Federico Stacchini - Camera dei Deputati

144 Giuliana Carducci
Sta sul fenomeno della mafia e di quella sul terrorismo in Italia, isti­
tuite rispettivamente con la legge n. 94 del 1988 (X legislatura) e la
legge n. 356 del 1992 (XI legislatura) nonché con le leggi n. 172 del
1988 (X legislatura) e n. 499 del 1992 (XI legislatura).
Un'eccezione è rappresentata dalla Commissione monocamerale di
inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle aziende, costituita dal Senato,
la cui delibera istitutiva ha previsto la inopponibilità dei segreti d'uffi­
cio e professionale.
Degna di rilievo è la Commissione bicamerale di inchiesta sull'at­
tuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori
della Basilicata e della Campania colpiti dai terremoti del 1980 e del
1981, il cui provvedimento istitutivo richiama l'articolo 82 della
Costituzione senza precisare alcunché in ordine ai poteri e alle limita­
zioni. Se però si considera che la commissione, nel suo regolamento
interno, ha disciplinato le procedure relative alle testimonianze, preve­
dendo anche la potestà del presidente di disporre l'accompagnamento
coattivo a mezzo della forza pubblica in caso di rifiuto o mancata pre­
sentazione della persona convocata, si deve concludere per la piena
valenza del precetto costituzionale pur in assenza di un'esplicita ripro­
duzione del testo.
Se dunque il citato principio del parallelismo costituisce il fonda­
mento dell'espressione "gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'au­
torità giudiziaria", in base alla quale le commissioni parlamentari di
inchiesta procedono nella loro attività, va chiarito a quali poteri — e
loro estensioni — ed a quali limitazioni ci si rivolge, posto che la for­
mula costituzionale nulla specifica al riguardo. Considerato che una
disciplina generale non è stata ancora predisposta — nonostante la sua
indispensabilità sia stata evidenziata in quasi tutte le relazioni conclu­
sive delle inchieste repubblicane -, allo scopo di dirimere le incertezze
interpretative esistenti si è operato sulla base della prassi e delle diret­
tive della Corte costituzionale, contenute nella già citata sentenza n.
231 del 1975. Quest'ultima — lo si ribadisce — nell'indicare alcuni
strumenti conoscitivi, legittima la Commissione di inchiesta ad utiliz­
zare gli strumenti propri del procedimento giudiziario per superare gli
eventuali ostacoli incontrati nell'espletamento della propria attività.
Dunque la Commissione è abilitata a disporre ispezioni, perizie, per­
quisizioni, sequestri, nonché a richiedere testimonianze, ricognizioni e
confronti. E pacifico che i poteri in esame sono quelli spettanti all'au­
torità giudiziaria nella fase istruttoria, perché istruttori sono i compiti