dai reparti di Ortopedia (8.8%), Cardiochirurgia, Cardiologia e Medicina Interna con il 6.1% (Figura 3). Gli aghi cavi sono risultati gli strumenti che nel nostro studio più frequentemente (53.2%) hanno causato lesioni percutanee. Nell’87.8% (100) delle esposizioni la fonte era nota: 13 risultavano positivi per HCV, 1 per HIV e 2 per HbsAg. A tutt’oggi non sono pervenuti casi di sieroconversione tra gli operatori sanitari esposti.
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