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Matteo Bianchetti - Le molte versioni della conseguenza logica - SELP

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2.8. SEGUIRE DI NECESSITÀ 37<br />

per formare un sillogismo da protasi da cui segue qualcosa di necessario e, perciò,<br />

sembra presentare tali esempi come casi che, beché non facilmente, sono<br />

ricondicibili a dei sillogismi ([APr I 32, 47 a 22-23] 81 ).<br />

Che ogni forma di seguire di necessità sia riducibile ad un sillogismo, comunque,<br />

non è certamente vero per le inferenze immediate, che, per de…nizione,<br />

non possono essere trasformate in sillogismi equivalenti, ma questo caso potrebbe<br />

essere poco signi…cativo, in quanto riguarda solo forme argomentative molto<br />

semplici e non ancora interessanti per la ricerca nelle varie discipline scienti-<br />

…che. Come abbiamo in parte già visto, però, e come vedremo meglio in quanto<br />

segue, tuttavia, Aristotele riconosce anche altri metodi di prova, tra cui è sicuramente<br />

signi…cativo quello di riduzione all’impossibile, che egli usa per validare<br />

alcune forme sillogistiche. Gli altri metodi di prova che egli considera esplicitamente<br />

sono i sillogismi procedenti da un’ipotesi, quel che possiamo avvicinare a<br />

quel che sarà detto modus ponens, (di cui la riduzione all’impossibile è considerata<br />

un caso particolare) e il metodo dell’esposizione. Contrariamente a quel<br />

che Aristotele sembra suggerire, come abbiamo detto, in alcuni passi di APr I<br />

32, vedremo che, in APr I 44, egli dice esplicitamente che non si deve tentare di<br />

ridurre i sillogismi procedenti ad ipotesi ad un sillogismo in senso stretto, ossia<br />

elaborato in una delle tre …gue che abbiamo visto. Tenterò di illustrare meglio<br />

questi concetti nei paragra… che seguono.<br />

2.8.1 Dimostrazione per impossibile<br />

Distinguiamo, prima di tutto, la dimostrazione per impossibile (sullogismos dia<br />

tou adunatou) dalla riduzione all’impossibile (apagogè eis to adunaton), come<br />

fa Aristotele in APr I 44, 50 a 29-32. La prima corrisponde all’intero processo<br />

con cui si mostra che vale una certa tesi perché dalla sua contraddittoria<br />

segue qualcosa di falso. La seconda, invece, corrisponde ad una parte <strong>della</strong> dimostrazione<br />

per impossibile e, precisamente, a quella parte che mostra che da<br />

una certa tesi segue qualcosa di falso. Determinando una tensione con quanto<br />

detto in APr I 32 e riportato sopra, Aristotele dichiara che la dimostrazione per<br />

impossibile non è riducibile al sillogismo, mentre, come vedremo lo è la parte<br />

che corrisponde alla riduzione all’impossibile ([APr I 44, 50] 82 ).<br />

Aristotele applica questo metodo di prova per provare che Baroco e Bocardo<br />

sono sillogismi validi. Consideriamo il caso di Baroco. Ecco quel dice Aristotele:<br />

Ancora, se M inerisce ad ogni N e non inerisce a qualche X, è<br />

necessario che N non inerisca a qualche X. Infatti, se N inerisse<br />

ad ogni X e d’altra parte M si predica di ogni N, è necessario che<br />

M inerisca ad ogni X; era stato posto invece che M non inerisse a<br />

qualche X [APr I 5, 27 a 37 - 27 b 2].<br />

81 In alcuni argomenti è facile vedere ciò che manca, mentre altri lo tengono celato e sembrano<br />

concludere sillogisticamente, perché qualcosa di encessario segue dagli antecedenti posti.<br />

82 La stessa cosa vale anche per i procedimenti ottenuti per l’impossibile, giacché nemmeno<br />

questi è possibile risolverli in una delle …gure sillogistiche; è invece possibile risolvere la<br />

riduzione all’impossibile (infatti questa si prova con un sillogismo), mentre l’altra parte <strong>della</strong><br />

prova non è possibile risolverla, poiché è ottenuta da un’ipotesi.

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