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Federico Stacchini - Camera dei Deputati

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Commissioni bicamerali e risoluzioni 39<br />

3 — La risoluzione nei regolamenti della <strong>Camera</strong> e del Senato<br />

Si è ricordato come molte commissioni bicamerali abbiano costitui­<br />

to un mezzo di compartecipazione del Parlamento non solo<br />

all'elaborazione delle linee generali dell'indirizzo politico, ma anche<br />

alla sua specifica e concreta attuazione, soprattutto dagli anni settanta<br />

in poi. Le modifiche <strong>dei</strong> regolamenti parlamentari del 1971, prodro-<br />

miche di tale fase, hanno riguardato soprattutto le attività di indirizzo,<br />

controllo e informazione (parte III del regolamento della <strong>Camera</strong>). In<br />

particolare è stato introdotto uno strumento parlamentare di direttiva,<br />

la risoluzione, consistente in una "deliberazione diretta a manifestare<br />

orientamenti e a definire indirizzi" (Tanda)("'^). L'istituto è stato rivi­<br />

talizzato (Tosi)("0 o introdotto ex novo (Di Muccio)(^-) per consentire<br />

al Parlamento di esercitare in modo più penetrante la propria attività<br />

di indirizzo e di controllo. Il Parlamento, cioè, non si limita più a subire<br />

l'indirizzo politico delineato dal Governo, ma vi partecipa con uno<br />

strumento apposito.<br />

La relazione della Giunta del regolamento della <strong>Camera</strong> conteneva<br />

un'analisi molto lucida sulla natura e sulla funzione della risoluzione<br />

parlamentare. Riguardo alla possibilità per le commissioni permanen­<br />

ti di adottare risoluzioni (vero elemento di novità), i relatori Bozzi,<br />

Luzzatto e Rognoni precisavano che il nuovo strumento era volto "a<br />

consentire alle Commissioni l'espressione del loro giudizio di control­<br />

lo, ovvero la manifestazione di un indirizzo, in ordine alle materie esa­<br />

minate (...). In tal modo si evita l'affollamento in aula delle questioni<br />

di politica settoriale, si consente una più frequente verifica dell'azione<br />

delle varie branche amministrative e si creano occasioni di stimolo e,<br />

in definitiva, di rinvigorimento dell'azione governativa". I dubbi rela­<br />

tivi al decentramento in commissione di funzioni di indirizzo erano<br />

dovuti alla stretta connessione esistente tra l'indirizzo politico e il rap­<br />

porto fiduciario, di cui l'Assemblea plenaria è esclusiva titolare.<br />

E illuminante, a tale proposito, la relazione al Senato di cui fu autore<br />

il senatore a vita Gronchi. Dopo aver messo in rilievo che, quando<br />

alle commissioni si offre la possibiLtà di rivolgere direttamente al<br />

Governo i propri voti, si attribuisce loro una qualche incidenza sull'indirizzo<br />

politico proposto dal Governo e accettato dal Parlamento, il<br />

relatore affermava: "Se è vero che, in via di principio, la definizione, la<br />

rinnovazione o la sostituzione dell'indirizzo politico espresso mediante<br />

atti diversi da quello legislativo debbono avvenire dinanzi al plenum

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